martedì 12 marzo 2024

Premurosa datrice di lavoro

Mi chiamo Lucia. Sono un'imprenditrice. Preferisco circondarmi di giovani dipendenti maschi. I ragazzi mi fanno arrapare e sentire giovane. Ma non ci sto con tutti, sia ben chiaro, d'altra parte sono il Capo. In effetti, esistono delle situazioni in cui il sesso è vantaggioso anche per la prosperità dell'azienda. Alessandro era il mio miglior elemento, quello più produttivo, il venditore modello. Ma, nell'ultimo periodo sembrava apatico, appannato, svogliato, privo di motivazioni. I profitti cominciarono a risentirne sensibilmente. Fui costretta ad un dialogo a quattr'occhi con Alessandro. Gli chiesi che cosa non andasse e feci chiari riferimenti alla fidanzata. Lui confermò che i rapporti erano peggiorati tra loro: litigavano, non scopavano. Alessandro non vedeva la fica da un po' e stava entrando in depressione. Fu così che pensai di intervenire drasticamente tirando fuori il suo uccello dal pantalone e cominciando a slinguazzare la cappella. Al ragazzo non sembrò vero ricevere quelle impagabili sensazioni di piacere. Il suo pene era già durissimo, pronto ad entrare in fica ed io ad accoglierlo. Lo misi a suo agio, ci demmo del tu e poteva chiamarmi tranquillamente Lucia. Iniziammo a scopare a candela, passando poi ad una posizione di fianco sulla scrivania. Sapevo che desiderava pure il mio culo e lui non vide l'ora di penetrarlo col suo uccello voglioso. Fremeva dall'eccitazione e dal godimento. Dopotutto, non capita tutti i giorni trombare la datrice di lavoro e ficcarglielo pure tra le chiappe. Il suo discorso sulla differenza di età, fece intendere che mi avrebbe gradita come fidanzata, se fossi stata più giovane. Gli dissi che potevo esserlo comunque. Avrei fatto di tutto, pur di rivederlo presente sul lavoro. Intuì che gli sarebbe piaciuto da matti, penetrare la figa con la mano. Gli dissi che poteva attuare qualsiasi genere di porcata e lui infilò la mano nella vagina. Godetti come una matta e venni. Anche lui non desiderava altro che arrivare all'orgasmo. Gli solleticai la cappella con la lingua, prima che mi schizzasse copiosamente in bocca la sborra calda. La stavo ancora assaporando quando, all'improvviso, si aprì la porta dell'ufficio e comparve la sua fidanzata, giunta lì probabilmente per chiarire. La biondina non si aspettava affatto di assistere ad una scena del genere, tremendamente umiliante. Ovviamente affermò che, data l'età, potevo essere la madre di Alessandro. Per pronta risposta, le dissi che ormai quel cazzo era mio e, per il futuro, le consigliai di essere meno litigiosa e più disponibile di bocca e di culo con i ragazzi. 

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