lunedì 20 marzo 2017

La signora altolocata

Mi chiamo Elvira. Il mio si potrebbe definire un racconto anomalo nella vita di una donna quasi normale. Mio marito, dedito come sempre al gioco e all'alcol, non contribuiva di certo alle entrate familiari ed io, con lo stipendiuccio da impiegata privata pagato in ritardo avevo grosse difficoltà a sbarcare il lunario. Spesso mi aggiravo nei pressi delle abitazioni delle persone ricche del quartiere sognando di poter stare al posto loro. Fu proprio lì che un giorno mi capitò un'esperienza incredibile. Stavo osservando un cancello semichiuso quando notai per terra delle banconote di grosso taglio. Cercando di non invadere la proprietà privata mi chinai ed allungai la mano per tentare di raccoglierle. Ma ecco che, sul più bello, sentì un dolore cane. Era il tacco di una tizia che mi calpestò la mano. La vergogna nella circostanza fu enorme. La giovane signora, di bell'aspetto e dall'aria risoluta, mi spinse con forza dentro casa sua. Cominciò ad ironizzare sul fatto che mi ero comportata da ladruncola, del resto come darle torto? Tirò fuori altri soldi dalle mutande, in quel frangente notai le sue autoreggenti. Mi spinse ad odorare tra le sue cosce: mi premette la testa con decisione e così fui costretta ad avvicinare il viso alle sue mutande e ad annusarle sentendo un odore misto tra fica e danaro che mi sconvolse un pò. La signora (in seguito seppi che si chiamava Tina) si bagnò gli indumenti in modo che si evidenziassero i seni, poi fece lo stesso con me. La monella ripeteva di aver voglia di giocare. Non pensavo affatto che a un tratto mi sollevasse la gonna con decisione e mi masturbasse con un gingillo che mai avevo visto prima. Disse che si chiamava hitachi. Con quella diavoleria persi pian piano i sensi, soprattutto ogni freno inibitorio. Non ero mai stata a cosce aperte davanti ad una donna ma il piacere che provavo era così sconvolgente da rendermi una vera troia consenziente senza limiti. Ad un certo punto volevo solo che continuasse, desideravo che mi facesse godere fino all'orgasmo quella maiala. Solo ad un passo dall'amplesso la stronza rivelò che i soldi a terra erano un trucco per rimorchiare donne, date le sue spiccate tendenze saffiche. Provai un senso di rabbia per esser stata presa in giro ma godevo talmente tanto che il piacere prese il sopravvento e così mi sbrodolai totalmente e mi persi nella lussuria venendo intensamente. Mentre assaporavo ancora il piacere mi disse:"T'è piaciuto puttana? Bhè, adesso che ci conosciamo se vuoi rifarlo bussa semplicemente alla porta, non userò più alcun trucco". Le risposi:"Può giurarci che busserò!". E così, da allora, suono quel campanello almeno un paio di volte a settimana!         


Gli inservienti gay della fattoria

Mi chiamo Rose. Dirigo una fattoria da molti anni. Prima lo facevo insieme a mio marito Jeff. Poi, quando lui mi mollò e scappò via con un'altra donna più giovane, dovetti arrangiarmi da sola. La crisi mi costrinse a ridurre il personale drasticamente e, di conseguenza, anche le opportunità di scopare diminuirono allo stesso modo. Gli uomini pretendevano un compenso mensile troppo alto che non potevo più offrire e così giunsi alla decisione di licenziare tutti prendendo a lavorare soltanto due giovanni ragazzi appena diciottenni, Mario e Ronnie. Infondo non fu una cattiva idea dato che lavoravano sodo e pretendevano poco, come paga. In realtà ci feci anche un pensierino erotico dal momento che, si sà, i ragazzi sono sempre arrapati e magari gli và bene pure una donna matura purchè abbia la fica umida tra le gambe. Ma mi sbagliai! Mario e Ronnie erano tutt'altro che atratti dalle donne. Il mio gironzolare in fattoria in tacchi, calze e reggicalze non li invogliava minimamente, cavolo! Li sorpresi più volte a sbaciucchiarsi e palparsi tra loro nascosti nella stalla. Non dissi mai nulla a riguardo, probabilmente perchè volevo che si sentissero sicuri e andassero ben oltre i semplici baci. In effetti non passò molto tempo affinchè i due cominciassero ad avere rapporti completi. Ricordo bene la mattina in cui li vidi scopare focosamente a candela. Ronnie era il passivo e Mario  (dotato di un gran bel cazzo che mi faceva bagnare solo alla vista) se lo inculava di santa ragione. Fu proprio vedendoli chiavare con tale impeto passionale che trovai naturale, oltre che dannatamente piacevole, sgrillettare la fica bagnata spiandoli. Quando Mario raggiunse l'orgasmo riempendo di sborra il buco dell'altro, mi sbrodolai totalmente e venni intensamente. In attesa che qualche cazzo mi penetri perbene passo il tempo così, a fare la guardona di quei due intriganti frocetti...



giovedì 16 marzo 2017

L'avvocatessa lo prende doppio!

Mi chiamo Serena Rossi. Dopo dieci anni di matrimonio l'idillio con Giacomo finì. La separazione diventò inevitabile. Il problema è che lui è benestante ed io no, in più ho una malattia che mi rende praticamente impossibile lavorare. In altre parole ho diritto al famoso assegno di mantenimento. Non ci sarebbe nulla di strano se lui lo versasse regolarmente e di importo adeguato. Il fatto è che Giacomo è una grandissimo spilorcio e odia rifondere soldi, anche quando è giusto. Per questo motivo, dopo prolungati e inutili litigi, decisi di rivolgermi ad un avvocato per tutelare i miei interessi. Non conoscevo nessuno e così andai presso uno studio associato consigliatomi da un'amica. Fu lì che conobbi Lucia, una bella avvocatessa bionda. Lei fu molto gentile e disse che si sarebbe occupata della mia situazione. Con Giacomo non parlavo più, a quel punto i rapporti di gestione della pratica intercorrevano tra Lucia e Giacomo. Sapevo bene che Giacomo non avrebbe mai mollato e infatti si presentò dall'avvocatessa in compagnia di un amico. Telefonicamente pregai Lucia di non cedere a richieste di abbassamento dell'assegno ma fu tutto inutile. Evidentemente mio marito si era reso conto che il sesso era il punto debole dell'avvocatessa e lo sfruttò. Giacomo e il suo amico scoparono la bella legale arrivando perfino a trombarla in doppia penetrazione! Non vidi ciò con i miei occhi, questo mi fu riferito in seguito da Paco, un aiutante di Lucia che aveva spiato tutto dal buco della serratura. Quello che però osservai con i miei occhi fu la scena finale. Preoccupata da quella telefonata mi ero precipitata allo studio spalancando di forza la porta dell'ufficio di Lucia. Bhè, la bionda mezza nuda se ne stava inginocchiata con due cazzi tra le mani. Eh si, due piselli che avevano appena sborrato sulle sue tettone. La mia reazione? Che dire, prima mi sono incazzata dopodichè mi sono fatta una bella risata. Lucia ebbe il coraggio di sostenere che l'importo dell'assegno andava ridimensionato, da 1000 a 500 euro! Quando mai si è visto un avvocato che fà gli interessi della parte avversa? Bhè, si vede che a Lucia quei cazzi erano piaciuti davvero tanto e voleva riprovarli ancora e ancora. Poco male, mi rivolgerò ad un altro legale, stavolta di sesso maschile, sperando che a quel porcellone di mio marito non piaccia pure il pisello!  


mercoledì 15 marzo 2017

Inconfessabili segreti paterni

Mi chiamo Valeria, sono figlia unica. Mia madre Barbara, di professione segretaria, è sempre stata una gran monella. Eh già, lei tradiva mio padre Diego con vari uomini, sia sul posto di lavoro che fuori. Ad un certo punto la separazione della coppia diventò inevitabile. Lei andò a vivere da uno dei suoi amichetti ed io restai a casa sotto la tutela paterna. Diego non si rassegnò affatto a quel matrimonio ormai morto e sepolto, continuava a ripetere:"Tua madre è una gran zoccola!" e io rispondevo:"Si, hai ragione papà, ma io che posso farci?". Cercai in tutti i modi di distrarlo, gli dicevo:"E va bhe dai, concentrati sul lavoro intanto; prima o poi un'altra la trovi no?". Ma lui sembrava come bloccato nella situazione, incapace di cercarsi altre donne. Anzi puntualizzava:"Tanto sono tutte troie come tua madre....". A quel punto gli suggerì:"Bhè, allora coltiva l'amicizia, vai allo stadio con qualche collega di lavoro no?". A quanto pare un certo Enzo, anch'egli separato, cominciò ad entrare positivamente nella vita del mio genitore. Enzo lavorava nella stessa ditta di mio padre. I due presero l'abitudine di andare insieme a vedere le partite e non solo. Tra pizze, panini, passeggiate varie, uscivano particamente ogni sera quasi come due fidanzati! Fin qui tutto normale, o quasi. Di solito stavo poco a casa, spesso ero fuori con amiche. Ma una sera, tornando da uno shopping, ebbi la classica doccia gelata. Credevo che a casa non ci fosse nessuno. Sentì dei lamenti provenienti dalla camera da letto di mio padre. Incuriosita mi avvicinai lentamente alla porta che era socchiusa e osservai ciò che mi resterà impresso finchè vivo. Mio padre era steso sul letto, nudo. L'altro, anch'egli nudo, gli stava sopra e lo montava! In poche parole li beccai nel bel mezzo di una scopata al maschile. A quanto pare a mio padre piaceva farselo mettere in culo dall'amico e godeva come un pazzo. Esterefatta rimasi a spiare finchè "lo stallone" godette riempendo di sborra il buco intimo paterno. Assaporando l'orgasmo Enzo si accasciò su Diego baciandolo in bocca. Avrei voluto gridare dalla rabbia ma notai lo sguardo felice di mio padre e così decisi di non interrompere quel torbido momento. Mi prenderei a schiaffi dato che, in qualche modo, l'ho portato io a quella situazione. Sgomenta andai in camera mia, mi stesi sul letto senza riuscire a chiudere occhio. Il giorno dopo mio padre, con aria serena mi baciò sul viso, poi disse:"Ah tesoro, se non avessi te e i tuoi magici consigli come farei? Ci voleva proprio un buon amico per distrarsi, avevi ragione tu cara...". Per stemperare in parte l'angoscia che avevo dentro risposi ironicamente:"Eh si, papà... altro che donne!".               


venerdì 10 marzo 2017

Dal pallone alle palle

Mi chiamo Maddy, sono una biondina attraente, lavoro come segretaria e amo provocare. Frequentavo Alessio da qualche mese, sembrava un ragazzo molto premuroso. Ma si sà, le persone si conoscono meglio con il passare del tempo. All'inizio uscivamo insieme una volta a settimana. Quando il numero delle uscite si intensificò cominciai a notare in lui delle particolarità. Con Alessio la situazione era diversa rispetto ad altri fidanzati ossessivi che avevo avuto in passato: quando gli uomini mi guardavano lui non mostrava alcun segno di gelosia. Per un pò di tempo non gli feci domande in proposito, poi, curiosa chiesi:"Non ti dà fastidio che altri mi guardino con interesse ed insistenza?". Alessio rispose:"No, non mi dà fastidio. Sei attraente, è normale che ti guardino". Questa sorta di complicità di coppia non mi era mai capitata e così decisi di approfondirla, di stuzzicarlo di più, di creare tra noi un maggior dialogo. Iniziai a mettere sempre la minigonna quando uscivamo e a cercare gli sguardi dei maschi più belli, sia ragazzi che uomini. Nel momento che incrociavo lo sguardo di qualcuno attraente sussurravo all'orecchio di Alessio:"Hey, guarda questo, come ti pare? E' figo?" e lui rispondeva:"Si, lo è". Questa specie di giochino andò avanti per un bel pò. Lo attuavamo ovunque: cinema, discoteca, ristoranti. Alle volte lui si sbilanciava, arrivava a dire di qualcuno:"Questo è davvero gnocco, molto più fico di me". Fu così che a un certo punto, animata da irrefrenabile curiosità, durante l'intimità gli chiesi:"Senti un pò Alessio, visto che stiamo insieme dimmi la verità, ti piace che mi guardano o ti piacciono gli uomini?". Alessio arrossì poi rispose:"Bhè, un pò e un pò, di più la seconda...". Stupita replicai:"Ah! Hai capito! E pensi di passare alla pratica?". A quel punto lui fece un passo indietro e rispose:"No, veramente sono solo fantasie così, poi stò con te...". Da quel giorno l'argomento fu chiuso ma si sà, certe pulsioni prima o poi ritornano, ci vogliono solo le condizioni adatte perchè si manifestino. La svolta ci fu quando Alessio conobbe un nuovo collega di lavoro, Peter. In comune avevano la passione per il calcio. Tifando per due squadre opposte si punzecchiavano ma questo rese la loro amicizia più intima. Ricordo bene quella fatidica sera in cui Alessio mi chiese:"Tu hai il televisore buono, posso invitare Peter a vedere la partita da te?". Gli risposi di si. Cenammo tutti e tre insieme poi io dissi di dover sbrigare del lavoro al pc mentre loro due si accomodarono sul divano in salotto a vedere la partita. Non li avrei mai disturbati ma, essendo una curiosa per natura, pensai bene di nascondere una videocamera. Naturalmente attraverso il pc portatile potevo osservarli in tutta comodità e riservatezza. Più che altro mi aspettavo di vederli gioire per i gol, niente di più, ma quel che vidi fu ben più di quanto si potesse lontanamente immaginare. Per una mezzoretta effettivamente guardarono la partita ma poi, all'improvviso, colti dall'eccitazione finirono per baciarsi. Il bacio fu solo una prefazione al resto. Alessio tirò fuori l'uccello dell'amico e iniziò a sbocchinarlo pesantemente. Lo fece così bene che sembrava un navigato delle pompe e non uno alla prima esperienza sbocchinatoria. Era talmente infoiato che leccò perfino le palle di Peter. A quel punto mi fu chiaro che preferisse nettamente le palle al pallone! Il chinotto fu prolungato ed estenuante, poi anche Peter volle imboccare l'asta e ricambiare il servizietto. Ormai nudi e vogliosi, coinvolti al massimo, non disdegnarono un focoso 69 sul divano durante il quale Alessio venne in bocca all'altro. Peter era ancora duro e piazzò l'uccello tra le labbra di Alessio pronto a slinguazzarlo nuovamente fino all'orgasmo che giunse impetuoso: Il mio "amato" ricevette tutto il piacere dell'altro, ossia un fiume di sborra in bocca! Dopo gli amplessi i loro bollori si calmarono ed iniziarono i miei. Ero in parte incazzata ma molto di più eccitata. La figa gocciolava di brutto dopo aver osservato quelle oscenità. Per calmarla dovetti ricorrere al fido amico che non abbandona mai le donne: il dildo! Lo piantai con foga nella topa brodosa e lo mossi avanti e indietro fino a godere come una porca. Dopo esser venuta intensamente mi ricomposi e andai da loro. Li trovai vestiti naturalmente intenti a guardare la tv come se nulla fosse successo. Chiesi:"Hey ragazzi, come è andata la partita?". Risposero insieme:"Non era niente di che...". Proseguì:"Bhè, almeno il tv è buono, vi sarete goduti senz'altro qualche altro spettacolo...". Alessio imbarazzato rispose:"Eh si, qualcosa si trova sempre...". Poi baciai Alessio sentendo ovviamente sapore di uccello. E gli dissi:"Tesoro, la tua bocca ha un sapore strano sai? Sà guardacaso... di cazzo! E ora fuori dalle palle frocetti! Mi avete pure sporcato il divano!". Lo sò, sono un pò cattivella e vendicativa che ci volete fare, ma il divano è sacro...      


martedì 7 marzo 2017

Le mie calde amiche del cuore

Mi chiamo Eliana. Marika e Vanessa sono le mie più care amiche. Pensavo fossimo diverse l'una dall'altra ma forse, alla fine, siamo più simili di quanto non si possa immaginare. Ma vediamo un pò i dettagli di ognuna. Fisicamente credo che siamo tutte piuttosto attraenti, poi, bhè io sono la sfigata con gli uomini per eccellenza, la più timida negli approcci insomma. E veniamo a Marika, bellezza prorompente, tette rifatte. Per un periodo fu anche sposata, poi litigò di brutto con il marito che la cornificava con una 18enne e, dopo la separazione, si dedicò alle donne. E poi c'è Vanessa, la più figa forse. Lei è fidanzata, almeno così avevo sempre saputo. Insomma come assortimento non c'è male. Siamo sempre state molto unite condividendo uscite varie, parrucchieri, shopping, cinema, discorsi sugli uomini. Solitamente ci incontravamo almeno due volte a settimana con qualsiasi pretesto, perfino giocare ai videogiochi. Eh, si, lo ammetto pensavo fossero quasi due sorelle per me ma nella vita l'imprevisto è sempre in agguato, quello più particolare che ti fà riconsiderare le situazioni di punto in bianco. Quel martedì pomeriggio lo ricordo bene, fu come una doccia gelata che poi diventa d'improvviso bollente. Cosa accadde? Marika mi disse telefonicamente:"Vieni a casa di Vanessa che guardiamo un film insieme...". Non era la prima volta che lo facevamo per cui nulla di insolito. Giunsi nei pressi dell'abitazione. Vanessa era solita lasciare una copia delle chiavi sotto lo zerbino. La raccolsi e aprì la porta. Silenzio assoluto nel corridoio, poi la sorpresa quando entrai in camera da letto. Marika e Venessa erano completamente nude, distese sul letto intente a baciarsi e a palparsi teneramente. Caddi davvero dalle nuvole, mi sentì quasi tradita da un lato, ma dall'altro fui quasi gelosa di esser stata in qualche modo esclusa da quel torbido momento di intimità. Tuttavia volevo capire cosa stesse succedendo. Marika fornì delle spiegazioni, disse che Vanessa era stata mollata dal ragazzo e così, bhè, lei la stava consolando! Iniziarono entrambe a fare un discorso negativo sugli uomini che mi convinse. Del resto io con gli uomini ero la più insicura! Bhè finì anch'io per restare nuda a leccare le tettone di Marika. Poi Vanessa prese a baciarmi mentre Marika mi leccava la figa. Marika insistette nel dire che Vanessa aveva bisogno di conforto, dato il momento difficile, e così mi fu molto più facile consolarla a suon di slinguazzate nella passera. In realtà ci presi talmente gusto che insieme a loro lesbicai per tutto il pomeriggio. Non pensavo proprio che il film, invece di vederlo in tv, lo avremmo realizzato noi e, per giunta, a luci rosse!        


Erotiche assunzioni al femminile

Mi chiamo Eleonora, svolgo il lavoro di segretaria presso un'importante azienda. Il capo sà bene che sono lesbica ma sfrutta la mia avvenenza coi clienti. In parole povere, di cazzi ne devo succhiare un bel pò, ahimè! I migliori momenti di relax li trovo quando mi occupo delle assunzioni, eh si! Si presentano tante belle ragazze in cerca di un posto di lavoro ed io ne approfitto. Logicamente non tutte sono disposte a tutto ma qualcuna per fortuna si. Ricordo con piacere Valentina, una bella fighetta che stette con noi circa 3 anni. Credeva che bastasse il suo curriculum per essere assunta: buona conoscenza dell'uso del pc e dell'inglese. Figuriamoci! Al capo interessa una che sà fare bene i bocchini, quantomeno. A guardarla in faccia mi resi subito conto che Valentina ci sapeva fare con gli uomini, ma se non avessi inventato nulla, non me la sarei mai fatta. E così le spiegai che avrebbe incontrato facoltose e viziose clienti donne (raro) amanti della figa (ancor più raro), che avrebbe dovuto essere preparata a tutto. Molto maliziosamente le affibiai un particolare test d'ammissione, diciamo così. Naturalmente io ricoprì il ruolo della cliente viziosa da soddisfare. Non fu poi tanto difficile invogliare la bella Valentina a leccarmi perbene la figa. Non leccava niente male per essere una etero. La porcellina mi procurò un favoloso orgasmo. Non vedevo l'ora di ricambiare, di farla godere anch'io. Affondai quella morbida fica con 4 dita! Le feci allargare le cosce sulla scrivania e la sditalinai a lungo finchè la sua calda e deliziosa passera esplose in un lago di umori. Lo ammetto, a far venire quella troietta etero convinta toccai davvero il cielo con un dito. Naturalmente non mi accontentai di una sola volta, eh no! Le spiegai che doveva tenersi in allenamento per eventuali incontri con le donne e così, di tanto in tanto, me la godevo nell'ufficio. Peccato che il capo, dopo tre anni, l'abbia piazzata da un'altra parte... sigh!          


lunedì 6 marzo 2017

Colleghe universitarie in calore

Sono Eleonora, una studentessa universitaria con poca voglia di stare a sgobbare sui libri. Non disdegno il cazzo anche se, in verità, prediligo di gran lunga la fica. Di solito scelgo le colleghe di studio che hanno un certo sex appeal per poi eventualmente sedurle e farci sesso. Alla facoltà di Economia conobbi Marina, una biondina niente male piuttosto dedita allo studio. Per alcuni mesi non volli rivelare le mie reali intenzioni e così il nostro rapporto restò a livello di amiche di studio. Tuttavia, mentre stavamo presentando un esame piuttosto difficile, cominciai a sclerare di brutto ed ebbi voglia di un break, di una pausa mentale. In realtà avevo anche voglia di godere e Marina, come ragazza, non era niente male. Ricordo bene quel pomeriggio in cui lei se ne stava seduta a leggere con attenzione il libro mentre io, svogliata, mi guardavo allo specchio. Ad un certo punto chiese il mio aiuto. Bhè, cominciai a stuzzicarla e, con faccia tosta, senza vergogna, mi sedetti sul suo corpo palpandole poi le tettine. La provocai in tutti i modi, le feci capire che volevo farlo tra ragazze. Ovviamente lei era restia anche se sessualmente più che mai repressa. Non la mollai, non le detti fiato, la palpai, la toccai, le sollevai la mini scoprendo le sue grazie. Senza inibizioni le feci sentire la lingua nelle zone calde e lei cominciò a lasciarsi andare. Alla fine aprì le gambe, voleva essere slinguazzata in fin dei conti ed io non le negai certo questo sublime piacere. Accarezzai la sua calda e umida vagina con la lingua conferendole momenti di estasi culminati con l'orgasmo. Ma anche io non ne potevo più, strusciai dapprima la figa contro la sua coscia. Poi aprì le gambe per ricevere la slinguazzata che arrivò impetuosa. Leccava proprio bene per essere un'inesperta, leccava con impetuosa passione al punto che le godetti magnificamente nella bocca. Eravamo ancora piuttosto infoiate però. Allungai la mano deliziandola con un frenetico ditalino mentre lei palpeggiava me. Raggiungemmo ancora il piacere profondo rendendo quel pomeriggio magico. Utilizzando il break sessuale, ogni giorno, durante le ore di studio arrivammo all'esame piuttosto rilassate e ci togliemmo la soddisfazione di prendere entrambe il massimo dei voti. Mia madre, felice, commentò:"Hai visto Eleonora, quando si studia con costanza i risultati arrivano...". Sorridendo replicai:"Eh si, del resto ho una valida amica di studi, gran parte del merito è suo, con lei si arriva di sicuro...".           


giovedì 2 marzo 2017

Sedotta dall'amica della palestra

Mi chiamo Fabiana (quella coi capelli scuri). Questa storia è un pò anomala ma sicuramente carica di passione, andiamo con ordine. Sono un'estetista con l'hobby-relax della palestra. Dal momento che non sono brutta ho sempre rimorchiato ragazzi durante e dopo gli allenamenti rimediando agevoli scopate con svariati partner maschili. Penserete maliziosamente:"Mmmm che troia!", bhè come negare ciò? Tutto pareva scorrere normalmente finchè conobbi Monica, una ragazza molto carina più giovane di me di un paio d'anni. Ci incontrammo per caso al bar durante una dissetata a base di prodotti rivitalizzanti. Monica si mostrò subito cordiale e sorridente e così diventammo amiche rapidamente. Spesso ci allenavamo insieme trovando molti momenti di risate e battute che rendevano il lavoro, nell'insieme, decisamente meno pesante. Tuttavia quello che mi dette da pensare di lei era il suo atteggiamento ostile nei confronti degli uomini. In confidenza le dissi che scopavo con vari e lei mi rispondeva quasi sempre seccata "Scelta tua, cosa ci trovi in quegli idioti?". Le rispondevo:"Qualcuno è simpatico però..." e lei replicava:"Si si va bhè...". Il tempo passò e ci frequentammo anche fuori dalla palestra: andavamo al cinema, a mangiare la pizza, a fare shopping, qualche volta. Monica era sempre gioviale e divertente anche se di sè non amava parlare troppo. Avevo sempre pensato di esser per lei quasi una sorella maggiore, di essere io quella grande ma Monica, di lì a poco mi avrebbe stupita, e non poco! Non dimenticherò mai quel pomeriggio fatale in cui stavamo a casa mia. Ci eravamo appena preparate per la palestra quando Monica iniziò a sorridere più del solito. Poi, come un fulmine a ciel sereno mise la sua mano destra tra le mie gambe (portavo il pantaloncino). Pensai a una sorta di scherzo nei primi attimi ma lei non tolse affatto quella mano. La interpretai come una specie di sfida e così, ripresa dallo stupore, la bloccai. Finì piegata sul letto e io le stavo dietro. La sentì calda, fremente come non lo era mai stata. Cominciò un discorso sulla dominazione che mi intrigò. Non sò cosa mi prese in quel momento. Forse volevo farle capire di non aver paura a stare al gioco e così le abbassai i pantaloncini jeans e le mutandine bianche che indossava. Mi ritrovai davanti le sue zone intime e, quasi in segno provocatorio, detti una leccata. Monica non aspettava altro. Si girò di scatto e, con forza quasi sovrumana, mi sbattette sul letto. Stentai a credere che stesse succedendo davvero! Abbassò i pantaloncini che indossavo e iniziò a leccare sapientemente la figa! Slinguazzava come un'assatanata, non potetti evitare di godere: me ne venni di brutto! Poi Monica mi mise praticamente la fica in bocca esortandomi a leccare. Ero frastornata ma presa dalla situazione e leccai la sua bernarda. Monica voleva godere ed io mi impegnai a ricambiare il piacere provato poco prima. Mi scaricò in bocca tutti i suoi caldi sughi ed io li ingoiai tutti. Nemmeno il tempo di pensare che me la ritrovai davanti pronta per un lungo e caldo bacio. Monica mi mise la lingua in bocca ed io la accolsi. Eravamo complici ormai ed io mi sentivo dominata da lei. Finì clamorosamente sul letto a pecorina con lei pronta a slinguazzarmi culo e fica senza esitazioni e senza pietà. Arrivai così al secondo intensissimo orgasmo. I suoi modi arroganti e prepotenti da comandante, nonchè  quella faccina da troia ebbero su di me un effetto devastante. Volevo essere sua, ero disposta a fare tutto ciò che desiderava. Mentre l'orario della palestra era già bello che terminato me ne stavo inginocchiata a leccarle i capezzoli, sottomessa irrimediabilmente ai suoi ordini. Dopo quella volta disertammo la palestra per mesi, gli allenamenti me li faceva fare lei, e anche piuttosto massicci!              


mercoledì 1 marzo 2017

Dieta mancata, grande trombata!

Mi chiamo Davide. In quel periodo mi sentivo un pò appesantito, per questo motivo cercai un centro dietologico su internet. La dottoressa Lisa, una bella donna sorridente, mi fece una buona impressione ma in realtà quel comportamento cordiale era solo una farsa per accalappiare clienti, una presa per i fondelli insomma. La dieta che mi dette faceva davvero cagare e, in più, i prodotti di quella ditta erano davvero pessimi in quanto a qualità ed efficacia. Fu così che, dopo un mesetto circa, stufo della situazione, mi presentai imbufalito al loro negozio. Non solo dissi alla dottoressa che non avrei continuato la dieta ma le feci capire che sarebbe scattata la denuncia di lì a breve. Tutto sembrò culminare "a schifio", come si suol dire, ma non immaginavo certo la singolarissima reazione di Lisa. Evidentemente la dottoressa conosceva bene la scarsa qualità della ditta presso cui lavorava e, per fermarmi dal denunciare, ricorse alla noble art sbocchinatoria. Eh si, avete capito proprio bene! Si tolse il camice bianco in fretta e furia sfoderando un gran fisico con due belle tettone. La bella signorina tirò fuori il cazzo dal pantalone con disinvoltura e, con quei morbidi labbroni da troia, cominciò a succhiare splendidamente la cappella. Poi ingoiò sapientemente il pisello ed io andai in estasi. La porcellona aprì le gambe, pronta a farsi sbattere a missionaria ed io non la feci di certo attendere. Le piazziai il cazzo duro tra le cosce e la scopai con forza, poi le detti un'altra favolosa ripassata a pecorina. Infoiato dalla situazione ebbi la brillante idea di scoparle perbene anche il culetto. L'ano ce lo aveva bello comodo e accogliente, segno evidente che di cazzi ne aveva presi parecchi la donzella, e di sicuro non solo quelli dei clienti insoddisfatti come me. A pensare a quanto fosse troia mi eccitai sempre più. La misi a missionaria e tornai a scoparle la passera mentre si sditalinava ad occhi chiusi godendo come una porca. La sentì tremare e venire intensamente. Sfilai il cazzo scivoloso dalla figa e glielo piazzai in bocca, le dissi:"Lecca troia!". Lei non se lo lasciò ripetere. Bastarono pochi suadenti colpi di lingua affinchè le sborrassi in bocca copiosamente. Dopo una scopata del genere mi passò del tutto la voglia di sporgere qualsiasi denuncia. Dopotutto è bene che la signora non perda il posto di lavoro così sò dove posso venire a darle, di tanto in tanto, una bella dose di cazzo!