Troia dallo psicologo

Mi chiamo Ivana. Non sono bella ma, in compenso, sono una gran porca. Giro abitualmente per strada in minigonna e autoreggenti. Forse sono troppo monella e assetata di sesso e questo, talvolta, spaventa gli uomini. Dopo numerose storie finite male, su pressione delle mie amiche, decisi di ricorrere all'aiuto di uno psicologo ma anche quella scelta si rivelò disastrosa, o magari no, giudicate voi! Mi presentai allo studio del dr. Ugo Verri con il solito look da puttana. L'uomo con la barba, seppur di una certa età, probabilmente vicino al pensionamento, mostrava un certo fascino. Chiese il motivo per cui fossi lì. Accennai al mio rapporto tormentato con gli uomini. Intanto accavallavo le gambe e lo provocavo. Poi, iniziai io a fare le domande. Notai il suo imbarazzo ma rispose. Disse di essere rimasto vedovo. Intuì che non scopava da tempo ed entrai maggiormente in modalità troia. Di tanto in tanto palpavo tra le sue gambe, dicevo che doveva risvegliare i sensi. Riuscì a coinvolgerlo con un bacio. Da lì, il dottore si lasciò andare. Gli suggerì che esisteva un solo modo per risolvere il problema e tirai fuori l'uccello, peraltro niente male, dal suo pantalone. Lo agitai un pò, poi glielo presi in bocca. Notai il suo sguardo felice e rilassato. Ci detti dentro a succhiare. Sapete, ho una certa dimestichezza con certi lavoretti! Con quel bocchino da paura, mi schizzò in bocca piuttosto rapidamente. Proprio sul più bello, entrò quella stronza della segretaria, una gatta morta, che gridò allo scandalo e non si capacitava del comportamento del medico. Ugo, d'altra parte, sprizzava felicità da tutti i pori, disse che non aveva mai goduto così tanto, esercitando la sua professione: ci credo! Zittì quella smorfiosa, le dissi che doveva smetterla di parlare, e mi dedicai a qualcosa di molto piacevole, come assaporare la sborra fino all'ultima goccia. Bhè, sono davvero una malata croncia senza speranze: spompinai pure lo psicologo!