mercoledì 30 giugno 2021

Truccatrice invaghita della VIP

Il mio nome è Kelly Preston, in arte Miranda Dawson. Come molti, sono partita dal Teatro ma ho raggiunto in seguito la notorietà nel mondo dello spettacolo interpretando, al cinema, il ruolo di protagonista nel thriller erotico 'A Dangerous Widow', una pellicola impostata sulla linea del noto 'Basic Instinct', per intenderci. Quando diventi un personaggio famoso, si possono avvicinare individui di ogni genere e per i più svariati motivi. Uno di questi è, senz'altro, per trarne vantaggi economici, ma anche per vivere un periodo di notorietà come compagno o amante della vip. Naturalmente poi ci sono i fan accaniti, i mitomani e, chi più ne ha, più ne metta. Miranda, tuttavia, non rappresenta un motivo di interesse ad esclusiva degli uomini, e no! Anche le donne sono incuriosite dal mio personaggio, vuoi per pura invidia, vuoi per affetto. In questo quadro, non saprei dove collocare esattamente Erica, la mia affascinante truccatrice. Si occupava del mio look prima che entrassi in scena a teatro. Per alcuni mesi il nostro rapporto si mantenne unicamente professionale: lei parlava poco e svolgeva al meglio il suo dovere. Ma più passava il tempo, più mi accorgevo che Erica nutriva, in qualche modo, un interesse nei miei confronti. Un bel giorno, poco prima che andasse in scena uno spettacolo, la truccatrice passò all'azione con avances piuttosto esplicite. Disse di dover sistemare il vestito ma, in realtà, palpò il mio sedere. Mi resi conto all'istante che voleva fare sesso e decisi di non rifiutarla. Erica non perse tempo e mi accarezzò le tettone. Le fu facile sditalinarmi un pò dato che non portavo le mutandine. La zoccoletta tirò fuori dalla borsa due dildo in modo che li 'usassimo' in compagnia. In realtà, mi spiegò di essere attratta dagli uomini ma che aveva una sorta di fissazione per Miranda. Voleva condividere l'intimità con me ed io, da gran troia quale sono, non mi tirai indietro. Anzi, usai il dildo nella sua fica mandandola in visibilio oltre che in estasi. Glielo spinsi dentro anche a pecorina e lei, naturalmente, urlava di piacere. Poi scoprì le sue tettone, che non erano niente male, e le succhiai i capezzoli. Successivamente, accarezzai accuratamente la sua fregna con la lingua procurandole un orgasmo favoloso. Mi esplose in bocca e gustai il suo nettare. Non contenta, le diedi un'ulteriore ripassata col dildo, conducendola ad un secondo profondo amplesso. La monella non vedeva l'ora di ricambiare ed io spalancai molto volentieri le gambe per consentirle di leccarmi perbene la patata, ormai piuttosto bagnata. Dopo la slinguazzata, mi sparò dentro il dildo e poi sditalinò la figa con estrema dedizione: venni intensamente e allagai la sua mano col caldo 'sugo' della fregna rendendola probabilmente felice. Dopo il passionale siparietto tra ladies, Erica tornò improvvisamente seria e si preoccupò di ricomporre, in fretta e furia, il mio vestito dal momento che mancavano soltanto 10 minuti prima dell'entrata in scena. Ero pronta per la serata anche se, quella sera, lo spettacolo lo avevamo dato io e lei in camerino.                          

lesbiche

domenica 27 giugno 2021

L'asta nera per Ada

Sono Marco, l'impiegato in trasferta che si consolò con Carlo. Eh si, facemmo sesso tra maschi. Siete curiosi di sapere, invece, cosa accadde alla nostra collega-amica Ada Nicole? Bhè, vi accontento subito. Intanto, è difficile che una donna del genere, una tipa che non passa inosservata, resti da sola troppo a lungo. La ragazza trovò ampio conforto in un cameriere di colore dotato che lavorava nella struttura dove alloggiavamo. L'uomo, dal cazzo poderoso, gradì particolarmente le attenzioni orali della ragazza, nonchè il suo canale più intimo. Eh si, al maschione piaceva troppo il buco del culo e così infilò la sua asta dura e vogliosa tra le chiappe della bella Ada che, finalmente, trovò memorabili momenti di piacere lasciandosi scopare a meraviglia. La donna smanettò il grosso palo prima che spruzzasse copiosamente sulla figa bollente. Cosa ne sò io? Bhè, ce lo ha raccontato proprio lei dopo aver trombato. Disse più o meno così: "Ehm, a quanto pare siete più ragazze che ragazzi, per cui vi narrerò del superdotato che mi sono fatta. Una confidenza tra 'amiche' è sempre gradevole, vi pare?". E così raccontò tutto nei minimi dettagli. Al ritorno in ufficio eravamo contenti ed appagati. Che bello! Credo che il capo dovrebbe inviarci più spesso a lavorare in trasferta... Lontano dal centro della città, dallo stress, avvolti nella quiete di un hotel immerso nel verde, un pò isolato dal caos, si può ritrovare davvero se stessi e godere tanto... ognuno secondo i propri gusti e predisposizioni, naturalmente...            


Trasferta turbolenta per impiegati

Mi chiamo Marco Rossi. Da tempo sbavavo dietro ad Ada Nicole, la segretaria sexy dell'ufficio. Quando il capo organizzò una trasferta di lavoro scegliendo me, il collega Carlo De Luigi e lei, pensai che fosse giunta l'occasione propizia per provarci con quella donna. Ma non avevo fatto i conti con l'orientamento sessuale del mio compagno di lavoro. Nell'hotel dove alloggiavamo, una stanza singola venne assegnata ad Ada. Per risparmiare, il capo piazzò me e Carlo in una camera doppia anzichè fittarne altre due singole. La prima sera dormì profondamente e lo stesso fece il mio collega. Al risveglio, però, realizzai subito di esser finito, inconsapevolmente, in una situazione a dir poco anomala. Dopo la doccia me ne stavo tranquillamente nudo ad osservare il panorama dalla finestra mentre lui mi guardava con insospettabile interesse. Essendo l'inizio dell'estate, il clima era particolarmente caldo, in tali circostanze ci si può eccitare facilmente. Ci volle molto poco affinchè lui, con incredibile disinvoltura, cominciasse a sbocchinarmi sul letto con gusto! Fu a quel punto che rivelò il suo interesse per i maschi, piuttosto che per le femmine. Non mi aspettavo di essere succhiato da Carlo. Avendo in testa le donne e, nella fattispecie Ada, ero un pò titubante ma lui fu bravo a tranquillizzarmi spiegando che sarebbe stato solo uno sfogo sessuale e che nessuno lo avrebbe scoperto. Con l'uccello in piena erezione, fu più facile lasciarmi andare. Vidi nel suo sedere un buco disponibile in cui godere e ne approfittai per infilarglielo dentro a pecorina. Mai e poi mai potevo immaginare che, quella troia di Ada, si fosse preparata di tutto punto per vivere un'esperienza "triangolare". Incautamente avevamo dimenticato di chiudere a chiave la porta della camera per cui, all'improvviso, ci ritrovammo la segretaria ovvero, la nostra collega superfiga, nella stanza. Evidentemente voleva sorprenderci ma, in realtà, restò lei spiazzata dal momento che ci beccò proprio mentre scopavo Carlo a candela. Proseguì poi a missionaria. Con lei tentai di giustificarmi con un'improbabile scusa. Dissi che, dopo aver scoperto l'omosessualità del De Luigi, lo stavo semplicemente accontentando per amicizia. In realtà si notava in modo palese che quel gioco piaceva anche a me. Ada restò a guardare fino al momento dell'eiaculazione e cioè quando schizzai copiosamente in bocca al collega. Avevo ancora voglia di godere: osservando lei, superfiga in autoreggenti, il cazzo si drizzò nuovamente in breve tempo. Sperai per un attimo di poter scopare anche lei ma la ragazza, un pò dispettosa, non ci stette. Spiegò che ormai avevo fatto la mia scelta e che magari potevo continuare a divertirmi con Carlo mentre lei si sarebbe cercata un maschione all'altezza di soddisfarla pienamente. Dopo di ciò, Ada lasciò la camera offrendo una panoramica del suo spettacolare sedere. Una volta rimasti soli, ci pensò il premuroso Carlo a succhiarmi di nuovo l'uccello e così sborrai nella sua calda bocca svuotando definitavmente i coglioni. Avevamo decisamente rotto il ghiaccio e lui sarebbe stato il mio partner sessuale per tutta la durata settimanale della trasferta. Ada, invece, andò a cercarsi uno stallone che la castigasse a dovere.                 


martedì 22 giugno 2021

La moglie figa del mio socio

Salve a tutti, il mio nome è Davide. Ero comproprietario, insieme ad un'altra persona, il socio Alfio, di un'azienda pubblicitaria di successo, la "Spotkings". Il ruolo di segretaria, all'interno della società, lo ricopriva la bella Giuliana, consorte di Alfio. Diciamo che lei dette un contributo notevole all'attività della compagnia per il raggiungimento di prestigiosi obiettivi. E' noto che, a maggiori flussi di denaro in entrata, corrispondono spesso dei vizi. In altre parole, con quantitativi di danaro notevoli a disposizione, può venir voglia di darsi alla pazza gioia e sperperare in divertimenti. Fu Alfio a subire la cosiddetta "estasi dell'oro". Nonostante avesse una moglie bellissima come Giuliana, gli prese il desiderio di darsi da fare con le ragazzine di 18-20 anni, o giù di lì. La moglie nutriva solo dei sospetti sull'infedeltà coiniugale del marito, ma la situazione peggiorò ulteriormente, per così dire, quando Alfio instaurò una sorta di relazione clandestina con Rosa, una ragazza amica della nipote di Giuliana (preciso che, in principio, ero all'oscuro di tutto ciò). In tutto questo, a me la segretaria arrapava da matti. In ufficio le guardavo sempre le gambe, tuttavia cercavo di restare al mio posto per ovvi motivi. A un cero punto, però, gli eventi sembrarono improvvisamente volgere a mio favore. Alfio cominciò a confidarsi con me, parlava di quanto fossero sexy le teens e poi aggiungeva sempre una frase, qualcosa tipo "profumo di rosa". Non capivo, feci mente locale al noto fiore, ma niente di più. L'occasione fà l'uomo ladro, ed è proprio così: capitò una sorta di briefing lavorativo che si sarebbe tenuto a casa di Alfio, solo che il mio socio, all'ultimo momento disse di non poter essere disponibile a causa di un suo impegno improrogabile. Non sapevo proprio di cosa si trattasse, potevano essere affari come qualche ragazza che voleva trombarsi. Ad ogni modo, a cavallo donato non si guarda in bocca! Mi presentai a casa del socio con dei fiori per la signora. Trovarmi da solo in compagnia della splendida Giuliana rappresentava per me un'occasione d'oro da non perdere assolutamente. A quanto pare, lei gradiva farsi corteggiare dal momento che il suo rapporto matrimoniale non stava vivendo momenti particolarmente esaltanti. Fatto stà che la trovai lì, in tiro, con tanto di scarpe di color nero lucido con tacchi, calze e reggicalze. Ciò non fece altro che innalzare di brutto l'eccitazione che già avevo. Dopo aver bevuto un drink, passai subito all'azione. Non ero in quella casa nemmeno da 15 minuti che lei stava già seduta sul tavolo a gambe aperte pronta a farsi leccare la passera dal sottoscritto. Gli ormoni impazzirono e, ancor di più, quando lei ricambiò leccandomi la cappella. La signora, a cosce spalancate, fu pronta a farsi scopare sul tavolo anche se voleva giustificare in qualche modo quel comportamento così disponibile nei miei confronti. Mi andava bene pure fotterla senza spiegazioni ma, già che voleva confidarsi, l'ascoltai. In pratica si lamentò del marito ed era quasi sicura che lui la tradisse. Intanto io la castigai a pecorina, a missionaria, di lato. Insomma, di tutto e di più. Il cazzo duro entrava a meraviglia in quella deliziosa fica sugosa desiderata da mesi e finalmente ottenuta. Durante la trombata mi lasciai sfuggire che Alfio mi aveva detto qualcosa. E lei, quel punto si incuriosì, e volle sapere esattamente cosa. Risposi che elogiava le teen che ce l'hanno sempre bagnata e poi parlava del profumo di rosa. A quel punto Giuliana ebbe un'illuminazione folgorante e collegò immediatamente Rosa all'amica della nipote. La sua rabbia per questa scoperta divenne per me un elemento a favore dal momento che Giuliana, leggermente frenata fino a  quel momento, si lasciò andare completamente con il desiderio vendicativo di rendere il classico occhio per occhio al marito infedele. Le slinguazzai perbene la fregna prima di scoparla nuovamente, stavolta magicamente a candela. Si mise sopra di me per il gran finale nella posizione del 69. Mentre le leccavo la fica godette e si sbrodolò nella mia bocca: assaporai i suoi sughi. Intanto mi smanettava il cazzo con foga finchè esplosi. Si fece schizzare una buona parte del seme in bocca. Poi continuò a segare fino a svuotare completamente i coglioni. Ero davvero appagato. Giuliana non si accontentò di una botta e via, intendeva dare un seguito a quell'incontro. Avrebbe voluto che, prima o poi, il marito ci avesse beccato mentre la fottevo e durante l'eiaculazione. Mi sembrò un gioco perverso e pericoloso ma valeva la pena correre il rischio pur di scoparla. La tresca proseguì, arrivai a fotterla nei bagni della ditta finchè, un giorno, Alfio ci beccò nel bel mezzo della trombata. Mi accorsi della presenza di lui ma ero troppo eccitato per trattenere l'imminente orgasmo e così spruzzai a fiume sul culo di lei. Giuliana, rivolgendosi al marito ammonì:"Ecco! Adesso sei contento? Siamo pari!". Alfio, incazzato, le dette della troia e a me del pezzo di merda, ovviamente. La società, come prevedibile, andò in frantumi. Vendetti le mie quote a lui e Giuliana chiedette la separazione dal marito. Adesso siamo una coppia alla luce del sole e non dobbiamo temere nessuno. Spero che apriremo presto un'attività tutta nostra. Insomma, alla fine: tutto è bene quel che finisce bene, però... che gran figura di merda farsi beccare in flagrante da Alfio!                               

corna

sabato 19 giugno 2021

Cornuta e felice

Mi chiamo Rosa. Sono una donna matura sopra la quarantina e mi considero piuttosto sexy. Fino a qualche tempo fa avevo un compagno di nome Alfredo, un capo operaio. In realtà pensavo di vivere con lui un ottimo rapporto di coppia. A farlo crollare ci pensò quella discola di Adele, una giovane massaggiatrice. Probabilmente partì tutto da una sorta di vendetta, di livore suo nei miei confronti. Ametto di essere talvolta una tipa snob, una un pò con la puzza sotto il naso. Ciò evidentemente diede fastidio alla ragazza. Quando si presentò l'occasione, la giovane ne approfittò per rendermi cornuta. Alfredo, in quei giorni, doveva effettuare la manutenzione proprio agli impianti della struttura dove mi reco di solito a fare i massaggi, lo stesso centro dove lavora Adele. La monella sà il fatto suo e non le fu difficile sedurre Alfredo cominciando dai sensuali massaggi a base di oli profumati e finendo, naturalmente, a scopare. Il bello fu che io, poco dopo, ignara della situazione, andai al centro a farmi massaggiare proprio da lei! Adele, mentre mi massaggiava, iniziò un discorso strano, pieno di allusioni. Non riuscivo a capire dove volessere andare a parare, come si suol dire. Alla fine, le sue parole risuonarono come una doccia gelata: disse che Alfredo mi aveva appena fatto le corna con una ragazza. Prese tempo per specificare, poi, che la tipa in questione altro non era che lei. Il senso di rabbia mi attanagliò ma, al tempo stesso, fui intrigata dal suo modo di fare alquanto puttanesco. Sapevo che non avrei mai potuto perdonare Alfredo. Intanto Adele teneva le mani sul mio corpo, massaggiava il collo cercando di farmi rilassare dopo la notizia shock. Accarezzò perfino le mie tette e ammetto che non provai alcun fastidio, piuttosto un senso torbido di piacere. Le comunicai qualcosa di del tutto irrazionale maturato in quel momento. Cosa? Il desiderio di avere rapporti intimi con lei. Adele precisò di non essere lesbica ma che, dopotutto, si sentiva in colpa per avermi cornificata in maniera così perentoria per cui vide quella proposta come un'occasione per scusarsi, diciamo così. Ci salutammo ma prima che andassi via segnò su un foglietto il numero del mio cellulare. Poi spiegò: "Non qui... Aspetti un mio sms". Dopo qualche giorno ricevetti un messaggio con l'indirizzo dell'abitazione di Adele con evidenziate la data e l'ora per un incontro. Ci pensai su parecchio dato che quella proposta era venuta su un impulso del momento e che, in realtà, non mi ero mai sognata di far sesso con una donna in tutta la vita. Ma poi avvertì una sensazione forte dentro di me, quella dannata ragazza emanava fascino e troiaggine da tutti i pori. Così decisi di recarmi all'appuntamento. Bussai il citofono, mi rispose lei, disse: "Salga... al quarto piano senza ascensore, bussi dove c'è scritto Grazioli". Arrivai sopra col fiatone. Scherzando dissi: "Ammazza quante scale, mi sà che alla mia età è meglio l'ascensore!". Adele sorrise, poi rispose: "Ma no, lei è ancora giovane ed è una bella donna". Le risposi ad istinto: "Però ti sei fatta il mio compagno!". Adele replicò: "Acqua passata ormai... è venuta qui per fare polemiche o per vivere un'esperienza nuova?". La pregai di darmi del tu.. Poi mi chiese se lavessi già avuto esperienze saffiche. Risposi di no. Lei, d'altro canto, specificò di prediligere di gran lunga il cazzo. Tuttavia era stata intimamente con alcune sue coetanee. Al centro mi aveva messo varie volte le mani sul corpo ma lì, a casa sua, era diverso, non ci poteva stare l'ambiguità del servizio professionale. Ci baciammo, poi lei mi leccò i capezzoli ed io ansimai. Si spogliò nuda esibendo il suo corpo favoloso quasi a volermi umiliare e ricordare delle recenti corna subite. Ciò nonostante non provai alcuna rabbia ma piuttosto un sottile piacere e sentì di essere umida tra le gambe. Ci baciammo di nuovo, stavolta con più passione e convinzione ma dolcemente, lingua a lingua. Poi lei mi fece stendere e allargò le mie gambe per poter leccare la figa. La lasciai fare, fu una sensazione totalmente nuova e inebriante per la sottoscritta. L'idea trasgressiva di venir leccata da una ragazza triplicò la mia eccitazione. Adele capì che non mi sarei più tirata indietro e ne approfittò per scaraventarmi sul letto, poi si mise sopra coinvolgendomi in una strofinata tra passere al cardiopalmo. Frugava il suo sesso contro il mio a ritmi indiavolati, così raggiunsi il primo bollentissimo sublime orgasmo. Poi mi mise letteralmente la passera in bocca per cui fui praticamente costretta a leccargliela. Da inesperta feci del mio meglio e, a quanto parve, bastò eccome, dal momento che raggiunse l'orgasmo colando il frutto del piacere nella mia bocca. Non paga, si munì di strap-on e mi scopò senza pietà a missionaria. Le strinsi le chiappe mentre lei me la sfondava con quell'oggetto che, oviamente, restava sempre meravigliosamente duro. Il ritmo audace della trombata, unito al suo "dirty talking" con cui non si rispiarmiava affatto di darmi ripetutamente della troia, zoccola e puttana, ebbero un effetto a dir poco devastante sulla mia persona: raggiunsi orgasmi multipli e profondi che non avevo mai provato in vita mia. Dopo un'ora di trapanata ero appagata, sfinita e felice al tempo stesso. Adele era un'amante infuocata e insaziabile e, quel pomeriggio, bruciai di passione con lei. Naturalmente lei continua a scopare occasionalmente con Alfredo ma ciò non mi tange più di tanto. L'importante è che continui a fottere me sempre con lo stesso impeto passionale. Sono strana, ci godo ad esser cornuta o ex cornuta, come dir si voglia, e a farmi "dominare" da una ragazza che ha almeno 20 anni meno di me! Uh!!!


mercoledì 16 giugno 2021

Il collaboratore esterno di mio padre

Sono Vanessa. Mio padre Franco gestisce un'importante azienda vinicola. In famiglia filava tutto liscio finchè mia madre Anna non cominciò a sbagliare parecchio nei confronti di papà. Franco, perdutamente innamorato di lei, subì un duro colpo quando si ritrovò pieno zeppo di corna. La porcellina infedele lo tradì ripetutamente con alcuni commercianti della zona. A quel punto mio padre fu inevitabilmente costretto a chiedere la separazione. Anna andò via di casa e restammo da soli io e lui. Franco è un tipo giovanile, spesso per strada ci scambiano per fidanzati, più che per padre e figlia. Ma quella situazione lo aveva distrutto. Nei primi mesi andò in depressione profonda. Poi, pian piano, cercò di tirarsi sù anche se non stava al meglio. Provai a parlargli, a spingerlo ad uscire con nuove donne che gli avrebbero permesso di dimenticare la mamma e di tornare a vivere. Ci provò ma senza ottenere grossi risultati. Mi disse che ognuna gli ricordava Anna e la sua tristezza aumentava. In realtà neanche io sapevo come aiutarlo finchè, un giorno, dialogando, colsì un debole segnale. Mi disse: "Dannazione, la solitudine è davvero orribile. Ci vorrebbe una persona simpatica di compagnia, qualcuno con cui parlare. Anche un amico andrebbe bene...". Detto così non sembrava niente di strano ma mi resi conto che lui, consciamente o inconsciamente, cercava un soggetto maschile. Era più che ovvio, dal momento che con le donne sembrava ormai aver trovato una sorta di muro invalicabile. Avevo intuito qualcosa ma volevo esserne certa e così aspettai ancora un pò, dopodichè, una sera, dopo il lavoro, mentre guardavamo la tv, gli chiesi: "Così, per curiosità, cosa ne pensi dei rapporti tra persone dello stesso sesso?". Mi rispose: "Ma perchè sei lesbica, per caso?". Ribattei sorridendo: "Veramente no, è solo che lo è l'amica di una mia amica ed ha grosse difficoltà a confidarlo ai genitori...". Lui sospirò e disse: "Bhè, se c'è feeling non vedo il problema. Per fare i figli ci vogliono per forza un uomo e una donna ma per fare sesso non è detto che si debba necessariamente verificare questo abbinamento...". Compresi che mio padre era possibilista in quel senso, ci voleva solo la persona adatta che presto sarebbe arrivata. Per lavoro mio padre chiese il supporto di un collaboratore esterno e così, un bel giorno, nel nostro ufficio, si presentò Roger, un aitante giovane di colore. Notai subito che Gerard era decisamente affascinato dalle capacità manageriali di mio padre. Anche Franco provava simpatia e stima per il collaboratore. Pertanto quel rapporto era destinato inevitabilmente a crescere, a consolidarsi, e ciò sia sul piano lavorativo che su quello strettamente umano. Nessuno dei due però si decideva a compiere il primo passo. Molto spesso le persone si lasciano andare a confidenze durante l'intimità. Pensai dunque di prendere due piccioni con una fava. Non mi sarebbe affatto dispiaciuto scopare con Roger e, allo stesso tempo, se fosse stato realmente interessato a mio padre. L'occasione fà l'uomo ladro e, aggiungo io, la donna troia. Quella mattina Franco era uscito all'improvviso per una commissione. Mi trovavo da sola in ufficio quando si presentò Roger. Gli preparai il caffè ma lui, distrattamente, lo versò in parte sul tavolo e, in altra parte, sui pantaloni. Ne approfittai per passargli uno straccio umido tra le gambe fingendo che mi interessasse ripulirlo. Poi lo accarezzai sopra il pantalone e, dulcis in fundo, tirai fuori il suo uccello spompinandolo. Roger non si aspettava tutto questo. E pensare che, fino ad un momento prima, ci eravamo sempre dati del lei. Gli succhiai il cazzo con la precisa intenzione di arrivare a scopare. Roger non era tranquillissimo. La paura che mio padre scoprisse tutto lo terrorizzava. Mi chiese più volte di smettere ma io, da gran troia, lo coinvolsi al punto da farmi trombare a pecorina sul divano dell'ufficio. Mi misi sù di lui anche a candela lasciando che l'asta penetrasse a fondo nella vagina. Fu in quei frangenti, nel pieno del godimento, che cercai di farlo "sbottonare", come si suol dire, e ci riuscì. Roger ammise di provare stima nei confronti di mio padre ma anche altri tipi di sensazioni di tipo fisico. Naturalmente mi pregò di tenere il segreto. Notai che, parlando di mio padre, la sua eccitazione era raddoppiata. Gli leccai nuovamente il cazzo prima che schizzasse nella mia bocca. Promisi che lo avrei aiutato nell'approccio con il mio genitore e così feci. Durante le settimane seguenti finsi scuse una dietro l'altra e rimasi pochissimo tempo in ufficio in maniera tale che loro due restassero da soli il più possibile. Mio padre cercava compagnia e complicità, anche se, fino ad allora, non era mai stato fisicamente con un uomo. Roger molto probabilmente era bisex e invaghito di Franco. Il punto di svolta arrivò quando mio padre mi disse: "Vanessa, cara, questi giorni fà particolarmente caldo, ho pensato di invitare Roger nella nostra Villa con piscina. Staremo più freschi a parlare di lavoro lì". Quando Roger arrivò io trovai l'ennesima scusa per lasciarli da soli. Spiegai a mio padre: "Iniziate voi a fare il punto della situazione, io credo che prenderò il sole in piscina per un paio d'ore". A quel punto i due avevano tutta la calma per lasciarsi andare. Non sò esattamente cosa combinarono dall'inizio anche se posso vagamente immaginarlo. Io arrivai a spiarli dalla finestra proprio nel momento clou del rapporto sessuale. Roger stava scopando mio padre a missionaria e intanto lo segava pure. Pochi istanti dopo eiacularono copiosamente entrambi: Il giovane di colore arrivò nel culo di Franco che schizzò a sua volta. Dopo quella pregevole trombata mio padre è letteralmente rinato psicologicamente e, naturalmente, continua ad invitare il suo "collaboratore" a casa con la scusa di "sbrigare" le pratiche d'ufficio. Roger non ha tenuto la bocca chiusa, gli ha detto di aver scopato con me. Ma Franco non mi ha mai parlato di questo. Ora ha situazioni molto più piacevoli a cui pensare piuttosto che preoccuparsi per la figlia troietta da rimproverare. In realtà è grazie a me che è tornato pienamente a vivere: Oh cosa non farei per te papà eheh.  

coffee break


lunedì 14 giugno 2021

La terza incomoda focosa

Il mio nome è Rosa, sono una ragazza lesbica. Ebbi una relazione di due anni con una bella bionda, Matilde. All'inizio la storia funzionava molto bene ma poi, alla distanza, venne fuori il carattere dominante e possessivo della Maty. Eh si, ero priva di guardarmi intorno, vedeva corteggiatori e corteggiatrici ovunque. Alla fine, la sua gelosia eccessiva mi portò, a malincuore, a troncare la relazione. Matilde non si rassegnò facilmente, ad esser sincera mi stalkerò parecchio. Per tale motivo cambiai numero di telefono e perfino abitazione. Passarono diversi mesi e di lei non seppi più nulla. Intanto conobbi una deliziosa moretta di nome Manuela e intrapresi con lei una nuova relazione. Manu è dolce, è molto diversa da Matilde. Con lei credevo di aver trovato finalmente la pace nonchè la compagna della vita. E vissero felici e contente? Non proprio! Non sò come ci sia riuscita ma, a distanza di circa un anno dall'ultima volta in cui l'avevo vista per l'ultima volta, Matilde riapparve nella mia vita come una sorta di fantasma. Quando bussò alla porta della nuova abitazione, e comparve davanti ai miei occhi, restai semplicemente basita. Era bellissima, come sempre, e, come prevedibile, con l'aria un pò incazzata. Mi disse subito: "Ciao, così ti sei rifugiata qui...". Poi l'espressione del suo volto mostrò disappunto quando vide Manuela che si trovava a casa mia. Matilde aveva ancora il dente avvelenato, non aveva mai accettato che l'avessi mollata. Mi dette fastidio la sua invadenza, da un lato. Eppure, al tempo stesso, ebbi piacere nel rivederla. Manuela si dimostrò dolce come sempre, anche nei confronti della mia ex, e questo stemperò decisamente la tensione creatasi inevitabilmente nell'aria. Bhè, alla fine tre belle ragazze lesbiche che cos'altro potrebbero fare se non sesso? Baciare Matilde mi riportò alle sensazioni del passato. Anche Manuela e Matilde limonarono a lungo. La bionda impertinente mi succhiò il capezzolo, provai brividi enormi di piacere. Ricambiai leccandole la spalla; Manuela invece le infilò le dita nelle mutandine leccandole, nel contempo, i capezzoli. Matilde succhiò le tette di Manuela ed io quelle della bionda. Ormai sembravamo in sintonia. Dissi a Maty che ero disposta a fare la pace una volta per tutte mentre Manuela le leccava con cura la passera. In quel frangente sembrava essersi ammorbidita ma Matilde è una vendicativa del cazzo, in senso buono, inoltre ama dominare. Cominciò a "perlustrare" la mia nuova compagna con due dita nella fica. Mentre io e Manuela ci baciavamo, Matilde espresse una precisa convinzione: ci avrebbe scopate entrambe! Munitasi di strapon alla cintura, cominciò a scopare, a missionaria, la figa di Manuela che, a sua volta, leccava la mia. La bionda aumentò il ritmo finchè Manuela raggiunse l'orgasmo. Provai una certa gelosia ma riconosco che fu eccitante. Poi toccò a me. La bionda intraprendente, per la sottoscritta, aveva progetti più ambiziosi. Mi adagiai a candela sulla ex ma lei fece in modo che il fallo finisse dritto nel mio culo piuttosto che nella fica. Mi faceva una strana sensazione prendere quell'oggetto nel culo davanti a Manuela. Matilde, ovviamente, era gasata a mille. Manuela mi sussurrava parole amorevoli mentre Matilde, più porca e decisamente meno platonica, si compiaceva di sfondarmi il sedere. Devo ammettere che andai letteralmente in estasi. La dolcezza di Manuela da un lato e la porcaggine acuta della bionda dall'altro: L'angelo e il Diavolo, entrambe per me. Forse volevo proprio quello, mi sà che desideravo le attenzioni di ambedue le ragazze. Raggiunsi un orgasmo profondissimo mentre lo prendevo focosamente nel culo e, intanto, Manuela mi baciava e mi sditalinava dolcemente. Dopo quel triangolo dissi a Matilde che io e Manuela eravamo una coppia, che non doveva più farsi vedere in giro. Ma la calma durò poco. Passarono appena dieci giorni e Matilde tornò a farci visita. Con la confidenza prese l'abitudine di inculare pure Manuela oltre me. Che dire... forse la nostra coppia tranquilla ha bisogno di una diavoletta come Matilde, che aggiunge pepe al nostro rapporto. Sta di fatto che, adesso, farlo in tre sta diventando una piacevolissima quanto perversa abitudine...

more con bionda


Golosa di fica etero

Mi chiamo Ramona, sono una lesbica matura incallita e, ovviamente, adoro la fica. Sedurre le etero mi eccita particolarmente. Alcune, tuttavia, sono davvero ostiche da conquistare, ferme nelle loro convinzioni secondo cui il sesso sia particabile solo ed esclusivamente tra persone di sesso opposto e non in modi alternativi. Eh già, proprio come la pensava Paola, una conoscente decisamente affascinante più giovane di me. Per approcciare con lei dovetti inventare, e poi attuare, uno stratagemma alquanto sui generis: ve lo racconto! Cominciai ad entrare nelle grazie di Paola proponendole incontri con uomini. Solitamente la contattavo nei giorni in cui ricevevo gli "ospiti". Lei mi raggiungeva a casa e poi, ognuna di noi, si chiudeva in camera con il rispettivo "partner". Lei ha un pò di manie da dominatrice per cui non scopava con gli uomini solo nel modo classico bensì, la maggior parte delle volte, li inculava con lo strap-on (anche se questo dettaglio me lo raccontò solo dopo). Ad ogni modo, mentre lei stava in compagnia del maschio di turno, io facevo altrettanto ma con una differenza. Come ho innanzi spiegato, per la natura che mi contraddistingue, non provo piacere a scopare con gli uomini. Tuttavia, quell sorta di teatrino, mi serviva per entrare, il più possibile, nelle grazie di Paola. Cosa facevo dunque chiusa in camera? Semplice: smanettavo gli uomini, qualche volta sbocchinavo e poi offrivo soldi (non è un problema essendo ricca) affinchè fingessero di aver scopato con me restando pienamente appagati. Questa sorta di messinscena andò avanti per parecchio e Paola, all'oscuro della verità, era ormai convinta di aver trovato una vera amica complice. E così, un giorno, decisi di passare all'azione. Iniziai a provocarla fingendo di aver bisogno di una mano a sistemare il reggicalze. Lei, prima di quel momento, non era mai stata con una donna. Si rese conto che io, in qualche modo, la stavo provocando. Inoltre le spiegai che, quel giorno, non sarebbe venuto nessun uomo a farci compagnia, quindi saremmo rimaste da sole. Ingolosita dalle mie provocazioni, finì per leccarmi il collo. Aveva il dubbio se fossi lesbica o bisex: glielo tolsi affermando di appartenere alla prima categoria. D'impeto la baciai, sgrillettandola nel contempo tra le gambe. Paola cominciò a provarci gusto. Non restò sconvolta più di tanto dalla novità e affermò che, infondo, non aveva mai provato un'esperienza saffica e tantomeno con una donna matura. Eccitata si mise su di me, mi baciò. Ricambiai il bacio carezzandole le natiche. Paola era smaniosa e curiosa di vivere una situazione per lei del tutto nuova. Spinta dall'eccitazione mi leccò i capezzoli e se la cavò piuttosto bene. Provò poi a slinguazzarmi la fica. Non ne era tanto capace ma apprezzai la buona volontà. Passai presto a condurre io il gioco. Paola spalancò le gambe ed io cominciai a leccarle perbene la passera. La ragazza andò in estasi. Poi la coinvolsi in un 69 dove però leccai quasi esclusivamente io. Paoletta esplose di piacere ed io assaporai il suo sugo intimo. Adesso, quando la invito a casa, non le dispiace se restiamo da sole. Sà bene che possiamo giocare lo stesso in modo appagante anche se mancano i maschi.               

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domenica 13 giugno 2021

Segretaria scopata dal figlio del direttore

Mi chiamo Patrizio, sono un imprenditore. Da tempo non vado più d'accordo con Monica, mia moglie. Per questo motivo tendo a cercare "consolazione" tra le braccia di altre donne, preferibilmente con meno di 30 anni. Sandrine, la nuova segretaria di origini francesi, che assunsi dopo aver licenziato la precedente, era una autentica botta di vita: bella, giovane, fresca e tosta. Affascinata dal mio incarico dirigenziale, si lasciò sedurre piuttosto facilmente. Presi così la piacevole abitudine di portarla spesso a cena fuori e poi, puntualmente, trascorrevamo la notte in albergo. Non sono mai stato un toro a letto ma mi accontentavo delle sue pregevoli manine, pronte a smanettare il cazzo, e dei pompini. Mi bastava poco per venire e, quando ciò non succedeva in fretta, riuscivo a scoparla. La mia mancanza eccessiva da casa non passò inosservata agli occhi di mia moglie e nemmeno a quelli di mio figlio Giacomo. Fu proprio lui a rovinare tutto. Eh si, Giacomo, un ragazzo dal temperamento impulsivo, ribelle e, perchè no, piuttosto scostumato. Aveva notato la mia felicità e capito che dietro c'era una donna. Gli ci volle poco per intuire di chi si trattasse. Giacomo si presentò in ufficio una mattina, approfittando della mia assenza per una commissione urgente. Si fiondò sulla segretaria e non le dette tregua finchè lei (gran troia, bisogna dirlo) cedette a quelle avances. Del resto, come darle torto? A Sandrine mancava un vero stallone, uno che la sbattesse come si deve, non a malapena come facevo io. E poi Giacomo è bello, è dotato, è uno stronzo si, ma è figo. Evidentemente, quella mattina, Giacomo dovette chiavare Sandrine proprio perbene dal momento che, quando rientrai in ufficio, li trovai entrambi nudi con lui che le schizzava a fiume in bocca e lei con la faccia di chi si è fatta castigare a lungo e a fondo. Quella zoccola di Sandrine non provò nemmeno a giustificarsi più di tanto. Quanto a Giacomo, bhè, lasciamo perdere: quando gli dissi che avrebbe dovuto lasciarla perdere, mi rispose che, se mi fossi opposto, avrebbe spifferato a Monica che ho l'amante. Naturalmente, mia moglie nutriva solo dei sospetti, riguardo ad eventuali corna, peraltro non confermati. Il silenzio di Giacomo, un nullafacente cronico, mi costa, tutt'ora, i soldi per mandarlo a cena e in hotel con quella puttanella di Sandrine quasi tutti i giorni. Adesso, la sera, io resto a casa e lui và a fottere con la segretaria... pensate un pò! E a mia moglie racconto che Giacomo si è semplicemente fidanzato.

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martedì 8 giugno 2021

Il capo soddisfa pienamente i clienti

Sono una segretaria d'azienda di nome Veronica. Andrea, il mio capo è gay ed io lo spio (tramite una spycam collegata al portatile) mentre si intrattiene intimamente con i clienti sconfinando oltre i normali rapporti di lavoro. Si, avete capito proprio bene, lo spio! Perchè faccio una cosa del genere? Ve lo spiego subito: intanto sono curiosa di natura e poi questo mi tutelerebbe nel momento in cui rischiassi, per qualunque ragione, un licenziamento in futuro. Andrea è brillante, coinvolgente e sà entusiasmare i clienti proponendo affari in cui si raggiungono grossi profitti. E' incredibile ma la prospettiva di ottenere tanti soldi funziona come una sorta di 'viagra' mentale per i clienti della nostra società. Tra questi ricordo bene Rosario, un bel ragazzo noto nell'ambiente come infallibile seduttore di femmine. Bhè, anche lui cedette ad Andrea. Vi racconto come. Quella mattina ero appena arrivata in ufficio quando trovai il capo in compagnia di un giovane uomo dall'aspetto avvenente di nome Rosario. Andrea non vedeva l'ora di restare da solo con quel tipo e mi disse chiaramente di sparire. Avrei dovuto ritornare almeno mezz'ora dopo con due caffè. Naturalmente, questo lasso di tempo serviva al capo per scopare con l'altro. Tornai nel mio ufficio rapidamente e accesi immediatamente il notebook per visionare quello che facevano quei due. Evidentemente Andrea era stato molto convincente dal momento che, le prime immagini che vidi, immortalavano Rosario che succhiava l'uccello, già duro, del mio principale. Sentì il bisogno di spogliarmi. Le mutandine divennero ben presto fradice. Dovetti toglierle. Intanto Andrea ricambiò il servizietto orale. Poi, il capo cominciò a farsi Rosario a pecorina: gli spinse il cazzo duro dentro il culo vergine. Rosario soffrì per un pò la penetrazione ma poi, pian piano, si abituò e iniziò a godere davvero. Andrea è un gran porcello e gli piace giocare con le sue 'conquiste'. Voleva prolungare quell'esperienza il più possibile e così smise di scopare per dedicarsi alla libidinosa quanto eccitante pratica della leccata anale. Da quello passò a succhiare nuovamente il cazzo di Rosario che a quel punto andò in estasi. Andrea, non pago, succhiò anche i piedi dell'altro uomo con tutti i calzini. A quel punto la mia figa esplose di piacere. Ma il capo non si fermò e riprese a scopare Rosario, stavolta impalandolo a candela. Osservai il cazzo penetrare dentro il culo fino in fondo al punto che, esternamente, si vedevano astento i testicoli del capo. Andrea, dopo un'ora buona di sesso, stava decisamente per godere: quando sfilò il cazzo, rilasciò un rivolo di seme che colò dall'ano di Rosario. Ma l'intenzione di Andrea era di venire in bocca all'altro ed è proprio lì che spruzzò la crema bianca. Lo sperma schizzò perfino sulla giacca di Rosario. Il capo stava ancora assaporando l'orgasmo ed io ebbi un'idea: erano trascorsi ben più di 30 minuti e potevo benissimo andare da loro. Mi rivestì alla velocità della luce e feci la comparsa nella stanza del capo cogliendoli evidentemente sul fatto. Andrea, avendo ormai perso ogni cognizione del tempo, inizialmente sbraitò vedendomi comparire nel suo ufficio. Poi, però, gli spiegai che era passata un'ora sottolineando di non avere problemi rispetto alla sua omosessualità e che lo avevo già capito da tempo. Esclamai che i caffè erano ormai freddi e proposi un simpatico giochino: "riscaldare" il caffè con lo sperma di Rosario creando così un cappuccino che Andrea avrebbe bevuto. Il capo affermò che ero una gran troia e che non pensava che lo fossi cosi tanto, dopodichè mi diede il suo benestare ad agire. Rosario aveva già goduto parecchio per cui bastarono poche smanettate affinchè cominciasse ad eiaculare a fiume dentro la tazza del caffè. A quel punto la presi e la porsi al capo che mandò giù con soddisfazione la bevanda composta dal caffè misto al frutto intimo dell'altro uomo.

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martedì 1 giugno 2021

Un piacevolissimo risarcimento per Vittoria

Mi chiamo Claudia, sono una donna mora matura fortemente bisex. Conosco Vittoria la biondona dai tempi delle scuole superiori. Diventammo dapprima amiche inseparabili. Poi, tra noi scattò un'attrazione reciproca folgorante che sfociò in una bollente relazione lesbo. Tuttavia, Vittoria è attratta solo ed esclusivamente dalle donne, mentre io anche dagli uomini. E fu proprio un maschio a separarci, per così dire. Mi innamorai di Paolo e lo sposai. Vittoria non la prese bene. Ricordo ancora che in Chiesa, durante la cerimonia nuziale, si mise a piangere. Col senno di poi posso senz'altro affermare che sarebbe stato senz'altro meglio restare con lei, dal momento che Paolo, dopo i primi anni sereni di matrimonio iniziò a riempirmi di corna scopando con le sue giovani amichette. Un'unione da dimenticare dunque? In parte si, ma c'è sempre un lato positivo anche nelle situazioni apparentemente negative. Quella nota lieta, nell'ambito di un matrimonio catastrofico, si chiama Roberta, la mia unica e bellissima figlia. Non perchè è la mia bambina ma è oggettivamente molto carina. Ed io le avrei lasciato la piena libertà di scopare con tutti i ragazzi che desiderava. Soltanto che Roberta i ragazzi non se li fila proprio. Mi ci volle poco a capire che le piace la fica e non il cazzo. Non l'ho mai sentita conversare a telefono con un ragazzo nè vista a prendere il caffè in compagnia di un uomo. Quando mi resi conto che Robertina è lesbica, decisi di essere io a svezzarla. Lo ammetto, sono stata io la prima amante di mia figlia. L'assenza di Paolo favorì i nostri approcci intimi che avvenivano ovunque: sul letto, in doccia, perfino sulla lavatrice e sul tavolo della cucina. Ma le situazioni cambiano rapidamente, alle volte. All'improvviso, ricevetti una telefonata da parte della mia vecchia fiamma, Vittoria. Avevo sempre evitato di rivederla negli anni felici del matrimonio ma, a quel punto, lo scenario era radicalmente mutato. E così decisi di andarla a trovare in compagnia di Roberta. Non ci vedevamo da anni ma il suo sguardo verso di me mostrava ancora i segni di chi ha amato profondamente. Rividi la mia vita come in un film della durata di pochi secondi e mi resi conto di essere stata una stronza a mollarla così, di punto in bianco. E per chi, poi? Per uno che preferisce scopare con le 18enni invece che con la moglie. Ad ogni modo ci ritrovammo tutte e tre lì a casa di Vittoria: io, mia figlia e la padrona di casa, che ovviamente non si era mai sposata. A Roberta spiegai che, tempo addietro, io e la bionda eravamo state amanti. Notai anche che c'era complicità tra quelle due: Vittoria faceva apprezzamenti sulla giovane brunetta ma lei, d'altro canto, li gradiva. Cosa accadde? Bhè, che facemmo una lesbicata a tre coi fiocchi. Io, in quanto anello simbolico di congiunzione, interagì con entrambe. Usai dita e lingua per dare piacere e, ovviamente, ricevetti lo stesso sublime trattamento. Loro due non si "incrociarono" per quasi tutta la lesbicata ma, alla fine, Vittoria, impaziente di approcciare direttamente con la giovane fanciulla, slinguazzò le fessure calde e umide di Roberta che si lasciò esplorare a fondo soprattutto nel culo e venne, tra le mie braccia, urlando di piacere. Quell'esperienza fu davvero inebriante. Però non mi aspettavo che Vittoria, ingolosita dalla situazione, ne approfittasse per proporre a Roberta di restare ospite da lei per alcuni giorni. Roberta sembrò entusiasta e così le lasciai da sole ed andai via. Dal momento che hanno le stesse inclinazioni, mi sembrava giusto che 'approfondissero' la conoscenza. Com'è andata a finire? I pochi giorni sono diventati un mese e Roberta non è ancora tornata a casa... Vittoria si è presa il giusto "risarcimento" e mia figlia la sta di sicuro ripagando con gli interessi di quella relazione che, stupidamente, troncai molti anni prima...

mamma figlia e amica