domenica 23 dicembre 2018

Quando la zia ci fece giocare

Mi chiamo Rosalba (mini nera, scarpe bianche). Ho una sorella di nome Giuliana. Nostra madre Teresa ci ha imposto, fin da piccole, un'educazione severa. Insomma, mai troppo scosciate e scollate per uscire con rientri a casa entro le 23. Io e Giuly siamo due biondine niente male e sappiamo di piacere ai ragazzi. Tuttavia, per paura degli incazzamenti di mamma, avevamo sempre limitato le uscite e dato meno confidenza possibile, compreso rilasciare numeri di telefono, proprio per evitare discussioni a casa. Siamo insoddisfatte dunque? Bhè, magari non proprio, perchè alle volte le situazioni evolvono in modo del tutto imprevisto. Mamma ha una sorella di nome Rosaria, nostra zia. Di lei abbiamo saputo sempre poco, non la vedevamo quasi mai e non sapevamo nemmeno che tipo di vita conducesse. Finchè, un bel giorno, zia Rosaria si presentò sotto casa e bussò alla porta proprio quando mamma stava fuori per lavoro. Mi colpì subito la scia di profumo che emanava nonchè il look: minigonna dai colori sgarcianti, calze autoreggenti e scarpe abbinate alla gonna. Una bella donna, indubbiamente, ma con un outfit quasi da mignotta di lusso. Va bhè, lasciamo perdere. Si accomodò su un divano, io e mia sorella stavamo sedute su quello di fronte. Bevemmo un drink, dialogammo un pò, e lei cifece i complimenti per come eravamo carine. Mia sorella ricambiò particolarmente sottolineando il look della zia e spiegando che a noi non era concesso vestire in modo così provocante. Rosaria aveva le idee chiaro, oltre ad un fascino da vendere. Si avvicinò a mia sorella facendole apprezzamenti sempre più decisi. Giuly non solo li gradì ma lasciò che la zia, dichiaratasi lesbica senza mezzi termini, ma si lasciò palpare e baciare dalla nostra parente. Inizialmente provai un forte imbarazzo e avrei voluto che la smettessero. Poi, quando la zia aprì spudoratamente le cosce, permettendo a mia sorella di leccare, mi resi conto che avevamo abbondantemente passato il limite. La zia è una gra troia, non mi voleva certo solo come spettatrice imbarazzata e piagnucolona, e così trovò il modo di coinvolgermi. E lo fece nel modo più subdolo, con la complicità di mia sorella. Ci spinse una verso l'altra in modo che ci baciassimo. In passato non era mai accaduto nulla tra me e Giuly ma in quel momento mia sorella sembrava davvero presa e mi baciò con passione inimmaginabile. Non potetti tirarmi indietro e corrisposi il bacio. Ero ancora scettica ma la zia era convincente con il suo modo di parlare. E così io e Giuly finimmo per leccare una tetta a testa di donna Rosaria. La zia spalancò le cosce mentre limonava arditamente con Giuly e mi offrì la sua figa calda e umida da leccare. Un pò titubante iniziai ad assaporare la prima passera della mia vita che tra l'altro aveva un sapore davvero gradevole. A quel punto mi ero eccitata anch'io. Incoraggiata dalla zia, continuai a leccare la fregna matura. Poi fui io a leccare il culo della zia, sgrillettandole la fica, mentre quest'ultima slinguazzava con ardore la patatina di mia sorella. A quel punto mia sorella si mise a leccare zia Rosaria che intanto si divertiva a slinguazzare la mia fregna. Il piacere che provai fu cosi forte da venirle copiosamente in bocca. Poi mi misi sotto mia sorella, le aprì bene le chiappi e le leccai la passera fradicia di umori mentre la zia, più troia che mai, si dedicò al buco del culo di Giuly. Anche Giuly tremò e venne ma ormai gli orgasmi non si contavano più. Leccata da mia sorella, e con gli immancabili commenti di Rosaria che mi stava vicino, godetti ancora in bocca a Giuly. Sfinite da quel triangolo focoso, ci rendemmo conto che il tempo era volato. Zia Rosaria si rivestì in fretta e andò via salutandoci al volo. Aveva decisamente timore di incontrare mia madre ormai prossima a rientrare a casa dal lavoro. Quando mamma Teresa tornò le raccontammo che zia Rosaria era stata a casa per una visita. Mia madre, ignara dell'accaduto, chiese ingenuamente:"E' andato tutto bene con vostra zia?". Risposi:"Oh si, benissimo, abbiamo parlato per tutto il tempo, è proprio una tipa simpatica, prodiga di consigli, soprattutto è disponibile, molto disponibile!". Giuly faceva fatica a trattenere le risate mentre la mamma rispose:"Ah, mi fà davvero piacere...". A questo punto spero proprio che zia Rosaria venga a trovarci più spesso!


Sedotta da mia figlia

Un saluto affettuoso da Mara, la mamma di Eleonora. Come abbiamo visto precedentemente, beccai mia figlia a masturbarsi con i tacchi. Tutta la notte ripensai a quella scena. Alcuni giorni dopo si ripresentò la stessa situazione. Lei si diede da fare nuovamente con quel gioco solitario. Stavolta però non fui così scaltra a spiare in incognito e lei si accorse della mia presenza proprio appena raggiunto l'orgasmo. Sentitasi "violata" nell'intimità mi diede della bigotta repressa. Risposi d'istinto che la porcella era lei. Ma poi tra noi tornò rapidamente il sereno. Del resto sapevo che stava nervosa per via della fine della relazione col suo ex. Iniziammo a dialogare e lei mi confidò che, in passato, aveva avuto esperienze anche con qualche ragazza. Questa confidenza, unita a ciò che le avevo visto fare poco prima, mi turbò di brutto. Ammetto che fui percorsa da brividi di torbido piacere. Lei ovviamente se ne accorse e ne approfittò per approcciare. Finimmo per baciarci e quella fu la scintilla per avviare un pomeriggio incestuoso tra donne. Eravamo nude, calde ed eccitate. Lei si dimostrò a suo agio nel leccarmi amorevolmente la figa, data la sua esperienza. A quel punto abbandonai del tutto e di colpo lo status di madre bigotta, che mi aveva contraddistinto fino ad allora, e cercai di ricambiare le sue attenzioni. Assaporai le sue intime carni mentre stava messa a pecorina. Poi lei si girò mostrando la sua fica giovane e pelosetta nel suo pieno splendore. Rimasi a contemplarla qualche secondo pronta a gustarla ancora, ma fu lei a condurre il gioco, ad insegnarmi, di fatto, come si scopa tra donne. Eh si, ignoravo cosa fosse la forbice, ma la mia amata "maestrina" me lo spiegò con un'applicazione pratica: si muoveva sopra di me con ardore e le nostre passere, frugandosi tra loro, ci trasmettevano inebrianti sensazioni di piacere. La vidi tremare tutta e mi resi conto chiaramente che aveva raggiunto l'orgasmo in quel modo. Ma io non ero ancora del tutto appagata. Ci pensò Ely a portarmi all'amplesso. Mi leccò prima la fica mentre stavo stesa a pancia sopra, poi proseguì slinguazzandomi il culetto a pecorina per interminabili minuti. Fu cosi che raggiunsi il punto massimo del piacere venendo intensamente. L'allieva dette una bella lezione all'adulta e, senza dubbio, entrambe godettero parecchio. Che dire, per tutta la vita ho sempre cercato l'uomo adatto per una relazione e non è mai andata bene, vuoi vedere che l'amante ideale è proprio mia figlia?          


martedì 18 dicembre 2018

Amore tra rivali

Sono Sara, potete ammirarmi bene nei primi tre scatti. Bella gnocca, non è vero? Sono molto corteggiata dagli uomini, lo ammetto. Oggi però voglio parlarvi di una situazione in particolare. Conobbi Silvio per caso in un bar e Sandro, un mese più tardi, alla fermata dell'autobus. Entrambi erano interessati a me ma, all'inizio, nessuno dei due sapeva dell'altro. Quando accettai, in amicizia, un invito per mangiare la pizza con Silvio accadde un imprevisto e cioè che incrociammo Sandro all'uscita dal locale. Ebbene, tra i due furono subito scintille. Le solite cose che succedono: chi sei tu, chi non sei... Tentai di mettere pace invano. Silvio iniziò a dire all'altro:"Scordatela è mia..." e cose del genere. Ma Sandro gli rispose per le rime, asserendo:"Col cazzo! E' tutto da vedere!". In realtà erano entrambi simpatici ma non amavo nè ero particolarmente attratta da nessuno dei due. Questo tormentone della disputa amorosa tra i due si prolungò per mesi. Ognuno chiedeva quante volte e per quanto tempo mi ero vista con l'altro. La situazione cominciò a diventare insopportabile, decisi di dare il benservito ad entrambi anche come amici affinchè le polemiche e gli scontri terminassero. Ma, proprio mentre stavo per farlo, Silviò mi telefonò dicendo che loro due volevano parlarmi. Incuriosita li feci venire a casa mia. Dopo aver bevuto un drink accaddero degli eventi del tutto inaspettati. I due ragazzi dissero chiaramente di non voler più fare la guerra per ottenermi. Da un lato tirai un sospiro di sollievo (almeno non ci sarebbero stati spargimenti di sangue ahaha, scherzo!). Dicono che l'odio e l'amore sono separati da una linea molto sottile. Devo riconoscere che è vero. La loro competizione, i loro dissapori, pian piano si trasformarono. Probabilmente credevano di amare me, ma sotto sotto, il tenero c'era tra boys, solo che io non me ne ero mai accorta e, forse, nemmeno loro. Fatto stà che, dopo quella dichiarazione di pace, ne seguì un pompino che Silvio praticò a Sandro senza troppi convenevoli. Sono una ragazza di mondo ma restai davvero sorpresa, e perchè no, intrigata, da ciò che stava succedendo. Sò bene che, anche alle mie amiche più troie, non è mai capitato di osservare da vicino due uomini che si succhiano il cazzo a turno e che scopano. Invece è proprio quello che vidi e, ad esser sincera, nell'eccitazione, mi feci anche leccare la fica. Io stavo vicino ai due, a stretto contatto, ma erano loro gli "interpreti" principali. Succhiate di cazzo e inculate praticate con grande passione furono gli ingredienti basilari con Silvio che si rivelò il passivo tra i due, quello che se lo fece mettere nel culo, per intenderci. E, alla fine, dopo reciproche e bollenti succhiate di cazzo, arrivarono le sborrate, copiose per entrambi. Nella fattispecie Sandro schizzò sul corpo dell'altro che si lasciò inondare dalla colata calda di seme. Fu il momento topico di quella grandissima porcata tra maschi dai risvolti romantici. Eh si, perchè quei due si piacevano davvero, non solo per il sesso. Ed io fui l'inconsapevole cupida, la musa ispiratrice, che spinse l'uno dritto tra le braccia dell'altro.

una superfiga



due amorevoli nemici








venerdì 14 dicembre 2018

Mia figlia usa i tacchi non solo per camminare

Il mio nome è Mara. A volte mi chiedo: dove ho sbagliato con mia figlia Eleonora? Partiamo da lontano. Sono separata da mio marito ed ho un compagno con cui non intrattengo un rapporto soddisfacente. Mia figlia Eleonora è davvero una bella ragazza, una bionda che salta all'occhio, ma è ribelle di natura. Credevo che avesse trovato il suo equilibrio quando si fidanzò con un tizio di nome Giacomo ma, ad un tratto, lui decise di lasciarla. A quanto pare frequentava un'altra ragazza, forse meno bella di Eleonora, ma mentalmente meno instabile. E così mia figlia attraversò un periodo di depressione, finchè un giorno assistetti ad una scena hot, difficile da gestire per una mamma. Eleonora ha sempre parlato a voce alta, ricordo bene quando da bambina, per attirare l'attenzione dei maschietti, faceva le telecronache delle partite di calcio. Eh si, è una tipa estrosa, vivace, molto più di me. Un giorno la vidi tutta nuda in salotto, aveva soltanto le scarpe col tacco ai piedi. Incuriosita decisi di spiarla. Pian piano mi resi conto che il suo intento era quello di usare il tacco della scarpa per masturbarsi fino al raggiungimento dell'amplesso. Non solo guardai ciò che fece ma sentì pure tutti i suoi commenti espressi a voce alta, inclusi quelli su di me, non molto positivi. Per lei sono una bigotta, incapace di fare cose del genere. Dopo averla osservata venire entrai in salotto sostenendo la parte della mamma severa, le dissi:"Vergognati di queste zozzerie! Rivestiti!". Ma, quando mi ritrovai la sera da sola nel letto, ripensai a ciò che avevo visto fare a mia figlia con tanta disinvoltura e provai un senso di torbido piacere manifestato dall'umidità nella mia vagina. Sto cominciando a pensare che forse, dopotutto, io e lei siamo meno diverse da quel che sembra e che, probabilmente, ho io da imparare qualcosa da lei per essere meno bigotta. Chissà... Vedremo! 


La giornata erotica di Cinzia

Mi chiamo Cinzia. Sono una donna sposata di indole piuttosto tranquilla, o almeno così credevo. Tuttavia, con la complicità di alcuni eventi inaspettati, ho scoperto, col tempo, una parte di me che mai avrei immaginato potesse venir fuori. Questo cambiamento avvenne quasi per caso. Non mi sono mai sentita bella anche se, per alcune persone, lo sono. Tutto ebbe inizio a causa di un contrattempo. L'utilitaria, con la quale di solito esco, era in revisione dal meccanico. Proprio quella mattina Rosaria, amica di vecchia data, mi voleva a casa sua per chiacchierare. Ispirata da una vena diversa dal solito mi preparai un pò più figa del solito (gonna nera un pò sopra il ginocchio, tacchi alti, camicetta scollata, trucco e rossetto) e scesi di casa recandomi al bar per fare colazione. La giornata ebbe subito un inizio interessante dal momento che il barista, solitamente avaro di complimenti, esclamò senza mezzi termini: "Signora, oggi è davvero una gran gnocca!". Conoscendolo da una vita risposi semplicemente con un grazie e accennai un sorriso. Consumai il cappuccino. Uscì dal locale e mi avviai alla fermata dell'autobus. In meno di mezzora giunsi a casa di Rosaria. Stava in vestaglia, sotto non potetti fare a meno di notare le autoreggenti. Ci sedemmo sul divano e iniziammo a conversare davanti ad un buon caffè. Anche lei, come il barista, fu prodiga di complimenti, affermò:"Amore, ma stai una favola!". Da ciò che disse dopo mi resi subito conto che la sua vita di coppia non andava bene e che il marito la trascurava. Rosaria si lasciò sfuggire che il coniuge aveva in realtà problemi di erezione. Continuammo a dialogare ma la vedevo sempre più eccitata, probabilmente da tempo inappagata intimamente. Ad un tratto la sua mano audace mi accarezzò una gamba e mi disse:"Quanto vorrei un corpo caldo con cui godere". La mia amica non aveva mai parlato in questi termini, segno evidente che stava davvero male, in astinenza sessuale. Quasi per far coraggio a sè stessa tirò fuori le tette ed esclamò:"Guarda come stanno ancora sù, non sono mica da buttare, ma a lui non gli si alza nemmeno con queste...". Insistette, mi prese una mano e la spostò sulla sua tetta commentando:"Toccala! Non è bella?". Compresi bene che Rosaria non stava più nella pelle, avrebbe fatto sesso pure con una donna per appagarsi, nella fattispecie con me. Decisi di parlarle in modo chiaro per frenare i suoi bollenti spiriti:"Ehm, Rosy, si vede che hai voglia ma io non sono lesbica, non me la sento di stare con una donna...". Il volto di Rosaria si dipinse di delusione, mi disse:"Ti prego non te ne andare, non lasciarmi da sola...". Non sapevo proprio cosa fare: da un lato avrei voluto aiutarla, ma come forzare la mia natura verso qualcosa per cui non sono predisposta? Mi alzai in piedi e, in modo deciso esclamai:"Dai Rosy, adesso non sei in te, è meglio che vada via". Stavo andando verso la porta quando la sentì piangere e commentare:"Ti prego, non mollarmi anche tu...". Ritornai verso di lei e l'abbracciai, esclamai:"Dai, siamo amiche da tanto tempo, non piangere". L'abbracciai e lei mi strinse fortissimo. Le diedi un bacio in bocca per tranquillizzarla. Tornammo sul divano, parlammo un altro pò, lei era ancora intenzionata a fare sesso ma io non volevo lesbicare, però nemmeno deluderla. Uscì fuori una parte autoritaria di me, le strappai le mutande e la feci mettere a pecorina dicendole:"Vuoi godere? Allora facciamo a modo mio!". Rosaria annuì con la testa. Afferrai una spazzola che stava sopra il tavolino e l'affondai senza pietà dentro la sua figa già abbondantemente umida di desiderio. Affondai nella sua intimità a ritmi sempre più incalzanti sentendola ansimare a più non posso. Pur non essendo lesbica provai un perverso piacere nell'osservare che ciò che le stavo praticando la faceva godere in quel modo. Non le diedi tregua poi a un tratto rallentai volutamente per riprendere il ritmo poco dopo e portarla pienamente all'amplesso: lei se ne venne intensamente, il suo viso era sconvolto dal piacere. Quando tirai fuori la spazzola, il manico era zuppo di liquido figale. Lo avvicinai alla sua bocca e le intimai di leccare, le dissi:"Lecca il tuo nettare, troia!". Pur non toccandola direttamente nemmeno con un dito l'avevo resa ben felice. Dopo che si riprese dall'orgasmo, rimettendosi le mutande, esclamò:"Grazie cara, è stato fantastico!". Risposi:"Di nulla gioia". Poi, un pò preoccupata mi chiese:"Non è che questo intacca la nostra amicizia?". Risposi:"Tranquilla, è tutto a posto". Le diedi un bacio in bocca (che sapeva ancora della sua fica) e la salutai. Mi incamminai verso la fermata del pulman per tornare a casa ripensando a ciò che era accaduto avvertendo una certa umidità tra le cosce. Il tempo era trascorso velocemente, si stava facendo quasi sera. Ma la giornata non era ancora terminata, il clou sarebbe accaduto di lì a poco. Salì sull'autobus, timbrai il biglietto e mi piazzai in prossimità della porta centrale mantenendomi alla sbarra con la mano destra. Sull'autobus, semivuoto, c'era un uomo distinto in giacca e cravatta, di bell'aspetto, seduto in fondo. In men che non si dica me lo ritrovai alle spalle. Feci un passo avanti per creare una distanza ma lui si accostò nuovamente tenendomi per i fianchi. Il suo profumo era inebriante così come il suo cazzo che sentivo indurirsi sempre più sul mio culo. Mi sussurrò all'orecchio:"Stà buona che piace anche a te". Da un lato avrei voluto ribellarmi ma mi piaceva quel contatto. Lui si strofinò senza pudore sul mio culo leccandomi il collo. La figa, già intrigata dalle voglie saffiche della mia amica, cominciò a bagnarsi di brutto. Ansimava il tizio, finchè lo sentì raggiungere l'orgasmo mentre mi afferrava con vigore una tetta. Il liquido copioso passò attraverso il pantalone macchiando in abbondanza anche la mia gonna all'altezza del culo. Evidentemente non pago della sborrata allungò una mano sotto la gonna raggiungendo le mie mutandine. Mi sussurrò all'orecchio mordendolo:"Sei bagnata come una troia in calore..." e mi sditalinò con foga la fregna. Bastò veramente poco affinchè raggiungessi anch'io l'amplesso intensissimo. Mi sentì davvero appagata e troia come non lo ero mai stata. Sempre standomi alle spalle, sfilò il dito dalla figa e me lo porse in bocca affinchè io lo leccassi. Mi tremavano le gambe per l'emozione, l'imbarazzo e la goduta. Dovetti tornare rapidamente in me dato che la fermata di casa si avvicinava. Mentre scendevo mi diede una pacca sul culo, quel zozzone. Arrivai a casa ripensando al siparietto con la mia amica e soprattutto a quel gran maialone che mi aveva fatto godere come una porca. Ero ancora infoiata e vogliosa. Mi stesi sul letto tutta nuda e cominciai a toccarmi nuovamente pensando a quell'uomo che a stento avevo visto in faccia. Mentre stavo lì a trastullarmi sentì la porta di casa aprirsi all'improvviso: era mio marito che rientrava da lavoro. Arrivò in camera da letto e mi trovò in quel modo. Si gasò e si spogliò rapidamente saltandomi letteralmente addosso: non aspettavo altro che un'altra dose di sesso per chiudere in bellezza quella memorabile giornata. Mi chiavò a pecorina e di lato, intanto pensavo libidinosamente all'uomo dell'autobus. Godetti e venni mentre mi schizzava abbondantemente nella fregna. Euforica gli morsi pure una spalla. Lui mi guardò e disse:"Cavolo, come sei eccitata oggi, ma che hai fatto?". Risposi: "Niente sono solo andata a trovare la mia migliore amica...". Sorrise e replicò:"Bhè, discorsi tra donne ti hanno accesa magari, dovresti andarla a trovare più spesso...". Sorrisi e risposi:"Mmm forse dovrei andare più spesso a piedi e prendere l'autobus, rispetto all'auto fà di sicuro molto più bene alla salute!!!".
                          
prima l'amica...

poi l'uomo dell'autobus...



e infine il dessert col marito....