giovedì 27 maggio 2021

Massaggiatore fetish

Mi chiamo Angela. Qualche mese fa mi recavo in un Centro Benessere. Ci andavo per relax ma soprattutto perchè i massaggiatori erano dei gran fighi, uno in particolare, Carlo. Da settimane gli avevo fatto capire che ci sarei stata ma lui sembrava non volerne approfittare. Un giorno, però, indossavo delle calzature particolari e ciò parve carpire la sua attenzione. Si fiondò sulle dita dei piedi e sui tacchi, baciando e leccando entrambi. Mi resi conto della sua incontenibile natura da feticista. Mi leccò la figa, io lo spompinai. Lui baciò il mio sedere. Pensavo fossimo giunti al punto di scopare ma lui preferì che usassi i piedi, uno nudo e uno con la calzatura: gradiva un footjob l'amico ed io non mi tirai certo indietro dal dispensargli piacere attraverso tale pratica trasgressiva. Sono per natura curiosa per cui, mentre godeva, gli feci qualche domanda su cosa accadesse realmente nel Centro. Mi rispose che lui ed i suoi colleghi (tutti molto carini) si 'intrattenevano' con la clientela, soprattutto quella maschile e un pò anche con quella femminile (come nel mio caso). In altre parole, i massaggiatori, non si limitavano ad offrire un trattamento terapeutico standard ma, piuttosto, gli spanavano anche il culo... all inclusive ovviamente! Ad un tratto smisi di usare i piedi e proseguì con la bocca. Era talmente eccitato, dopo aver raccontato quei retroscena, che cominciò ad eiaculare copiosamente nella mia bocca. Magari Carlo è per metà dell'altra sponda ma il suo sperma è davvero delizioso mmm!!!

massaggiatore

sabato 22 maggio 2021

Cedetti a Simona

Sono Anna, l'amica di Simona. Quando ricevetti il video della sua scopata con il rozzo barista, rimasi spiazzata. Credetti davvero che lei fosse etero ed andai di nuovo a farle visita. Ma per Simona, dopo la morte del marito, gli uomini rappesentavano soltanto un optional. Aveva architettato quello stratagemma in modo che io e lei ci riavvicinassimo. Stavamo sedute sul divano quando tirò fuori finalmente la verità, ossia di essere una lesbicona incallita con una bella cotta nei miei confronti. Simona mi leccò il collo. Pensai di andar via da casa sua ma non ci riuscì. Le mani audaci e la sua lingua calda mi tenevano ipnotizzata. Mi leccò i capezzoli, mi baciò e strinse le mie tettone da dietro. Le piaceva giocare, le sue mani calde e sensuali infondevano calore e desiderio. Molte donne, pure etero, ci sarebbero state in quelle condizioni. Io di sicuro lo feci. Mi ritrovai nuda a gambe aperte. Con lingua e dita si fece strada nella mia vagina ed io, a quel punto, iniziai a godere perdendo ogni sorta di freno inibitorio. Continuavo a pensare a quanto fosse sbagliato e innaturale un rapporto intimo tra due donne ma, al cervello, arrivavano impulsi e stimoli di sublime piacere di gran lunga superiori alle convinzioni da etero coltivate da sempre. Raggiunsi l'orgasmo, il primo dei tanti. Poi Simona, ovviamente, chiese di essere ricambiata. Mi faceva strano toccare una donna, il suo corpo, il sedere. In ogni caso, Simona allargò le gambe e io leccai una fica per la prima volta nella vita. L'eccitazione data dalla situazione particolare mi aiutò a superare l'imbarazzo. Pian piano mi abituai al gusto della vagina. Le infilai perfino due dita dentro. Poi lei mi suggerì di metterci a 69 e ci leccammo a vicenda: prima lei sopra, poi io. Gli ogasmi si susseguivano senza sosta per entrambe. Ci baciammo, ci sditalinammo a vicenda, scopammo anche strofinandoci le fiche. Ci provai sempre più gusto, volevo riuscire a farla godere il più possibile: usai dita, lingua. Intanto, curiosa, le chiesi delle sue relazioni con le donne. Rispose che andava con le ragazze. Provai un brivido di libidine. Le chiesi anche come fosse arrivata ad un interesse per me. Rispose che voleva qualcosa di più profondo ed intenso, non solo una scopata passeggera. La portai all'orgasmo. Poi fu lei a leccarmi e ad usare anche le dita, mentre stavo a pecorina sul divano. La mia fica scoprì per l'ennesima volta il gusto profondo dell'orgasmo. Le venute non si contavano più, ormai si godeva a oltranza. Le succhiai ancora il clitoride portandola ancora al piacere. Poi, sfinite, crollammo sul divano una (cioè io) sopra l'altra (ossia lei) sotto. Dormimmo nel letto matrimoniale insieme. Il mattino seguente tra di noi ci furono delle effusioni. Poi io andai via. Mi pregò di ritornare: lo feci la sera del giorno seguente. Nonostante avessimo goduto bene insieme, a me gli uomini piacevano parecchio. Lei non voleva rischiare di perdermi, casomai fossi stata intrigata da qualche maschio. E così mi riservò una sorpresa. Venni bendata con la scusa di un gioco erotico in modo che non potessi vedere cosa stesse succedendo. Simona allacciò lo strapon alla cintura. Poi mi chiavò a pecorina sul letto senza pietà. Precisò, con aria soddisfatta: "Ti piacciono gli uomini, giusto? Ecco, allora sono io il maschio che ti sfonda tutta... troia!". Mi fece sentire davvero una gran puttana e godetti intensamente. Alla fine, con 'trattamenti' del genere, pian piano assunsi pure io un orientamento lesbico e non cercai più gli uomini. Ormai il mio maschio era diventato lei...e continua ad esserlo! Tutt'ora mi fotte puntualmente, sia nel culo che nella figa. Oh siii!!! Leggi la storia dal principio

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venerdì 21 maggio 2021

Scopata col barista pensando ad Anna

L'unico modo di riconquistare la fiducia di Anna, la donna che amavo, era farle credere che fossi etero. Per questo motivo decisi di accettare le 'avances' di Pino, il barista sotto casa, detto "Pinuccio", un uomo piuttosto brutto fisicamente. Quando stavo nel suo locale mi guardava sempre con la bava alla bocca e, più volte, aveva chiesto un appuntamento. Una mattina andai a fare colazione al Bar e gli dissi che, la sera, verso le 21, avrei lasciato la porta di casa socchiusa: era un chiaro invito per venire a scopare. Pinuccio arrivò puntuale come un orologio, dopo aver chiuso il bar, naturalmente. L'uomo credeva che fossi realmente interessata a lui e che avessi ceduto al corteggiamento per un improvviso innamoramento sopraggiunto: figuriamoci! In realtà il mio obiettivo era Anna, come ben sapete, ma l'entusiasmo nel sesso ce lo metto sempre e comunque. Pinuccio si avvicinò e mi accarezzò le gambe, mi fece complimenti. Poi, con fare un pò rozzo, infilò due dita della sua grossa e rozza mano nella fica. Devo ammettere che, quelle 'ditate a sorpresa', non mi dispiacquero affatto. Si tolse la camicia. Sembrava una specie di gorilla, dovetti faticare per non ridergli in faccia. Ad ogni modo, il barista si levò anche i pantaloni. Tolsi il vestito a mia volta e imboccai il cazzo, slinguazzandogli poi anche i testicoli: non aveva un'asta particolarmente grossa o lunga ma, non per questo, da disprezzare. Il pisello divenne duro e fu pronto per entrare nella passera: iniziò a fottermi a pecorina. Pur preferendo nettamente le donne, riconosco che provai piacere a prendere il suo cazzo. Proseguimmo a candela (culo mio contro il suo viso per intenderci) e notai che gli piaceva molto essere cavalcato ovvero avere la donna sopra, infatti restammo a lungo in questa posizione, durante la quale raggiunsi l'orgasmo. Poi proseguimmo a missionaria: Pinuccio mi dette alcuni colpi prima di farmi mettere, nuovamente, sopra di lui. (stavolta tette contro il suo viso). Curiosa, gli chiesi esplicitamente se preferiva di più cavalcare o essere cavalcato. Rispose che gradiva la donna che prende iniziative. Preso atto di ciò, iniziai ad andare sù e giù più velocemente, alternando questo movimento ad una rotazione armoniosa del bacino. L'effetto fu devastante. Pinuccio, come prevedibile, andò letteralmente in estasi: sembrava quasi che gli stessi facendo un bocchino con la figa! Raggiunsi il secondo amplesso e il Barista esplose di piacere innaffiandomi le natiche di seme. Non riprese nemmeno fiato che fu pronto a chiedere: "Simona è stato bellissimo, ci rivedremo vero?". Sorrisi e risposi: "Pinuccio, goditi il momento, poi si vedrà". La scopata era stata registrata ed inviai subito ad Anna il relativo video. In testa avevo solo quella donna e l'avrei ottenuta a tutti i costi!  


Una bella amica da sedurre

Mi chiamo Simona. Ebbi un matrimonio piuttosto felice ma mio marito perì, anzitempo, in un brutto incidente stradale. Da quando restai sola, cominciai a provare sensazioni erotiche un pò diverse. In realtà, mi resi conto di osservare le donne con occhi interessati. In particolare, provavo attrazione per Anna, la mia migliore amica. Ci conoscevamo da una vita. Quando il suo matrimonio andava bene ed io stavo con mio marito, ci vedevamo meno spesso. Ma le situazioni nella vita cambiano, si sà. Il coniuge di Anna iniziò a cornificarla con ragazze più giovani mentre io, come descritto, restai vedova. Queste contingenze ci riavvicinarono parecchio e lei prese l'abitudine di venirmi a trovare a casa di frequente. Parlavamo, scherzavamo, guardavamo la tv, spesso restava da me anche a cena e andava via a tarda sera dopo che avevamo visto insieme qualche film. Stavamo proprio bene in compagnia ma, per me, lei era più di un'amica. Sentivo il suo odore, il calore del suo corpo: avrei voluto saltarle addosso in più di un'occasione ma dovetti frenarmi. Non le avevo mai confidato di essere lesbica conoscendo le sue idee da etero convinta. Ma sapevo che il marito la trascurava e che aveva, come me, tanta voglia di fare sesso. Puntai su quello per iniziare a smuovere le acque. Una sera le proposi un gioco: indossare entrambe la lingerie bianca per vedere come ci stava. Anna acconsentì e, oltre alle autoreggenti, mise anche delle eccitantissime scarpe rosse col tacco. Sostanzialmente dovevamo fare uno strip per sedurre un ipotetico spasimante. Anna, inizialmente, sembrava frenata, poi si lasciò andare di più. Le proposi un gioco nel gioco: io, con voce improbabile da maschio, avrei fatto finta di impersonare un uomo sexy e dotato pronto a scopare entrambe. Anna si prestò a quella specie di 'scenetta' che risultò molto intrigante, oltre che divertente. Ma il desiderio si impossessò di entrambe: lei avrebbe tanto voluto che fossi stato uomo per poter essere scopata... Ovviamente non lo sono e così, Anna, resasi conto di reclamare il randello invano, tornò in sè e si rivestì. Durante quel siparietto, la voglia aveva pervaso tutte e due. Anna ammise di essersi arrapata pensando all'ipotetico uomo che l'avrebbe scopata (al quale io avevo prestato la voce). Poi, però, chiese a cosa fosse dovuta la mia eccitazione. I miei sguardi interessati nei suoi confronti erano palesi. Cercai di negare ma feci moltissima fatica. Dubitava fortemente del mio orientamento sessuale. Questo la portò ad affermare di non volermi più rivedere! E così, pensando a quel maiale del barista sotto casa che mi guardava sempre con la bava alla bocca, escogitai un modo per riconquistare la sua fiducia: mi sarei scopata quel porcellone con tanto di documentazione video, pur di non perdere i contatti con Anna. PROSEGUE               

autoreggenti bianche

mercoledì 19 maggio 2021

Amicizia particolare in tre

Mi chiamo Fabiana. Qualche anno fa, conobbi due uomini, Joe, un moro mediterraneo e Armando, un tipo biondino. Diventammo subito grandi amici e cominciammo ad uscire spesso insieme. Credo di essere una ragazza piuttosto socievole ed attraente ma, in realtà, in vari mesi di conoscenza, nessuno dei due ci provò con me. Pensai fossero semplicemente dei tipi educati e riservati e non mi soffermai troppo su questo aspetto dal momento che, in loro compagnia, stavo piuttosto bene. Col trascorrere del tempo, la nostra confidenza aumentò al punto che non trovai difficile, un bel giorno, invitarli a casa mia per un drink e quattro chiacchiere. Tuttavia, essendo estate, faceva molto caldo e sentimmo il bisogno di spogliarci restando solo con l'intimo addosso. Dopo pranzo ci spostammo in camera da letto per una "siesta". All'improvviso mi accorsi che, dai loro atteggiamenti, traspariva qualcosa di strano. Dapprima si misero a giocare coi cuscini: le classiche cuscinate che, bene o male, tutti hanno fatto almeno qualche volta nella vita. Ero messa di spalle rispetto a loro e, ad un tratto, cominciai ad udire una sorta di corteggiamento di Armando nei confronti di Joe. Gli apprezzamenti erano piuttosto audaci e sembrava che a Joe non dispiacesse affatto. Poi, il discorso prese una piega leggermente diversa: cominciarono a parlare della mia bellezza e che, fino a quel momento, non l'avevano sottolineata abbastanza dati i miei atteggiamenti, a volte, da maschiaccio. Ad ogni modo, venne il momento in cui accennarono, più o meno velatamente, una proposta di sesso a tre. Me lo sarei aspettato in tutt'altro modo, naturalmente, e già immaginavo le doppie penetrazioni. Invece no! Niente di tutto questo! Iniziò una sorta di gioco in cui toccai le mutande di Joe. Con sorpresa constatai che anche Armando fece la stessa cosa ossia poggiò la mano sul pacco di Joe, prima di striscio, poi in modo più netto ed evidente, il tutto con una scusa: Voleva vedere se il ragazzo moro si stava eccitando. A quel punto, di fronte all'evidenza dei fatti, mi resi conto dell'omosessualità di Armando. Anche Joe si lasciò andare ad una sorta di "comin out", ammettendo la sua bisessualità. Dopo una mia battuta scherzosa ad Armando al quale dissi che potevamo contenderci Joe, fu proprio quest'ultimo a chiarire che la situazione non si sarebbe risolta con una sfida ma che, piuttosto, avremmo fatto l'amore in tre. Mi ritrovai a pecorina con Joe che mi scopava. Naturalmente Joe non mi trombava solo: con la bocca succhiava con gusto l'uccello di Armando. Osservare il loro siparietto orale, in concomitanza al cazzo che prendevo, mi portò a raggiungere un orgasmo piuttosto intenso. Poi venne il momento che, probabilmente, Armando sognava da mesi: prenderlo nel culo! L'impalata avvenne a candela. Da brava complice baciai e smanettai Armando mentre si faceva piacevolmente rompere il culo da Joe. D'improvviso sentì scorrere il liquido sulla mano e, allo stesso tempo, il passivo urlare di piacere: Armando aveva goduto! Joe, invece, scalpitava per venire. Lo sbocchinai un pò io, poi lasciai che Armando completasse il lavoretto orale, incitandolo e spingendogli la testa in modo da fargli entrare tutto il pene dell'altro dentro la bocca. Armando, in astinenza di cazzo chissà da quanto, spompinò l'uccello come un forsennato portando splendidamente il moretto all'eiaculazione. Gli spruzzi densi e copiosi di sborra 'immortalarono' il viso di Armando. Ne leccai un pò dalla faccia di quest'ultimo per sentirne il sapore: era proprio buona! Dopo l'amplesso, Armando, col viso ancora intriso di sperma, osservava Joe con gli occhi di chi si è preso una bella cotta per una persona. Al maschio dominante, queste attenzioni non dispiacevano affatto però, alla fine, nessuno dei due aveva il coraggio di parlare. Fui io a suggerire a Joe, titubante, di intraprendere una storia con il suo spasimante. Il maschio attivo sembrò pian piano convincersi che potesse essere una buona scelta, per la gioia di Armando. Come previsto i due, alla fine, si misero insieme e scoparono felici e contenti. Ed io sono contenta di aver condiviso quel momento intimo con loro eheh.     

maschi bisex

lunedì 17 maggio 2021

Colombian Beauty

Questa moretta sudamericana è davvero molto sexy, non credete?


La seduzione del capo reparto

Eccoci qui: Lara è con voi di nuovo per narrare la parte conclusiva della storia. Ricapitoliamo: dopo aver trombato con il direttore, quest'ultimo mi chiese di lasciare il suo ufficio per restare in compagnia di Tom e Gerard che, nel frattempo, erano sopraggiunti all'improvviso. E' evidente che gli uomini, in quella situazione, si resero protagonisti di un bollente triangolo omosessuale al quale, purtroppo, non potetti assistere. Di sicuro, però, sapevo che Tom si sarebbe fatto il capo. Io, intanto, avevo altro a cui pensare: dovevo convincere Alfred a tenere la bocca chiusa riguardo all'espisodio compromettente dell'ufficio. In realtà, a dirla tutta, non me l'ero mai filato mentre lui cercava invano di corteggiarmi. Quella fu la volta buona per cedere alle avances... e per un validissimo motivo: salvare il posto di lavoro! Uno sputtanamento da parte dei media avrebbe solo messo la società nei casini più profondi. L'unico che avrebbe spifferato tutto sarebbe stato il capo reparto, che peraltro aveva assistito alla 'scena incriminata' addirittura prima di me. Bisognava farlo tacere ad ogni costo! E così, al termine della giornata lavorativa, gli feci gli occhi dolci invitandolo a casa mia. Una cosa del genere per lui significò vincere alla lotteria. Ed io? Bhè, sono una gran troia, non c'è dubbio! Adoro far sesso con chi mi piace. E con chi non mi piace? Mmm consideriamola una trasgressione e si sà che, alla fine, i 'fuori programma' eccitano. Giungemmo a casa mia. Dopo aver mandato giù qualche drink, feci spogliare Alfred. Si stese sul letto ed io cominciai a sbocchinarlo. Di viso non mi aveva mai entusiasmato ma devo riconoscere che il capo reparto ha un gran bel cazzone. Si poneva delle domande, su come ci fossi stata all'improvviso, se gli piacevo davvero... Cercai di essere un pò evasiva, riconoscendogli l'innegabile merito di disporre di un gran tarello. Gli montai sopra a candela e lo chiavai. Il tipo aveva proprio una cotta per la sottoscritta. Lasciai che mi leccasse la figa: godevo e anche abbstanza. Poi mi scopò con foga a pecorina. Durante la trombata menzionai l'episodio dell'ufficio. Ronnie aveva proprio ragione riguardo ai modi di fare del capo reparto: Alfred era convinto di rendere pubblica la vicenda della scopata tra Tom e Roger. E così dovetti lavorarmelo per fargli cambiare idea. Prima gli spiegai che l'immagine della società ne avrebbe risentito negativamente, che probabilmente io stessa avrei potuto perdere il lavoro. Alla fine gli proposi una sorta di compromesso: se lui avesse taciuto sull'accaduto, io gliel'avrei data come e quando gli pareva. Non contenta, aggiunsi che avrei instaurato anche una relazione con lui. Si vede che ci teneva particolarmente a stare con la sottoscritta dato che, mentre scopavamo a pecorina, ebbe un autentico sussulto di piacere, sfilò il cazzo dalla fregna e cominciò a venire spruzzando all'impazzata il liquido caldo sulle labbra della passera. Anch'io raggiunsi un orgasmo piuttosto profondo: averlo scopato sia fisicamente che mentalmente, mi mandò letteralmente in estasi. Dopo quella torbida scopata, fui sicura che Alfred non avrebbe aperto bocca relativamente alla situazione da nascondere. Tirai un sospiro di sollievo, finalmente. I giorni seguenti incrociai Tom in Ufficio, più figo che mai. Gli spiegai che mi stavo occupando io del capo reparto ma che lui avrebbe dovuto continuare a farsi il direttore, in modo che quest'ultimo non fosse mai scontento. Avevamo un obiettivo comune, infondo, io e quel bel ragazzone: mantenere il posto di lavoro. Se è vero che si può scopare con persone che non intrigano al massimo ed arrivare comunque ad una soddisfazione, è altrettanto vero che, farlo con chi piace, è sicuramente molto stimolante e appagante. E così comunicai a Tom che la porta del mio ufficio era sempre aperta per lui. Non mi sarebbe certo dispiaciuto lasciarmi sbattere da un bonazzone come lui. E Alfred? Bhè, lo avrei mandato in giro a svolgere lunghe commissioni restando pronta, a cosce aperte, per ricevere il randello di Tom. Bhè, ne esistono di intrallazzi negli uffici, non è vero?            

bionda

La vicedirettrice incontra il capo

Segue da "Fotocopie a luci rosse". Dopo l'imbarazzante episodio accaduto in ufficio, telefonai al capo per aggiornarlo. Rispose quell'ingenua di Rossella, la sua segretaria personale. Nonostante tutto, era un preciso dovere fare rapporto al mio superiore e non immaginavo minimamente lui come l'avrebbe presa. Passò qualche giorno prima che Ronnie potesse ricevere la sottoscritta. In realtà in passato avevamo già scopato qualche volta per cui c'era una certa confidenza tra di noi. Aspettai solo pochi minuti prima che Rossella mi permettesse di entrare, come da ordini superiori. Accennai a Ronnie ciò che era accaduto durante le ore di lavoro. Mi aspettavo che parlasse di licenziamento dei 'soggetti incriminati', invece espresse considerazioni totalmente diverse inerenti l'immagine della società: l'episodio andava occultato per salvaguardare la prosperità aziendale. Restai perplessa e gli feci notare che Alfred, il capo reparto, aveva visto quella scena gay prima di me e rappresentava perciò uno scomodo testimone. Ronnie non si scompose, incaricò me di regolare la faccenda con quell'uomo: avrei dovuto fargli tenere la bocca chiusa ad ogni costo, andandoci anche a letto se necessario o, in mancanza di risultati, instaurare con il suddetto collega una relazione al fine di plagiarlo e distoglierlo dai suoi principi di integrità morale e professionalità sul lavoro. Poi il capo cominciò a spiegare il vero motivo per cui aveva assunto Tom e Gerard. In una manciata di secondi mi resi conto che i gusti sessuali di Tom non erano esattamente quelli che credevo. Un pò stufo delle tante donne scopate, tra mogli dei clienti, amiche ed altre, Ron aveva cominciato ad interessarsi agli uomini provando attrazione erotica verso questi ultimi. Nel frattempo l'atmosfera si era surriscaldata parecchio. Scoprì le tette, poi mi avvicinai a lui, gli accarezzai i coglioni da sopra al pantalone. Tornammo a parlare dei due dipendenti gay che intrigavano Ronnie, specialmente quel gran figo di Tom: come dargli torto! Il capo mi massaggiò le tettone. Voleva sapere nei dettagli ciò che avevo visto. Quando glielo raccontai andò in estasi e il suo cazzo divenne durissimo. Mentre lo sbocchinavo, si lasciò andare ad ulteriori confidenze. In realtà l'episodio dell'ufficio, apparentemente solo increscioso, andava pienamente a suo favore. Facendo percepire ai due impiegati la paura per un eventuale licenziamento li avrebbe letteralmente 'tenuti per le palle' potendo così far sesso con loro quando e come desiderava. Ron mi chiavò a pecorina, intanto forniva altri dettagli su come avrebbe scopato con quei due: venne fuori che da Tom lo avrebbe preso volentieri nel culo e poi, chissà, magari insieme si sarebbero fatti Gerard, il passivo 'certificato'. Proseguì a scopare con lui prendendo il randello nella fica a candela. Intanto insistette sul fatto che avrei dovuto ridurre Alfred, il capo reparto, al silenzio con ogni mezzo, a costo di instaurare una relazione con lui. Dialogando e scopando, andò a finire che me ne venni e godetti anche parecchio. Anche Ronnie giunse al culmine del piacere, sfilò il cazzo dalla fica per donarmi il seme caldo e abbondante in bocca. Lo bevvi e, in parte, colò pure sulle tettone. Stavamo ancora assaporando il dolce gusto dell'orgasmo quando, all'improvviso, comparvero nella stanza proprio Tom e Gerard che, in pochi secondi, si denudarono affermando di essere totalmente a disposizione del capo per ogni sorta di accordo o 'chiarimento' riguardo alla figuraccia dei giorni precedenti sul posto di lavoro. Gli occhi di Ron si illuminarono osservando quei maschioni mezzi spogliati pronti, nella sostanza, a soddisfare ogni suo desiderio. Io ero nuda, avevo solo i tacchi dal momento che avevo appena finito di trombare. Ron, con disinvoltura estrema, affermò che io stavo giusto andando via. Il porcellone voleva rimanere da solo con i suoi 'amati' impiegati per combinare chissà quali e quante porcate delle quali io me ne ero fatta solo un'idea parziale. Rimisi i vestiti e mi apprestai ad uscire dalla stanza. Arrivai astento a girare la maniglia della porta e sentì dei gemiti. Mi girai un attimo e notai che avevano già iniziato con le slinguazzate in bocca. Uscì e chiusi la porta. Rossella notò l'espressione pensierosa comparire sul mio viso e chiese se fosse andato tutto bene. Le risposi ironicamente facendo riferimento ad un'ipotetica riunione incentrata sui finocchi e lei capì, erroneamente, che la società intendeva investire in campo agricolo. Avevo ben altro a cui pensare, dovevo lavorarmi il capo reparto e lo avrei fatto di lì a poco... CONTINUA

scopata

sabato 15 maggio 2021

Fotocopie a luci rosse

Sono la vicedirettrice di un'importante azienda di marketing, il mio nome è Lara. La situazione che mi capitò di vivere in prima persona, nell'ambito lavorativo, ha dell'incredibile. Per questa ragione ve la racconto volentieri. Partiamo dal principio. Ho un ufficio tutto mio al primo piano e poi ci sono le 'room' dove lavorano i dipendenti. Ronnie, il capo, si trova invece all'ultimo piano dell'edificio, il quarto. Sono l'unica donna in servizio, il resto del personale è composto da uomini. Ero convinta che due dei nostri dipendenti, vale a dire Tom e Gerard, fossero stati assunti dal direttore per comprovate capacità professionali e non per altre motivazioni che vi saranno più chiare in seguito. Cominciò tutto una mattina quando, all'improvviso, Alfred, il capo reparto, iniziò ad urlare come un ossesso richiedendo a gran voce un mio intervento. Cosa era successo? Bhè, Alfred aveva beccato i suddetti Tom e Gerard intenti a scopare con foga nei pressi della fotocopiatrice. Quando giunsi nella stanza 'incriminata', constatai di persona che Alfred diceva la verità. Tom stava inculando il collega a candela e, nel contempo, glielo faceva pure in mano. Li ripresi in modo brusco spiegando che in Ufficio certi atteggiamenti non si possono assolutamente tenere. Non avevo mai visto da vicino due uomini accoppiarsi; solo raramente li avevo osservati in film porno del genere gay sui quali non mi ero soffermata più di tanto. Spiegai ai due dipendenti che, di lì a poco, avrei dovuto inevitabilmente fare rapporto al direttore generale. Conoscevano perfettamente i rischi ai quali si và incontro in tali casi: il più grave, ovviamente, è il licenziamento in tronco. Ad ogni modo, nè la mia presenza, nè tantomeno la paura di perdere il lavoro, costituirono un valido freno inibitorio per quei tipi che sembravano stregati da una bruciante passione omoerotica. Guardandoli scopare con convinzione e voglia sempre crescenti, ne restai affascinata e intrigata al punto da iniziare a gocciolare con insistenza tra le gambe fino a bagnare vistosamente le mutandine. Inoltre, l'odore intenso di maschi in calore, che si diffuse e impregnò tutta la stanza, mi procurò ulteriori sensazioni libidinose. Mi resi perfettamente conto che, lo scetticismo che avevo sempre mostrato riguardo ai rapporti omosessuali, cominciava decisamente a vacillare. Più che mai curiosa e vogliosa di osservare la trombata al maschile fino alla conclusione, suggerì loro di proseguire. Del resto, le conseguenze ci sarebbero state comunque per cui tanto valeva la pena che almeno godessero perbene fino in fondo. Accolsero il mio 'benestare' con entusiasmo e continuarono la galoppata. Tom, gasato a mille, affondò tutto il pene nel buco intimo, ormai spanato, dell'altro maschio facendolo godere a pecorina fino all'orgasmo. Poco dopo fu Tom a eiaculare in abbondanza sulle natiche del collega. Pregai i due uomini di ripulirsi e ricomporsi. Poi corsi in fretta nel mio ufficio e chiusi la porta a chiave. Tolsi tutti i vestiti e, adagiata sulla sedia, a cosce aperte, fui pronta a spararmi un ditalino furibondo pensando a ciò che avevo appena visto. Raggiunsi l'amplesso in pochi minuti. Appagata e libera dalle tensioni, indossai nuovamente i vestiti e telefonai al capo per sapere quando avrei potuto fargli visita allo scopo di spiegare il comportamento poco professionale tenuto dai due dipendenti. FINE PRIMA PARTE           

impiegati gay

venerdì 14 maggio 2021

Casalinga matura per la rappresentante

Sono Teresa, Laureata in economia. Mi sarei aspettata di ambire ad un incarico dirigenziale al cospetto di una società prestigiosa ma, data la crisi, non riuscì nell'intento e finì a svolgere l'incarico di rappresentante di cosmetica pur di racimolare i soldi per pagare le bollette e portare il fatidico piatto a tavola. E devo dire che mi andava anche piuttosto bene. Essendo una giovane donna di aspetto gradevole, in un modo o nell'altro convincevo i clienti ad ordinare i prodotti. Quando le parole non bastavano, mi esibivo nella 'noble art' spompinatoria, dopodichè i clienti diventavano decisamente più malleabili. Bhè, in alcuni casi, non disdegnavo di farmi anche scopare. Ormai era diventata una specie di droga: pur di portare a casa il risultato, diventavo molto disponibile sessualmente. Naturalmente si trattava sempre di uomini, il mio "piatto preferito", la mia "zona di comfort". Mai mi sarei aspettata di vivere una situazione analoga ma con una donna. Marisa era una donna bionda affascinante di una certa età. La conobbi per caso effettuando uno dei miei giri di vendita "door to door" di creme per il corpo. Abitava all'ultimo piano di un palazzo dall'aspetto un pò fatiscente. L'appartamento, invece, era molto ben curato. A Marisa piaceva chiacchierare ma assai meno comprare. Andai lì due volte senza ottenere risultati. La terza volta, verso le otto di sera, mi fece trovare la tavola apparecchiata e una bottiglia di vino bianco come fiore all'occhiello. La donna insistette affinchè cenassimo insieme e così decisi di accettare l'invito sperando di convincerla ad acquistare i miei prodotti. Il cibo era delizioso e il vino ottimo. Vedendo che non si decideva a comprare nulla, stavo quasi per andare via ma lei mi pregò di restare ancora un altro pò. Mi disse: "Teresa, le va di fare altre quattro chiacchiere sul divano?". Mi resi conto che sul divano voleva concludere ben altro. Dai suoi sguardi insistenti si notava che era interessata alla mia persona. Fino a quel momento non mi era capitata una situazione del genere con una donna. Marisa poggiò una mano sulla mia gamba. A quel punto l'istinto mi portò ad osare. Le accarezzai la testa e la spinsi verso la mia in modo che potessimo limonare. Sapevamo di vino, fu davvero eccitante. Poi le succhai i capezzoli. Pensai che, se fossi stata disponibile, come lo ero solitamente con gli uomini, lei alla fine avrebbe comprato le creme per il corpo. Mi baciò in bocca, sulla pancia. Intanto mi raccontò la sua storia, in particolare che era diventata lesbica dopo il divorzio dal marito. Ascoltai con attenzione, poi spalancai le gambe e lasciai che la sua lingua calda e vogliosa giocasse con il mio clitoride. Cambiammo posizione, si mise dietro di me a leccare le parti intime e io godetti di brutto. Ci ritrovammo nuovamente a limonare, stavolta con passione ancor maggiore rispetto a prima. Si sentiva sempre quel sapore di vino che contribuiva a renderci arrapate. Marisa si, stese, aprì le gambe e io le leccai la fica. Era pelosa ma questo non mi impedì affatto di slinguazzarla tutta. Marisa assunse la posizione a quattro zampe ed io le leccai il buco del culo. Anche lì non era del tutto liscia ma questo non frenò la mia voglia di far saettare la lingua nel suo ano. Queste attenzioni mandarono in estasi la donna che se ne venne. Ma da Marisa c'era da aspettarsi di tutto: allargai le gambe credendo che mi leccasse, invece la signora aveva altre intenzioni. Con disinvoltura infilò la mano dentro la mia vagina sostenendo che poteva essere meglio di un cazzo! Quel movimento audace dentro e fuori mi portò splendidamente all'orgasmo. Venni intensamente inzuppandole la mano di liquido intimo. Appagata dall'amplesso appena provato, la abbracciai quasi in segno di ringraziamento per quell'esperienza intensa vissuta insieme. Ma non finì lì. Marisa mi prese la mano e raggiungemmo insieme la toilette. Una volta lì, si stese nella vasca e disse che avrei dovuto urinarle addosso. Mi faceva strano ma ormai, come si suol dire, avevo fatto 30, perchè non fare anche 31? E così iniziai a pisciarle addirittura in bocca, poi sulle tette. Fu un autentico sballo! Poi Marisa si alzò e, con aria decisa esclamò: "Bene, ora tocca a me cara, stenditi tu...". Un pò timorosa mi stesi nella vasca intuendo bene cosa mi aspettasse. Pochi istanti dopo, Marisa urinò copiosamente puntando il getto in direzione della mia bocca e poi spostandolo sulle tette. In quel momento mi sentì davvero una gran troia. Mi resi conto che quelle porcate mi piacevano eccome. Dopo una doccia per pulire il piscio, a tarda sera, mi rivestì per andar via. Mentre uscivo dalla porta Marisa specificò: "Le compro le tue creme se vieni a trovarmi di nuovo". Contenta per il risultato ottenuto sorrisi e la salutai. La volta seguente portai le creme e lei pagò. Poi mi disse: "Sai a cosa mi servono queste? Per ammorbidire il tuo culo!". Le risposi: "Wow!" Bhè, vi lascio immaginare che uso ne fece: andavano proprio bene come emolliente per spanarmi il culo con i suoi dildo! Uh!

godere

giovedì 13 maggio 2021

Matura sedotta da due giovani lesbiche

Sono una ragazza lesbica di nome Tiziana. La mia compagna si chiama Loredana. Studiamo entrambe alla stessa Facoltà e alloggiamo, in fitto, in una casa distante dalla nostra città d'origine. Le nostre rispettive famiglie non hanno mai visto di buon grado la relazione saffica tra me e lei per cui, stando lontano ci sentiamo molto più tranquille. Siamo una coppia affiatata ma non vi nascondo che, se capita l'occasione, ci piace sperimentare nuovi giochi erotici. A dire il vero, sia a me che a lei, hanno sempre intrigato le signore mature. Combinazione volle che, al piano sopra il nostro, nel palazzo dove abitavamo, c'era una coppia matura. Litigavano spesso finchè, un bel giorno, si separarono e lui andò via. Rimase dunque solo lei, una signora di nome Carmen. La donna, un pò in là con l'età e un viso in parte segnato dallo scorrere del tempo impietoso, vantava ancora un corpo assolutamente sexy. Ma si vedeva che stava attraversando un periodo di profonda depressione per l'abbandono da parte dell'ex marito. All'inizio, quando ci incontravamo per caso nel palazzo, salutava astento me e Lory. Poi, col tempo, al saluto cominciò ad aggiungere dei sorrisi ammiccanti. Compresi che voleva compagnia ma quale tipo di compagnia, bhè, questo era tutto da vedere. Finalmente un giorno decisi di prendere l'iniziativa e, mentre saliva le scale, le dissi a bruciapelo: "Salve signora! Ci incontriamo spesso ma non scambiamo mai due parole... Le possiamo offrire un caffè?". Carmen rispose, con voce sottile: "Ehm, grazie, che gentili che siete". E così entrò a casa nostra. Ci sedemmo al tavolo e sorbimmo un caffè. Sapevamo già tutto di lei poichè il portiere pettegolo dello stabile ci aveva raccontato la sua situazione. Carmen non ebbe il coraggio di dire la verità, e cioè che si era separata, fece solo intendere che il marito stava molti mesi fuori per lavoro, una gran cazzata. Ma noi stemmo al gioco. D'altro canto, anch'io volevo andarci cauta, mantenere un profilo basso per non agitarla. Le dissi che io e Loredana eravamo semplici compagne di studio. Entrammo nella parte delle amiche che confortano. Carmen si sentì invogliata a farci visita di nuovo. La esortai ad aprirsi di più. Si sbottonò e disse: "Bhè, ragazze, la verità? Ho una gran voglia di cazzo! E sono dannatamente in astinenza...". Questa esternazione poteva sembrare poco utile per noi ma fu essenziale per spostare il discorso sul sesso. Nella parte della stronza, che mi riesce benissimo, tirai fuori un vibratore e glielo prestai, le dissi: "Bhè, prova con questo, vedrai che ti sentirai meno sola!". E aggiunsi:"Sai, anche io e Loredana lo usiamo, anzi, quando finisce lei me lo passa così lo trovo già ben lubrificato...". Carmen rispose: "Caspita!" e mostrò un'espressione del viso piuttosto intrigata. Passarono dei giorni. Incontrammo di nuovo Carmen per le scale e le chiesi: "Hey Carmen! Come và? Ti sei trovata bene con il mio gingillo?". Carmen divenne rossa in volto e si affrettò a precisare: "Si, scusa, devo restituirtelo, comunque non è niente male". La chimica cominciava a scattare. Quando la incontravamo ci guardava in modo sempre più intenso e noi la ricambiavamo con sorrisi e occhiolini. Poi fu lei ad offrirci un'occasione d'oro, propose: "Ehm, ragazze, come sapete sono spesso sola... perchè una di queste sere non venite a cena da me?". Risposi con ipocrisia:"Ma no! Non vogliamo mica disturbare!". Carmen ribattè:"Ma che disturbo! E' un piacere, magari guardiamo un film insieme...". Risposi:"Bhè, d'accordo, se insisti tanto, tranquilla portiamo noi da bere". Iniziammo a mandar giù qualche drink, a lei ne facemmo ingurgitare qualcuno in più, in modo da sciogliere del tutto la tensione. Iniziammo a guardare un film romantico sul divano e lei commentava quanto le piaceva il protagonista maschile, come se lo sarebbe fatto volentieri. Per nulla interessate agli uomini, le reggemmo di nuovo il gioco ma giungendo ad una svolta, le proposi: "Ehm, Carmen, se vuoi far colpo su uomini così devi curare la lingerie. Perchè non proviamo qualcosa insieme, io, te e Lory, sai anche lei vorrebbe far colpo su un ragazzo che le piace". Tutte minchiate, naturalmente. Alla fine lei indossò una lingerie bianca arrapante che mi fece gocciolare nelle mutande. Anche io e Lory indossammo delle belle calze autoreggenti nere sexy (e tutte e tre avevamo i sandali col tacco). Dissi a Carmen: "Wow! Così farai davvero colpo sugli uomini, sei davvero figa!". Intanto Loredana le porse un altro bicchierino di vino, l'ennesimo. Proseguì e le dissi:" Magari potresti far colpo non solo sugli uomini...". Carmen replicò: "In che senso?". A quel punto io e Loredana la stavamo già palpando al petto ed io tirai fuori la lingua per cercare la sua bocca. Le dissi che mi ero accorta degli sguardi complici nel palazzo. Lei tentò di giustificarsi dicendo che si sentiva sola e che l'uomo con cui stava l'aveva mollata definitivamente. A quel punto giocai anch'io a carte scoperte rivelando che Loredana non era solo un'amica. Io e la mia compagna ce la mettemmo tra noi sul divano. Lory le baciò il culo, io la bocca. Ormai eravamo giunte al punto di non ritorno. Riuscì a limonarla mentre Lory le leccava le tette, ancora appetibili per la sua età. Le assaggiai anch'io trovandole squisite. Ci stendemmo tutte e tre sul divano: la limonavo e le infilai un dito nella fica mentre Lory le succhiava i capezzoli. Carmen si stava lasciando andare del tutto. Le spalancai le cosce e iniziai a leccare la sua fica stagionata. Vi ricordo che era sempre stato il mio sogno leccare una patata matura. Poi allargai io le gambe e lei leccò me mentre si faceva slinguazzare le intimità dalla mia compagna. Ebbi un primo bollentissimo orgasmo. Poi Carmen, col sapore in bocca della mia venuta, si mise a leccare la fica di Loredana. Intanto io leccavo le tette alla mia compagna. Deliziata in quel modo, anche Lory raggiunse un intenso orgasmo. Allargai nuovamente le gambe consentendo a Lory di leccarmi ancora la passera. Intanto Carmen, più che mai vogliosa, leccava ancora la mia fidanzatina. Venire non mi era bastato, volevo ancora giocare e così mi misi dietro Carmen leccandole minuziosamente il buco del culo non esente da una leggera peluria che non mi diede fastidio. Gasata a mille da quel bollente triangolo, iniziai a infilare la mano nella fica già abbastanza comoda di Carmen. L'idea che avesse preso tanti cazzi mi eccitava di brutto. Affondai con tutta la mano nella fregna facendo gridare di piacere Carmen fino all'orgasmo. La mano si riempì dei suoi liquidi mentre Lory le leccava le tette. Dopo le venute, riprendemmo fiato. Carmen pensava fosse finita ma io la pregai di non rivestirsi. La presi per mano conducendola nella toilette. Lory ci seguì come un'ombra, naturalmente. Giunte in bagno dissi a Carmen: "Hey, non lo vuoi il dessert, puttana? Allora dai, entra nella vasca". Carmen non sapeva cosa avessi intenzione di fare ma si sentiva sottomessa e ubbidì: entrò e si stese. A quel punto io e Lory, stando all'impiedi, cominciammo a pisciarle addosso senza pietà irrorandola di liquido caldo. Gliela scaricammo tutta in una sorta di doccia doppia all'urina. Alla fine Carmen chiese se fossimo tornate a farle visita. Le risposi che, la volta successiva, la pipì gliel'avremmo data tutta in bocca e non semplicemente sul corpo. Bhè, la dolce Carmen, qualche giorno dopo, fece il pieno di pipì, ve lo posso assicurare! Eheh.

lesbo

mercoledì 12 maggio 2021

Whisky ladies

Mi chiamo Ramona. A volte, nella vita, capitano situazioni inimmaginabili e non sempre sono da considerarsi spiacevoli. Parliamoci chiaro: la maggior parte delle donne sono troie almeno un pò e, quelle che non lo sono, magari vorrebbero esserlo. Ad ogni modo, io e le mie amiche lo siamo di sicuro. Ma partiamo dal principio. Ci siamo conosciute dal parrucchiere. Io e Delia, entrambe sposate, siamo le più gradicelle mentre Erica e Monica, fidanzate, hanno qualche anno in meno. Si può dire che nessuna di noi è stata mai una santa però il nostro rapporto rientrava nei confini di una sana amicizia. Ci incontravamo, andavamo in giro a fare shopping, al cinema, a teatro. Insomma, ci comportavamo da normali amiche, al massimo commentavamo qualche bell'uomo incrociato per strada, ma nulla di più. E' evidente che, piano piano che ci si conosce, si entra maggiormente in confidenza. Ognuna di noi si lamentava, bene o male, del rispettivo partner troppo impegnato con il lavoro. Negli ultimi tempi ci prese un pò una pigrizia, spesso preferivamo vederci a casa mia (dato che mio marito non c'è mai) e guardare qualche film in compagnia piuttosto che andare in giro. Probabilmente avevamo bisogno tutte di più attenzioni. Qualche volta capitava che, durante la visione di un film, ci abbracciassimo o ci tenessimo per mano. Ma ciò accadeva in modo naturale e del tutto innocente. Non stavamo sempre tutte insieme. Molte volte veniva a casa solo Delia, raramente si univano le altre due. Un giorno ci ritrovammo tutte e quattro da Monica per il compleanno di quest'ultima. In tale occasione, Delia aveva portato con sè una bottiglia di pregiato whisky per festeggiare la nostra comune amica. Dopo il primo 'giro di bicchierini', l'atmosfera cominciò a cambiare. Più buttavamo giù alcol e più ci guardavamo tra di noi in modo diverso. Dopo esserci praticamente scolate la bottiglia in quattro, accadde qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato: Erica propose di fare sesso. Quelle parole sembravano surreali: quattro amiche che si conoscono ormai già da un bel pò, per giunta etero, almeno in teoria, come possono pensare a fare sesso? Ma, a volte, la logica esiste per essere smentita dall'irrazionalità, dalle sensazioni del momento. Io e Delia restammo confuse per qualche attimo mentre Monica sembrava accogliere di buon grado la proposta di Erica precisando che tanto non lo avrebbe scoperto nessuno. Insomma le più giovani avevano tutta l'aria di voler provare la lesbicata ed io e Delia non ci sentimmo di dire di no. Fatto sta che ci dividemmo in coppie, su due divani diversi: io mi sedetti accanto a Monica ed Erica vicino a Delia. Il primo approccio fu per tutte il bacio. La bocca di Monica puzzava di alcol e la cosa mi eccitò. Pensai che anche lei sentiva lo stesso sapore e anche quelle altre due tra loro. Delia sembrava piuttosto infoiata, evidentemente non scopava da parecchio col marito: si fiondò sulle tette di Erica succhiandole i capezzoli con gusto. Erica naturalmente ricambiò. Intanto io mi misi sopra Monica, le baciai e leccai il seno, poi anche la figa e limonammo nuovamente. Intanto Delia, a gambe spalancate, si faceva leccare la fregna da Erica. Successivamente Delia si concentrò sui capezzoli della giovane amica. Monica, intanto, si mise sopra di me e mi baciò con passione. Poi, spalancai le gambe per farmela leccare tutta. Nel frattempo Erica, nuda, sul divano a pecorina, riceveva le attenzioni insistenti di Delia che le esplorava culo e fica con la lingua. Per ricambiare Erica passò 'all'artiglieria pesante', prese un dildo e lo infilò con decisione nella passera di Delia che, leccandosi le labbra, ebbe un sussulto di piacere profondo. Inutile dire che, in quel ménage, gli orgasmi si susseguirono a catena per tutte noi. Ma le sorprese non erano ancora terminate, in quel torbido pomeriggio. Erica e Monica si guardarono in modo complice, presero per mano me e Delia e ci condussero nel bagno. Poi Monica, rivolgendosi a noi più grandicelle, affermò: "Le stagionate probabilmente vogliono fare un bel bagno". Ingenuamente risposi: "Perchè no...". La vasca cominciò a riempirsi ed io e Delia ci infilammo dentro. Poco dopo, le nostre giovani amiche entrarono restando all'impiedi. A quel punto il loro intento fu chiaro ma era troppo tardi per un rifiuto. E così Erica cominciò ad urinare senza esitazioni tra le tette di Delia e Monica fece la stessa cosa con me. Quel getto caldo sul corpo si rivelò tremendamente eccitante e mi sentì particolarmente troia. Si concluse così quel pomeriggio di porcate tra amiche. Ci ripulimmo e ci rivestimmo. Si fece sera. Io, Delia ed Erica stavamo per andar via quando il fidanzato di Monica rientrò a casa. Dopo un saluto si rese conto che ci eravamo scolate una bottiglia di whisky e osservò: "Ehm, vedo che avete bevuto un pò... mi raccomando ragazze andateci piano perchè il whisky in eccesso può far male...". Monica sorrise, guardò il compagno negli occhi e rispose: "Ma no tesoro, tutt'altro! Può far stare molto bene, lo sai?".

lesbicata

martedì 11 maggio 2021

Specializzata in doppie penetrazioni

Sono la vostra amica Rosa. Mi avete già conosciuta in un post precedente. Sono solita recarmi in discoteca e restare lì fino a tarda notte in cerca di uomini arrapati disposti a scoparmi a fondo. Rientro tardi a casa, quasi all'alba. Ma ricordo bene quella magica notte in cui non ritornai proprio alla mia abitazione facendo preoccupare perfino mio figlio Luigi (di solito intento a scopare con il suo miglior amico Giacomo). In discoteca ricevetti, da un tizio di nome Jack, conosciuto pochi minuti prima, la proposta allettante di andare a bere qualcosa nel suo appartamento. Dopo un drink ci spogliammo e cominciammo a scopare a candela, nel senso che io stavo sopra di lui. Durante la cavalcata mi disse di aver contattato altri due amici pronti ad unirsi a noi. Ne arrivò prima uno di nome Eric e fu pronto a spingere il cazzo dentro al mio culo. E così ci ritrovammo a scopare in tre in una bollente doppia penetrazione. Poi i due mi chiesero di indossare una lingerie nera molto provocante con tanto di calze e reggicalze che loro stessi tirarono fuori all'improvviso da una confezione. Lo feci volentieri. Intanto si aggiunse al gruppetto un terzo elemento di nome Fabio. Segai un pò quest'ultimo, gli altri due intanto stantuffavano con vigore culo e fica in tandem. Poi feci scivolare il cazzo di Fabio nella bocca propinandogli un succulento pompino mentre gli altri due, assatanati, spingevano sempre più forte gli uccelli duri nei buchi intimi ampiamente dilatati. Riempita e chiavata in ogni dove, toccai davvero il Cielo con un dito raggiungendo orgasmi a raffica. E anche loro, dal momento che, in preda all'amplesso, mi scaricarono in corpo un autentico mare di sborra. Potevo sentir scorrere il seme caldo in bocca, gustarlo e percepirlo anche nel culo e nella fica, il tutto meravigliosamente in contemporanea. Oddio! Quanto sono troia!          

culo e fica

Luigi e Giacomo scopano

Sono Luigi, il figlio di Rosa. Avete letto il dialogo intimo tra me e lei. Dopo la separazione mia madre è diventata una gran troia, le piace scopare anche con più uomini insieme. Io, intanto, incapace di rapportarmi alle ragazze, diventai molto intimo con un amico di nome Giacomo. Con lui provai i brividi delle prime esperienze: all'inizio ci baciavamo e io lo spompinavo. Lui ricambiava segandomi. Poi, un giorno, andammo oltre. Gli propinai il solito pompino ma Giacomo, dopo avermi preso per i fianchi, me lo mise nel culo a pecorina. Di posizioni ne cambiammo varie, fu proprio una bella scopata. Ci trovavamo a missionaria quando cominciai a eiaculare copiosamente mentre lui me lo spingeva nel culo. Giacomo aumentò il ritmo e godette a sua volta spruzzando il suo nettare caldo sul mio petto. Lo ricordo come se fosse accaduto adesso quel primo fantastico rapporto completo. E la mamma? Bhè lei ha ancora un pò di cose da raccontare.

omosessuali


lunedì 10 maggio 2021

Confidenze intime tra madre e figlio

Il mio nome è Rosa. Fino a un annetto fa ero sposata. Nonostante non abbia più 20 anni, credo di essere ancora una donna piacente. Devo convenire che, negli ultimi tempi, sono decisamente cambiata nel modo di essere e nell'approccio con gli altri. La separazione con Gustavo, per ragioni di incompatibilità caratteriale, segnò, di fatto, la fine del matrimonio ma anche la mia trasformazione da bruco a farfalla, per così dire. Libera dal vincolo coniugale, che mi aveva tenuta repressa per anni, ritrovai un'incredibile spensieratezza e, perchè no, troiaggine. Consapevole di essere una tipa intrigante, mi vestivo in modo provocante con tanto di minigonna, autoreggenti e tacchi. Trascorrevo quasi tutte le notti in discoteca. Mi recavo lì insieme ai colleghi e colleghe di lavoro. Loro però ci andavano per svago e relax e, in genere, rientravano a casa entro l'una. Io, invece, rimanevo lì ben oltre quell'orario appositamente, proprio per cercare incontri hot. Di solito sono più gli uomini a corteggiare, nel mio caso glielo facevo solo credere. Si avvicinavano sulla pista da ballo ed io non mi sottraevo affatto quando si strofinavano contro la mia gonna, sia davanti che dietro. Sentivo i loro cazzi indurirsi di brutto e, quando l'atmosfera si surriscaldava troppo, mi dirigevo verso la toilette. A quel punto, uno o più uomini mi seguivano, più che mai convinti di poter scopare. E così io mi chinavo ed iniziavo a propinare bocchini a destra e a manca. Poi lasciavo che mi alzassero la gonna, che mi calassero le mutande, in modo da farmi scopare a pecorina, con le mani poggiate contro il muro, come una troia. Quando erano in due, uno me lo infilava nella fica, o nel culo, e l'altro in bocca, e andavamo avanti così. Altre volte manifestavano il desiderio irrinunciabile di prendermi nei buchi contemporaneamente. E allora uno si stendeva a terra, io gli montavo sopra, e l'altro si metteva dietro di me: la posizione ideale per una doppia penetrazione. Naturalmente arrivava sempre qualcun altro pronto ad osservare la scena che lo ispirava al punto da segarsi oppure, qualche tipo più audace che si avvicinava e sfruttava l'unico buco rimasto libero, la bocca, e riempiva anche quello. Naturalmente, disponevo sempre di vestiti di ricambio dal momento che concludevo le serate quasi sempre inondata di sborra dalla testa ai piedi. E così vi siete fatti un'idea di quanto sia troia o, perlomeno, di quanto lo sia diventata dopo la separazione. Ma non abito da sola, con me c'è un ragazzo di nome Luigi, è mio figlio. Devo ammettere che, dopo la fine del matrimonio, sono stata un pò egoista, ho pensato a godermela, a scopare e divertirmi e ho trascurato mio figlio. Andavo sempre di fretta. Al ritorno da lavoro, facevo la doccia poi mi preparavo per le notti di cui innanzi. Ma un giorno, quando avevo appena indossato i vestiti 'serali', sentì bussare alla porta della mia stanza. Aprì ed era ovviamente Luigi. Mi chiese come mai facessi così tardi la notte, giustamente voleva sapere cosa stesse succedendo. Gli raccontai tutto, spiegando che non ero certo una vecchia di 80 anni decrepita e che, dopo i dissapori col padre, avevo pieno diritto a certi svaghi. Lo sguardo di Luigi fu inequivocabile, dall'espressione del suo viso capì che mi considerava alla stregua di una mignotta. Del resto, come dargli torto! Poi, però, si dimostrò anche dolce e comprensivo. Disse che magari fecevo bene. Inoltre, sentivo che mi nascondeva qualcosa. Finalmente fece uno sforzo e si lasciò andare ad una confidenza che non mi sarei di certo aspettata. In pratica, aveva cominciato a spompinare il suo compagno di studi, Giacomo. L'amico, dal canto suo, non se la sentiva di ricambiare allo stesso modo, cioè usando la bocca, e così faceva venire mio figlio con le seghe. Mi resi conto che Luigi stava pian piano diventando gay. Con le ragazze, infondo, non ci aveva mai saputo fare. Colta da un istinto impulsivo, e da un torbido senso di protezione materna, per un attimo pensai di diventare io la sua donna. Accarezzai il suo sesso sopra il boxer, lo baciai in bocca a stampo. Poi scoprì il seno in modo che lui me lo leccasse un pò. In quei frangenti sentì Luigi davvero molto coinvolto. Mentre lui stava steso sul letto, accennai uno strip calando la minigonna e gli permisi di leccarmi la fica sopra le mutandine. Colta da eccitazione profonda, e con la sua lingua che batteva nella zona intima, allagai le mutandine così tanto che lui mi disse di sentire un odore fortissimo. Raggiunsi un orgasmo torbido e profondo. Lui pose le mani sui miei fianchi e si apprestò a calarmele. Ci riuscì un pò, ad abbassarle, con l'intento evidente di voler scopare ma io bloccai le sue mani in tempo con le mie, precisando: "No, questo no! La mamma è bella, lo sò, ma non puoi fotterla! E' sbagliato sai, e poi diventeresti schiavo di questo rapporto... Lascia che ognuno di noi sia libero di vivere e di frequentare altre persone...". Lessi il dispiacere sul suo volto ma, dopo un sospiro profondo, mi diede ragione. In realtà, con quella scelta, aumentai la sua delusione nei confronti delle donne. Anche l'unica sua donna ideale era venuta meno. Di fatto lo consacrai all'omosessualità, infatti, poche ore dopo, il suo amichetto se lo sarebbe fatto perbene. Io intanto cambiai le mutandine e, con la figa ancora sugosa e bramosa di attenzioni, mi presentai più che mai raggiante in discoteca per far colpo, ancora una volta, sugli uomini presenti nel locale e svuotare, in tutti i modi, i loro bei cazzi duri e vogliosi... CONTINUA

autoreggenti


mercoledì 5 maggio 2021

Corna incestuose e pace in famiglia

Salve a tutti, il mio nome è Noemi. Sono sposata con Giorgio da diversi anni ed ho un figlio di nome Simone. Sapete bene che raramente i matrimoni filano lisci come l'olio senza incontrare alcun tipo di imprevisto o difficoltà. Giorgio ricopre un incarico prestigioso all'interno di una nota società finanziaria. Spesso la ricchezza e la notorietà spingono altre persone ad avere interesse verso chi beneficia di tali situazioni agiate. E' proprio il caso delle segretarie che lavorano con mio marito e che gli girano intorno. In quel periodo la fiamma di turno era la bella Marika. Sapevo che se la intendeva con lei. All'inizio non avevo prove a riguardo ma poi, sbirciando sul suo cellulare, trovai alcune foto della bionda poco vestita e in pose sexy che di certo non si addicono ad una segretaria seria. In parole povere, Giorgio scopava con Marika in ufficio rendendomi cornuta. Poi, quando lui tornava a casa, non aveva assolutamente voglia di farlo con me. Rappresentavo un modello di moglie scontata e prevedibile alla quale non vale la pena nemmeno di dare due botte la notte. Come l'interesse di Giorgio nei miei confronti decresceva, allo stesso modo saliva quello di mio figlio Simone. Il ragazzo mi ha sempre guardata con occhi interessati ma, nelle ultime settimane, il suo desiderio divenne sempre più palpabile. Mi sentivo osservata quando facevo la doccia o la pipì e anche quando mi spogliavo in camera da letto. Non detti a tutto ciò un grande peso anche perchè credevo che Simone fosse fidanzato. In realtà lo era, solo che non sapevo che la ragazza lo avesse prima reso cornuto con un altro tizio e poi mollato. Simone venne allo scoperto la sera in cui mio marito se ne stava seduto comodamente davanti al divano a godersi le semifinali di Champions. Avevo appena finito di lavare i piatti e mi diressi in bagno per fare la pipì. Dopo essermi liberata dell'urina, e sciacquata nel bidè, sentì la porta aprirsi all'improvviso. Simone comparve davanti a me. In casa abbiamo almeno altre due copie della chiave del bagno, per i casi di emeregenza, e dunque era possibile che Simone le avesse. Quello che invece suonava strano era altro: perchè entrò nel bagno proprio in quel momento? Colta di sorpresa e ignara delle sue reali intenzioni chiesi:"Ehm, stavo finendo di lavarmi, se hai un bisogno urgente esco subito eh...". Simone mi guardò e sorrise, poi disse:"Papà è impegnato con la champions, posso farti compagnia io...". Gli risposi:"E' molto carino da parte tua, ma forse è meglio che andiamo da un'altra parte se hai voglia di parlare un pò...". Simone divenne serio e spiegò:"Qui va benissimo! E' proprio il posto adatto... il luogo dove ti ho spiata più volte e mi sono dato da fare di mano...". A quel punto ebbi la conferma delle sensazioni di cui innanzi. Mi resi conto che il ragazzo mi spiava e si masturbava. Dubbiosa gli chiesi:"Non stai con una ragazza?" e lui spiegò che quel rapporto era finito. Cominciò a corteggiarmi, a dire quanto fossi bella. Desiderosa di attenzioni da tempo, trovai piacevole quella insolita situazione. Non ebbi molto tempo per pensare, Simone sapeva il fatto suo, sapeva cosa voleva. Mi leccò i capezzoli e la figa con sensualità e delicatezza. Cominciai a perdere un pò il controllo. Quando infilò un suo dito nella fica, ero già palesemente bagnata. Osservando il suo viso compresi che mi desiderava da tempo. Un'attesa lunga e paziente con la speranza di ricevere attenzioni intime dalla madre. A volte si prendono decisioni in pochi istanti. Dapprima pensai di dargli uno schiaffo. Ma, la sincerità che leggevo nel suo viso e il desiderio evidente che provava per me, mi fecero propendere per una scelta sbagliata: gli presi il cazzo in bocca e lo succhiai con gusto sentendolo crescere sempre più. Simone, a un certo punto, mi prese per i fianchi in modo che sedessi sul suo cazzo. Pensai che un bocchino potesse essere il limite al quale arrivare ma si stava andando ben oltre. Voleva proprio scoparmi! Ed iniziò a farlo a candela. Poi me lo diede a pecorina, a missionaria e di nuovo a pecorina, accarezzandomi piacevolemte il culo. Godevo e, nel contempo, pensavo di essere davvero una gran troia a darla a mio figlio e questo mi dava lo stimolo per continuare. Simone stava godendo da matti e continuò a scoparmi a missionaria con foga e coinvolgimento sempre maggiore. Era molto bello ma il pensiero di farlo in un modo così torbido lasciava un velo di tensione che ostacolava un pò la mia venuta. Simone invece si lasciò andare totalmente al piacere. Quando avvertì che stava per esplodere, gli leccai un pò la cappella e lui cominciò ad eiaculare copiosamente riempendomi la bocca e il viso di caldo sperma denso. Simone finalmente si rilassò ma io no... Mi sedetti di fronte a lui, allargai le gambe e mi toccai un pò. Poi gli feci capire che volevo godere anch'io fino in fondo. Simone non esitò a leccarmi la fica. In quel frangente mi sentivo più tranquilla e sentì di poter raggiungere l'agognato orgasmo. Simone continuò a leccare splendidamente ed io finalmente esplosi di piacere bagnandogli la bocca di abbondante liquido vaginale. Proprio in quel momento idilliaco irruppe, a sorpresa, Giorgio tutto nudo nella stanza. La partita era terminata da pochi minuti e probabilmente lui aveva voglia di fare la doccia. Si aspettava di trovare al massimo me nel bagno, invece ebbe la sorpresina. Mi vide con la fica da fuori mentre Simone stava ancora finendo di leccarla. La sua reazione fu di stupore assoluto misto a rabbia. Mi dette ovviamente della troia ma l'eccitazione che provò superò entrambe le altre sensazioni e il porco si tirò d'istinto una gran sega frenetica che lo portò a sborrare a fiume in pochissimi secondi. Eiaculò così tanto che anche Simone si meravigliò. Approfittando del momento di estasi, rincarai la dose spiegandogli che era ginto in ritardo poichè, precedentemente, Simone mi aveva scopata di brutto. Porlo di fronte al fatto compiuto, sparargli le corna in faccia, e non di nascosto come di solito faceva lui, mi mandò in estasi profonda. A mente fredda, pian piano, parlai con Giorgio e lo convinsi a raggiungere una specie di accordo. Entrambi sapevamo che tra di noi ormai il sesso non funzionava più per cui io avrei accettato la sua storia extraconiugale con la segretaria se lui avesse acconsentito alle mie scopate casalinghe incestuose con Simone. Ci furono alcuni giorni di calma piatta. Poi Simone, impaziente, riprese 'a farmi visita' nella toilette. Giorgio, nei primi tempi, non entrò in bagno dopo le partite. Poi, però, un bel giorno, mentre Simone mi fotteva, sentì la porta aprirsi. Sentì, in qualche modo, la famiglia ricongiungersi. Giorgio si abituò a vedermi scopare con nostro figlio e si segava da bravo cuckold maturo. La situazione sembrò assestarsi ma, una volta, Giorgio iniziò a piangere e disse:"Accidenti! Infondo sono solo! La segretaria pensa solo ai miei soldi e nulla più. E ho quasi perso voi che siete la mia famiglia...". Nonostante tutto, Simone è molto legato al padre: vedendo Giorgio in difficoltà ebbe uno slancio d'affetto e, d'istinto, gli fece un bel pompino. Giorgio eiaculò felice in bocca al figlio ed esclamò:"Ti voglio bene figliolo". Intanto mi commossi osservando quella scena. E la figa era allagata. Presi in mano la situazione e proposi:"Coraggio mr. Giorgio! Torna a fare il tuo dovere! Uomini di casa venite a soddisfarmi!". In un impeto di passione mi scoparono in tandem in una fantastcia doppia penetrazione e godetti come una porca. I 'sughi bianchi' inondarono i miei buchi roventi. Dopo quella volta, quando ci sono le partite, Giorgio le guarda giusto per dieci minuti. Poi raggiunge me e Simone in bagno e lì facciamo certe belle insalate a tre. MEglio di così non poteva andare: la famiglia si è ritrovata ed io mi godo due cazzi invece di uno! E Marika? Bhè, lei può al massimo dispensare qualche svogliato bocchino a mio marito. L'importante è che lui abbia capito esattamente quali siano le sue vere priorità: di sicuro quelle del focolare domestico eheh.

In ufficio Giorgio tradisce puntualmente la moglie con Marika, la giovane segretaria bionda. La ragazza insiste affinchè l'uomo lasci la coniuge... 

pompini

Tra le mura domestiche accadono delle gran porcate. Giorgio, tornato a casa dal lavoro, si sta rilassando sul divano a guardare la partita di calcio e non immagina certo che, nel frattempo, il figlio ci stia spudoratamente provando con la moglie. Quest'ultima, peraltro, sembra accogliere di buon grado le avances audaci del giovane. 

martedì 4 maggio 2021

Forti emozioni per il pensionato maturo

Mi chiamo Monica, sono una bionda matura che ha passato da poco la cinquantina ma mi ritengo ancora piuttosto affascinante. Sono sincera, ed è probabile che mi odierete fin da adesso o, più probabilmente, alla fine del racconto. Ad ogni modo, andiamo avanti. Ho sempre odiato lavorare e, per questo motivo, spesso ho circuito uomini benestanti per condurre una vita agiata. In realtà una volta sono stata anche sposata con un uomo di nome Ferdinando. Dalla nostra unione nacque Clara. Si può dire che il mio ex marito è l'unico con cui non sia stata per interessi economici. Tuttavia, non essendo lui benestante, 'integravo', spesso e volentieri, le modeste entrate familiari organizzando incontri extracoiniugali con facoltosi e generosi uomini d'affari. Quando Ferdinando scoprì di esser stato tradito più volte, chiese inevitabilmente il divorzio. Clara venne affidata a lui ma è sempre stata molto legata a me. Ci siamo viste spesso anche dopo la fine del matrimonio. Le ho insegnato un pò di cose sul sesso e, a dirla tutta, lesbichiamo di frequente. Ormai è cresciuta ed è diventata una ragazza molto carina. Gli spasimanti non le mancano di certo ma io ho sempre avuto in mente per lei, oltre che per me, un futuro roseo e prosperoso esente da problemi di natura finanziaria. Sono una lussuriosa, lo ammetto, e non è l'unico vizio che ho, amo anche il gioco. Di solito chi gioca ad alto livello ha i soldi per poterlo fare. Per tale motivo frequento i luoghi adatti dove uomini, muniti di contanti, sono pronti a spenderli. Fu proprio in un casinò, davanti al tavolo della roulette, che conobbi Attilio. Era un ingegnere dell'enel vedovo con un'ottima pensione, un buon partito insomma. Nonostante i suoi 65 anni, aveva ancora un discreto fascino. Con uno sguardo gli feci capire che ero interessata e così lui, gentilmente, mi offrì un drink al bar del casinò. Scambiammo quattro chiacchiere e gli diedi il mio numero di telefono. Mi contattò praticamente subito, già il giorno seguente ed uscimmo insieme a cena. Non persi tempo, gli feci subito capire il tipo di donna disinibita che sono. Quando mi stava per accompagnare a casa, gli dissi di fermare l'auto in un posto isolato. Scesi dal veicolo, raggiunsi il lato del guidatore, aprì lo sportello, e mi misi a cavalcioni su di lui nel cuore della notte. Per l'occasione indossavo la minigonna senza mutandine. Abbassai la zip dei suoi pantaloni. Tirai fuori il cazzo ancora morbido, lo smanettai un pò mentre gli infilavo la lingua in bocca. Il suo pene si fece bello duro. A quel punto lo infilai nella figa e cominciai ad andare su e giu mentre lui mi teneva dolcemente per i fianchi. Aumentai il ritmo vertiginosamente finchè il cazzo esplose e la sborra calda e copiosa inondò la mia passera. Come inizio non c'è male, vero? Dopo quella volta seguirono altri incontri, altri rapporti sessuali, ovviamente. Lo abituai ad una 'terapia' di pompini e scopate quotidiane. Cominciai a rilassarmi, Attilio mi avrebbe fatto condurre una vita agiata. Ma gli imprevisti nella vita sono all'ordine del giorno. Ad un certo punto notai che il suo desiderio nei miei confronti iniziava a calare. Si sà che, sempre la stessa zuppa, per quanto saporita, alla fine può stufare. Provai a parlargli per capire cosa desiderasse veramente e trovare così nuovi stimoli. Sembrava voler tenere tutto dentro ma, alla fine, sotto mie insistenze, si lasciò andare a una confidenza sincera e mi disse: "Sai Monica, sei davvero una bella donna, sexy, intelligente, sono proprio fortunato ad averti conosciuta. Però io ho una fantasia, non sò se avrò mai il coraggio di metterla in pratica, o comunque la fortuna che capiti". Curiosa gli chiesi:"Ehm di che si tratta Attilio? Potresti cortesemente entrare nei dettagli?". Attilio fece un sospiro profondo, poi ammise:"Magari ti sembrerò scontato ma... mi intriga l'idea di farlo con una ragazza giovane, una ventenne...". Restai alcuni secondi in silenzio poi, seccata, mossa da un istintivo impulso di gelosia tipico di noi femmine, risposi: "Cosa? Vuoi una ragazza? Con una figa come me vicino?  Il signorino adesso vuole la ragazza! Ma tu guarda! Non ti si alza più il pisello con una donna più grande?". Attilio rispose:"Ecco! Lo sapevo che la prendevi male... Ma la mia è solo una fantasia, niente di più...". Magari era vero ma sentivo che stavo perdendo il controllo della situazione. Essendo benestante avrebbe potuto trovare qualche giovane troietta disponibile. Dovevo correre ai ripari! Ne valeva del mio futuro. Devo ammettere che, per qualche giorno, mi sentì offesa dalla sua esternazione. Ma poi tornai a ragionare e pensai che, involontariamente, l'ingegnere aveva offerto un assist incredibile per rigirare la vicenda a mio favore. Dovevo solo trovare il modo di rendere possibile tutto ciò. Ed ecco che si accese la fatidica lampadina. Ma certo! Che stupida! Come avevo fatto a non pensarci subito! La soluzione era davanti agli occhi, a portata di mano: mia figlia Clara, giovane e bella! Clara è sangue del mio sangue, non potrei mai essere gelosa di lei, a differenza di altre ragazze. E poi, con lei di mezzo, il patrimonio del riccone sarebbe restato magicamente in famiglia, eheh. Cominciai a parlarne con Clara. Le chiesi se le fosse piaciuto un incontro con Attilio, il mio compagno over 60. Rispose in modo netto e diretto:"Oh mamma lo sai! Basta che ha un bel cazzo, non ho problemi!". Approfittai del compleanno imminente di Attilio. Per indorare bene la pillola, chiesi a Clara di preparargli una torta. Finalmente arrivò il giorno in cui Attilio compiva gli anni. Venne a casa mia e, ad attenderlo, c'era ovviamente anche mia figlia Clara. L'ingegnere rimase un pò stupito dalla gradevole presenza della ragazza che conosceva vagamente, solo per sentita nominare dalla sottoscritta. Attlio è, per natura, un uomo piuttosto discreto. Si notava che mia figlia gli piaceva, ma non avrebbe mai fatto la prima mossa, anche per non sbagliare nei miei confronti, specie dopo quella discussione di qualche tempo prima. Dopo aver conversato amichevolmente in tre, Clara passò all'azione: sbottonò i pantaloni dell'uomo e gli calò le mutande. Attilio non se l'aspettava proprio, sembrava confuso. Lo tranquillizzai con un bacio mentre Clara, senza esitazioni, imboccò magnificamente il suo cazzo che divenne rapidamente duro. Addolcito dal pompino succulento della giovane, Attilio sembrò davvero andare in estasi. Clara proseguì usando le mani. Il pene durissimo testimoniava l'eccitazione profonda che stava provando l'uomo. Questo gli conferì la spinta erotica per leccarmi con gusto la fica, pratica che aveva abbandonato da qualche mese. Poi fui io a sbocchinare lui. Attilio si meravigliò piacevolmente della complicità saffico-incestuosa tra me e Clara. A cosce aperte ciucciavo l'uccello del pensionato mentre Clara mi leccava amorevolmente la figa. Cavalcai un pò Attilio mentre mi sbaciucchiavo con la ragazza. Io e lei già eravamo d'accordo ma, volutamente, chiesi a Clara, davanti a lui, se avesse gradito scopare con Attilio, ciò per intrigarlo maggiormente. Mi tolsi e lasciai il posto a Claretta che iniziò a cavalcarlo: giusto qualche minuto per 'stimolargli' l'appetito. Come segno di ringraziamento per avergli portato una figa giovane, da lui tanto desiderata, mi chiavò a missionaria con rinnovato entusiasmo. Teneva in mano le mie caviglie e spingeva con foga il cazzo dentro la passera. Intanto Clara mi leccava le tette. Caduti ormai tutti i freni inibitori, era giunto il momento adatto affinchè Attilio approfondisse la conoscenza con Clara. Quella gran troietta di mia figlia riprese a cavalcarlo chiamandolo perfino papà e all'uomo fece enormemente piacere. Io 'accompagnavo' la loro scopata leccando, in alternanza, culo e tette di Clara. Fu lei ad imporre i tempi della trombata portandola a ritmi infernali. In quel frangente mi resi conto che ad Attilio eccitava da matti essere sottomesso. Quando Clara sentì che lui stava venendo, si tolse da sopra. Io e lei non avemmo modo di leccarglielo ancora: appena avvicinammo le nostre teste, il cazzo cominciò ad esplodere e lo sperma caldo, denso e abbondante schizzò dritto nelle nostre bocche vogliose pronte ad assaporarlo tutto. Era prevedibile che, due troie come noi, gli svuotassero perbene i coglioni. Fu solo l'inizio perchè io e lui non stemmo mai più da soli in intimità. Clara era presente ad ogni incontro. Io e lei ci rendemmo perfettamente conto che all'uomo piaceva, più di ogni altra pratica, essere dominato. Il gioco divenne sempre più proibito e trasgressivo. Prendemmo l'abitudine di legargli i polsi al letto e di bendarlo. Poi Clara si metteva sopra di lui e lo cavalcava senza tregua. Mentre scopavano, arrivai perfino ad infilargli uno dei miei dildo nel culo mandandolo in estasi profonda. Poi magari ci scambiamo, io cavalco e lei gli fa il culo. Lo abbiamo reso davvero la nostra troia. Con questo andazzo è difficile che trovi la forza, la voglia ed il tempo di cercare altre giovani compagnie femminili. Arturo rischia solo una cosa, di godere troppo. Non mi meraviglierei se, un giorno o l'altro, ci restasse secco! Ma spero proprio di no, infondo non sono così cattiva eheh.                                                     

mamma e figlia