giovedì 30 novembre 2023

Trattamento speciale al Centro Massaggi

Mi chiamo Jolanda. Lavoravo come massaggiatrice al Centro Polystar. Il titolare, Paul Jacobsen, non riusciva a tenere il budget in positivo per cui cominciò a chiedere alle dipendenti, ossia alle ragazze, di fornire ai clienti prestazioni "extra" che vanno ben aldilà dei semplici massaggi. E' chiaro che una strategia aziendale che punta sul sesso può ingolosire la persona che si avvale della struttura. In tal modo, un cliente viene indotto a sborsare più quattrini ma con la certezza di ricevere pompini e di scopare con belle donne. Ma, alla fine, c'è sempre qualche moglie cornuta con intenti vendicativi pronta a rovinare tutto. Fu così che partirono i controlli delle autorità e Paul, dopo aver pagato una cospicua multa, fu costretto a chiudere i battenti per un bel pò di tempo. Alla riapertura, provò a comportarsi bene, in un primo momento, a rigare dritto, utilizzando le ragazze esclusivamente per massaggi normali. Ma purtroppo il budget non decollava e così, il sig. Jacobsen decise di tornare alla vecchia e redditizia via... Ansioso di recuperare le perdite e di raggiungere alti profitti, istruì le ragazze a comportarsi da maiale con i clienti, inclusa la sottoscritta. Ed ecco che, un bel giorno, si presentò un bel ragazzo di nome Vincent, un giovane imprenditore di successo nel settore delle transazioni di auto di lusso. Jacobsen si raccomandò affinchè fornissi il miglior servizio possibile al bel tipo. Considerando che mi capitava spesso gente brutta, viscida e anziana, non fu difficile comportarsi da troia con un bell'uomo come Vincent. Dopo che lui si spogliò, cominciai con un massaggio normale che interessava il collo, i polpacci, ma poi lo tramutai rapidamente in "terapia per adulti" segando, leccando e succhiando il suo splendido cazzo. Lentamente, finì per spogliarmi anch'io e, ad un certo punto, ci ritrovammo magicamente a 69, io sopra e lui sotto, a scambiarci piacevolissime attenzioni orali. Dopodichè, Vincent mi scopò in svariate posizioni. Il randello duro e voglioso si fece meravigliosamente strada nella mia passera bagnata. Ma Vincent desiderava molto di più, voleva che diventassi la sua compagna e perciò mi propose di andar via dal Centro, assumendo l'incarico, ben remunerato, di segretaria della ditta delle auto. Come rifiutare un'opportunità del genere? Chiaramente accettai! Gli dissi di si proprio mentre mi sborrava beatamente in bocca. Assaporai il seme e pensai alla svolta che avrei avuto nella vita. Jacobsen, erroneamente, si aspettava che Vincent avrebbe portato al Centro anche i suoi amici e conoscenti danarosi ma il ragazzo, troppo preso da me, nonchè geloso della sottoscritta, scombinò pesantemente i suoi piani. Paul mi diede della zoccola ingrata ma io me ne fregai altamente e mollai il Centro. Sarò pur troia ma una volta tanto, nella vita, voglio fare la signora! 

fica

mercoledì 29 novembre 2023

La maestra di ballo

Mi chiamo Alessia. Diventare ballerina era il mio sogno e, fortunatamente, l'ho realizzato ma non senza affrontare difficoltà e compromessi di vario genere. Un passaggio fondamentale è sicuramente avvenuto grazie alla "spinta" da parte della nota maestra italo-americana Anna Kunes. In quel periodo Anna era la migliore della piazza ed io frequentavo la sua Scuola. Oggettivamente, alcune allieve erano più brave della sottoscritta, inutile negarlo. Ma Anna, inguaribile lesbicona, privilegiava anche le candidate tecnicamente meno dotate, a patto che si mostrassero particolarmente disponibili a soddisfare le sue torbide voglie erotiche. Quando mi piazzò una mano sul sedere, col pretesto di insegnarmi a ballare, capì subito che, per diventare qualcuno, nel mondo della danza, avrei dovuto cedere a livello sessuale. Anna non perse tempo, mi baciò in bocca, poi pretese che mi spogliassi con la scusa di visionare il corpo ai fini artistici ed io la accontentai. Mi accarezzò le tette, poi pose le sue davanti al mio viso ed io, a quel punto, gliele leccai. Rimasta nuda, solo con i tacchi, appoggiata alla sbarra di allenamento, divaricai le cosce consentendole di leccarmi la figa. Si muoveva bene con la lingua, continuò a lungo fino a condurmi soavemente all'amplesso. Dopodichè, a sorpresa, tirò fuori lo strap-on. Con tono deciso ordinò di leccare il cazzo finto ed io ubbidì. Poi me lo piazzò nella fica a missionaria tirandomi i capelli e proseguì a scoparmi a candela. Dopo di ciò mi disse: "Ora prova tu!". Compresi che desiderava godere pure lei, giustamente, e così indossai lo strap-on e la castigai a pecorina. Non credevo che ciò potesse intrigarmi così tanto. Quando cominciai ad "infilzarla", ci provai gusto e lo feci con forza, tirandole, nel contempo, i capelli. Dopo averla "sbattuta" per un pò, la troiona godette arrivando splendidamente all'orgasmo. Quando si sbrodolò affermò che l'allieva aveva superato la maestra ed io, in quel momento, provai una grande soddisfazione.       



martedì 28 novembre 2023

Lesbicata bollente con la separata

Mi chiamo Sabrina. Facendo parte di una comitiva composta da quattro maschi ed una ragazza, sarei dovuta essere al centro delle loro attenzioni. E invece no! I discorsi di Marco, Paolo, Aldo e Jacopo vertevano spesso sulle donne mature over 40, ritenute le partner sessuali ideali. Eh già, perchè, secondo loro, ad una certa età, le femmine diventano ancora più disinibite, ovvero maggiormente zoccole. Nonostante indossassi spesso minigonne, non riuscivo in alcun modo a spostare le loro fantasie erotiche dalle signore mature alla sottoscritta. Riflettendoci, cominciai ad alimentare una certa curiosità rispetto a quel target, ossia: cosa hanno di tanto speciale le "mature ladies"?. Ma veniamo al dunque. Una vicina di casa, la signora Marina, si era separata da poco dal marito e attirò la mia attenzione. Si vedeva lontano un miglio che stava in astinenza sessuale. Da un semplice rapporto distaccato fatto di buongiorno e buonasera, provai ad entrare con lei in maggiore confidenza. Mi resi disponibile al dialogo finchè, finalmente, ottenni un'occasione per chiacchierare con lei a casa sua a tu per tu. L'approccio inziale tra noi accadde per un fraintendimento, ossia, Marina era tremendamente vogliosa di attenzioni intime e mi bollò subito come lesbica. In realtà, i miei stimoli provenivano dalla curiosità innescata dai discorsi dei ragazzi della comitiva. Ad ogni modo, finimmo per limonare di brutto ed io poi le leccai le splendide tette, la pancia e pure la figa! Marina gradì notevolmente la mia lingua, fremeva di piacere, il che aumentò il mio desiderio erotico. Le leccai le natiche mentre con le mani frugavo la sua passera e così se ne venne intensamente. Fu una sensazione stupenda condurla all'orgasmo. Le leccai perfino la schiena mentre assaporava ancora il gusto dell'amplesso. Ci baciammo nuovamente, poi fu lei a leccarmi la pancia e, successivamente, la figa, ormai bagnata dal desiderio dell'attesa. Ma le sensazioni più inebrianti le provai di sicuro quando lei mi leccò sapientemente il buco del culo. Eh si, oltre a slinguazzare, ficcò proprio la lingua dentro l'ano con decisione. Fu così che arrivai anch'io all'orgasmo che si rivelò particolarmente intenso. Mi strinse le tette da dietro leccandomi un braccio mentre ancora godevo. Limonammo duro per l'ennesima volta. In quel frangente, le chiesi se potevo raccontare l'esperienza vissuta con lei ai miei amici della comitiva. Rispose di si ma pretese che non facessi assolutamente il suo nome. Giorni dopo, durante un'uscita con quei quattro, spiegai di aver avuto un'esperienza lesbo con una donna mora over 40. Improvvisamente i ragazzi drizzarono le orecchie e mi chiesero di raccontargliela. Non mi andava di spiattellare tutto in un luogo pubblico come una pizzeria, non sarebbe stato il posto adatto nè per me, nè per loro. E così, li invitai a casa mia quando i miei non c'erano. Ci sedemmo ad un tavolo ed inziai il racconto descrivendo, in primo luogo, le caratteristiche fisiche di Marina senza mai pronunciare il suo nome. I quattro mi chiesero all'unisono: "Ti spiace se ci mettiamo in libertà?" e tirarono fuori i cazzi mentre io parlavo. Continuai la storia fino alla fine mentre loro, imperterriti, si segarono. Per scuoterli ulteriormente, affermai, mentendo, di poter intercedere con Marina in modo da presentargliela. A quel punto la reazione fu immediata nel senso che cominciarono, uno dopo l'altro, a sborrare liberamente senza alcuna vergogna riempendo il tavolo di seme. Da quel giorno, i ragazzi mi tengono molto più in considerazione, rispetto a prima. Io continuo a frequentare Marina e a narrare agli amici dei nostri incontri saffici. Loro sono sempre più eccitati e coinvolti dalle mie storie. Adesso sono quasi cotti a puntino. Un giorno o l'altro prenderò l'iniziativa e li soddisferò ad uno ad uno con la bocca quei porcellini mentre sognano invano di conoscere la donna matura che mai gli presenterò...               

lesbo

lunedì 27 novembre 2023

La badante straniera del nonno

Mi chiamo Manuel. Adesso sono cresciuto ma, ai tempi di questo episodio, ero soltanto un adolescente arrapato in cerca di figa d'ogni genere. Di tanto in tanto, andavo a trovare nonno Nicola e, spesso e volentieri, giocavamo a scacchi. Ormai non del tutto indipendente, l'uomo necessitava dell'aiuto di una badante. In quel periodo la donna che lo assisteva si chiamava Olga, una signora matura di origini russe. La donna puntava, evidentemente, alla ottima disponibilità economica del nonno. Ad ogni modo, non credevo che Olga fosse così sfacciatamente zoccola da cominciare a succhiarmi il cazzo sotto il tavolo approfittando delle scarse capacità visive del mio parente. Eh già, il buon Nicola non si accorse proprio di nulla, almeno all'inizio. Dopo il pompino, la gran vacca, si mise anche nella posizione pressochè della pecorina, tale da farsi scopare la figa. Dopo un paio di partite a scacchi, il nonno si allontanò temporaneamente ed io ebbi modo di continuare a chiavare Olga a missionaria, con maggiore tranquillità. Glielo ficcai tutto dentro l'uccello, a quella battona. Ci sapeva fare la signora, dato che riprese magistralmente a spompinare prima di prenderlo nuovamente nella fica da dietro sul pavimento. A quel punto ero così eccitato da schizzarle la passera. Proprio in quel momento arrivò il nonno. Credetti di attraversare in pieno una notevole figura di merda ma fu meno del previsto poichè il vecchio Nicola (pace all'anima sua!) si fiondò sulla topa della donna per ripulirla, con la lingua, dalla sborra che le avevo lasciato. Fu proprio un siparietto simpatico, devo ammetterlo, e soprattutto mi rende felice l'idea di non aver mancato di rispetto al povero nonno...       

mignotta

Studio approfondito tra compagni di Scuola

Mi chiamo Eleonora. Mio marito Ettore, spesso impegnato con il lavoro d'Ufficio, è un cultore dei film porno. E' attratto da visioni di donne nude o che interagiscono con uomini dotati pronti a rifilar loro cazzi in tutte le salse, ossia: oralmente, vaginalmente e analmente. Spesso e volentieri assecondo la sua rischiesta di guardare questi video insieme anche se, a dir la verità, non accendono particolarmente il mio desiderio erotico. Eh già perchè, alla fine, ognuno di noi ha uno specifico punto debole, quella sorta di tallone di Achille che azzera in gran parte, o del tutto, i freni inibitori. Quello che mi eccitano sono i "giochi" tra maschietti, anche se il mio coniuge ne è all'oscuro. Non credo che, ad un'amante della figa, piacerebbero le "interazioni tra cazzi". Non pensavo che la mia fantasia trovasse un'applicazione pratica proprio dentro casa. Cominciai a capirlo quando scoprì, per caso, sul cellulare di mio figlio Dario, dei messaggini piccanti indirizzati ad un tipo di nome Alex (Alessandro). Si trattava di un suo compagno di classe. Sono curiosa per natura, per cui piazziai subito delle spycam in camera di Dario per avere la conferma su tali sospetti. Era lì che di solito mio figlio si rinchiudeva per studiare con l'amichetto. Probabilmente i due misero davvero mano ai libri per mesi ma, di sicuro, non il pomeriggio in cui io li spiai tramite il portatile. Dario aveva messo su un porno etero, probabilmente per stimolare l'amico. Ma, dopo pochi minuti, non vi fu alcun bisogno del supporto delle immagini dal momento che Dario prese l'iniziativa e i due giovanotti cominciarono ad interagire tra loro con reciproci baci in bocca e in petto, succhiate di cazzo e favolose leccate di culo. E' evidente che mi eccitassi, dato che stavo osservando la mia fantasia erotica preferita, seppur con mio figlio come protagonista. Sapevo che Dario, prima o poi, lo avrebbe preso nel sedere e così fu. Si fece scopare a cavalcioni, a pecorina e a missionaria fino a giungere all'orgasmo. Dopodichè prese la venuta copiosa di Alessandro in faccia e in bocca! A quel punto, a cosce aperte, con tanto di autoreggenti, aumentai la velocità del ditalino, che già portavo avanti da un pò, ed esplosi in un intenso amplesso. La sera Ettore rientrò a casa dopo il lavoro e mi chiese notizie di Dario riguardo al suo impegno negli studi. Risposi che si era applicato con dedizione sui libri per tutto il pomeriggio. Mio marito, soddisfatto, affermò che, quando ci si appassiona ad una materia, il rendimento ne deriva di conseguenza. Tutto sommato, sono d'accordo con l'analisi di Ettore, peccato che il mio coniuge non sa che la materia in questione non è certo la matematica, l'inglese, l'italiano o altro, bensì la "cazzologia".

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venerdì 24 novembre 2023

Ladri d'auto dotati

Mi chiamo Tiziana. Mirko, il mio ex fidanzato, gettava fumo negli occhi grazie ai beni materiali che possedeva. Devo convenire che, auto di lusso, cene succulente in ristoranti stellati, regali costosi, possono far colpo su una ragazza. Ma poi viene sempre fuori il lato umano di una persona e il suo era pessimo. A volte basta una situazione diversa dal solito per trovare determinate conferme. Ci trovavamo a bordo di una delle sue autovetture in una zona di campagna un pò isolata quando, all'improvviso, un altro veicolo, con dentro tre uomini, ci tagliò brutalmente la strada! Non mi ci volle molto per realizzare che si trattava di tre delinquenti, tre rapinatori. Mirko, quel gran senza palle, affermò che dovevo pensare io, con le mie grazie, a tenere buoni quegli uomini per evitare il peggio. Stizzita, dovetti subito ritrovare la ragione e pormi in maniera disponibile verso quegli sconosciuti. L'autista rimase un pò in disparte, inizialmente, mentre gli altri due si fecero avanti. Da brava zoccola improvvisata, cominciai a succhiare e a segare in modo convincente riscuotendo la loro soddisfazione. Al principio mostrai qualche segno di ribellione ma poi mi adattai perfettamente alla situazione. Inoltre, quei tipacci disponevano di notevoli randelli. Li presi a meraviglia, e ripetutamente, in bocca e nella figa trovando, in una situazione generale delicata, autentici momenti di esaltante piacere. Quello stronzo di Mirko, ad un certo punto, ebbe pure un'erezione sotto il jeans, guardando quegli uomini che mi sbattevano. Alla fine si avvicinò anche il terzo, l'autista, per ricevere la sua dose di piacere ed io, tra seghe e pompini, feci schizzare tutti e tre nella mia bocca bevendo il nettare caldo. Lo sperma mi colò in parte anche sulle tettone. Dalla macchia nei pantaloni, capì che anche Mirko era venuto. Pensai di essere stata una specie di eroina ma quei tizi, dopo essersi svuotati i coglioni, tornarono al loro modus operandi delinquenziale. Non si accontentarono certo di aver trombato la sottoscritta ma "saccheggiarono" Mirko di auto, portafoglio e macchina fotografica, dopodichè fuggirono via con le due auto. Io e Mirko restammo per alcune ore in mezzo alla campagna finchè un gentile autostoppista ci riaccompagnò in città. Durante quel frangente, Mirko si comportò da vero ingrato affermando che, se aveva perso i suoi beni, era stata tutta colpa mia, ossia di una ragazza incapace di soddisfare gli uomini al meglio (cosa peraltro non vera). Invece di ringraziare pensando che, probabilmente, solo per via della mia prestazione ci eravamo salvati il culo, girò la frittata attribuendomi colpe assurde. A quel punto, gli risposi che ben gli stava, quel che era accaduto. Il nostro rapporto, sostanzialmente, si concluse lì. Uno stronzo simile, pieno di sè, è meglio perderlo che trovarlo, siete d'accordo? Dopo di ciò andai a trovare due care amiche, Marika e Rossella, tutt'altro che etero, e mi confidai con loro. Ne venne fuori una lesbicata a tre a base di leccate e succhiate di piedi (pratica che le due adorano) condite da strofinate di vagina con gli alluci. Bhè, finchè sono libera, andrò spesso a far visita a quelle ragazze, almeno finchè non intraprenderò una relazione con un uomo...

zoccola

pompa

giovedì 23 novembre 2023

Spiando i ragazzi nel bosco

Il mio nome è Brunella. Sono una ragazza di mentalità aperta. Ogni persona ha le sue specifiche fantasie erotiche. La mia è sempre stata rivolta agli approcci intimi tra maschi. Su internet guardo sempre video del genere ma vedere una situazione di questo tipo da vicino è tutt'altra cosa. Ho un fidanzato di nome Enrico. Lui, prima degli eventi che sto per narrarvi, non ha mai considerato più di tanto la mia peculiare fantasia, spingendo piuttosto per realizzare un triangolo con Erika, la mia migliore amica. Io e lei non siamo semplici amiche, lesbichiamo pure ma, per una questione di principio, non l'ho mai voluta coinvolgere in un trio col mio ragazzo proprio perchè quest'ultimo si è dimostrato troppo egoista nei miei confronti. Ma, un bel giorno, ci fu una piacevole novità: la fantasia che a lungo avevo desiderato, si verificò all'improvviso e in modo del tutto inaspettato. Mi trovavo nel bosco a tagliare la legna per la famiglia (oddio, certe volte sono un maschiaccio!). Ad un tratto notai, in lontananza, tre ragazzi che confabulavano. Incuriosita mi avvicinai, non troppo da manifestare la mia presenza, giusto quel tanto sufficiente ad osservare chiaramente lo scenario. Si trattava di tre bei palestrati, uno coi capelli rasati, uno con la barbetta un pò incolta e l'altro sbarbato. I ragazzi si spogliarono in men che non si dica dando vita ad un focoso triangolo gay in cui non mancarono goduriose succhiate di cazzo e pesanti chiavate. In sostanza, quello rasato e l'altro, con la barbetta incolta, erano versatili (lo prendevano e lo davano), mentre l'ultimo evidentemente no, dato che, nel triangolo, si comportò da maschio attivo inculando gli altri due. La figa mi pulsava a mille al punto che usai il manico dell'ascia per frugarla. Presa dalla foga ci infilai dentro pure due dita! Arrivai all'orgasmo prima di loro ma assistetti comunque ai loro bollenti amplessi ricchi di sborra che fioccava da tutte le parti. Il sangue mi bolliva ancora tanto quando mi rivestì. Un'oretta dopo, incontrai il mio ragazzo fuori al giardino di casa sua. Il tipo cominciò a rompere con le domande. Chiese perchè, per due ore, non avevo risposto a cellulare. Risposi che mi trovavo a spaccare legna nel bosco ma poi tirai fuori la verità spiegando di aver osservato un triangolo tra maschi. Ci spostammo dentro casa e lì gli cominciai a fare un pompino mentre dialogavamo della situazione. Una volta per tutte, gli chiarì che doveva tener conto delle mie fantasie, non solo delle sue. Dopo che arrivò all'orgasmo, schizzandomi il seme in bocca, tirai fuori una proposta: gli avrei raccontato per filo e per segno ciò che avevo visto nel bosco nella speranza di convincerlo a provare un'esperienza triangolare di tipo mmf. Se lui avesse accettato, dopo avremmo realizzato anche la fantasia di interagire insieme con la mia amica. In fin dei conti, una sorta di regola della par condicio, dove, in una coppia, si fa un pò quello che piace a lui e, un altro pò, quello che piace a lei. Bhè, io gli ho raccontato ciò a cui ho assistito nel bosco ma lui ancora deve darmi una risposta...              


mercoledì 22 novembre 2023

Approfittando della madre

Mi chiamo Marco. Vi racconto questa storia torbida. Come gusto personale, trovo molto più stimolanti le donne mature rispetto alle ragazze. Nella fattispecie, sono sempre stato attratto fisicamente da mia madre Emma che è, oggettivamente, una gran bella signora. Quando si recava alla toilette la spiavo e mi segavo puntualmente. Ma, fino a quel fatidico giorno, non avevo mai azzardato di più. Tuttavia, le circostanze mi ispirarono ad osare. Spesso Emma mi aveva raccontato dell'ossessione folle di mio padre per il lavoro. Non lo aveva espresso proprio chiaramente ma io capì che Walter preferiva masturbarsi tra le scartoffie piuttosto che godere a letto con la moglie. Questo aspetto mi portò a pensare che, con una donna sostanzialmente priva di adeguate attenzioni, sarebbe stato più facile avere successo nell'approccio intimo. E così, una mattina, poco dopo l'alba, entrai in camera di mia madre (papà era già uscito per recarsi in ufficio). La trovai distesa a dormire. Alzai il lenzuolo, scoprendo il suo favoloso corpo. Emma si svegliò e chiese giustamente speigazioni a riguardo. Risposi semplicemente che ammiravo le sue grazie. Con la preoccupazione tipica di una madre per il figlio, chiese se avessi problemi con le ragazze e affermò che potevo confidarmi. Tagliai corto spiegando che preferivo di gran lunga lei alle immature girls della scuola. Poi, con disinvoltura, cominciai a leccarle i capezzoli. Emma si sorprese ma, allo stesso tempo, percepì chiaramente la sua astinenza sessuale. Presi coraggio e passai dal seno a leccarle la splendida fica carnosa. A quel punto, volente o nolente, mia madre cominciò a sciogliersi di brutto, pur reputando tutta quella situazione assolutamente sbagliata. Affermò che avevo un bel cazzo. Da lì il passo fu breve affinchè salisse sopra di me prendendosi il tarello nella passera. Andai proprio in estasi, lo ammetto, dato che sognavo quel momento da tempo. Le afferrai il sedere con decisione muovendola sù e giù: che libidine! Poi continuai a scoparla di fianco, assicurandomi che il cazzo le entrasse completamente dentro: fu un autentico sballo! Ma il finale si rivelò ancora più eccitante! La coinvolsi in una proverbiale sega spagnola in cui tenevo il cazzo saldamente tra le sue tette mentre mi spompinava di gran gusto. Che delirio quella bocca calda che succhiava il pene infuocato dal desiderio! Stavo quasi per venire: masturbai la cappella contro un suo capezzolo e, poco dopo, schizzai copiosamente tra le sue tette. Che porcata farmi mia madre mentre mio padre, ignaro, stava al lavoro! Godemmo entrambi parecchio in quel giorno incestuoso. In seguito, Emma cominciò a farsi un pò di problemi, disse che questa storia non poteva ripetersi e che, certi piaceri, dovevo trovarli con le ragazze della mia età. Per ora ho deciso di rispettare la sua decisione e darle tregua. Ma non è escluso che, un giorno o l'altro, possa ripresentarmi, a sorpresa, nella sua camera da letto e ripetere la splendida esperienza...

incesto

Il mio ex datore mi fece un favore

Il mio nome è Serena. Convivevo da due anni con un ragazzo di nome Martin. Lavoravamo entrambi nella ditta del sig. Rob Kennet, un omosessuale dichiarato. Martin faceva l'operaio mentre io ricoprivo l'incarico di impiegata amministrativa. Tutto sembrava filar liscio finchè, un giorno, il Capo mi chiamò in disparte suggerendomi di fare attenzione a Martin. Sul momento ebbi difficoltà a comprendere quel discorso ma, in seguito, quelle parole sarebbero risultate fin troppo chiare. Rob, un venerdì, mi chiese di restare oltre l'orario standard di lavoro per effettuare uno straordinario. Gli risposi di si. Si trattava di una scusa per fare in modo che assistessi ad un approccio erotico tra lui e il mio ragazzo. Ero ignara di tutto ciò e cominciai a sistemare le pratiche. Ad un tratto, sentì dei rumori e mi spostai nella struttura per individuarne la provenienza credendo che a causarli fossero i ladri. Quando giunsi nei pressi del deposito, sbirciai attraverso la porta socchiusa e vidi l'incredibile: Martin stava succhiando il grosso uccello del Capo. Sconvolta, continuai a guardare e scorsi Rob che inchiappettava Martin sopra un trattore. Solo più tardi, decisi di comparire sulla scena. Martin tentò di giustificarsi in modo improbabile asserendo di essere stato pagato per fare sesso. Li incitai a proseguire per chiarirmi maggiormente le idee. In realtà, a Martin piaceva farsi rompere il culo, non ci stette soltanto per soldi, e ciò apparve fin troppo evidente. Mister Kennet se lo scopò a pecorina, a missionaria e lo segò pure, portandolo progressivamente all'orgasmo. Rob, a sua volta, schizzò a fiume in bocca a Martin che bevve tutto quel seme caldo e abbondante. Il capo mi aveva aperto gli occhi, dimostrando l'omosessualità di Martin. Non mi restò altro da fare che alzare i tacchi e andare via. Non potevo più restare in quella ditta. Lasciai che il Capo si sbattesse quella troia di Martin. Mi ritrovai disoccupata all'improvviso. Passò un pò di tempo, per rilassarmi andai in un centro benessere dove conobbi una massaggiatrice bionda. Mentre stavo sul lettino, le raccontai la situazione che avevo vissuto. Lei rispose che, in fin dei conti, non sono così strani gli approcci tra persone del medesimo sesso. Dopodichè mi strizzò i capezzoli, mi leccò la figa e passò al baciò sditalinandomi. Seppur chiusa di mentalità, a certi "incroci" omosessuali, mi riscoprì piacevolmente eccitata e provai a ricambiare leccando il ventre della signora. Ma, da perfetta imbranata, non riuscì a leccare la figa e così ci pensò lei a coinvolgermi in una proverbiale strofinata tra passere che portò entrambe al raggiungimento di profondi orgasmi sugellati da caldi baci in bocca. Bhè, non le giustifico, ma comincio a comprendere le pulsioni del mio ex ragazzo!

gay lesbo

lunedì 20 novembre 2023

L'arduo soggiorno nel carcere femminile

Mi chiamo Marica. Frequentavo un delinquente pieno di soldi, Mr. Miller, un trafficante di sostanze stupefacenti e organizzatore di giri di mignotte che, in cambio di scopate, mi permetteva, come sua fidanzata, di condurre una vita agiata piena di cene costose, vestiti firmati, e lunghi viaggi con annessi regali inclusi. La sfortuna volle che la Polizia fece irruzione nella Villa del sig. Miller proprio quando io ero presente. E così finì tristemente in cella ancora con la pelliccia addosso. Temevo quell'ambiente, dopotutto non c'ero mai stata, nemmeno per un giorno. Fu lì che conobbi Lara, una guardia carceraria fuori dall'ordinario con smanie da comandante. Compresi chiaramente di trovarmi esattamente tra due fuochi. Avrei dovuto per forza sottostare ai desideri torbidi della "sbirra" per evitare di diventare preda di un gruppo di detenute teppistelle assatanate senza scrupoli. In altre parole, si tratta del solito discorso di finire dalla padella alla brace. Tra l'altro, nemmeno avevo mai avuto esperienze con le donne ma mi resi conto che fosse giunto il momento di uscire fuori dalla zona di comfort. Lara usò pochi convenevoli: si presentò direttamente davanti alla cella munita di strap-on, ordinando di cominciare a succhiare il fallo di color nero. Bhè, sui pompini sono ferrata e così leccai e succhiai l'oggetto. Dopodichè, la donna, indicò la posizione della pecorina, che dovetti inevitabilmente assumere. Sul lettino di quella fredda cella, tutta nuda, solo con i sandali col tacco neri ai piedi, mi sfondò la passera con lo strap-on senza mostrare alcuna pietà. Inizialmente la situazione mi diede il voltastomaco: mi feci schifo da sola, io e quella donna che si approfittava di me affermando che mi avrebbe protetta dagli abusi delle altre. Intanto lei faceva i suoi porci comodi! Ma questo stato di malessere, di repressa ribellione, durò lo spazio di un minuto. Il godimento cominciò a prendere il sopravvento su ogni cosa e sentì le sue parole che rimarcavano il piacere di prendermi energicamente, con una certa forza, diciamo. Quando passammo a missionaria, mi afferrò perfino i capelli. Sentì di essere totalmente dominata e usata con la fica ampiamente bagnata al punto da raggiungere un profondo e torbidissimo orgasmo, mai provato così intenso nella vita. Lei, soddisfatta, si accese una sigaretta incitandomi a succhiare il fallo, ormai sporco dei miei stessi liquidi intimi. Affermò con fierezza che, tutto sommato, ero stata brava e, dinanzi alla richiesta di fumare a mia volta, fortunatamente acconsentì. Quella sigaretta premio rappresentò solo un piccolo contentino per poi farmi annegare di nuovo, e a breve, in un mare di merda. Dopo lo strap-on, la "signora" aveva intenzione di punirmi severamente usando direttamente il manganello! 

abusata in carcere

sabato 18 novembre 2023

Estasiata dai soldi lo prende nel culo

Salve da Anna. Jenny aveva proprio ragione: restando in quell'ambiente, gli uomini di potere, prima o poi, avrebbero desiderato la passera della sottoscritta. Restai sorpresa quando Tom Rockford comiciò a cercarmi con insistenza. Non immaginavo che si trattasse, addirittura, del cliente più importante della società presso cui lavoravo. Durante il primo approccio mi chiese solo di scoprire il sedere e lo accontentai. Poi ci rivedemmo il giorno dopo. Inizialmente, pensai di poterlo accontentare con un semplice spogliarello ma mi sbagliavo! Le sue mani viscide sul culo mi davano quasi fastidio, almeno finchè non pronunciò la parolina magica che apre tutte le porte, ossia "soldi". Mi offrì una roba pazzesca: 2000 euro mensili per appena due giorni nel suo ufficio! Con quello che già racimolavo, da segretaria alle prime armi, sarei arrivata agevolmente alla fantastica cifra complessiva di 3.000 euro al mese! Mi bagnai solo all'idea di tutto ciò e lui ne approfittò per succhiarmi il clitoride come un forsennato. Non avevo mai considerato seriamente il sesso con gli uomini, fino a quel momento, essendo prevalentemente lesbica. Ma Tom si propose in un modo deciso e generoso che fecero largamente breccia nello scudo che indosso ogni giorno per respingere gli attacchi dei maschi. Con un'offerta così allettante sul piatto, mi venne spontaneo succhiargli l'uccello tutta nuda in tacchi, accarezzando poi la cappella a colpi di lingua. Tom andò in estasi! Salì sfacciatamente sopra di lui lasciando che mi impalasse a piacimento con quel cazzone grosso e duro. Godevo, lo ammetto, e lui gemeva di piacere nel trombare una deliziosa ragazza lesbica. Mi ripassò a pecorina, poi pretese ancora di più. Affermò che potevamo rendere quell'incontro davvero speciale. Si riferiva, evidentemente, ai rapporti anali. Intrigata a mille dalla situazione torbida, lasciai che spostasse il pene dalla vagina al sedere, puntando la cappella contro l'ano. Ci furono degli attimi di palpitazione, dopodichè infilò, con decisione, il randello duro nel mio culo! Ero abituata ai dildo, non ai piselli di carne. Ma, per fortuna, i primi avevano già "tracciato" la strada, per cui l'impatto con il cazzo fu meno traumatico. Lo sentì comunque dentro a fondo, godetti parecchio e venni. Percepì che l'uomo stava per arrivare all'orgasmo. A quel punto disse di voler eiaculare tra le mie labbra. Come negare un piacere simile a chi ti offre tanti soldi? E allora Anna, la lesbica confusa dai facili guadagni, acconsentì anche a questa richiesta: aprì la bocca e accolse gli schizzi abbondanti di sperma di quel maschio arrapato. Vi starete chiedendo se gradisco la sborra... bhè, devo ammettere che il sapore del seme non è affatto male! Fu così che svuotai perbene i coglioni, per la prima volta, al cliente doc e, naturalmente, questa pratica proseguì molto a lungo...                

segretaria inculata

venerdì 17 novembre 2023

Conclamata prostituta da Ufficio

Mi chiamo Jenny. I miei poveri genitori mi avevano messo in guardia dalle insidie che la vita e certe persone possono presentare. Ma poi, purtroppo, passarono a miglior vita e così dovetti affrontare completamente da sola tutte le avversità, senza la possibilità di ricevere un consiglio al momento giusto. Bando alle chiacchiere, cominciamo questo racconto che mi vide protagonista nell'ambiente lavorativo. Sono una ragazza carina e faccio gola agli uomini arrapati. In realtà, non credevo di riscuotere successo anche tra le fila del gentil sesso! Entrando nello specifico, fino ad un certo punto ero riuscita a svolgere la mia mansione di segretaria senza particolari disagi, compromessi o palpitazioni di alcun genere. Ma la situazione idilliaca e tranquilla non poteva perdurare con un direttore d'Azienda pervertito come il dottore, di origini statunitensi, Josh Gordon. Sapevo che molte impiegate avevano ceduto alle sue avances ma io fingevo di non capire i suoi sorrisetti e cercavo di andare avanti per la mia strada, considerando che, all'epoca, stavo pure con un ragazzo. Gordon, giorno dopo giorno, marcava sempre più il territorio come un cane segugio che, presto o tardi, vuole arrivare allo scopo. Anche Anna, la nuova segretaria, giunta da noi da pochi mesi, me lo fece notare. Diceva che Gordon non vedeva l'ora di fottermi e, indubbiamente, non le si poteva dar torto. Cosa raccontare poi di lei? La ragazza si mostrava dolce ed amichevole ma nascondeva qualcosa, come un interesse piuttosto evidente nei miei confronti. Ad ogni modo, mettiamola da parte per un attimo e torniamo al datore. Gordon non tardò a farsi vivo nel mio ufficio con intenzioni "belliche". Sapevo di non poter dire di no al mio boss, altrimenti sarei finita per strada. Quando le sue avances si fecero più determinate, dovetti soltanto aprire le gambe, adornate dalle mitiche calze autoreggenti, e lasciare che il porco mi leccasse la fica, con ditalino incorporato. Bisogna essere di legno per non gradire certe stimolazioni. Mi bagnai tutta cosicchè fu più facile prendergli quel grosso cazzo in bocca. Quanto gli piaceva essere spompinato. Sperai, solo per qualche per attimo, che mi godesse in bocca, in modo che dopo sarei stata lasciata in pace. E invece no: quel superdotato non sarebbe mai venuto così facilmente! Anzi, cominciò a chiavarmi in tutte le posizioni e, inoltre, pretese pure che concedessi il buco del culo. Nemmeno al fidanzato davo il sedere, anche perchè non aveva neppure il coraggio di chiederlo per paura di un rifiuto. Ma Gordon, persona di potere, uomo d'affari, il sedere se lo prese di forza. Mi ritrovai spanata analmente dal suo cazzone per un tempo interminabile. Alla fine, il maialone mi schizzò sulla figa. Poi propose una breve pausa a base di caffè, giusto il tempo di rifiatare. Sentivo caldo, tolsi pure le autoreggenti. Gordon disse di avere ancora voglia e ricominciò a scoparmi senza batter ciglio: mi sfondò a pecorina, a candela, prevalentemente nel culo, ormai utilizzato a piacimento come una seconda figa. Godetti ancora e anche lui giunse all'orgasmo, sborrandomi in bocca. Assaporai il seme sentendomi una mignotta senza vergogna, esattamente come lui mi dipingeva. Ci fu anche la sorpresina, oltre al dessert a base di sperma. Poco dopo arrivò, beffarda, la sontuosa pisciata calda nella mia bocca che colò, in parte, lungo tutto il corpo a "consacrarmi", definitivamente, come conclamata prostituta da ufficio. Il tempo era praticamente volato, scopando dalle 9 del mattino. Da un'occhiata all'orologio, notai che le lancette segnavano addirittura le 5 del pomeriggio! Il Capo, soddisfatto, andò via. Mi rivestì in fretta. A quel punto sentì la voce di Anna provenire dall'uscio della porta. Le spiegai che mi ero intrattenuta sessualmente con il Capo. Lei, curiosa, voleva conoscere i dettagli ma io la invitai ad andare a casa. Le avrei raccontato l'accaduto soltanto il giorno seguente. Recuperai le forze con una buona dormita, poi, il mattino seguente mi ripresentai, come di consueto, in ufficio. Gordon andò fuori città per un impegno per cui, avendo campo libero, Anna si chiuse subito nel mio Ufficio. La voglia che nutriva nei miei confronti si rivelò persino maggiore della curiosità. Non si trattenne dal piazzarmi la lingua in bocca. E così ebbi la conferma della sua omosessualità. Interagimmo intimamente mentre le raccontavo delle porcate vissute col Capo. Anna, supereccitata, mi leccò la figa piazzando, di atnto in tanto, pure due belle dita dentro. Godetti, lo ammetto. Pur non essendo particolarmente ferrata sulla complicità erotica tra donne, devo riconoscere che trovai un certo stimolo a giocare con lei, anche perchè Anna è davvero molto carina. Le leccai la passera e le infilai le dita dentro la vagina, più o meno come lei aveva approcciato con me. In più, non resistetti al desiderio, dal forte sapore sadico, di spanargliela con un grosso dildo. Gongolavo nel vederla ansimare e non la mollai finchè non ravvisai l'orgasmo delinearsi sul suo volto, ormai stravolto dal piacere profondo. Anna, non del tutto paga, si riservò il piacere perverso di sfondarmi il culo con quel grosso fallo. Del resto, se ne aveva approfittato il direttore, perchè non poteva divertirsi pure lei? Chiaramente, la stantuffata anale mi procurò una sbrodolata paurosa nella figa. Quei due mitici giorni, prima con lui e poi con lei, furono i più intensi, a livello erotico, che ricordi in quel dannato ufficio! In realtà, dopo quelle esperienze, non vidi più nessuno dei due. Un incidente d'auto mi tenne bloccata a lungo a casa con una fastidiosa frattura alla gamba sinistra. Ma so che per Anna vi furono esaltanti novità. Magari sarà proprio lei a raccontarvi questi nuovi risvolti goderecci.


mercoledì 15 novembre 2023

La calda figa dell'avvenente sorella

Salve a tutti da Alberto. Certe ossessioni sono difficili da gestire ed è ancor più arduo liberarsene. La nostra famiglia è composta da quattro persone, oltre ai genitori, ci siamo io e mia sorella Vanessa. Tra me e la sister ci sono circa 10 anni di differenza. Inutile negare che ho avuto, da sempre, un debole per lei. Quando abitava a casa, la spiavo puntualmente ogni volta che si recava alla toilette. Poi, però, ad un certo punto, dopo aver conseguito brillantemente la Laurea in economia e la successiva specializzazione, fu assunta da una società e si cercò un appartamento per andare a vivere per conto proprio. Addio spiate, addio emozioni forte dunque, a parte quelle provate con i video porno su internet, ovviamente. Con le ragazze non socializzavo tanto e poi avevo sempre in mente lei, quella gran gnocca di mia sorella! Vanessa non andò solo via di casa ma, dopo alcuni mesi, intraprese anche una relazione con un uomo con il quale ben presto andò a convivere. Per poterla incontrare, passavo spesso per il suo Ufficio. Si era sistemata proprio bene la sorellona, stava decisamente facendo carriera. Forse le stavo troppo col fiato sul collo per cui, alle volte, urlava intimandomi di lasciare immediatamente l'Ufficio. Infondo, conosceva bene il desiderio secolare che provavo nei suoi confronti ma, ovviamente, cercava di ignorarlo, date le circostanze. Oltre al legame di parentela esistente tra noi, stava pure con un uomo per cui sembrava impossibile guadagnarsi una chance, pure minima, con lei. Probabilmente mossa dalla pietà, vedendomi depresso, decise di mostrarsi senza la gonna. In realtà, non credo si trattasse solo di pietà ma anche di curiosità nello scoprire cosa ne pensassi effettivamente di lei come donna. Seduto sulla sedia, espressi il mio parere affermando che una donna così sexy potrebbe lavorare tranquillamente nel mondo dello spettacolo. Vanessa esigeva che stessi fermo sulla sedia ad osservare ma io aspiravo a ben altro. Mi alzai di scatto e, guidato dall'eccitazione, caddi in tentazione e le infilai, con decisione, le dita nelle mutandine. A quel punto lei mi ricordò che sarei dovuto restare soltanto a guardare. Invece, me ne fregai altamente. Anzi, di contro, la spogliai di più, spingendola sopra la scrivania in modo da poter leccare la fica a piacimento. Ci andai deciso anche perchè Vanessa mi aveva detto che la relazione con quell'uomo non procedeva a gonfie vele e che, addirittura, i rapporti intimi erano carenti a causa del presunto stress di lui. In altre parole, pure mia sorella attraversava una certa fase di astinenza e si sa che, in certi frangenti, si diventa molto più vulnerabili nonchè disponibili all'appagamento erotico. Non persi tempo, non le diedi troppo modo di riflettere sul fatto che ciò che stava accadendo si presentava come un incesto in piena regola! Le piazzai l'uccello duro nella fregna a missionaria. Poi ottenni anche di meglio: la feci mettere sopra di me e così poteva galoppare magnificamente sù e giù. La impalai a candela, di fianco, la trombai in svariate posizioni e, in conclusione, splendidamente alla pecorina. Fottuta a raffica, perse parecchio il suo caratteristico atteggiamento da donna snob in carriera, lasciando spazio a quello della troia navigata. Mia sorella arrivò all'orgasmo ed io lo raggiunsi poco dopo, quando le spruzzai copiosamente nella bocca. Vanessa bevve la cema calda che, in parte, le schizzò pure sul viso. Si complimentò per la magnifica trombata dandomi dello stallone ma, allo stesso tempo, del pervertito. Giusto o sbagliato, continuo ad andare a trovare mia sorella in Ufficio, soltanto che adesso non ci limitiamo solo a delle semplici conversazioni...                 

sorella

martedì 14 novembre 2023

Cornuto e finocchio

Mi chiamo Davide. Non a tutti capita di sposare una donna sexy come Marica. I primi anni del matrimonio sono spesso esaltanti, poi però, col tempo, può subentrare una certa noia. Mia moglie resta sempre una gran bella gnocca, sia chiaro, piuttosto sono io ad esser lentamente cambiato. Marica è una docente ed ha a che fare con decine di ragazzi. Ovviamente, una figa del genere riscuote i complimenti e le avances degli uomini ma anche di quelli più giovani. Sapevamo entrambi che il matrimonio stava attraversando una fase di stallo. Come persone continuavamo a volerci bene, tuttavia, a letto io avevo perduto l'entusiasmo, mi annoiavo. Marica non poteva reggere a lungo questa astinenza forzata ed era inevitabile che, prima o poi, si sarebbe guardata intorno. Quale miglior risorsa da cui attingere se non quella rappresentata dagli allievi, i suoi cari studenti, giovani arrapati vogliosi di sbattersela ad un minimo cenno di consenso da parte di lei. Fu così che, un bel giorno, Marica, piena di entusiasmo, mi presentò Lorenzo, uno dei suoi studenti. Mia moglie non ama nascondere le situazioni, le piace agire alla luce del Sole: sapevo che avrebbe fatto sesso con il ragazzo proprio davanti ai miei occhi, spudoratamente! Voleva rendermi partecipe del piacere, di quel piacere che io, manchevole, ultimamente le avevo negato. Mi meritavo le corna, tutto sommato, diciamoci la verità. Quello che non immaginavo è che la situazione, che mi vedeva relegato al ruolo di cuckold, mi sarebbe piaciuta così tanto. La gelosia era minima, prevaleva la curiosità di guardare mia moglie interagire con un altro, uno più fresco, più giovane, più carino e dotato del sottoscritto. Quando lui e mia moglie si spogliarono, notai il fisico atletico del ragazzo e provai una sensazione di piacere che aumentò osservando il suo notevole uccello. Marica cominciò a spompinarlo proprio accanto a me. Il pene si ingrossava sempre più nella sua bocca. Poi, il ragazzo cominciò a chiavarsela a piacimento: dapprima a missionaria, poi tenendola sopra di sè. Intanto io e lui, attraverso una sorta di dialogo, ci stuzzicavamo a vicenda. Senza ritegno, Lorenzo mise Marica a pecorina e continuò a sfondarle la figa senza pietà. Io, deciamente coinvolto nel gioco, mi vergognavo a tirar fuori il pisello dal pantalone ma lo sentivo gocciolare nelle mutande per l'eccitazione profonda che provavo in quel momento. Lorenzo non rallentò di certo il ritmo delle stantuffate, anzi, spinse sempre di più facendo gemere al massimo e venire quella gran troia in calore di mia moglie. Poi, al culmine del piacere, le schizzò copiosamente in bocca e in faccia, dipingendole il volto di sperma. Colsi l'occasione per complimentarmi con il giovane e ribadire per l'ennessima volta quanto fosse bello e grosso il suo cazzo che guardavo con ammirazione e desiderio. Lorenzo se ne rese conto e credo che tutto ciò non gli dispiacesse affatto. Tuttavia, per atteggiarsi a macho davanti a Marica, affermò, in maniera peraltro poco convincente, di gradire essenzialmente la passera. Intanto io sborrai nei pantaloni senza nemmeno essermi toccato. Lorenzo notò la vistosa macchia tra le mie gambe e mi guardò con stupore. Se, in quel frangente, mia moglie si fosse assentata per un qualsiasi motivo, tipo recarsi alla toilette, credo che non avrei resistito dal succhiare la fava a quel tipo e, sono quasi convinto, che lui ci sarebbe pure stato. Ma la realtà è soltanto che Lorenzo chiavò abbondantemente mia moglie. Da quel giorno in poi, Marica pensò di essere autorizzata a presentarsi a casa, con cadenza quasi giornaliera, ogni volta con un ragazzo diverso per scopare.         

cornuto

lunedì 13 novembre 2023

Seduzione saffica sul trattore

Mi chiamo Gloria. Nonostante l'aspetto avvenente, svolgo un lavoro decisamente duro e di stampo maschile, se vogliamo. In pratica utilizzo trattori agricoli per conto di una società. La rottura col fidanzato, e la conseguente mancanza di scopate, mi portò ad un'indomabile desiderio sessuale inappagato. I ditalini mi placavano solo parzialmente: avevo bisogno del contatto fisico con un essere umano. Ma, a causa del lavoro, non trovavo il tempo per cercare avventure. Annegavo nel vino la bramosia sessuale, in attesa che mi venisse in mente un'idea valida. In effetti, l'illuminazione arrivò dopo aver fatto un bel bagno caldo. Follemente, pensai che Eleonora, una collega, potesse essere la persona giusta con cui sfogare certe voglie incontenibili. Non so come mi venne questa soluzione un pò anomala per una come me abituata a prendere cazzi. Ad ogni modo, in quel periodo, il Capo ci aveva affiancate per portare a termine un incarico in una campagna piuttosto isolata fuori città. Mi convinsi sempre più che quella fosse l'occasione perfetta per interagire con Ely. Il gran caldo estivo ci costringeva a stare mezze nude, con tette e fica al vento, per intenderci. Questo non costituiva un problema, dal momento che siamo donne: il guardarci a vicenda alcune parti intime appariva del tutto normale e naturale, apparentemente senza secondi fini. O meglio, sarebbe risultato regolare se fossimo state entrambe categoricamente etero. Ma io, giusto o sbagliato, in quel periodo cominciai a diventare un tantino curiosa nei confronti delle femmine. Mossa dalla libidine, leccai le tette della Ely sul trattore. La collega restò sorpresa, ribadì di avere una fidanzato e di trovare quantomeno strano il mio atteggiamento. Le risposi di aver bevuto del vino rosso la sera precedente, esternando fantasie su di lei. Rispose che non dovevo vergognarmi nel caso in cui avessi cambiato sponda e che, volendo, ci sono diverse donne a cui piacciono altre donne e con le quali poter vivere delle esperienze. Parole sensate ma era lei che desideravo, in quel frangente. Intanto Ely mi ricordò che stavamo lì per lavorare e si mise a stringere un dado allentato, mezzo arrugginito, ubicato sotto il trattore. Per compiere tale operazione al meglio, fu costretta a sdraiarsi e lì arrivò la mia imperdibile occasione di comportarmi da monella. Stando in posizione favorevole, praticamente sopra di lei, mi chinai per accarezzare dapprima i peli della sua fica e un pò il clitoride. Poi, completai l'opera usando la lingua nella spacca. Eleonoa si ritrovò in una situazione tale da avere difficoltà a sottrarsi a quell'iniziativa per cui finì, irrimediabilmente, per subirla. Si agitò all'inizio, poi prevalse il piacere e così la mia collega si rilassò godendo di quei colpi di lingua impietosi nelle carni. Eleonora arrivò dunque all'orgasmo. Ne fui felice ma restavo ancora caldissima. Tornai sui suoi capezzoli. Mi resi conto di averla ottenuta intimamente solo con l'astuzia ma che, di fatto, Ely non tendeva granchè al lesbo. Ma fu carina e complice lo stesso, accarezzandomi il seno. Mi bastò "il fai da te" con la sua mano poggiata sul mio sedere per arrivare a raggiungere comunque uno splendido orgasmo. Eh si, quella mattinata fu un sesso soft, diciamo così, ma decisamente gradevole.           

belle fighe

sabato 11 novembre 2023

Intimità proibita tra padre e figlia

Mi chiamo Egidio. Il matrimonio con Alessandra fu bello finchè durò, nel senso che andò avanti fino a quando lei, all'improvviso, conobbe un altro uomo e decise di frequentarlo assiduamente. Non so se il terzo incomodo fosse più attraente di me, probabilmente si, sta di fatto che rimasi da solo a casa con mia figlia Lara. Eh già, perchè la ragazza decise di restarmi accanto, non stimando particolarmente la madre. Lara è oggettivamente una bella fanciulla, trovarsela di continuo per l'abitazione può instillare fantasie erotiche anche in chi non dovrebbe come il sottoscritto. Purtroppo, i legami di parentela sono una cosa e le pulsioni a caldo un'altra. Cominciavo a sentire parecchio la mancanza di una donna a letto e, dato che Lara ha un bellissimo corpo, inevitabilmente, l'occhio cadeva spesso e volentieri sulle sue grazie. Ma cercai di contenere l'impeto, finchè potetti. Un giorno stavo disteso a letto e lei cominciò a rovistare nell'armadio, probabilmente per mettere qualcosa in ordine, non so. Poi si spogliò proprio dinanzi a me e disse di voler andare a fare la doccia. Vedendola così sexy, in reggiseno e mutandine, la pressione mi salì a mille e pure l'erezione, ovviamente. E così, d'istinto, le suggerì di sedersi accanto a me per fare quattro chiacchiere, prima di finire sotto la doccia. Lei si sedette sul letto e spiegò il suo punto di vista. Secondo lei non c'era nulla di cui parlare e sottolineo il tradimento di mia moglie. Poi, aggiunse di essere sfortunata con i ragazzi. In pratica, concluse che entrambi eravamo messi male e, in effetti, aveva pienamente ragione! La tranquillizzai asserendo, con fermezza, che io e lei potevamo stare benissimo da soli, senza bisogno di altre persone. Queste parole probabilmente la incoraggiarono, la sciolsero più del dovuto. Fu a quel punto che ne approfittai per sfilarle le mutandine. Lara capì che volevo fare sesso e, nonostante pensasse che ciò fosse totalmente sbagliato, non resistette al desiderio: si ritrovò con il mio cazzo tra le mani e lo smanettò dolcemente. Ammetto che andai proprio in estasi e, d'istinto, le leccai accuratamente la splendida fichetta. Con i freni inibitori, ormai andati a farsi benedire, la presi per i fianchi e la adagiai con cura sul mio cazzo durissimo che scivolò dentro rapidamente. Muovendola per i fianchi, la scopai a meraviglia per un bel pò. Poi lei si stese a toccarsi la patatina e intanto mi segava l'uccello. Le schizzai in abbondanza sul delicato seno e sul viso mentre lei se ne venne splendidamente grazie al ditalino.          

padre figlia

orgasmi

venerdì 10 novembre 2023

Disposta a tutto per tenere il lavoro

Nella vita, alle volte, ci si trova a dover compiere scelte difficili. In tali casi, accettare compromessi può rapprentare la soluzione. Ho sempre cercato di svolgere il lavoro di segreteria in maniera seria ed attenta, ossia nel migliore dei modi ma l'imprevisto, spesso, è proprio dietro l'angolo. Con il precedente dirigente, Mike Harris, mi limitavo a sbrigare le pratiche d'Ufficio assegnate senza mai andare incontro a problemi o venire importunata in alcun modo. Ma Mike era stanco e decise di ritirarsi. Subentrò così, a guidare l'Azienda, il sig. Freddie Wynx, un uomo decisamente particolare. Si presentò in Ufficio con due aitanti sgualdrine al seguito, da piazzare negli uffici, con l'idea di "svecchiare" il personale. A primo impatto, pensai di trovarmi di fronte ad un donnaiolo superficiale e arrogante. Sottovoce, credendo che fosse più lontano, gli detti del tenutario di bordelli, o qualcosa del genere. In realtà lui sentì le mie parole e spiegò che dovevo adattarmi alle sue idee a al suo modo di condurre la società, altrimenti potevo anche alzare i tacchi e tornare a casa. A quel punto mi dissi: "Giuliana, fai attenzione a non perdere il lavoro!". Senza troppi convenevoli, illustrò subito il suo "modus operandi", ossia la maniera con cui stipulare i contratti e gestire i clienti. Per tale motivo, era indispensabile disporre di donne fighe e sexy capaci di indirizzare le trattative nel giusto verso. Mi chiese di mostrare "la mercanzia". In ufficio, non mi ero mai spogliata ma, in quel momento, non avevo grandi alternative. Tolsi il vestito, scoprì il sedere, il grosso seno. Restai essenzialmente con i tacchi e le mutande ma lui volle che togliessi anche queste ultime. Ammirò e apprezzò il mio corpo nudo asserendo che, grazie alla sottoscritta, avrebbe concluso proficui affari. Faceva un pò freddo, a dire il vero, per cui chiesi di potermi rivestire. Lui acconsentì, spiegando che aveva visto già tutto. Inoltre, chiese un caffè: io ubbidì immediatamente. Il giorno seguente, gli portai il pasto all'ora di pranzo. Dopo una mezzora tornai e vidi che non aveva toccato cibo. A quel punto venne fuori il suo lato umano. Mi sentì onorata di ricevere le sue confidenze. Spiegò di essersi separato da poco da una donna gelosa, incapace di sopportare le sue innumerevoli "divagazioni" con le altre, precisando inoltre di essere ancora legato a lei affettivamente. Con mia grande sorpresa, notai che armeggiava un pacchetto. Mi rivelò di aver acquistato un giocattolo erotico su internet: si trattava una vagina artificiale per sfoghi solitari. Freddie disse che gli sarebbe servita per relax ma che non comprendeva il funzionamento dell'oggetto. Raccolsi ciò come una sfida tra la tecnologia, seppur sofisticata e le persone in carne ed ossa. E così iniziai a spogliarmi ma lui volle lo stesso capire come funzionava l'oggetto. Quasi divertita, aprì la confezione e tirai fuori la "concorrente" della mia micia. Poi, con disinvoltura, feci in modo che il suo cazzo entrasse nell'apertura dell'oggetto. La vagina fake vibrava, conferendo a Frieddie un innegabile piacere. Per un pò assecondai la sua fantasia. Un tantino mi intrigava vedergli provare piacere grazie a quell'oggetto, lo ammetto. Ma se non avessi pensato a qualcos'altro, avrei rischiato che venisse in quel modo, grazie ad un giocattolo. E così, d'impulso, lo baciai in bocca con una certa passione. Probabilmente gli bruciava ancora parecchio la separazione con la moglie ma apprezzò l'iniziativa e ricambiò il bacio. L'atmosfera si surriscaldò di colpo: infilò il cazzo nella vagina, stavolta di carne, leccandomi i capezzoli con impellente desiderio. Sulle ali dell'eccitazione, mi leccò la passera con estrema foga ed io godetti della slinguazzata. Volevo dimostrargli che, quando sono in vena, sono brava a letto. E dunque gli succhiai le palle con bramosia. Gli piacque tantissimo: ne approfittò per segarsi con gusto mentre io addentavo quei testicoli con ardore. Non volevo che godesse così semplicemente, con una sorta di "fai da te" assistito e così gli presi il cazzo in mano e lo segai lentamente mentre ci baciavamo. Di contro, lui mi suggerì di aprire le gambe e iniziò a "infilzare" con foga la figa con più dita insieme. Naturalmente, provai un piacere decisamente intenso. Un altro pò di quelle fistate e sarei venuta ma lui sentì il bisogno irrinunciabile di piazzare il cazzo, peraltro bello grosso, nella fica da dietro, a pecorina. Accompagnai la scopata infilandomi le dita nel culo per innalzare il livello del piacere e, in quel modo, raggiunsi un profondo ed appagante orgasmo come non capitava da tempo. Lui stava letteralmente per esplodere! Sfilò il pene dalla sorca bagnata e lo puntò dritto contro il mio viso. Si masturbò per alcuni secondi, prima di schizzare copiosamente sulla faccia della qui presente. La sborra bollente "dipinse" il mio volto, ne assaporai una parte e il resto colò lentamente sulle tettone. All'inizio mi ero creata un pò di problemi nei confronti del Capo e del suo modo di fare ma poi constatai, nella pratica, quanto è bello scopare pure in ufficio! In realtà, Freddie non è certo l'unico uomo a cui la do nell'ambiente lavorativo. Ricordiamoci che le pratiche d'ufficio non vanno affatto trascurate e che il cliente, giusto o sbagliato che sia, ha sempre ragione. Inoltre, è quasi sempre assetato di passera!

scopate ufficio

giovedì 9 novembre 2023

Inaspettata lesbicata in Limousine

Mi chiamo Giorgia. I soldi fanno gola a tutti, specie di questi tempi e, chiaramente, anche alla sottoscritta. Un amico mi parlò di una festa organizzata da un uomo benestante residente in una villa da sogno. Chiesi maggiori informazioni telefonando al numero che questo stesso amico mi diede. Una signorina disse di presentarmi in un'abitazione poco distante dalla mia nel pomeriggio del giorno seguente. Una volta lì, la donna annotò alcuni dati personali (nome, cognome, email, cellulare). In quel luogo feci la conoscenza di una coetanea di nome Maddalena. L'ignoto miliardario avrebbe mandato a prendere entrambe il weekend seguente con una vettura extralusso. Fui sollevata nel sapere di poter viaggiare in compagnia di una ragazza simpatica. Tuttavia, quando le persone non si conoscono a fondo, bisogna aspettarsi davvero di tutto. Arrivò il fatidico momento: nel pomeriggio, la Limousine passò prima sotto casa di Maddalena e poi nei pressi della mia abitazione. Con sorpresa, mi accorsi presto che a Maddalena, della festa, interessava veramente poco. Disse di volerci andare principalmente per noia. Intanto volle guardare il mio reggiseno, poi mostrò anche il suo. Credevo che lo facesse per verificare che stessimo entrambe in ordine, con i capi intimi. In effetti, Maddalena pensava a tutt'altro, ossia a sedurre me. Mi calò la mini, mi allargò le gambe e, con maestria, scostò le mutandine in modo tale da potermi leccare, indisturbata, la fica. Caddi davvero dalle nuvole! Maddalena, d'altronde, leccava proprio alla grande! La lingua saettava sul clitoride regalandomi sensazioni inebrianti. I maschi, a dire il vero, non mi avevano leccata mai con tale impeto e dedizione. Poi, Maddalena si fermò per alcuni istanti. Disse che l'attessa aumenta il piacere. Il momento fu di totale imbarazzo, dal momento che eravamo completamente nude, a parte i tacchi. Riprese a leccarmi con più foga di prima: intendeva proprio farmi impazzire e ci riusciva! Un pochino mi tratteneva il fatto che l'autista maturo, attraverso lo specchietto retrovisore, ci osservava con gli occhi iniettati di sangue! Posso comprendere che un uomo possa perdere la calma, dinanzi a due fanciulle che interagiscono in un certo modo. Quel tipo aveva tutto il viso sudato e di sicuro la mano tra le gambe. Nemmeno l'imbarazzo dato dalla presenza di un estraneo fu sufficiente a fermare le gesta della mia assatanata compagna di viaggio. Cedetti completamente al piacere profondo, lasciando che Maddalena esplorasse con la lingua ogni brandello di carne di cui si compone la passera. A un certo punto mi alzai e lei proseguì a salinguazzarmi da sotto. Raggiunsi l'estasi profonda e venni intensamente. Maddalena ne approfittò per baciarmi e chiese se quell'approccio fosse stato di mio gradimento. Ovviamente risposi di si! Non potetti che esprimere soddisfazione e farle i complimenti. Intanto l'auto si fermò. L'uomo alla guida ansimava sempre più forte. Io e Maddalenna ci sorridemmo a vicenda, intuendo chiaramente che quel tipo, dopo aver osservato con attenzione la lesbicata, stava giungendo, evidentemente, al culmine della masturbazione. Urlò di piacere e, a quel punto, ci rendemmo perfettamente conto che stava sborrando. Il suo respiro affannoso lo testimoniò, casomai ci fosse stato bisogno di una conferma. Aspettammo qualche minuto. Poi, Maddalena gli suggerì: "Ripartiamo?". Lui non rispose e mise in moto l'auto. Intanto io e lei ci rivestimmo. Più tardi arrivammo alla Villa ma, ormai, la festa me l'aveva fatta lei dentro l'auto a colpi impietosi di lingua!              

lesbiche auto

mercoledì 8 novembre 2023

Triangolo con la cliente durante la ristrutturazione

Mi chiamo Rossana. Mi occupavo della parte amministrativa delle ristrutturazioni edilizie presso una grossa Azienda di nome Cosmos. Ad un certo punto, decisi di andar via da lì ed aprire una ditta per conto proprio, la Starex, insieme a Igor, un aitante capo operaio che conoscevo dai tempi della Cosmos. Tra di noi, oltre alla collaborazione professionale, si aggiunse una relazione prevalentemente a base di sesso. Lo ammetto, mi piace troppo prendere il cazzo di Igor! Ma la vita riserva sorprese continue. Quando incontrai Barbara, una cliente di bell'aspetto, per la prima volta, mi resi subito conto che avrebbe destato l'interesse di Igor. In realtà, la donna ci metteva pressione in quanto desiderava che ristrutturassimo il più presto possibile l'appartamento che aveva acquistato qualche mese prima. La sua intenzione era quella di venirci a vivere con il compagno. Spiegai diverse volte a Barbara che non potevamo correre troppo per ultimare i lavori della casa perchè avremmo rischiato di commettere degli errori dovuti alla fretta eccessiva. Ma lei non volle sentire ragioni, ogni volta tornava puntuale alla carica. La svolta ci fu quando venne a parlarmi alla casa in corso d'opera. Pur non essendo mai stata intimamente con una donna, prima d'allora, non potetti fare a meno di notare il suo fascino, oltre all'inebriante profumo. La ragazza sfoggiava, unitamente alla minigonna, scarpe col tacco bianche e calze autoreggenti, sempre bianche, che mettevano in risalto le belle gambe. Anch'io, d'altra parte, mi difendevo piuttosto bene indossando un vestito corto di colore scuro e poi tacchi e calze neri. Stavamo discutendo sul divano, l'una accanto all'altra, quando Igor, di sua iniziativa, pensò bene di avvicinarsi e spingere, letteralmente, le nostre testoline, una verso l'altra in modo tale che le bocche venissero a contatto. Con le labbra incollate alle sue, il bacio scattò in maniera decisamente naturale, seppur con delle perplessità da parte di entrambe. Da lì, i freni inibitori comninciarono a saltare del tutto. Barbara capì perfettamente che io e Igor tenevamo in piedi una relazione e, presa dalla libidine del momento, pensò bene di spingere la mia testa sul cazzo dell'uomo in modo che gli propinassi un succulento bocchino. Da un lato pensai che lei si stesse prendendo troppa confidenza ma, dall'altro, mi eccitò di brutto essere "guidata" in quel modo. Poi, però, ripresi il controllo e invogliai lei a fare lo stesso. Barbara, dunque, si chinò sul cazzo di Igor e lo succhiò. Liberate dai vestiti, e rimaste con i soli tacchi e le calze addosso, fummo più libere di muoverci. Aprì le cosce e lei cominciò a leccarmi la figa. Fu una sensazione del tutto nuova, a dire il vero estremamente piacevole. Intanto Igor si mise a leccare la patata a lei. Igor, in posizione più comoda, proseguì a leccare la bernarda della cliente mentre io mi concentrai sul suo cazzo, succhiandolo a dovere. Finimmo a combinare porcate sullo scaletto: mi ci appoggiai io, mentre lui mi leccava la passera da dietro. Intanto, Barbara sbocchinava Igor di gran carriera. Ad un certo punto vi fu un momento di autentico affiatamento: lui ingroppò lei all'impiedi e intanto entrambi mi leccavano le intimità: andai in estasi con la lingua di lui nella fica e quella di lei dentro al culo! Quello fu solo un assaggio, perchè Igor intendeva continuare a sbattersi perbene la signora: fece scivolare il cazzo a candela dentro di lei mentre io gli accarezzavo le palle. Fui colta dalla gelosia ma, al tempo stesso, dalla libidine di guardare lui che si faceva lei. Igor si mise a leccarle i capezzoli e, intanto, il pene fuoriscì dalla fica: ci pensai io a tenerlo in caldo dentro la bocca con un ricco estasiante pompino. Ma lui era deciso a sfondarla: le allargò le cosce e la castigò sopra il divano a missionaria. Nel frattempo, allargai le gambe all'altezza della sua bocca in modo che potesse leccarmela. Ero talmente eccitata che arrivai all'orgasmo: eh si, lo riconosco, fu lei a farmi venire, anche perchè io, il cazzo nella passera, quel giorno non lo presi proprio! Lui continuò a montarla, sempre su quel divano, in posizione dominante e schizzò copiosamente dentro la sua vagina. Naturalmente, con tanta foga e passione, temetti che potesse averla messa incinta. Lui non faceva altro che decantare quanto fosse meraviglioso fare sesso con due donne. Potevo comprenderlo, dal suo punto di vista, e confesso che quell'esperienza fu davvero eccitante anche per me anche se, come ho sottolineato in precedenza, quel giorno, il cazzo nella fregna, se lo godette tutto quanto Barbara. I lavori terminarono e la donna, insieme al partner, andò ad abitare nella casa. Il compagno non è a conoscenza, e probabilmente non lo sarà mai, che, proprio lì dentro, nel nido dei sogni della coppia, quella maiala di Barbara gli ha messo un gran paio di corna...            

porcate

La tenuta degli orrori

Salve a tutti. Il mio nome è Angela. Questa storia è decisamente lunga e tortuosa, me ne rendo conto. Cominciamo col dire che svolgo il lavoro di segretaria part time in un'Azienda in città. Tuttavia, abito in una zona periferica di campagna dove mio padre Rocco possiede, tra l'altro un allevamento di cavalli. Ho una predisposizione naturale verso le donne anche se, talvolta, per diverse ragioni, intrattengo rapporti sessuali anche con i maschi. Ad esempio c'è Marco, il mio imbranato collega d'ufficio. Da tempo ci provava, ricevendo in cambio due di picche. Un giorno, in cambio di soldi, mi decisi ad accontentarlo parzialmente. Lo invitati al Ranch e, una volta nel fienile, mostrai le grazie in modo che lui si sparasse un gran segone. Se lo menò di brutto schizzando di sborra le fessure. Poco dopo che andò via, si presentò una sensuale fanciulla di nome, Louise, una fantina in collant. Compresi subito che la tendenza istintiva della donna propendeva verso il cazzo. Ciò nonostante, riuscì a sedurla, dal momento che "Lou" cercava di guadagnarsi le attenzioni di mio padre per essere lanciata, a pieno titolo, nel mondo delle gare sportive importanti di galoppo. Le promisi che avrei messo una buona parola per favorirla, nonostante ci fossero altre valide pretendenti. Chiaramente la situazione, come prevedibile, sfociò in una magnifica lesbicata dove leccai perfino i suoi stivali, oltre ai piedini e alla figa. Anche lei si mosse bene, ricambiando le attenzioni. Non mi parve vero quando finimmo a masturbarci a vicenda, le passere con penetrazioni pedestri! Dopo gli orgasmi, mantenni la promessa e indicai Louise a mio padre come la miglior fantina sulla piazza. Avevo sempre sospettato che, il mio subdolo genitore, svolgesse altri generio poco puliti di "attività", pur non essendone sicura. Quando sentì confabulare Simona con papà ne ebbi la certezza. Il "grand'uomo" gestiva un giro di zoccole ad alto livello per "accontentare" uomini ricchi desiderosi di ottenere, dietro profumato esborso di danari, qualsiasi genere di porcheria da una donna. Simona adora la fica: in quel triangolo non si risparmiò certo di leccare la bernarda della povera Louise che, peraltro, stette pienamente al gioco. La fantina prese abbondantemente anche il cazzo di mio padre. Rocco schizzò in bocca alla compagna, poi ordinò ad entrambe di ripulire il resto della sborra dal tavolino di vetro dove si era depositata in seguito all'eiaculazione copiosissima. In quel frangente, Simona finse di mostrarsi amica e complice di Louise per ingannarla. Poco dopo, Louise venne spogliata, legata e rinchiusa nelle cantine con lo scopo di essere "utilizzata" su richiesta dei clienti. Fu costretta a ingoiare grossi cazzi e a farsi sfondare in ogni dove per la gioia di Simona. In particolare, la compagna di mio padre, andò letteralmente in estasi profonda, quando due uomini, muniti di grossi cazzi, si dilettarono a spanare la ragazza in tandem senza alcuna pietà. Ormai, il destino di Lou sembrava segnato e, di sicuro, anche per colpa della sottoscritta. Non potevo starmene a guardare mentre lei subiva quel genere di "trattamenti intensivi". E così, malgrado la mia propensione sessuale verso gli uomini, non particolarmente accentuata, entrai in azione! Succhiai, fino all'orgasmo, la fava a due guardie che sorvegliavano le cantine. Gli prosciugai tutta la sborra che avevano in corpo per poi suggerirgli di andare a riposare e a bere qualcosa asserendo che mi sarei occupata io della "detenuta". A quel punto, liberai la povera fantina e le diedi appuntamento di sopra, nel giardino. Avrei pensato anche a Robert, l'ultimo scagnozzo di papà presente quel giorno. Non mi ero mai sognata di accettare le sue avances per mesi ma, in quel momento, cambiai atteggiamento dimostrando di essere pienamente disponibile a fare sesso con lui. Cominciai a stuzzicarlo con le scarpe, poi con i piedi. Si rivelò un feticista incallito. Limonammo mentre gli tiravo l'uccello su con un feet job. Eccitato a mille, mi chiavò intensamente nella figa. Proseguì a stuzzicarlo con le mani, con la bocca, prima di riprendere a scopare a candela e a pecorina. Bhè, la curiosità è donna, si sa: durante la trombata, gli chiesi come si era sfogato in tutti i mesi in cui non gliel'avevo mai data, considerando che, solitamente, alla tenuta, come donne, sono presenti, in maniera fissa, soltanto Simona (l'intoccabile compagna di papà) e la sottoscritta. Ebbe un pò di comprensibile difficoltà a confidarsi ma, alla fine, si sbottonò ammettendo di aver trovato, talvolta, l'appagamento con altri soggetti maschili appartandosi nel limitrofo bosco. Proprio durante questo discorso, Robert giunse all'eiaculazione che inondò i miei piedi. Tutto quel tempo, Louise, invece di scappare, si era gustata la scena di sesso. Poi, finalmente, la fantina imprigionata corse verso la libertà mentre io cercavo, a fatica, di trattenere un altro pò Robert, ormai appagato dall'orgasmo. La rabbia di mio padre non tardò ad abbattersi sulla qui presente. Gli bruciò aver perso una "tessera" del suo redditizio mosaico e, con esso, una marea di soldi. Dopotutto, però, sono sempre la figlia e, alla fine, l'incazzatura gli passò. In quanto a Simona, bhè lei continua ad affermare che sono la mina vagante della famiglia...

fica

sabato 4 novembre 2023

Indimenticabile prima volta tra ragazzi

Mi chiamo Eddie. Questa vicenda risale ai tempi del liceo. In quel periodo frequentavo delle ragazze ma con poca soddisfazione personale. Nessuna mi dimostrava reale affetto: desideravano soltanto una scopata passeggera senza impegno e niente più. Inoltre, seppur giovanissime, forti di numerose esperienze, erano già abbondantemente sfondate e spanate sia nella figa che nel culo. Dopo aver interagito con alcune, cominciai un tantino a stufarmi di tale andazzo e così preferì restare un pò per conto mio per ritrovare una certa serenità. In tale frangente, legai molto con Marco, un compagno di classe moretto molto carino che destò la mia attenzione. Fu così che mi accorsi di provare interesse per i maschietti. D'altro canto, Marco, alimentò le mie fantasie dato che non palesava troppo interesse per le femmine. Cominciammo così a studiare insieme: a volte veniva a casa mia, altre mi recavo io da lui. Mi trovavo a mio agio e mi piaceva un sacco. Tuttavia cercavo il momento adatto per provarci. L'occasione favorevole arrivò verso la fine dell'estate quando restai a dormire a casa sua. Fortuna volle che i genitori non c'erano, essendo partiti per trascorrere il weekend fuori città. Avevo campo libero, finalmente! Faceva ancora caldo per cui andammo a dormire solo con gli slip. Durante la notte non riuscì a trovare pace: l'idea di fare sesso mi ossessionava! Abbassai lo slip e mi segai ammirando il suo corpo. Continuai così per un paio di minuti, poi decisi di compiere il "salto di qualità": Marco dormiva piuttosto profondamente e io ne approfittai per calargli lentamente lo slip. A quel punto, senza troppe cerimonie, afferrai il suo uccello in bocca e lo spompinai un pò, poi leccai lungo l'asta. Marco finì per svegliarsi all'improvviso, incredulo di ciò che stava accadendo. Ma ormai provava un certo piacere e gli risultò difficile tirarsi indietro. Così ci baciammo soft, labbra a labbra, accarezzandoci dolcemente i cazzi a vicenda. Gli piazzai la fava dura in bocca e lui la succhiò. Intanto io gli infilai un dito dietro. Dopo di ciò, leccai il suo ano ammorbidendolo a colpi di lingua in virtù di ciò che avrei fatto dopo. Po, una volta inumidito, usai due dita dritte nel suo culo. I tempi erano maturi per trombare! Appoggiai la cappella sul suo buco caldo e voglioso, poi spinsi la mazza dentro. Finimmo a scopare a missionaria, poi intensamente a candela e lì gli entrò davvero a fondo il randello nel sedere. Approfittai della situazione decisamente intima per rivelargli quanto fosse carino, quanto mi piacesse e intanto me lo fottevo perbene. Finì pure per segarlo da dietro mentre me lo facevo. Fu un momento di libidine acuta. Continuai a incularlo e a segarlo finchè entrambi giungemmo al culmine del piacere e dunque all'orgasmo. Lui venne sulla sua pancia ed io gli schizzai in abbondanza sui testicoli rendendo le sue palle intrise di sborra. Prima della fine della Scuola, scopai il buon Marco diverse volte, sempre a casa sua, e, come al solito, quando i suoi genitori non c'erano. Nessuno scoprì mai quella tresca. A pensare a quelle scopate appaganti che ci godevamo in toto, quasi quasi mi viene voglia di ricontattarlo. Infondo, potremmo proseguire su quella linea anche se siamo diventati un pò più grandicelli...              

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