mercoledì 28 febbraio 2024

La signora coi capelli grigi

Mi chiamo Susanna. Per un periodo, avevo dei problemi con il bagno e non potevo fare la doccia regolarmente. Per questo motivo, chiesi aiuto a Marika, la vicina che si trova sul pianerottolo. Correvo da lei mezza nuda, ogni giorno, per potermi lavare. Marika è una donna più grande di me, ha i capelli grigi ma è decisamente affascinante. La trovavo gentile, disponibile. So di suscitare un certo effetto negli uomini ma non immaginavo di riscuotere l'interesse di una signora. Qualche dubbio restava ma si sciolse del tutto nel momento in cui lei mi chiese di accompagnarla in camera da letto. Lì si tolse la vestaglia e il messaggio arrivò forte e chiaro. A me, del resto, restava poco da togliere. Ci ritrovammo nude a baciarci sul lettone con la mia mano che le sgrillettava la figa. Spalancò le cosce e gliela leccai perbene finchè arrivò all'orgasmo. Marika non vedeva l'ora di ricambiare e me la leccò a sua volta. Poi mi masturbò pure con un suo capezzolo! Aveva delle belle tette, più grosse delle mie. Raccontò di aver iniziato con le donne in Collegio, data la mancanza di maschietti. La signora mi infilò con decisione le dita nella figa mentre mi leccava il capezzolo. Il suo tocco profondo e avvolgente mi portò gradualmente all'orgasmo. Limonammo un pò. Poi mi resi conto che lei era ancora calda. La piazzai a pecorina e la smenazzai con le dita da dietro senza pietà fino a sentirla urlare di piacere in prossimità di un impellente amplesso. Finalmente potetti andare a fare la doccia in relax.    

a letto

martedì 27 febbraio 2024

Amore tra vedovi

Mi chiamo Roberto. Non posso certo lamentarmi della vita che ho vissuto. Da giovane ho avuto le mie esperienze con le ragazze, poi un bel matrimonio. Ma, di sicuro, la persona a cui sono maggiormente legato è un uomo di nome Livio. Ci conosciamo da anni, dai tempi in cui lavoravamo insieme in ufficio. Lui c'è sempre stato per me e io per lui. Il nostro bene ci ha permesso di superare anche eventi tragici come la dipartita delle rispettive consorti. Una lunga e profonda amicizia, dunque, almeno è quello che ho sempre pensato. Ma la vita è imprevedibile e può sorprendere di continuo. Proprio quando ci ritrovammo soli, il nostro affetto reciproco crebbe a dismisura. Da pensionati e vedovi, trascorrevamo diverso tempo insieme. Fu lì che mi accorsi di avere in comune con lui molto più di quanto potessi immaginare. Infondo, con le donne avevamo già dato entrambi. Ci servivano nuovi stimoli, nuove forti emozioni. Mancava davvero poco affinchè l'uno si dichiarasse all'altro. Forse, ci frenava solo la paura dell'omosessualità. Tenevo in casa una cameriera giovane supersexy, Teresa, ma con lei riuscì a stabilire solo un rapporto di amicizia. Figuriamoci se una gnocca del genere potesse realmente interessarsi a un vecchio, con tutti i ragazzi arrapati che le giravano intorno. Come confidente era perfetta però: le parlavo spesso di Livio, di quanto fosse speciale il nostro legame. Un giorno, quando il mio amico arrivò a casa, Teresa sapeva già di non doverci disturbare nemmeno per il caffè. Livio si presentò in camera da letto col pisello di fuori. Ci spogliammo in fretta scambiandoci un bacio passionale. Gli leccai e succhiai il cazzo: gli feci una bella pompa! Poi mi accarezzò lui, lo leccò. Dopodiché mi baciò mentre mi segava. Fu tremendamente eccitante. Quando cominciò ad aprirmi le gambe, capì che intendeva scopare. Probabilmente mi sarei accontentato del sesso orale ma lui era deciso a infilarmelo dentro al culo. Mostrai qualche perplessità ma, alla fine, fui violato dal suo cazzo che penetrò ripetutamente il buco prima di schizzarci dentro soddisfatto. L'orgasmo, profondo, lo raggiunsi anch'io. Intanto sentì l'inconfondibile profumo di Teresa e capì che la ragazza ci stava spiando. Soddisfatto, mi rilassai sul letto mentre ascoltavo, in lontananza, Livio che scambiava quattro chiacchiere con la cameriera, prima di andare via.

forever


Il tris che non ti aspetti

Mi chiamo Ketty. All'epoca di questi eventi ero una studentessa, la classica ragazza che prende una cotta per il professore. Carlo dava ripetizioni a casa sua ma si trattava soltanto di una scusa per approcciare intimamente le allieve. Io ero inesperta, sprovveduta e innamorata e non pensai alle conseguenze di ciò che stavo facendo. Spinta dall'entusiasmo e dall'eccitazione, succhiai il cazzo del professore. Proprio quando se ne venne, però, Rosy, la moglie aprì la porta della camera da letto di scatto e ci beccò. Stizzita, affermò che dovevo sparire. Corsi via morificata dall'abitazione. Evidentemente, nei giorni seguenti, marito e moglie si chiarirono e Rosy ci tenne a volermi parlare. Non sembrava tanto arrabbiata. Il suo discorso, ricco di allusioni, voleva farmi intendere che, se desideravo continuare la storia con il professore, doveva farne parte anche lei. In sostanza, mi propose, più o meno velatamente, un triangolo. L'idea mi turbò ma non intendevo perdere quell'uomo e così mi prestai al gioco. Succhiai il cazzo dell'uomo sopra il divano, poi lui mi leccò la figa. E la moglie stava incollata a noi ad incitare. Poi lui cominciò a chiavarmi a missionaria supportato da lei. Mi sembrò di stare dentro un film porno ma la situazione mi eccitava da morire. Mi chiavò di brutto poi, con la complicità della moglie, mi ritrovai a pecorina con il prof che proseguiva inesorabilmente a sfondarmela. Ad un certo punto, quella porca di Rosy si mise sotto di me a leccarmi i capezzoli mentre il marito continuava a martellare con l'uccello nella passera. Devo ammettere che godetti parecchio a prendere la mazza e a ricevere le succhiate di capezzoli da quella gran puttana di Rosy. Dopo di ciò, lei saltò sopra di lui a cavalcioni reclamando la sua dose di cazzo. A quel punto, mi sditalinai osservando marito e moglie che scopavano e arrivai all'orgasmo. Anche Rosy gridò, per cui capì che se ne venne. Mancava solo il rpofessore "all'appello". L'uomo pensò bene di innaffiarci le tette e la bocca di sborra. Quello fu solo l'inizio di una torbida tresca a tre che durò per tutto l'anno. Mi dilettai a fare porcate con il professore e sua moglie. Poi, una volta promossa, cambiai città e li persi di vista. Ma ricordo con estremo piacere quel magico periodo di bollenti triangolazioni.

matura

Maialine in fabbrica

Mi chiamo Elena. Conoscevo solo di vista Laura, la nuova collega. Restai sorpresa quando si presentò sotto casa entusiasta della decisione del Capo di assegnarci allo stesso turno di lavoro. Notai il suo gran fisico e le notevoli chiappe coperte a fatica da un pantaloncino jeans. Di solito preferisco gli uomini ma non sono immune al fascino di una bella donna. Tuttavia, non feci strane fantasie e cominciai a lavorare insieme a lei con il trapano avvitatore. Bastarono, però, solo pochi minuti che, Laura, tirando fuori a sorpresa un dildo, cominciò a provocare da porca. Le accarezzai il seno, poi ci baciammo. Sgrillettai la sua fica, poi le slinguazzai il buco del culo e, in seguito, la passera. Conclusi infilandole dentro le dita e così lei arrivò all'orgasmo. Appagata soltanto in parte, cercò subito di ricambiare agitando la lingua dalle parti del mio ano. Mi dilatò la vagina, prima di leccarla minuziosamente. Poi la "affondò" con l'ausilio del dildo fino a procurarmi l'orgasmo. Afferrai il dildo, pronta a servirle lo stesso "menu". Glielo piantai nella fregna facendola arrivare per la seconda volta. Suggellammo l'esperienza con un caldo bacio. Lei mi chiese se avessi avuto piacere di svolgere, in futuro, un turno di lavoro insieme e io, ovviamente le risposi prontamente di si.  


sabato 24 febbraio 2024

Lesbicando da sbronze

Mi chiamo Anna. Da un pò di tempo cominciavo a fantasticare sulle ragazze, piuttosto che sui ragazzi. L'ispirazione arrivò osservando la mia collega d'ufficio, Donatella. Mi piacevano le sue gambe e poi la vedevo sistematicamente in difficoltà con i ragazzi che, puntualmente, le davano buca. Fu così che decisi di invitarla a casa mia la sera a prendere un drink e a chiacchierare. Fortunatamente rispose di si. Quella sera, sfoderai un vinello bianco squisito che facilmente dà alla testa. Ne mandammo giù un bel pò. In confidenza, e nella sbronza, le chiesi se avesse mai pensato di andare a letto con una donna puntualizzando di aver visto video lesbo. Lei rispose che ne aveva visionati altrettanti, nell'eccitazione, ma che mai si sarebbe sognata di passare alla pratica. Insistetti e affermai che, con l'aiuto dell'alcol, poteva essere il momento giusto per provare. Ci baciammo ma lei non sembrava troppo convinta e, forse, troppo abituata al cazzo. Tuttavia, i baci hanno un grande potere afrodisiaco, alle volte. Ci ritrovammo mezze nude e mi leccò i capezzoli. Poi, spalancai le cosce e le servì la passera umida su un piatto d'argento. Donatella me la slinguazzò ed io andai in estasi. Le tolsi le mutandine e la feci mettere a pecorina sul divano e la slinguazzai a mia volta aggiungendo due belle dita in affondo. A quel punto, la collega se ne venne intensamente. Gioì per essere riuscita a farla godere. Donatella riprese a leccarmi la passera, poi limonammo assiduamente mentre mi teneva le dita dentro. E così arrivai alla grande all'amplesso. Buona parte del merito di questa conquista va di sicuro a quel pregevole vinello bianco.       

ufficio

La segretaria del dentista

Mi chiamo Lisa. Sono una ragazza lesbica fidanzata con una coetanea. Sono impiegata come segretaria da un dentista. Il titolare, il sig. Rossi, è un donnaiolo incallito per cui ha fatto allestire una camera da letto all'interno dello studio. In tal modo può portarci le clienti che riesce a sedurre. Ci sono dei giorni in cui il Capo lavora da un'altra parte. In quei casi, io devo soltanto rispondere al telefono per fissare gli appuntamenti ma non è prevista la presenza fisica della clientela. Per tale motivo, mi parve strano trovare, all'improvviso, allo studio, la signora Simona adornata dalle calze autoreggenti. Le chiesi se fosse lì per fissare un appuntamento con il dentista ma lei disse di essere venuta per me! Come se non bastasse, mi palpò le tette da dietro. Capì che la signora stava in calore e desiderava avere un rapporto intimo. Già in precedenza avevo notato i suoi sorrisi ma non ero sicura che fosse lesbica. Devo anche riconoscere che, un'esperienza con una donna matura, è stato sempre il mio sogno proibito. Pensai subito alla camera hot del dentista e la portai lì. Una volta sul letto, ci baciammo. Poi lei cominciò a spogliarmi e palpò con determinazione le mie tettone. A quel punto cominciai a bagnarmi. Lei stava in lingerie. Ci baciammo ancora, stavolta con più convinzione. Mi succhiò i capezzoli. Poi io, gasata, le sfilai le mutandine nere, e le leccai con gusto la fica. Eccitata, le strofinai il clitoride col mio capezzolo. Poi lei, fuori controllo, mi leccò su tutto il corpo e la spacca figale con cura finchè raggiunsi il sospirato orgasmo. Poi mi dedicai alla sua fessura. Stava inginocchiata sul letto: io mi misi da sotto a slinguazzarla perbene. Ci mettemmo, grosso modo, nella poszione del 69, lei sopra e io sotto, anche se slinguazzavo solo io. LEi era troppo intenta a godere, mentre le mangiucchiavo il clitoride senza pietà. Finalmente, la puttanona arrivò all'orgasmo e dopo ci baciammo appassionatamente. Dovetti rivestirmi piuttosto in fretta per tornare alla scrivania a rispondere ad eventuali telefonate. Mi restò la soddisfazione di aver goduto con quella troia. Ripeterei volentieri l'esperienza ma ho paura di scegliere il giorno sbagliato e ritrovarmi in camera col dentista e una delle sue fiamme.        

troie

giovedì 22 febbraio 2024

Pornobook

Mi chiamo Amanda. Sognavo di diventare una star del mondo dello spettacolo grazie al mio volto e al mio corpo. Per questo motivo, contattai Marco Rims, un fotografo, per realizzare un book. Sembrava un tipo professionale. Cominciò a scattare e a "immortalarmi" con la lingerie. Il servizio andò avanti in modo tranquillo finchè, durante una pausa, spiegai di non avere adeguate possibilità economiche per pagare il lavoro effettuato. A quel punto, lui propose di saldare il debito in natura. Mi parve un autentico ricatto ma non volevo rinunciare al sogno per cui fui costretta a cedere. Mi inginocchiai e gli leccai il pene. Poi, il porco mi impalò a candela con il suo notevole cazzone duro. Proseguì a sfondarmi a pecorina, sopra il divano. Mi sentì particolarmente troia in quella circostanza: non avrei mai pensato di dover aprire le gambe per poter sperare di diventare famosa. Gli ultimi colpi li diede a missionaria, dopodichè sborrò copiosamente innaffiando di sborra le tettone e la pancia. Convinta che gente importante avrebbe visionato il mio "curriculum fotografico", mi rivestì e andai via da lì serena, in attesa di essere contattata. Passarono giorni, settimane, mesi e nessuno si fece vivo. Contattai di nuovo il fotografo che, laconico, rispose: "Che credevi tesoro, mica sei l'unica che posa!". Non sono diventata famosa, ho solo scopato col fotografo, tutto qui!     

foto porno

mercoledì 21 febbraio 2024

Le porcate col nonno di Melissa

Mi chiamo Davide. Melissa è davvero attraente. Riuscì a frequentarla per un po' ma, ad un certo punto, pose una condizione. Me l'avrebbe data solo se mi fossi preso cura del nonno, Arturo. Accettai e lo portai nel Centro ricreativo, uno spazio verde che gestisco. Di solito, d'estate vengono a giocare i bambini. Essendo primavera, non c'era ancora nessuno. Arturo si confidò, raccontò di essere stato sposato ma di aver preferito sempre gli uomini. Poi allungò dei soldi spiegando di volersi divertire. Non avevo mai fatto sesso con un uomo ma il danaro rappresenta sempre una buona motivazione. Poi pensai che, ingraziandomi lo zio, Melissa poi me l'avrebbe data più facilmente. Inoltre, lì, in quello spazio verde solitario, ero sicuro che nessuno ci avrebbe visti. Accennai un pompino al vecchio. Poi, fu lui a sbocchinarmi con estrema passione e dedizione, prima all'impiedi, poi sopra una sedia a sdraio. Confesso che andai in estasi. Quando si sedette sopra di me per scopare non seppi dirgli di no. All'inizio glielo ficcai a candela, poi ci presi gusto impalandolo a pecorina e a missionaria sopra le sedie. Gli detti gli ultimi colpi a pecorina mentre lui si appoggiò al tavolo. Dopodiché godetti e gli schizzai in bocca. A quel punto, comparve d'improvviso Melissa. La ragazza stava già osservando da un po'. Sbiancai in volto, cercando inutilmente di arrampicarmi sugli specchi. Spiegai a Melissa la natura omosessuale del nonno cercando di giustificarmi asserendo di aver acconsentito per soddisfare i desideri di un povero anziano. L'uomo, intanto, mentre assaporava la sborra, affermò di aver speso bene i propri soldi con il sottoscritto. A quel punto, Melissa capì che me l'ero chiavato per danaro e che, comunque, avevo pure goduto. La nipote del vecchio mi liquidò ed io dovetti accontentarmi, nei mesi seguenti, di inculare l'anziano. In realtà mi ci ero pure abituato e trovai l'appagamento per l'uccello finché lui, purtroppo, passò a miglior vita. Incontrai Melissa al funerale che mi sussurrò all'orecchio: "Almeno lo hai reso felice nell'ultimo periodo della sua vita, ricchioncello".

nonno


La puttana sedotta

Mi chiamo Sara. Sono una ragazza bionda piuttosto avvenente. Mi meravigliavo che i compagni di classe non ci provassero con la sottoscritta. Dovevo indagare e capire come stavano realmente le cose. Riuscì a scoprire che, per soddisfarsi, quasi tutti i miei amici ricorrevano "all'aiuto" di una professionista. Approfondendo la situazione, scoprì che si trattava di una prostituta "agee" di nome Rosa. I ragazzi parlavano molto bene di questa tipa per cui ebbi la curiosità di incontrarla. Mi recai nella sua abitazione. La donna rimase stupita e incredula, non si spiegava cosa cercasse una ragazza da lei. Le parlai dei miei amici e la signora mi confidò che quei maschietti a letto non erano un granchè: molti soffrivano perfino di eiaculazione precoce e, il più delle volte, le bastavano le mani per soddisfarli. Insomma, mi resi conto che i compagni mi evitavano per paura che scoprissi la loro scarsa virilità, diciamo così, e li sputtanassi in giro. Avrei potuto andar via, a quel punto. Ma quella signora anziana, intenta a fumare la sua sigaretta, mi incuriosì non poco. Non ho problemi di soldi, avendo un padre imprenditore, per cui le dissi di essere disposta a pagare. Spiegò di non intrattenersi con donne, solitamente ma, di fronte ai soldi, cedette alla richiesta insolita. Me la stavo un pò menando mezza nuda sul lettino quando lei si avvicinò. Poggiò la mano tra le mie cosce, sopra le mutandine, provai brividi. Inginocchiate su quel letto, ci baciammo. Poi io le leccai i capezzoli. La donna mostrava i segni di una bellezza sfiorita: chissà quanti avevano usato il suo corpo per godere, pensai. Le leccai i piedi, con tutte le autoreggenti nere che indossava. Poi, usai la lingua sulla figona pelosa. Non avevo mai leccato una vagina in vita mia, prima di quel momento, tantomeno di una signora matura. Aveva un sapore particolare ma non mi dispiacque. La leccata intima eccitò la prostituta che, a quel punto, gasata, mi leccò il buco del culo a pecorina, sgrillettando poi la passera. Confesso che andai in estasi! Si sedette a cavalcioni sulla mia faccia ed io gliela leccai con cura dandole molto piacere. Ormai stavamo cominciando a prendere una certa confidenza. La signora aprì le gambe. Mentre limonavamo, ne approfittai per infilare la mano nella sua passerona. Praticamente ci entrarono dentro tutte le dita! La signora non si aspettava che fossi così sfacciata da osare tanto. Naturalmente, la donna godeva come una matta. Tenendo la bocca aperta ed urlando a squarciagola, arrivò ad un orgasmo pauroso. Il suo viso dipinto di piacere fu per me una soddisfazione enorme.             

puttana

martedì 20 febbraio 2024

Il paziente feticista

Mi chiamo Nadine. Sono una psicologa. Da medico devo curare i pazienti senza lasciarmi coinvolgere eccessivamente. Di solito sono una dottoressa professionale ma, qualche volta, il rapporto tra me e gli assistiti può "sconfinare" come accadde nel caso di Francesco. Era mattina, quando si presentò al mio studio per la prima volta. Non immaginavo il motivo per cui un ragazzo piuttosto carino e, apparentemente tranquillo, si rivolgesse a me. Dopo pochi secondi di conversazione sul divano, il soggetto espresse subito la sua passione irrefrenabile per i piedi femminili, precisando di non aver mai incontrato, fino a quel momento, la ragazza giusta che le desse soddisfazione in tal senso. Con disinvoltura impressionante, mi sfilò una scarpa e cominciò ad accarezzarmi il piede inneggiando alle proprietà terapeutiche dei massaggi. Tolse anche l'altra scarpa puntualizzando che i piedi devono respirare. Pretese quasi che gli infilassi un piede in bocca e lo feci. Poi, in tono provocatorio, scoprì la fica chiedendo se gli interessassero solo i piedi o anche la passera. Andò in estasi quando gli massaggiai la fava con i piedi. Non avevo mai fatto pratica ma mi venne abbastanza naturale. Posi l'accento sul fatto che una donna gradisce il cazzo non solo nei piedi ma in altre zone più appaganti. A quel punto, il biondino, dopo il ricco "preliminare feticista" si sentì finalmente incoraggiato a puntare il suo palo dritto nella bernarda. Me lo presi stando a cavalluccio sopra di lui e poi di fianco, sempre sul divano. Mmmm che sbarra! Mi fece sbrodolare tutta, lo ammetto! Con un paziente del genere, l'epilogo è quasi scontato: mi sborrò a fiume sui piedi inondandoli di seme caldo e denso. E quello fu il primo turbolento incontro con Francesco. Ne seguirono altri. Il ragazzo insisteva affinchè ci frequentassimo anche fuori ma io stavo con una persona e trovai difficoltà a dargli la disponibilità completa. Allo studio, però, mi riempie sempre i piedi di sperma dopo averlo inzuppato nella passera.          

psicologa

Sverginando l'assistente del Notaio

Mi chiamo Alessandra Monelli. Lo sò, il cognome è tutto un programma! Sono un'imprenditrice e dunque vengo spesso coinvolta in business di ogni genere. Quel periodo dovevo entrare a far parte di una società per cui avevo appuntamento col notaio per la definizione della trattativa. Amo essere femminile e vesto sexy in ogni occasione. Quel giorno misi le scarpe col tacco rosse e un vestito con un generoso spacco che metteva in evidenza le cosce. Stranamente, all'appuntamento, gli altri soci non si presentarono. Inoltre, il notaio de Parolis, era in forte ritardo. Ad accogliermi c'era uno suo giovane dipendente, Giovanni. Mi sedetti sul divano ad aspettare. Il ragazzo chiese se gradissi un caffè o qualcos'altro da bere ma risposi di no. Osservai bene il tipo e mi parve piuttosto carino per cui gli chiesi di accomodarsi accanto a me. Insomma, una parola tira l'altra, riuscì agevolmente a tirar fuori l'uccello dai suoi pantaloni. A quel punto, gli leccai delicatamente la punta del cazzo. Avvertì tutto il suo piacere mentre la lingua ondeggiava sulla cappella. Ci baciammo anche se quel ragazzo sembrava un pò timido. In seguito compresi il perchè. Giovanni non era mai stato con una donna. Il pensiero di sverginarlo mi gasò ulteriormente. Mi leccò i capezzoli. Poi, eccitato, spinse il suo notevole cazzo nella figa. Poco dopo, sempre sul divano, mi misi sopra di lui a cavalcioni. La scopata stava prendendo ritmo e passione anche se lui temeva, giustamente, l'arrivo inaspettato del notaio. Presi il cazzo a candela e godetti come una porca. Poi, il giovane me lo sbattette nella passera a pecorina. Il gran finale, a missionaria, culminò con la venuta sulla mia topa. Gli schizzi di sborra adornarono la vagina. Proprio in quell'istante, rientrò il Pubblico Ufficiale. Credetti che il de Parolis andasse su tutte le furie e, probabilmente, in parte si incazzò pure, ci mancherebbe. Tuttavia, quel porco, trovò l'occasione per tirar fuori il pisello e spararsi una sega mentre io stavo ancora nuda. Il zozzone se ne venne in fretta. Una volta ricomposti, ci sedemmo per parlare di lavoro e il de Parolis, sarcasticamente, disse che magari, la volta seguente, avrebbe gradito lui certi servizietti, piuttosto che veder beneficiarne il suo assistente. Crudelmente, risposi che Giovanni è molto carino mentre lui è, in realtà, un vecchio cesso. Di fronte al suo sguardo deluso, aggiunsi: "Tranquillo, può sempre osservarci mentre io e il suo dipendente trombiamo e agire di mano".          

scopata

Lavoretti di bocca al vicino rompiscatole

Mi chiamo Magda. Condivido l'appartamento con una ragazza di nome Teresa. L'idea di farmela mi stuzzicava da un pò ma cercavo lo spunto adatto. Tommaso, un vicino, si lamentava con entrambe riguardo al parcheggio approssimativo dell'auto. Per questo inconveniente lui ritardava per fare manovra e subiva penalizzazioni dal suo Capo al lavoro. Probabilmente, Tommaso credeva che fosse principalmente colpa mia. In realtà, era Teresa a parcheggiare la macchina in modo improbabile. Pensai che questa fosse l'occasione buona per divertirmi un pò. All'ennesimo richiamo da parte di Tommaso, mi recai a casa sua per definire la situazione. Di fronte ad una richiesta economica per rimediare al danno, feci presente di non disporre di danaro e offrì una soluzione decisamente più pratica. A quell'impacciato segaiolo, non parve vero ricevere le attenzioni di una donzella sexy come la sottoscritta. Mi palpò dapprima le tette, poi mi chinai e gli propinai un favoloso bocchino. Quel tipo aveva un cazzo niente male, devo riconoscerlo. Alternando tra leccate e succhiate, non ci volle poi tanto a farlo eiaculare copiosamente nella mia bocca. Sapevo che, dopo un servizietto del genere, non ci avrebbe più disturbate per il problema del parcheggio. Dopo di ciò andai a lavorare. Il giorno seguente, mi alzai presto. Teresa stava ancora dormendo. Vogliosa, mi infilai nel suo letto. Quando spiegai di aver risolto la questione col vicino, la ragazza mi baciò in segno di riconoscenza. Ne approfittai per coinvolgerla nel gioco erotico. Le leccai prima le tette, poi la figa a pecorina. Intanto le raccontavo del pompino a Tommaso. La smenazzai anche con le dita, poi fu lei a ricambiare, prima che arrivassimo alla strusciata di fiche. Lei, gagliarda, teneva il ritmo affermando che avevo voluto la bicicletta e dunque mi toccava pedalare. Perfetto! Non cercavo altro! Nella strofinata raggiunse un favoloso orgasmo. Per appagare Teresa, invece, dovetti lavorare un altro pò la sua passera con la lingua e le dita. Finalmente giunse anche lei all'amplesso. Soddisfatte, ci baciammo a lungo in bocca. Ormai avevo rotto il ghiaccio con Teresa per cui a letto non dormivamo soltanto come semplici coinquiline. Riguardo a Tommaso, ogni tanto tenevo a freno le sue lamentele coi pompini.      

pompino

lunedì 19 febbraio 2024

La donna di mio fratello

Mi chiamo Paolo. A volte, certe vicende familiari, possono prendere una piega torbida. Dopo anni di matrimonio, nascono, spesso e volentieri, incomprensioni. Sapevo del rapporto non più idilliaco tra mio padre Eusebio e mia madre Giada. Adoro spiare ed ero a conoscenza del fatto che scopavano di rado. Papà occupava gran parte del suo tempo in azienda e mamma restava sola e abbandonata. Immaginavo che, prima o poi, si cercasse delle alternative, qualche svago. Restai sorpreso nel beccarla in atteggiamenti inequivocabili con la cameriera asiatica, Maylin. Ripresi con un video i loro momenti di intimità senza pensare che quel materiale mi sarebbe stato molto utile come "assicurazione" ma questo lo comprenderete meglio successivamente.. Ho un fratello più grande di nome Luca che punta alla carriera nella Marina Militare e non torna quasi mai a casa. Marcella, la sua donna, stava spesso da noi. Addirittura, mia madre le aveva riservato un'apposita camera degli ospiti. Marcella non è niente male, confesso che le avevo messo gli occhi addosso da parecchio. Ma credevo che fosse una tipa seria, tutta d'un pezzo e invece no! Evidentemente soffriva più del dovuto la lontananza da mio fratello. Un giorno trovai un dildo in un cassetto della sua stanza e rimasi parecchio colpito. Poco dopo entrò lei e mi trovò con "l'oggetto del peccato" tra le mani. Divenne rossa in volto, chiese cosa stessi facendo e io risposi che, al limite, le spiegazioni doveva fornirle lei. Azzardai e le piazzai il fallo in bocca. Lei non si tirò indietro e lo succhiò. Dopodichè ci baciammo ed io continuai a stuzzicarla passandole il dildo sul corpo, prevalentemente nella zona delle tette, sopra ai vestiti. Le tolsi la camicetta e proseguì, passando stavolta l'oggetto direttamente sul seno scoperto. Le tolsi le scarpe e feci scorrere l'oggetto sopra le sue mutandine. Marcella stava decisamente perdendo il controllo ed io ero pronto ad approfittarne. Tolte anche le mutandine, ebbi campo libero! Passai la punta dell'oggetto sul clitoride, poi affondai nella vagina. Per pronta risposta, la donna, visibilmente eccitata, mi succhiò il cazzo. Confesso che andai proprio in estasi a farmi fare il lavoretto di bocca. Poi, ricambiai leccandole accuratamente la figa. Ormai la signora era più che coinvolta e disponibile ad un magnifico 69. Non mi accontentai del sesso orale, riuscì a scoparla pure! La feci mettere a cavalcioni sopra di me, dove si prese la prima splendida dose di cazzo. Poi, le detti il resto trombandola di fianco. A quel punto, desideravo solo venire! Marcella fu così brava da accogliere gli abbondanti schizzi di sperma in bocca. Svuotai stupendamente i coglioni tra le labbra della tipa. Ma non riuscì nemmeno a rilassarmi del tutto, dal momento che, all'improvviso, comparve mia madre, rientrata in anticipo da una commissione. Naturalmente, Giada andò su tutte le furie per il torto combinato a mio fratello. Avrebbe avvisato di sicuro Luca dell'accaduto ma io la tenevo, come si suol dire, per le palle: le conveniva stare zitta, altrimenti avrei inviato a papà il video in cui si dava da fare con la cameriera asiatica. Quando Luca chiama a casa, Giada è costretta a dire che va tutto bene, che Marcella è tranquilla. Ed io, chiaramente, continuo beatamente a fotterla.          

moglie fratello


venerdì 16 febbraio 2024

Consolato dalla madre disinibita

Mi chiamo Luca, sono uno studente. Credevo di aver trovato la tranquillità nel rapporto con Rossana, una coetanea. Tuttavia, quella puttanella, decise all'improvviso di mollarmi. Entrai in una profonda crisi depressiva. Trascorrevo le giornate sul divano a guardare distrattamente la TV o a fissare le lampadine. Insomma, non attraversai un grande periodo e sembrava che non avessi la forza di riprendermi, di uscire fuori da quello stato comatoso. Non avrei mai immaginato di ricevere un aiuto psicologico notevole da mia madre Rosaria. Mi confidavo con lei, esternavo il malessere che tenevo dentro. E' una bella donna, oggettivamente ma non l'avevo mai considerata da quel punto di vista dato l'evidente legame strettissimo di parentela. Fu lei a prendere l'iniziativa, a stuzzicarmi sul divano. Era stanca di vedermi sfiduciato, depresso. Si mise a cavalcioni sopra di me. Mi eccitai subito e le tolsi il reggiseno. Poi lei si allontanò per calare le mutandine. Quella lingerie che indossava con calze, reggicalze, mi gasò di brutto! Afferrai le sue natiche con l'intento di leccarle il buco del culo: che goduria esagerata! Poi cambiammo posizione e le slinguazzai accuratamente la passerona. Rosaria mi succhiò il cazzo, prima di montare sopra a cavalcioni. La mazza dura la penetrò in profondità: che goduria sfrenata! Ripresi a fotterla a missionaria e di fianco, sempre sopra il divano e ne approfittai per coinvolgerla in una bollente "limonata". Non riuscì più a resistere, mi sentì di esplodere e così schizzai copiosamente nella sua bocca accogliente svuotando completamente i coglioni. La depressione svanì in un attimo! Le suggerì che, se avesse preparato le cotolette per cena, sarebbe stato il massimo. Rispose di si e aggiunse che il contorno di patate fritte non sarebbe mancato. Quando rientrò Aldo, mio padre, e chiese informazioni su come stessi, lei rispose che mi sentivo meglio grazie ad un flirt virtuale con una donna matura. Aldo fu contento di ciò. Naturalmente, non poteva immaginare lontanamente che, quella donna misteriosa, fosse proprio Rosaria!               

amore materno

giovedì 15 febbraio 2024

Triangolo per coppia in crisi

Mi chiamo Valentina. Intrattenevo una relazione saffica con Valeria. Convivevamo da un paio d'anni ormai. A letto c'era intesa: lei è una gran leccapatate, bisognna ammetterlo! Tuttavia, la signorina è anche una tipa estremamente opprimente e gelosa ed io non amo certo le catene al collo. Gli dicevo sempre di non gradire particolarmente i rapporti esclusivi ma lei se ne infischiava altamente. Finchè, un bel giorno, simpatizzai con Emma, una intrigante collega di lavoro. Di conseguenza, rientravo più tardi a casa scatenando la rabbia di Valeria. In un primo momento, cercai di negare di avere una relazione extra ma poi, stufa della situazione, le sbattetti la verità in faccia dopo un rapporto sessuale. In pratica le dissi chiaramente che avrei continuato a frequentare Emma. A quel punto, Valeria, profondamente delusa, fu costretta a farsi da parte, almeno temporaneamente. In realtà collaboro in una trattoria. Quando il cuoco e il resto del personale andava via, rimanevamo io ed Emma, sedute al tavolo a bere vino e poi, ovviamente, a lesbicare. Quella sera sarebbero successe, più o meno, le solite cose, tuttavia, ci fu un imprevisto. All'improvviso, quasi dal nulla, apparve Valeria che, di slancio, si fiondò su Emma e la baciò spiegandole di essere la mia ex ragazza. Non la vedevo da oltre 40 giorni ormai e caddi letteralmente dalle nuvole. Valeria restò a bere con noi. A dire il vero, eravamo tutte un pò brille. La mia ex, col dente avvelenato, tendeva a puntualizzare che io avevo tenuto il classico piede in due staffe. Ma Emma non si scompose affatto. Una parola tira l'altra e, alla fine, si profilò l'idea di una lesbicata a tre. Sembrava che entrambe fossero d'accordo e quindi pensai bene di cogliere l'occasione per una ghiotta trasgressione. Contrariamente a quanto mi aspettassi, Emma e Valeria simpatizzarono parecchio tra loro. Emma leccò le tette alla mia ex, poi sfilammo le mutandine a Valeria. L'atmosfera si stava decisamente surriscaldando. Emma tirò fuori le sue grosse tette e intanto palpava quelle di Valeria. Mentre stavo a pecorina, con le mutandine calate, le ragazze contempavano le mie fessure. In un momento di rabbia (dal momento che non riuscivo proprio a liberarmi di Valeria) pensai malignamente di metterla a tacere spezzandole una gamba ma la saggia Emma mi riportò immediatamente alla ragione e ci suggerì di smettere di comportarci da bambine immature e che, piuttosto, c'era di molto meglio di cui occuparsi. Emma sembrava particolarmente attratta dai capezzoli di Valeria che continuava sensualmente a leccare. Io ed Emma mettemmo Valeria a pecorina. Emma le masturbò la figa col pollice mentre le leccava una natica ed io accarezzavo l'altra chiappa. Valeria, in astinenza di attenzioni intime, ebbe un orgasmo intensissimo. Poi, la mia ex, desiderosa di ricambiare, pretese che Emma, stesa sul tavolo, spalancasse bene le cosce per deliziarla a suo modo. Con due dita nella figa e il minuzioso lavoretto di lingua, Emma esplose di piacere in pochi minuti. Restavo soltanto io all'appello. Ci pensarono loro due a dilatare perbene la mia figa con le dita. A infilzarle dentro senza pietà fu Emma ed io sbrodolai come una porca per la gioia di entrambe. Gasate, ci mettemmo una sopra l'altra a mo di montagnella, pronte ad appagare nuovamente i nostri sensi. Per fortuna, nel locale, a tarda notte non c'era nessuno. Se per caso fosse tornato il cuoco, e ci avesse beccate così, credo che non avrebbe esitato da ripassarci tutte e tre col suo cazzo duro dopo averci abbondantemente spalmate di maionese nelle fessure!                 

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mercoledì 14 febbraio 2024

Una nera per San Valentino

Mi chiamo Esther. Ho sempre avuto il pallino del successo in ambito lavorativo. Ma, a volte, per raggiungerlo, bisogna scendere a compromessi. Se non fossi andata a letto con uno dei dirigenti dell'azienda, sarei rimasta una semplice segretaria. Tradì più volte, Gabriel, il mio partner, con il viscido Romeo. Pur di far carriera, mi lasciai sbattere come una puttana. Romeo è solo un porco e, tra l'altro, soffre pure di eiaculazione precoce. Di solito, dopo aver ricevuto qualche "botta" nella figa, mi lavoravo la sua cappella di lingua portandolo rapidamente all'orgasmo. Fu così anche l'ultima volta, quando decisi di troncare la relazione. Accolsi la sua copiosa eiaculazione in faccia e in bocca e gli comunicai, in maniera cruda, che, da quel momento in poi, avrebbe dovuto arrangiarsi con le seghe, in attesa di trovare un'altra tipa disponibile. Per ripulire la coscienza, in qualche modo, decisi di regalare a Gabriel, per San Valentino, la scopata top con il suo sogno erotico preferito, una ragazza di colore. Un'amica conosceva Yuma, la escort adatta al mio intento. Mi recai nella Villa della donna. La tipa stava leccando un gelato e si mostrò scettica nei miei confronti ma, quando si rese conto che avrei sborsato parecchi soldi, suggerì di accomodarci dentro l'abitazione per entrare nei dettagli della richiesta. Le spiegai cosa avrebbe dovuto fare. Mi diede, a ragione, della sadica aristocratica viziosa, poi accettò la cospicua offerta economica sotto forma di assegno, mostrando parte delle sue grazie. Arrivò il fatidico giorno della festa degli innamorati e con esso la nera, che si presentò a casa puntuale. Gabriel non si aspettava di certo un regalo del genere e rimase piacevolmente sorpreso. Diciamo la verità: a chi non piacerebbe scopare con una nera sexy in tacchi reggicalze e calze a rete? Yuma non si fece certo pregare per saltare addosso a Gabriel e cavalcare l'asta dura. Poi, la ragazza se lo prese a lungo nella figa a pecorina. Provavo una latente gelosia ma anche gioia nel vedere lui felice e orgoglioso di me, una donna così generosa e altruista (nella sua mente) capace di dispensare regali inimmaginabili. Le parole di esaltazione nei miei confronti, da parte di Gabriel, decretarono anche la mia fine. Il dipingermi come una donna straordinaria, impeccabile, fedele, agli occhi di quella prostituta che conosceva perfettamente la verità, si concretizzò in una sorta di effetto boomerang. La donna, evidentemente stufa di sentire stronzate, pensò di tirar fuori la verità, nonostante fosse stata ampiamente retribuita dalla sottoscritta. E' proprio vero, a questo mondo non puoi fidarti proprio di nessuno, nemmeno delle zoccole! Convinta che la situazione stesse procedendo al meglio, mi sentì talmente rilassata da andare un attimo in cucina a prendere lo champagne. L'idea era di festeggiare con lui San Valentino dopo la "pratica Yuma". Gabriel se l'era abbondantemente chiavata e non vedeva l'ora di arrivare all'orgasmo. La donna, in mia assenza, aveva lasciato partire, in modalità play, l'app registratore dello smartphone mentre gli propinava un favoloso bocchino. Le parole che uscirono fuori dal dispositivo, peraltro quelle della sottoscritta, mi gelarono il sangue. Come potevo immaginare che la escort avesse memorizzato la nostra conversazione avvenuta qualche giorno prima? Bhè, per Gabriel, quella specie di confessione forzata risultò come un autentico macigno, le corna conclamate che mai si sarebbe aspettato di ricevere. Non amavo certo quel dirigente coglione, me lo scopavo principalmente per trarre vantaggi lavorativi, ma questo cambiava poco la sostanza dei fatti. Fui smerdata e svergognata dalla nera e non potetti proprio fare nulla per rimediare se non assistere a lui che, pieno di rabbia mista a eccitazione, le schizzava sborra in bocca a fiumi che colava fino alle tettone di lei. Dovetti solo alzare i tacchi e sparire e lasciare che quella donna si divertissime col mio uomo a San Valentino e, probabilmente, anche oltre. Ma prima ricevetti un'ulteriore umiliazione da parte di Yuma. Quest'ultima, mi suggerì di usare la bottiglia di champagne nella figa dato che ormai avevo perso il cazzo di  carne di Gabriel per riempirla a dovere. Sapete che vi dico? A volte vale la pena ascoltare i consigli, anche quelli delle nemiche. Volete sapere che cosa feci con il pregiato liquido? Una parte la bevvi, mmm che buono! Un altro pò mi servì per "idratare" perbene la figa e poi, bhè, il collo della bottiglia può donare intenso piacere se lo si utilizza nelle "esplorazioni in profondità".                

milf

sabato 10 febbraio 2024

Seduzione Asiatica

Mi chiamo Natasha. Sono una ragazza che ama divertirsi con persone di entrambi i sessi. Di solito, quando "punto un obiettivo", riesco a centrarlo. Non riuscivo a schiodarmi dalla testa l'idea di portare a letto Sakura, la mia compagna di classe asiatica. Approfittai dell'assenza dei miei genitori per invitarla a casa. Durante la giornata, studiammo un po'. Poi, verso sera, iniziai a tessere la "tela seduttoria". Dapprima stuzzicai l'ospite invogliandola a scoprirci i seni scattando selfie, con la scusa di intrigare i nostri compagni di Scuola. Naturalmente, non avrei mai postato quelle foto! Poi, quando ci mettemmo a letto, aspettai una mezz'ora. Notando che lei non riusciva a prendere sonno, le accarezzai a sorpresa il sedere spiegando di provare sentimenti forti nei suoi confronti. Mentì spudoratamente ma il fine giustifica i mezzi, giusto? La spogliai in un batter baleno leccando prima le sue mutandine con malizia e poi usando le dita sulla sugosa figa. Si sciolse e ricambiò leccandomi la passera mentre stavo a pecorina: che goduria! I reciproci ditalini accesero ancor più l'atmosfera che divenne infuocata nel momento in cui la coinvolsi in una strofinata tra passere al cardiopalma (pratica sconosciuta a Sakura, fino a quel giorno). Non la mollai finché raggiungemmo tutte e due l'intenso orgasmo. Il bis accadde poco dopo con reciproche smanettate. L'appagamento risultò pieno sia per me che per lei. Sakura ci tenne a precisare di esserci stata in base al mio slancio amoroso. Risposi di aver mentito con l'unico scopo di ottenere, insieme a lei, un semplice sfogo fisico senza implicazioni di natura sentimentale. A quel punto, la pupa orientale, evidentemente delusa, mi spinse via con un gesto di stizza affermando di sentirsi sporca e usata. Andò su tutte le furie e, dopo essersi vestita, andò via sbattendo la porta. Inoltre, per tutta la restante durata dell'anno scolastico, non mi rivolse più la parola sedendo ad un banco lontano dalla sottoscritta. Pazienza! Infondo, meritavo tale reazione ma, in fin dei conti, poco importava, ormai mi ero tolta la soddisfazione di finirci magnificamente a letto.

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giovedì 8 febbraio 2024

Cornuto cuckold ad Halloween

Mi chiamo Valerie. A volte le situazioni erotiche più intriganti nascono per caso. Eric, il mio convivente, lavorava in un cantiere come operaio. Non è una cattiva persona ma, anche a causa della fatica che era costretto a sopportare tutti i giorni, risultava spesso stanco e incapace di soddisfarmi sessualmente. O, almeno, credevo che si trattasse solo di questo. Ad ogni modo, trovai subito un amante giovane, fresco, tonico e voglioso, di nome Sandro, pronto ad appagare i miei bisogni fisici. Il cazzo dell'amante mi rese particolarmente felice. Tutto procedeva a gonfie vele. Sandro veniva a casa la mattina, quando Eric non era presente, per grandi fottute. Ma un giorno, nel periodo di Halloween, Eric rientrò in anticipo dal lavoro e mi beccò in compagnia dell'altro. Al principio, la prese molto a male, voleva addirittura andare via. Ma Sandro gli disse che poteva anche restare. Si creò, d'improvviso, un'atmosfera maliziosa per cui mi misi a leccare il cazzo di Sandro davanti ad Eric il cornuto. Notai che il mio convivente era parecchio incuriosito dall'ospite e dal suo notevole pene. Intuì che desiderava prenderlo in bocca e, così, da brava troia complice, glielo porsi con disinvoltura e grazia in modo tale che potesse praticare il suo primo glorioso  pompino ad un uomo. Accolse la fava tra le labbra, il porcone sottomesso, prendendoci sempre più gusto. D'altronde, a Sandro non dispiaceva farselo ciucciare da un maschio. La figa mi bolliva e colava dal desiderio di fottere e così presi il cazzo duro di Sandro a candela davanti al cornuto. Poi, presi il pene di Sandro in bocca e, di nuovo, Eric volle apportare il suo "contributo" ribadendo la ciucciata di pisello. Mi adagiai sul bastone di Sandro mentre il convivente mi accarezzava il culo. Poi, gasata, leccai il petto dell'amante soffermandomi sui capezzoli mentre quel porcellone di Eric, affamato di minchia, glielo succhiò per la terza volta! Sandro mi dette gli ultimi colpi focosi a pecorina e lì arrivai all'orgasmo. Poco dopo, il maschio Alfa sborrò nella figa. Io e Sandro incitammo il cornuto a ripulire con la lingua il seme dalla passera e, naturalmente, quest'ultimo non se lo lasciò ripetere due volte...

cuckold

mercoledì 7 febbraio 2024

La felicità dopo il divorzio

Salve da Dana. Elvira aveva proprio ragione: mio marito diede subito prova di infedeltà coniugale intrattenendo rapporti intimi con le sue giovanissime segretarie poco più che 18enni. A quel punto, la rottura del rapporto divenne inevitabile. Contattai Elvira mettendola al corrente della situazione. Come prevedibile rispose: "Immaginavo...". La raggiunsi, qualche giorno dopo, nella sua abitazione. Mi propose un'insolita partita a scacchi in lingerie accompagnata da drink alcolici. Ero ancora un pò infuriata con lei per quella sorta di abuso subìto nel giorno delle nozze ma, allo stesso tempo, sapevo che, molto probabilmente, avremmo fatto sesso. Stavolta fui io a cominciare slinguazzandole i capezzoli. Da lì in poi fu un autentico crescendo. Ci leccammo a turno fica, culo e tettone senza esitazioni ricorrendo, dulcis in fundo, all'uso del dildo per innalzare la soglia del reciproco piacere. Avrei dovuto sentirmi pienamente appagata, dopo tutto ciò. Ma una cultura di impostazione eterosessuale è difficoltosa da sradicare. Decisi di sparire dalla circolazione per un pò. Sapevo che Elvira mi desiderava, si era premunita perfino di darmi una copia delle sue chiavi di casa, nel caso in cui mi fossi decisa a soggiornare lì. Ma io credevo ancora di poter aprire capitoli amorosi con gli uomini. Uscì a cena con vari spasimanti ma, alla fine, si rivelarono persone desiderose soltanto di avventure di una notte. Intanto il pensiero correva sempre ad Elvira, l'amica che mi aveva abilmente sedotta proprio nel giorno del matrimonio. Così, dopo oltre tre mesi, decisi finalmente di utilizzare la copia di quelle chiavi. Mi presentai direttamente in quell'abitazione senza preavviso. In realtà rischiai e non poco! Avrei potuto trovarla in compagnia di un'altra donna. Per fortuna, se ne stava semplicemente da sola nella vasca da bagno. Chiesi se le fossi mancata, rispose di si. Mi avvicinai e lei mi leccò subito il seno. Poco dopo passò alla fica. Mi inebria tutta e decisi che meritasse un premio per avermi attesa così a lungo. Entrai nella vasca e cominciai a slinguazzarle la fica da paura. Notai l'espressione di gioia ed eccitazione comparire sul suo volto, il che mi incitò a proseguire con foga. Dapprima, si stese a cosce aperte sul bordo della vasca ed io potetti leccarle la topa in lungo e in largo. Poi, quando si mise in piedi, le diedi il "colpo di grazia" masturbandola con due dita e lì la porcona sbrodolò a fiume raggiungendo un intenso orgasmo. Fu un'autentica gioia soddisfarla in quel modo. Da quel giorno non dovette più dormire da sola nel lettone... e vissero felici e contente!       

corna

Anomalie cupidiche

Mi chiamo Donatella. Lavoro come barista in un locale notturno, il "Blues". Lì dentro assisto a continui flirt tra i clienti. Tra l'altro, notai l'interesse di Vera, un'amica, nei confronti di Roberto, un mio conoscente. E così pensai bene di organizzare una pizza a casa mia per farli stare maggiormente a contatto in un ambiente più intimo. Nell'abitazione, vivo con mio fratello Sandro, per cui avremmo mangiato la pizza tutti e quattro insieme. Il giorno seguente, io e Sandro ci saremmo allontanati per permettere ai due ospiti di socializzare e giungere ad un eventuale fidanzamento. Roberto accettò l'invito di buon grado. La serata trascorse tranquilla parlando del più e del meno e divorando, ovviamente, le gustose margherite. Dopodiché, io dormì con Vera e Roberto in camera sua con Sandro. In effetti, mio fratello ha un debole per i maschietti per cui mi raccomandai di tenere a freno certi istinti. La notte trascorse serena, senza particolari evidenze. Credevo che il "copione" venisse rispettato: io e Sandro, come concordato, ci saremmo allontanati dopo la colazione. Ma la situazione prese una piega del tutto diversa. Trovai Roberto e Sandro in cucina che avevano appena bevuto il cappuccino. Sandro, venendo meno a quanto stabilito in precedenza, si mise a corteggiare impunemente Roberto! Dopo averlo abilmente sedotto, con annesso abbassamento delle mutande, gli propinò un succulento pompino! Roberto, inizialmente, sembrava scettico nel ricevere attenzioni orali da parte di un maschio ma poi finì per eccitarsi indurendo l'uccello di brutto. A quel punto, i suoi freni inibitori saltarono. Preso dal desiderio, e curioso quanto mai di trasgredire, ricambiò addirittura la succhiata per la gioia estrema di Sandro. Dopo i pompini, i due ragazzi andarono oltre. Roberto, più che arrapato, infilò il cazzo nel sedere di mio fratello prendendolo da dietro. La scena si presentava decisamente interessante ed eccitante: la mia figa cominciò meravigliosamente a gocciolare. Adoravo vederli fottere ma, nel contempo, fui colta dall'ansia acuta. Vera, per fortuna, stava ancora dormendo ma temevo che potesse venire in cucina da un momento all'altro e assistere a quelle porcate tra Boys. Se la sarebbe di sicuro presa con la sottoscritta con l'accusa di aver pensato a trovare il fidanzato a mio fratello e non a lei... Si sarebbe sentita presa in giro. Tra l'altro non sapeva nemmeno dei gusti particolari di Sandro. Solo allora capì di aver commesso un errore madornale raccomandando, come si suol dire, "le pecore al lupo". Sandro si era accorto che stavo spiando, cercava quasi la mia approvazione. Ormai ero lì e avrei assistito alla trombata fino in fondo. Mi godetti uno ad uno i gemiti di Sandro mentre quel pene gli sfondava perbene il retto. Gli schizzi di sborra non tardarono ad arrivare: Sandro, penetrato allo sfinimento, colò come una fontana ricevendo, nel contempo, la sborra calda e copiosa dell'ospite nel culo. Gli orgasmi rilassarono i ragazzi che accompagnarono l'appagamento con un favoloso lingua a lingua. La cucina odorava intensamente di sperma. Presa dall'angoscia, suggerì loro di aprire la finestra per far passare il più possibile l'aria e li incitai a rivestirsi alla svelta. Dovevo evitare assolutamente che Vera si accorgesse di qualcosa di sospetto e così corsi verso la camera dove dormiva con l'intento di anticipare le sue azioni. Intendevo prendere tempo e così la convinsi a vestirsi sexy per far colpo su Roberto. Indossai anch'io le autoreggenti. Vera desiderava recarsi in cucina per la colazione ma io dovevo trattenerla a tutti i costi per cui mi incamminai in un percorso strano e tortuoso. Le dissi che dei maschi non c'è da fidarsi, che, spesso e volentieri, passano da un'avventura all'altra e che, magari, il bene e l'affiatamento tra amiche può essere nettamente migliore. Mi lasciai troppo trasportare da quella sorta di "interpretazione" improvvisata e apparì come una lesbica che ci prova. Non potevo immaginare che, sotto sotto, qualche pensierino sulle donne e, in particolare, su di me, Vera lo aveva fatto. Inaspettatamente, mi ritrovai le sue mani sul culo! La voglia, la vicinanza dei corpi, fecero il resto. Quasi inconsapevolmente, ci ritrovammo a lesbicare dolcemente. I freni inibitori si sciolsero del tutto quando andammo sensualmente lingua a lingua. Lei, decisa a proseguire, mi sfilò le calze. Sopra il divano, le palpai le tettone. Lei mi tolse anche le mutandine e i baci proseguirono oltre alle strofinate tra i nostri corpi. Le leccai i capezzoli, poi lei si mise a dondolare sopra di me mentre le accarezzavo le tette. Continuai a leccarle il seno e poi giungemmo ad una piacevolissima strusciata tra tettone. Ci presi proprio gusto a leccarle i capezzoli e lei gradiva molto. Alla fine, mi stesi su di lei e ci baciammo a lungo e intensamente mentre le palpavo vigorosamente il seno. Si trattava di una prima volta tra donne per entrambe e penso che nessuna di noi se la sentisse di leccare la figa. Per fortuna, non vi fu alcun bisogno di addentrarsi in questa pratica dal momento che l'eccitazione estrema ci condusse divinamente all'orgasmo semplicemente limonando e con i corpi a strettissimo contatto. Credetti davvero di poter iniziare una storia saffica con lei ma un imprevisto rovinò tutto. Roberto si era dileguato, intanto, quel coglione di mio fratello, credendo erroneamente che Vera avesse agito nello stesso modo, lasciando l'abitazione, si mise ad urlare inopportunamente fuori dalla camera da letto rivelando, involontariamente, il rapporto omosessuale intercorso poco prima nella cucina. Vera, a quel punto, andò su tutte le furie e mi dette della falsa. I tentativi di giustificazione, da parte della sottoscritta, risultarono del tutto inutili. Vera, evidentemente delusa, corse via dalla casa sbattendo la porta. Grazie a mio fratello, si era creata un'opportunità e, sempre per "merito" suo, l'occasione andò miseramente in fumo. Amo Sandro ma, certe volte, lo strozzerei!               

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lunedì 5 febbraio 2024

Sedotta dalla giovane biondina

Mi chiamo Marta. Ogni rapporto presenta le proprie fasi, le sue evoluzioni o, peggio, involuzioni. Il matrimonio attraversò una netta crisi, mio marito preferiva soffermare maggiormente l'interesse su giovani donne ed io mi sentivo enormemente trascurata. Per tale motivo, stufa di subire corna, chiesi il divorzio e lo ottenni. Sembrava strano restare tutta sola in quella casa enorme al secondo piano, di mia proprietà. Per i primi due o tre mesi, andai avanti a ditalini ma non mi sentivo affatto appagata. Combinazione volle che, ad un certo punto, nell'edificio, venne ad abitare in fitto, al primo piano, una giovane biondina. Ogni volta che la incontravo, mi salutava sempre sorridendo. Al principio pensai che fosse semplicemente una persona educata. Col passare del tempo, a volte capita che si finisca per scambiare qualche parola in più. Mi disse di essere un'impiegata postale appena trasferitasi da un'altra città. Lucia, questo il suo nome, adorava intrattenersi a dialogare con la sottoscritta nel palazzo. Un giorno, se ne uscì con un: "Che ne dice se ci prendessimo un caffè al bar qui vicino?". Accettai di buon grado. Infondo che male c'è a degustare la nobile bevanda insieme a qualcuno? E così le raccontai la mia storia. Lucia, passando subito dal "lei" al "tu", mi disse che avevo fatto bene a divorziare. La conoscenza andò avanti. Mi parve insolito diventare amica di una ragazza che, più o meno, poteva avere l'età di mia figlia ma infondo la tipa era simpatica. La confidenza aumentò e così, invece di recarci al bar, il caffè, spesso, lo prendevamo da me. Non immaginavo affatto che l'affascinante Lucia fosse, in realtà, lesbica. I suoi discorsi divennero sempre più mirati. Cominciò ad affermare che si sta benissimo anche senza uomini, tanto per dirne una. L'astinenza sessuale si fece sentire, la mia e, naturalmente, anche la sua. Lucia trovò il modo di sbloccarmi: un bel giorno, si presentò da me con un regalo. Non immaginavo lontanamente di cosa si potesse trattare. Disse che voleva sdebitarsi dei tanti caffè sorbiti. Quando aprì il pacchetto, accuratamente confezionato, uscirono fuori delle calze autoreggenti coi disegnini. Ebbi un momento di imbarazzo ma lei, spezzandolo all'istante, chiese maliziosamente: "Non vuoi vedere come ti stanno?". La accontentai e notai la sua espressione soddisfatta. Poi mi guardò negli occhi e sentenziò: "Magari questa è l'occasione giusta per indossarle!". Caddi dalle nuvole ma lei, con destrezza, mi tolse il reggiseno e si spogliò, a sua volta, in un nanosecondo. A quel punto mi baciò in bocca dolcemente accarezzandomi i capelli. Pareva tutto così assurdo ma non trovai la forza di tirarmi indietro. Le nostre bocche sapevano del caffè bevuto da poco. E' noto che le trasgressioni si temono ma sono sempre quelle che eccitano maggiormente. Non avevo mai baciato una donna, tantomeno una ragazza! Lucia sapeva il fatto suo: mi mise subito a pecorina, poi slinguazzò con decisione il mio sedere! Provai brividi di piacere inenarrabili, lo ammetto! La ragazza andò avanti così per un bel pò. Cominciai a perdere il controllo dei sensi. Le dissi che era brava ma che, in sostanza, mi piace il cazzo. Lei, per pronta risposta, usò la mano per penetrare la vagina e, con un dito, arrivò pure dentro al culo per cui, ad un tratto, mi sentì completamente riempita. Poi ci dette dentro di lingua in figa per un'infinità di tempo, passando successivamente a leccare i capezzoli. Mi sentì davvero una gran troia a ricevere attenzioni così profonde e intime da una giovincella sul letto matrimoniale! La tenevo addosso. Raggiunsi un violentissimo orgasmo mentre la tipetta mi baciava e stringeva il seno. Poi, inginocchiate sul letto, continuammo a limonare di brutto con reciproche palpate di culo. Nonostante non avessi esperienza in tal senso, pensai che fosse giunto il momento adatto per ricambiare la biondina: dopotutto se lo meritava ampiamente! Lucia si mise a pecorina ed io, sorprendendola al massimo, puntai, con la lingua, direttamente il buco del suo sedere. Non si aspettava un'iniziativa del genere e ne fu ben lieta, così entusiasta che arrivò all'orgasmo mentre agitavo furiosamente la lingua tra le sue natiche. Quella fu la mia prima e indimenticabile volta con una donna. Con Lucia ci sono stati diversi seguiti. Poi, per motivi di lavoro, la ragazza fu trasferita ma io, nel frattempo, ho avuto premura di cercare nuove amicizie femminili.

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Attraversamenti pericolosi

Mi chiamo Lory. Era una bella giornata primaverile, non mi aspettavo certamente di rischiare seriamente la vita attraversando, con il verde, sulle strisce pedonali! Evidentemente fu tutta colpa della minigonna che indossavo, chi lo sa! Fatto sta che, il conducente del veicolo, frenò in ritardo ed io mi ritrovai a terra con le ossa mezze rotte. Fui trasportata rapidamente all'Ospedale più vicino della zona, il St. Louis Medical Center, medicata e imbottita di antidolorifici. Ciò nonostante, mi sentivo davvero a pezzi, facevo fatica perfino a tenere gli occhi aperti. Per fortuna, la d.ssa, dopo una prima valutazione, affermò che la situazione appariva meno grave del previsto. Me la sarei cavata con un pò di convalescenza, senza riportare danni permanenti. Venni affidata alle cure di una giovane infermiera di nome Rosy. Frastornata, sentivo le mani della donna sul mio corpo. Chiesi di ricevere ulteriori dosi di farmaci antidolorifici ma lei rispose che bastavano e che avrebbe utilizzato, piuttosto, una terapia naturale per infondermi sollievo. Non compresi di cosa si trattasse fin quando la donna arrivò al dunque. Mi sentì scoperta nella parte inferiore del corpo, senza nemmeno le mutandine che lei, in qualche modo, aveva tolto. Usò le dita sul clitoride e dentro la figa ma, molto di più, la lingua! Quella porcella approfittò del momento di difficoltà della paziente, in tal caso la sottoscritta, per slinguazzarle accuratamente la passera! Per me si trattò di un contesto del tutto nuovo, dal momento che, fino a quel momento, avevo assaporato soltanto cazzi. Venire leccata, in quella condizione, da una donna, fu incredibilmente strano e sconvolgente. Tuttavia, devo riconoscere, che mi sentì tutta bagnata e, alla maialina, bastarono pochi colpi di lingua, ben assestati, per condurmi magicamente all'orgasmo. Nonostante i dolori che mi accompagnavano, provai un grandissimo senso di benessere, raggiungendo l'orgasmo. Eh si, quella zozza aveva proprio ragione: la "terapia naturale" è, senza dubbio, benefica. I giorni passavano e mi sentivo sempre meglio ma Rosy condizionava la d.ssa a prolungare il mio "soggiorno" nella struttura. L'infermiera si prese la confidenza di esplorare, con la lingua, perfino il mio buco del culo. Giuro che andai proprio in estasi quando si prese questa licenza. Ormai stavo bene e la dottoressa mi concesse di tornare a casa. Che avventura che vissi: la ricorderò per tutta la vita! Alle amiche non ho mai raccontato nulla riguardo alle intimità con l'infermiera ma, ogni volta che penso a lei, e a quei giorni di ricovero, mi viene un'incontenibile voglia di ditalino. Giuro che, se non fosse così pericoloso, mi farei investire di nuovo, pur di ricevere nuovamente le attenzioni erotiche di quella donna.

erotica

ospedale

giovedì 1 febbraio 2024

La mazza nera di Frank per il mio boyfriend

Mi chiamo Magda. Benny, il mio ragazzo biondo, è tanto carino e dolce ma si nota chiaramente che non appartiene alla categoria dei "maschi Alfa". Da quando stiamo insieme, mi sono sempre accorta della curiosità con cui osservava le persone del suo stesso sesso nei luoghi pubblici: per strada, nei negozi, nei centri commerciali, cinema, etc... Il suo interesse verso gli uomini si manifestava in modo sempre più intenso. D'altra parte, molto spesso, quando lui guardava i maschietti, questi ultimi, per pronta risposta, soffermavano la loro attenzione su di me. Bhè, mi pare ovvio, non tutti sono gay o, perlomeno, bisex. Per quanto agli occhi di qualcuno tutto questo discorso possa sembrare torbido e discutibile, provavo sincero dispiacere per la condizione frustrante in cui Benny versava, incapace di poter riuscire ad appagare un desiderio intimo omosessuale così ardente. E così, giunsi nella determinazione che, il mio fidanzato, prima o poi, doveva prendere un bel cazzo! Persi alcuni giorni a pensare chi potesse essere la persona adatta allo scopo. Poi, riflettendoci, mi venne in mente l'aiutante di colore del Salumiere di fronte casa. Frank non è un tipo che si crea troppi problemi ed è, tanto per intenderci, un uomo che butta la mazza dove coglie coglie, come si suol dire. Lo invitai a casa. Cominciammo subito a spogliarci tutti, poi ci spostammo sul divano. Gli leccai subito il grosso pene nero mentre Benny moriva dalla voglia di interagire con l'ospite. Frank ci suggerì di assumere la posizione della pecorina insieme. Io mi posizionai sopra il mio ragazzo. Credevo che, in tal modo, io e Benny saremmo stati scopati a turno ma, a quanto pare, Frank fu maggiormente ingolosito dal sedere del biondino e affondò l'uccello li dentro. Poi, continuò a farselo in una sorta di scopata a candela incrociata e, nel frattempo, mi leccava la patata. Dopo di ciò, l'uomo di colore decise finalmente di inzuppare il biscottone nella mia figa. E così ricevetti anch'io una splendida dose di cazzo che appagò i bollori della patata. Intanto, Benny mi leccava timidamente la figa. Ma poi, l'aitante ospite, riprese a martellare col "trapano" di brutto nel culo del mio ragazzo fino a sfondarlo completamente. Io mi preoccupai di "addolcire" l'impatto della penetrazione leccando il pisello di Benny che finì per eiaculare dolcemente nella mia bocca. Frank arrivò poco dopo all'orgasmo e spruzzò copiosamente in faccia e in bocca a Benny, che assaporò, per la prima volta, la sborra calda e gustosa. Il biondino mi ringraziò per averlo aiutato a realizzare il suo sogno erotico proibito. Frank, d'altro canto, affermò di essere sempre disponibile ad appagare le voglie di entrambi. Ogni volta che porta la spesa a casa c'è il rischio che, oltre alla mancia, chieda pure di ripassare il culetto di Benny e, perchè no, anche la mia figa!              

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