giovedì 29 dicembre 2016

Quella volta tra amici ci costò caro

Salve, il mio nome è  Cleo. Le tre ragazze che vedete sono nell'ordine: Monica, Giada e Laura. Queste tre muse facevano parte della mia vita e di quella dei miei più cari amici, Enzo e Giuliano, fino ad un annetto fa. Monica era la mia ragazza, Giada stava con Enzo e Laura con Giuliano. Eravamo tre coppie di ragazzi come tante, uscivamo spesso in sei per andare a mangiare la pizza oppure per guardare film al cinema oppure per ballare in discoteca. In effetti fu proprio la discoteca ad innescare uno strano meccanismo mentale. Monica, Giada e Laura si scatenavano in pista e attiravano ragazzi a frotte. Non ero tanto geloso di Monica e notai che per Enzo e Giuliano era la stessa cosa con le loro rispettive ragazze. Parlando con i miei amici chiesi:"Hey, nemmeno voi siete gelosi?". Enzo rispose:"Tanto se vogliono cornificarci lo fanno uguale..."; Giuliano la pensava allo stesso modo. Il tempo passava, in discoteca gli sconosciuti si strusciavano sempre più sulle nostre ragazze e noi, potenziali cornuti, glielo lasciavamo fare tranquillamente. Passò altro tempo ed io, Enzo e Giuliano ci rendemmo conto di avere poco in comune con quelle tipe. Arrivammo al punto da lasciarle andare a ballare da sole mentre noi guardavamo le partite. Senza nessuno che le controllasse ovviamente le belle si dettero da fare. Amici comuni ci riferirono che stavano facendo le migliori scopate cornificandoci a dovere reiteratamente. Infondo lo avevamo voluto noi e loro non si erano certo lasciate pregare. Dopo di ciò ci fu una svolta. Una sera accadde qualcosa di molto trasgressivo e particolare. Io e i miei amici stavamo guardando  una delle tante partite a casa di Enzo. Loro, come me, non andavano con le loro ragazze da un pò per cui, terminato il match, optammo per una bella sega in compagnia in giardino. Fin qui tutto normale, o quasi, nel senso che una sega tra amici (ognuno per proprio conto) ci può anche stare. Non sò se il tutto fu alimentato da qualche drink di troppo, fatto sta che loro si iniziarono a segare sui lettini uno accanto all'altro. Io, poco distante, me lo menavo e li osservavo. Non sò cosa mi prese, di sicuro una forte eccitazione. A un tratto mi avvicinai a loro e, con disinvoltura, presi in bocca il cazzo di Giuliano segando quello di Enzo. Loro naturalmente non se l'aspettavano e restarono un pò sorpresi dalla mia iniziativa che però gradirono parecchio. Infoiato dal desiderio proseguì a succhiare Giuliano per poi passare al cazzo duro di Enzo al quale risucchiai anche le palle. A quel punto i loro cazzi erano durissimi e non vedevano l'ora di trovare lo sfogo. Senza troppi convenevoli mi misero a pecorina e si accomodarono entrambi nel mio buco del culo! Qualche volta per gioco avevo usato il dildo di Monica a sua insaputa per cui il culetto era un pò più allargato di quello di un ragazzo vergine. Ad ogni modo i loro cazzi duri lo riempirono e lo stantuffarono frugandosi naturalmente anche tra loro come avviene in ogni doppia penetrazione. Mi montarono per quasi un'ora dandomi della troietta. Raggiunsi l'apice del piacere, il mio cazzo schizzò all'impazzata più volte, poi finalmente loro raggiunsero l'orgasmo farcendomi il culo con una doppia dose abbondante di sborra che sentì piacevolmente scorrermi dentro il corpo ormai pervaso dalla goduria. Fu davvero una memorabile chiavata a tre al maschile. Sarebbe potuta restare segreta se Enzo, amante dei video, non avesse ripreso tutto con una spycam nascosta piazzata perennemente nel giardino di casa sua. Nei giorni seguenti Laura scoprì quel video nel cellulare di Enzo e fu patatrac. Ovviamente lo disse subito alle altre due e di colpo ci ritrovammo single. Seppure le girls ci avevano cornificati non potevano certo tenersi dei fidanzati froci. E così, rimasti soli, continuammo a consolarci tra di noi. Quella che doveva essere la trasgressione di una volta divenne la regola. Tra tutti e tre la più "donna" ero naturalmente io, disposto ad accogliere amorevolmente i loro cazzi in ogni dove...         




mercoledì 28 dicembre 2016

Trasgressioni da sposati

Mi chiamo Leo. Bella gnocca la mora, vero? E' Marika, mia moglie. Quello che posso dire con certezza è che a certe trasgressioni si arriva pian piano, gradualmente. All'inizio del matrimonio eravamo una coppietta piuttosto tranquilla. Marika non amava mettersi in mostra, ricordo che portava sempre i pantaloni. Pensavo di non aver bisogno di nulla con una come lei nell'intimità ma mi sbagliavo. Col passare del tempo la solita scopata divenne per me sempre più banale. Non mi eccitavo quasi più, il cazzo mi si rizzava con estrema difficoltà. Arrivammo al punto che lei osservò senza mezzi termini:"Accidenti! Ma sei diventato frocio per caso?". Quella frase mi fece davvero uno strano effetto, di disappunto sicuramente, ma misto ad eccitazione. Forse ero diventato davvero frocio, chi non si eccita con una così? Ad ogni modo non detti peso alla cosa, per quanto difficile, e andai alla ricerca del piacere. Le dissi:"Tesoro io così non mi eccito, voglio qualcosa di più piccante...". Lei mi guardò e disse:"Bhè, se può servire a sbloccarti". E aggiunse:"Tutti uguali gli uomini, senza zozzerie niente eccitazione...". La martellai al punto da non farle mettere più i pantaloni. La volevo sexy, fica, troia, in poche parole. La convinsi a farsi scattare delle foto erotiche casalinghe (quelle che vedete) per poi mostrarle a sconosciuti arrapati trovati in chat che le apprezzavano parecchio. Dopo di ciò raccontai a lei che facevo questo. Si incazzò un pochino ma sentenziò:"finchè mostri solo le foto..." e puntualizzò:"speriamo serva ad eccitarti, porco!". In realtà era solo l'inizio della voglia indomita di trasgredire. Continuai a martellarla, la convinsi ad usare look del genere anche quando uscivamo. Non era d'accordo ma poi si convinse. Dopo le mie tante insistenze esclamò:"Se va bene a te...". Gioivo all'idea di conoscere la reazione di uomini reali (e non solo di chat) alla vista invitante di lei. Vi lascio immaginare che, proponendola sempre in quel modo (ossia solo vestiti corti e minigonne con immancabili tacchi e autoreggenti), gli sguardi degli uomini si incollavano a lei che ricambiava sempre con sorrisetti maliziosi. Quando tornavamo a casa ero eccitatissimo, lei si accorse di ciò osservando le vistose macchie di sperma tra le mie gambe che affioravano dalle mutande fino al pantalone. Era incredibile, venivo senza nemmeno toccarmi! Dopo alcune volte che si verificava puntualmente la stessa cosa Marika, incuriosita, chiese:"Che cazzo è che ti piace così tanto, come mi vesto io? Come mi guardano? Come ricambio gli sguardi?". Ero confuso, le dissi:"Non lo sò, sò solo che mi piace e che voglio che continui a farlo". Lei sorrise, rispose:"Perchè no, infondo è divertente". Per alcuni mesi andammo in giro a provocare dappertutto: supermercati, cinema, bar. Gli sguardi degli uomini la scopavano con gli occhi. Le trasgressioni sono come la droga, non riesci a smettere, ne vuoi ancora e di più ed io volevo di più. Così un giorno, mentre stavamo al bar le dissi:"Sai che ti dico, voglio che scopi con un altro". Mi rispose:"Cosaaaaa? Ti sei bevuto il cervello per caso?"; io insistetti, ribadì il concetto, dettagliando:"Marika fottiti un altro, portalo a casa nostra e filma tutto con la videocamera nascosta". Naturalmente lei scelse uno stallone e lo portò a casa nostra. Lui la prese in fica e pure nel culo. Dopo, visionando quel video accanto a lei, sborrai copiosamente. Marika mi etichettò giustamente come:"Cornuto guardone". Sembrava che avessimo raggiunto il limite ma, come dicevo in precedenza, alle trasgressioni non c'è mai un vero limite. Sentivo di volere di più così le dissi:"Bhè, a questo punto non mi basta guardare, credo di voler provare quello che provi tu...". Lei sorrise e disse:"Allora dovevi nascere donna...". Ma io spiegai:"Se lo facessi da uomo?". Lei dubbiosa rispose:"Scusa, non ti seguo, cos'è che vorresti fare?". Io chiarì:"Diciamoci la verità, non sono poi così virile, siamo arrivati al punto che mia moglie se la fotte un altro...", lei puntualizzò:"Solo perchè tu lo hai voluto e poi doveva essere un gioco o no?", risposi:"Già, ma a te non è dispiaciuto affatto". Lei si giustificò:"Per forza, una donna ha bisogno anche di scopare qualche volta, ma se ha un partner fr...", voleva dire frocio ma si bloccò. La ripresi:"Cos'è che stavi dicendo? Che sono frocio?". Lei tentò di rimediare:"Ma no no, però tua moglie non la soddisfi e ti piace guardare, che cazzo di pervertito sei?". A quel punto ammisi:"Forse hai ragione cara, mi sà che sono frocio, come stavi per dire tu, e per questo voglio metterlo in pratica. Marika rispose:"Cosa? Io non trovo un uomo per mio marito, non le voglio alimentare certe schifezze!". La discussione si chiuse lì. In seguito origliai mentre parlava a telefono con la bionda sorella lesbica di nome Jessica. Le raccontò la nostra situazione. Sentì Marika dire:"...hai capito? Quel finocchio di Leo vuole provare con un uomo, ti rendi conto?". Avevo inserito una microspia per sentire anche l'altro lato della conversazione, sentì la risposta di Jessica:"Ehhh, ma quanto sei antica! A tuo marito piace il cazzo, faglielo provare no?", aggiunse:"Se proprio non te la senti potrei aiutarlo io, sai a una lesbicona incallita come me piace quando gli uomini si fanno tra loro...". Marika replicò:"Ma no no, dai che porcata, lasciamo stare, comunque grazie per lo sfogo". A quel punto seppi che Jessica era dalla mia parte e così andai direttamente a casa sua a trovarla. Jessica subito chiese:"Come mai da queste parti?". Io chiarì la situazione:"Senti Jessica, vado subito al sodo: ho ascoltato la telefonata tra te e mia moglie, sò che se fosse per te mi aiuteresti con quella cosetta". Jessica esclamò:"Ma certo caro! Marika è una bigotta, faccio una telefonata e combiniamo con un amico", risposi:"Va bene". Dopo di ciò mi disse di seguirla nella boscaglia. Lì c'era un ragazzo carino di nome Max. Dopo le rapide presentazioni Jessica esclamò:"Bene, qui nessuno ci disturberà, spogliatevi boys!". Jessica spiegò al ragazzo, in sintesi, la mia situazione matrimoniale. Dopo poco ero già chinato a leccare la cappella di lui. Max poi volle ricambiare e leccò me. Alla fine mi adagiai sul suo cazzo e lo presi tutto nel culo a candela mentre Jessica ci stava vicino e ci incitava a scopare. A un certo punto lei mi segò mentre lo prendevo inesorabilmente nel culo. Magnifico! Una bella "sega simpatia" dalla bella sorella lesbica di mia moglie mentre lo prendevo tra le natiche alla grande. Dopo una focosa cavalcata schizzai tra le mani della bionda mentre lui mi riempì il culo di sborra. Fu in quel momento che andai letteralmente in estasi. Non sapevo però che mia moglie ci aveva seguiti e aveva sbirciato tutto da dietro a un albero. Quando tornai a casa Marika sentenziò:"Bravo! E così ce l'hai fatta! Ti ho visto sai insieme a quel ragazzo e a quella puttana complice di mia sorella. Adesso posso esporre il concetto chiaramente: che gran frocio rotto in culo che sei!". Mi offesi? No, quelle parole risuonarono piacevoli quasi come un orgasmo, adesso anche mia moglie aveva preso consapevolezza delle mie tendenze omosessuali e forse mi avrebbe ceduto alcuni dei suoi futuri amanti.                        
la moglie gnocca

martedì 27 dicembre 2016

Lesbo pissing rovente

Mi chiamo Gina. Se mi avessero predetto che un giorno sarei diventata l'amante di Simona la parrucchiera (una ragazza napoletana) mi sarei messa a ridere a crepapelle. Sono una giovane donna sposata. Con mio marito non sono mai andata d'accordo, due caratteri troppo diversi per trovare un'armonia decente. Vi chiederete giustamente: si, ma cosa c'entra la parrucchiera in tutto questo? Bhè, Simona è una delle impiegate dello store "Super Hair". Siccome mi trovavo bene chiedevo che fosse sempre lei a prendersi cura dei miei capelli. Tra shampo, messa in piega, tinte, colpi di sole e quant'altro, si chiacchierava e alla fine ci si confidava parecchio. Le raccontai della mia situazione matrimoniale poco felice, lei, d'altro canto, mi rivelò di preferire le donne agli uomini. In realtà Simona era sempre stata al posto suo, non aveva mai chiesto di vederci fuori dal locale, tuttavia mi diceva che avrei dovuto cercare una svolta alla mia stagnante vita matrimoniale. Più passava il tempo, più sentivo di potermi fidare di lei, tuttavia mi resi conto che non preferiva semplicemente le donne agli uomini ma piuttosto tendeva in un solo ed unico verso, il lesbo. Lo capì dalle sue idee piuttosto negative e radicali sui maschi. Era una lesbica con una certa classe in fin dei conti. In ogni caso la cosa non mi preoccupava affatto dato che infondo chiacchieravamo soltanto come fanno due buone amiche. Un giorno, sconsolata dai soliti problemi, andai al negozio per una semplice messa in piega. Entrai e mi sedetti ma non c'era nessuno. Rimasi lì in quella quiete a pensare un pò e sarei andata via dopo alcuni minuti. All'improvviso però comparve Simona vestita in modo decisamente sexy. Spiegò brevemente che il locale era chiuso al pubblico per manutenzione e che lei stava mettendo a posto certi prodotti negli scatoloni. Mi vide scocciata e le spiegai che il motivo era sempre il solito. Simona rispose che avrei dovuto reagire, naturalmente. In tutto questo mi era sfuggito di mente che eravamo sole, cosa che non era mai capitata prima di quella volta. Avrei dovuto immaginare che Simona ci avrebbe provato. E infatti non tardò a posare le sue mani sulle mie tette! Mi sembrò tutto surreale, ancor di più quando, poco dopo, si tolse rapidamente le mutandine e cominciò a pisciare senza ritegno sul mio vestito fino a inondarlo di piscio! Si trattò di una schifezza senza precedenti anche se quel calore dell'urina avvolse tutto il mio corpo in un brivido di insano, torbido piacere. Simona non si fermò certo lì! Dopo avermi spogliata fulmineamente iniziò a leccarmi la fica. Andai proprio in estasi, lo ammetto. Simona mi incitò al massimo relax, mi pregò di urinare ed io, mezza eccitata, mezza sconvolta, lo feci. Ne feci un bel pò e lei la prese tutta in bocca, poi, irriverente, me la sputò addosso. "Che troia disinibita!", pensai. Quella porca si era messa pure le autoreggenti nere. Si girò a pecorina offrendomi la passera ed io, in preda alla libidine, la leccai. Cominciò a sfoggiare parole nel suo dialetto, cosa che adoro e che mi manda fuori di testa dall'eccitazione. Infoiata proseguì: misi due dita dentro la sua vagina procurandole immenso piacere. Dalla borsetta tirai fuori l'amato dildo (quello che usavo per consolarmi dopo i frequenti litigi con mio marito) e lo infilai nella passera di Simona che apprezzò il gesto al punto da venire paurosamente. Rianimatasi dall'orgasmo pisciò copiosamente nella mia bocca insultandomi in dialetto. Gradì la porcata così tanto da venire intensamente a mia volta. Volli però essere io a scrivere l'ultima parola su quel delizioso siparietto lesbo e così mi alzai in piedi e, mentre lei se ne stava seduta a terra, riempì la sua bocca e il suo corpo di piscio. A quel punto eravamo entrambe zuppe di urina e l'odore intenso del piscio di due persone si sentiva forte in tutto il locale. Le palpai le tette e stemmo un pò lì a coccolarci paghe di quelle gran porcate. Poi, una volta ricomposte, l'aiutai a lavare il pavimento con la candeggina per eliminare ogni traccia dell'accaduto. Da allora divenimmo amanti inseparabili lesbicando puntualmente a casa sua all'insaputa di tutti.


venerdì 23 dicembre 2016

L'esperienza saffica di Carmen

Mi chiamo Carmen. Sono sposata anche se mi piace tanto il sesso e sogno di continuo trasgressioni. L'occasione di realizzarne una si concretizzò in merito a una questione lavorativa. Eh si, mio marito era stato declassato e guadagnava di meno e cosi io dovetti abbandonare un pò gli allori della casalinga e muovere il culo a cercare qualcosa. Da alcune amiche seppi che era disponibile un posto di segretaria in una importante ditta di spedizioni. Le stesse amiche però, tempo dopo, mi riferirono che prendere quel posto era impossibile dato che l'esaminatrice, la dottoressa Rosaria, amante della fica, esigeva sesso lesbo ai colloqui. Sono una bella gnocca che non passa inosservata e in vita mia ho preso un bel pò di cazzi, tuttavia non ero mai stata con una donna. Qualche volta però lo avevo immaginato. I soldi servivano, inoltre questa storia della dottoressa lesbica mi incuriosiva, decisi così di osare. Come vestirmi? Bhè, come per sedurre un uomo, con tanto di tacchi e autoreggenti, reggiseno e mutande ricamate. Rosaria mi accolse nel suo ufficio, ci sedemmo. Iniziò a leggere il curriculum ed ebbe subito da ridire ritenendolo poco dettagliato. Mi chiese se me la cavavo col pc e dissi di si. Conoscendo il soggetto, secondo quanto raccontato dalle amiche, decisi di mostrare subito il culo come valida carta di presentazione. Rosaria ne fu molto lieta e sgranò gli occhi. Poi mise in mezzo tutto un discorso ipocrita sulla selezione del personale su base sessuale dichiarando di non essere attratta dalle donne. Avrei dovuto lasciarla fare per una questione di lavoro, non perchè fosse una lesbicona incallita. Diceva una cosa ma io ne percepivo un'altra. Il modo in cui mi accarezzò le tette non sembrò certo di una disinteressata alle grazie femminili. Assecondai il gioco, ben presto la sua lingua bollente si dava da fare senza esitazioni tra le mie cosce. Me ne stavo a gambe aperte sulla sedia a farmi slinguazzare la fregna da quella porca. Devo ammettere che leccava alla grande, mi eccitai non poco. Poi però la stuzzicai sulla questione del lesbo e lei finalmente si sbottonò ammettendo l'interesse palese per le donne. Spiegò che ciò non doveva giungere all'orecchio del direttore interessato a donne seducenti solo verso clienti uomini facoltosi e danarosi per la buona resa della ditta. Cambiammo posizione: appoggiata alla scrivania mi lasciai leccare da lei inginocchiata. Quella porca mi fece impazzire, nessun uomo me l'aveva mai leccata cosi a lungo. Venni più volte e, ad ogni orgasmo, lei non mi dava tregua. Dopo cinque o sei venute mi sentì davvero sfinita e appagata. Il lavoro era ormai mio, sigillato dai baci lingua a lingua. Fu in quel momento che mi ricordò quanto fossi stata troia a cedere subito dal momento che molte altre si erano rifiutate. Le spiegai che, tra quelle che si erano negate, figuravano di sicuro le mie amiche. Eh si, non sono tutte così "open mind" o, per meglio dire, come me: una gran puttana!         


Maria, ossessione mia!

Mi chiamo Mario. Scoprirsi bisex a 30 anni suonati cambia un pò l'esistenza. Deluso da alcune donne del passato e desideroso di nuove emozioni, mi ero affacciato gradualmente all'altra sponda. Lo ammetto, il cazzo mi piace e anche parecchio, ma l'idea di incontrare una donna speciale la tenevo sempre dentro. Un obiettivo non facile da perseguire perchè, quando riveli a una femmina di essere bisex, non si sà mai come può reagire. In questo le donne sono diverse tra loro, ci sono quelle che ti danno del frocio, e sono quelle a cui in sostanza il genere non piace, poi ci sono quelle a cui la cosa è indifferente, il che è forse peggio della prima ipotesi. Ma ci sono anche alcune donne a cui l'omosessualità piace, stimola. Conobbi Maria la moretta per caso, su internet, in una chat, come si conoscono tante ragazze. Le brune sono spesso intriganti e lei lo è. Mi colpirono i suoi modi gentili. Maria non era la solita troietta incallita anche se, conoscendola, scoprì il suo lato osè. Quando si entra in confidenza si dicono cose di sè, è inevitabile. Mi rivelò in primo luogo di essere vergine e poi che amava masturbarsi (piuttosto spesso) su foto porno, cosa che infondo piace anche a me. Apprezzai la sua sincerità, non come quelle che dicono che non fanno mai nulla. Anch'io mi confidai spiegandole che, tra l'altro, mi piacciono gli uomini e, di conseguenza, il sesso tra uomini. Combinazione volle che questo corrispondeva al suo genere preferito, quello che la eccitava di più. La cosa mi fece enorme piacere, finalmente una donna con i miei stessi gusti sessuali. Maria non disdegnava di guardare anche le donne ma difficilmente avrebbe mai provato un'esperienza in tal senso. Ma riguardo alla passione per i giochi tra cazzi eravamo in perfetta sintonia. Maria dialogava bene ma, al tempo stesso, era un pò riservata. Inoltre aveva appena 19 anni, una giovane studentessa. Il fatto è che mi capiva molto più di donne di 30 e 40 anni e così pensai che infondo la differenza di età non fosse un problema. La corteggiai in tutti i modi ma lei era restia ad incontri reali, del resto come darle torto ai tempi d'oggi. Una pseudorelazione proseguì in chat, non potevo fare a meno di sentirla quasi tutti i giorni. Avevo ormai perso le speranze per un incontro reale finchè un giorno mi disse:"Bhè, che ne dici di offrirmi quella pizza?". Risposi di sì naturalmente. Lei precisò:"Guarda vengo solo per parlare e per una pizza, non sono una che la dà al primo appuntamento, del resto non l'ho mai fatto". La tranquillizzai naturalmente. Quando ci incontrammo restai colpito da come fosse vestita sexy, nonchè formosetta al punto giusto. Tacchi, autoreggenti, minigonna, tutto come piace agli uomini. Alchè mi venne spontanea una domanda, le chiesi:"Scusa Maria, ma non avevi detto mai al primo appuntamento?". Lei sorrise e rispose:"Si, infatti, però non si sà mai, potresti piacermi". Risposi:"Ah bene, intanto mangiamo la pizza và che è meglio". Quando si stà in buona compagnia il tempo vola. Finita la pizza e la chiacchierata mi chiese di accompagnarla a casa. Solo che io non volevo lasciarla andare, così dissi:"Perchè non andiamo un pò da me a prendere un drink?". Lei disse:"No dai, voglio andare a casa...". Ma io volevo stare un pò con lei in intimità così le proposi:"Bhè volevo farti vedere un filmetto carino, del genere che piace a noi...". Lei sorrise maliziosamente e disse:"Bhè, in tal caso potrei fare un'eccezione, andiamo da te và...". Finalmente a casa da soli. Nell'ambiente chiuso avvertivo di più il suo profumo. Bevemmo qualcosa insieme poi lei si sedette sul divano, accavallò le gambe e chiese:"Allora, cosa vuoi farmi vedere?". Avviai il lettore dvd con un pornazzo gay davvero succulento: si trattava di giovani pompieri omosessuali dai corpi abbastanza scolpiti che il fuoco lo accendevano piuttosto che spegnerlo. Pompieri vogliosi pronti a fare le migliori pompe ai colleghi prendendolo poi splendidamente dentro al culo. Mi sedetti vicino a lei. Dopo alcuni minuti di visione Maria si leccò le labbra e commentò:"Mmmm, che bei filmetti che ti guardi porcellino". La visione di quei ragazzi vogliosi e la vicinanza di Maria, con le sue belle cosce in mostra mi fece rizzare notevolmente il cazzo al punto che lei se ne accorse. Lo vide che premeva sotto il jeans. Mi disse:"Ti sei eccitato eh?" ed io risposi:"Eh si cara, perchè tu no?". Mi rispose:"un pò..." classico delle donne che non si sbilanciano. Continuammo a guardare poi io non resistetti. Iniziai a baciarle il viso, lei non si mosse ma sorrise. Le accarezzai piano il seno formoso da sopra ai vestiti, lei sospirò. Poi le sussurrai all'orecchio:"Senti, Maria, ho una curiosità...", lei rispose sottovoce:"Dimmi...". Io replicai:"Muoio dalla voglia di sapere quanto sei eccitata..." e poggiai la mano sulle sue gambe, le accarezzai dolcemente e lentamente. Poi mi soffermai sul ginocchio sinistro e lo spinsi in modo che le gambe si scavallassero. Le tirai la gonna un pò sù e infilai le dita tra le sue gambe accarezzando nella zona delle mutandine. In effetti erano belle bagnate. Ansimava un pò Maria ed io la baciai in bocca. Infondo era molto che desideravo farlo. Il contatto tra le lingue fu davvero bello ed eccitante. A quel punto ero davvero duro, tirai fuori il cazzo. Lei lo guardò ed esclamò:"Mmmm niente male!". Il film intanto scorreva regalandoci le godute dei pompieri. Le spinsi la testa verso di me facendole capire che volevo un pompino. Maria si chinò e iniziò a leccare lentamente la cappella scivolosa mentre io le accarezzavo i capelli. Avevo sognato quel momento per mesi e lo stavo vivendo. Dalla cappella prese ad imboccare il pene. Sapevo che non aveva mai fatto un pompino ma si muoveva con naturalezza e mi dava molto piacere. Tuttavia volevo che godesse anche lei così allungai la mano sinistra, le sollevai nuovamente la gonna accarezzandole il culo, poi, scostando la mutanda, infilai un dito nella fica. Era calda, morbida e bagnatissima. Eccitato rincarai la dose e misi due dita muovendole dentro e fuori. Il viso della bella Maria fu attraversato da un sottile ghigno di piacere. La ragazza non smise però di spompinare leccandomi anche le palle. Intanto si godeva la stantuffata con le dita. Eccitatissimo le infilai anche un dito, lubrificato dagli umori di fica, nel culo. Non sò se le piacesse o meno ma nell'eccitazione andò bene. Poi le presi la testa e dissi:"Adesso fermati cara, voglio farti una cosa...". La stesi sul divano, le sfilai gonna e mutande e, tenendola a cosce larghe, iniziai a leccarle la fica. Era zeppa di umori ed io li assaporai tutti in un'estenuante e interminabile leccata durante la quale la ragazza venne più volte. La leccai e succhiai tutta per oltre un'ora sentendo i suoi gemiti di piacere. A quel punto la afferrai per i fianchi e la feci mettere a cavalcioni su di me. Il cazzo duro le entrò subito nella fregna vergine. La bella iniziò a cavalcare sù e giù magnificamente. La muovevo per i fianchi, le succhiavo i capezzoli, le palpavo il culo mentre la scopavo. Una cavalcata deliziosa. Poi la girai a pecorina e la presi da dietro, le detti altri colpi di cazzo nella passera ormai allagata di piacere. Maria gemeva, gridava, godeva. A un tratto le dissi:"Tesoro abbiamo fatto 30, facciamo anche 31!" e glielo misi nel culo, vergine anche quello ovviamente. Cercai di essere delicato ma la voglia mi fece aumentare il ritmo dei colpi. Stavo impazzendo di piacere, la girai e le dissi:"Prendilo in bocca!". Glielo misi tra le labbra e lei riprese a leccarlo finchè la sborra caldissima le riempì la bocca. Proprio in quel momento, nel film che era andato avanti, un tipo schizzò in faccia al suo spompinatore. Maria, con la bocca intrisa di sperma ironizzò:"Tutta colpa di quel film se sono finita così!". Le risposi:"Le passioni conducono a ciò che mai immagineresti..." e la baciai in modo che mescolassimo il seme con le lingue. Notai un rigo di sangue scorrere dalla vagina, le chiesi:"Ti ho fatta male?" lei rispose:"Tranquillo, il piacere è stato di più e poi, un giorno o l'altro doveva succedere...". Facemmo la doccia, poi le chiese:"Adesso mi accompagni?" e io risposi:"No, si è fatto tardi, dormi qui, ti accompagno domani mattina". Nella notte la voglia si fece risentire e cosi demmo vita a un bel 69. Accarezzai con la lingua i suoi bei buchi un pò arrossati dalle attività diurne alternandomi tra culo e fica finchè, ad un tratto, sentì le sue contrazioni orgasmiche. Lei, che intanto mi sbocchinava, terminò il lavoro con le mani facendomi schizzare sulle sue belle tettone calde. Posso affermare senza dubbio che fu la goduta più bella della mia vita e, spero, anche per lei. 

mercoledì 21 dicembre 2016

Lei troia e io gay

Mi chiamo Stefano. Questa fanciulla è mia moglie Rosaria. Sono state varie le volte in cui, di ritorno anticipato dal lavoro, l'ho beccata in situazioni simili, e cioè a sbocchinare grossi cazzi, sempre l'uno diverso dall'altro. Restavo dietro la porta a spiare le sue gesta. Per lungo tempo sono stato logorato dalla rabbia e dalla gelosia, poi mi ci sono gradualmente abituato. Tutta la delusione, l'ansia di esser cornuto, lasciarono il posto alla curiosità. Continuavo a spiarla e a chiedermi cosa provasse a fare tutto ciò. Fui talmente preso dalla passione con cui imboccava l'uccello da pensarmici al posto suo. Oddio che idea assurda vero? O forse no. Inconsciamente arrivai al punto di desiderare di spompinare qualcuno, già qualcuno, ma chi? come? Pensai e ripensai che infondo mia moglie se l'erano fatta in parecchi: idraulici, rappresentanti, elettricisti, ogni genere di categoria. Dopo i suoi proverbiali bocchini apriva le cosce praticamente a tutti o quasi. E già perchè riflettendo ricordai che qualcuno mancava all'appello come Sergio, il figlio del portiere. Sergio le guardava sempre il culo per le scale e poi lo trovavo puntualmente con una macchia sui pantaloni. Il maialino se la segava. Ricordai anche che il padre è molto severo e da lì ebbi un'idea. Poteva essere lui, un ragazzotto belloccio, la persona giusta per realizzare le mie fantasie. Lo invitai a casa per parlare, gli spiegai che sapevo che si segava guardando e pensando a mia moglie e che avrei raccontato tutto al padre a meno che... bhè lui non sarebbe stato al gioco sessuale. Probabilmente Rosaria aveva già capito tutto. Il giorno prima le feci una domanda, le chiesi:"Cara, tu staresti mai con una donna?" e lei rispose decisa:"Ovvio che no!", poi aggiunse sorridendo:"Perchè tu con un uomo ci andresti?" ed io un pò spiazzato e balbettante risposi..."ehm...no... no...". Lei sorrise e disse:"Mmmm però ci hai messo un pò per rispondere, devo preoccuparmi?" e io rosso in viso dissi di stare tranquilla. Ma le donne hanno il sesto senso, Rosaria non si sbagliava. Ma torniamo a Sergio. L'avevo messo di fronte ad una scelta ardua, non avrebbe mai affrontato le ire del padre e così si lasciò andare. Ci baciammo, non era convinto ma io insistetti: lo spogliai e tolsi i vestiti a mia volta. Limonammo parecchio poi finalmente presi il suo grosso palo in bocca. Capì bene perchè mia moglie non poteva fare a meno di un gustoso cazzo tra le labbra. Lo feci con tale entusiasmo da non sembrare un principiante. Ormai Sergio godeva con quelle succulente succhiate e il suo sentirsi etero convinto stava andando a farsi benedire. Solo che credevo che fossimo soli ma mia moglie era rientrata da poco e ci colse nel bel mezzo del siparietto. In realtà non mi accorsi di lei che se ne stava lì a spiare. Dopo baci e smanettate reciproche libidinose ripresi a ciucciare la fava di Sergio che stava impazzendo di piacere. Che gran pompinaro fui. Quando ormai era durissimo lo volli prendere nel culo. Sergio era troppo eccitato per dire di no. Ma a quel punto Rosaria rivelò la sua presenza. Voleva che la scopassimo anzichè prendere una strada che ci avrebbe portato lontano dalle donne, probabilmente per sempre. Ma, presi dall'eccitazione, sentimmo la sua voce come in sottofondo senza considerare quell'offerta più di tanto. Ormai nulla poteva impedire che lui violasse il mio culo a candela e così fu. Adagiato su di lui presi quel cazzone dentro fino in fondo. Sergio mi sfondò letteralmente il culo ma ero così eccitato da non sentire nemmeno tanto il dolore. E così, dopo averlo preso ampiamente in bocca, provai il gusto di ricevere la mazza dura pure nel culo. La cavalcata fu davvero lunga e intensa sotto lo sguardo allibito di mia moglie. La sua fica, ambita da 1000 uomini, non era bastata a distoglierci dal darci piacere così, al maschile. Schizzi di sborra calda mi riempirono il culo mentre eiaculavo segato da lui. In tutto questo ci baciavamo pure, come due troiette, incuranti della presenza di mia moglie più che mai convinta che per noi ormai la fica sarebbe diventata una specie di utopia.        


Amico mio ti rendo donna

Mi chiamo Marco. Simone, il mio più caro amico, un giorno mi fece una confessione. Il suo desiderio era quello di vestirsi da donna. Quando lo incitai a farlo si tirò indietro, rispose:"No, ma era solo una fantasia così". Da quel momento nel mio cervello si instillò un tarlo: avrei voluto cambiare Simone in Simona e, possibilmente, farmelo. L'idea di esplorare il suo lato femminile mi intrigava eccome. Ma tutto sarebbe dovuto avvenire con calma. Per molti giorni non parlai più della sua fantasia e lui fece altrettanto. Uscimmo a mangiare pizze e panini come al solito, come se niente fosse. Ma la trasgressione era solo rinviata. Un giorno, invece di uscire, gli proposi:"Senti, perchè stavolta non restiamo da te, cuciniamo qualcosa insieme e guardiamo la tv, ti và?". Mi rispose di si. A casa sua, di primo pomeriggio, mi presentai con una sorpresa: indumenti femminili e scarpe della sua taglia. Mi guardò sorpreso ed io gli spiegai:"Bhè, una volta mi hai accennato una tua fantasia, ho pensato di aiutarti a realizzarla, che ne dici?". Frastornato rispose:"Ma non sò così su due piedi..." ma io insistetti:"Dai è divertente, proviamo...". Simone finalmente si convinse ad assumere sembianze femminili. Minigonna, tacchi, autoreggenti bianche, parrucca bionda: quando lo vidi così mi si rizzò il cazzo. Sembrava diventata donna non solo nel look ma anche nello spirito. Probabilmente era quello che desiderava da parecchio. Notò la mia eccitazione ed io feci apprezzamenti. Mi ringraziò teneramente con un bacio innocente sul viso ma io desideravo ben altro. Gli spinsi la testa sul cazzo: eh si, volevo un bel bucchino coi fiocchi. Simone (o Simona, come più vi gusta) un pò imbarazzato imboccò la fava e, dopo i primi secondi di indecisione, ci prese decisamente gusto. Il mio amico conciato da donna era davvero intrigante. Gli baciai le cosce, le leccai, leccai anche la sua schiena in prossimità del sedere. Una sorta di corteggiamento che culminò col riempirgli il culo col mio cazzo. Affondai con entusiasmo violando il suo buco vergine. Lo chiavai tutto il pomeriggio coinvolgendolo in una emozionante girandola di goduria profonda. Finalmente venni: eiaculai in abbondanza nel suo culo; anche lui raggiunse il culmine del piacere bagnando il pavimento di seme. I nostri sogni si erano deliziosamente avverati e incrociati: lui voleva far la donna e l'aveva fatta piuttosto bene ed io chiavarlo, e ci ero riuscito. La sua faccia era stravolta dal piacere, mi confessò di non aver mai goduto tanto in vita sua, del resto anche per me era stato fantastico. I giorni che seguirono furono altrettanto piacevoli. Fuori casa, in abiti maschili, faceva l'amico e dentro casa diventava Simona. Talvolta, quando non era vestito da donna, lo stuzzicavo. Un giorno gli chiesi:"Bhè, dovremmo cercare delle ragazze non credi?", lui sorrise e mi fece l'occhiolino, poi sospirò e rispose:"A che servono altre quando ne hai già una buona?".      


Minaj e in bocca me lo dai

Ognuno, o quasi, ha una donna dei sogni, quella del mio amico Mauro è la cantante/attrice Nicki Minaj. Io mi chiamo Domenico e mi piace il cazzo ma, da un punto di vista etero, come dargli torto: formosa, viso provocante, extra large le tette e il culo. Eh si, Mimmo con le sue foto ci perde la testa e si sega: si ferma solo dopo averle sborrate. Mimmo sà bene che sono dell'altra sponda ma da amico (un pò stronzo) mi sarei offerto di guardare quelle foto insieme a lui per condividere la sua passione. Alla mia proposta rispose:"Mmm, finalmente un'idea sensata, vedrai che cambierai sponda guardandola". Aveva una collezione interminabile quel porcellino, foto vere, fake, tutto gli piaceva ed io lo assecondai nella visione. Commentava le grazie di lei e si segava sempre più intensamente finchè entrai in gioco io, gli sussurrai all'orecchio:"Aspetta ti aiuto io cosi guardi più comodamente le foto e ti concentri meglio su di lei". Era eccitato non disse nè si nè no. Io glielo presi in mano e lo smanettai. Tra l'eccitazione e la sorpresa mi disse:"Accidenti! Nemmeno lei ti fà redimere...". Risposi:"Bhè, dai, devo convenire che è proprio carina ma scommetto che il tuo cazzo è più gustoso". Alchè calai la testa imboccando il suo uccello duro. Godeva di brutto guardando la sua donna preferita e gli andava bene anche la mia bocca. Non mollai certo il randello lambendo la cappella con la lingua e poi imboccandolo divinamente. Bhè quella volta la schizzata la fece nella mia bocca invece che sulle foto ed io la sborra calda e copiosa la accolsi tutta. 


lunedì 19 dicembre 2016

Il primo cazzo in bocca al mio ragazzo

Questa sono io, Elena. Da una biondina troietta così ci si può aspettare di tutto penserete voi, e non vi sbagliate affatto. Renato è un ragazzo cosi dolce, comprensivo, ma l'ho capito dal giorno in cui mi ci sono messa insieme che le donne non lo attirano tanto. All'inizio non volevo turbarlo, prendevo il cazzo da veri uomini tenendolo all'oscuro di tutto. Col passare del tempo decisi finalmente di affrontare l'argomento e lui mi rivelò il suo totale imbarazzo verso le donne. Fu così che pensai fosse giunto il momento di accostarlo sessualmente ad un uomo. Greg, uno dei miei stalloni, rappresentava la scelta migliore. A Renato dissi:"Oggi proverai una cosa che ti piacerà tesoro, fidati di me". Renato si fidava di me ciecamente e mi accompagnò a casa di Greg. Dopo le presentazioni spiegai a Greg che Renato non era molto attratto dalle donne e lui capì subito e fu complice. Iniziai a spompinare il grosso cazzo di Greg per "istruire" Renato alla pratica orale. Continuai a farlo suggerendo a Renato di leccare le palle del mio amante stallone. Renato non stava nella pelle e così gli lasciai il piatto forte ossia il tarello da sbocchinare. Renato lo succhio con dovizia mentre la mia patata iniziò a gocciolare dall'eccitazione. Il pompino proseguì a lungo finchè Greg, in preda all'eccitazione profonda, sborrò copiosamente. Gli schizzi bollenti di sborra si divisero tra la mia bocca e quella di Renato: che goduria! Fu così che il mio dolce ragazzo prese il primo cazzo in bocca... Dopo naturalmente ce ne sarebbero stati molti altri e non solo in bocca...       


Videogiocando con l'amico

Mi chiamo Mirko. Giulio è un compagno di classe. E' l'unico a cui confidai di essere gay. Le diverse tendenze sessuali non avevano mai intralciato la nostra amicizia. In comune avevamo la passione per i videogiochi. Studiavamo poco e giocavamo molto, specie al calcio. Quel pomeriggio, ispirato da un'eccitazione più forte del solito, ebbi un'idea. Gli proposi una specie di sfida: per ogni gol da me segnato lui avrebbe pagato pegno in natura, viceversa per ogni gol da me subito gli avrei sganciato 10 euro. Giulio accettò. Mi ero preparato bene ed ero sicuro di me. La fatidica partita iniziò. Segnai subito, dopo pochi secondi e sentenziai:"bacio sulle labbra". Giulio si lasciò baciare e commentò seccato:"Hai avuto solo fortuna!". Ma dopo poco raddoppiai ed esclamai:"Adesso ci metto anche la lingua caro!". Lui, un pò impacciato, aprì la bocca ed io lo limonai perbene. Mi gasai sempre più segnando gol a raffica...3,4,5,6,7,8,9, fino all'umiliante cappotto: 10 a zero! A quel punto avevo parecchio da esigere. Iniziai a farglielo in mano per poi passare deliziosamente alla bocca. Aveva un cazzo da paura e lo sbocchinai tutto. Sapeva bene che volevo andare fino in fondo e così lasciai che mi rompesse il culo a candela. Avevo sognato tanto un momento del genere, finalmente era divenuto realtà. Quel cazzone grosso mi sfondò e sentì dolore ma anche tanto piacere. Ormai le inibizioni eran cadute tutte e continuai a prenderlo magnificamente alla pecorina. Nel magico finale a missionaria mi riempì il culo di sborra ed io, felice, eiaculai copiosamente a mia volta. Dopo quella fantastica trombata mi disse:"Accidenti, sei proprio forte a questo dannato gioco, mi sà che non raccoglierò piu le tue sfide..." ed io sorridendo risposi:"Magari potrebbe piacerti accettarle, per la serie perdere non è mai stato così bello, vero?".