martedì 31 maggio 2022

La bionda con l'amico dotato del fidanzato

Mi chiamo Michelle. Non avevo la minima idea di ciò che frullasse in testa al mio ragazzo, Gianmarco. Già da un pò mi parlava bene del suo amico Walter. Quando me lo ritrovai davanti all'improvviso, pensai che Gianmarco avesse organizzato una scopata in tre. Effettivamente, Walter era proprio un bel manzo! Iniziai a succhiargli il notevole cazzo che si ritrovava tra le gambe. Dopo di ciò, l'uomo mi fottette a candela. Mi resi conto che non si trattava di una cosa a tre ma piuttosto di sesso tra me e Walter. Gianmarco mi aveva praticamente offerta all'amico per ingraziarselo. In parole povere, Gianmarco era innamorato di Walter e sperava di far colpo su di lui usando me. Un pò mi risentì di essere stata considerata come un oggetto ma, in realtà, mi godetti quel cazzo favoloso che mi trapanò in tutte le posizioni, di fianco, a pecorina. Ad un certo punto mi ritrovai tra le mani perfino il pacco gonfio di Gianmarco, eccitato a mille dall'amico. Continuai a cavalcare percependo quasi una nota d'intesa tra i due uomini. Walter alla fine si sbottonò e spiegò che di certi argomenti delicati, come può essere l'attrazione omosessuale, avrebbe preferito parlarne in privato con Gianmarco. Intanto Walter godette, la sua sborra calda mi bagnò le labbra della figa. Mi rivestì e finsi di andar via. Ma la curiosità di vedere cosa sarebbe successo tra quei due era troppa. Lasciai il chewing gum sulla serratura della porta di casa di Gianmarco per poter rientrare. Origliai dietro la porta e spiai in camera da letto. Walter ringraziò l'amico per il regalo. Gianmarco, di slancio, trovò finalmente il coraggio di baciare l'amico e gli sussurrò: "Tranquillo, ora siamo soli, Michelle è andata via". Walter ci stette, i due limonarono. Pensai a quanto fossero porci ma mi eccitava. Gianmarco disse all'amico: "Anche se hai goduto, te lo faccio rialzare.." e cominciò a sbocchinare. Provai un brivido di piacere torbido e allagai le mutandine. Quello con cui, fino a poco prima, credevo di avere una relazione e il suo amico, con cui avevo appena scopato, adesso se la intendevano! D'istinto, entrai nella stanza mentre stavano scopando ed urlai:"Froci!" Walter chiese sorridendo: "Non eri andata via?" e continuò ad inculare Gianmarco con foga fino a riempirgli il culo di sborra. Pensai: "Cavolo! Questo è vero amore!". Chiusi la porta e, stavolta, lasciai davvero l'appartamento.       

figa

La cameriera sedotta dall'assistente di volo

Salve a tutti, mi chiamo Mary. Faccio la cameriera in un Hotel vicino all'aereoporto. Non sono una verginella, ed è capitato che abbia fatto sesso con dei clienti maschi. Ma mai e poi mai mi sarei sognata di stare con una donna. Quel giorno stavo sistemando una camera quando, all'improvviso, vidi comparire davanti a me un'assistente di volo bionda molto carina di nome Nadine. Era giunta lì di mattina proprio mentre stavo finendo di riordinare la stanza. Mi accorsì subito che era calda, tanto è vero che piazzò una mano nelle mie mutandine senza troppi complimenti. Quel ditalino mi accese e, ancora di più, la sua lingua audace sui miei capezzoli e nella figa. Mi sfilò le mutande, mi baciò e finimmo beatamente a 69. Aveva con sè anche un oggetto con cui giocammo riempendoci a vicenda le intimità. Le leccai il culo, la figa, ed usai quel giocattolo nella sua patata. Nonostante la scarsa esperienza di genre, riuscì a soddisfarla egregiamente. Quando poi lei mi infilò quell'oggetto nel culo, muovendolo sapientemente dentro e fuori, andai proprio in estasi e venni intensamente. Dopo di ciò finimmo sotto la doccia a baciarci e palparci a più non posso. Fortunatamente nessun collega sarebbe venuto in quella camera per tutta la mattina per cui potemmo godercela fino in fondo. Spero tanto che Nadine torni a soggiornare in Hotel, prima o poi. Sapete com'è? Mi fa proprio volare!         

cameriera

Ognuno la propria madre

Un saluto da Floriana. Come avete letto, scopai con Jacopo, il figlio della mia amica e lei col mio. Dopo quella porcata, non sentì Lorena per un pò. Sapevo che il figlio ci provava con lei. Intanto Riccardo mi dava il tormento. Veniva tutti i giorni in ufficio sperando che gliela dessi.  Un giorno, stufa, sperai di tenerlo buono con un pompino ma lui ne approfittò per chiavarmi di santa ragione. Mi sfondò a pecorina, a candela e, durante la scopata, mi raccontò che Jacopo si era fatto da poco la madre Lorena. A quel punto pensai che io e lei fossimo davvero due troie, incapaci di resistere ai piaceri della carne perfino quando c'erano i nostri figli in causa. Presi tanta sborra in bocca e Riccardo mi avvisò che la notte sarebbe venuto a trovarmi per un'altra ripassata. Da quel giorno mi sbatte di continuo, giorno e notte e sono sicura che la stessa sorte è toccata anche a Lorena. Bhè, abbiamo fallito col matrimonio ma, in compenso, abbiamo partorito due figli che sanno come rendere felici le proprie madri...

troie

Scambio di madri

Mi chiamo Floriana, sono bionda. Lorena è la mia migliore amica. Il nostro percorso di vita è stato simile: entrambe separate ed entrambe con un figlio, il mio Riccardo, il suo Jacopo. I nostri figli non andavano dietro alle ragazze ma stavano spesso in nostra compagnia. Più volte Lorena mi aveva confidato di essere spiata in bagno dal figlio. A me accadeva la stessa cosa. I ragazzi ci desideravano, evidentemente, ma l'incesto è un tabù difficile da abbattere. Jacopo, un bel giorno, arrivò a casa euforico con una bottiglia di vino. Tanta gioia derivava dal fatto di aver trovato un nuovo lavoro. Lui e Riccardo salirono al piano di sopra a confabulare ed io rimasi giù a parlare con Lorena. Quando i due ritornarono, tirarono fuori una proposta incredibile. Per evitare di commettere incesto, volevano scopare ognuno con la madre dell'altro. All'inizio sembrò quasi un gioco, una battuta per ridere. Ma quei due facevano sul serio. Suo figlio mi toccò le tette e il mio accarezzò quelle di Lorena. L'atmosfera si surriscaldò. Alla fine pensammo di tenerli buoni con un pompino ma, in realtà, facemmo peggio dal momento che i due ragazzi ci chiavarono di brutto. Era una situazione talmente eccitante che Lorena si lasciò andare e mi palpò anche le tettone. Godevamo come due porche ma, intanto, i ragazzi continuavano ad esprimere il desiderio di incestare. Intanto ci vennero sulle tette al culmine di inebrianti seghe spagnole.         

madri troie

sabato 28 maggio 2022

L'idraulico risolve anche le perdite della signora

Mi chiamo Salvatore. Di mestiere faccio l'idraulico. Non è facile, bisogna sistemare i guasti nelle case delle persone e le chiamate da gestire sono continue. Ma, di questi tempi, non ci si può certo lamentare per eccesso di lavoro! Talvolta le giornate sono noiose, stancanti, ma altre volte invece, ci si diverte. Con la signora Mara è sempre uno sballo! Ricordo ancora con piacere la prima volta che mi contattò per risolvere una perdita al lavandino della cucina. Mi stesi sotto il lavello ma fui presto distratto da lei che si alzò il vestito in modo provocante. E' ovvio che, a quel punto, non potetti più lavorare! Le leccai la figa, poi lei mi succhiò divinamente il cazzo. La scopai a pecorina, a candela... alla signora piaceva parecchio fottere. Ricordo che avevo il cazzo durissimo! La trombai anche a missionaria. Dati gli splendidi momenti di felicità che mi regalò, pensai addirittura di non farle pagare il conto. Ma lei ci tenne a puntualizzare di voler assolutamente pagare per sviare eventuali sospetti del marito. Non solo lo rendeva cornuto con tutti gli artigiani che venivano a casa ma, in più, sganciava lui i soldi delle fatture! In altre parole, era come se, in qualche modo, il marito pagasse gli uomini con cui la consorte scopava. Insomma, quella porca di Mara lo incornettava coi fiocchi! Tale torbida situazione, congiuntamente alla prolungata trombata, mi eccitò talmente che finì per godere intensamente e riempire di sborra la bocca e il corpo della signora. Ovviamente la donna gradì notevolmente quel fiume di sborra in faccia e colse l'occasione per sottolinare quanto le piacessero i ragazzi focosi come me, sempre a cazzo duro, pronti a soddisfare appieno le sue incontenibili voglie da porca.      

sesso

mercoledì 25 maggio 2022

La calda direttrice del carcere femminile

Mi chiamo Miriam. Un periodo ero a corto di soldi e così, insieme ad altre tre persone poco raccomandabili, presi parte ad una rapina in banca. Purtroppo andò male e ci scappò pure il morto. Non fui io a sparare all'impiegato che restò secco sul colpo ma le mie impronte si trovavano ovunque. Inoltre gli altri componenti della gang riuscirono a fuggire ed io, purtroppo, no. Mi attendevano anni di galera. L'inizio fu drammatico. Delle detenute, che stavano lì già da tempo, cercarono di violentarmi. Non amo le forzature brute e poi, prima dell'arresto, avevo solo provato cazzi di ogni tipo e dimensione. Riuscì a difendermi in qualche modo e a prendere tempo in modo tale che arrivassero le guardie. Però questo mi costò l'isolamento. Fu a quel punto che conobbi Wendy, la direttrice di colore del carcere, rigorosamente in tacchi alti. Si trattava di una bellissima donna con modi autoritari. Rimasi da sola con lei in cella. Mi fece spogliare. Voleva perquisirmi ma capì subito che desiderava ben altro. Mentre stavo faccia al muro le sue dita entrarono audacemente nella mia figa. Le piacevano le donne. Se avessi voluto soggiornare meglio in carcere, avrei dovuto sottostare ai desideri erotici della direttrice Wendy che spalancò le gambe, mostrò la fica, esigendo di essere leccata. Mi trovai a disagio, lo ammetto, ma cosa potevo fare se non cedere? E così, mio malgrado, le leccai la figa. Si vedeva che non ero troppo convinta ma lei mi seppe coinvolgere. Mi spanò la figa con le sue lunghe dita spingendomi la testa contro il suo splendido seno in modo che leccassi i capezzoli. Voleva sentirsi dire di piacere a me ma io non riuscì ad essere convincente. Tuttavia, quando mi prospettò un'alternativa in cui sarei finita in balia di quelle scalmanate delle compagne di cella, trovai il modo di essere il più carina possibile con lei e leccai la passera con dedizione. Finimmo in una posizione da 69 sul lettino di quella lurida cella. Lei stava sopra e desiderava ardentemente venire. Quando sentì le sue natiche lisce e stupende tra le mani, trovai la giusta ispirazione per leccare al meglio la vagina e condurla all'orgasmo. La sentì vibrare tutta nel bel mezzo del profondo amplesso. Sarebbe venuta a cercarmi ogni giorno, forse anche più volte al giorno. Ma pensai che, infondo, non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Nessuno avrebbe potuto ridurre significativamente la mia condanna, ma almeno avrei tenuto a lungo tra le braccia un corpo caldo voglioso di godere.        

figa

Senza più tabù

Dopo l'umiliazione delle corna, ricevute praticamente in diretta, ero un pò sconvolta e non pensavo affatto che, interagire in un certo modo coi clienti, potesse risollevare in qualche modo il mio morale. Oltretutto si trattava di persone non giovanissime ed io, in generale, ho sempre avuto dei problemi con la differenza di età. Un giorno dovetti occuparmi di un certo Paul, un americano. Pensai subito che fosse il solito stronzo che ci prova con le ragazze carine. Ma, durante il massaggio, mi resi conto di piacergli parecchio al punto da notare la sua evidente erezione. Aveva proprio un bel cazzo quel tipo. Inoltre mi riempiva di complimenti. E così d'istinto lo spompinai con gusto. Succhiai quel bel cazzone duro. Ma lui, all'improvviso, afferrò una mia gamba e mi trascinò con sè sul lettino in modo che stessimo a 69. A quel punto sentì che con le mani allargava le mie natiche, dopodichè iniziò a slinguazzare sapientemente la patata ormai bagnata. Intanto io, in preda all'estasi, continuai a sbocchinare di gran carriera. Quella lingua mi fece impazzire e venni profondamente nella sua bocca. Ma lui non aveva ancora raggiunto l'orgasmo per cui continuai a spompinare senza sosta finchè lui godette schizzando la sborra calda e abbondante nella mia bocca. Da quel momento persi ogni freno inibitorio, assaporai un nuovo e inebriante risveglio ormonale e sessuale. Iniziai a fottere con la maggior parte dei clienti senza più crearmi alcun tipo di condizionamento. Perfino Wanda mi fece i complimenti. Grazie a quel modo di fare da gran puttana, i clienti aumentarono sempre di più e tornavano sempre più spesso al Centro, pur di divertirsi con la sottoscritta. Che Wanda si tenga pure quello stronzetto di Leo. Probabilmente i maturi rappresentano la mia migliore forma di appagamento erotico e non i ragazzi. Leggi la prima parte        

69

Corna in diretta

Mi chiamo Valery. Quando fui assunta da Wanda, nel suo centro massaggi, ebbi un'esplosione di gioia. Con le difficoltà che ci sono a trovare lavoro, non potevo che essere entusiasta. I turbamenti iniziarono quando Leo, il mio ragazzo, cominciò a diventare troppo premuroso nei confronti della donna. Con una scusa qualsiasi, tipo salutare me, veniva al centro e intratteneva la bella matura Wanda con lunghi discorsi. La doccia gelata arrivò quando, un bel giorno, lo beccai in una stanza del centro mentre scopava Wanda con incredibile foga. Specie all'inizio, restai a dir poco shoccata. Non concepivo affatto di essere tradita e tantomeno che lui si sbattesse una donna molto più grande che poteva essere sua madre. Wanda era pure sposata ma Leo la desiderava al punto da volere addirittura una storia con lei. La donna sembrava gradire particolarmente quelle attenzioni. Non potevo credere ai miei occhi quando la donna, in preda al desiderio sfrenato, gli concesse perfino il culo. Continuarono a scopare davanti ai miei occhi. Pur disapprovando quella situazione assurda, rimasi colpita dalla chimica che esisteva tra quei due. La mia rabbia iniziale si mescolò al piacere di assistere a quella trombata pazzesca. Quando lui raggiunse l'orgasmoe le schizzò copiosamente in bocca e sulle tette, provai un brivido di eccitazione e sentì scorrere umori tra le cosce e notai una macchia sul pantalone che indossavo. Wanda affermò che avrei potuto distrarmi coi clienti.     

scopata anale

martedì 24 maggio 2022

La gran figa della mia migliore amica

Mi chiamo Tommaso. Credo nell'amicizia ma, quando la si intrattiene con una bella ragazza come Elena, diventa difficile che possa restare tale. Ma partiamo dal principio. Elena si fidanzò con Franchino, il mio miglior amico. Io e lei, frequentando la stessa Università, diventammo assidui compagni di studio. Stavo benissimo accanto a lei: studiavamo, dialogavamo. Probabilmente, quel rapporto puro si sarebbe conservato a lungo se non fosse accaduto un imprevisto. Un giorno, mentre lei stava in toilette, sbirciai nel suo portatile e notai, con grande sorpresa, decine di foto di un uomo nudo dotato, presumibilmente uno straniero. Lei si accorse subito che avevo curiosato e, di conseguenza, tra di noi ci fu un confronto un pò teso. Le rimproverai di cornificare Franchino ma lei disse che a letto non era un granchè, che anche le donne hanno le loro esigenze, e così via. Tenerla così vicina, mi procurò un'erezione e lei se ne accorse. Poggiò la mano sul pantalone, proprio lì. Mi resi conto che voleva scopare. Iniziammo a spogliarci, le leccai il seno ed ero già durissimo. L'avevo desiderata per mesi e ritenuta intoccabile per via del legame con il mio amico ma quelle 'sorpresine' sul pc mi aprirono gli occhi. Altro che principessina, Elena era una bella troia! Mi sbocchinò alla grande, dopodichè le leccai abbondantemente la figa. Finalmente glielo infilai dentro a pecorina. La zoccola lo voleva proprio tutto il cazzo ed io glielo diedi con estremo piacere. La scopai anche a missionaria. Poi lei tornò a sbocchinare prima di cavalcare nuovamente sul mio cazzo. Si masturbò freneticamente la fica e venne mentre la impalavo a candela. Poco dopo godetti anch'io spruzzandole la crema calda sulla pancia, un pò sotto al seno. Fu davvero una trombata memorabile e, ovviamente, ne sarebbero seguite altre.     

sesso

lunedì 23 maggio 2022

L'aitante figlio del vedovo

Katia è il mio nome. Sono una donna matura ancora piacente. Non vado fiera dei miei comportamenti. Grazie all'avvenenza fisica ho sempre sedotto ricchi vedovi anziani sfruttando i loro soldi. Spesso si trattava di persone sole e malandate che si accontentavano di uno spogliarello e, al limite, una sega. Anche Alfonso sembrava sulla stessa linea, un tipo poco dotato peraltro. Ma nella vita accadono sempre imprevisti. Non immaginavo affatto che avesse un bel figlio giovane e caliente di nome Simone. Il ragazzo era sveglio. Venne a trovarmi e, senza troppi convenevoli, disse ciò che pensava della sottoscritta: una troia approfittatrice, in sostanza. Come dargli torto? Nonostante ciò, il ragazzo sembrava ben disposto nei miei confronti. Mi resi conto di piacergli parecchio e, onestamente, questa pulsione era corrisposta. Mi baciò in bocca con passione. Quando mi spogliai, lui puntò subito il buco del mio culo! Lo leccò, poi ci infilò un dito dentro. Il porco non perse tempo. Dopo di ciò, spinse il suo grosso cazzo duro nel mio ano. Mi sentì davvero una gran troia ma adoro prenderlo dietro. Simone aveva corso troppo, desideravo assaggiare il suo cazzo e così sbocchinai quell'uccello favoloso per un pò. Il ragazzo gradì la pompa. Mi eccitava quella situazione. Di solito spolpo solo i patrimoni degli anziani ma trombare pure con il ragazzo aumentava decisamente la libidine. Sarei riuscita lo stesso ad impossessarmi dei soldi tenendo buono Simone con il sesso. Il ragazzo strofinò il cazzo sulla mia natica, gli piacevano i giochini. Poi mi masturbò la fica con le dita mentre io gli succhiavo splendidamente le palle. A quel punto me lo spinse nuovamente nel culo! Pare che l'anale piaccia parecchio ad entrambi! Fu così che si svuotò i coglioni, riempendo il mio buco del culo di sperma. Soddisfatto si rivestì e andò via. Poco dopo arrivò Alfonso, ignaro della situazione. Gli raccontai che Simone era stato da me e che non nutriva alcun rancore nei miei confronti per aver, in qualche modo, rimpiazzato la madre. Alfonso mi chiese cosa ne pensassi del ragazzo. Non potevo certo dire che ci avevo scopato e che aveva un cazzo favoloso. E così, mentre lo segavo, esclamai solo che era simpatico e dotato di un gran carisma. Alfonso, all'oscuro della verità, fu così contento che si rilassò e sborrò poco dopo sulla mia mano. Bhè, il padre non ha certo il cazzo del figlio e basta davvero poco per farlo godere...       

bionda

Autostop con Miranda

Mi chiamo Fabio. Pur essendo un uomo dotato e di bell'aspetto, non sono affatto uno sciupafemmine. Ma, anche ad una persona tranquilla come me, possono capitare bollenti avventure. Stavo per sposarmi con Claudia. Lei era carina ma poco motivata nel sesso. In più la famiglia le stava decisamente addosso. Quelle scopate senza entusiasmo e la mancanza di sesso orale, non tenevano il mio umore al meglio. Ci voleva una botta di vita, una donna caliente che mi trasmettesse entusiasmo. Credo che la maggior parte degli uomini gradirebbe un'avventura con Miranda. Ma veniamo a quel fatidico giorno. Stavo percorrendo un tratto di strada un pò isolato quando notai una vettura ferma con una ragazza all'interno. Non ebbi nemmeno il tempo di scendere dall'auto e chiedere alla donna se avesse bisogno di aiuto che mi ritrovai con la cerniera del pantalone abbassata e l'uccello direttamente in bocca alla 'famelica' signorina. Sbocchinava da paura. Ebbi solo il tempo di spiegarle che stavo per sposarmi. Ovviamente a Miranda importava poco, voleva solo una bella dose di cazzo. Come rifiutare una proposta così succulenta? Dopo l'estenuante lavoro di bocca, infilai il cazzo nella sua morbida e accogliente figa. Mi stesi e lei salì a cavalcioni sopra di me. Ero durissimo quando espresse il desiderio di prenderlo nel culo. Di bene in meglio, pensai. Chissà quanti cazzi l'avevano esplorata! Miranda era accogliente anche nel secondo canale. Glielo infilai dentro tutto facendola sollazzare di piacere e venire. Poi godetti a mia volta sborrandole in bocca e sulle tette (non grandi ma ben fatte). Inutile dire che non fui capace di riparare la sua auto e così caricai lei sulla mia per offrirle un passaggio. Durante il tragitto, Miranda, ancora in vena di porcate, riportò il pene in erezione e mi spompinò mentre stavo guidando. Nei pressi della sua abitazione le schizzai in bocca svuotando definitivamente i coglioni. Lei sorrise e disse: "Bravo, bella venuta". Poi Aggiunse: "Non sposare la donna sbagliata, il matrimonio è la tomba del sesso!". Tirò fuori un pennarello e scrisse il suo numero di telefono sulla mia mano. Poi concluse: "Di solito sono molto impegnata ma tu prova, non si sà mai, per un bel cazzone duro posso sempre liberarmi..."        

p

domenica 22 maggio 2022

Classe maschile

Mi chiamo Carla. Sono una insegnante bisex di inglese. Una delle mie classi era composta soltanto da maschi. Gli studenti, tutti carini, manifestarono, col passare dei mesi, evidenti sintomi di astinenza da sesso. Mi guardavano come fossi una Dea e alcuni di loro, opportunamente nascosti agli ultimi banchi, si scambiavano carezze intime da sopra ai pantaloni. Insomma, in poche parole, io avevo già capito l'andazzo da un po'. Un bel giorno Claudia, la madre di uno di loro, scoprì il proprio figlio in compagnia di altri tre ragazzi, nel bel mezzo di un bollente menage a quattro. Quando venne a raccontarmelo, sperando che io potessi tenere a freno l'eventuale scandalo che sarebbe venuto fuori negli ambiti familiari e in quello scolastico, non restai affatto sorpresa. Mi aspettavo una situazione del genere, d'altra parte questi ragazzi avrebbero dovuto sfogare in qualche modo. Avrei messo tutto a tacere ma esigevo qualcosa in cambio. Lorena, la figlia di Claudia, era proprio un bel bocconcino. Suggerì a quest'ultima di mandare la figlia a casa mia il giorno seguente. La donna si rese perfettamente conto della sorta di ricatto a sfondo sessuale imposto con malizia e di sicuro non pensò tanto bene di me in quel momento. Ma aveva poca scelta per salvare il figlio maschio dallo scandalo che, a breve, l'avrebbe travolto. Intanto andai a far visita a quel viscidone del Preside e lo scopai perbene per assicurarmi che non desse credito alle voci sui ragazzi. Poi mi rilassai in attesa che arrivasse quella gran gnocca bionda di Lorena. Ero pronta a sedurla e a godermela fino in fondo. Non fu affatto facile creare la giusta chimica con una ragazza teoricamente etero e pure fidanzata. Ma due elementi giocarono a mio favore: ciò che rappresentavo, ossia una persona in grado di aiutare il fratello e poi le mie arti da seduttrice. Stabilì subito un contatto con lei, la palpai, la massaggiai. Alla fine, quando le palpai sapientemente le tette, si eccitò come una matta e perse ogni freno inibitorio. Mi leccò i capezzoli, le palpai il culo energicamente. Ormai ci stava! A turno ci leccammo la figa. Presa dalla foga, e forte dell'esperienza di genere, riuscì a farla venire leccandole con gusto la patata. Volevo soddisfarmi appieno e così la coinvolsi in una bollente strofinata di fiche in cui guidavo io il gioco e i movimenti. La frugata insistita tra bernarde mi portò ad un'ardente orgasmo che assaporai fino in fondo mentre lei mi succhiava i capezzoli.   

Un pomeriggio, dopo Scuola, quattro studenti non trovano di meglio da fare che sfogare tra loro l'eccitazione... 

amici

venerdì 20 maggio 2022

Uomo avvisato mezzo salvato

Mi chiamo Luca. Marina, un'affascinante donna matura, è un delle mie insegnanti. A Scuola correva voce che le piacesse essere corteggiata dai suoi allievi. Ovviamente prestava attenzione a tutti ma solo a quelli che la colpivano. Quando cominciai a notare che mi sorrideva più del solito, capì che potevo provarci. Non fu difficile, mi invitò a casa sua. Quello che non sapevo era che avesse un marito e pure piuttosto particolare. La trovai in lingerie. Mi spiegò che il marito si trovava in casa ma non c'era da preoccuparsi. Disse che stava in compagnia di amici. Raccomandando di far silenzio, Marina mi portò a spiarli e così lì trovai nel bel mezzo di un'orgia gay con almeno 6 persone di cui 4 di loro scopavano tutti insieme! Giacomo, il marito, omosessuale passivo, ne prendeva due insieme. Quello che stava sopra, poi, lo prendeva a sua volta nel culo da un altro maschio di colore. Non avevo mai visto roba simile. Restai davvero colpito ma non si può certo dire che mi facesse schifo dal momento che, complice la vicinanza di Marina, ebbi un'erezione pazzesca. Ci allontanammo e tornammo in camera sua. Non facevo altro che pensare a quell'ammucchiata assurda che avevo visto. Domandai a lei come riuscisse a convivere con un uomo del genere. Mi rispose che le situazioni cambiano e che, infondo, era una porca anche lei, sempre a caccia di ragazzi. Mi succhiò divinamente il cazzo, le palle. Poi me la scopai alla grande. Aveva una fica morbida e accogliente. Chissà quanti ne aveva presi! Sul più bello, mentre mi cavalcava, le proposi di tornare a spiare il marito e i suoi amici. Alla porca l'dea piacque ma mi raccomandò nuovamente di non urlare. Mi sbocchinò mentre il marito stava alle prese con due di loro: prendeva un cazzo in culo succhiando l'altro. Il mio pene divenen di marmo. Inculai Marina con gusto. La troia ovviamente ci stette e si lasciò sfondare dietro. Intanto quel porcello del marito stava cavalcando da solo il cazzo del nero! Andai proprio in estasi profonda, non potevo più trattenermi: sborrai a fiume inondando il buco del culo e le natiche di Marina. Ma ahimè, urlai tutto il piacere dell'orgasmo e quegli uomini mi sentirono. Cominciarono a scherzare, a dire a lei: "Ah, questo zuccherino volevi nascondercelo, tenerlo tutto per te?" Marina poteva fare ben poco, di certo non mettersi contro 6 uomini. Quello che rappresentava solo una curiosità, divenne realtà. Finì in un'ammucchiata simile a quella che avevo visto prima insieme a lei: la scopata a quattro. Stavolta il marito guardava compiaciuto la scena fumando una sigaretta mentre due suoi amici mi possedevano contemporaneamente. Quello che stava sopra, come da copione, lo prendeva dietro dal nero. La trombata di gruppo si protrasse molto a lungo. Ad un tratto sentì colate di sperma pervadermi l'ano e gli uomini messi su di me calmare la loro foga. Marina a quel punto mi raccolse e mi portò sotto la doccia. Una volta rivestito mi disse: "Bhè, magari avresti voluto solo farti me però il gioco si è prolungato...". Le risposi: "Cavolo che giornata! Ehm, Marina forse la prossima volta è meglio che andiamo da soli in albergo. Se torno di nuovo a casa tua, và a finire che divento frocio sul serio...". Marina sorrise e rispose: "Magari già lo sei! Ah e comunque studia, mi raccomando, non vorrei che lo prendessi nel culo anche da me, in senso figurato, ovviamente!".               

figa


giovedì 19 maggio 2022

Dominati dalla sconosciuta parte due

Dopo i giochini con Phil, mi sentivo sempre più gasata. Raggiunsi casa di Pierre. Con lui percepì di poter osare ancor di più. Tirai fuori lo strap-on dildo e glielo ficcai dritto nel culo! Non protestò più di tanto. Si lasciò esplorare il culo a fondo segno che da tempo nutriva certi desideri mai realizzati. Non contenta, proseguì infilandogli due dita nel culo molto a lungo. Godeva da matti ed era in piena erezione. Gasata, lo spompinai anche un pò continuando poi ad usare solo la mano. Per l'eccitazione di vederlo in quello stato, avevo un lago tra le cosce. Come accaduto poco prima con l'amico, Pierre iniziò ad eiaculare abbondantemente allagando pian piano la mia mano che non arrestò il suo movimento finchè il cazzo non fu completamente svuotato. E così quella sera me li feci tutti e due, da dominatrice ovviamente! Leggi la prima parte.           

strap-on dildo

Dominati dalla sconosciuta parte uno

Mi chiamo Silvana. Nonostante la mia avvenenza fisica possa ingannare, sono una ragazza decisamente poco femminile, o meglio, mi comporto, spesso e volentieri da maschiaccio. Sono una testa calda, lo ammetto, spesso mi ritrovo nei casini. Rubacchio in giro nei negozi, ogni tanto sniffo e, alle volte, picchio qualcuno. Non ho un target definito ma, in genere, non sopporto le commesse troppo snob e gli uomini che ci provano in modo eccessivamente audace. Di conseguenza, in tali casi, tiro pugni e calci senza pensarci su più di tanto. Sono finita dentro varie volte proprio per tutte queste ragioni. L'ultima per lesioni aggravate ad una stronza che aveva parcheggiato male l'auto. In galera stempero la tensione sditalinando qualche compagna che coinvolgo anche in reciproche leccate di fica. Però, in realtà, non sono lesbica. Mi piacciono gli uomini ma adoro dominarli sottometterli, renderli le mie troie. Quella sera ero appena uscita di prigione e avevo voglia di divertirmi. Lasciai perdere i soliti bulli in discoteca per evitare di finire subito dietro le sbarre. Al bar del locale notai due tipi abbastanza riservati, uno un pò più giovane dell'altro. Mi avvicinai e loro mi offrirono da bere. Non ci provarono in modo sfacciato per cui restai intrigata e chiesi di andare a fare un giro in auto insieme a loro. Dopo di ciò accompagnammo a casa quello più giovane, Pierre, e restai in compagnia dell'altro, di nome Phil. Viveva solo per cui andammo a casa sua. Bevemmo un drink. Poi prese piede la mia vena perversa da dominatrice. Lo spogliai, lo legai e lo bendai spiegando che si trattava di un eccitante gioco erotico. Era nelle mie mani, potevo fargli ciò che volevo. Tranquilli, non sono un'assassina ma a letto gli uomini diventano le mie troie. Gli succhiai le palle, poi morsi la cappella. Phil non si aspettava una dominatrice ma non poteva più sottrarsi ormai. Con tanto di reggicalze rosso, calze nere e scarpe coi tacchi, anch'esse nere, lo cavalcai con decisione. Ero io che mi facevo lui e non il contrario. Mi eccitava renderlo l'oggetto del mio piacere e dominare il suo. Per aumentare il godimento, presi anche un giocattolo erotico che frugava il clitoride mentre prendevo il cazzo nella figa. Arrivai all'orgasmo. Poi incominciai a smanettare il suo pene. Lo feci venire con le mani mentre gli raccontavo che mi sarei fatta anche il suo amico. Phil si preoccupò. Temeva che ci sarei andata giù troppo pesante con lui. Intuì che tra quei maschietti c'era del tenero, qualcosa di latente che l'uno non riusciva a confessare all'altro e viceversa. Ad ogni modo il cazzo continuò a schizzare liberamente inondando la mia mano. Gli svuotai completamente i coglioni dopodichè andai via e mi diressi verso l'abitazione di Pierre.             

dominatrice



mercoledì 18 maggio 2022

Moglie e figlia si adeguano

Mi chiamo Rossana. Come avete letto precedentemente, mio marito Alex scopava in Ufficio con la giovane e bella segretaria mora, solo che io inizialmente non ne ero a conoscenza. Nutrivo solo dei sospetti ma senza avere nessuna prova a disposizione. Fugai ogni dubbio quando un giorno, all'improvviso, trovai un ragazzo in camera da letto. Pensavo fosse un ladro. Si chiamava Franco ed era fidanzato con Marika, la segretaria di mio marito. Fu lui ad aprirmi gli occhi svelando che tra i due c'era una tresca ormai da mesi. La mia reazione fu di sconforto ma lui fu bravo a porre la situazione in termini di vendetta. Siccome era pure un bel ragazzo, pensai bene di ricambiare le corna. Franco mi accarezzò la figa. Lasciai che mi sditalinasse. Ero pronta per una magnifica scopata. Passai la sua cappella sulle labbra della topa ma lui, eccitatissimo, si masturbò e mi sborrò sulla figa! Soffriva di eiaculazione precoce. Forse anche per questo Marika si dava da fare con gli altri, tra cui mio marito, in primis. La notizia delle corna in ufficio sconvolse il mio cervello più di uno Tsunami. Dopo vari anni di matrimonio, sapere che il proprio compagno di vita si sbatte la segretaria non è proprio la massima aspirazione. Dovevo dirlo a mia figlia Laura. Doveva sapere quanto fosse porco il padre. Ma una libidine indomabile mi percosse tutta, forse anche perchè con Franco non ero riuscita a venire. Cercai di tranquillizzare la ragazza ma, nel contempo, presa dall'eccitazione, la desiderai sessualmente. Non avevo mai pensato a certe situazioni così zozze, di natura incestuosa. Le sfilai le mutandine e cominciai a leccare la fichetta. Sentivo il suo piacere. Avevo una voglia matta, spinsi la sua testa tra le mie gambe: pretesi che ricambiasse! Laura fu disponibile e mi leccò il clitoride. Poi io ripresi a leccare lei. A quel punto si era sciolta notevolmente. A sorpresa, ci ritrovammo davanti Franco. Non era andato via ma si stava segando impunemente mentre facevamo tra donne. Lauretta venne, poi fece venire me. Intanto quel porcello di Franco sborrò schizzando in bocca ad entrambe. Gli piaceva soprattutto segarsi e spruzzare, visto che, la sua precocità non gli consentiva di soddisfare pienamente le donne. Con Laura dalla mia parte mi sentì libera, non mi importava di separarmi. Avrei lesbicato con lei anche tutta la vita. Ma Franco mi riportò bruscamente alla realtà. Come sarei andata avanti economicamente, dal momento che ogni bene, casa, soldi e quant'altro, erano di proprietà di mio marito? Sarei stata disposta a fare anche la puttana. Ma anche qui Franco puntualizzò che andavano di più le ragazzine e aggiunse che, un suo conoscente, avrebbe pagato profumatamente per scopare con Laura. Mi servivano i soldi per cui accettai quella proposta indecente. Mark, un uomo muscoloso e dotato, si presentò a casa e trombò mia figlia. Aveva un cazzo pazzesco, sembrava quasi che la spaccasse! Cercai di addolcire la pillola, suggerendo a mia figlia di tenere duro e puntualizzando che ciò ci avrebbe permesso di guadagnare tanto e vivere bene. Avevo infatti già in mente di concederla agli amici di Mark. Ma gli imprevisti sono all'ordine del giorno. La povera Laura sembrava un pò imbranata e Mark non si divertiva abbastanza. E allora entrai in gioco io. Non volevo che restasse scontento e che, peggio ancora, riportasse commenti negativi ai suoi amici e conoscenti. E così ci diedi dentro con la bocca a succhiarlo. Mark non era del tutto persuaso ma, man mano che cominciò a chiavarmi, trovò stimoli ed il suo cazzo divenne di marmo. Mi scopò a missionaria, a pecorina, in tutti i modi. Mi piaceva così tanto che non l'avrei fatto nemmeno pagare! Che cazzo meraviglioso! Intanto, mentre cavalcavo su quell'asta favolosa, mia figlia cominciò a toccarsi escalamando che sarebbe diventata brava come me e che, insieme, saremmo state due grandissime puttane. Credo che quelle parole furono eccitanti anche per l'uomo che spiegò che, con una maestra simile, anche Laura sarebbe diventata una gran puttanella. Mark esplose schizzandomi copiosamente sulla pancia e sui peli della fica. Aggiunse poi: "Ho pagato per la figlia e ho goduto con la madre!". Su Laura devo lavorarci ancora un pò ma sono sicura che diventeremo una bella coppia di mignotte capaci di far schizzare cazzi a volontà! Leggi la prima parte

Attenta! C'è uno sconosciuto in casa!

bionda

Fetish sex con la segretaria

Mi chiamo Alex. Sono un imprenditore di successo. Avevo una bella moglie di nome Rossana. Mia figlia, invece, si chiama Laura. Potevo essere una persona felice e soddisfatta ma non andò esattamente così. Con la mia consorte non riuscivo a star bene nell'intimità. Ho la fissa dei piedi e con lei non riuscì mai ad esternare questo desiderio. Di conseguenza godevo poco e male. Tutto cambiò quando assunsi Marika, una giovane segretaria mora tutto pepe. Capì subito che, nonostante fosse fidanzata con un certo Franco, per un pò di soldi in più nella busta paga, ogni fine mese, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Conosceva il mio punto debole, la mia ossessione! Sapeva provocare in tacchi e minigonna e mi permetteva di succhiarle i piedi a piacimento. Vado matto per i piedi, perfino più della fica! Mi piacciono le dita ma anche il tallone. E poi lei sà usarli bene, con quelli sà segare il cazzo a meraviglia. Dopo massaggi del genere, il cazzo induriva a mille, pronto ad entrare nella fica. Era capace di accarezzare pure le palle con i piedi, mentre scopavamo. Ed io, naturalmente, venivo intensamente riempendoglieli di sborra. Tuttavia, durante l'intimità in ufficio, lei si accorse che avrei desiderato le pratiche fetish con mia moglie. E così mi convinse che Rossana aveva bisogno di aprirsi, di diventare più troia, arrivando perfino a stare con altri uomini. Sul principio mi parve un'idea assurda ma mi eccitai nel condividere questi pensieri perversi con Marika mentre scopavamo. La segretaria, che intratteneva un rapporto di coppia aperto con il suo ragazzo, propose addirittura che lui potesse essere la persona adatta per scopare con mia moglie. Sembrava così sicura di ciò che sosteneva che mi convinsi delle sue idee. Procurai una copia delle chiavi di casa e gliele affidai in modo che le portasse a Franco. Non avrei mai immaginato che, questa iniziativa, avrebbe innescato una spirale di maialaggine acuta in seguito alla quale avrei perso definitivamente mia moglie.

segretaria

martedì 17 maggio 2022

All'improvviso uno sconosciuto dotato

Mi chiamo Ada. Sono una brunetta che non passa inosservata, molto desiderata dagli uomini. Negli ultimi tempi avevo un fidanzato ma il rapporto andò in crisi dal momento che, spesso e volentieri, cedevo alle avances di amici e conoscenti in comune. La sua gelosia, peraltro giustificata, incrinò la relazione in modo irreversibile. Stufa della situazione e dei suoi continui rimproveri, avevo bisogno di allontanarmi un pò. E così decisi di contattare lo zio Alfio che abita negli USA. Il mio parente possiede una proprietà e degli appezzamenti di terreno in Arizona. In realtà è una zona tranquilla ma piuttosto isolata dove, molto spesso, predominano zone desertiche. Un posto rilassante per ritrovare sè stessi. A volte, nella vita, è necessario. Non sapendo che fare, scorazzavo sù e giù con una sorta di trabiccolo di mio zio, una specie di quelli che si utilizzano nel gioco del Golf, tanto per intenderci. Combinazione volle che, un giorno, il suddetto mezzo si fermò all'improvviso. Ebbi un momento di panico dal momento che stavo da sola, il Sole picchiava forte, e non vidi anima viva nei paraggi. Inoltre, zio Alfio non risultava raggiungibile. Presa quasi dalla disperazione lanciai un urlo. All'improvviso, quasi dal nulla, comparve un giovane uomo aiutante senza capelli. Disse di essere un contadino della zona e di conoscere, solo di vista, mio zio Alfio. Rincuorata, chiesi all'uomo, di nome Alfredo, di riparare il veicolo. Rispose che, eventualmente, ci avrebbe pensato dopo. Intanto non perse tempo e sfilò le mutande che portavo sotto al pantaloncino jeans. Con decisione iniziò a slinguazzare la passera. Di solito l'avevo data ad amici e conoscenti ma mai a perfetti sconosciuti. Però quel tipo sapeva il fatto suo. Il caldo forte aumentava l'eccitazione a mille. Lasciai che slinguazzasse e sditalinasse la fica che andò in brodo per l'eccitazione. Era il momento di assaggiare l'arsenale dello sconosciuto. Assaporai quel magnifico cazzone succhiandolo, leccandolo e passando pure la cappella sulle labbra. Era duro al punto giusto per una formidabile cavalcata. Praticamente nuda, mi impalai sulla splendida asta che mi penetrò a fondo e a lungo donandomi sublimi sensazioni di piacere. Poi lui mi prese da dietro afferrandomi i capelli. Mi sbattette selvaggiamente dandomi della troia ed io godetti come una porca al punto da raggiungere un meraviglioso e profondo orgasmo. Afferrai il suo pene e lo smanettai accompagnandomi con la lingua sulla cappella. L'uomo schizzò un mare di sborra nella mia bocca. Smanettai l'uccello a fondo in modo che fuoriuscisse tutto il seme caldo dai coglioni e lo gustai a fondo ingoiandone buona parte. Quasi a voler stemperare quel contesto pseudo-pornografico, gli offrì una birra fresca. Infondo se la meritava proprio. Dopo aver bevuto insieme, riuscì a sistemare il trabiccolo ed io potetti rientrare a casa di mio zio tutta sudata (per il caldo e per la scopata). Raccontai ad Alfio di esser stata soccorsa da un certo Alfredo. Zio alfio mi guardò e rispose: "Merda! Alfredo? Male si dice di lui! Che và dietro a tutte le sottane... Ada, dì la verità, non è che ha approfittato di te?", risposi: "Ma no zio, quando mai, figurati! Gli ho solo offerto una birra. Se l'è meritata per aver risolto la situazione sotto al sole no?". Zio Alfio, uomo di mondo, sorrise ed esclamò: "Ma che minchia dici? Vedi che quello ti ha sistemata perbene prima a te, zoccola!!! Meglio che non diciamo niente a tua madre, poverina. Sà che sei qui in vacanza, non per fottere col primo che capita!". Risposi: "E va bhè zio, come sei antico però! La fregna reclama e quello ha un gran cazzo!".              

fica disponibile


lunedì 16 maggio 2022

Dalla bocca giovane a quella matura

Mi chiamo Susy. Abito con mia zia Clelia. Io e lei siamo molto complici. Demmo ampia dimostrazione di questa intesa con un nostro vicino di casa, il sig. Renato. In realtà lui era separato dalla moglie e nutriva una certa ostilità nei confronti delle donne mature. Il suo sogno era di intraprendere una relazione sessuale con una ragazza della mia età, molto più giovane di lui. Clelia è in Ufficio per tre quarti della giornata e così io rimango spesso sola. Renato ne approfittò per effettuare visite piuttosto frequenti che arrivarono a diventare a cadenza giornaliera. In altre parole, con una scusa o l'altra, veniva a casa tutti i giorni sperando di rimediare qualcosa con la sottoscritta. Allungava costantemente le mani ed io dovevo rimuoverle dal mio corpo con la forza. Raccontai la situazione a mia zia e lei decise che lo avremmo simpaticamente punito. Un pomeriggio, si ripetette il solito copione. Renato bussò alla porta con la scusa di voler dialogare. Poi iniziò, come al solito, ad allungare le mani. Infondo è simpatico ma godevo troppo all'idea di punirlo. Sapendo che mia zia sarebbe rientrata prima del previsto, lo illusi facendogli credere che ci sarei stata. Gli dissi di tenere le mani a posto. E che ci avrei pensato io a soddisfarlo. In effetti, afferrai il suo cazzo (niente male devo dire!) poi mi inginocchiai e lo presi in bocca. Sentì Renato andare in estasi. Non si sarebbe mai sognato di ricevere le attenzioni della mia boccuccia. Voleva che continuassi ma io mi fermai. Contemporaneamente, sentì il rumore dei tacchi sul pavimento, procurato dall'incedere di mia zia. Lo prendemmo un pò in giro, gli facemmo credere che io avrei proseguito a spompinare. E invece no! Fu mia zia, avida di cazzi maturi, a prenderglielo in bocca. Non se l'aspettava proprio! Non voleva che lo spompinasse una donna, magari bellissima un tempo, ma con evidenti rughe in faccia, segno dell'avanzare implacabile del tempo. Eh già! Una donna matura che gli ricordasse inevitabilmente l'ex consorte e i litigi matrimoniali. In ogni caso, mia zia gli concesse poco per pensare. Si avventò sul pene e lo sbocchinò famelicamente. Dopo il mio 'antipasto' infondo andavano bene anche le labbra navigate di quella troiona di mia zia, nota pompinara incallita da Ufficio, con bocca e figa sempre al gusto di cazzo. E fu così che Renato esplose allagando la gola di mia zia di sborra bollente. Il sogno della giovincella rimase ma la 'gallina vecchia' seppe fare uscire bene il 'brodo' dai coglioni dell'uomo. Infondo gli andò bene lo stesso anche se puntava alla figa fresca. Comunque mai dire mai, noi donne, a volte, siamo volubili. Chissà che un giorno non decida di cavalcare l'asta di quel vecchio porco! Spero solo di non mandarlo all'altro Mondo prima del tempo. Sapete com'è, sono una cavallina frenetica tra le lenzuola...          

figa giovane

La figa matura dell'amica di mia madre

Mi chiamo Gaetano. Ho sempre avuto difficoltà con le femmine. Molti miei coetanei e compagni di Scuola avevano già scopato con ragazze ma io no, continuavo imperterrito con la masturbazione e la contestuale visione di materiale pornografico. Da un pò di tempo, presi l'abitudine di condividere questa passione con un amico. Una volta eccitati dalle immagini, tiravamo fuori il cazzo menandocelo ognuno per conto proprio. Naturalmente, io guardavo il suo e lui, inevitabilmente, guardava il mio. E l'orgasmo lo raggiungevamo stando vicini. Superato l'imbarazzo delle prime volte, divenen quasi naturale vivere quell'esperienza in compagnia. A volte pensai perfino che, nell'eccitazione, avremmo potuto rendere il tutto più coinvolgente interagendo tra noi. Ma erano solo pensieri, che peraltro non avevo il coraggio di attuare e, probabilmente, nemmeno lui. Intanto, mia madre Sara, insisteva affinchè trovassi una ragazza a scopo di fidanzamento serio finalizzato al matrimonio. Notando che incontravo difficoltà in tal senso, decise di farmi incontrare una sua cara amica di nome Assunta per capirci di più e nella speranza che il dialogo con lei mi portasse benefici. Quando giunsi a casa sua, restai stupito dal fascino di quella donna matura con due tettone da paura. Notò subito che ero un imbranato verginello, inoltre chiarì dall'inizio che i ragazzi giovani non la attiravano più di tanto. Con lei riuscì ad aprirmi, a raccontarle la mia situazione. Nonostante cercassi la sua bocca per baciarla e allungassi le mani sul corpo invitante, tettone incluse, lei non era del tutto persuasa che mi piacessero realmente le donne. Intanto si offrì di aiutarmi. A Sara avrebbe accennato alla mia omosessualità in modo che lei non avrebbe più insistito sulla strada del matrimonio. In sostanza si trattava di raccontare una bugia ma Assunta era abbastanza convinta che io, sotto sotto, volessi condividere fino in fondo con il mio amico. Forse è ciò che mi aspettavo sentir dire per credere ad una svolta del genere. Intanto la porca mi fece una sega spagnola e io le accarezzai la figa. Sentì dal profondo dell'animo di volerla ringraziare e così mi offrì di leccarle accuratamente la figona. Nonostante non facesse follie per i giovani maschi, Assunta, invogliata da quei discorsi intimi, e palesemente bagnata, aprì le gambe senza esitazione. Compresi chiaramente che, in quel momento, avrebbe gradito una succulenta slinguazzata di patata ed io mi ci dedicai con estrema dedizione in modo da condurla splendidamente all'orgasmo. Fu eccitante assaporare la mia prima e, probabilmente, unica figa nella vita. Eh, già, le altre amiche di mia madre sono tutte dei cessi mostruosi ahah! E Assunta non è tipo da tirarsi la storiella col ragazzo. Feci i conti con la realtà, restava solo l'amorevole compagnia del mio caro amico di seghe. Con lui, stando anche ai consigli di Assunta, avrei potuto osare e così le ragazze non sarebbero state più necessarie nè per me e nè per lui...                

tettone

venerdì 13 maggio 2022

Porcate negli uffici della ditta edile

Amanda è il mio nome. Sono segretaria in un'azienda edile. Il boss, Franco, è un giovane imprenditore a cui piace più la bella vita che lavorare. Ben presto mi resi conto che, per garantirmi la certezza del posto di lavoro e trarre il massimo dei benefici economici, avrei dovuto cedere a lui sessualmente. Specialmente all'inizio ebbi qualche esitazione dal momento che ho un fidanzato. Poi però, ci feci l'abitudine. Franco è un tipo molto esigente ed amante della figa. Gliela dò almeno tre volte a settimana. Con il mio ragazzo, chiaramente cornuto, invento scuse di continuo e gli lascio credere che sono stanca per il lavoro. L'unico dubbio che avevo riguardava il motivo per cui il capo, sciupafemmine conclamato, tenesse alle sue dipendenze un soggetto come Corrado, palesemente gay. Questa perplessità la sciolsi in seguito. Era un venerdì. Nonostante le mie insistenze per lavorare con impegno e facilitare così l'erogazione puntuale degli stipendi a tutti i dipendenti, Franco sembrava interessato unicamente allo svago. Capì che ambiva alla sua 'terza dose' settimanale di sesso e così, senza troppi convenevoli, iniziai a spogliarmi e gli ciucciai con dedizione il cazzo con tanto di sega spagnola di accompagnamento. Rimasta in autoreggenti e tacchi, spalancai le gambe per farmela leccare tutta. Ero bella calda e bagnata sulla scrivania quando il porcellone spinse dentro l'uccello a missionaria. Godevo e anche lui ce l'aveva durissimo. Poi proseguì a fottermi a pecorina. Ignoravo che, in quel frangente, Corrado mi stesse spiando in compagnia di un operaio (in seguito scoprì il suo nome, Vittorio). Franco intanto si stese ed io mi impalai a candela sul suo cazzo andando sù e giù come una forsennata. Fu così che venni splendidamente. Anche lui era sul punto di raggiungere l'orgasmo. Mi inginocchiai e glielo succhiai un pò prima di ricevere il suo getto caldo e copioso di sborra in bocca e sulle tette. Durante quella trombata Franco spiegò che Corrado gli serviva per tenere buoni gli operai che si lamentavano per non aver ricevuto in tempo lo stipendio. I miei dubbi, invece di diminuire, aumentarono. In realtà il collega è un uomo elegante, di bell'aspetto ma come poteva soddisfare altri maschi? Dopotutto, quello degli operai è un ambiente misto, ci sono dei gay, dei bisex, ma non lo sono tutti. Dopo la scopata il Capo uscì ed io mi ritrovai in ufficio mezza spogliata. Stavo per rivestirmi quando, ad un tratto, sentì delle voci provenire dalla stanza dove di solito lavora Corrado. Quel furbetto si era portato lì un nuovo operaio, un gran bel ragazzo di nome Vittorio. Di sicuro quest'ultimo si era lamentato per i pagamenti mancanti. Restai sorpresa nel constatare le abilità seduttive di Corrado che riuscì a far spogliare l'altro e intanto gli massaggiava il cazzo con incredibile disinvoltura per poi adoperare magistralmente lingua e bocca. Corrado aveva suscitato simpatia in Vittorio sostenendo che loro due stavano nella stessa barca, ossia entrambi soggetti a pagamenti di stipendio ritardati e che l'unica ad avere privilegi era la sottoscritta. In tale contesto era dunque meglio rilassarsi e stemperare le tensioni facendo sesso. Vittorio, evidentemente Don Giovanni, non era abituato ad avere le attenzioni di un altro maschio, però Corrado ci sapeva fare e, con un pregevole lavoro di bocca, lo portò piacevolmente all'erezione. E' poi noto che un uomo a cazzo dritto vuole infilarlo dentro. Ma, quando non c'è la figa, può andare bene anche un altro buco. E quello di Corrado, rimasto ancora in giacca, coi pantaloni calati, pareva pienamente disponibile e pronto ad essere esplorato. Vittorio, eccitato a mille, lo infilò in culo al mio collega, appoggiato alla scrivania, e se lo scopò selvaggiamente a pecorina a ritmo sempre crescente. Osservandoli sentì che la figa iniziava a colare. Dopotutto quel Vittorio è proprio un bel maschione! E così fui 'costretta' a toccarmi mentre loro si davano piacere a vicenda. Corrado urlava per i possenti colpi ricevuti tra le natiche e venne schizzando sul pavimento. Vittorio, invece, eiaculò copiosamente nel sedere del mio collega. Anch'io venni intensamente. Il liquido scese lungo la gamba bagnando le autoreggenti. E' proprio vero, non bisogna mai giudicare le persone a prima vista e superficialmente. Pensavo che Corrado fosse solo uno stupido frocetto, invece ci sà proprio fare con gli uomini. Ottima scelta quella del capo di tenerselo. Anzi, a dire il vero, meriterebbe anche lui un bel bonus sullo stipendio. Dopotutto, è grazie a Corrado che gli operai si calmano e non organizzano scioperi o rivolte. Ma si, quel che è giusto è giusto! Puttana si ma generosa! Proporrò io a Franco un trattamento adeguato per Corrado. Ed io? Bhè, resto sempre la troia esclusiva del Capo, no?

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mercoledì 11 maggio 2022

Mia sorella e le sue amiche

Salve a tutti, mi chiamo Marco. Quella che sto per raccontarvi è una bella storia porca accaduta la scorsa estate. Come la maggior parte dei ragazzi, mi piace il sesso. I miei genitori non sono quasi mai a casa a causa dei loro impegni lavorativi. Dunque, mi ritrovo spesso da solo nell'abitazione in compagnia di Elena. Lei è mia sorella ed è una ragazza molto carina e formosa. Non vi nascondo che la spio mentre va sotto la doccia e mi tiro delle gran seghe. In realtà, Elena, a volte, si accorge che la osservo ma fa finta di nulla. In un paio di occasioni ho provato anche ad avvicinarmi e a toccarla ma lei, prontamente, mi ha tirato dei ceffoni. Questo è ciò che normalmente accadeva fino a poco prima della scorsa estate. Ero rassegnato ormai, mi sarei accontentato delle seghe guardandola. Ma, qualche volta, il destino gioca a favore. Elena frequentava due amiche, Valentina e Giorgia, ragazze piuttosto carine ma con meno tette di mia sorella. Tutte e tre presero la fissa del calcio e guardavano le partite insieme per godersi il fisico dei calciatori. Solitamente, Valentina e Giorgia mi salutavano astento. Dopodichè si chiudevano in camera con mia sorella. Le sentivo urlare e strepitare per i calciatori e quando si segnavano i gol. Quel pomeriggio ebbi il coraggio di entrare nella camera dove stavano. Sentì subito puzza di fumo e alcol. Le ragazze erano fatte di birra e cannette e, tutte euforiche, spinsero anche me ad unirsi a loro. Sedotto dal profumo di femmina che inebriava la stanza, accettai e mi sentì anch'io sballato come loro. Mia sorella sembrava diversa dal solito, sorrideva di continuo come le altre. Fatto sta che mi ritrovai agevolmente con le sue tette in bocca. Non aspettavo altro e le leccai i capezzoli. Le amiche sembravano perfino più troie di lei ed alimentarono quel siparietto. Ci ritrovammo in un quartetto hot. Mi sentì davvero beato tra le donne anche se la preferita restava sempre Elena. Leccai anche le tettine di Valentina e intanto palpavo quelle di mia sorella. Riuscì perfino a baciarla e fu stupendo. Intanto le ragazze sembravano complici pure tra loro. Notai che si toccavano i seni a vicenda. Tutto ciò mi eccitò ancor più. Quando Elena arrivò a leccare la punta del cazzo, andai proprio in estasi. Vale e Giorgia, in tandem, le dettero subito il cambio. Baciai Giorgia mentre Valentina sbocchinava. Intanto tenevo stretta mia sorella che si masturbava: un quadretto davvero eccitante, non c'è che dire! Baciai anche Valentina, mentre Giorgia sbocchinava di gran carriera ed Elena accarezzava le palle. Ero durissimo! Valentina salì sopra di me a cavalcioni e così la scopai perbene fino a farla venire. Intanto Giorgia, considerata la più tendente al lesbo delle tre, approfittò dell'atmosfera carica di libidine per baciare in bocca mia sorella. Valentina si alzò e Giorgia prese il suo posto e si impalò alla grande sul mio cazzo ancora durissimo. Le altre due, intanto, parlavano delle tendenze saffiche dell'amica. A tal proposito, Elena pensò bene di sditalinare Giorgia mentre quest'ultima prendeva il cazzo a candela. E così anche Giorgia raggiunse un bellissimo orgasmo. Mi sentivo di esplodere ma mancava il piatto forte: violare l'intimità, sognata a lungo, di mia sorella. Le infilai il cazzo nella figa a pecorina. Fu fantastico possederla con la complicità delle sue amiche troie che ci godevano a vederla penetrata dal fratello. Affondai nella sua deliziosa passera ma ero troppo carico ed eccitato dopo aver 'esplorato' le altre due. Sentì Elena urlare e venire. La seguì pochi istanti dopo raggiungendo l'orgasmo a mia volta e spruzzando sul suo culo fantastico tutto lo sperma che avevo in corpo. Assaporato il piacere profondo, cercai di assicurarmi che Valentina e Giorgia tenessero la bocca chiusa riguardo alla situazione incestuosa appena avvenuta. Le puttanelle mi tranquillizzarono, anzi, si resero disponibili a convincere mia sorella, non del tutto persuasa a riguardo, a proseguire le torbide scopate incestuose.

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martedì 10 maggio 2022

Lo sperma caldo per il mio cornutello

Mi chiamo Valeria. Conobbi Davide su una chat. Quando lo incontrai da vicino, mi resi conto che era timido e impacciato. Forse proprio questa sua ingenuità mi colpì. E così diventò il mio fidanzatino. Nei primi giorni mi baciava a malapena. Con la troiaggine che mi contraddistingue, cercai di indirizzare l'intimità più in là ottenendo però scarsi risultati. Il ragazzo soffriva anche di eiaculaione precoce. Bastavano pochi colpi di mano per far venire il suo cazzo piuttosto piccolo. Con la lingua giungeva all'orgasmo in una manciata di secondi. Di fottere, manco a parlarne. Gli mancava la virilità per sfondare perbene e a lungo una figa vogliosa come la mia. Per tale motivo, cominciai a guardarmi intorno e posai lo sguardo su un bel tipo muscoloso, amico di mio padre, Ugo. L'uomo, più grande di me, era dotato. Cominciai a scopare piacevolmente con lui, di nascosto da Davide. Ametto di aver provato simpatia e tenerezza per quest'ultimo ma, per scopare alla grande, ci vogliono altri tipi di maschi, proprio come l'aitante Ugo. In questo andazzo, pensai bene di umiliare il povero Davide. Stufa di incontrare Ugo di nascosto, invitai entrambi a casa mia quando i miei stavano fuori per lavoro. Ugo cominciò a palparmi le tette senza pudore, proprio davanti a Davide che cadde dalle nuvole. Non immaginava proprio chi fosse quell'uomo muscoloso, più grande di me. Imposi a Davide di guardare mentre tenevo in mano il cazzo di Ugo. E, poco, dopo, non esitai a propinargli pure un bel bocchino. Davide non si aspettava proprio una situazione del genere, non credeva che l'avrei umiliato al punto di cornificarlo così sfacciatamente. Ugo mi leccò con gusto anche la figa. Ero tutta bagnata per essere giunta ad attuare una tale porcata. Davide era frastornato ma non scappò via, gli piaceva osservare. L'atmosfera diventò sempre più bollente, specialmente quando Ugo iniziò a chiavarmi con foga nella figa e perfino nel culo. Andai proprio in estasi. Ma quello che eccitava era anche il ruolo di guardone di Davide che, tendenzialmente, parlava poco. Ci pensammo io e Ugo a stimolarlo, ad indurlo ad aprirsi. Anch'io volevo capirci di più. Avevo iniziato quel gioco erotico per il gusto dell'umiliazione ma sentivo che c'era qualcos'altro e di sicuro lo percepì anche Ugo. Davide ammise i suoi limiti e l'incapacità di soddisfarmi. Intanto, non immaginavo affatto che Ugo fosse bisex, che con quel cazzone trapanasse pure i maschi oltre alle femmine. Forse, proprio per questo motivo, lo stallone intuì la propensione di Davide verso l'omosessualità e gli espose chiaramente e in modo diretto questo concetto. A quel punto, anche io cominciai a credere che le cose stessero effettivamente in quel modo. Non restava che provare praticamente. Ugo mi stava inculando magnificamente a pecorina. Sentì che stava per venire. Lo segai a ritmo veloce in modo che raggiungesse l'orgasmo. Ma, quando il cazzo cominciò ad eiaculare copiosamente, mi spostai prendendo in bocca solo una piccola parte del seme. Indirizzai la maggior parte dello schizzo in faccia a Davide. Quest'ultimo ricevette sul viso e in bocca un'autentica marea di sborra alla quale non potette sottrarsi dal momento che, con la mano, tenevo la sua testa vicina al cazzo che spruzzava. Se il piacere di guardare potrebbe dare adito a dubbi, prendere in faccia lo sperma di un altro maschio lascia poco spazio alle ambiguità. Mi resi perfettamente conto che Davide necessitava solo di un incoraggiamento per andare oltre. Il ragazzo ammise di esser venuto nei jeans, durante l'orgasmo di Ugo. Dopo questo primo approccio, chiesi al cornutello se, la volta successiva, avesse gradito succhiare l'uccello di Ugo oltre ad osservare mentre mi scopava. Davide accolse l'invito con entusiasmo. Ugo non avanzò alcuna obiezione in merito. A quel punto ebbi la certezza della bisessualità dello stallone che, probabilmente, non avrebbe voluto soltanto la bocca di Davide ma, presumibilmente, anche il suo invitante culetto vergine tutto da sfondare.

tradimenti conapevoli


domenica 8 maggio 2022

Per fortuna che c'è mia sorella

Sono Laura, l'avvocato di quella pazza scatenata di Ivana. Come abbiamo visto, la detenuta riuscì a sedurmi e a condurmi ad un bollente orgasmo saffico. Ma non mi sentivo per nulla all'altezza di compiere ciò che aveva richiesto, ossia corrompere sessualmente Giudice e Pubblico Ministero. Ivana è una donna pericolosa e vendicativa. Avrei rischiato grosso a non accontentarla. Non sapevo come uscire da una situazione del genere. Poi mi venne in mente un'idea. Ho una sorella sexy di nome Simona. Lei è davvero una bella donna e soprattutto piace agli uomini con i quali si comporta sempre da gran troia. Di solito litighiamo spesso, dal momento che abbiamo caratteri diversi. Tuttavia lei, in quel frangente, era l'unica persona che poteva risolvere concretamente il problema. E così ruppi gli indugi, presi il telefono in mano e composi il suo numero chiedendo un incontro da vicino. Le spiegai con calma la situazione e lei fortunatamente accettò di aiutarmi, anche se, in cambio, avrei dovuto offrirle la cena per un anno, due volte a settimana. Poco male, meglio questo che trovarsi sgozzata da Ivana all'improvviso. Organizzai io tutto e lasciai che lei incontrasse quegli uomini a casa sua. Appena mostrai una foto di Simona al Giudice Agostino Tarantola, lui si ingrifò totalmente. Separato dalla moglie, non vedeva l'ora di sbattersi una bella donna del genere. Io però, da puttanella curiosa, mi nascosi e restai dietro la porta a spiare con gusto lo spettacolo. Il Tarantola non venne da solo ma si portò dietro il giovane fratellino arrapato. Simona dovette impegnarsi a soddisfare entrambi. Quei due maiali se la scoparono anche in doppia penetrazione. E si tolsero la soddisfazione di scambiarsi di posto in modo che provassero entrambi sia il culo che la figa di mia sorella. Simona trovò perfino il tempo di sorridermi mentre la farcivano con foga in sandwich. Dopo di ciò lavorò con la bocca il pene del Giudice e, contemporaneamente, quello del ragazzo con la mano. I due, al culmine dell'eccitazione, le schizzarono un fiume di sborra in bocca e sulle tette. I maschi sembrarono decisamente appagati. Quando andarono via, ringraziai mia sorella per l'aiuto provvidenziale. La prima parte del piano era andata in porto. Cercai di indirizzare anche il PM verso Simona ma lui spiegò di non gradire quel tipo di donna così appariscente e disponibile con tutti. Aveva una fissa per la sottoscritta e così mi feci coraggio calandomi nel ruolo della troia, tanto amato dagli uomini. In aula sarebbe stato un avversario poco ostico se gliel'avessi data. Mi portò in albergo e mi castigò come si fa con le puttane. Dopo esserci spogliati, l'uomo scopò la mia figa e, successivamente, anche il buco del culo. Fu proprio il rapporto anale che lo eccitò maggiormente, al punto da portarlo beatamente all'orgasmo in una manciata di secondi. Spruzzò copiosamente sulle mie parti intime la sborra calda. A quel punto la partita era chiusa. In aula, qualche giorno dopo, il processo apparve come una farsa ed Ivana, nonostante il contributo scomodo di un testimone, venne pienamente assolta e tornò in libertà. Leggi dal principio.    

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venerdì 6 maggio 2022

Seduzione criminale

Il mio nome è Laura. Sono un avvocato. Iniziai la carriera con le migliori intenzioni ma i miei nobili ideali caddero in frantumi nel momento in cui conobbi Ivana Jacobs, una pericolosa criminale. Si trovava in carcere per una sfilza di reati: spaccio di stupefacenti, aggressioni varie, rapine e quant'altro. Ero il suo avvocato d'ufficio. Cercai di prenderla con le buone ma lei si dimostrò subito subdola e mostrò il suo lato da prepotente. Voleva uscire ad ogni costo dalla galera e si servì di me per raggiungere lo scopo. Non sono mai stata troppo fortunata con gli uomini. Mi ero già lasciata da un pò col ragazzo e l'astinenza sessuale cominciava a farsi sentire. Ivana prese subito confidenza anche se io non gliel'avevo data. Era rozza, sporcacciona, ma con quel suo atteggiamento da camorristella riuscì a sedurmi. Per lei andava bene qualsiasi cosa: uomini, donne, un corpo caldo per fare sesso. Ma soprattutto mirava a raggiungere il suo obiettivo. Mi succhiò i capezzoli. In men che non si dica, mi ritrovai la sua lingua bollente tra le cosce. Godevo e anche parecchio. Mi accarezzò il culo e sembrò voler continuare a leccarmi le zone intime. Tuttavia non lo fece, mi tenne in agonia in modo che il desiderio aumentasse fino a divenire irrinunciabile. Ci sapeva fare quella gran troia! Mi strinse le tette, mi schiaffeggiò perfino la fica. Poi infilò due dita dentro con decisione. Provai enorme piacere. Sembrò come bere una bibita fresca subito dopo aver attraversato il deserto. A un tratto Ivana tirò fuori un toy erotico vibrante e mi masturbò la fica. Cominciai ad andare in estasi. A quello fece seguire una penetrazione con la mano che infilò interamente nella mia vagina. Esplosi letteralmente di piacere e sprigionai un lago di umori raggiungendo un profondo orgasmo. Compiaciuta, mi strinse il viso. Sentenziò che avrei dovuto ricorrere ad ogni mezzo per tirarla fuori dalla prigione, compresa la corruzione sessuale di Giudice e Accusa. Poco convinta, ma piuttosto intimorita, risposi che avrei fatto tutto il possibile.      


giovedì 5 maggio 2022

Senza alcun pudore

Un bacio da Cristina. L'esperienza con Alba era stata stupenda ma quelle sensazioni meravigliose furono bruscamente interrotte dal sopraggiungere improvviso di Oreste, il proprietario dell'abitazione. L'uomo aveva anche filmato la parte finale della lesbicata e ci teneva in pugno. La collega, suo malgrado, fu espressamente invitata a lasciare l'appartamento. Mi ritrovai da sola con Oreste e dovetti dapprima spogliarmi per mostrare il corpo. Poi fui condotta in camera da letto. Una volta lì, Oreste ordinò di indossare le mutande che aveva lasciato lì una delle sue conquiste. Ubbidì senza fiatare. Oreste era curioso di sapere cosa avevo fatto poco prima con Alba. Iniziai a raccontarglielo e lui si eccitò. Mi faceva schifo l'idea di 'prostituirmi' per salvare il lavoro. Se lui avesse mostrato il video registrato, la società da cui dipendevo mi avrebbe scaricata immediatamente insieme ad Alba. Dunque, non avevo scelta. Oreste era un porco, un viscido, anche se a letto ci sapeva fare. Mi leccò la figa con tanto di ditalino. Poi gli succhiai il cazzo. Mi chiavò in svariate posizioni. Lo eccitava sentirmi dire di essere una puttana ed io lo accontentai. Poi, però, avanzò domande personali. Voleva sapere se stessi con qualcuno. Risposi di avere il ragazzo. Voleva sentir dire che Massimo era un cornuto, constatazione peraltro veritiera. Nell'intimità, nel torbido gioco del love talking, è noto che si dicono tante porcate per favorire l'eccitazione. Oltre ad affermare che Massimo è un cornuto, rincarai la dose dandogli anche del frocio. Oreste andò leggermente in confusione. Non capì subito se stessi solo giocando o meno. Colta da troiaggine affermai che quel cazzo duro probabilmente sarebbe piaciuto anche a Massimo. In qualche modo avevo colpito nel segno. Oreste, donnaiolo incallito, nascondeva una curiosità verso i maschi mai appagata. Provando vergogna, cercò di chiudere il discorso spiegando che non sarebbe mai accaduta una situazione del genere. Ma io gli risposi subito che magari, un eventuale flirt tra loro mi avrebbe aiutata a capire l'orientamento del mio ragazzo. Oreste, visibilmente eccitato, dopo avermi scopata a lungo, schizzò sulla figa. Dopo di ciò ci rilassammo un pò ed io cercai rassicurazioni sul lavoro. Rispose che potevo stare tranquilla. Mi rivestì. Stavo per andare via quando fu lui a lanciare la proposta indecente. Disse che, volendo, sarei potuta tornare a fargli visita in compagnia di Massimo. A quel punto compresi che voleva provare con un maschio. Ed ero quasi certa che il mio ragazzo desiderasse la stessa cosa. Qualche giorno dopo, portai Massimo a casa di Oreste. Provai a lasciarli da soli in modo che si potessero conoscere meglio ma vollero che fossi presente anch'io. Si baciarono in bocca in men che non si dica. E poi cominciarono con palpeggiamenti reciproci. Tolsero rapidamente i vestiti e Massimo lasciò che Oreste lo ingroppasse perbene. Il proprietario della casa si vantava di avermi scopata e sollazzava all'idea di penetrare anche il buco intimo di Massimo ormai in estasi. La scopata fu breve ma molto intensa. Restai colpita dalla quantità di sperma che Oreste schizzò dritto sul culo di Massimo. La sborra sembrava non terminare mai di fuoriuscire, segno che al proprietario la trombata era piaciuta tantissimo. Con me l'eiaculazione era stata decisamente meno abbondante. La situazione era troppo eccitante per non spararsi un bel ditalino. E così me ne venni anch'io. Li lasciai da soli, mi rivestì ed andai subito a casa di Alba per darle la buona notizia riguardo al lavoro, oltre a raccontarle nei dettagli quel che avevo vissuto in prima persona. La donna fu estremamente contenta e sottolineò che Oreste, impegnato a 'prendersi cura' di Massimo, probabilmente avrebbe distolto notevolmente le attenzioni da noi donne, a quel punto libere di poter lesbicare in santa pace. Torna all'inizio.

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Sedotta dalla collega durante le pulizie

Ciao a tutti, il mio nome è Cristina. In quel periodo stavo con un ragazzo di nome Massimo. Per la verità il nostro rapporto stava attraversando un'evidente fase di crisi. Ci vedevamo poco e scopavamo ancor meno. Questo suo scarso interesse nei miei confronti mi fece ipotizzare che avesse un'altra o, molto più probabilmente, che tendesse all'altra sponda. Ad ogni modo, il lavoro che svolgevo come operaia pulitrice, per conto di una ditta, mi distraeva dai problemi di coppia. La società mi assegnava incarichi in varie strutture. Un giorno ricevetti il compito di affiancare una collega per la pulizia di un appartamento. Fu così che conobbi Alba, una donna un po' più grande di età rispetto a me. Sembrava gentile, disponibile ma ignoravo che fosse lesbica. Lo scopri' dopo. Non sapevo che mi guardava il culo mentre pulivo a terra. Ad un certo punto la beccai con le tette di fuori e la mano nelle parti intime intenta a sditalinarsi. Pensavo fosse eccitata per aver guardato qualche porno poco prima o che stesse fantasticando su qualche ragazzo. E invece no! Dopo poco ammise di essersi toccata ammirando il mio sedere. Era una lesbicona doc incallita e provò a sedurmi. In realtà non avevo mai pensato a rapporti intimi con una donna ma lei ci sapeva fare. Alla fine tra noi scattò un'intrigante chimica. Accarezzava splendidamente le mie tette da sopra al reggiseno. Finimmo nude ed eccitate anche se per me si trattava di un'esperienza del tutto nuova. Mi strofinò la figa col filo delle mutande, le lecco' mentre accarezzava il seno. Persi il controllo e provai a soddisfarla con la lingua mentre se ne stava a pecorina. Riuscì a condurla all'orgasmo anche se leccavo come una principiante. Poi fu lei a condurre il gioco. Mi dette piacere con lingua e dita. Raggiunsi due splendidi orgasmi. Poi, per la paura fondata che rientrasse il proprietario della casa, cercai di rivestirmi ma lei insistette per continuare a donarmi piacere. La sua lingua saettante trasmetteva inebrianti sensazioni goderecce. Lei diceva che l'intimità era più stimolante col timore di essere beccate. In realtà venni per la terza volta. Mi sentivo sua e lei era al settimo Cielo per aver sedotto una etero. L'atmosfera idilliaca fu bruscamente interrotta da quel porco del proprietario le cui parole gelarono il sangue ad entrambe. Pensai subito che avremmo perso il lavoro. Alba tentò una debole giustificazione ma lui non volle sentire ragioni. Mandò via lei e pretese che io mi spogliassi. Sapevo che avrei dovuto starci per sperare di tenerlo buono e salvare così il mio lavoro e quello di Alba.

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