sabato 27 aprile 2024

Sedotta dalle amiche troiette

Sono Sonia. Voglio raccontarvi come ho cambiato sponda. Mi piacevano i ragazzi, o almeno credevo. Ma fui sedotta da due mie amiche un pò malefiche. Ignoravo che fossero lesbiche anche se facevano discorsi strani, di donne che possono stare senza uomini. Stavamo facendo delle foto sexy e un pò giocavamo a chi avesse il seno più carino. Per una posa ci spogliammo addirittura nude ed io poi le convinsi a rivestirci quanto prima. Tuttavia, mentre lo stavo facendo, loro mi bloccarono, mi presero in mezzo e cominciarono a leccarmi contemporaneamente la fica e il culo. Mi ribellai ma godevo di brutto. Quelle maiale mi portarono energicamente all'orgasmo. Non paghe continuarono. Me ne ritrovai una sopra mentre l'altra mi leccava con gusto la fregna. Quando spostò la lingua sul culo, ebbi un altro orgasmo bollente sublimato dalle dita che continuavo a prendere con foga nella figa. Le due "amiche" commentarono soddisfatte di come mi avevano posseduta. Da quel giorno, inevitabilmente, cambiai sponda!  


Gli inquilini ideali

Mi chiamo Marco. Non immaginavo che la mia vita pendesse una certa piega. Tutto cominciò da quando cercavo un appartamento per studiare, situato vicino all'Università. Dividere l'importo del fitto conviene per cui lasciai un annuncio in bacheca. Pochi giorno dopo, mi contattò un ragazzo di nome Antimo. La dottoressa Giordana, la proprietaria, dell'immobile fu chiara: non desiderava casini nel condominio, situazioni con ragazze che salgono e scendono per le scale, per intenderci. Passò del tempo e sia io che Antimo avvertivamo una certa astinenza sessuale. Per giunta lui mi turbava girando per casa sempre senza mutande. Ma quando ci provò, asserendo che potevamo provare tra di noi, lì per lì mi dette fastidio. Poi, osservando il suo sedere, cominciai a cambiare idea. Poco dopo stava già in ginocchio a succhiarmi l'uccello! Non ero convintissimo ma l'eccitazione mi portò a continuare il gioco senza sapere che Giordana si era intrufolata in casa e ci stava spiando. Gli leccai il culo e lo infilzai a pecorina. Proprio nel momento in cui gli schizzai in bocca, notai la presenza di Giordana. La figura di merda fu eclatante ma lei ci rassicurò. Dopotutto non avevamo portato ragazze a casa o creato dispordini nel palazzo. Tuttavia, per l'imbarazzo, pensammo lo stesso di andar via dallo stabile ma lei ci tranquillizzò proponendo addirittura un invitante sconto sul fitto. A quel punto, avemmo tutta la calma di ripetere l'esperienza tra maschietti. Forse Antimo stava già sulla strada di cambiare parrocchia ma, in quel modo, diventai gay anch'io. Giordana si mostrò una nostra amica e confidente: ormai lo facevamo davanti a lei che ci incitava pure. La figa, che lei esponeva con orgoglio, sembrava davvero non interessarmi più. Oltretutto, arrivai anche a prendere la sborra in faccia dal mio compagno, cosa che non mi sarei mai sognato di fare. Credo che per Giordana siamo gli inquilini ideali perchè non creiamo casini nel condominio. In effetti, è anche merito suo se sono giunto ad amare un uomo. Lei ha fatto di tutto affinchè la complicità tra me e Antimo potesse crescere ai massimi livelli. Di Giordana non so tutto, nel condominio si vocifera che stia con una donna. Bhè, di sicuro le parlerà di noi due e magari insieme ridono mentre godono. Poco importa, inviterò entrambe al nostro matrimonio!         


venerdì 26 aprile 2024

Una bollente intesa a tre

Mi chiamo Morgana. Intrapresi una relazione saffica con una donna separata di nome Sara. Tutto filava liscio finchè Sara fu costretta a spiegare alla figlia Loredana, un pò più grande di me di età, il nostro legame. La ragazza rimase destabilizzata da tali esternazioni e temeva di essere messa in disparte. Provai a rincuorarla con un bacio ma la madre fece di molto meglio interagendo sessualmente con la figlia. Non credevo ai miei occhi che la donna matura, gran troia, baciasse la figlia e le leccasse pure i capezzoli. Mi sditalinai per l'eccitazione. A quel punto, capì che sarebbe finita a triangolo. Sara, sciolta ulteriormente dalla mia lingua che le saettava nel culo, slinguazzò senza alcun pudore la passera della figlia che, poco dopo, ricambiò. Intanto io strofinavo la patata con quella della ragazza. Poi, mentre Sara mi leccava da dietro, io leccai a piacimento la bernarda della ragazza portandola beatamente all'orgasmo. Bhè, dopo quella volta, Loredana ha compreso perfettamente che, se vuole ricevere attenzioni, l'unico modo è entrare a far parte del nostro rapporto di coppia trasformandolo in un succulento triangolo lesbo.        


Sussulti con la cameriera

Mi chiamo Antonietta, sono una cameriera. Nella vita si scende spesso a compromessi e, talvolta, non risulta nemmeno spiacevole. Capì ben presto che la signora Wanda non mi aveva assunta per pulire casa. Pretese che mi vestissi da camerierina sexy per interagire con lei sopra il divano. All'inizio la situazione mi parve torbida ma ci tenevo a guadagnare. Poco importava se venivo pagata per pulire oppure semplicemente per comportarmi da mignotta. A Wanda piaceva che la stuzzicassi con un giocattolo vibrante, poi però voleva che lo facessi io a lei. Dopotutto era divertente. Il gioco diventava ancora più inebriante e coinvolgente quando ci mettevamo nella mitica posizione del 69. Io, di solito stavo sopra. Il lecca lecca reciproco ci portava ad orgasmi intensissimi. Ma dopo, di solito, lei esigeva che ci masturbassimo sul divano l'una accanto all'altra baciandoci di tanto in tanto. Il ditalino finale suggellava, definitivamente, un intero pomeriggio trascorso a fare maialate. La casa versa nella sporcizia e nel disordine più totale. Con questo andazzo mi sa che pulirò astento una volta a settimana!   


Seducendo l'amica etero

Mi chiamo Elena, sono lesbica. Sedurre un'amica etero convinta non è agevolissimo ma la pulsione forte che sentivo nei confronti di Costanza mi spinse a provarci ottenendo, tutto sommato, risultati confortanti. Partì diretta, palpandole le tette da sopra alla maglietta nera. Poi ci baciammo. In seguito, ci spogliammo e ci baciammo ancora e lei mi leccò pure il seno. Ma sapevo che non mi avrebbe leccato pure la passera, non subito, non così in fretta. Così fui io a prendere l'iniziativa e a lavorarmela dapprima con le dita, poi con il dildo e intanto le leccavo pure i piedi: adoro il fetish! La feci arrivare eccome! Spero che lei, in futuro, non si limiti a succhiarmi le dita della mano ma si spinga ben oltre, e cioè con la lingua sul clitoride.

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Leccata sullo scaletto

Mi chiamo Claudia. C'era una certa complicità tra me e la mia amica Vanessa ma, alle volte, non si ha la certezza di ciò che realmente prova una persona per un'altra. In poche parole, per paura di ricevere un due di picche, non presi l'iniziativa, lasciandola a lei. Di sicuro, non immaginavo che scegliesse di approcciare a me in una situazione particolare, ossia mentre stavo sullo scaletto, cercando di sistemare un quadro storto. Le chiesi di tenermi per non cadere ma Vanessa fece molto di più, leccandomi la fica da dietro. Colpa mia che spesso non porto le mutandine per cui la tipa ebbe gioco facile. Poi mi girai al contrario e lei completò il servizio. Non avevo mai raggiunto un orgasmo stanndo sopra lo scaletto: è proprio vero che nella vita non si finisce mai di sperimentare! A quel punto, ci piazzammo comode comode sul lettone e io ricambiai leccandole con gusto la bernarda bagnata davanti e poi a pecorina, finchè se ne venne beatamente.  


Massaggi tra Cheerleader

Mi chiamo Tessa. Io e la mia amica India siamo due cheerleader di un squadra di football americano. Credo di essere finita a letto con lei per caso. Un giorno, dopo gli allenamenti, mi faceva un pò male la spalla e lei si offrì di massaggiarmela. Solo che, a poco a poco, mi fece spogliare con la scusa che, in quella maniera, poteva aiutarmi meglio. Ero in imbarazzo. Si spogliò anche lei affermando di mettermi a mio agio, in tal modo, ma, in realtà, generò l'effetto contrario. Dopodichè, cominciò a leccarmela sopra al divano sostenendo che preferiva quel tipo di massaggi, con la lingua! Finalmente compresi le sue vere intenzioni e, ormai eccitata, decisi di assecondarle leccandole il culo e la fica. Una volta posizionate a 69, capì quanto avesse ragione! Godemmo come pazze e ancor di più quando lei strofinò la passera contro la mia per raggiungere indimenticabili amplessi. Adoro fare la Cheerleader!    


mercoledì 24 aprile 2024

Saffiche con discrezione

Mi chiamo Marta. Sono una donna sposata. Ho sempre preso dosi massicce di cazzo nel matrimonio e, con riservatezza, anche fuori dal matrimonio. Per la serie, mio marito non ha mai saputo nulla, riguardo alle avventure con gli spasimanti. Ma a volte, nella vita, è bello variare, provare nuove esperienze ed emozioni. Compresi presto che a Barbara, la mia giovane e bellissima collega d'ufficio, gli uomini non piacciono per nulla. Veniva molto corteggiata ma non si concedeva a nessuno. Stava sempre vicino a me ma io non le davo modo di approcciare più del dovuto, pur mantenendo un buon rapporto di amicizia. Poi, un giorno, decisi di accettare un invito a casa sua. E lì mi accorsi di quanto fosse attratta da me. Sfogliava un libro di donne nude affermando di osservar le foto per motivi artistici. Poi, però, si approcciò alla sottoscritta. Stavolta le concessi la possibilità di sedurmi, pretendendo però massima discrezione, e lei non si fece scappare l'occasione. Per alimentare il desiderio, finsi di non volerci stare, all'inizio. Mi scostò le mutandine esprimendo apprezzamenti sulle fessure. Mi penetrò con due dita, prima, poi usò la lingua. Godevo parecchio ma lei non si accontentò. Tirò fuori il dildo e me lo conficcò nella vagina fino a farmi urlare di piacere. Volevo ricambiare, in qualche modo. Si mise a pecorina e io le leccai un pò la fica, poi usai il dildo, come lei aveva fatto con me poco prima. Ci godevo ad infilzarla. Pensai che mio marito l'avrebbe di sicuro spaccata volentieri. Continuai a penetrarla con l'oggetto e intanto la baciavo. Anche lei raggiunse un profondo orgasmo. Le ricordai di mantenere la massima discrezione, di non farne parola con nessuno. Dopo quella volta, presi l'abitudine di andarla a trovare spesso avallando scuse con mio marito inerenti improrogabili impegni lavorativi. Quando lui mi chiede se ho l'amante, gli rispondo maliziosamente: "Purtroppo è solo una collega donna, non ha il cazzo!" e lui si mette l'anima in pace. Ma non immagina lontanamente che io e lei facciamo certi appaganti giochini... 

colleghe

L'ambita figlia dei vicini

Questa storia somiglia un pò a una favola. Sono Monica, una donna che ama le ragazze. La mia vicina, Rosy, è davvero carina ma i suoi genitori sono molto possessivi e gelosi e la tengono quasi sempre rinchiusa in casa. Ecco perchè, una notte, pensai bene di andarle a fare visita passando direttamente dalla finestra della sua camera da letto. Fortuntamente si trovava al primo piano per cui non fu difficilissimo entrare nell'abitazione. Rosy stava leggendo un libro. Si meravigliò dell'intrusione ma la trovò estremamente romantica. Soltanto che presupponeva un principe al mio posto. Non fu difficile farle capire che, nelle favole moderne, possono starci anche due principesse. Fu delizioso trascorrere la notte tra baci, leccate di capezzoli e di fica a profusione, il tutto condito da orgasmi favolosi raggiunti con inebrianti slinguazzate anali. Ormai paghe, dopo una notte di passione, ci accasciammo esauste sul lettone. Ma, alle prime luci dell'alba, dovetti prendere rapidamente la via della finestra e sparire prima che i suoi genitori si accorgessero della mia presenza. Tutti i sogni finiscono, prima o poi, ma quello fu davvero stupendo.


Ritratto d'artista

Tra l'artista e la modella che viene ritratta si innesca spesso un feeling creativo. Questo magnetismo diventa ancor più forte se tra le due si inserisce un'amica della pittrice. A quel punto, la realizzazione dell'opera dev'essere necessariamente rinviata in quanto ci sono altre priorità da soddisfare...

lesbo


Poco inclini allo studio

E' meglio nascondere le cose oppure no? Sono Erica, studiavo con la mia amica Caterina. Bhè, in effetti non amiamo molto fare i compiti, preferiamo darci piacere tra di noi. Mia madre Vera mi raccomandava di studiare ma, mentre lo faceva, Caterina stava a leccare la fica sotto il tavolo. Non fummo scoperte per un pelo. Poi, mia madre uscì e io e la Cate potemmo rilassarci ma lei, gran troietta, aveva un debole per mia madre. Così, mentre facevamo sesso, mi convinse a coinvolgerla. Ero scettica ma l'idea mi intrigava. Seguendo il suo consiglio, ci facemmo trovare a limonare da Vera spiegando che si trattava di un test per l'esame di Anatomia. Mia madre restò confusa e, nel frattempo, le saltammo addosso per un amorevole triangolo. Adesso mia madre non mi dice più di studiare ma di leccare!


Tutorial pompini

Mi chiamo Annette. Scopavo con Freddie, il mio ragazzo ma ero restia a spompinare perchè mi dava fastidio ricevere in bocca la roba collosa che fuoriesce dal pene. Ma lui era scontento e così rischiavo che mi lasciasse, prima o poi. La gelosia fu il mordente adatto, il carburante che mi sbloccò nell'arte di praticare pompini. Quando vidi una signora che gli gironzolava intorno, mentre lui cercava di riparare la moto, persi la testa ed andai su tutte le furie. Ma la donna sarebbe stata la mia salvezza, in fin dei conti. Fu lei a leccare, senza convenevoli, il pisello di Freddie e a convincermi a fare altrettanto. Lo spompinammo a turno, lei di più ma io cominciai a prendere decisamente confidenza con l'arnese. Freddie, pago delle attenzioni di due bocche femminili, eiaculò felice sulle mie tette. Il "tutorial" della signora Sara mi fu davvero molto utile! 

pompini


martedì 23 aprile 2024

Il triplo gioco di Vania

Mi chiamo Vania. Sono una donna sposata, impiegata come segretaria, che non conduce una vita limpida. Ebbene, ho degli scheletri nell'armadio. Prima di tutto, durante gli straordinari in ufficio, a tarda sera, è capitato, più di una volta, che arrivassi all'intimità con la collega della contabilità, Mariella. La prima volta mi chiese di seguirla in bagno, calò le mutandine, si sedette sul w.c. e allargò le gambe. Capì che voleva essere leccata, mi inginocchiai e appagai le sue voglie con la lingua nella figa. Le volte successive, la dinamica fu simile. Non né feci parola con nessuno finché Alessandra, mia figlia, riportò alla luce certe pulsioni che tentavo a malapena di dimenticare. Lei non si accostava mai ai ragazzi per cui non mi meravigliai quando ammise di desiderare fortemente un rapporto lesbico. Le suggerì di provare con le amiche ma lei non voleva che a Scuola si venisse a sapere qualche retroscena e ammise apertamente di voler provare con la sottoscritta. Rimasi stupita, cercai di distoglierla da questa folle idea, da un lato. Ma, allo stesso tempo, mi intrigava il suo insano corteggiamento incestuoso. Quando cominciò a leccarmi i capezzoli e poi la figa, mi lasciai andare completamente. Persi totalmente i sensi nel momento in cui mi diede le ultime proverbiali leccate alla pecorina e arrivai all'orgasmo. Poi, fui io a ricambiare ma mia figlia si accorse che non leccavo una passera per la prima volta. A quel punto, cominciai a spifferare il segreto dell'Ufficio e intanto lei se ne venne. Fui costretta a raccontare ad Alessandra tutti i dettagli dei flirt con la collega. Mia figlia divenne una sorta di confidente e di amante. Intanto, non disdegnavo i siparietti con l'addetta alla contabilità in ufficio e, di tanto in tanto, prendevo volentieri il cazzo di mio marito. Bhe, mi ritrovai coinvolta in una specie di triplo gioco torbido con tre diversi partner sessuali e questa situazione permane tutt'ora.


lunedì 22 aprile 2024

Eccitazione incontrollabile con la nera

Mi chiamo David. Dopo un periodo di solitudine, cercavo una donna che mi emozionasse davvero. Un amico mi suggerì con entusiasmo di recarmi da Tatiana, una massaggiatrice di colore. Quando la incontrai constatai di persona quanto fosse attraente. Le spiegai che desideravo qualcosa di speciale. Lei mi fece accomodare sul lettino osservando il mio corpo nudo con la scusa di sistemare l'asciugamano. Poi, iniziò un massaggio professionale alla schiena. Non credevo che, poco dopo, restasse completamente nuda, in tacchi e il massaggio si tramutasse in ben altro! Iniziò a spompinarmi l'uccello alla grande. Andai in estasi con le attenzioni orali di quella Venere. Strusciai il pisello contro la sua figa, poi le proposi un 69, prima di scopare. La donna stava sopra ed io sotto. Leccai come un forsennato quella passera deliziosa mentre lei mi sbocchinava a meraviglia. Avrei voluto scoparla ma, preso dall'eccitazione incontrollabile, schizzai copiosamente sul suo splendido e abbondante seno. Una tipa così la consiglio a tutti, potrebbe far resuscitare davvero i morti! 


La madre consola l'amichetta del figlio

Mi chiamo Marinella. Marco era il mio miglior amico. Accadde che mi innamorai di lui, non corrisposta. In realtà, mi recavo spesso a casa sua e facevo il bagno in piscina ma Marco non si faceva trovare quasi mai, era troppo impegnato a correre dietro a quell'antipatica di Sonia. Rimanevo da sola con la madre Ada che, gentilmente, mi preparava anche da mangiare. Credevo che quella della donna fosse una reale gentilezza disinteressata ma le sue attenzioni erano volte a provarci con la sottoscritta. Non immaginavo che la signora si dedicasse alle ragazze "scartate" dal figlio. Un giorno, mi disse chiaramente di non metterci il pensiero sul figlio. Poi, mi fece intendere che si sarebbe presa lei cura di me e iniziò un lento e implacabile corteggiamento. Mi ritrovai palpata e leccata ai seni. Poi mi trascinò nei pressi del materasso dove mi tolse rapidamente la parte di sotto del costume. Finimmo per baciarci. Sapevo di non dover cedere ma la signora ci sapeva fare. Capitolai quando presi le dita e la lingua nella figa. Poi, la donna pretese di essere ricambiata. Dovevo scontare tutte le sue false gentilezze leccandole accuratamente la passera. Mi sentì una puttana anche se confesso che quel gioco zozzo mi piaceva. Lo feci con cura, per un tempo interminabile, in svariate posizioni. Marco e Sonia rientrarono nell'abitazione proprio mentre io e Ada stavamo impegnate in un focoso 69. Sonia, gelosa marcia di lui, non perse occasione per screditarmi. Disse che dovevo continuare così, sulla strada della patata e che non avrei certo visto il cazzo, nè in generale, nè quello di Marco. Quella maledetta si lasciò trombare davanti a me e ad Ada per ribadire la sua superiorità di donna nei miei confronti. Ada mi suggerì di non raccogliere le provocazioni. Del resto, a quel punto, potevo solo arrivare ad un orgasmo bello ma sofferto, grazie alla lingua della signora. Vero o no, apparì lesbica anche agli occhi di Marco. Se mi restava una possibilità di conquistarlo, persi pure quella. Ma Ada continua ad invitarmi proponendo il suo piacevole menu a base di piscina, spaghetti al pomodoro e leccate di patate!      


Lsbo contadine

Mi chiamo Katia. Quando la mia amica bionda Justine (più grande di età) mi invitò a trascorrere alcuni giorni nella sua casa di campagna, pensavo di poter conoscere tanti uomini rozzi a cazzo duro pronti a spanarmela. Ma lei mandò subito in fumo le mie fantasie erotiche spiegando che lì, i maschi, tendevano a ingroppare i loro stessi animali nella boscaglia per godere (non so se fosse vero ma probabilmente si, almeno in parte). A quel punto, compresi che la bionda mi aveva cercata per vivere rapporti lesbo. Eccitata, e un pò incazzata, la sculacciai. Poi lei mi fece spogliare e mi penetrò con il dito medio nella figa fino a farmi venire. Fu un orgasmo dolce e intenso. Mi sentì in dovere di ricambiare l'ospitalità e così le dissi di spogliarsi a sua volta. Lei lo fece, seppure con qualche esitazione. Le mutandine gliele sfilai io, dopodichè la misi a pecorina e le allargai le natiche per ammirare le sue fessure piuttosto invitanti. Poi, la rigirai ed entrai nella sua patata con più dita. Ma andò davvero in estasi, raggiungendo un profondo amplesso, quando le slinguazzai a fondo la passera con la lingua. Quei giorni trascorsero sereni tra beati sbrodolamenti di figa.    

contadine

Effetto Cupida per i ragazzi

Mi chiamo Luigi. In realtà, questa è una storia complicata ricca di intrigo e passioni. Tutto cominciò dalle enormi difficoltà mie e del mio amico Davide di interagire con le ragazze della nostra età. Dati gli scarsi risultati ottenuti, Davide ebbe un'idea piuttosto torbida e trasgressiva, quella di provarci insieme con mia madre Carla. In pratica, si trattava di arrivare ad un triangolo. Lei mi è sempre piaciuta ma non sapevo proprio come preparare il terreno. Cominciai a dirle di voler invitare a casa Davide per parlare tutti e tre. Carla non capiva il motivo di tutto ciò ma, poco convinta, rispose di sì. Le facemmo presente i nostri problemi con le ragazze e Davide affermò che, in mancanza di fica, rischiavamo di diventare gay. Carla rispose che, volendo, potevamo andare a sfogarci tra maschietti in camera mia (evidentemente intuì che tra me e lui palesava una certa chimica latente). D'impulso e con vergogna rispondemmo di no ma io pensai che l'idea non era affatto male e sono sicuro che, sotto sotto, la gradi' anche il mio amico. Ad ogni modo, Davide, un po' spavaldo, affermò che lei poteva aiutarci e, con disinvoltura, calò il pantalone presentando il pisello a mia madre. Carla non se lo aspettava ma ogni donna ha il suo lato da troia e lei lo tirò fuori in quel momento ciucciandogli la fava piuttosto che mandarlo affanculo. A quel punto presi coraggio e mi uni' anche io. Lei ci spompino' entrambi. Da lì si innescò una girandola in cui, a turno, la scopavamo e le leccavamo la fica mentre lei ci sbocchinava. Ad un certo punto, mentre Davide le stava fottendo la fica, io mi inserì e riempì il buco del culo di lei dando vita alla mitica doppia penetrazione. Quel momento fu decisamente inebriante per tutti. Alla fine, la riempimmo di calda sborra in bocca. Dopo gli orgasmi, mia madre ci esortò ad uscire allo scoperto, ad esprimere ciò che provavamo l'uno per l'altro. Ammettemmo timidamente il coinvolgimento gay, poi Davide, imbarazzato, si rivestì e corse via. Per qualche giorno non si fece sentire, poi mi chiese un nuovo appuntamento a tre. Mi resi conto che quel triangolo era stata una bella esperienza ma che, infondo, desideravo lui, il mio caro amico. Chiesi consiglio a Carla. Lei mi suggerì di fingere un incontro a tre in cui lei non sarebbe stata presente. Seguì il suggerimento. Davide bussò alla porta, si meravigliò che fossimo da soli ma io lo tenni buono affermando che mia madre sarebbe rientrata a breve. Nel frattempo gli offrì da bere, il tempo passò in fretta ma di mia madre, ovviamente, neanche l'ombra. A quel punto, con la complicità dell'alcol, ne approfittai per fargli una sega lenta e intanto me lo baciavo caldamente lingua a lingua. Mi dette del porco ma ci stette. Calai il pantalone e gli proposi il sedere su un piatto d'argento. Eccitato, me lo ficcò nell'ano pregandomi di non parlarne con nessuno. Ci teneva alla sua reputazione da etero. Tuttavia, proprio in quel momento, rientro' mia madre e ci vide mentre lui me lo infilava tra le chiappe. Attese che Davide mi arrivasse nel culo, sorrise, poi andò via senza farsi notare. Davide osservò: "Bhe, tua madre ci ha dato buca, non è venuta ma io si!". Falsamente risposi: "Sarà stata trattenuta dal lavoro arretrato in ufficio, dopotutto è lei che porta avanti la baracca. Però ci siamo divertiti lo stesso, no?". Lui replicò: "Si, basta che non lo scopra nessuno, i miei non sono così aperti di mentalità". Bleffando, riproposi in seguito falsi incontri a 3 in cui non compariva mai mia madre. Dopo tre o quattro volte che si ripetette questo copione, Davide si rese finalmente conto della situazione ingannevole e, con piglio diretto, esclamò: "Luigi dai, non è possibile che tua madre non ci sia mai e che finiamo puntualmente per fare sesso a due... Potevi dirlo subito che desideri tanto prenderlo nel culo da me!". Risposi: "Più di quanto immagini!". Quel chiarimento ci sbloccò del tutto mentalmente permettendoci di scopare ancora più liberamente. Non dovevamo attendere più l'arrivo di nessuno, nemmeno per 5 minuti, per andare a letto insieme. Probabilmente, Carla fu la freccia di cupido che unì me e lui a doppio filo, anche se, quel triangolo di puro sesso godereccio, resta davvero indimenticabile.



sabato 20 aprile 2024

La nonna calda della mia amica

Mi chiamo Daniela. Rossella, un'amica, non andava mai a trovare la nonna, la sig.ra Rosa e mi chiese la cortesia di farlo al posto suo. I miei genitori dicono sempre che bisogna dare il massimo delle attenzioni e della disponibilità verso le persone anziane per cui non mi sentì di rifiutare. Una volta giunta a casa della donna, mi resi conto di avere di fronte una persona particolare. Sopra al divano, disse di essere una nonna moderna e che potevamo tranquillamente parlare di sesso. Poi aggiunse di essere attratta da giovanotti e signorine. A quel punto mi sciolsi mentre lei mi accarezzava le gambe. Mi baciò e mi toccò sopra le mutandine con incredibile disinvoltura. Cominciai a sentirmi bagnata. La logica mi suggeriva di non alimentare certe pulsioni con persone di età così distante dalla mia. Ma l'istinto mi suggeriva di continuare e così ci stetti. Lei mi leccò sotto le ascelle ed io i capezzoli. Ero tentata di affondare la lingua in quella sorca esperta che chissà quanti cazzi aveva visto entrare e così lo feci. Le leccai quella passerona stagionata dal sapore di vissuto. Lei mi mise a pecorina e ricambiò. Poi mi leccò mentre stavo pancia sopra. A quel punto, la coinvolsi in una strofinata tra passere, un classico senza età. La figa matura si strusciò contro quella giovane e le due se ne vennero splendidamente. Non troverò difficoltà ad andare a trovare questa signora se Rossella dovesse chiedermelo nuovamente.



Stuzzicata sul divano dall'amica

Mi chiamo Linda, sono una manager Aziendale. Tutto potevo immaginare, tra che la mia migliore amica, Fabiana, fosse una leccapatate incallita. Quando mi invitò a casa sua a bere un drink, ci andai con la massima tranquillità e senza avvertire il minimo sospetto. Non percepì nulla nemmeno quando lei volle farmi un massaggio. Ma, a un certo punto, il suo sguardo penetrante rivelò tutto. Ammise che le piacevo e passò direttamente a leccarmi i capezzoli e poi la figa. Ormai mi ero bagnata e corrisposi il bacio. Ricambiai, leccandola a mia volta sia le tette che la fica. Ci fu un altro bacio coinvolgente prima che finissimo amorevolmente a 69 (io stavo sopra). Lei usò la lingua, io anche le dita. Ad un tratto, mi alzai per prendere fiato e lei me la mangiò letteralmente. Arrivai all'orgasmo che lei si assicurò di completare con le dita mentre mi baciava. Quel divano fu il teatro di una lesbicata coi fiocchi. Durante i successivi baci, mi confidò di non essere mai stata interessata agli uomini. 



Spanata abitualmente dal figlio

Mi chiamo Mimmo. Con le ragazze non ci so fare, sono pigro e poi, quando riesco raramente a sedurle, va a finire che ci rimetto soldi che non ho per portarle a cena fuori. Ero stufo di questo andazzo e così cominciai a pensare che la soluzione comoda ce l'avevo a portata di mano, quella casalinga. Mia madre Cinzia è bona, appetibile, dovevo solo trovare il momento adatto per agire. All'ora della colazione, di solito, sono già a cazzo duro e l'unica donna che ho davanti è proprio lei. Per fortuna, la mattina, mio padre esce prestissimo di casa per cui ho campo libero. Vi confesso che non ho dovuto faticare più di tanto per sbattermela. Si vede che anche lei, in fin dei conti, ha bisogno di continue attenzioni, visto che papà, da diverso tempo, è manchevole sotto tale profilo. Ricordo ancora, con indimenticabile libidine, la prima volta che ci provai nella cucina. Le feci complimenti, le suggerì di scoprirsi di più. In men che non si dica, le stavo già leccando la fica! A cazzo duro, la penetrai un po' da dietro. La presi per mano e la portai in camera da letto. Lì saremmo stati più comodi. Cominciò a succhiarmelo sopra al letto: che estasi! Nel frattempo le palpavo pure il culo. Proprio sul letto la scopai perbene. La scopai per un'ora buona in svariate posizioni facendola impazzire di piacere. Schizzarle in bocca fu un'autentica goduria, del resto come non offrirle la panna montata calda a colazione. Dopo pranzo le diedi un'altra ripassata, la confidenza cresceva sempre più e le sfondai pure il culo. La sera, a cena, ci vergognavamo di guardare mio padre in faccia, dopo ciò che avevamo combinato per tutta la giornata. Quell'andazzo divenne la norma. Ora la mamma è molto tranquilla, dopo le massicce dosi di cazzo e sborra che riceve quotidianamente e anch'io sono soddisfatto dato che svuoto alla grande i coglioni senza nemmeno uscire di casa!

incesto


venerdì 19 aprile 2024

Coinquilini caldi

Mi chiamo Sara. Il fitto è un costo costante che a volte può risultare difficile corrispondere. Per questo motivo, il mio coinquilino, Alfredo, decise di trovare una terza persona con cui dividere l'appartamento. Dovevo immaginare che, data la scarsa attitudine di Alfredo nei confronti delle donne, alla fine avrebbe scelto un ragazzo. Tra loro finì a baci e bocchini, prima che l'ospite, Rico, se lo inculasse. Per fortuna, mi premunì di lubrificare con la lingua preventivamente il buco di Alfredo. Rico fotteva Alfredo e io lo spompinavo. Andò avanti così, per un pò. Grazie al Cielo, a Rico piace pure la fica per cui mi diede una bella ripassata mentre spompinavo Alfredo. Alla fine, Rico mi venne addosso mentre Alfredo schizzò in petto al nuovo arrivato. Bhè, divideremo il fitto in tre e, sicuramente, pure il cazzo!   


Il mio ragazzo inculò un nero

I ragazzi delle mie amiche chiedevano sesso in tre con altre donne ma il mio aveva idee diverse: inculare un nero! E così ne invitò uno a casa e, dopo esserselo spompinato perbene, glielo mise in culo con la mia complicità.


Incesto contagioso

Questo racconto riguarda l'incesto, precisamente quello che avviene tra madri e figli maschi. Additati spesso dalle persone come rapporti contro natura, si verificano spesso anche nella realtà, esattamente come quelli tra padri e figlie. La prima ad assaporare il gusto del proibito fu Claudia, istigata dall'amica Marina. Claudia era in cerca di emozioni e di trasgressione ma non immaginava certo di finire tra le braccia del figlio fotografo, Piero. La prima volta ci fu un triangolo, dove il ragazzo sembrava concentrato sulla bella bionda amica della madre. Ma, inevitabilmente, Claudia finì per rendersi partecipe, prima attraverso pompini e poi addirittura facendosi trapanare perbene, per la gioia della sadica amica. Claudia contava sull'appoggio di Marina, si sarebbe sentita meglio con la vicinanza della bionda ma Marina, nei giorni seguenti, decise di darle buca costringendola a soddisfare da sola il proprio figliolo. E da lì divenne una perversa abitudine protrattasi per mesi e mesi. Poi, un giorno, due signore fecero visita a Claudia. Si trattava di Jolanda e Marika. Le donne erano scettiche, non credevano che Claudia andasse a letto con il figlio ma, di fronte all'evidenza, dovettero ricredersi. La loro fu più una presenza di contorno che però accese la curiosità. In seguito, entrambe finirono per interagire sessualmente con i rispettivi figli prendendo cazzi duri e tanta bella sborra. L'incesto, alle volte, sembra essere contagioso e lo è di sicuro in questa storia torbida dove i figli sfondano con gusto la figa materna.  


giovedì 18 aprile 2024

La matura sedotta

Mi chiamo Erica. Persi progressivamente interesse per Luigi, il ragazzo che frequentavo. Contemporaneamente, cresceva invece un impulso sempre più irrefrenabile nei confronti di Daniela, la mia vicina matura. Di viso non è bellissima ma mi attizzava parecchio. Cercavo ogni scusa per andarla a trovare. Poi, un bel giorno, decisi finalmente di provarci. Presi il discorso alla larga, sulla differenza di età. Lei equivocò, credette che me la facessi con un uomo sposato. A quel punto ne approfittai per sottolineare il mio scarso interesse per le persone di sesso opposto. L'atmosfera estremamente confidenziale ci portò a limonare con passione. Sapevo che lei non aveva alcuna esperienza in fatto di donne, nemmeno a livello di video porno. Lasciai che mi accarezzasse il seno. Poi, gasata, la spogliai. Le sfilai le mutandine e la sgrillettai, poi puntai direttamente con la lingua il dolce buco della fica. Assaporai la passera matura. Lei, un po' impacciata, cercò di ricambiare e riuscì a farmi venire. Ripresi la conduzione del gioco. La fistai, poi la misi a pecorina sul divanetto in modo da soddisfarla più comodamente. Le leccai la fica e pure il buco del culo fino a mandarla in profonda estasi. Il suo orgasmo fu intenso, vibrò tutta mentre se ne veniva. La limonai a fondo dopo l'amplesso dandole ripetutamente della zoccola. Da quella volta, vado a bussare ogni giorno alla sua porta e lei sa già cosa cerco...

troia

Il cazzo nero condiviso

Mi chiamo Tania. Ayla era la mia camerierina di colore. Iniziammo presto a lesbicare anche se io ho necessita di prendere regolarmente il cazzo. Ayla ne potrebbe fare a meno ma io no. Le chiesi di invitare qualche suo conoscente dotato a casa ma lei si rifiuto per cui fui costretta a tenerla in astinenza sessuale nella speranza che si decidesse a effettuare una telefonata proficua. Dopo una pausa di una decina di giorni, tra di noi ci fu una lesbicata ma io continuai ad insistere finchè lei, stufa, fu costretta a chiamare Tom, l'amico con un gran cazzo nero tra le gambe. Leccammo insieme la punta del pisello che divenne subito durissimo. Un pò per malizia, un pò per vendicarmi che mi aveva fatto aspettare tanto, diedi Ayla "in pasto" al nero a candela. Sono un tantino sadica, godevo ad osservare le smorfie di dolore della ragazza, mentre il grosso palo le spanava la patata. Mentre lui la fotteva, impietosita, le leccai le natiche per addolcirle in qualche modo il dolore. Tom passò a sfondare me, mentre leccavo Ayla. Bhè, io non protestai affatto, la via è comoda, già allargata ad uso garage. Il nero si potette rilassare dentro una vagina così spaziosa. Poi glielo presi pure in bocca. Alla fine io e Ayla ci mettemmo a 69 ma Tom pretese che lei lo leccasse. Poco dopo, un mare di sborra annaffiò i nostri visi e le nostre bocche. Io e lei limonammo al sapore di sborra. Ayla mi pregò di non ripetere l'esperienza ma io sono decisa a farlo e non sarò contenta finchè la sua sorca non sarà adeguatamente allargata da qualcuno dei suoti virili amici.  


La ragazza trans del nipote

Mi chiamo Giorgio. Ho avuto i primi rapporti sessuali con mia Zia Franca, una donna di mentalità decisamente aperta. Ecco perchè fu l'unica alla quale confidai di avere una relazione con Maria la biondina, una ragazza trans. Fu proprio Franca a volerla conoscere. Io e Maria ci recammo a casa di mia zia e, poco dopo, finimmo tutti e tre sul letto. So che per una donna non è facile entrare in certi meccanismi ma Franca, in immancabili tacchi e autoreggenti, è abbastanza troia da riuscirci. Fu lei a succhiarmi il cazzo per prima, poi lo fece Maria. Devo ammettere che un pò mi mancava la fica. Trovai sempre deliziosa al tocco quella della zia, mentre le leccavo i capezzoli. Non resistetti al desiderio di chiavare con la zia, in nome dei vecchi tempi. Ma poi Maria, un pò gelosa, intervenne e la situazione prese una diversa piega. Era la bionda a voler essere chiavata nel sedere con Maria che si limitava a smanettarle il cazzo. Godevo a inculare la biondina davanti a mia zia. Maria riprese a sbocchinare, prima che la fottessi a pecorina. Un altro bocchino della bionda mi portò a eiaculare tra le sue labbra mentre mia zia si masturbava con un dildo per l'eccitazione e veniva accanto a noi. Di sicuro fu un'esperienza inebriante. Maria predilige che ci vediamo da soli ma io preferisco che sia presente anche mia zia. Quel tocco di femminilità rende la situazione decisamente più arrapante.   


Hotel uso bordello

Mi chiamo Gloria. Sono la direttrice di un Hotel. In realtà, la struttura porta notevoli introiti anche se gode di una pessima reputazione in quanto viene considerata alla stregua di un Bordello. E non si può certo dire che non sia vero dal momento che qui ne succedono di tutti i colori. Ad esempio, una delle nostre dipendenti, Miriam, una ragazza di colore, va matta per le biondine e quindi, molto spesso, invece di illustrare soltanto le caratteristiche della camera alla cliente, va molto più a fondo. Ricordo bene il soggiorno di Anna, una bionda davvero carina e puttanella. Miriam finì con lei sotto la doccia. Quando entrai nella stanza stavano interagendo alla grande tra di loro. Cominciai a spogliarmi mentre si leccavano le fiche a turno. Quando iniziarono a strofinarsele ero ormai tutta nuda, pronta a sgrillettarmela perbene. Dopotutto, lo spettacolo fu più che stimolante. Alla fine, l'orgasmo lo raggiungemmo tutte e tre. Sembrerebbe una vita eccitante, quella che conduco in Hotel, e infondo lo è, però devo sempre far fronte alle perplessità del proprietario che è perennemente seccato per la nomea non proprio positiva di cui gode la struttura. Io cerco di calmarlo, di farlo ragionare. Del resto gli introiti sono ottimi. Ma lui non sembra voler sentire ragioni, dice che così ci perde la faccia. In realtà riesco a rassicurarlo solo a suon di succulenti bocchini. Quando mi sborra tra le tette sembra davvero appagato.


mercoledì 17 aprile 2024

Intrigata dalla direttrice ipocrita

Mi chiamo Barbara, sono una ragazza lesbica. Ho sempre ammirato le donne mature. Persi la testa per il mio Capo, la dottoressa Dana, supervisionatrice nell'Azienda in cui lavoravo. Un giorno, spinta dall'eccitazione, tentai l'approccio diretto con lei riempendola di complimenti. Mi aspettavo un due di picche invece la signora ci stette. Fu prima lei a spogliarmi e a leccarmi. Poi, io contraccambiai degnamente prima spogliandola, poi leccandole i capezzoli e la figa pelosa. Le diedi il colpo di grazia a pecorina, con le dita nella passera e la lingua nel culo. La signora Dana, a quel punto, sbrodolò e godette come una maiala. Ma temeva che sopraggiungesse qualcuno da un momento all'altro per cui disse che dovevo sparire. Mi rivestì e spiai dalla camera accanto. Il direttore Generale, Lucio, arrivò di gran carriera e, vedendola tutta nuda, si piombò a leccarle la figa. Poi, se la scopò di brutto con quel cazzo enorme che si ritrova. Intanto, Lucio le chiese di me con interesse ma Dana rispose che sono lesbica e che, addirittura, aveva respinto delle mie avances, sostenendo che i rapporti tra donne fanno schifo. Di fronte a tale ipocrisia mi salì il sangue alla testa. Lo so, non avrei dovuto farlo ma d'impulso, entrai di colpo in quella stanza, dove lui le stava sborrando copiosamente in bocca, dopo che avevano appena finito di scopare e sputtanai lei affermando che la signora si era fatta leccare e fistare poco prima dalla sottoscritta. Feci fare a Dana una figura di merda clamorosa davanti al Direttore. E' normale che me l'avrebbe fatta pagare, infatti venni licenziata in tronco e Lucio non mosse un dito per aiutarmi. Che si fottano entrambi! Dopotutto, la dignità non ha prezzo! Meglio soli che male accompagnati. Per fortuna c'è il fai da te: mi diletto col dildo nella passera sul comodo divano di casa.     


Pazzi per le auto

Qual'è l'opzione più gettonata per eccitarsi? Gli uomini, le donne, il cazzo, la figa, i film porno? Ebbene, queste sono tra le possibilità più comuni. Ma esistono svariate forme di eccitazione. Certo, sembra strano eccitarsi per una partita di calcio o per un telefono cellulare, ad esempio. Questo racconto evidenzia un caso di meccanofilia, ossia la passione morbosa che certi individui, di solito uomini, hanno verso i mezzi di trasporto in generale o, nello specifico, le automobili. Mi chiamo Gina. Non so nemmeno io come mi trovai coinvolta in questa assurda vicenda. Camminavo in una zona isolata quando un'auto grigia si accostò. Ovviamente capì che il ragazzo che la guidava voleva fare sesso. Ma, il suo approccio, parve piuttosto insolito. Disse di volersi spostare in una zona dove vi fosse una bella auto. Assecondai le sue idee. Arrivammo nei pressi di una boscaglia dove si era appartata un'altra coppia. Il ragazzo con cui stavo sobbalzò di piacere nell'osservare l'auto rossa dell'altro. Insomma, sia la persona con cui stavo che quella con cui stava l'altra ragazza erano dei maniaci dell'auto ossia si eccitavano più con le auto che con le donne. Scopammo praticamente vicini. L'altra ragazza se lo faceva mettere pure nel culo. I maschi facevano continui riferimenti alle automobili. Addirittura, quello dell'auto grigia, chiamò le mie tette airbag! In piena fase trombatoria, il proprietario dell'auto rossa propose all'altro che avrebbero potuto leccarsi le auto a vicenda. Per rincarare la dose, in tono provocatorio, affermai che, volendo, avrebbero potuto leccarsi pure i cazzi. Il conducente dell'auto grigia, che mi stava scopando, affermò che si trattava di una buona idea e l'altro non dissentì. Gli orgasmi erano vicini. Il prorietario dell'auto rossa venne in culo a quella ragazza (in seguito scoprì che si chiamava Anna). La donna disse che dovevano prima accompagnarci a casa e poi avrebbero potuto dedicarsi ai loro giochi. Intanto, il tipo dell'auto grigia mi venne copiosamente in bocca, quasi come se stesse pregustando il seguito. Non c'è da meravigliarsi che due persone si prendano quando ci sono delle passioni comuni. Anna mi lasciò il suo numero. A quanto pare, ogni tanto sentiva il ragazzo dell'auto rossa, Marco, che si confidava con lei. Mi riportò quanto immaginavo. Bhè, c'era da aspettarselo che, oltre a leccare le auto, si leccavano pure i cazzi. Del resto, dalla carrozzeria al pistone è un attimo!      


martedì 16 aprile 2024

Incinta inculata dal fratello

Mi chiamo Nadine. Tra me e mio fratello Dario c'è sempre stata molta chimica. A dire il vero, sono sempre stata gelosa di lui, delle donne che, giustamente, si scopava. Quando restai incinta, il mio fidanzato smise di riservarmi attenzioni ed io andai in ansia. Dario mi stava incollato addosso, capì che in quel momento ero fragile, vulnerabile, che avrei ceduto ad una situazione proibita come l'incesto tra fratello e sorella. Ricordo bene il primo approccio, quando tentò di leccarmi la fica in cucina e ci riuscì. Sarei anche venuta se non fossero arrivati i miei genitori per cui dovemmo smettere di colpo per non farci beccare. Ma Dario aspettò il momento giusto, quando i miei ci lasciarono più tempo da soli, e tornò inevitabilmente alla carica. Stavolta sapevo di non potergli resistere. Persi già la testa mentre mi leccava le tette. Finì per fargli un focoso bocchino inginocchiata. Dario era deciso a sfondarmi perbene. Mi ruppe letteramente il culo a candela ed io godetti come una troia. Me lo dette a pecorina, di fianco. Mi sentivo sempre più sua. Diceva che si sarebbe occupato lui di me, dei miei problemi e del mio piacere. Mi sentì fottutamente innamorata in quella torbida situazione incestuosa. Succhiai ancora il pisello e presi tanta bella sborra in bocca. In seguito spiegai ad Emanuale, quello che mi aveva messa incinta, di non volerne più sapere di lui in quanto mi vedevo con un altro. Bhè, non gli dirò mai chi è l'altro, sia chiaro. Dario mi fotte e mi fa stare bene e i miei, ovviamente, non hanno capito un cazzo del nostro torbido segreto.  

sorella


Tre amici affiatati

Mi chiamo Mirco. Io e miei amici abbiamo in comune delle madri menefreghiste. Ci lasciano sempre da soli e così, un bel giorno, decidemmo di consolarci tra di noi. Mi sono sempre sentito passivo e adoro prendere i cazzi dei miei amici nel culo, anche contemporaneamente. A casa, in delle splendide giornate primaverili, ci facevamo delle grandi scopate tra maschietti. Poi, una volta, mi madre se ne accorse e decise di riferirlo alle madri dei miei amici. Pensavo fosse la fine ma, incredibilmente, forse per convenienza, per quieto vivere rispetto ai mariti, le donne non ostacolarono quei rapporti a tre che proseguirono magnificamente ancora a lungo. Spero che la situazione non cambi mai e che io possa prendere ancora tante volte i cazzi duri e la sborra dai miei amici. Infondo è solo un bel modo per passare piacevolmente il tempo... 

gay

Tra classico e proibito

Mi chiamo Marika. Infondo sono sempre stata una gran troia anche se, in passato avevo alcune limitazioni. Ho sempre tradito mio marito che, a un certo punto, chiese la separazione. Non rinunciai al sesso, a volte scopavo pure con due maschi alla volta. L'unico cruccio era rappresentato da mia figlia Lucia. Lei i ragazzi non se li filava proprio, preferiva le donne e aveva iniziato una relazione con una ragazza bionda di nome Lavinia. Mia figlia cercava in tutti i modi di farmi comprendere e accettare il sesso tra donne ma io le chiudevo sempre la porta in faccia finchè, un bel giorno, si fece avanti insieme alla sua amica. Nonostante il mio scetticismo, mi convinsero a provare e fu un'esperienza davvero estasiante. Persi il controllo nel momento in cui mia figlia mi leccava le tette e la sua amica la figa. Lì capì che ero giunta ad un punto di non ritorno. Sembrava che in quel trio fossi in una posizione dominante visto che piazzavo il dildo in culo a Lavinia e scopavo la figa di mia figlia con lo strap-on. Forse mi vollero solo far credere di poterle gestire. Quando pensavo che avessimo finito, mi proposero un bollente seguito. A quel punto fui io ad essere scopata di brutto nel culo da mia figlia mentre la sua compare mi leccava la figa. Si divertirono a tormentarmi tutto il pomeriggio ma non fu affatto sgradevole. Volevano assicurarsi che cambiassi parrocchia e forse ci riuscirono, almeno in parte. Nella mia attività di parrucchiera cominciai a guardare le clienti con occhi diversi. Quella porcella di Brunella si presentò al negozio in autoreggenti e si sditalinava mentre le lavavo i capelli. Fu un'altra occasione incredibile di sesso tra donne. Le leccai la figa poi lei ricambiò andandoci dentro pesante con le dita e la lingua. Credevo fosse finita lì ma, all'improvviso, comparve il fidanzato della tipa tutto arrapato. Lei lo sbocchinò e si fece scopare ma lui voleva trombare pure me. Ero indecisa data la lunga pausa dagli uomini ma, infondo, un ritorno al classico fa sempre piacere. Brunella lo tenne in caldo con un pompino finchè lui, a cazzo duro, me lo sbattette dentro al culo! E così riprovai l'ebrezza smarrita della minchia. Ero un lago e godetti come una troia. Poi, ovviamente, io e Brunella, bevemmo assieme la sborra calda e copiosa di quell'uomo in preda a violenta eiaculazione. Insomma, una bella parentesi di cazzo, quello vero, di carne. Però, mi raccomando, non ditelo a mia figlia, lei pensa che io, ormai, sia solo vegetariana.    


Zucchine per le cameriere impiccione

Mi chiamo Irina. Lavoravo come cameriera, insieme alla collega Maria, a casa di una signora benestante di nome Sandra. La padrona di casa aveva un viso da porca sadica. Io e Maria fummo delle cretine a metterci in condizione tale che lei ci punisse. Eh si, eravamo troppo curiose. Un giorno, rassettando il letto, frugai nel cassetto del comodino e pescai un grosso dildo. Anche Maria restò affascinata dall'oggetto. Quando consigliai di riporlo nel cassetto, era ormai troppo tardi. Sandra ci beccò e ci tirò entrambe per i capelli. Disse che dovevamo essere punite. Sandra obbligò Maria ad inginocchiarsi e a leccarmi le fessure. A nulla servì affermare che fossi etero. Poi dovetti ricambiare la collega che portava i collant, così leccai da sopra alle calze. Ma quello fu solol'antipasto perchè il piatto forte del giorno furono le zucchine. Il nobile ortaggio, ricco di minerali, venne destinato ad un diverso uso. La sadica me ne piazzò uno in bocca costringendomi a collocare l'altra estremità tra le chiappe di Maria. Poi ci pensò lei a giostrare con le zucchine dentro i nostri culi. La troiona andò avanti così tutta la mattinata e intanto rammentava che dovevamo farci i cazzi nostri. Bhè, posso dirvi che fu più un piacere che una punizione dal momento che, alla fine, con quelle anomale penetrazioni ce ne venimmo tutte e due. Se frugavamo in casa, o esternavamo pettegolezzi, sapevamo bene dopo che cosa ci toccava subire: inserzioni anali! Dopotutto la padrona era lei!  


lunedì 15 aprile 2024

Punizioni esemplari in caserma

Mi chiamo Giorgio. Sono un militare. Quando i superiori sono delle donne un pò sadiche, si finisce quasi sempre in situazioni torbide. Diciamo che, per il capitano Nadia Mari, ogni scusa era buona per punirci. E' vero che qualche sgarro lo facevamo dentro la caserma. Per esempio, fumavamo le canne. Puntualmente, il tenente Maria Elmi, arrivava per punirci. Addio libera uscita per alcuni giorni e dovevamo pure consegnare i cellulari. Chiusi come topi in gabbia, e senza poter guardare porno su internet, uscivamo fuori di testa. E' così che cominciammo, perversamente, a soddisfarci tra di noi. Baci, pompe scopate, ci permettevano di sfogare, in qualche modo. Io ero quello che prendeva di più il cazzo, sinceramente. Il bello è che, quasi sempre, il capitano veniva ad osservarci, ci provava gusto a vederci scopare come troiette alla ricerca disperata dell'appagamento. Ricordo bene quella volta in cui Nadia si presentò con quell'impermeabile rosso da mignotta e scarpe rosse coi tacchi, pronta ad incitarci. Mi ritrovai un compagno che mi scopava nel culo mentre quell'altro me lo dava in bocca. Sentì, quasi in contemporanea, la sborra che mi riempiva il sedere e un'ondata di seme che mi allagava la faccia finendomi per lo più in bocca, per la gioia del capitano. Venni anch'io intensamente. Quella sadica, perfettamente calatasi nel ruolo della mistress, si tirò pure un focoso ditalino mentre noi stavamo tutti coi coglioni ormai svuotati. Ormai ci ha preso gusto a portarci in queste situazioni. Con la libera uscita andiamo a puttane, ma quando ci viene negata ogni possibilità, non ci resta altro che l'affetto reciproco tra compagni, un affetto decisamente intimo.    


I servizi del parrucchiere e della figlia

Mi chiamo Maria, sono una donna separata con un figlio a carico di nome Mario. Non essendo da sola, trovavo spesso il rifiuto degli uomini ad avviare un rapporto. Tuttavia riuscì a intraprendere una relazione con Jerry, il mio parrucchiere, che sembrava immune a questo tipo di difficoltà. La prima scopata prometteva bene. Da tempo in astinenza, avevo decisamente voglia di cazzo. Dopo il pompino, iniziammo a trombare. Ma l'intimità fu davvero anomala dal momento che, tutto il tempo, Jerry mi chiese dettagli riguardanti mio figlio. In realtà, non avevo mai visto Mario rapportarsi alle ragazze per cui, quando Jerry mi disse che, conoscendolo, avrebbe indagato, mi fece quasi piacere. La sborrata in bocca concluse quella strana fottuta. Jerry disse che avrebbe parlato da solo con mio figlio, che certe confidenze si fanno tra uomini, per cui io non sarei dovuta essere presente. Ma non mi fidai a lasciarli da soli. Jerry sembrava troppo morboso nei confronti del ragazzo e, infatti, non mi sbagliavo. Feci finta di uscire mentre loro rimasero sul divano a guardare la partita. Ritornai dopo un quarto d'ora e i due si stavano già dilettanto con i pompini. Mio figlio sembrava un pò più impacciato, Jerry decisamente più navigato dal momento che, oltre al cazzo, leccava pure il culo. Non mi opposi e lasciai che i due continuassero. L'uomo inculò mio figlio, il cazzo penetrò dentro fino in fondo, nel culo vergine del ragazzo. E intanto i due limonavano. Che spettacolo indecente ma comunque affascinante. La trombata durò a lungo e due parevano incuranti della mia presenza. Si concluse con una copiosa scarica di sborra dell'adulto nel sedere del ragazzo. Poi l'uomo, non contento, succhiò il pisello del giovane in piena fase eiaculatoria assaggiando il frutto. Dopo quella vicenda, che tanto normale non era, Jerry rivelò di avere una figlia e affermò che avrei potuto conoscerla. Lì per lì trovai la proposta inutile ma, per curiosità, volli incontrare lo stesso la ragazza, di nome Anna. Probabilmente l'avevo già vista nel locale del padre anche se non ci avevo mai avuto a che fare. Anna mi disse che dovevo ampliare la mente, che il sesso è fluido. In pratica, tendeva a giustificare il padre. Provocava la stronzetta e finì per coinvolgermi in una lesbicata intrigante. Solo mentre stavo godendo, sotto i colpi implacabili della sua lingua, mi fece capire che non ero certo l'unica donna adocchiata dal padre che poi, di fatto puntava a scopare i figli delle signore, mentre Anna si occupava di "consolare" queste ultime. Insomma, una bella coppia di porcellini, padre e figlia. Mi resi conto che, in quel gioco, ci erano finite pure alcune mie amiche che tenevano la bocca chiusa per la vergogna. La lingua della ragazza mi rovistava nelle carni ed esplosi di piacere. Cercai di ricambiare portandola all'amplesso. Poi, per trovare ulteriore appagamento, ce le strofinammo pure raggiungendo nuovi inebrianti orgasmi. Il lingua a lingua finale ci rese particolarmente complici. Bhè, forse Anna ha ragione, una parrucchiera fa sempre comodo, dopotutto. E, intanto, Jerry si sbatte mio figlio!     


sabato 13 aprile 2024

Tettona sedotta dalla rossa

Mi chiamo Ida. Ho preso sempre cazzi ma ebbi una bollente esperienza saffica che voglio narrarvi. In quel periodo frequentavo un ragazzo di nome Bruno. Caddi dalle nuvole quando lui affermò che piacevo a Marika la rossa, sua cugina. In particolare, sembra che lei apprezzasse particolarmente le mie tettone. Scopai con Bruno e presi tanta bella sborra in bocca. Intanto riflettevo sulla cugina. Non mi era mai capitato di essere desiderata da una donna e così, data la forte curiosità, decisi di incontrare la ragazza. Sembrava stregata dalle mie tette, me le leccò mentre eravamo ancora vestite, addirittura. La sua compagnia mi piaceva, tutto sommato. Mi ricordai di alcune amiche etero che avevano goduto a farsela leccare da altre fanciulle per cui miravo al massimo a una situazione del genere, soft tranquilla. Ma Marika sembrava davvero tanto focosa, onestamente leccava la figa alla grande, oltre ai capezzoli. Me ne ero già venuta soltanto con la lingua ma la porcellina tirò fuori, a sorpresa, il dildo. Non volevo che lo usasse ma lei me lo piantò nella passera senza chiedere il permesso e senza esitazioni procurandomi altro godimento. A un certo punto me lo fece mettere dentro pure da sola, mentre lei mi accarezzava le tette da dietro. Ma la monella si era portata dietro pure il dildo piccolo, quello adatto per il culo e me lo infilò nel buco anale. A quel punto, sbrodolai come una matta, in preda all'ennesimo orgasmo. Continuo a frequentare ragazzi ma la Marika cerca sempre di ottenere il bis con me...    


I bollori con la cuoca

Mi chiamo Elena, sono una cuoca. Lavoravo presso una famiglia facoltosa residente in una Villa lussuosa. La coppia, senza figli, organizzava spesso cene di lavoro. Era richiesto il massimo impegno per non sfigurare davanti agli ospiti. Diana, la signora di casa, era una gran troia. Notavo da tempo i suoi sguardi interessati ma fingevo di non accorgermene. Vi confesso che ho sempre preferito il cazzo ma, alle volte, per portare a casa la pagnotta, è necessario giungere a compromessi. Quella mattina, in cucina, ci stavamo solo io e lei e la donna venne a raccomandare la massima attenzione per l'importante cena serale. Intanto, ci provò spudoratamente accarezzandomi le tette da dietro e cercando un focoso lingua a lingua che non rifiutai. Ormai la situazione era ampiamente degenerata. Fui scopata a pecorina e a candela con lo strap-on. Poi, presi pure il dildo nel culo! La signora, evidentemente trascurata dal marito, cercava attenzioni e io gliele diedi a colpi di dildo in fica e leccate di capezzoli. Con un'ultima focosa leccata di passera, se ne venne. Poi, arrivai anch'io mentre stavamo posizionate a 69. Come dicevo, a volte i compromessi sono necessari per andare avanti ma, in realtà, non risultano nemmeno sgradevoli perchè, in fin dei conti, la fessa della signora ha un ottimo sapore, parola di chef!  


giovedì 11 aprile 2024

Porcate tra immobiliariste nere

Mi chiamo Jasmine. Faccio parte di una società immobiliare, precisamente sono una delle collaboratrici più importanti della d.ssa Diana, l'altra è Rose. Il capo, una lesbicona incallita, impone regole ben precise, non assume chiunque, pretende per lo più donne single disposte a dare tutto per l'Azienda. Quel periodo gli affari andavano a gonfie vele. Fu proprio in una delle ultime abitazioni vendute che Diana si lasciò andare ad uno slancio sfrenato di entusiasmo e disse che potevamo festeggiare tutte e tre con lo champagne. Del resto, è una enorme soddisfazione, per una donna di colore, riuscire pienamente in un'attività imprenditoriale spesso contornata dai pregiudizi razziali e dal maschilismo dilagante. Largo ai drink, dunque! Loro due bevevano dal bicchiere mentre io mi ingozzavo dalla bottiglia. Diana, gasata, cominciò a leccarmi le tette. Da lì capì che la situazione sarebbe degenerata rapidamente in una lesbicata tra signore di colore. Completamente fatte di alcol, finimmo per spogliarci tutte iniziando giochini di ogni genere come leccare le tette allo champagne. Sul lavoro, con Rose, c'era una certa rivalità ma nel sesso è un'altra storia. Posso dire quasi che l'amai quando mi leccò amorevolmente la figa. Aggrovigliate sul divano, ci leccavamo a vicenda. A un certo punto, ripresi a bere dalla bottiglia mentre Rose me la leccava e, intanto, Diana leccava il culo di Rose. Il Capo pretese che le leccassi i capezzoli imbevuti del nobile liquido: come rifiutarsi? A un tratto credetti che Diana voleva infilare la bottiglia in culo a Rose ma la mia collega era preoccupata, così le bagnò solo la figa di champagne. Ma questo innescò un pretesto per dare della paurosa a Rose, affermando che per il Capo, invece, non sarebbe stato un problema lasciarsi violare nel buco più intimo. Diana non mi prese sul serio, e allora le dimostrai che non scherzavo affatto e le piantai, sovente, il collo della bottiglia nel sedere. Godeva la maiala! A quel punto, Rose si intrigò e volle continuare lei l'inserzione anale alla dottoressa ed io, ovviamente, glielo lasciai fare. Diana sbrodolò come una fontana ammettendo di avere due collaboratrici formidabili sia nel lavoro che nel sesso. E già, io e Rose non prendiamo in giro chi ci da da mangiare, non la prendiamo per il culo, casomai il culo glielo sfondiamo, all'occorrenza. Spero che abbiano spruzzato abbastanza deodorante per ambiente in quella casa perchè vi confesso che, dopo la nostra sublime orgia, l'abitazione emanava un odore insistente di alcol misto a fica.        

orgia

Complicità tra casalinghe maiale

Mi chiamo Linda. Sono una casalinga sposata. Mio marito è sempre preso dal lavoro, la sera tornava stanco e voleva dormire ed io rimanevo insoddisfatta. La medesima situazione accadeva alla mia amica Lara, una donna un po' più grande di me di età. Stufa di tale andazzo, pensai di invitare a casa Lara. Soltanto un po' di tempo dopo che stavamo parlando, le proposi una lesbicata. Si sorprese non poco ma io gliela prospettai come un semplice sfogo. Con un comodo letto a disposizione e tanta astinenza e adrenalina in corpo, c'erano tutti i presupposti per interagire intimamente tra noi. Il bacio funse da apripista, poi le leccai i capezzoli e lei, eccitata, mi slinguazzo' il collo. Lei partì alla carica leccandomi le tette, la figa e pure il culo a pecorina, il che mi portò ad un sublime orgasmo. Ricambiai adorando entrambe le sue fessure e portandola splendidamente all'amplesso. Era nata una complicità destinata ad assumere una cadenza quotidiana, alternando l'uso delle dimore: una volta ci vedevamo a casa mia e un'altra a casa sua. Da allora siamo decisamente più rilassate, non c'è dubbio, e i nostri mariti manchevoli, non immaginano minimamente il perché!

troie