mercoledì 6 marzo 2024

La vita segreta di mio padre

Mi chiamo Vanessa. Ho avuto, fin da piccola, mio padre Giacomo come idolo. Lo ritenevo un uomo forte, sicuro di sè. Lui è un docente. Non potevo immaginare che un tipo del genere, con una vita apparentemente tranquilla, nascondesse pesanti scheletri nell'armadio. Sembrava protettivo nei miei confronti, tendeva ad allontanare i ragazzi che mi si accostavano. Poi, a un certo punto, espresse parere positivo, nel momento in cui iniziai a frequentare Alessandro. Mi piaceva Ale, anche se avvertivo una sua timidezza nei confronti delle donne. Ad ogni modo, ero contenta che piacesse a mio padre. Un giorno notai che sia mio padre che Alessandro erano irraggiungibili sul cellulare. Quando finalmente riuscì a parlare con Alessandro, mi disse che stava aiutando Giacomo con dei lavori al Casolare di Campagna. Dubbiosa, gli chiesi di passarmi mio padre e lui confermò tutto. Disse che si trattava di una fatica da maschi e che stavano tanto sudati. Inoltre, aggiunse che Alessandro era stanco e doveva andare a riposare. Bramosa di fare sesso, mi lamentai con mio padre. Lui rispose che non se ne parlava prima del matrimonio. La situazione mi parve anomala e misteriosa. Non intendevo sottostare alle decisioni di mio padre per cui, il giorno dopo, mi presentai da Alessandro in provocante lingerie. Ero vestita da paura! Pure i morti si sarebbero eccitati. Invece Alessandro cominciò a tirarsi indietro. Diceva di non voler andare contro le decisioni di mio padre ma la situazione mi puzzava parecchio. Inoltre, osservando il ragazzo, notai che non gli si alzava nemmeno l'uccello. A quel punto pretesi la verità! Chiusi la porta a chiave e non l'avrei mai riaperta se prima Alessandro non si fosse confidato. Sotto pressione, ammise di essere gay. Fin qui, nulla di strano, o quasi. Ho tanti amici gay però perchè non lo aveva detto subito? E così spiegò di avere interesse per mio padre, questo era il vero motivo per cui si era accostato alla sottoscritta. Immaginai che mio padre, più o meno delicatamente, avesse dato un due di picche al ragazzo e poi avesse tentato di proteggermi con la storia del sesso solo dopo il matrimonio. Nulla di tutto ciò! Alessandro, vergognandosi a morte, ammise che tra lui e mio padre c'era stato un rapporto intimo proprio al Casolare. Caddi dalle nuvole. Porca puttana, mi crollò un mito! Ma volevo sapere di più. Così il giovanotto affermò che papà scopava da anni con i suoi allievi di Scuola. Mi cadde il mondo addosso. Come poteva un uomo sposato con una figlia condurre una doppia vita? Eppure avevo sentito in giro storie simili. Ci voleva un confronto a viso aperto. Ci ritrovammo in quattro: io, Alessandro, Giacomo e mamma Marta. Mio padre tentò di chiedere perdono ma ormai aveva perso il mio rispetto. Con sorpresa, mia madre non sembrò affatto estranea a certi risvolti. La donna aveva capito da tempo le pulsioni di mio padre ma, per quieto vivere, non si era mai sbilanciata, nè raccontato nulla alla sottoscritta. Ammise che un professore non può essere così "premuroso" con i suoi allievi. Ovviamente, dopo quella figura di merda colossale, mio padre e Alessandro andarono via. Restai da sola con mia madre. A dire il vero, negli anni, il nostro rapporto non era mai stato così confidenziale, dal momento che, per ogni questione, chiedevo consigli e aiuto a papà. Tuttavia, in quel momento, mi sentivo decisamente più vicina a lei. Marta non sembrò eccessivamente preoccupata per l'accaduto. Disse di avere alcune amiche simpatiche con le rispettive figlie. Capì che cercava un "comfort" tra donne. Inoltre, aggiunse che io avrei potuto "socializzare" con le figlie di quelle signore. A parte ciò, farmi suora o scegliere il vibratore, non mi restavano tante opzioni! Specialmente considerando di aver acquisito una sorta di ripudio verso gli uomini, probabilmente la stessa sensazione che provava la mia genitrice. Le proposi di sbronzarci. Ci scolammo una bottiglia di Whisky in due in meno di un quarto d'ora. Ci sentivamo euforiche. Mia madre cominciò a spogliarsi. Non potetti fare a meno di notare il suo corpo attraente, contornato dalle calze autoreggenti marroncine e dai tacchi. Avevo una fottuta fame, decisi di chiamare un locale lì vicino per ricevere due pizze a domicilio. Forse proprio il ritardo macroscopico nella consegna (arrivarono dopo oltre due ore) favorì una situazione insana tra me e mia madre, la peggiore che potrebbe esistere. Marta, nei fumi dell'alcol, continuava a fare la cretina, a provocare più o meno inconsapevolmente. D'istinto le dissi che se avesse proseguito con quell'atteggiamento, non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere alle sue amiche per un appagamento sessuale, tantomeno alle loro figlie. Marta capì a cosa alludevo ma forse non credeva di alimentare realmente una perversione del genere. PEr gioco, secondo lei, mi mostrò la fica chiedendo se mi piacesse. Ovviamente apprezzai la vista della sorca materna. Il commesso non bussava mai alla porta, passò mezz'ora ed io non seppi proprio resistere alla tentazione. Mi avvicinai a mia madre, le spalancai le cosce e cominciai a leccare quella figa come se fosse un succulento cazzo. La slinguazzai perbene sopra al divano e lei gemette e venne come una troia. Mi ripeteva: "Oddio che cosa abbiamo fatto!". Mi facevo schifo da sola ma sentendo, nel contempo, un grande senso di appagamento. Finalmente arrivarono le pizze ma rappresentarono soltanto un break. Dopo riprendemmo e lo facemmo per tutta la notte. Fu un'esperienza inebriante. In seguito organizzammo incontri con le sue amiche e le figlie, tutte insieme appassionatamente coinvolte in sontuose orge femminili. Mesi e mesi di estenuanti lesbicate di gruppo. Dopo tanto tempo, mi sono riappacificata con mio padre, adesso posso comprendere meglio le sue pulsioni. Io e mia madre facciamo la nostra vita e lui la sua con gli amati studenti. E Alessandro? Siamo rimasti amici. Bhè lui adesso sta con un ragazzo della sua età e forse è meglio così.

porcate













 
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Seduzione inefficace










 
meno male che c'è mamma...




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