martedì 28 febbraio 2023

D'amore e d'accordo in tre

Mi chiamo Carmine. Adoro Roberta, la mia ragazza, è oggettivamente bellissima. Tuttavia, negli ultimi tempi, cominciammo ad avere degli attriti dovuti alla presenza invadente di una terza persona, il suo amico gay di nome Tommy. Eh già, lui desiderava me ma io non lo pensavo proprio, anzi, lo trattavo anche in malo modo. Devo ammettere che, all'inizio, quel ragazzo mi stava proprio antipatico. Desideravo che ci lasciasse in pace. Ma Roberta lo considerava il suo miglior amico. Addirittura, un bel giorno, arrivò a dire, per renderlo felice, avrei dovuto starci. Ma io risposi che non sarebbe mai e poi mai accaduto. Però, come si suol dire, mai dire mai! Stavo mangiando in santa pace i miei popcorn guardando la tv quando lui e lei si avvicinarono. Quel porcello, con la complicità di Roberta, si prese una bella confidenza! Si abbassò il pantalone e mi strusciò il pene sul viso! Cose dell'altro mondo! Lei rincarò la dose, disse che potevano piacermi di più i popcorn conditi con la maionese, riferendosi al pene di Tommy e intanto lo agitava in corrispondenza della mia scodella. Quando le donne vogliono ottenere qualcosa, alla fine ci riescono sempre. Roberta lo baciò per farmi ingelosire. Avrei potuto fregarmene, dato che lui è gay, in fin dei conti. Ma, a caldo, andai in paranoia, persi la testa. Roberta mi intimò di succhiargli il cazzo. Conoscendola, mi avrebbe potuto pure lasciare se non l'avessi fatto. Presi coraggio e afferrai il suo pene in bocca. Poi scopai lei a pecorina mentre glielo succhiava. Intanto lui mi baciò in bocca. Ero frastornato ma, nell'eccitazione, mi sciolsi. Continuai a scopare lei a pecorina. Intanto lui mi piazzò l'uccello in bocca. Lo avevo già provato poco prima, ci presi gusto. Seppur gay, Tommy scopò lei a pecorina, di sicuro tra loro c'era un feeling particolare. Intanto ne approfittò per succhiarmi il cazzo. E poi accadde il patatrac, per così dire. Lui e lei, tremendamente complici tra loro, mi convinsero a provare. E così mi adagiai sul cazzo di Tommy e, per la prima volta nella vita, lo presi alla grande dentro al culo. Il tutto davanti alla mia ragazza che, da porcella, mi spompinava. Devo riconoscere che cominciai a godere di brutto. Lei, non contenta, si mise sopra di me per cui ci ritrovammo in una sorta di spiedino: lui infilzava me e io lei. Fu davvero eccitante! Tommy, a quel punto, mi sbattette a pecorina mentre lei, stesa, mi ciucciava il pisello. Godevo come un maiale e pure Tommy, ormai prossimo a sborrare. Venni in bocca a lei. Lui esplose e mi schizzò a fiume in faccia. Bevvi una parte del liquido, un'altra parte colò sulla fregna di Roberta che venne a sua volta. Lei gioì particolarmente per averci coinvolti in un ménage che, fino a qualche tempo prima, sembrava impossibile da realizzare.


Una torbida trattativa

Salve da Melania. Benvenuti alla seconda parte del racconto. Ci eravamo lasciati con la lesbicata che ebbi con Susan in prossimità della cella. Naturalmente, questo non bastò ad alleggerire la mia condanna. Per tale motivo, qualche giorno dopo, fu la stessa Susan a presentarmi Laurent, il Comandante. Si profilò un triangolo dai sapori bisex. Se fossi stata brava e disponibile, avrei finalmente ottenuto ciò che cercavo. Purtroppo riuscì a strappare un accordo per un solo mese dietro le sbarre, anzichè quindici giorni, come avrei desiderato. Ma, date le circostanze, potevo ritenermi ampiamente soddisfatta. Iniziammo a giocare ignorando che ci fosse ancora dell'altro, dietro questa vicenda. Mi resi conto che Susan, fino a  quel momento, aveva dispensato, a malapena, soltanto seghe e bocchini al Capitano. Ciò non mi meravigliò tanto, data la sua natura apparentemente saffica. Dopo preliminari a basi di bocchini, il triangolo entrò nel vivo. Le seghe spagnole non mancarono, un pò da parte sua, e parecchio da parte mia. Infondo le mie super tettone rappresentano un cavallo di battaglia della sottoscritta. Alla prima occasione favorevole, Susan mi leccò la figa mentre il Capitano si occupava dei capezzoli. Anche quest'ultimo volle assaggiarla, mentre Susan mi baciava il sedere. Poi lei mi calò le mutandine e lui ne approfittò per impalarmi da dietro tenendomi una coscia sollevata. Al Capo la situazione piacque tanto di cominciare a tirar fuori apprezzamenti nei confronti della sottoscritta. Queste parole suscitarono comprensibile invidia in Susan, che si sentì messa da parte, in quel frangente. Allora io, da brava troia provocatrice, le dissi che doveva dimostrare di essere all'altezza e, con disinvoltura, le spinsi la testa sull'uccello del Capitano. Susan, pur di non sfigurare, non solo dovette sbocchinare di gran carriera ma anche cavalcare l'uccello dell'uomo, pratica a lei non troppo consona nè frequente, fino a quelo momento. Laurent probabilmente attendeva questo momento da tempo per cui non gli parve l'ora di chiavarsela perbene. Io intanto leccavo le palle dell'uomo. La titubanza di Susan si sciolse del tutto quando spostai la lingua nel culo della ragazza. A quel punto perse ogni freno inibitorio e Laurent potette farla cavalcare a piacimento. Sfilai il cazzo dalla sua figa per sbocchinarlo. Il Comandante era in estasi. Diede, giustamente, ad entrambe delle troie. Proseguì a deliziare l'uomo con una grandissima sega spagnola. Susan stava accanto palpandomi le tettone. Convinsi la bionda a darla nuovamente al suo superiore. Non sò perchè lo feci, probabilmente mi intrigava veder scopare due sbirri tra loro. Susan ascoltò il consiglio, credendo di entrare a pieno titolo nelle grazie del Capitano. Laurent, gran stallone, ci prese gusto, la sfondò a lungo in tutti i modi. Quando mi resi conto che lei fosse un pò stanca, le diedi il cambio. Mi adagiai sul pisello a candela mentre leccavo le tette a lei. In quel ménage gli orgasmi di noi donne si susseguivano a raffica. Ormai al limite della resistenza, Laurent si segò freneticamente sborrando sulle tette di entrambe. Presi il suo pene in bocca per ripulirlo dal seme. Dopo la lunga trombata, Susan si fece seria. Quando ci rivestimmo, in disparte da Laurent, mi spiegò che lui era bisex e che voleva farsi, oltre alla sottoscritta, pure i miei complici, ad uno ad uno. Per questo necessitava delle prove dei reati che li inchiodavano. In tal modo li avrebbe poi ricattati sessualmente. In definitiva, non bastò la lesbicata con Susan, nè il successivo triangolo. Dovetti fornire, tramite chiavetta usb, gli scheletri nell'armadio dei miei complici ricoprendo la parte dell'infame. Laurent, un malato sessuale a cui non interessava troppo assicurare malviventi alla giustizia ma piuttosto scopare detenuti e detenute, concesse a quegli uomini una sorta di arresti domiciliari per reati minori ma con obbligo settimanale di firma. Ad ogni firma se li scopava davanti alla sua fidata assistente. E poi, naturalmente, anche grazie a me, castigava pure lei, ormai convertita al bisessualismo. Tutto sommato ai miei complici non è andata poi tanto male: dietro le sbarre avrebbero preso uccelli a vita! Ed io? Bhè, in quel mese di galera partecipai a diversi triangoli, poi finalmente fui libera. Naturalmente, Susan mi ha lasciato il suo numero privato, vorrebbe che qualche ci incontrassimo fuori dal carcere. Onestamente non l'ho ancora contattata ma potrei farlo. Infondo, è anche per merito suo se oggi, finalmente, ho riacquistato la totale libertà! leggi dall'inizio.                   

triangolo bisex

venerdì 24 febbraio 2023

Lesbicata con la poliziotta

Mi chiamo Melania. Trovandomi a corto di soldi, iniziai a frequentare persone poco raccomandabili che mi convinsero a prendere parte a furti, raggiri e rapine di vario genere. Sfruttando l'avvenenza fisica, seducevo commessi, imprenditori, direttori di banche etc, al solo scopo di sgraffignare danaro. Inoltre, per ottenere una carica adrenalinica, prima di entrare in azione, facevo uso di sostanze stupefacenti. Insomma, un quadretto niente male, non certo degno di una scolaretta illibata. E' noto che, a tirare troppo la corda, prima o poi questa si spezza. La 'gang' di cui facevo parte esagerò, si spinse troppo al limite e, alla fine, la polizia ci beccò in flagrante durante un colpo ai danni di una gioielleria. Finì in cella, in attesa di giudizio. Sapevo che, per gli innumerevoli reati commessi, avrei rischiato di scontare parecchi anni di galera. Dopo due giorni dietro le sbarre, già non ne potevo più. Mi controllava un'avvenente poliziotta bionda. In seguito scoprì che si chiamava Susan. La donna stava a telefono con il comandante che, in quel momento era impegnato per cui le chiese di occuparsi di me. Presa dalla disperazione, mostrai le tettone suggerendole di mostrarle, tramite foto, al capitano in modo da convincerlo a venire lì. In altre parole, volevo vendermi, pur di "aggiustare" la scomoda situazione in cui versavo. Ma il Comandante non poteva assolutamente mollare ciò che stava compiendo in quel frangente e così sarei rimasta da sola con la misteriosa agente bionda. Susan dimostrò subito di essere una porca e mi leccò le tettone senza pudore da dietro alle sbarre. Inoltre infilò pure la mano nei miei pantaloncini azzardando un ditalino. Lei, intanto, si toccava sotto la minigonna. Pensai subito che fosse lesbica. Mi piace il cazzo ma non importava, volevo dargliela pur di allegerire, in qualche modo, la mia posizione. Era chiaro che, se fossi stata disponibile, qualche prova compromettente sarebbe sparita ed io mi sarei potuta salvare da una condanna pesante. Susan, in un primo momento, spiegò di non essere lesbica ma solo amante dei giochi erotici. Ad ogni modo le chiesi di aprire la cella perchè fuori saremmo state più comode. Lo fece senza problemi. Mi accarezzò la figa prima di sbattermi sulla scrivania dove palpò con vigore le mie tettone. Con le donne, fino ad allora, non avevo mai provato nulla tuttavia devo ammettere che mi arrapai notevolmente, in quel contesto particolare. Susan uscì all'improvviso allo scoperto, chiarì di essere una gran lesbicona e mi leccò la fica con ardore. Ho sempre temuto le saffiche perchè, molto spesso, sono, a mio avviso, delle incurabili assatanate. Ma ormai ero lì, a cosce aperte, alla sua mercè e, volente o nolente, dovevo subire e sottostare al trattamento orale che però si rivelò tutt'altro che spiacevole. Arrivai all'orgasmo dal "sapore" delizioso, il primo raggiunto con una donna. Susan non stava più nella pelle, voleva che ricambiassi. Da inesperta le leccai la fica bagnatissima mentre lei mi strapazzava le tettone per l'eccitazione. Anche Susan giunse all'orgasmo e mi sbrodolò copiosamente nella bocca. Assaggiare liquidi vaginali fu per me una sensazione del tutto nuova, in fin dei conti, decisamente gradevole. Sperai, con tutto il cuore, di aver unito l'utile al dilettevole ed essermi tolta dai guai. E invece no! Susan fu categorica, avrei dovuto incontrare il capitano per poter sperare di giungere ad un risultato più incoraggiante [Fine prima parte]

galera

giovedì 23 febbraio 2023

La mia miglior rivale

Mi chiamo Carol. Dopo alcuni anni di fidanzamento, credevo che Conrad fosse l'uomo della mia vita. Ma, ad un tratto, lo notai parecchio distratto, come se stesse pensando ad altro e non alla sottoscritta. In effetti, aveva perso la testa per un'asiatica nemmeno troppo avvenente di nome Mya. Lo beccai mentre le regalava fiori, oltre ad un anello. Sostanzialmente lui mi aveva già mollata ma io non riuscivo proprio ad accettarlo. Inizialmente provavo gelosia e una notevole acredine verso la ragazza asiatica. Ma Conrad non volle sentire ragioni, disse che ormai aveva scelto lei e se la portò a casa. Dovevo farmi da parte dopo tre anni di convivenza? Non esiste proprio! Fortunatamente possedevo ancora una copia delle chiavi dell'abitazione e così, decisi di entrare a sorpresa lì dentro. Come previsto, trovai Conrad che stava scopando Mya a missionaria. Istintivamente chiesi di restare: era l'unico modo per non restare completamente fuori. Fortunatamente e inaspettatamente, Mya fu d'accordo. Conrad, apparentemente un pò contrariato, finì per accettare la situazione e mi leccò le tette. Poi mi scopò a pecorina davanti a Mya precisando di non farmi troppe illusioni, che insieme non saremmo mai tornati. Intanto mi scopò anche a missionaria. Mya, in principio, pareva essere d'accordo con lui. Godetti ma con la sensazione palese di una sconfitta, di chi ormai ha perso la partita. Ma, alle volte, nella vita, non bisogna mai disperare, mai gettare la spugna finchè non è davvero finita. Fu in quel meraviglioso bocchino condiviso con Mya che accadde qualcosa di magico. Lei gli succhiò le palle mentre io mi dedicavo all'asta. Diedi il massimo, mostrando quanto fossi brava. Conrad, attenzionato da due calde bocche, godeva come un porco. Poi Mya slinguazzò la cappella (dalla quale fuoriuscivano già strascichi di sperma) si complimentò con me, sottolinenando quanto fossi stata capace a ciucciare. Mi porse nuovamente il pene affinchè lo portassi all'eiaculazione. In quel momento scattò una complicità tra noi: tutto il veleno che tenevo in corpo, gelosia compresa, si dissolsero di colpo come neve al sole. Conrad sborrò a fiume sulle mie tette che Mya leccò scrupolosamente come bignè farciti di panna montata. Poi ripulì anche la cappella. Conrad era in estasi, dopo aver svuotato totalmente i coglioni. A quel punto Mya, dimostrando grande solidarietà femminile, gli dette un ultimatum, l'uomo avrebbe dovuto tenersi entrambe oppure nessuna delle due: prendere o lasciare! Ovviamente Conrad, dopo aver brontolato un pò, accolse la proposta. Dopotutto gli conveniva sbattersi due fiche. Per quanto riguarda la qui presente, mi godo il suo cazzo (anche se non mi ama più) e la simpatia di Mya.

tradimenti

mercoledì 22 febbraio 2023

Preda della bionda perversa

Il mio nome è Natalia. Conducevo una vita tranquilla, ignara che esistessero delle organizzazioni così ciniche da procurare, in cambio di soldi, esseri umani a viziosi committenti. E, ancor più, non immaginavo che alcune clienti di queste società fossero donne. Ero all'oscuro che, un equipe specializzata, mi monitorasse h24 e sapesse ogni dettaglio della mia esistenza, comprese le conversazioni che intrattenevo sui social (conoscevano la cronologia delle chat e il fatto che, pur se fidanzata, alimentassi curiosità verso le donne). Un giorno, mentre passeggiavo per strada all'imbrunire, dei loschi individui incappucciati mi rapirono. Fui stordita col cloroformio. Quel che so per certo è che mi risvegliai mezza nuda, imbavagliata e legata ad una struttura a forma di croce in una stanza tipica per giochi sadomaso. Rimasi lì alcune ore, prima che si aprisse la porta ed entrasse una inquietante donna bionda. Quando mi tolse una sorta di cerotto dalla bocca, chiesi spiegazioni, ovviamente. La donna, bionda e di bell'aspetto, si chiamava Rebecca, ed era una committente. Aveva sborsato un botto di soldi per avermi tutta per sè. Ero scettica, mi pareva di stare in un film dell'orrore nella parte della preda. Protestai, inizialmente. Ma poi cominciai a provare una sorta di eccitazione percependo di dover subire tutto ciò che lei desiderava senza poter opporre resistenza. Con le parole e con l'uso delle mani, mi convinse che sarei stata meglio in sua compagnia, piuttosto che nella vita che conducevo prima del rapimento. Mi sgrillettò la fica, mi leccò le natiche e pretese che leccassi un dildo. Dopodichè, con disinvoltura, me lo sparò dritto nella fregna. Godetti sul serio e venni sbrodolando come una porca in calore. Rebecca aprì le gambe, mi permise di accarezzarle la passera. Provai un brivido nel procurarle piacere. Infondo avevo sempre sognato certe situazioni, anche se erano rimaste confinate come semplici fantasie mai realizzate. Ad un tratto, Rebecca, con aria seria, spiegò di essere la regina diabolica e io avrei avuto il ruolo di ancella. Si trattava di un gioco di sottomissione, evidentemente. Ad ogni modo, ne restai affascinata. I giorni passarono e Rebecca portò, in quella stanza enorme, nuove ragazze. Creò una sorta di harem nel quale le ancelle interagivano tra loro in una sorta di orgia lesbica. Rebecca ci guardava, poi alle volte entrava nella mischia. Oppure, determinati giorni, decideva di restare da sola con una di noi. In realtà, mi ero illusa di essere l'unica o la preferita. In effetti, rappresentavo solo una delle tante bambole della bionda. Per questo, aspettai il momento adatto per fuggire. Dopo quasi un anno di questa sorta di reclusione, scappai. Ben presto mi resi conto di essere molto lontana da casa, ma con vari autostop e un pò di fortuna, riuscì a ritornare a casa. Non raccontai tutti i dettagli di ciò che era accaduto. Spiegai solo di essere stata rapita da un maniaco e poi riuscita a fuggire. Per precauzione, mi spostai dall'abitazione dei miei genitori e andai a vivere in un posto sperduto, nella speranza che Rebecca, o qualcuno per suo conto, non mi venga a cercare anche lì. Ma forse starò tranquilla perchè lei ha già il suo harem a cui badare. Lo dicevo io che era meglio la noiosa vita di merda! Però, che avventura!                  

mistress bionda

martedì 21 febbraio 2023

Indecente triangolo casalingo

Mi chiamo Barbara. Dopo la separazione da Mario, rimasi in casa con mio figlio Andrea. E' un ragazzo intelligente anche se non ha mai approcciato una ragazza della sua età. Al termine delle lezioni scolastiche, passava gran parte del suo tempo a smanettare sul cellulare in cerca di femmine nude o seminude su internet per potersi masturbare. Quel giorno mi trovavo a casa con Clelia una carissima amica bionda. Combinazione volle che Andrea si segò credendo di non esser visto. Non si aspettava che io e Clelia entrassimo all'improvviso nel salotto cogliendolo sul fatto. Andrea diventò rosso in viso e io mi scusai con lei. Non potevo certo immaginare che la bionda non si risentisse affatto. Anzi, al contrario, prese la palla al balzo per avvicinarsi ad Andrea e baciarlo spiegandogli che il sesso si pratica dal vivo piuttosto che su intenet. L'atteggiamento troppo accomodante di Clelia mi spiazzò decisamente ma, al tempo stesso, cominciai ad avvertire brividi di piacere in corpo. Clelia segò Andrea per un pò. Poi, mio figlio, gasato al massimo da una situazione impensabile, fino a pochi minuti prima, ci volle entrambe vicino a sè. Accarezzandoci i capelli, lasciò intendere di desiderare un bocchino. Clelia gli leccò le palle senza esitazioni. Io mi fermai ad un passo dalla cappella. L'istinto di madre mi bloccò temporaneamente. Ma ormai era troppo tardi. Tra l'altro, Andrea, nell'eccitazione, ammise di spiarmi nel bagno, oltre a guardare le donne sul web. Clelia, peraltro già fidanzata con un uomo adulto, spalancò le cosce e si lasciò leccare la passera da Andrea che la riempiva di complimenti. Stavolta prevalse l'istinto di donna e così succhiai il cazzo di mio figlio. Andrea scopò Clelia. Intanto, la porcellina bionda mi leccò deliziosamente la figa. Ormai tutti i freni inibitori erano saltati, surclassati dalle incontenibili voglie sessuali di ognuno di noi. Ero contraria, per lo stretto legame di parentela, ma Andrea non volle sentire ragioni ed ottenne, con decisione, la mi figa. Mi scopò a missionaria, mentre Clelia mi leccava le tette. Godetti come una matta e venni intensamente. Andrea mi schizzò qualche goccia nella vagina, poi spruzzò una grossa quantità di sperma in faccia ad entrambe dandoci giustamente delle mignotte. Come dargli torto! Clelia si rese conto che, a quel punto, io e Andrea avremmo iniziato un bollente rapporto incestuoso. Inoltre, mio figlio convinse la bionda a mollare il partner maturo. Dopo tanta astinenza, ne voleva due di donne accanto. In conclusione, Andrea mi scopa a piacimento, ormai dormiamo anche nello stesso letto. In più, spesso viene a trovarci Clelia e lui, ovviamente, tromba pure con lei. Ormai il ragazzo non ha proprio più motivo di andare a cercare svago su internet dal momento che la figa, in doppia dose, ce l'ha a disposizione tra le mura domestiche.

fica

Un condominio di maiali

Mi chiamo George. Quando andai ad abitare al civico numero 51 di Long Avenue, in periferia di Los Angeles, USA, mi resi subito conto di non essere l'unico, nello stabile, ad avere la passione sfrenata per il sesso. Ne ebbi la conferma un giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere la riunione di condominio. Da sopra le scale notai interagire intimamente la giovane coppietta formata da Marco e Claudia, che conoscevo superficialmente. Lei stava segando lui e intanto quel maialone maturo dell'amministratore, il sig. Jim Garrett, li spiava da fuori alla finestra in compagnia della consorte complice, la signora Lucia (evidentemente cercavano nuovi stimoli dopo una lunga vita matrimoniale). Poi Jim e la moglie entrarono dentro. Un bel quadretto, non c'è che dire. A loro si aggiunse un ragazzo, di nome Eric, che tolse subito i vestiti, pronto a far parte della mischia. Claudia segò il fidanzato ed Eric contemporaneamente, poi Lucia propinò un bocchino al giovanotto nudo fino a condurlo all'orgasmo. Naturalmente, ne bevve il seme. Eric, appagato, tolse il disturbo. Claudia decise di allontanarsi e lasciò il suo boyfriend in compagnia di Jim e Lucia. La donna succhiò il pene di Marco, prima di lasciarsi sbattere con foga dal ragazzo. Intanto ciucciava il pisello del marito. Jim, da bravo cuckold, entusiasta di osservare la propria coniuge scopata da un altro, per di più giovane, sborrò in faccia a Lucia la tettona. Nel frattempo, Marco, al culmine del piacere, eiaculò nella calda vagina della moglie dell'amministratore di condominio. Chissà che questa prestazione non gli valga un consistente sconto sulle bollette! Scherzi a parte, torniamo a noi. Mentre ammiravo compiaciuto la scena, menando un pò la fava, mi raggiunse sulle scale quella gran porca della signora Elvira, una donna matura ancora piacente, con tanto di tacchi e autoreggenti. Mi si indurì ancora di più il cazzo e le detti due botte stesso sulle scale. Mentre me la stavo scopando in tranquillità, sopraggiunse quella puttanella di Claudia, la ragazza di Marco. Nonostante una certa gelosia da parte di Elvira, affondai il cazzo anche nella fessura rovente della signorina che, evidentemente, già arrapata per conto proprio, per le vicende narrate in precedenza, arrivò rapidamente all'orgasmo. Claudia, soddisfatta, si dileguò, ed io continuai a castigare Elvira. Stavolta la ripassai perbene a candela prima di schizzarle copiosamente in bocca. La troiona bevve tutto lo sperma, oviamente. Bhè, che dire, quel giorno accadde di tutto, tranne una normale riunione di condominio.

sperma


lunedì 20 febbraio 2023

Sedotta dall'amica preferita

Mi chiamo Marika. Conosco Clara da parecchio tempo, la consideravo un'amica fidata con cui poter parlare e sfogarsi liberamente. Ad un certo punto, il mio matrimonio andò in crisi. Scoprì che Egidio, mio marito, correva dietro alle ragazzine. Piuttosto delusa, contattai subito Clara per poter dialogare con lei. Mi invitò a casa sua e insistette affinchè bevessi un drink alcolico alla frutta. Ignoravo lontanamente che lei volesse provarci con me. Dopo aver mandato giù tutto il bicchiere, mi sentì particolarmente rilassata e lei ne approfittò per ficcarmi la lingua in bocca. Non me lo aspettavo proprio, inoltre non avevo mai baciato donne prima di allora, anche se ammetto di aver sempre fatto qualche fantasia del genere. Clara non si limitò certo ai baci. Con una certa decisione, affondò anche la mano tra le mie gambe! Persi ogni cognizione, in quel frangente. L'alcol, unitamente al bacio e alla mano tra le gambe, abbassarono brutalmente i miei freni inibitori. Non realizzavo appieno che cazzo stesse succedendo e perchè lei si comportasse in quel modo ma cominciai ad eccitarmi a mille. Fu tutto chiaro quando Clara ammise apertamente di essere lesbica. I baci sembrarono interminabili. Istintivamente, finì anch'io per palpare lei tra le gambe. Ormai stavamo andando piacevolmente oltre. Dopo aver ricevuto le sue mani sul culo, mi gasai e le leccai con foga le tettone. Clara non aspettava altro. Le tolsi le mutande. Infoiata come una troia in calore, le leccai con gusto il buco del culo. Poi lei slinguazzò le mie tette, prima di lasciare anche la sottoscritta senza mutandine. Spiegò che leccare la fica è un'arte e diede ampia dimostrazione pratica adorando oralmente la mia. Mi baciò, stavolta più dolcemente. Si preoccupava che stessi a mio agio. Le spiegai che si trattava di una situazione del tutto nuova per me che, tuttavia, non disprezzavo affatto. Ci mettemmo a 69, lei stava sopra, io sotto. Fu stupendo, lo ammetto. Pareva che a Clara la mia lingua non bastasse mai. Da stesa, continuai a leccargliela. Devo confidarvi che ci presi dannatamente gusto a leccare la fregna, almeno la sua. Clara mi coinvolse in una focosa frugata tra passere precisando che così si scopa tra donne. Le strofinate tra vagine producono intense sensazioni di piacere. Me ne venni splendidamente tra le sue braccia aggiungendo l'ennesimo orgasmo ad una giornata di folle e trasgressivo piacere.                   

sexy mature

saffiche

domenica 19 febbraio 2023

Truffata e trombata

Mi chiamo Tania. Il mio sogno era quello di entrare nel mondo dello spettacolo. Fin da piccola sognavo di fare l'attrice o, perlomeno, la conduttrice. Volevo riuscirci a tutti i costi ma sottovalutavo quanto fossero spietati certi ambienti. Avevo bisogno di un book fotografico di buon livello come carta di presentazione adeguata. Mi rivolsi ad un'Agenzia specializzata del settore ma il costo, da pagare in modo categoricamente anticipato, si aggirava intorno ai 3.000 euro. Non disponevo di tale somma. Riuscì a malapena a racimolarne mille, gli altri 2.000 li chiesi al mio fidanzato, Martino. Una volta regolati i conti con l'Agenzia, fui indirizzata dal loro fotografo di fiducia, un tale di nome Marco. Sembrava un tipo un pò rozzo, a primo impatto, quasi un vichingo. Ad ogni modo, espressi anche a lui il mio desiderio di entrare a far parte del mondo dello spettacolo. Iniziò a scattare delle foto. Al principio stava sulle sue, diceva soltanto che era difficile, che la concorrenza era notevole, in altre parole, che c'erano tante altre ragazze. Ma mi fece credere che esisteva un modo per balzare nelle prime posizioni della lista delle modelle che consultavano i talent scout. Come una stupida, pensai che lui potesse davvero fare qualcosa per aiutarmi. In realtà era solo un tipo che se le scopava tutte, niente di più. Credetti, erroneamente, che dandogliela avrei ottenuto chissà quale vantaggio. E così lasciai che mi baciasse e che mi leccasse la figa. Poi leccai il suo notevole cazzo. Devo riconoscere che era un gran bel tarello. Marco mi ingannò, disse che non tutte le ragazze ci stavano e che, se avessi scopato, avrei avuto maggiori possibilità di riuscita. Presa dall'impeto, gli permisi di affondare il suo cazzone dentro la fregna. Devo ammettere che fu una sensazione unica nonchè il preludio ad una scopata memorabile! Quel toro mi spanò la sorca (il carente Martino, ipodotato, mai si sarebbe sognato lontanamente di riuscire in un'impresa simile). Rimasi nuda, solo con i tacchi, a farmi sbattere sul divano come una troia dal fotografo senza scrupoli. Mentre sognavo, come una cogliona, di sfondare nel mondo dello spettacolo, lui pensava a sfondarmi la fregna... e, a dirla tutta, lo fece egregiamente! Una chiavata memorabile protrattasi per oltre due ore. Alla fine, mi dette l'ultima bollente ripassata a candela. Andavo sù e giù all'impazzata con lui che mi teneva saldamente per i fianchi. Persi perfino il conto degli orgasmi, dal momento che ne raggiunsi a raffica, uno dietro l'altro. Il porco, non contento, mi schizzò pure abbondantemente in bocca dandomi della troia. Me lo meritavo infondo, dopotutto avevo messo le corna al povero Martino comportandomi da gran zoccola. Mi rivestì, salutai Marco. Quest'ultimo disse di star tranquilla, che mi avrebbe ricontattata a breve. Passarono oltre tre mesi. Mi recai all'Agenzia ma non c'era più nulla ed era vuoto pure l'appartamento dove avevo incontrato Marco. Solo allora compresi appieno di essere stata clamorosamente truffata. Ci restai malissimo, anche se mi resta il ricordo di quella sublime trombata. A Martino raccontai semplicemente che, purroppo, non mi avevano presa e, ahimè, devo ancora restituirgli i soldi presi in prestito. Bhè, naturalmente ignora che io gli abbia messo le corna e, mai e poi mai, lo saprà!

fotobook

sabato 18 febbraio 2023

La cliente strafiga nella vita degli immobiliaristi

Mi chiamo Valerio. Anni fa, insieme ad un amico, Giorgio ho aperto un'agenzia immobiliare. Diciamo che tra di noi c'è un legame che va oltre il lavoro. Siamo entrambi infelicemente sposati, nel senso che nè io nè lui andiamo più tanto d'accordo con le rispettive consorti. Preferiamo piuttosto sgattaiolare appena possibile e distrarci condividendo la passione per le scommesse sportive, qualche cena fuori e anche visionare insieme materiale pornografico. Frequentare lui rende meno pesante il matrimonio e credo che per Giorgio sia più o meno lo stesso. In realtà, a volte ci seghiamo in compagnia con grande piacere ma nessuno di noi ha mai avuto il coraggio di osare, di andare oltre, finora. Probabilmente è una situazione di stallo: ognuno teme che all'altro possano non piacere iniziative di un certo tipo e, di conseguenza, non accade nulla di concreto e tutto resta uguale. Questa almeno era la situazione fino a poco tempo fa, finchè non piombò una persona nuova nella mia vita. Una donna, di nome Rosa, prese appuntamento per vedere una casa. Non mi aspettavo certo di trovarmi di fronte una bionda mozzafiato disinibita al massimo. Quando si presentò, con tanto di cosce da fuori, non aveva nemmeno le mutandine. Fingendo che le fosse caduta la borsa, si chinò per provocare ed io vidi le sue meravigliose fessure. Pensai subito di avere una moglie (aldilà di come andasse il matrimonio). Mi autoraccomandai di non fare colpi di testa ma quella donna sprizzava sesso da tutti i dannati pori. Ma non è tutto! La furbetta, forte delle sue capacità di seduzione, voleva pagare al minimo i costi di agenzia. Mi trovai in difficoltà anche perchè dovevo rendere conto di questo a Giorgio. Fu lei stessi a porgermi il cellulare per effettuare la telefonata. Il mio socio disse che era una follia calare questi costi in maniera così consistente e quella donna andò su tutte le furie. Cominciò a dire che non ero un vero uomo, che pendevo dalle labbra del mio socio come se fosse un'amante e robe del genere. Che sono molto legato a Giorgio, questo è vero, ma in tal caso c'erano in ballo diversi soldi che sarebbero mancati alle entrate dell'agenzia. Non potevo prendere una decisione del genere in autonomia. Rosa mi dette una sorta di ultimatum, disse che sarebbe tornata a breve e che io, nel mentre ci dovevo riflettere se acconsentire o meno alle sue richieste folli di risparmio. Dopodichè si chiuse in bagno. Me la ritrovai davanti poco dopo, più figa che mai con tacchi e arrapanti calze autoreggenti nere ricamate. Si fiondò sul mio pisello e sbocchinò da paura. Andai davvero ine stasi profonda! Eccitato le leccai con ardore la figa. Intanto lei cercava sempre di ottenere ciò che desiderava ed io non accettavo mai le sue condizioni. Intanto scopammo di brutto. Rosa si rese conto che mi creavo problemi con Giorgio, non volevo chiudere un contratto di un certo genere a sua insaputa. E allora, a quel punto, nel bel mezzo della trombata, Rosa tirò fuori la classica proposta indecente. Era disposta a scopare con me e Giorgio insieme in una sorta di triangolo e si sarebbe concessa tutte le volte che lo desiderassimo. Naturalmente, il tutto dopo l'acquisto agevolato della casa. A quel punto mi passò l'ansia e cominciai ad essere molto più sereno. Anzi, l'idea mi piaceva proprio! In tal caso, non avrei più dovuto nascondere nulla a Giorgio e, in più, ci saremmo divertiti in compagnia della signora Rosa. Quest'ultima, piuttosto curiosa, chiese che tipo di rapporto sussistesse tra me e lui. Alla fine, le spiegai tutta la situazione dei matrimoni in crisi, etc... e che condividevamo degli interessi incluso guardare i porno. Rosa, da donna di mondo, si rese conto che, probabilmente, tra me e Giorgio c'era potenzialmente qualcosa, una pulsione torbida di sottofondo, anche se, in effetti, non avevamo mai messo in pratica certe fantasie tra uomini. Rosa mi lasciò intendere che, in un'ipotesi del genere, lei sarebbe stata complice. Pensai che, con una donna così disinibita accanto, probabilmente io e lui avremmo trovato il coraggio di osare tra di noi, oltre ovviamente che con lei. La libidine percorse tutto il mio corpo. Dopo averla abbondantemente chiavata nella fica, le sborrai copiosamente in bocca. Lei gustò il nettare, poi mi suggerì di chiamare Giorgio e organizzare un incontro a tre per il giorno seguente.                  

tacchi

Prof inculata dal Preside

All'improvviso la porta dell'aula si aprì e comparve il Preside della Scuola! Il sangue mi si gelò in corpo. Pensai, per un attimo, di aver gettato la carriera alle ortiche per un colpo di testa. Stizzita pregai il ragazzo di togliersi di mezzo e rimasi da sola con il giovane Capo dell'Istituto, il sig. Corrado. Il rimprovero per "atti osceni in luogo pubblico" fu perentorio. Credetti di essere spacciata, di aver gettato al vento anni di studi. Corrado, in quel momento, disse di rivestirmi e di andar via. Ci saremmo sentiti in seguito telefonicamente. Mi pregò di andare a casa sua. Quando chiese esplicitamente che mi spogliassi, compresi che c'era ancora la possibilità di rimediare. Infondo il Preside è un uomo corruttibile, agli uomini certe cose piacciono. Desiderava che fossi completamente nuda. Lo accontentai senza batter ciglio. Non ero tanto preoccupata, mi resi conto che voleva scopare. Se l'avevo data al collaboratore scolastico, non sarebbe stato un problema concederla anche al Preside, tra l'altro un bel tipo. Un pò di ansia si manifestò quando disse di amare le cose particolari. Ad ogni modo lo spompinai. Dopo di ciò chiese categoricamente che mi mettessi a pecora con le natiche allargate: dilatai le chiappe con le mani. Ammirò le fessure per alcuni secondi, poi puntò direttamente l'ano e lo violò senza pietà col suo grosso tarello. Non sono una santa, come avrete capito, ma non do sempre il culo. In genere, acconsento alla pratica anale quando conosco bene la persona. Ovviamente Corrado se ne fregò altamente di tutto ciò e afondò dentro il suo siluro. A missionaria, mi sditalinai per addolcire il dolore dell'inculata. Corrado inzuppò di nuovo il biscottone nel sedere a pecorina e in modo tutt'altro che dolce. Provai piacere e dolore insieme. Mi sentì davvero una gran troia a prenderlo indietro dal Preside. Ma pure lui: che porco ad approfittare così della situazione! Ormai l'ano mi pulsava forte. Provai quasi sollievo quando mi resi conto che stava per venire. Presi la cappella in bocca ed accolsi tutto lo sperma che venne fuori. In tal modo misi tutto a tacere, fortunatamente. Diciamo che me la cavai abbastanza bene, a parte l'uso di crema idratante lenitiva nel culo per una settimana di seguito! Leggi dal principio

ricatto

figa

Sedotta dal collaboratore scolastico

Il mio nome è Sonia, insegno inglese. Sono una donna che non passa inosservata. A scuola mi guardavano tutti, studenti e professori solo che forse io, ingenuamente, volevo credere che non fosse così. Fino a quel dannato giorno ero stata una professoressa seria, impeccabile. La mia condotta esemplare finì nel momento in cui accettai le avances di Carlo, un ragazzo addetto alle pulizie. Stavo riordinando le mie carte dopo la lezione ed ero pronta ad andar via dalla scuola per fare ritorno a casa. Ma Carlo sapeva già cosa desiderava ardentemente. Mi mise la mano nella camicetta sfiorando i capezzoli. Un brivido mi percorse tutta. Carlo non aveva affatto intenzione di mollare! Allungò la mano tra le gambe spingendosi con le dita nelle mutandine. Ho difficoltà a resistere ai maschi decisi che sanno ciò che vogliono. Mi abbassò le mutande con disinvoltura per poi leccarmi la fica. A quel punto pesi proprio la testa. Mi piaceva la sua lingua audace nella topa. Ben presto lui decise di sostituirla adeguatamente col cazzo. Mi scopò sopra la scrivania a missionaria, in prima battuta. Gasata gli succhiai il cazzo che sembrava di marmo. Lo misi anche tra le tette, giusto per aumentare la libidine, casomai ce ne fosse stato bisogno. Poi lui si stese sulla cattedra ed io salì sopra a cavalcioni. Mi impalò di brutto a candela. Sentì il suo cazzo durissimo penetrare fino a dentro. Mi teneva per i fianchi e mi faceva andare sù e giù come una troia. Godetti, oh si se godetti! Mmm, se ci penso! Sembrava instancabile il boy, mi chiavò pure a pecorina. Ero entusiasta ma preoccupata al tempo stesso. Non volevo che qualcuno ci scoprisse. Le mie paure non erano ingiustificate. Intanto Carlo me lo mise in bocca per farselo succhiare ancora un pò. Era già sul punto di venire. Bastò appoggiare la lingua sulla cappella affinchè lui schizzasse a fiume sulle tette. Quel momento appagante fu però interrotto da un imprevisto. [segue]


Instradate al lesbo incesto dalla zia

Mi chiamo Clara. Piaccio ai ragazzi e riesco ad andarci a letto piuttosto facilmente ma non posso dire lo stesso per quanto concerne mia sorella Lara. Non è particolarmente attraente di viso, diciamo così, per cui i maschi non sono invogliati a scoparsela. Questa situazione, alla lunga, cominciò a diventare frustrante per lei che cadde anche un pò in depressione. Non sapevo come gestire la vicenda per cui pensai bene di chiedere aiuto a zia Renata, la sorella di mia madre. Io e Lara andammo a trovarla e le spiegammo la situazione. Non avevo idea che la zia prospettasse una soluzione atipica per risolvere il problema. Renata sosteneva che io, per amore, avrei dovuto venire incontro a Lara e aiutarla standole vicino anche sul piano fisico, farle sentire il calore. Una parola tira l'altra e così, quasi per caso, mi ritrovai a baciare mia sorella davanti a mia zia che sembrò compiaciuta. Lara, in mancanza di affetto e, soprattutto, carente di attenzioni sessuali, mi abbracciò con impeto. Da lì fu un crescendo, l'eccitazione cominciò a divampare e, ad un tratto, mi ritrovai clamorosamente a cosce aperte con mia sorella che mi leccava la figa! La zia, gran porca, non faceva altro che incitarci a proseguire in quella sorta di lesbo incesto tra sorelle. Leccai anch'io la fica a Lara e, nel frattempo, la zia si unì a noi! Tra me e Renata ci fu un bacio e lei mi leccò comunque le intimità. Lara, d'altro canto, si fiondò sulla ficona della zia e la leccò con foga. Quella porca della zia se ne venne. Poi lei e Lara limonarono al sapore di fica. In quel ménage, sia io che mia sorella raggiungemmo più di una volta l'orgasmo. Da quel giorno, andiamo spesso a trovare la zia e ci divertiamo tutte e tre insieme.      

lesbo a tre

venerdì 17 febbraio 2023

Consulente per coppie in crisi

Mi chiamo Rossana. Non nego di essere una donna senza scrupoli attaccata ai soldi. Svolgo un lavoro particolare, quello di consulente per coppie in crisi. Quasi sempre mi trovo di fronte a persone che hanno perso l'entusiasmo nei confronti del partner. In realtà, non sono una professionista seria dal momento che, sfruttando la debolezza dei rapporti, mi porto spesso i mariti a letto. Paradossalmente, alle volte, queste porcate portano addirittura ad un miglioramento della relazione. In altri casi, invece, si determina una totale rottura del legame. Ad ogni modo, esistono sempre delle varianti, delle situazioni particolari, delle eccezioni, diciamo così. Una di queste fu proprio l'incontro con Raffaella, una donna bruna decisamente attraente. Mi contattò per problemi coniugali con il marito Sergio. Mi recai nell'abitazione della coppia dove, peraltro, trovai solo la donna. Compresi subito che i due non scopavano da tempo. Seppur di base etero, ho un atteggiamento da troia anche nei confronti delle donne e adoro provocare e stuzzicare. Pregai Raffaella di attendere 20 minuti, mezz'ora e mi recai in camera da letto. Mi spogliai restando in lingerie. Mi intrigava stimolare la curiosità di lei. E infatti, prima che trascorresse il tempo indicato, notai che Raffaella mi stava spiando. Al principio feci finta di non accorgermene. Lei, intanto, mi fissava con sorprendente interesse. Ad un certo punto, le dissi di spogliarsi e di raggiungermi sul letto. Volevo che si sciogliesse e le chiesi di sditalinarsi davanti a me. Lo fece ma con poca convinzione. La imbarazzava non poco toccarsi davanti a me, un'estranea dopotutto. E così entrai nel ruolo dell'amica comprensiva e lei, pian piano, si lasciò andare alle confidenze. Rivelò di guardare i porno. Oltre a questo, ammise di avermi osservata con interesse, poco prima, motivando tale comportamento grosso modo con queste parole "quando l'astinenza di una donna è prolungata, stimola anche guardarne un'altra, specie se è affascinante e porta le autoreggenti...". Cominciò a toccarsi da sola e intanto ammirava il mio corpo. Capì che si era sciolta definitivamente. La signora era "cotta" al punto giusto. Non si sarebbe mai aspettata che io prendessi spudoratamente l'iniziativa. Allungai audacemente la mano e cominciai ad accarezzare la sua figa bisognosa di attenzioni. Raffaella si sorprese, mi chiese se fossi lesbica. Le lasciai il dubbio per qualche istante, giusto il tempo che si bagnasse ancora di più. Poi le svelai quel che combinavo, ossia scopare coi mariti delle coppie in crisi. Rimase nuovamente stupita e chiese se avessi voluto trombare anche con il suo. Senza peli sulla lingua, affermai che il suo coniuge era brutto e che, in tale situazione, preferivo soddisfare lei. In tutto questo discorso, non mollai mai le dita dalla sua vagina bagnata e continuai imperterrita a sgrillettarla senza pietà fino a condurla ad un bollentissimo orgasmo. Adoro il cazzo ma, far venire le belle donne, è una sensazione estremamente piacevole. Raffaella, dopo essere venuta intensamente, perse completamente la testa e mi propose, senza mezzi termini, di rivederci, specificando di non avere più interesse a "ricucire" il rapporto con il marito. Precisò, inoltre, di non avere problemi di soldi. Le spiegai che, normalmente, non vado con le donne. Tuttavia, i soldi fanno gola. Le sparai la bellezza di 1000 euro ad incontro, una tariffa da escort di lusso, e lei non battè ciglio. Mi contattava almeno una volta a settimana e lesbicavamo da paura. Passai ben oltre i ditalini. Per quelle cifre lasciai che mi pisciasse perfino in bocca. Ormai era diventato un rapporto morboso fatto di sesso e soldi. E andava bene ad entrambe così. Ma, un bel giorno, il marito ci sorprese durante una bollente lesbicata e, ricordandosi di me come consulente, minacciò di denunciarmi per abuso della professione ed estorsione. Afferrai la prima padella che mi capitasse tra le mani e colpì l'uomo stordendolo. Poi, sparì totalmente dalla circolazione per evitare problemi. E' da un pò che me ne sto buona, in un altro paese, in attesa che si calmino le acque. Peccato, Raffaella era una bella fonte di guadagno, nonchè una discreta zoccola tra le lenzuola. Non è escluso che, prima o poi, indossando una parrucca, trovi il modo di ricontattarla e convincerla a vederci nuovamente, stavolta però in luoghi più sicuri come gli hotel.               

mature

Soffiando l'uomo alle altre

Mi chiamo Margareth. Sono una donna fondamentalmente troia e viziosa. Adoro stuzzicare le coppiette che si appartano in auto e convincerle a triangolare, non so se mi spiego. Quel giorno notai, dentro un veicolo, una biondina piuttosto carina che succhiava il cazzo ad un uomo muscoloso. Naturalmente mi avvicinai. Capì subito che la ragazza voleva fare colpo sul maschione ma che, in realtà, era un tantino insicura. Nonostante le ritrosie iniziali di lei, alla fine li condussi nella mia abitazione, situata poco distante da lì. A quel punto lei si spogliò nuda e continuò a spompinare l'uomo, di nome Tom. Sono una signora controversa, lo riconosco: da un lato mi piace "aiutare" le donne coi propri partner, dall'altro mi eccita dimostrare di essere meglio di loro. Persuasi la biondina, di nome Mary, a scopare. Non se la sentiva, dal momento che loro due erano usciti insieme si e no un paio di volte. Tuttavia, pur di dare un'impressione positiva, cedette e prese il gran tarello del maschio nella fregna. Conosco gli uomini e so che, molto spesso, non si accontentano. Sapevo che desiderava scopare anche me e così, nell'eccitazione generale, approfittai per prendere quel succulento uccello dritto nella passera. Il volto della biondina si dipinse di un'insolita espressione. La gelosia che provava si mescolò con il piacere di vederci scopare con passione. Godeva e soffriva simultaneamente, la puttanella in erba. Provò a dimostrare quanto fosse brava succhiando freneticamente il cazzo dell'uomo. In realtà il nervosismo e l'insicurezza che teneva dentro si percepirono in maniera più che palese. Quando l'uomo ammise chiaramente di non riuscire a venire in quel modo, afferrai la palla al balzo, o meglio, l'uccello al volo, e mi fiondai io con la bocca sull'asta. Decenni di esperienza mi classificano come una succhiacazzi di prim'ordine. Bastò poco per condurre l'uomo ad una intensa eiaculazione. Soddisfatta, gustai lo sperma fino all'ultima goccia. Lessi la delusione sul viso della ragazza che suonava come una sonora sconfitta. La biondina non era stupida e capì che Tom avrebbe preferito me a lei. L'uomo accompagnò la biondina a casa per "scaricarla". Ormai sapeva dove abitavo. Non tardò, dopo pochi giorni, a farsi vivo e, da lì, iniziò una serie interminabile di scopate che si protrasse per mesi. Alla fine, fui io a mollare lui pr cercare altre coppiette con cui ripetere il "gioco".             


giovedì 16 febbraio 2023

Il segreto dei colleghi dell'Azienda

Il mio nome è Fiorella, ma tutti mi chiamano "la rossa". La storia che sto per narrarvi è accaduta nell'ambito del mio lavoro. Nella società dove sono impiegata come segretaria, vi sono diversi altri colleghi e colleghe. Diciamo che, grosso modo, nell'organico, le donne risultano pari al 50% e gli uomini rappresentano il restante 50%. Non potevo certo immaginare che i colleghi maschi fossero tutti irrimediabilmente gay! In realtà, un certo sentore lo avevo avuto già dal momento che, in ufficio, mancavano sguardi bavosi di uomini nei confronti di noi femmine. Tuttavia, io e le altre, interpretammo questo atteggiamento come una forma di rispetto. In altre parole, reputammo i nostri colleghi dei veri gentlemen. Ma, alla fine, arriva sempre la resa dei conti. Per festeggiare gli ottimi risultati raggiunti dall'azienda, proposi di riunirci tutti nella mia abitazione spaziosa. Il caso volle che, nell'occasione, alcune delle colleghe dettero improvvisamente forfeit per problemi personali e così ci ritrovammo, a sorpresa, 9 uomini e soltanto 3 donne, compresa la sottoscritta, ovviamente. Lo champagne non mancava e iniziammo a bere alzando anche il gomito. Uno degli uomini propose il gioco della bottiglia hot. Alla mia collega, Marina, parve inappropriato dal momento che le donne scarseggiavano. Ma i maschietti insistettero per provarlo lo stesso. Capitai io per prima, a dover spompinare Mark il biondo, un tipo dai capelli lunghi. Inginocchiata, gli leccai la cappella ma non lo vidi particolarmente entusiasta e nemmeno tanto coinvolto. La bottiglia girò di nuovo e stavolta capitò ad un maschio (un biondino dai capelli corti) "l'onere" di succhiare l'uccello di Mark. Il biondo non si rifiutò affatto, anzi, lasciò che l'altro leccasse l'asta e indurì pure di brutto! Poi fu la volta di Marina. Ma, dopo di lei, il gioco della bottiglia andò a puttane. I maschi, infoiati più che mai, presero a succhiarsi a vicenda il pene, quasi incuranti delle presenze femminili. A quel punto divenne palese che il gioco della bottiglia era solo un pretesto per interagire intimamente tra noi. Ebbene si, fu un modo atipico, da parte dei nostri colleghi, di fare coming out. Non mi spiegavo il motivo per cui si fossero lasciati andare proprio in quella circostanza. Poi capì che erano stati invogliati, sostanzialmente, da tre fattori: la mia abitazione spaziosa e confortevole, l'alcol abbondante e soprattutto la superiorità numerica di maschi rispetto alle femmine. Per mesi non era trapelato nulla in ufficio. Tutto d'un colpo, i nostri colleghi, probabilmente incapaci di contenere certe pulsioni, si lasciarono andare. Noi donne restammo a guardare quella sorta di orgia al maschile dove fioccavano bocchini a go-go. In realtà, noi ragazze eravamo comunque arrapate. Marina e l'altra, Marika, a un certo punto, dopo aver guardato a sufficienza, essersi inumidite in sorca, e aver realizzato che, di fatto, non c'era trippa per gatti, pensarono bene di rintanarsi in bagno per sditalinarsi in tranquillità. Io invece fui più testarda. Restai lì e, appena scorsi un cazzo libero, mi ci fiondai sopra con la bocca. Almeno un pene lo fece eiaculare una donna, quella sera. Per il resto, bhè, capirete voi stessi che le sborrate in bocca tra maschi si sprecarono. Ora che i colleghi col vizietto hanno preso coraggio, non mi stupirei affatto se mi chiedessero, nel prossimo futuro, la disponibilità della casa per farsi pure una bella chiavata di gruppo!                

orgia

Una satanica figlia adottiva

Il mio nome è Claudia. Sono una donna mora di costituzione tutt'altro che esile e ho delle tettone enormi. Le esperienze che ho avuto con gli uomini in passato non sono state un granchè. L'ultima, il matrimonio, fu anche peggiore delle precedenti. Col mio ex coniuge non riuscivo quasi ad eccitarmi: la figa restava asciutta come il deserto dell'Arizona! Purtroppo sono sterile per cui, alla delusione di un rapporto di coppia poco soddisfacente, si aggiunse quella di non poter concepire un figlio. Turbata e sconfortata, decisi di ricorrere ad una soluzione differente e adottai una figlia. Carmen non veniva da una situazione idilliaca. Era stata per strada a lungo conducendo una vita certamente non esemplare tra rapine, sesso in cambio di soldi e quant'altro. Eppure, quando la conobbi, scattò subito un feeling tra noi, anche se non immaginavo che saremmo arrivate ben oltre i limiti di un normale rapporto tra madre adottiva e figlia. Dopo la fine del matrimonio, persi quasi del tutto l'interesse per gli uomini e, in qualche sporadica circostanza, raggiunsi una certa intimità con qualche amica coetanea insoddisfatta come me. Nulla di particolare, roba soft, giusto dei ditalini reciproci per sfogare un pò la voglia sessuale. Ma Carmen è di un altro livello. Capì subito il mio interesse per le donne. Desiderosa di "sdebitarsi", dal momento che l'avevo accolta in casa come una figlia e strappata alla strada, pensò immediatamente a prestazioni in natura. Il suo corpo magro, perfetto, mi attraeva molto. Si concentrò sui miei capezzoli adorandoli con la lingua. Finimmo nude a baciarci per un tempo interminabile. Con lei mi sentì di nuovo ardere dentro, riportata magicamente alla vita! Si mise a pecorina e io le leccai minuziosamente la fichetta da dietro fino a condurla all'orgasmo. L'amplesso non la calmò, l'accese ancora di più. Spalancò le mie cosce e cominciò leccarmi la patata bollente e sugosa. Con le amiche non mi ero mai spinta così oltre. Arrivai in un attimo, esplodendo di piacere. La invogliai ad un 69 ma, ben presto, mi accorsi che, tra noi due, l'elemento dominante era lei. Le stavo a cavalcioni con la fica all'altezza della bocca mentre lei leccava senza sosta come un'autentica assatanata tenendomi saldamente per le chiappe. Raggiunsi orgasmi a ripetizione, oltre al primo, altri tre o quattro in brevissimo tempo. Carmen leccava sulla venuta senza nemmeno darmi un attimo per riprendere fiato. Spiegò che a lei piaceva soprattutto far venire il partner sessuale, più che venire lei. Lei esplose, in tutto, un paio di volte, io, invece, arrivai a godere in doppia cifra, non sò se mi spiego! Dopo 10 orgasmi, non ebbi nemmeno più la forza di alzarmi dal letto. Finalmente mi dette tregua. Guardai l'orologio e si era fatta praticamente ora di cena. Da quel giorno ci pensa lei ai miei appagamenti sessuali e lo fa così bene che non cerco più le attenzioni da parte di altre persone. Sono consapevole di aver adottato un piccolo mostro!        

curvy

mercoledì 15 febbraio 2023

Domestica di colore per signora in calore

Mi chiamo Kyra. Sono Venuta in Italia dalla Nigeria insieme al mio compagno, Thomas. Lui lavora come muratore, mentre io effettuo le pulizie in case abitate solo da signore. Non vado in appartamenti dove ci sono uomini perchè Thomas è geloso. Ma il mio compagno ignora totalmente ciò che accadde quando lavoravo a casa della signora Laura. Fino a quel momento la mia visione del sesso era piuttosto classica e limitata: soltanto uomini con donne. Ma con Laura fu tutto diverso. Mi parve davvero strano essere approcciata da una persona del mio sesso, per giunta più grande della sottoscritta. Mi accarezzò le gambe, mi baciò, mi palpò il seno vigorosamente. Era palese che le piacessero tremendamente le donne! Inizialmente la lasciai agire per paura di perdere il lavoro. Ma lei spiegò che non dovevo temere nulla, che non mi avrebbe cacciata. Mi trovai di fronte ad una inevitabile scelta: starci (soltanto per piacere sessuale) oppure no. La curiosità mi spinse ad accettare le sue avances. Le leccai i piedi. Poi Laura esclamò che potevamo darci del tu. Senza la paura di perdere il lavoro, mi sentì libera di vivere un'esperienza a me sconosciuta, fino a quel giorno. Dopo un pò di baci e abbracci, mi leccò sapientemente la figa come nessun uomo aveva mai fatto. Andai proprio in estasi, lo ammetto. Spalancai le cosce affinchè lei mi conducesse al piacere profondo. Stavo quasi per esplodere. Ci pensò lei a completare l'opera con le dita, mentre mi leccava splendidamente i capezzoli. Che orgasmo meraviglioso, se ci penso. Dopo tanto piacere provato, sentì il bisogno impellente di ricambiare. Si sedette sul tavolo e aprì le gambe. Le slinguazzai vorticosamente la vagina fino a farla tremare e venire intensamente. Ci abbracciammo e ci baciammo lingua a lingua con le bocche ancora intrise del sapore di vagina appena leccata. Da quel giorno, a casa di Laura, andai più a lesbicare che a pulire e, il mio compagno, non ha mai saputo nulla di tutto ciò. Peccato che poi Laura, per motivi lavorativi, cambiò città. Mi mancano da morire le sue slinguazzate di passera!              

figa

La mamma troppo invadente

Mi chiamo Gianni. Carola, la mia fidanzata, è davvero molto carina. La conoscevo da poco ma mi accorsi, fin dalle prime frequentazioni, della presenza ingombrante di sua madre Eleonora. Ad, esempio, per l'orario di rientro a casa, dopo un'uscita, doveva sempre prima consultare un messaggio della genitrice che, puntualmente, specificava: "non oltre mezzanotte". Ma non pensavo che Eleonora si intromettesse nella nostra relazione oltre l'immaginabile. Un giorno, mentre loro parlavano in salotto, io mi stavo menando l'uccello in tranquillità. Eh si, lo ammetto, mi piace farmi le seghe, anche se ho la ragazza. All'improvviso vidi comparire entrambe e credetti che si profilasse una sonora figura di merda. In realtà, Eleonora voleva guardarci nell'intimità. Carola si avvicinò e mi propinò un pompino piuttosto prolungato al cospetto della madre. Eccitato, presi Carola a pecora. Ma perchè la signora desiderava essere presente in quel contesto? Bhè, soltanto dopo compresi che lo faceva per il bene della figlia. Voleva essere sicura che Carola si sentisse appagata con il sottoscritto. In realtà, la signora osservava con un certo gusto e, spesso, commentava anche. Tutta questa vicenda mi gasò ancor più del previsto. Nel frattempo scopavo la figa di Carola che, di tanto in tanto, mi succhiava il cazzo. Ad un certo punto tenevo la ragazza a cavalcioni su di me e la madre poco distante accanto a noi. Potevo sentire perfino il profumo dell'affascinante donna matura. Il cazzo diventò di marmo. Lo sfilai dalla figa e cominciai a toccarmi veloce, voglioso di eiaculare. Tenevo Carola addosso, e la madre a un centimetro. Non resistetti più e sborrai all'impazzata bagnando di seme la pancia della ragazza. In effetti, la presenza in quella stanza della madre, era servita principalmente a testarmi. La donna matura voleva constatare di persona se fossi stato idoneo per la figlia oppure no. Alla fine, espresse parere positivo a riguardo. Inoltre, avendolo percepito chiaramente, alluse, più o meno ironicamente, alla possibilità, da parte mia, di scopare lei. Evitai di rispondere ma sogno sempre che, prima o poi, magari aiutato da un colpo di fortuna, possa trapanare pure la figa di Eleonora, oltre a quella della figlia.                 

figlia

sabato 11 febbraio 2023

Book fotografico approfondito

Mi chiamo Mandy. Faccio la modella. Non sono una santarellina, tantomeno una che si scandalizza. Dopo i servizi fotografici, ho spesso scopato con chi mi immortalava. Di solito si trattava di morti di figa che insistevano finché non gliela davo. Quando mi capitarono Angelo e Larry per un book, chiesi informazioni sui due a Fiona, un'amica e collega che aveva già lavorato con loro. La ragazza sorrise e mi rassicurò esclamando: "Quei tipi sono tranquilli, con loro puoi proprio rilassarti e non sei costretta a dargliela per forza". Intrigata da quelle parole, li raggiunsi allo studio con grande curiosità. Cominciarono a scattare delle foto ma, a differenza di ciò che era accaduto negli incontri con gli altri professionisti, non ebbi mai l'impressione netta che sbavassero ammirando il mio corpo. Ad un certo punto, facemmo una pausa. Fu in quel momento che si confidarono ammettendo di avere una relazione omosessuale tra loro. Compresi chiaramente che cercavano una ragazza complice a cui piacesse una situazione del genere. E così, da brava femmina di mentalità aperta, mi lanciai nella mischia in un caldo triangolo bisex. Dopo gli eccitanti preliminari, Angelo mi scopo' la fica e venne, a sua volta, castigato dietro da Larry. Ci ritrovammo praticamente a trenino. Al culmine della lunga e focosa trombata, io venni e Larry eiaculò in culo ad Angelo. Quest'ultimo sborrò in parte nella passera e il resto in bocca all'amichetto. Gasata dalla situazione, mi portai alle spalle di Larry e gli leccai il buco del culo. Poi presi i miei dildo dalla borsa e con quelli gli spanai perbene l'intimo foro, facendo provare anche a lui il brivido di prenderlo dietro.


venerdì 10 febbraio 2023

Foto sexy e sesso con la mamma

Mi chiamo Paolo. Mia madre Manuela è una bella bionda. Vi confesso, provando notevole vergogna, che lei mi ha sempre attratto. Tuttavia, in passato, contenevo questa pulsione erotica, peraltro non sanissima, dal momento che a casa c'era pure mio padre Enrico. Loro due litigavano spesso perché lui si teneva le giovani segretarie dell'ufficio dove lavorava. E così, a un certo punto, inevitabilmente, i due giunsero alla separazione. Da quando restai in casa da solo con Manuela, i desideri sessuali, a lungo repressi, riaffiorarono prepotentemente a galla. Sapendo che lei non guadagnava granchè, e che si lamentava spesso dello stipendio scarso di commessa, finsi di proporle un modo per ottenere soldi facili, ossia pubblicare scatti erotici sul web. Mia madre non ne capiva nulla di queste cose ma, intrigata dalle allettanti prospettive di guadagno, si prestò al gioco. Quel pomeriggio indossò tacchi e autoreggenti. Poi, tentò di scattarsi qualche selfie ma, resasi conto di essere un pò imbranata, mi passò il cellulare. Così cominciai a fotografarla. Sentì subito un brivido nei pantaloni. Con la scusa delle pose, arrivai a farla spogliare praticamente del tutto. Le rimasero solo le autoreggenti addosso, peraltro molto arrapanti. Non resistetti dal toccarle la figa. Giustificai il gesto azzardato sostenendo che, se si fosse bagnata, sarebbe stata più credibile negli scatti. Lei, giustamente, chiese se mi stessi eccitando. Le risposi falsamente di no, che stavo solo impegnandomi per ottenere buone foto e nulla più. Ma non riuscì a fingere più a lungo e così le dissi la verità, e cioè che avevo organizzato quel siparietto soltanto perchè lei mi piaceva, insomma, per poterci stare a contatto intimamente. Manuela non cadde dalle nuvole, anzi, puntualizzò di sapere da sempre di destare interesse in me. Naturalmente aveva sempre assecondato la situazione e mai si sarebbe aspettata un'iniziativa del genere. Ovviamente, mi feci avanti sfruttando l'assenza di mio padre. A quel punto ci guardammo negli occhi intensamente per alcuni interminabili secondi. Lei si voltò un attimo dall'altra parte, probabilmente a riflettere, poi si girò di scatto e mi chiese: "E' questo che vuoi?" e andò giù con la bocca sul cazzo propinandomi un pompino favoloso che sognavo da tempo. Chiese anche se un lavoretto di bocca fosse bastato. Risposi di si per tranquillizzarla. Poi, quando meno se lo aspettava, l'afferrai per i fianchi e la montai a pecorina sopra al letto. Si sorprese di ciò, ma ormai aveva anche lei troppa voglia di scopare. La infilzai con gusto. Proseguimmo a candela: Il cazzo le penetrò dentro completamente fino a farla sussultare di piacere. Del resto, pure io ero in estasi. Mi eccitavo sempre più all'idea che, avendo rotto il ghiaccio, chissà quante altre innumerevoli volte avrei potuto scoparla. Godevamo come matti quando, all'improvviso, cominciai a sentire una voce dal tono familiare. Lì per lì non riuscì a capire bene chi fosse. Poco dopo, la porta della camera da letto si aprì e comparve mio padre che stava già mezzo nudo col cazzo in mano. Nè io nè Manuela ci aspettavamo che comparisse così, all'improvviso. Le acredini tra loro riemersero immediatamente. La mamma ironizzò sulle amichette che si teneva alludendo al fatto che, probabilmente, lo avevano scaricato. Lui, ovviamente, dall'altra parte, condannò il rapporto incestuoso. Quasi a voler provare il gusto di ricambiare le corna, lei mi pregò di continuare a scoparla. E così proseguì a fotterla davanti a mio padre che le tentò tutte, verbalmente, per riconquistarla. Eccitato a mille, incurante delle loro diatribe, sborrai in bocca a mia madre che bevve il succo caldo del cazzo. Mio padre, preso dalla disperazione, si giocò anche la carta del triangolo che ci propose senza troppi convenevoli. Manuela pretendeva delle scuse per le vicende passate, non un triangolo riappacificatore. E dunque gli disse chiaramente di tornare dalle sue amichette, casomai fossero state ancora disponibili. Ci avrei pensato io a soddisfarla, naturalmente. Dopo aver aspettato tanto per averla, non avrei mai ceduto o condiviso la mia genitrice con altri uomini, nemmeno mio padre. Per quest'ultimo, tuttavia, un pò mi dispiaceva, pure se corre dietro alle ragazzine. Gli suggerì una sega per rilassarsi. Lui accolse il consiglio: si toccò e sborrò mentre io tenevo lei tra le braccia. Dopodichè, Enrico si rivestì e se ne andò. Quella sera io dormì nel letto con mia madre e facemmo porcate d'ogni genere tutta la notte. E così nei giorni seguenti. Diventammo peggio degli amanti, scopavamo mattina, pomeriggio e notte. Usciva giusto per fare le spesa e qualche commissione. Anch'io trascorrevo poco tempo fuori casa. Poi tornavamo nell'abitazione a fare sesso. Il rapporto divenne così morboso ed intenso che lei non trovò più il tempo nemmeno per recarsi a lavoro. Andò bene per un pò, poi i soldi cominciarono a scarseggiare. Da lì ebbi l'idea di farla mediare con mio padre. Era contraria all'inizio ma poi accettò la mia idea bizzarra di lasciarlo guardare e segarsi mentre scopavamo in cambio di soldi. Enrico avrebbe fatto carte false, pur di rivedere Manuela, e così accettò di buon grado. Chissà che lei, alla fine, non riesca a perdonarlo davvero e che quel famoso triangolo possa divenire realtà.                         

bionda

giovedì 9 febbraio 2023

La madre consola lo spasimante della figlia

Mi chiamo Carlo. Stavo dietro ad una tipa di nome Giorgia ormai già da diversi mesi ma lei, purtroppo, non ricambiava affatto le mie attenzioni. Ad una festa, a casa della ragazza, si ripetette lo stesso copione. Giorgia non mi calcolò affatto e si appartò con un tizio. Deluso, mi ubriacai pesantemente. Al risveglio, mi ritrovai nel letto a casa di Giorgia ma lei non c'era. In realtà non c'era più nessuno, tranne sua madre Angelica. Fu lei a ricordarmi che Giorgia se l'era scopata un altro, la sera precedente. Angelica, durante la festa, era sembrata una signora tranquilla ma, quella mattina, apparve una navigata seduttrice. In effetti, su di lei correvano voci riguardo al fatto che fosse particolarmente attratta dai ragazzi. Credevo si trattasse di chiacchiere e pettegolezzi messi su dalle amiche invidiose della figlia. Ma, in realtà, era tutto vero. Con maestria, Angelica mi tirò letteralmente fuori l'uccello dalle mutande per poi segarlo. Notai con piacere che la donna, dagli occhi stupendi, indossava un bel paio di calze autoreggenti. Nonostante l'evidente imbarazzo, il cazzo diventò di marmo e, ancor più, quando lei me lo prese in bocca, subito dopo un bacio con sega. Montò sopra di me senza esitazione. La signora era desiderosa di cazzo! Scopammo alla grande, lo riconosco. Il cazzo scorreva magnificamente nella sua patata morbida e accogliente che chissà quanti ne aveva accolti prima del mio. Quando la ingroppai a pecorina, andai proprio in estasi. Quella scopata fantastica mi ripagò di tutto il tempo perso inutilmente dietro alla figlia. Le detti un'altra splendida ripassata a missionaria e venni intensamente spruzzando sulla sua passera depilata. Ma, proprio in concomitanza dell'orgasmo, sentì la voce della figlia che, evidentemente, era rientrata a casa a sorpresa. Parlò da fuori alla camera da letto, rivolgendosi alla madre. Mentre godevo riuscì a capire che l'altro maschio (il mio antagonista, diciamo così) l'aveva delusa e che voleva riconsiderare me come opzione. Quando Giorgia aprì la porta, si trovò di fronte una scena che mai avrebbe voluto vedere: io che sborravo sulla passera della madre. Stizzita all'inverosimile, si rese conto che, quelle voci riguardo alla genitrice, erano purtroppo vere. Comprensibilmente delusa, cominciò a dire che Angelica era una vecchia, che lei era giovane, fresca etc. Non mi lasciai affatto intenerire dal momento che alla festa aveva fatto abbondantemente la stronza. Inoltre, con la madre mi ero divertito parecchio. Anzi, dopo quella volta, provai a rivedere la signora per farmela di nuovo. Tuttavia, i continui litigi che intercorsero tra madre e figlia, durante i quali si davano della zoccola l'un l'altra, trasmisero ansia ad Angelica che, per quieto vivere, decise di non incontrarmi nuovamente. E così si concluse questa storia del cazzo. Non rividi mai più nè l'una, nè l'altra, ma posso garantirvi che quella mitica trombata con la signora Angelica resterà scolpita per sempre nella memoria tra i miei ricordi più esaltanti.

troie

mercoledì 8 febbraio 2023

Lezione saffica con la zia

Mi chiamo Laura. Sono una giovane monella in calore e ho già preso un certo numero di cazzi da parte dei compagni di scuola. Ma, nella vita, c'è sempre da scoprire e imparare. Non avrei mai lontanamente immaginato di finire a fare sesso con zia Belinda, la sorella single di mio padre. Andavo spesso a casa sua ma, fino a quel giorno, non era accaduto nulla di particolare, salvo il fatto che, solitamente, mi toccavo nel suo confortevole bagno, soltanto che lei non lo sapeva. Un pomeriggio, appena dopo pranzo, presa dall'eccitazione, fui così sfacciata  da sditalinarmi sul suo divano, convinta che lei stesse ancora impegnata a lavare i piatti. Me la ritrovai davanti all'improvviso. Cercai di dare qualche spiegazione sommaria per mitigare l'evidente figura di merda. Ciò che non mi aspettavo per niente, fu la sua complicità. Non solo affermò di comprendere certe pulsioni improvvise, ma si spinse oltre accarezzandomi splendidamente le tette. Non mi sembrò vero che azzardasse un gesto simile. Proseguì: mi baciò infilando le dita nelle mie mutandine. Disse, senza mezzi termini, che potevamo divertirci insieme. A quel punto mi confidai, le spiegai che, fino a quel momento, avevo preso solo cazzi. Si aprì anche lei e rispose di non andare con gli uomini da tempo e di preferire, di gran lunga, "giocare" con le amiche coetanee. Realizzai che la sua inclinazione sessuale era fondamentalmente orientata al lesbo. La situazione mi impaurì un pochino ma, data l'eccitazione, superai l'imbarazzo. Anch'io la baciai e le infilai la mano nelle mutandine. Poi, di mia iniziativa, le frugai la figa col capezzolo. Rimase affascinata dal mio estro e si sentì autorizzata d'ufficio a proseguire. Le leccai un pò la fica. Fu una sensazione nuova per me, ma non sgradevole. Espressi il desiderio di voler godere con la consapevolezza di non essere un'esperta di sesso saffico. Ci pensò lei a coinvolgermi in una strofinata memorabile tra passere durante la quale percepì sensazioni di piacere a me sconosciute fino ad allora. Zia Belinda mi fece stendere sul divano. Poi mi deliziò prima splendidamente con la lingua e poi, magistralmente, con le dita. Incominciai a venire a raffica, lo ammetto. Nella posizione del 69, mi leccò ancora la fichetta ed io venni per l'ennesima volta. Le volli dimostrare di essere capace anch'io e così la fistai la figa con foga usando due dita e, nel frattempo, leccavo i suoi capezzoli. Inoltre, per farla eccitare di più, le diedi anche della puttana e della zoccola. Fu come una parola chiave affinchè esplodesse in un orgasmo profondo che assaporò gustandolo ad occhi chiusi. Ne fui felice. La donna provò subito a cercare un seguito pregandomi di andarla a trovare spesso. Le risposi che, se l'avessi fatto, sarei diventata una lesbica incallita di sicuro mentre, in realtà, ho ancora una gran voglia di nerchia. Bhè, tuttavia, ogni tanto, senza impegno, una visitina alla zietta posso sempre farla, che ne dite?                 

nipote


martedì 7 febbraio 2023

Zozzerie tra boyscout

Mi chiamo Lory. Sono una ragazza di mentalità aperta. Mi piace il sesso in tutte le sue forme e non nego di essere un'accanita consumatrice di materiale pornografico digitale. Tuttavia, alle volte, certe situazioni si riscontrano anche nella vita reale, spesso in posti e momenti inimmaginabili. Passeggiavo serenamente nel bosco quando udì delle voci in lontananza. Mi avvicinai senza dare nell'occhio. Scorsi un ragazzo legato ad un albero e l'altro, in posizione china, dietro, che gli leccava il buco del culo. Si trattava di due boy scout. Ad un tratto, al duo, si aggiunse una terza persona, il Capo degli scout. Dai loro discorsi riucì a capire che, in pratica, il maturo aveva ordinato al ragazzo col fazzolettone rosso di legare quello col fazzoletto verde. I tre stavano mettendo su un gioco erotico all'oscuro degli altri componenti del gruppo. Non è la prima volta che mi capita di vedere, anche per strada, ragazzi gay che si baciano, è normale oggi. Quello che è più singolare è di sicuro che tra loro si inserisca un uomo adulto che, per età, potrebbe essere il padre dei ragazzi. Ma, bando ai moralismi, vi racconto ciò che vidi. Anche l'adulto si calò le braghe e si toccò l'uccello eccitato dalla visione dei due ragazzi che scopavano. Vi confesso che mi bagnai pure io guardando la scena. Il Capo non perse l'occasione di porre il suo uccello duro nel culo del passivo, il ragazzo col foulard verde. Poi continuò a segarsi mentre i ragazzi ripresero a scopare come prima. Tuttavia, compresi subito che sarebbe accaduto dell'altro, quando il maschione barbuto cominciò a stuzzicare il ragazzo col foulard rosso. Gli chiese, senza mezzi termini, se gli fosse piaciuto provarlo. Inizialmente credevo che il red scout (chiamiamolo brevemente così) fosse un maschio attivo ma non era affatto così. Il Capo finì per calargli le mutandine, accarezzargli il culo, e fistarlo con le dita! A quel punto fui certa che il red scout lo avrebbe preso nel sedere. Accadde in modo spettacolare: il Capo inculò il "red" che, a sua volta, penetrava il "green boy". Un filotto a tre, un trenino, come dir si voglia. E lì, lo scorrimento dei liquidi della fica aumentò parecchio, lo ammetto. Nell'eccitazione calai il jeans e continuai a guardare. Il Capo andò in estasi a sverginare un nuovo gustoso culetto morbido. E anche red boy godette di brutto, così tanto che smise di fottere l'amico per un pò. Poi il Capo tornò al ruolo di spettatore, lasciando scopare i due ragazzi. Red boy, in preda all'orgasmo profondo, schizzò dentro il culo del ragazzo legato all'albero. Quest'ultimo, raggiungendo un pieno e bollente amplesso, sbrodolò a sua volta: fu il minimo dopo essere stato strapazzato quasi per due ore dagli altri due! E il Capo? Bhè, anche lui sborrò alla grande, menandoselo di brutto. Ed io rimasi tutta nuda e vogliosa, distesa sull'erba. In quel momento, giuro che l'avrei data anche ad un ultrasettantenne!

leccate anali

lunedì 6 febbraio 2023

Servizio in camera bollente

Mi chiamo Angelo. Lavoro in un Hotel. Sono addetto alla supervisione delle camere. In altre parole, mi spetta controllare che tutto sia effettivamente in ordine e far fronte alle immancabili lamentele della clientela. Vi confesso che le donne non mi piacciono tantissimo. Tuttavia, fino a quel fatidico giorno, avevo tenuto dentro e a freno le pulsioni verso persone del mio stesso sesso. Ma, come si suol dire, l'occasione fa l'uomo ladro. Quella mattina, Rosa, la mia collega, disse di esser stata nella camera di un uomo che, standosene tutto nudo, si lamentava della pulizia. Incuriosito andai nella suddetta camera ed effettivamente trovai un uomo maturo, dal bel fisico, senza vestiti. Istintivamente osservai con interesse il suo corpo e, nella fattispecie, il cazzo. Lui se ne accorse e cominciò a dire che ero frocio. Non riuscì proprio a nascondere l'erezione, in quella circostanza. Conclusione, poco dopo, finì a gambe aperte sul letto con lui che mi sbatteva a missionaria. Mi sono sempre piaciuti gli uomini, specie quelli più grandi ma la timidezza, fino a quel momento, mi aveva sempre impedito di vivere certe esperienze. Il cliente, di nome Franco, era decisamente arrapato e non vedeva l'ora di scoparmi perbene. Dopo il primo approccio, mi fece sentire il suo cazzo dentro a pecorina. Andai proprio in estasi e persi ogni freno inibitorio. Dopo di ciò, Franco pretese che continuassi a dargli piacere usando la bocca. Spompinai a lungo il suo cazzo, gustandolo appieno. Mentre stavo pompando, a ritmo sempre crescente, l'uomo arrivò all'orgasmo riempendomi la bocca di sperma caldo e abbondante. Lo gustai tutto e mi toccai a mia volta per godere. Non mi aspettavo che lui avvicinasse il viso. Esplosi di piacere schizzandogli in abbondanza sulla folta barba. Proprio in quel frangente, Rosa aprì la porta e ci trovò sul letto nudi, uno accanto all'altro, mentre ancora assaporavamo l'ebrezza dell'orgasmo. Le ci volle poco a fare due più due e capire che avevamo appena finito di scopare tra maschi. Tra il serio e l'ironico, la ragazza stemperò la vicenda asserendo che, in tal modo, le lamentele del cliente sarebbero state egregiamente risolte. Da allora, se ci sono clienti maturi che muovono critiche, me ne occupo io e, se lo consentono, mi ci dedico molto volentieri in maniera intima e approfondita.