giovedì 22 agosto 2019

Orgasmi gay all'ufficio pubblico

Mi chiamo Antonello. Nella vita mi è sempre piaciuta la fica ma ho vissuto di recente un'esperienza trasgressiva che finora non ho mai voluto raccontare a nessuno. Tutto ebbe inizio dal malfunzionamento delle strutture pubbliche: mesi, addirittura anni per ricevere un rimborso assolutamente lecito e sacrosanto. Dopo essere stato "rimbalzato" da un ufficio all'altro, giunsi in uno alquanto singolare. Dopo qualche ora di attesa, la guardia giurata mi condusse in una stanza dove si trovavano tre impiegati, due donne e un uomo. Le donne erano molto sexy ma, quando entrai, stavano entrambe parlando al cellulare per cui, ad istinto, mi rivolsi al terzo impiegato, un ragazzo. Feci appena in tempo a dire buongiorno che le tipe dissero che sarebbero andate al bar. Non essendoci altri utenti ne approfittarono, come si suol dire, per squagliarsela. E così rimasi da solo con l'impiegato. Un ragazzo premuroso e gentile, nulla da dire. Mi bastò però guardarlo in faccia per pochi secondi e ascoltare ciò che diceva per comprendere la sua inequivocabile natura omosessuale. Per me quella pratica era troppo importante, non ci avrei rinunciato per nulla al mondo e così decisi di prestarmi al gioco, di ingraziarmelo per avere la certezza di recuperare quei soldi secolari. Il porcellino si rese subito conto che sarei stato disponibile e si fiondò sù di me, si inginocchiò poggiando la bocca sul mio pacco da fuori al pantalone. Non mi opposi e lasciai che lui proseguisse calando la zip. In men che non si dica il mio uccello si ritrovò incredibilmente nella sua bocca! Quel tipo era un pompinaro provetto al punto che mi fece davvero indurire il cazzo. Era la prima volta che venivo sollazzato da una bocca maschile, dopo svariate femminili. Si alzò e mi baciò in bocca. Ormai faceva poca differenza, accolsi la sua lingua e limonammo tra maschietti. Non disse nulla ma sapevo bene che voleva essere scopato e così lo feci poggiare sulla scrivania a pecora, gli calai pantaloni e mutande leccando poi il suo buco del culo. Pensai che, con una slinguazzata, dopo il suo il cazzo sarebbe entrato meglio tra le chiappe. Fu proprio così che andò: mi alzai e infilai il cazzo ormai bello duro dentro il buco anale di quell'amabile frocetto. Proprio mentre me lo stavo ingroppando a pecora ed entrambi iniziavamo a godere bene, ritornarono quelle due puttanelle delle colleghe. Vedendoci scopare andarono anche loro sù di giri. Sott'occhio notai che avevano già entrambe le gonne alzate. il cazzo mi si fece ancora più duro e continuai a scopare l'impiegato. Passai poi a trombarlo a candela mentre le due tipe si eccitavano sempre più, esprimevano idee, commentavano e dicevano porcate proprio a poca distanza da noi. Continuai a castigare lui a pecorina infilandogli il cazzo completamente dentro al punto che le palle gli frugavano il culo. Godevo e anche lui. Intanto quelle due troie si erano spogliate. Una si sgrillettava la fica furiosamente mentre l'altra guardava con eccitazione sia noi che la collega. L'atmosfera in quel frangente era davvero infuocata. Incapace ormai di trattenere l'amplesso, sborrai copiosamente schizzando sul culo dell'impiegato. Lui fremette di piacere ed anch'io assaporavo a pieno un orgasmo intenso, diverso dal solito. Intanto però, la ragazza che si era sditalinata (Sonia) in preda all'euforia del momento, si fiondò su Simona, la collega slinguazzandole la fregna con foga e passione. Bastarono pochi minuti affinchè Simona, avvolta dal piacere di un bollente orgasmo, sbrodolasse i suoi liquidi intimi nella bocca profumata, accogliente e disponibile di Sonia. E così anche la bella Simona se ne venne. Bene! Adesso avete capito perchè le richieste di rimborso negli uffici pubblici si arenano così a lungo? Semplice, perchè gli impiegati preferiscono, alle pratiche di lavoro, quelle molto più appaganti del sesso in ufficio...                


mercoledì 21 agosto 2019

Seducendo la massaggiatrice

Mi chiamo Roberto. Dopo la separazione con mia moglie Clara non volevo più legami impegnativi con le donne. Una nuova relazione non faceva proprio al caso mio. Trovandomi a parlare con un amico venni a conoscenza di un "Centro Massaggi" non lontano da dove abito. Un pò scettico raggiunsi il luogo, individuai l'edificio e bussai al citofono in corrispondenza della scritta "Centro Paradiso". Chiesi: "Salve, che piano?", una voce femminile sicura sentenziò: "Quarto!". Il portone si aprì, utilizzai l'ascensore. Giunto a destinazione, bussai alla porta. Una sorridente ragazza in lingerie e tacchi aprì e disse: "Si accomodi, tra poco sono da lei, intanto scelga il menu" e mi passò una brochure. C'era l'elenco dei servizi con i relativi costi. Lessi:"massaggio semplice: 30 euro", "massaggio rilassante: 60 euro", massaggio molto rilassante "150 euro", massaggio paradiso "300 euro". Non era difficile capire che, all'aumentare del prezzo, cresceva anche la soddisfazione per il cliente. Mi ritrovavo solo 65 euro nel portafoglio. Con 60 euro mi sarebbe toccato un massaggio con annessa sega, niente di più. Ero tuttavia ardente di osare di più. Mi stesi sul lettino e la bella ragazza cominciò a massaggiare. Mi accarezzava il petto e la pancia ed era davvero molto carina. Non riuscì a trattenere il desiderio e, dopo pochi minuti, allungai la mano sinistra sul culetto di quella pupa deliziosa. La ragazza, di nome Luana, spiegò che certe pratiche non erano possibili alla tariffa minima. Mi chiese come mai fossi così eccitato. Le confidai che da poco avevo chiuso con la ragazza. Luana era proprio un bel bocconcino e non me la sarei lasciata sfuggire per nulla al mondo. Nonostante i suoi ripetuti avvisi di restare al mio posto, nel rispetto del regolamento del Centro, le abbassai il perizoma. Successivamente le palpai vigorosamente una tetta. Luana continuava a dire di non potere in quella situazione ma io continuai imperterrito. Luana cercò di calmarmi propinandomi un delicato e sensuale bocchino fuori programma (i lavori di bocca erano infatti previsti solo alla tariffa di euro 150). Approfittai che stava nuda e la tirai con un gesto rapido e deciso verso di me. Eravamo nella posizione a candela. Il cazzo, palesemente duro, non fece alcuna fatica ad entrare, come un coltello nel burro, nel buco figale della bella ragazza. Quando cominciai a scoparla, Luana perse del tutto il controllo. A quel punto non mi pregava più di smetterla ma di continuare a fotterla e di farla godere. Non glielo lasciai certo ripetere due volte e, a cazzo duro, massaggiai a dovere quella fighetta morbida, delicata e sugosa, nella posizione a candela. Il ritmo della trombata, prolungata e inebriante, aumentò vorticosamente finchè sentì il suo corpo tremare e venire intensamente. Proprio in quel frangente le schizzai a fiume nella topa mentre si mordeva le labbra eccitata ancora dal suo orgasmo figale appena raggiunto. Quel massaggio fu davvero spettacolare anche se, in realtà, fui io a farlo a lei. Uscendo dalla stanza, uno dei proprietari curioso mi chiese:"E' durato a lungo signore, considerando la tariffa minima...". Nel completo imbarazzo non sapevo proprio cosa rispondere. Per fortuna fu la dolce Luana a venirmi in rapido e provvidenziale soccorso spiegando: "Ah, si, il signore ha l'orgasmo lungo, ho dovuto smanettarlo parecchio con le mani..." e sorrise facendomi l'occhiolino. Ricambiai con un sorriso, salutai e andai via. Quel posto è un vero paradiso!


sabato 17 agosto 2019

A letto col cameriere dell'albergo

Mi chiamo Nataly. Diciamoci la verità senza troppe inutili ipocrisie: sono una bella brunetta che fà abbastanza facilmente colpo sugli uomini. Tuttavia in quel periodo, di due anni fa, mi ero palesemente innamorata di Matteo con il quale avevo intrapreso una relazione che credevo fosse seria e per tale motivo rigavo dritto. Gli uomini continuavano a guardarmi con malizia, a corteggiarmi, ma io evitavo di dare loro troppa confidenza. Mai, prima di allora, mi era capitato di entrare nella parte della "brava ragazza" un ruolo che di solito non mi si addice. Ma si sà, l'amore e cieco e, a volte, comporta anche ciò. Ma veniamo al racconto. Matteo decise di portarmi in un albergo con il mare a poca distanza, per trascorrere due settimane di vacanze estive. Poteva essere il nostro nido d'amore ma in realtà il posto non mi ispirava tanto e fin da subito iniziarono le litigate con Matteo che, al contrario di me, lo riteneva bellissimo. Proprio il giorno dopo essere arrivati, litigammo ed io, colta dal nervosismo decisi di uscire e andare a fare quattro passi e un pò di shopping da sola. Matteo rimase un'oretta in camera. Un'ora, un tempo tutto sommato non troppo lungo ma sufficiente affinchè la situazione tra di noi come coippia degenerasse. Quando tornai in camera assistetti ad una scena surreale. Sono una ragazza di mondo ma, mai e poi mai mi sarei aspettata di trovare il mio ragazzo sopra Leonardo, uno dei camerieri. Erano entrambi nudi e si baciavano e il corpo di Leonardo era intriso di sperma. Era evidente che avevano appena avuto un rapporto intimo. Decisamente sconvolta ebbi tuttavia la lucidità di ripensare ad un dialogo che io e lui avevamo avuto alcuni mesi prima. Matteo mi chiese se sarei mai andata con una donna. Gli risposi che non mi sentivo portata. Poi però d'istinto avevo replicato qualcosa come:"Perchè tu invece con un uomo ci andresti?". Lui si era fatto rosso in viso rispondendo:"Bhè dai, non è proprio da escludere...". In quella circostanza non presi affatto la cosa sul serio, sorridendo e alzando la maglietta gli risposi:"Ma un uomo queste belle pere non ce le ha..." mostrando orgogliosa le tettone. Un dialogo apparentemente banale che però dopo apparve tutt'altro che insignificante. Ormai non poteva certo considerarsi più una fantasia visto che l'idea l'aveva messa in pratica. Ma come era potuto accadere... e Leonardo? Era gay? Forse si, forse no, ma di sicuro Matteo lo aveva convinto a giocare al "dottore e l'ammalato" allungandogli qualche banconota. Certo non la presi bene, mi sentì tradita, cornuta e la rabbia montò in me in modo inverosimile. Ma per qualche strano motivo, tutte queste lecite sensazioni erano sovrastate di gran lungo dall'eccitazione, dalla voglia di scopare. Del resto quell'odore di sborra diffuso nella camera accese i miei sensi. Ma chi mi avrebbe soddisfatta visto che quei due sembravano più portati per altri giochi? Fu così che mi venne in mente di pseudoricattare Leonardo: avrei spifferato tutto al proprietario dell'albergo e lui avrebbe perso il posto a meno che non avesse fatto una cosa per me. Cosa? Vi chiederete. Bhè, messaggiare un suo collega macho amante della figa disposto a venire inc amera a calmare i miei bollenti spiriti. Mettendolo di fronte ad una strettoia, il buon Leonardo dovette per forza accettare e poco dopo in camera di presentò Dino. Lo accolsi praticamente nuda e a pecora. Il caro Dino non dovette far altro che spingere il suo bastone dentro la mia passera umida. Finalmente godevo! Era ora che arrivasse una buona dose di cazzo anche per me...ihihih. Una bella scopata che si concluse con un'altrettanto favolosa schizzata dritta nella mia boccuccia. Questo fu davvero un magnifico calmante per me. I giorni restanti andammo avanti nello stesso modo. Leonardo continuò a farsi Matteo mentre io mi facevo piacevolmente sbattere da Dino. Ormai io e Matteo non eravamo più una coppia ma devo dargli senz'altro atto che quel posticino di vacanza non fu poi così male...



Sfatando i tabù

Com'è strana la vita, pronta ad intaccare da un momento all'altro quelle che appaiono come delle certezze assolute. Mi chiamo Diego (ma mi potrei chiamare in qualunque altro modo, non farebbe alcuna differenza sul piano concettuale). Per anni ho avuto a che fare con le donne. Le ho ammirate, corteggiate, ci ho dialogato, ho avuto con loro rapporti di amicizia, d'amore e anche di solo e semplice sesso. Fantastico? Mmmm forse... ma, ad un tratto, ho percepito la sensazione di voler scoprire territori inesplorati. Quanti anni, mesi, ore, interminabili minuti trascorsi ad osservare la sensualità, la nudità del corpo femminile, ad eccitarsi, a masturbarsi con esso e per esso. Poi d'improvviso un pensiero insolito, torbido. Come porsi dinanzi a persone del proprio sesso? Esiste un divieto assoluto? Uomo e uomo possono essere solo conoscenti, amici o giù di lì? E se invece il dialogo tra i due portasse ad una simpatia reciproca, ad un coinvolgimento non puramente amichevole, ma più profondo e intenso di natura erotico sessuale? Ma come è possibile una cosa del genere? Anche se ci fosse un feeling in atto tra due soggetti maschili, l'approccio fisico non potrebbe essere uguale a quello che avviene solitamente tra un uomo e una donna. La donna ha le gambe sexy, il viso malizioso, i seni, il culo liscio, la fica e, spesso, amplifica la provocazione utilizzando i tacchi e la lingerie. L'uomo ha il cazzo, come può un altro uomo succhiarglielo, farselo mettere nel culo, magari baciarlo in bocca con la lingua. Sembrerebbe un'eventualità improbabile da realizzare ma questo scenario, considerato da molti contro natura, potrebbe avere senz'altro il suo potenziale erotico. In altre parole, cosa succederebbe facendo qualcosa che in teoria non si dovrebbe fare stando ai luoghi comuni, ai limiti e standard imposti e proposti dalla società (retrogada a mio avviso). Partiamo da un esempio di ordine pratico. In preda all'eccitazione ho sempre guardato foto e video hot su internet, al pari di molte persone. L'ho fatto da solo ma, molte volte, anche in compagnia. Talvolta questa compagnia era femminile ma altre no. Condividendo determinate foto hot ho ricevuto i commenti audaci dei maschi, ho percepito a chiare note la loro eccitazione. Naturalmente non potevo sapere i loro gusti sessuali. Approfondendo la conoscenza è venuta fuori la mia natura omosessuale: ad alcuni ovviamente non è piaciuta ma ad altri quali gay, bisex, etero curiosi, porcelloni disinibiti, la situazione ha intrigato parecchio. Conclusione? Nel secondo caso ci siamo eccitati, abbiamo goduto e, dulcis in fundo, sborrato insieme, o proseguito la masturbazione a telefono o in cam dando comunque vita ad un rapporto omosessuale virtuale "approfondito" poi in reale. Dunque, l'eccitazione, l'insorgere della libido, specie quella più forte e incontrollabile, è un elemento chiave, importante e imprescindibile che permette di superare ogni sorta di timidezza e di imbarazzo, consentendo così di sfatare perfino i più ostici tabù.


lunedì 12 agosto 2019

La vigilessa golosa di patata

Mi chiamo Brigida. Eviterò di essere ipocrita: sono una ragazza di facili costumi, una puttanella e cambio ragazzi di continuo. Prendo cazzi dappertutto: in bocca, in culo, nella fica. Non sono molto incline sessualmente verso le donne anche se, qualche volta, con le amiche ci baciamo in bocca a stampo, come si suol dire. Tuttavia, qualche mese fa, mi capitò un'esperienza particolare che non ho mai raccontato a nessuno fino ad ora. Percorrevo una strada di campagna solitaria con l'auto per recarmi da casa all'Università. Non c'erano altre auto nei paraggi. Come al solito ero in ritardo, dopo aver fatto le ore piccole la sera prima con un ragazzo a bere birra e scopare. Per tale motivo spingevo un pò sull'acceleratore per ridurre i tempi del tragitto. All'improvviso mi si parò davanti agli occhi una vigilessa bionda con in mano il segnale di stop. Che fregatura! Addio lezione all'Università, pensai. Giustamente notò che andavo un pò veloce e mi fece scendere dall'auto. Da gran stronza protestai, sostenendo che andavo piano. La tizia iniziò a fare domande, chiese se facessi uso di droghe, se bevessi. Fu la scusa per perquisirmi. Fino a questo punto pensai solo che la donna fosse rigida sul lavoro ma mi accorsi ben presto che le sue intenzioni erano altre. Mi resi conto di come stessero realmente le cose solo dopo, quando lei disse di dover controllare il mio tasso alcolico nel sangue. E aggiunse che non disponeva degli appositi strumenti e che sarebbe ricorsa ad un altro metodo. Mi fece riaccomodare in auto, si avvicinò e mi baciò. Restai un pò confusa. Era quello il modo di misurare l'alcol nel sangue? No di certo! La vigilessa (solo dopo scoprì che si chiamava Cristina) aveva evidentemente un debole per le ragazze. Con la paura che mi comminasse una multa accolsi quel bacio. Fu li che lei si rese pienamente conto che il mio alito faceva davvero schifo. La notte prima mi ero scolata almeno tre birre grandi insieme ad un tizio che mi aveva trombata nei cessi della discoteca. Cristina era lesbica ma aveva ragione: puzzavo d'alcol cazzo! Come ho spiegato precedentemente, non sono tendenzialmente lesbica ma quella situazione mi aveva pian piano accesa. L'idea di dovermi praticamente prostituire per evitare la multa alzò a mille l'adrenalina. Cristina non voleva certo accontentarsi di due bacetti e così si alzò la gonna mostrandomi le sue cosce. Cercava apprezzamenti ed io fui sincera: la ragazza non era male ma io sono dedicata al cazzo! Ma ormai eravamo entrambe eccitate, ognuna a modo suo e così mi fu quasi naturale slinguazzarle i capezzoli. Sentì il suo corpo vibrare, fremere per l'eccitazione. La vigilessa spalancò le cosce offrendomi la sua fichetta depilata. La allargai con le dita e restai a guardarla alcuni secondi tenendola maliziosamente sulle spine. Ansimava, desiderava ardentemente la lingua nella spacca ed io, da gran troia, gliela diedi! Le slinguazzai perbene la vulva. Non l'avevo mai fatto prima ad una donna ma mi venne abbastanza naturale. La mandai totalmente in estasi e piacevolmente all'orgasmo che arrivò intenso e copioso, carico di liquidi che giunsero inesorabilmente dentro la mia bocca. Pensavo che la vicenda si fosse conclusa lì ma mi sbagliavo di grosso. Quella troia ninfomane lesbicona di Cristina non vedeva l'ora di punirmi per come ero stata indisciplinata e monella nei suoi confronti, quando mi aveva fermata. Tirò fuori un grosso dildo all'improvviso sparandomelo nella fregna senza pietà e intanto mi leccava i capezzoli. Me l'ero proprio cercata cazzo! Ma le sorprese quel giorno non erano ancora finite... Pretese che entrassi in auto poggiando il culo sullo sportello col finestrino abbassato in una sorta di posa a pecorina. Lei, da fuori, senza alcuna pietà, mi castigò inserendo con vigore il dildo nella fregna. In quella dannata strada non passava mai nessuno. Ero completamente alla sua mercè e la cosa mi eccitava non poco. Disse che mi avrebbe castigata fino all'imbrunire e così fu. Dopo alcune ore di quella "terapia" e svariati orgasmi la fica non me la sentivo proprio più. Non contenta la porca mi diede qualche botta pure nel culo! Credo di non aver goduto mai tanto in vita mai e mai e poi mai avrei pensato che potesse accadere per mano di una donna. Al tramonto la maiala mi porse le mutande sorridendo compiaciuta. Poi aggiunse:"Adesso direi che può andare signorina, mi raccomando però: non beva alcolici prima di mettersi al volante e guidi piano!".                


domenica 11 agosto 2019

Protettore per il mio compagno galeotto parte seconda

Salve, sono ancora io che vi scrivo, Rachele. Come avete letto nel racconto precedente, pagai in natura all'avvocato Miranda io stessa la protezione per il mio boyfriend. Ma ciò non mise Raimondo al riparo da tutto, eh no! Il protettore, mister Cheng, un gran figo, campione di arti marziali, adorava fare sesso, soprattutto con i maschi. E così il mio compagno cadde clamorosamente tra le sue grinfie. Cheng amava filmare, con la videocamera dello smartphone, le sue prestazioni sessuali. Quel gran porcello riprese tutta la scena di sesso gay tra lui ed il mio compagno e, beffardamente, me la inviò sul telefonino quasi come rappresentasse una sorta di trofeo. Scettica, curiosa e un pò preoccupata, iniziai a guardare quel video bollente. Notai che, salvo una titubanza iniziale, a Raimondo non dispiaceva affatto ricevere le attenzioni "profonde" e passionali di quel ragazzone filoasiatico. Infondo il mio lui è sempre andato pazzo per i film di arti marziali, nonchè dei campioni che la praticano con successo. Raimondo prese il cazzo del "maestro" in bocca e poi clamorosamente nel buco del culo. Quell'insolito tormentone andò avanti per ore, praticamente Cheng si fece Raimondo in tutte le posizioni quasi per l'intera nottata finchè il mio compagno, colto da una profonda eccitazione sborrò copiosamente. Solo pochi secondi dopo il suo culo fu inondato a fiume dallo sperma abbondante di Cheng a sua volta in preda ad un intensissimo orgasmo. Restai choccata a guardare quel video, lo ammetto, tuttavia mi resi conto solo dopo di essere completamente bagnata nelle mutandine. Mi chiedo se, dopo la "terapia Cheng" prolungata al mio lui piaceranno ancora le donne. Spero proprio di si perchè con quel bonazzo del maestro potremmo provare davvero un bel triangolo, che ne pensate?     


Protettore per il mio compagno galeotto parte prima

Mi chiamo Rachele (donna a destra, prima foto). Raimondo è il mio attuale compagno. Non c'è certo da vantarsi ma nella vita non ho quasi mai lavorato. Fin da giovanissima, forte della bellezza, nonchè del mio sex appeal, ho dispensato piaceri ai maschi benestanti di turno che, in cambio di godimenti sessuali, elargivano regali e somme di denaro più o meno consistenti. Sei una puttana, osserverete voi lettori, giustamente. Può darsi! Bhè, ognuno è come è infondo, stà di fatto che sono andata avanti così per anni, senza innamorarmi mai realmente di qualcuno ma praticando piuttosto soltanto sesso con uomini preferibilmente maturi e pieni di soldi. Ma esistono sempre le eccezioni. In un certo senso Raimondo è un pò il prototipo dello sfigato. Lo conobbi per caso al supermercato e i suoi modi gentili mi colpirono. Per la prima volta nella vita mi innamorai di qualcuno, nella fattispecie di lui. Infondo ero stanca di vecchi bavosi che bramavano per ottenere il mio corpo in cambio di denari. A letto Raimondo non era certo un fulmine di guerra ma l'amore mi bastava. Ciò che non bastava erano ovviamente i soldi. I risparmi accumulati pian piano finirono e diventava difficile andare avanti. Solo dopo un annetto di frequentazione, Raimondo mi confidò di avere dei precedenti per piccoli furti. Fu allora che pensai bene di proporgli quanto segue:"Bhè, furtarello per furtarello facciamone uno grande che risolva tutti i problemi". Raimondo mi guardò stupito poi rispose:"Veramente ci sarebbe una villa di ricconi da svaligiare con tanto di soldi, quadri, gioielli. In questo periodo i proprietari sono in vacanza ovviamente. Si tratta solo di disinnescare l'antifurto...". Non sò perchè ma quell'idea mi elettrizzava. Da troia navigata a neofita ladra di appartamenti, che evoluzione! Ad ogni modo mi fidai di lui. Ci mettemmo i passamontagna e ci avvicinammo di notte alla villa. Raimondo sembrò avere gioco facile con la disattivazione dell'antifurto e così giungemmo facilmente dentro l'abitazione. Questi tizi erano davvero ricchi: sgranai gli occhi osservando diamanti, oro, quadri soldi, statuine preziose ed altri ben di Dio. Tutto stava filando liscio quando l'antifurto si mise a suonare all'improvviso! Accidenti! Quel coglione di Raimondo lo aveva disinnescato solo temporaneamente. La polizia arrivò in un lampo. Per mia fortuna riuscì ad infilarmi in tempo in una botola che dava sull'esterno dandomi alla fuga. Raimondo non fu così lesto a scappare e venne beccato in flagrante con la refurtiva in mano. Avendo già dei precedenti penali, per reati simili, fu sbattuto in galera non di certo per pochi giorni. La condanna non fu gravissima ma doveva comunque scontare qualche annetto in carcere confidando magari nelle attenuanti. Il carcere dove lo mandarono non godeva di buona fama. Un amico mi spiegò:"Un verginello come il tuo compagno lo combinano sale e pepe". Compresi al volo il senso della frase. In pratica i "capi", i gruppi più forti ed autorevoli lo avrebbero prima o poi usato come punch ball, o, nella "migliore" delle ipotesi come "puttanella" da sfogo sessuale dal momento che lì ovviamente donne non ce ne sono. Lo stesso amico mi suggerì di far visita ad una donna, un avvocato, tale Sonia Miranda, per un supporto. Presi un appuntamento e mi recai da lei, al suo studio. Non sono una santarellina ma mi colpì il fatto che aprì la porta con le calze a rete addosso. Le spiegai la mia situazione, intanto notai che non mi toglieva mai gli occhi di dosso. Guardava con insistenza il mio viso e le mie gambe. Mi spiegò che Raimondo aveva bisogno di un protettore, qualcuno che salvaguardasse la sua incolumità. Lei aveva una persona ma non certo a costo zero. Tra l'intermediazione di lei e il protettore la tariffa ammontava a 5000 euro. In quel periodo non avevo davvero un centesimo e glielo spiegai chiaramente. Ma lei passò subito al contrattacco proponendomi uno scambio in natura! Avrebbe offerto un protettore a Raimondo, tale Cheng, maestro di arti marziali, in cambio di sesso lesbo reiterato (ovvero non una volta sola). Osservai la foto di Cheng, era davvero un bel figo, muscoloso, pensai che potesse essere la persona giusta. Intanto però dovevo pagare il "prezzo del servizio" ovvero stare con lei intimamente. Essendo particolarmente devota agli uomini e ai cazzi, feci un pò di difficoltà a calarmi nel ruolo della troia lesbica. Ma alla fine stetti al gioco. L'avvocato ci sapeva fare: iniziò con un sinuoso e coinvolgente ditalino per poi passare a leccarmi i capezzoli. Non ero del tutto persuasa ma iniziavo ad eccitarmi. L'adrenalina cominciò pulsare minacciosa nel mio corpo. Finì per slinguazzarle i capezzoli. Lei mi guardava, mi desiderava. Mi accarezzò il culo con passione. Allentai di più i freni inibitori, volevo darle ciò che desiderava: le leccai perbene il culo. La troia ansimava, così le slinguazzai alla grande pure la fica, ormai fradicia di umori. Ormai avevamo superato ogni limite. Tirai fuori dalla borsa un paio di dildo, con uno le accarezzai il clitoride. Poi, messe l'una accanto all'altra, ce li sparammo senza ritegno nelle vagine desiderose di essere violate intimamente. Fu durante quella goduta, destinata all'amplesso di entrambe, che lei precisò un dettaglio non di poco conto riguardo alla galera. Il signor Cheng non si sarebbe accontentato della sua parte di soldi, pretendeva anche il sesso. Ribadendo che lì dentro, come si sà, donne non ce ne sono, si sarebbe fatto il mio uomo, ovvero il suo compagno di cella. Quella confessione mi raggelò il sangue mentre bollivo per l'orgasmo condiviso con quella gran troia opportunista dell'avvocato.... [segue]