giovedì 28 dicembre 2023

Vergognosi risvolti extrascolastici

Mi chiamo Serena. Sono una docente di inglese alle Scuole Superiori. Da circa 5 anni intrattenevo una relazione, tramutatasi poi in convivenza, con il collega Ugo Verri, l'insegnante di chimica. All'inizio scopavamo alla grande ma poi, come accade a volte nelle storie, l'entusiasmo, specie da parte sua, cominciò, via via, a calare. Senza adeguati stimoli, il fuoco 🔥 della passione si spense lentamente e noi due diventammo più una coppia di amici che di conviventi. Abitavamo nella stessa casa ma senza avere rapporti intimi. In pratica, non scopavamo più! Per cercare di smuovere le acque, e riaccendere il desiderio, provai ad usare una lingerie provocante e lo aspettai a casa vestita in modo sexy con tanto di tacchi e autoreggenti. Volevo stupirlo ma, in realtà, la sorpresa la fece lui a me! Non rientrò da solo nell'abitazione ma in compagnia di una nostra comune allieva, Sonia. Quella ragazza, per nulla studiosa, è un'autentica serpe. Decise di abbindolare Ugo per il piacere del sesso e per svuotargli, lentamente, il portafoglio. Spiai dalla camera adiacente e ascoltai le conversazioni oltre a guardare la loro intimità. Sonia non faceva altro che screditarmi agli occhi di Ugo che sembrava rincoglionito nei confronti della giovane e avvenente fanciulla. Sonia glielo fece diventare duro in pochi secondi usando le mani, poi coinvolse l'uomo in un lingua a lingua. Successivamente, cominciò a sbocchinare ad arte (devo riconoscerlo) con proverbiali succhiate e suadenti colpi di lingua sulla cappella. Nella posizione del mezzo 69, per così dire (cioè dove si dava da fare solo lei) gli succhiò masgistralmente la fava da sotto tenendolo saldamante per le chiappe. Ugo andò proprio in estasi ed anch'io, pur consapevolmente cornuta, mi bagnai inevitabilmente e sentì il bisogno urgente di un autoappagamento. Ugo si alzò in piedi e la ragazza, imperterrita, proseguì a succhiare l'uccello... e pure i testicoli! Ugo non stava più nella pelle. Sonia si mise a pecorina lasciando ammirare all'uomo le sue grazie. Ugo spinse l'arnese duro nella fica a pecorina ma, poco dopo, fu lei a prendere in mano la conduzione del gioco e cavalcò l'uomo come un'autentica puledrina in calore. La sgualdrinella si sentiva completamente a suo agio nella parte della dominatrice e faceva impazzire Ugo con invidiabili roteazioni del bacino e un sù e giù devastante. Il professore, esausto, le schizzò dritto nella figa e lei, ad occhi chiusi, assaporò, a sua volta, il piacere profondo dell'orgasmo. Ugo dovette lasciare l'abitazione per far fronte ad un impegno urgente e così io uscì fuori e mi ritrovai faccia a faccia (face to face, dopotutto insegno Inglese!) con la ragazza. La scena appena vista mi aveva arrapata di brutto. L'eccitazione superò la gelosia e non fu appagata nemmeno dal ditalino. Vi confesso che non ho mai disprezzato le donne (almeno fisicamente) per cui, perdendo del tutto il controllo, chiesi, sfacciatamente, a Sonia di leccarmi la figa. Ma la mia allieva è una cultrice del cazzo e così ne approfittò per servire un due di picche oltre ad  insultarmi in vari modi. Mi diede della cornuta, della sfigata, etc... Per reazione, la "minacciai" promettendo di affibiarle un voto pessimo come il 2, se non me l'avesse leccata. Dopotutto, il suo rendimento faceva già pietà. Sonia, per pronta risposta, si rivestì e andò via sconsigliandomi di agire negativamente sul suo rendimento scolastico. In effetti, non potevo proprio immaginare ciò che le frullasse nella testa. Ad ogni modo, fregandomene delle sue velate intimazioni, il giorno seguente, la interrogai con domande più difficili del solito, alle quali ovviamente non seppe rispondere, e piazzai un secco due nel registro con tanto di risata e soddisfazione. Credevo di averla spuntata ma quella mafiosetta di Sonia aveva qualcosa di bollente in serbo per la sottoscritta. Alcuni giorni dopo, mi trovavo a casa da sola, in quanto Ugo non era presente. Mi stavo vestendo quando, a un certo punto, suonarono alla porta. Andai ad aprire e comparvero due giovani uomini dalle facce un pò losche. Non avevo idea di chi Diavolo fossero. Dissero di dover effettuare la consegna di un grosso pacco per il professore ma si trattava di una scusa per entrare in casa. Mi spinsero dentro e chiusero la porta intimandomi di non urlare. Non erano armati ma avevo poche chance di difendermi adeguatamente contro due uomini. In breve tempo, ebbero la meglio e mi costrinsero a succhiargli l'uccello. Mi conveniva ubbidire. Poi, con disinvoltura e decisione, mi presero in mezzo in doppia penetrazione. Ero impaurita, sconvolta. Non sarò una santa ma non è che, di solito, la dò così, su due piedi, agli sconosciuti. Sentivo un uccello nella figa e l'altro nel culo che mi pompavano a ritmo. Chiesi spiegazioni a quei due riguardo a chi fossero, a cosa volessero da me. Alla fine, venne fuori che li mandava Sonia. Quella sgualdrina camorristella da quattro soldi, oltre a "tenersi" il professore, sganciava una percentuale a quei tipi usandoli come scagnozzi per minacciare gente in caso di bisogno. Tutto fu dannatamente chiaro! Ormai non potevo che assecondare la situazione, con quei due tarelli dentro il mio corpo. Provai dolore per la loro foga ma anche immenso piacere, lo ammetto. I bastardi, non paghi, decisero di piazzare, contemporaneamente, i loro manici duri dentro il mio culo! In tutta la vita, fino a quel momento, non avevo mai subito una doppia penetrazione, tantomeno una doppia anale! Mi sentì davvero usata come una cagna ma, a un certo punto, godevo come una maiala e raggiunsi vari amplessi. Quella che doveva essere una punizione, inflitta da parte di Sonia, si trasformò in un atto di profonda lussuria. Ma dovevo assolutamente rimediare al voto negativo assegnato alla ragazza, altrimenti quei due delinquenti mi avrebbero spaccato la faccia, oltre al sedere. Frattanto gli "ospiti" vennero di brutto e inondarono di sperma le mie intimità. Dopo di ciò, si rivestirono e andarono via. Mi ritrovai a pecorina con la sborra che mi colava dapperutto. Qualche giorno dopo, a Scuola, mi misi d'accordo con Sonia per effettuare un'interrogazione truccata nella quale lei già conosceva le risposte esatte. La "premiai" con un nove che compensò il brutto voto precedente. Sonia, in seguito, mi approcciò in un corridoio e, con sadica malizia, mi leccò un orecchio. Poi mi sussurrò le seguenti parole: "Ottimo prof, sei stata proprio brava! D'ora in poi voglio vedere solo voti alti, chiaro? A proposito, gli amici mi hanno riferito che, in fin dei conti, la visita non ti è affatto dispiaciuta! Eheh! Se vuoi te li rimando. Lo vedi, non sono così cattiva, infondo, voglio che ti diverta anche tu, vecchia baldracca! ihihih". Risposi: "Bhè, sai com'è, non sono di legno! Mi godo quello che passa il Convento! Peccato che non sei di mentalità aperta come me, altrimenti potremmo divertirci anche insieme..." e la baciai in bocca d'improvviso. Sonia sorrise e affermò: "Miss Serena, you are a great old bitch!". Replicai: "Lo vedi qualcosa hai imparato!". Inutile dire che, quando si cade nel vizio, è bello crogiolarsi. Ricevetti più volte la visita di quegli uomini che, ormai, non avevano più bisogno di scuse per entrare in casa. Purtroppo, da un pò di tempo, non ho più loro notizie... mi sa che sono stati arrestati. E' proprio vero che le belle favole durano poco...

Scuola porno

mercoledì 27 dicembre 2023

Mamme troppo estrose

Mi chiamo Anna. Sono divorziata ed ho un figlio a carico di nome Marco. Gisella, la mia amica del cuore ha vissuto una situazione simile alla mia con la separazione dal marito. Anche lei ha un figlio di nome Dario. Marco e Dario sono compagni di Scuola, nonchè migliori amici. Entrambi negati nell'approccio con le ragazze, inziarono a intorbidire il loro rapporto condividendo ciò che, normalmente, due giovanotti non dovrebbero fare, ossia il sesso. Spesso, quando Dario veniva a casa nostra, si chiudeva in camera da letto insieme a Marco e di certo non per studiare! Dai gemiti di piacere che udivo, era evidente che si dessero ampiamente da fare con seghe e pompe. Ovviamente, ne ebbi la piena conferma spiando dal buco della serratura. Insomma, si sfogavano tra di loro. Per parecchi mesi feci finta di nulla e lasciai che queste insane abitudini proseguissero. Ad un certo punto, decisi di parlarne con Gisella ma lei non seppe proporre una soluzione e così, un bel giorno, incapace di vederli proseguire per quella strada, ebbi la sfacciataggine di metterli a conoscenza del fatto che conoscevo la situazione, dopodichè mi buttai tra di loro, dando vita a un bollentissimo triangolo (in parte incestuoso). Succhiai l'uccello di Marco mentre Dario mi scopava da dietro. Poi, a un certo punto, ci mettemmo a fare pure la doppia penetrazione. Dario mi prendeva nel culo e mio figlio nella figa. Vi confesso che era un vero sballo! A volte, durante le scopate, si esternano confidenze. Dario rivelò di aver sorpreso la madre a masturbarsi guardando un porno tra donne. La confessione mi intrigò non poco ma non volevo allarmare il ragazzo riguardo a possibii particolari tendenze della madre e così affermai che magari la donna era stressata e desiderava solo un sano relax. I ragazzi si scambiarono di posto per cui Marco finì per scoparmi nel culo e il suo amichetto nella figa. Eccitati più che mai, aumentarono il ritmo delle penetrazioni ed io raggiunsi un orgasmo molto intenso. Poi, al top della libidine, svuotarono i loro arnesi nella mia bocca riempendomi di parolacce ed io, estasiata, bevvi tutto il seme da gran troia navigata. Mio figlio Marco, gran porcello, mi suggerì che avrei dovuto provarci con Gisella. Cercai di smorzare i toni, affermando che non si sapeva nemmeno se fosse realmente saffica. Ad ogni modo questo pensiero, come un tarlo, cominciò, in modo subdolo, a farsi strada nel mio cervello di etero convinta. Rivolgendomi ai ragazzi, precisai che non avrei potuto "allietarli" in eterno e che, in ogni caso, si sarebbero dovuti dar da fare a cercare loro coetanee disponibili per il sesso. Intanto, la situazione scivolò torbidamente e, le scopate a tre, si ripetettero almeno per un mesetto. Dopo di ciò, non troppo convinta dell'andazzo, contattai Gisella per incontrarla e parlare dell'accaduto. Lei organizzò un'escursione in una zona boschiva isolata con rocce e corsi d'acqua. Una volta lì, affermò che dovevamo spogliarci nude per assaporare la brezza magica del luogo. Pensai che fosse giunto il momento adatto per raccontarle che avevo scopato, da gran mignotta, coi ragazzi e lo feci. Ma lei si preoccupava più di palparmi le tette e il culo che di ascoltare. A quel punto, ebbi la conferma assoluta del suo orientamento saffico! Non mi staccava più le mani dal sedere e così, un pò turbata, e non pronta per quello specifico genere di situazioni, esclamai di voler andar via da lì. Lei restò delusa ma acconsentì alla mia richiesta. Ci rivestimmo e ce ne tornammo a casa. Ma, qualche tempo dopo, Gisella organizzò un picnic, sembra in zona isolata. E stavolta, incuriosita a mille dai suoi atteggiamenti, non riuscì proprio a respingerla e finimmo per baciarci. Gasata a mille, Gisella si stese per leccarmi accuratamente la figa senza sosta! Io stavo sopra e lasciavo che lei slinguazzasse da paura. Cavolo se godevo! Raggiunsi ripetuti oragsmi. Poi cambiammo posizione. Continuò a leccarmela mentre stavo a cosce aperte e a pancia sopra. Ormai venivo a raffica, ero completamente in tilt, preda della sua lingua esperta di "patata". Ma Gisella, non contenta, propose il gran finale: ci mettemmo nella mitica posizione del 69, io sopra, lei sotto. Non avevo mai leccato una fica nella vita ma Gisella era così eccitata che mi bastò pochissimo per farla esplodere picchiettando con la lingua sul clitoride. Ciò nonostante, la signora era ancora piuttosto carica, al punto da volermi slinguazzare da sotto ed io, ormai esausta, raggiunsi l'ennesimo intenso orgasmo crollando sfinita sul pratone. Ormai avevamo abbondantemente rotto il ghiaccio. Gisella si sentì in diritto di organizzare un incontro a carattere più trasgressivo dove lei faceva la padrona ed entrambe vestivamo lingerie in pelle, per così dire. Afferrandomi per i capelli mi forzò a leccarle a lungo la sorca. Quella prepotenza finì per eccitarmi di brutto. Alla fine la frugai pure con un dildo conducendola beatamente all'orgasmo. Poi fu lei ad infilzarmi senza pietà con lo strap-on dildo. Lo fece prima a candela, dove limonammo pure come due troie, poi si riservò di sfondarmi a pecora senza esitazioni, mentre tenevo le mani appoggiate alla parete. Gli orgasmi furono intensi e multipli. Mi sentivo tremendamente sporca ad esser chiavata da una donna perversa ma mi eccitava da morire. Gisella affermò che io e lei dovevamo rifarci una vita insieme dopo i rispettivi fallimenti matrimoniali e mi convinse a non soddisfare più i nostri figli che, in assenza di passera, sarebbero tornati ad "arrangiarsi" tra di loro. Bhè, Gisella mi ha completamente plagiata ma, in compenso, godo come una porca: è questo che conta, no?                      

kiss

Gay Cowboys ricattati

Mi chiamo Pierre, sono un cowboy dell'Arizona di origini francesi. Possiedo un ranch e allevo cavalli. Mi piacciono gli uomini e, di solito, cerco di rimorchiarli nei bar. Una sera notai un tipo dal fisico atletico e tentai l'avance offrendogli una birra. Si chiamava Thomas. Mi resi subito conto che stavammo sulla stessa "sponda" e così gli proposi di trascorrere la giornata successiva con un'escursione nella zona del Gran Canyon. Adoro il contatto con la natura, con i paesaggi selvaggi e solitari. In più, i luoghi tranquilli favoriscono anche gli aprocci sessuali. Ci sentimmo subito liberi, ammirando quel panorama stupendo e tirammo fuori immediatamente i cazzi dai jeans. Sicuri di non essere visti da anima viva, cominciammo a baciarci. Dopodichè, Thomas cominciò a succhiarmi l'uccello che divenne sempre più duro. Ricambiai poco dopo sbocchinandolo perbene. Sono io l'attivo e, a quel punto, avevo proprio voglia di farmelo, detto con sincerità! Per questo motivo, decisi di condurlo in una vecchia struttura abbandonata per stare più comodi. Non potevo certo immaginare che, in tutto questo, una donna ci stesse osservando, oltre a seguire i nostri spostamenti. Utilizzammo un divano squinternato come appoggio. Fu lì che gli leccai minuziosamente il succulento buco del culo, sia per piacere che per lubrificarlo in vista della scopata. Thomas era bello caldo e urlò quando lo infilzai a pecorina. Poi lo trombai a missionaria assicurandomi che tenesse le cosce ben aperte. Era nudo, a parte gli stivali. La libidine salì alle stelle e, in breve tempo, gli sborrai soavemente nel buco del culo. Anche lui, nel frattempo, se ne venne smanettandosi l'asta. Dopo gli orgasmi ci stavamo rivestendo lentamente. In quel frangente, apparve una affascinante donna bionda mezza spogliata. La nostra sorpresa fu grande e ci sentimmo piuttosto in imbarazzo ad esser stati spiati nell'intimità. Curiosi, chiedemmo spiegazioni. La fanciulla non disse il suo vero nome ma solo di essere l'amazzone dell'Arizona. Poi affermò che noi e lei avevamo delle passioni comuni come quella per i paesaggi suggestivi, oltre al desiderio insaziabile di cazzo. Bhè, proprio il palo non potevamo darglielo ma lei ci chiese espressamente di trovare qualche amico o conoscente assetato di figa. Completamente nuda, si stese tra le rocce a prendere il Sole con aria apparentementa innocua. Ben presto, però, rivelò la sua reale natura da ricattatrice. Se non le avessimo procurato uno stallone pronto a soddisfarla, ci avrebbe sputtanati in tutte le cittadine circostanti sbandierando ai quattro venti la nostra omosessualità. Purtroppo, non a tutti vanno a genio i gay ed io ho un'attività da gestire. Certe rivelazioni mi avrebbero messo di sicuro in difficoltà con una parte della clientela. Non ci veniva in mente proprio nessuno da proporle, in quel momento, finchè, fortunatamente, Thomas pensò a suo zio, un vecchio porcone segaiolo morto di figa. Bhè, all'amazzone andò bene e così tirammo un sospiro di sollievo. Sulla salute dello zio di Thomas però non garantisco! Sotto a una puledrona del genere, non mi meraviglierei affatto di trovare, un giorno o l'altro, l'uomo morto stecchito, preda di infarto, nei meandri del Gran Canyon...        

gay

giovedì 21 dicembre 2023

Un collega gay per il mio ragazzo curioso

Mi chiamo Assunta, lavoro come impiegata in un'azienda di produzione di componenti per auto. Sono fidanzata con Jacopo. Essendo una donna porcellina di natura, che ama aggiungere pepe nell'ambito di una relazione, capto facilmente i segnali emessi del partner. Jacopo mi chiedeva spesso dei miei colleghi d'ufficio. All'inizio credevo, erroneamente, che si trattasse di attacchi acuti di gelosia. Tuttavia, dal momento che le domande cominciarono ad entrare nello specifico delle descrizioni fisiche degli uomini, iniziai a capire che Jacopo nascondeva a malapena una curiosità nei confronti di persone del suo stesso sesso. Fu così che pensai a quale collega potesse essere più idoneo in una situazione del genere. La scelta ricadde su Ciro, un tipo barbuto dall'aspetto alquanto rozzo che, un bel giorno, mi confidò di essere omosessuale. Vestendo i panni della "cupida", invitai Ciro a pranzo nella casa dove convivevo con Jacopo. Consigliai a tutti una doccia prima di sedere a tavola. Tuttavia, dopo esserci lavati, proposi di guardare per un pò la TV seduti sul divano, prima di riempire le pance. Fu proprio in quel frangente che Ciro rivelò a Jacopo di essere gay ed io, intanto, spompinavo il mio ragazzo per scaldarlo. Jacopo, preda del desiderio e della curiosità, si fece coraggio ed imboccò la fava dell'ospite provandoci sempre più gusto. Intanto io smanettavo il pisello di Jacopo per mantenerlo eccitato. Jacopo mi leccò la figa mentre l'ospite gli ciucciava il pene. Poi, il mio boyfriend, ormai ben arrapato, mi scopò a pecorina mentre io segavo la mazza del collega. Per l'eccitazione forte, finì per squirtare! Poi spompinai Jacopo che, a sua volta, ciucciava la fava dura di Ciro. Arrivò il momento topico in cui l'ospite saltò sul pisello duro del mio convivente e se lo prese tutto nel culo a candela. Gettai benzina sull'infuocata scopata, succhiando il pisello del collega che sembrò andare in estasi, venendo stimolato a doppio. Ciro era però duro a venire! Si stese e mi leccò la patata mentre Jacopo, un pò inesperto, smanettava, alla meno peggio, la sua prima verga. Il mio ragazzo non stava più nella pelle! Lo segai mentre ci baciavamo e intanto, con la mano sinistra, agitava l'asta dell'ospite. Saettando la lingua sulla cappella, feci esplodere Jacopo che schizzò un mare di sborra bagnando tutta la mia bocca. A quel punto, con aria quasi di comando, suggerì al mio ragazzo di soddisfare l'ospite con una pompa completa. Non ci fu nemmeno bisogno di dirlo che, il mio compagno, si avventò sul palo di Ciro e lo ciucciò fino all'orgasmo di quest'ultimo. Bhè, arrivati a questo punto, credo proprio che il boyfriend non sia affatto geloso dei colleghi di lavoro!

amici

mercoledì 20 dicembre 2023

Sedotta dall'amica lesbica del cuore

Mi chiamo Giusy e sono lesbica. Rosaria è la mia amica del cuore. Vi confesso che lei mi è sempre piaciuta, la trovo davvero molto sexy. Ho sempre tentato approcci ma lei respingeva puntualmente i miei attacchi. La sua priorità erano i ragazzi. Dovevo trovare il momento giusto per far breccia nel suo "scudo difensivo" da etero convinta. L'occasione giunse a fagiolo quando il giovane, con cui intratteneva una relazione, la mollò improvvisamente per un'altra donna. Passai una mattina a trovare Rosaria e, sostanzialmente, le proposi di masturbarci in compagnia. La mia amica puntualizzò di non desiderare un contatto tra noi ed io le risposi che andava bene anche semplicmente "trastullarsi" l'una accanto all'altra. Consapevole dell'assenza dei miei genitori fino a sera, la invitai da me quel pomeriggio stesso. Ci spostammo subito in camera da letto e, una volta lì, iniziammo lentamente a spogliarsi. Non stavo più nella pelle a tenere accanto a me quella splendida sventolona. Potevo sentire il suo odore, percepire la sua eccitazione a pochi centimetri di distanza. Agimmo ognuna per conto proprio, avvalendoci principalmente delle mani, poi, sporadicamente, io di un vibratore, e lei di un orsacchiotto di peluche. Ci demmo dentro con sditalinate furiose di clitoride e dita nella fica. Era inevitabile che raggiungessimo orgasmi multipli. Un'atmosfera davvero deliziosa, lo riconosco, ma da poter ulteriormente migliorare. Le proposi una pausa con dei drink ma restando nude nel caso in cui volessimo dare un seguito alle masturbate precedenti. Lei accettò e dunque ci spostammo temporaneamente in cucina. Preparai i drink ma i suoi più forti in modo tale che perdesse totalmente i freni inibitori nei miei confronti. Allungai le sue birre con un Whisky che di solito beve mio padre e glielo offrì. Quando tornammo in camera da letto, lei sembrava mezza fatta e decisamente docile. Le dissi che potevamo divertirci di più e la baciai. Poi mi avventai con la lingua sulla sua bernarda calda e cominciai a leccarla come una forsennata. Specie inizialmente diceva di non volere ma, dagli e dagli, cominciò a provare notevole piacere e, a quel punto, la girai perbene leccando la passera stando perfino sotto di lei. Godeva e veniva come una matta, si era completamente aperta al godimento più profondo. La fistai a pecorina e le diedi un'ulteriore slinguazzata prima che raggiungesse l'ennesimo devastante amplesso. Mi saltò addosso e mi baciò con passione, quasi come a voler ringraziare la sottoscritta per la dedizione che le avevo riservato. Quel giorno, di fatto, Giusy diventò mia!               

lesbo

maiale

lunedì 18 dicembre 2023

Colleghe al bar

Mi chiamo Alessia. Lavoravo dietro al bancone del bar "Splendor" e preparavo caffè, cappuccini, cocktail e quant'altro. Ai tavolini serviva Mara, la mia collega. Con quel visino da porcellina, provocava i clienti che, sistematicamente, le palpavano il sedere per la gioia del nostro Capo che, con un maggior afflusso di persone nel locale, gonfiava notevolmente le entrate. Credevo che Mara fosse una sciupauomini ma non la conoscevo al di fuori dell'ambito lavorativo. Un giorno, all'improvviso, se ne uscì con una proposta e mi invitò a casa sua a fare quattro chiacchiere e a bere un drink insieme. Non ero del tutto convinta ma, per non essere scortese, decisi di accettare. Una volta giunta nella sua dimora, la trovai tirata in autoreggenti, tacchi e minigonna. Bevemmo un paio di birre mentre mi lanciava sorrisini maliziosi. Poi, di colpo, affermò che, solitamente, non portava le mutandine. Capì subito che puntava ad un approccio di tipo sessuale. In realtà, fatta eccezione per un bacio con un'amica, peraltro da sbronze, non si può dire che avessi esperienza di flirt con donne. Allargò le gambe e quello fu un chiaro invito. Presa dalla curiosità, le leccai la figa. Ci provai gusto vedendo la sua eccitazione crescere. Poi, però, mi fermai. Dopo di ciò, fu lei a prendere l'iniziativa. Io le mutandine le portavo per cui Mara fece scorrere la lingua su di esse prima di toglierle e avventarsi sulla patata. La sua esperienza da navigata linguista di passere, mi portò all'orgasmo piuttosto in fretta. Provai un senso di torbido piacere ma venni intensamente. Mara a quel punto pretese di essere ricambiata. Osservai la sua topa ultrabagnata in cerca di attenzioni e, da improvvisata, gliele fornì io a colpi di slinguazzate e succhiate di clitoride. Mara arrivò splendidamente all'orgasmo. Dopo quella sera, ci incontrammo spesso a casa sua per "fare quattro chiacchiere".       

autoreggenti

sabato 16 dicembre 2023

Tormenti d'amore con la proprietaria del Ranch

Bentrovati da Giuliana. Quel sesso di gruppo era stato proprio terapeutico, lo riconosco. Cominciai a pensare che Marika fosse davvero una gran donna, forte, capace di portare avanti quel meraviglioso Ranch anche senza l'aiuto del marito. Mi portò ad accarezzare i cavalli, provai davvero un senso di benessere stando in sua compagnia. Non immaginavo di certo di trovarmi al Centro delle fantasie e dei progetti di una signora conosciuta infondo da poco. Mi propose di lavorare per lei come segretaria ma io mi mostrai scettica, dal momento che ho sempre fatto la parrucchiera nella vita fin dalla tenera età. Ad un certo punto, io e lei ci sedemmo sul fieno a dialogare. L'aria fresca e quel luogo magico mi facevano sentire particolarmente rilassata. Non mi aspettavo che, all'improvviso, mi mettesse le dita tra le gambe. Il suo gesto fu così dolce e naturale che mi lasciai andare. Il relax fu totale. I nostri sospiri si incrociarono mentre tenevamo entrambe gli occhi semichiusi. Confesso che mi bagnai e che, di lì a poco, me ne sarei venuta quasi senza accorgermene. Tuttavia, questo momento idilliaco di complicità al femminile, venne bruscamente interrotto da Rodrigo che, avvicinandosi alla signora, si lasciò palpare il cazzo duro dentro il pantalone. Nonostante la bollente chiavata di poco prima, l'uomo stava ancora come una pila elettrica, a marmo duro e si aspettava di essere "coccolato" da noi. Ma Marika, quantomai cinica, disse che io e lei ci saremmo recate in ufficio per cui, se lui voleva sfogare, poteva andare a cercare Fernando. Al momento apparve come una battuta ma, in seguito, si rivelò un'affermazione più seria del previsto. Io e Marika tornammo in Ufficio e ci cambiammo. Ero curiosa di sapere cosa voleva dirmi. In realtà, il suo fu un lungo discorso provocatorio. Mi spiegò che mentre noi stavamo in Ufficio, i suoi uomini avrebbero avuto di sicuro un rapporto omosessuale, esattamente come era accaduto tra i nostri rispettivi ex partner. Le sue parole mi turbavano non poco, inoltre quella monella cominciò pure a spogliarsi. Ormai era evidente che le piacevo da morire. Non sono mai stata una santa ma non avevo mai avuto confidenze così intime con le donne essendo una etero piuttosto convinta, di base (almeno in quel frangente). Non me la sentì di interagire con lei direttamente per cui, quando la vidi in lingerie, mi rifugiai nel bagno, chiusi la porta a chiave e iniziai a pisciare. Marika non comprendeva la mia inibizione, dopotutto mi ero lasciata succhiare i capezzoli, alcune ore prima. Eh si, soltanto che, in quel circostanza c'erano anche gli uomini, non stavo da sola con lei. Poi, rincarò la dose affermando che, se precedentemente Rodrigo non ci avesse interrotte, durante quel ditalino, io probabilmente sarei abbondantemente venuta. Come darle torto? Non intendevo aprire quella porta per nessun motivo al mondo, tuttavia desideravo ascoltare la sua voce. Cominciai a sditalinarmi di brutto sulla tazza del cesso mentre lei mi diceva che ero una stupida a opporre resistenza a un'occasione di piacere così gustosa puntualizzando che, sia i suoi dipendenti, che i nostri ex, stavano di sicuro godendo come pazzi. Desideravo che lei non entrasse rispettando la privacy ma, al tempo stesso, che sfondasse la porta e mi slinguazzasse la figa senza pietà. Ad ogni modo, me ne venni intensamente. Lei allentò la presa, mi invitò ad uscire promettendo che non mi avrebbe toccata. Uscì dal bagno, mi rivestì e andai via salutandola astento per la vergogna. Passarono alcuni mesi. Continuavo a pensare a quella donna, ormai le sue parole, la sua voce si erano insidiate nel mio cervello. Una forza incontrollabile, quella del desiderio, mi spinse a tornare al Ranch a farle visita. All'inizio apparve piuttosto seccata. In effetti mi ero comportata un pò da stronza, seppur tenendo fede alle mie convinzioni, sempre più deboli, da etero. Marika si trovava in cucina. Mi disse che se davvero intendevo farmi perdonare, allora dovevo guardarla mentre si masturbava. Fu disposta a fare un passo avanti. Lei si spogliò nuda e si sparò un grosso cazzo finto nella patata. Anch'io tolsi i vestiti e leccai i miei capezzoli, poi assunsi atteggiamenti provocatori leccando e succhiando una banana che afferrai dal cesto della frutta. Intanto dialogavamo. Le chiesi, ingenuamente, se avesse ancora scopato con Rodrigo e Fernando ma lei mi rispose che non gliel'aveva mai più data, indirizzandoli sempre più ad un discorso intimo prettamente al maschile. Rimasi mezza sconvolta all'idea che due stalloni del genere, seppur in astinenza prolungata di figa, fossero diventati completamente froci. Marika spiegò che potevamo imitarli ed avere una storia tra donne. Stavo cominciando a cedere. Nel mio intimo più profondo, desideravo che quella donna mi rendesse lesbica. Mi arresi e spalancai le gambe, pronta a farmela leccare in lungo e in largo alla scoperta di sensazioni nuove ed inebrianti. Per invogliarla, mi misi perfino a pecorina come una gran troia ma Marika, mostrando un incredibile sangue freddo, e resistendo alle tentazioni, sentenziò che dovevo rivestirmi e andare via. Non aveva digerito ancora il mio rifiuto di quel giorno e, in effetti, si poteva comprendere. Come si dice: "Chi la fa, l'aspetti!". Meritavo una punizione, meritavo di soffrire: lei mi resistuì, senza sconti, il classico due di picche. Così mi rivestì e andai via mestamente. Sapevo che, in seguito, avrei dovuto implorarla in ginocchio per poter sperare di stare con lei. [Fine della storia] Leggi dal principio        

tra donne

Quartetto al Ranch

Salve a tutti, sono Giuliana. Nel racconto precedente mi avete conosciuta come la fidanzata di Mario. Ebbene, io e Marika, la proprietaria del ranch, beccammo i nostri rispettivi partner a fare sesso nel fienile. La titolare della struttura, delusa, li cacciò via entrambi. In effetti, nemmeno io ero al settimo Cielo, dal momento che Mario mi aveva servito delle corna fresche fresche con un uomo. Come "antidoto" Marika propose di puntare sulla terapia sessuale e mi presentò l'affascinante e sensuale Rodrigo. Di fronte a quella sorta di Dio greco c'era poco da discutere! Gli leccai le palle mentre Marika si preoccupò di succhiargli la fava. Credevo che dovessimo dividercelo in due ma, poco dopo, si presentò un altro uomo affascinante di nome Fernando. In realtà, notai subito qualcosa di strano nel modo in cui quest'ultimo osservava Rodrigo. Mi resi conto che provava piacere nell'ammirare il corpo invidiabile del "collega" di lavoro. Ma lasciai perdere questo pensiero ritenendo che fossero soltanto sensazioni. Intanto sbocchinai Rodrigo mentre lei spompinava l'asta di Fernando. Passammo alla sega spagnola e ce li scambiammo: strinsi tra le tettone il pene di Fernando mentre lei faceva lo stesso con quello di Rodrigo. Ad un tratto, nel bel mezzo della scopata, gli uomini si chiesero come mai la loro datrice di lavoro si comportasse in maniera così disponibile d'improvviso. A quel punto, Marika spiegò ciò che era capitato ossia che aveva trovato il marito Alfio in atteggiamenti inequivocabili con il mio ragazzo, Mario. Tra il serio e lo scherzo, vennero fuori una serie di discorsi che accesero, di fatto, quella sorta di orgetta a quattro. Marika, approfittando del fatto che Ferdinando mi stava penetrando a candela, si avventò sulle mie tettone succhiando con foga i capezzoli. Proprio non mi aspettavo un'iniziativa del genere. Tuttavia, estasiata dal pene che me la stava sfondando, e dunque preda dell'eccitazione profonda, glielo lasciai fare senza oppormi e provai anche un piacere molto intenso. Ma Marika, donna intrigante e misteriosa, gettò altro pepe infuocato nella mischia avvalorando la mia precedente ipotesi riguardo ad un'attrazione erotica di Ferdinando nei confronti di Rodrigo. Le sue parole furono così taglienti e precise che il primo fu costretto ad ammettere di essere invaghito dell'altro uomo. Rodrigo, ignaro di tutto fino a quel momento, restò palesemente (e pure piacevolmente) turbato. Intanto, Fernando mi chiavava a candela mentre Rodrigo, nella medesima posizione, trombava Marika. Fernando venne copiosamente in bocca a Marika ed io, invece, presi la sborra abbondante di Rodrigo. Devo ammettere che quella chiavata di gruppo fu essenziale per tirare su il morale! [prosegue]             

ranch

All'oscuro delle partner

Mi chiamo Alfio. Mia moglie Marika ereditò dai genitori degli appezzamenti di terreno sui quali fece costruire un grosso ranch. Nella struttura sono presenti gli animali tra cui polli, mucche e soprattutto i cavalli. Si tratta di un luogo magico, pieno di verde, in cui si percepisce il contatto con la natura. Il lavoro, ovviamente, è tanto. Per tale motivo è necessaria la presenza di personale che è prettamente maschile. Ci sono solo due dipendenti fissi, Rodrigo e Fernando e poi alcuni altri inservienti che vengono assoldati per una singola stagione. Dopo pochi anni di matrimonio, il rapporto con Marika cominciò lentamente a deteriorarsi. Si pensava principalmente alla conduzione dell'Azienda ma l'intesa intima tra me e lei divenne, poco a poco, inesistente. Avevo bisogno di nuovi stimoli. Ad un certo punto, Marika assunse un affascinante giovanotto di nome Mario. Il mio compito era quello di insegnargli il lavoro. A volte basta un dettaglio per accendere il desiderio. Stavo entrando nella stalla quando lo sorpresi a masturbarsi. Guardarlo in quel modo dalla finestrella, attivo' di colpo i miei sensi. Come regola avrei dovuto sgridarlo, invece cominciai a sbottonare la camicia e mi fiondai lì dentro alla svelta. Con sfacciata disinvoltura, mi sedetti accanto a lui affermando che in compagnia potevamo divertirci molto di più e, nel contempo, afferrai il suo pregevole cazzo e lo smanettai con ardente desiderio. Sapevo poco o nulla di lui, tantomeno i suoi gusti sessuali ma la voglia di fare porcate era troppa per indugiare. Mario ci stette e si lasciò segare. Approfittai del momento propizio per prenderglielo pure in bocca. Poi continuai a segarlo, cercando di coinvolgerlo con un bacio. Mario ricambiò le attenzioni precedenti e me lo prese in bocca a sua volta. L'atmosfera divenne caldissima al punto che me lo infilò splendidamente nel culo a candela e pure alla pecorina. Godevo da matti ma, in quel frangente, volli osare di più e gli proposi di fare il contrario. Sembrò un tantino sorpreso ma la curiosità lo indusse a provare. A quel punto glielo piazzai direttamente nel sedere, a missionaria. All'idea di sverginargli il retto, andai proprio in estasi e lo scopai con foga fino a venire copiosamente sulla sua pancia e sul suo petto. Mario, in preda al piacere profondo, sborrò a sua volta. L'assaporamento pieno degli orgasmi venne bruscamente interrotto dall'improvvisa comparsa di Marika e della fidanzata del ragazzo, Giuliana, entrambe ignare di trovarci lì a scopare tra uomini. Le donne, ovviamente, ci ricoprirono di insulti. Poi, Marika cacciò entrambi via dalla tenuta. [prosegue].

fattoria

giovedì 14 dicembre 2023

Fotografando la matura

Mi chiamo Rossana e ho la passione per la fotografia. Dalila è la migliore amica di mia madre Lara. Diciamo che le due donne sono unite da un forte legame. Dalila è stata vicina a mia madre quando quest'ultima si è separata da mio padre Giorgio. Soltanto che Dalila ha una spiccata attrazione per le donne. Nel supportare mia madre, in un momento di fragilità, si sentì anche in diritto di provarci. Loro erano solite recarsi insieme al cinema o a fare shopping, oppure al ristorante. Lara mi diceva che Dalila aveva l'abitudine di allungare le mani sulle gambe ma, fin qui, nulla di particolare. Tuttavia, un giorno, notai un turbamento in mia madre. Lasciai perdere per un certo periodo, poi, spinta dalla curiosità, chiesi il motivo del cambiamento del suo stato d'animo, un pò diverso dal solito. A quel punto, Lara, avvolta da una grande emozione, si confidò e mi raccontò che, una sera in cui entrambe avevano bevuto qualche birra di troppo, Lara ci aveva provato spudoratamente, riuscendo a raggiungere l'obiettivo. In poche parole, mia madre si era lasciata sditalinare fino in fondo e baciare. Poi, dopo esser venuta, nell'imbarazzo più totale, era fuggita da casa di Dalila ma l'episodio restava. Passò del tempo e mia madre sembrò aver ritrovato la serenità. Ad un tratto, inaspettatamente, la mia genitrice disse che Dalila, una donna con la passione per il modeling, desiderava essere fotografata dalla sottoscritta. Conoscendo certi retroscena tra lei e mia madre, questa proposta mi soprese alquanto, lasciandomi dubbiosa, tuttavia, decisi di accettare. Si presentò a casa mia con tanto di autoreggenti bianche e tacchi. Cominciai a scattare alcune foto ma, dopo una ventina di minuti, lei si avvicinò a me e mi alzò il gonnellino. Poi, con sensualità, mi accarezzò il seno da dietro. La naturalezza con cui lo fece, cominciò ad intrigarmi non poco. Successivamente, pose una mano tra le mie cosce, sopra le mutandine e mi accarezzò. Mi spiegò nei minimi dettagli ciò che era accaduto con mia madre. Integrai mentalmente la sua versione con quello che mi aveva raccontato Lara ed ebbi un quadretto molto più completo ed intrigante della situazione. La curiosità e l'eccitazione presero il sopravvento. Ci ritrovammo mezze spogliate ed io, con dolcezza, le leccai i capezzoli, poi le sfilai le mutande. Lara mi sditalinò con ardore, poi usò la lingua per leccarmi la figa. Confesso che andai proprio in estasi. Persi ogni inibizione, ogni preconcetto sul sesso tra donne e le sgrillettai la fica mentre facevamo un caldo lingua a lingua da autentiche monelle. Sono una ragazza fantasiosa per cui ho degli spunti creativi al momento: d'istinto le frugai la passera col capezzolo. Lei, oltre a godere, si sorprese notevolmente di tale "amorevole" iniziativa. Ammirai la sua topa bagnata e, in piena fase di eccitazione, le leccai il clitoride inserendo un grosso dildo (acquistato precedentemente su internet) nella sua patata bagnata. Fu come invitarla a nozze e fornirle lo spunto per una scopata tra ladies in piena regola! Mi sedetti a cavalcioni sopra di lei in modo che entrambe beccassimo un lato del dildo (doppio) nella sorca. Lei, la più esperta tra le due, mi muoveva sù e giù per i fianchi a piacimento e il dildo affondava sapientemente nella vagina a ritmo sempre più rapido. Alla fine venni intensamente sbrodolando a fiume sull'oggetto. Lei, a quel punto, eccitatissima, si sparò da sola dentro la vulva, freneticamente, l'altra metà del dildo fino a raggiungere, a sua volta, l'orgasmo. Fun un modo davvero anomalo per realizzare un servizio fotografico, non credete?                 

lesbiche

mercoledì 13 dicembre 2023

La villa delle corna

Mi chiamo Caterina. Dopo la separazione con mio marito Gustavo, entrai in una profonda crisi depressiva. L'incontro con la misteriosa brunetta lesbicona, di nome Anastasia, riattivò il mio "mood". Fu lei ad iniziarmi al lesbo e a coinvolgermi in una torbida relazione erotico-sessuale. Nell'intimità, la moretta amava fare uso di parolacce e quant'altro. A poco a poco, il nostro legame divenne sempre più sporco, farcito di perversioni ed io, tra le due, non ero di sicuro il soggetto dominante. Insomma, adorava "giocare sporco" tra le lenzuola e, questo atteggiamento, finì per piacere anche a me. Ma tutto ciò poteva ancora ritenersi normale, o giù di lì. Il limite venne superato in seguito, dopo che stavamo ormai insieme da 3 anni. Anastasia, di tanto in tanto, spompinava un ricco imprenditore, mr. Thomas. Ne ero a conoscenza ma lo tolleravo perchè il tizio sganciava, ogni volta, parecchi soldini. E poi, conoscendo la sua natura totalmente saffica, non sono mai stata gelosa degli uomini. Tuttavia, fu proprio Thomas, involontariamente, ad innescare ciò che si rivelò un pesante tradimento nei miei confronti. Accadde d'estate, nella Villa del riccone. Ero completamente all'oscuro di ciò che aveva combinato Anastasia. Un giorno, in inverno, durante l'intimità, mentre le stavo leccando la figa, la mia compagna cominciò a raccontare che Thomas le aveva lasciato il pieno utilizzo della lussuosa dimora per tutto il mese di agosto (ossia mentre io mi trovavo altrove, in vacanza con la mia famiglia). Anastasia rivelò di aver coinvolto 9 splendide ragazze in orge saffiche reiterate pazzesche durate praticamente 31 giorni. Eh già, perchè le fanciulle alloggiarono pure lì. Quando ascoltai ciò decisi, in un primo momento, di non voler conoscere i dettagli della situazione. Ma Anastasia sa bene che sono una persona curiosa e così, alla fine, cedetti e stetti al gioco. Anastasia lasciò partire anche un video a supporto del racconto e intanto mi masturbava con le dita. Guardare lei, insieme a tante splendide ragazze, combinare ogni sorta di porcate, accese a mille la gelosia, da un lato. Dall'altro lato, però, provai un piacere indescrivibile. Quando il video terminò, Anastasia continuò a stimolarmi con la lingua e le dita, con tanto di fisting energico, il tutto condito da insulti e parolacce. Raggiunsi un orgasmo lercio e profondo, godetti da matti e provai schifo verso me stessa, capace di assaporare l'estasi nel ruolo di gran cornuta! Anastasia rincarò la dose, ricorrendo all'uso di un dildo e me lo sbattette nella fregna abbondantemente bagnata. E così arrivai nuovamente all'orgasmo. Continuavo a godere intensamente a sentirmi fottutamente zozza! Poi, il dildo lo utilizzammo insieme e così lei se ne venne ed io ebbi ancora un orgasmo, il terzo! La mia compagna si sentiva ancora carica e pretese che mi dedicassi a lei. Le leccai la bernarda ricevendo, dopo un pò, i suoi caldi umori in bocca. Passata l'eccitazione mi sento soltanto sporca e cornuta ma quando sono carica, godo come una maiala. Non so proprio se devo interrompere la relazione con Anastasia, se ho la forza di lasciarla ma so per certo che, con poche altre persone potrei provare certe sensazioni così inebrianti.

orgia

martedì 12 dicembre 2023

Un massaggio complicato

Mi chiamo Rossella, sono una massaggiatrice professionista. Di solito, nel Centro dove lavoro, gli uomini non vengono soltanto per il massaggio tradizionale, ma esigono un "trattamento extra". In altre parole, sganciano più soldi per ricevere attenzioni sessuali, chiaro no? Ho a che fare con gente di ogni genere, ragazzi, uomini giovani, uomini maturi e uomini molto maturi. A quasi tutti, il cazzo diventa subito duro dopo pochi minuti che sono a contatto con la sottoscritta. Ma, ovviamente, non tutte le persone sono uguali. Ricordo il caso anomalo di Walter, per esempio. Fu la mia amica psicologa Barbara Rossi a indirizzarlo al Centro. Devo dire che, nel momento in cui lo vidi, rimasi piacevolmente colpita dall'aspetto fisico dell'uomo. Gli suggerì di spogliarsi e intanto mi veniva l'acquolina in bocca nell'ammirare quel corpo stuzzicante. Tolsi a mia volta i vestiti e iniziai a massaggiare. Tuttavia, fin dai primi contatti fisici, mi accorsi che l'uccello restava clamorosamente morbido. Continuai con tutta la mia esperienza ma, sostanzialmente, l'uomo non raggiunse l'erezione. Non la raggiunse nemmeno quando gli salì sopra e sfregai il suo pene col mio corpo. Mi raccontò della fine della relazione con la sua ex fidanzata e della successiva ritrosia verso le donne. A quel punto intuì (e probabilmente Barbara lo aveva capito prima di me) che l'individuo fosse proiettato verso gli uomini. Non appena iniziai a spiegare che nel Centro lavoravano massaggiatori maschi palestrati, notai un cambiamento nel giovane. Gli suggerì che avrebbe potuto provare un'esperienza in tal senso e a lui, l'idea, non dispiacque affatto. Durante questo discorso strofinavo la pancia e la figa contro il suo pene che non raggiunse mai un'ottima erezione ma che, alla fine, cominciò a schizzare. E dunque, nel mio ricco palmares di massaggiatrice, posso senz'altro includere di aver fatto venire pure un finocchio.     

dottoressa

pussy

lunedì 11 dicembre 2023

Sulle orme di mio fratello

Il mio nome è Mara, sono una segretaria. E' proprio vero che, molto spesso, bisognerebbe attendere prima di emettere giudizi affrettati. Quando accertai personalmente l'omosessualità di mio fratello Alessandro, ebbi una sorta di shock. Da un lato, pensai, terrorizzata, a cosa avrebbero sentenziato i miei, di stampo rigorosamente classico, nel caso in cui l'avessero scoperto ma, dall'altro, da un punto di vista strettamente sessuale, trovai eccitante un rapporto intimo tra due maschi ricco di pompini, 69, e proiettato verso implacabili inculate a candela, a pecorina e a missionaria, farcite di baci. L'atmosfera era così eccitante che quasi non mi resi conto di spalancare la porta della camera correndo il rischio di essere notata. Ma i giovani, troppo intenti a scopare, non si sarebbero mai accorti della presenza della sottoscritta. E così ebbi tutto il tempo e il modo di infilare le dita nelle mutandine e sditalinare a meraviglia. Alessandro schizzò nel sedere dell'amichetto che, a sua volta, eiaculò senza nemmeno toccarsi. Ed io venni quasi contemporaneamente a loro, poi accostai lentamente la porta prima di allontanarmi. Tenere dentro le ansie non fa bene, si sà. Proprio per questo motivo raccontai l'accaduto alla mia amica, nonchè collega di lavoro, Veronica. Non mi aspettavo che lei fosse così aperta di mentalità da considerare normali certi "abbinamenti". Del resto, non potevo certo immaginare che la Veronica fosse, tendenzialmente, come mio fratello Alessandro. Eh già! Me ne accorsi alcuni giorno dopo, quando stavamo in Ufficio. La ragazza non perse occasione di tentare l'approccio e finì per baciarmi e leccarmi i capezzoli. Rimasi spiazzata, lo confesso. Non mi aspettavo un comportamento del genere da parte sua e, a dirla tutta, non credevo nemmeno che ci sarei stata così facilmente! Certe situazioni sono contagiose: quando cominciò a leccarmi sapientemente la patata, andai fuori di testa e persi ogni controllo. Da lì, ne venne fuori una girandola di emozioni. Anche io le leccai la figa e lo feci così bene da portarla all'orgasmo. Bhè, poco dopo, ricambiata a dovere, raggiunsi l'amplesso pure io. Ma non finì lì! Veronica mi "illustrò" la strofinata tra passere, una pratica davvero deliziosa e con quella raggiungemmo altri formidabili amplessi. Grazie a Veronica, adesso comprendo molto meglio le pulsioni di mio fratello.           

cazzo

pompino

giovedì 7 dicembre 2023

La meccanica amante della patata

Mi chiamo Erica. Premetto che sono fidanzata con un ragazzo e che mi piace il cazzo, di base. Ma, nella vita, a volte esistono le eccezioni. A parte mia madre che possiede la sua auto e non la presta mai a nessuno, io, mio padre e mio fratello, usiamo a turno l'altro veicolo di famiglia di colore rosso. Stili di guida diversi e sovrautilizzo possono mettere una vettura a dura prova. E infatti, spesso, la povera macchina rossa finisce inevitabilmente dal meccanico. Mio padre Nunzio manda sempre me a ritirare l'auto perchè faccio colpo sui meccanici. Per dirla in breve: dopo un pompino ricevo forti sconti. Tuttavia esistono gli imprevisti. Dopo l'ennesimo cedimento meccanico portai l'auto a riparare come al solito. La prese in consegna un omone barbuto. Quando ritornai in officina, con grande sopresa, trovai una ragazza (non so se si trattasse di una dipendente, della figlia o di una parente). Ad ogni modo, usai la solita tattica cominciando col dire che mio padre non mi aveva lasciato i soldi. La ragazza, di nome Rossella, giustamente si incazzò vedendo sminuito il proprio lavoro ma, al tempo stesso, tirò fuori una proposta indecente. Avrebbe richiesto molti meno soldi se io ci fossi stata con lei. Non avevo mai avuto esperienze con persone del mio sesso. Rossella, molto carina, palesava un'aria da maschiaccio e mi palpò subito il culo con decisione. Poi mi mise la lingua in bocca. Naturalmente ci stetti, con la prospettiva di ricevere lo sconto. Le leccai un pò i capezzoli, poi lei, da brava feticista, si dedicò all'adorazione dei miei piedini. Subito dopo, non resistette alla tentazione di leccarmi la fica sul cofano dell'auto. Lo fece con tale passione da portarmi clamorosamente all'orgasmo. Rossella desiderava essere ricambiata. Non essendo addentro al genere saffico, non sapevo come comportarmi ma, d'istitno, le tolsi il pantaloncino jeans e le proposi un ditalino. Accettò di buon grado. Le bastarono le mie dita sul clitoride e nella figa per raggiungere l'amplesso in pochi minuti. Tornai da mio padre affermando che il meccanico ci aveva riservato uno sconto addirittura del 50%!. Nunzio, sorridendo, esclamò: "Stavolta ti sei davvero superata figlia mia! L'importo dimezzato con un semplice pompino!". Non ebbi il coraggio di raccontare a mio padre di aver giocato con una donna e così, mentendo, gli risposi: "Bhè, papà, stavolta è stata dura! Ho dovuto proprio dargliela!!!".        

lesbiche

Finendo a triangolare

Mi chiamo Daniela. Da circa un annetto intrattenevo una relazione con una donna più grande di nome Laura. Lei è sexy, affascinante, sicura di se per cui, alla fine, sono sempre stata gelosa. E questo sentimento si acuì nel momento in cui, Laura, tendenzialmente libertina di stampo, e refrattaria ai rapporti esclusivi, mi confidò di aver conosciuto una signora spagnola frizzantina di nome Consuelo. Devo ammettere che feci notevole fatica a mantenere la calma, dal momento che la rabbia, in quel frangente, mi divorava. Ma poi arrivò la resa dei conti, ben più piacevole del previsto. A quanto pare, Consuelo aveva rotto da poco un legame etero con un suo connazionale. Quando l'affascinante Consuelo si presentò nella casa dove convivevo con Laura, la gelosia tornò a tormentarmi. Ma Consuelo non era affatto una cattiva persona e trovò il modo giusto per prendermi. E così, da una possibile lite, si passò, piuttosto in fretta, ad un clamoroso e inaspettato triangolo saffico! Laura cominciò a palpare Consuelo tra le cosce e a leccarle il seno, la spagnola intanto leccava i miei capezzoli. Laura si mise sopra di me e io le leccai le tette. Nel frattempo, la donna iberica sgrillettava con disinvoltura le fiche di entrambe. Consuelo intendeva leccarmela ma non mi sentì ancora pronta e così cercai la strofinata di passere con Laura. Intanto, la mia compagna leccava la figa della spagnola che diede tutta l'impressione di arrivare all'orgasmo. Poi io e Consuelo, in tandem, leccammo fica e culo di Laura fino a farla venire. A quel punto spalancai le cosce affinchè Consuelo potesse leccarla perbene. Venni intensamente mentre procuravo a Laura il secondo bollente amplesso. Bhè, credo di essere diventata più aperta di vedute dopo quel focoso triangolo e ora accetto sempre di buon grado le "proposte alternative" della mia fantasiosa compagna matura.

trio

martedì 5 dicembre 2023

La ragazza estroversa di mia figlia

Mi chiamo Karen. Sono una donna statunitense benestante. Per anni mi sono comportata da bigotta snob intransigente. Ma solo chi è realmente stupido non cambia mai idea, giusto? Ebbene, mio marito non ha mai avuto voglia di lavorare, pensava soltanto al gioco, a bere e a frequentare donnacce. La separazione fu inevitabile. Mia figlia Jennifer restò a casa con la sottoscritta. Man mano che cresceva, cominciarono i suoi primi flirt ma, inizialmente, non ci badavo troppo. Vedevo solo che si chiudeva in camera a chattare come gran parte dei giovani. Solo dopo aver compiuto la maggiore età, decise di confidarsi rivelando di essere attratta dalle donne, piuttosto che dai maschi. A primo impatto rimasi spiazzata ma non volli esprimere pareri negativi in merito e così le lasciai vivere le sue esperienze intime. Ma, ad un tratto, ci fu una vera e propria svolta nella vita di entrambe. Come un fulmine a Ciel sereno, si materializzò a casa nostra una presenza inquietante, la nuova fidanzata di mia figlia, la Colombiana Indira, conosciuta sui social. Questa ragazza, amante del culturismo, amava girare con la camicetta mezza sbottonata esibendo il reggiseno che esaltava le forme notevoli. Criticai non poco la relazione di Jennifer con Indira ma mia figlia sosteneva di amarla. Indira è una libertina totale per cui ama fare sesso anche davanti ad altre persone. Dopo aver sfoggiato il fisico da culturista, si mise a leccare la passera di mia figlia senza vergogna. Io stavo accanto sul divano, vestita, esprimendo totale dissenso. Poi si diedero il cambio. Indira, leccata accuratamente da Jennifer, ebbe un orgasmo proprio dinanzi a me. Con tono piuttosto autoritario e convincente, affermò che dovevo spogliarmi anch'io. In più, mia figlia disse che potevamo essere un bel trio. Queste idee mi lasciarono un tantino frastornata ma, nel contempo, ammaliata. Indira affermava che io e Jennifer dovevamo assolutamente riconciliarci dopo aver avuto dei diverbi. Ad ogni modo, finì nuda tra le braccia di mia figlia che fece apprezzamenti nei miei confronti. In effetti, precedentemente, avevo ammirato il suo seno senza però proferir parola. Si stava creando un'atmosfera pericolosa innescata da una chimica perversa. Indira incalzò asserendo che io e mia figlia avremmo dovuto riappacificarci con una maggior dimostrazione d'affetto reciproco. Dopodichè, spinse le nostre teste l'una verso l'altra in modo che io e Jennifer ci baciassimo in bocca. Fu bello ritrovare la serenità con mia figlia anche se non mi sarei mai lontanamente sognata che accadesse in questa maniera. A quel punto, spinte dall'entusiasmo e dalla libidine incontenibile, io e Jennifer finimmo magistralmente a 69 (lei stava sopra ed io sotto). Sembrava incredibile che stessi leccando la vagina della mia "bambina". Indira, intanto, pensò bene di offrire il suo "contributo" leccando il culo di Jennifer! In sostanza, io e quella monella di Indira, ci dividemmo i fori intimi di mia figlia mentre ci guardavamo intensamente negli occhi. A quel punto ebbi la netta sensazione che la Colombiana volesse approcciare anche con me. Intanto Jennifer, "solleticata" da due lingue insieme raggiunse un bollente orgasmo. Arrivai anch'io, dopo la slinguazzata di Jennifer. Dopo quel triangolo ci sentimmo tutte più rilassate. Dopo cena, verso sera, quando Indira andò via, mi sussurrò all'orecchio: "Ho sempre sognato di farmi una bella signora altolocata un pò bigotta...". Credo proprio che Indira voglia venire a farmi visita quando Jennifer non c'è e, naturalmente, non solo per prendere insieme il caffè...

porcelle

culturismo

lunedì 4 dicembre 2023

Le proposte allettanti alla cameriera

Mi chiamo Ornella. Faccio la cameriera presso abitazioni private. Premetto che non sono una santa, mi piace tanto il cazzo, solo che ho attraversato una certa evoluzione sessuale grazie alla mia datrice di lavoro, la signora Marica. Ma facciamo un piccolo passo indietro. In passato, non mi sono mai soffermata troppo sulle donne, tuttavia, avendo due amiche lesbiche, subivo inevitabilmente i loro corteggiamenti soft che puntualmente respingevo. O, almeno, il 90% delle volte poichè una sera, con una delle due, dopo aver visto insieme un film al cinema, bevemmo qualche bicchiere di birra di troppo, io mi sbronzai, e lei ne approfittò per piazzarmi la lingua in bocca. Ovviamente, nello stordimento dell'alcol, corrisposi il bacio. L'altra ragazza, invece, mi palpò il sedere mentre eravamo insieme alla toilette ma io mi voltai di scatto e le mollai un sonoro ceffone. Si trattò dunque di due situazioni isolate non tanto rilevanti. Ma poi conobbi quella baldraccona di Marica e lì cambiò la scena. Il marito non c'era quasi mai e lei pretendeva che, per occuparmi delle faccende domestiche, come stirare, indossassi completini sexy con immancabili tacchi e autoreggenti. Non mi costava molto accontentarla per cui lo facevo. Lei, vestita in modo altrettanto sexy, sembrava che volesse mangiarmi con gli occhi. Ma, per mesi, tutto rimase fermo ad un gioco di sguardi e nulla più. Poi, un pomeriggio, all'improvviso, si accostò dietro di me mentre stavo stirando e finì per palparmi le tette. Poi fece apprezzamenti sul mio sedere. In pratica, il suo era un matrimonio di facciata, di quelli per tenere buone le famiglie, dal momento che a Marika piace la fica. La donna tirò fuori una proposta davvero allettante: il raddoppio dello stipendio in cambio di sesso. Quest'offerta succulenta, inizialmente, mi mandò fuori di testa, devo ammetterlo e così l'assecondai leccandole i capezzoli. Mi chiese se avessi già avuto esperienze con donne. Istintivamente le risposi di si anche se, alla fine, non avevo fatto granchè. Con il dildo cominciò a stimolare il clitoride in modo divino per cui raggiunsi l'orgasmo in men che non si dica. Volevo mostrare di essere all'altezza e presi anch'io in mano un dildo e le stuzzicai il clitoride leccandole una natica. Presa da un impulso rabbioso, più che sessuale, mi venne il desiderio di sfondare la fregna di quella maialona e così ci misi una certa forza nell'affondare l'oggetto nella passera al punto che lei mi fece notare "l'entrata" troppo aggressiva. Addolcì la spanata con una leccata di culo. Passato il "raptus" libidinoso, assunsi un comportamento più etero, diciamo così e le spiegai che, al limite, potevamo masturbarci in compagnia in cambio di un piccolo aumento di stipendio, non di un raddoppio. Per un pò lei sembrò docile, umile e sottomessa. Ci infilavamo gli oggetti dentro ognuna per conto proprio. Provai quasi pena per una donna che addirittura si profilò come innamorata di me. Ma si trattava solo di una vile tattica per farmi abbassare la guardia. E difatti, all'improvviso, con gesto repentino, mi strappò di mano il dildo bianco e ci pensò lei a piazzarlo nella mia figa con una certa decisione sostenendo che non mi sarei dovuta accontentare del minimo (chiaramente intendeva sia sesso che soldi). Stavo godendo già da prima per cui la sua "manovra" inattesa mi portò prepotentemente all'orgasmo (il secondo di quel dannato pomeriggio). Marica, tornata forte, sorridente, compiaciuta e sicura di sè, affermò che, pian piano avrei ceduto su tutta la linea a partire dal sesso orale. In effetti, i giorni seguenti, lei cominciò a leccarmela e questa pratica durò a lungo, poi, dopo altro tempo, io iniziai a contraccambiarla. Bhè, magari sono diventata mezza lesbica ma ho anche raddoppiato lo stipendio!

troia

cameriera

Troia amatoriale di Halloween parte due

Eccola di nuovo, la nostra amica disinibita che mostra le proprie grazie, stavolta anche in lingerie... Nostalgia della prima parte? Guardala nella seduzione fetish

Halloween

Sottomessa da due nere in cella

Mi chiamo Dora. Per un furtarello, fui costretta stare in galera per qualche mese. Nella cella c'erano già altre due ragazze di colore. Appena la guardia che mi aveva accompagnato andò via, le tipe mi spogliarono facendo apprezzamenti sulle tettone e palpandole con decisione. Prima di finire dentro adoravo il cazzo e stavo con un ragazzo ma quelle diavolette nere mi coinvolsero in una lesbicata così eccitante che, pian piano, finì per cambiare gusti sessuali. Mi slinguazzarono paurosamente la fregna e godevo parecchio. All'inizio leccavo a malapena la patata e in modo un tantino impacciato ma, dopo un mese di "pratiche accellerate", diventai davvero esperta. Sono uscita da poco di prigione ed ho ancora nel cervello il sapore della sorca nera!


Alchimia anale in Collegio

Mi chiamo Cinzia. E' pur vero che, diversamente dal cibo e dall'acqua, senza sesso non si muore ma, nel concreto, diventa frustrante doverne fare a meno quando ci si trova in determinati contesti. Mi spiego meglio: al Collegio femminile non avevo la possibilità di appagare il desiderio con i ragazzi ed ero costretta, al pari delle altre  compagne, a sfogare di frequente le voglie attraverso la masturbazione. Ma l'autoerotismo esula dal contatto fisico con altre persone e, dopo un pò, può non bastare. Vi confesso che qualche idea saffica mi balenava in testa da un mesetto, pur non essendo per nulla addentro a tale genere. Tuttavia, non osavo coinvolgere ragazze per paura di incorrere in un eventuale rifiuto, ovvero in una figuraccia. Per fortuna, ci pensò Rossana, una delle tipe con cui parlavo meno, a compiere il primo passo. Evidentemente, scalpitava anche lei per un pò di sano sesso in compagnia solo che fu più determinata e scaltra della sottoscritta a proporsi. Bussò alla porta della mia stanza e ci sedemmo sul letto a chiacchierare per un pò. Notai subito la sua eccitazione. Quando espresse chiaramente il suo parere, ovvero che certe situazioni si possono risolvere anche tra girls, pensai che fosse giunto il momento adatto per lesbicare. Erano circa le tre del pomeriggio, un'orario in cui, solitamente, tutti riposano per cui nessuno ci avrebbe disturbate. Il lingua a lingua iniziale ci scaldò. Provai brividi ad essere palpata da lei sopra le mutandine e mi sentì già bagnata. Rossana non perse tempo a spogliarmi ed io, a quel punto, feci lo stesso con lei, sfilandole pure le mutande e schiaffeggiando il culetto. Dopodichè le leccai dolcemente i capezzoli. Rossana finì di spogliarmi e puntò direttamente la lingua sul mio buco più intimo, quello anale, e cominciò a leccarlo con passione. Non mi aspettavo proprio un approccio così particolare ed arrivai piuttosto rapidamente all'orgasmo. Poi mi ritrovai lei, messa a pecorina. Osservai le sue invitanti fessure. Pensai di dirigere la lingua sulla figa ma poi pensai di voler essere alla sua altezza e così le leccai perbene il buco dell'ano. Anche Rossana fece fatica a resistere agli impulsi indescrivibili di piacere e se ne venne. Istintivamente limonammo ma, a quel punto, le nostre bocche sapevano inevitabilmente di culo! La sensazione fu, allo stesso tempo, imbarazzante e inebriante. Ad un certo punto ci staccammo dal bacio e, consce della situazione, ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere. Eravamo consapevoli di aver fatto le troie, naturalmente. Quella lesbicata dai forti "sapori anali" sarebbe stata certamente replicata...               

anal

kiss

sabato 2 dicembre 2023

La rappresentante al Centro Benessere

Mi chiamo Maria, sono una rappresentante di prodotti per i Centri Benessere. Ne rifornisco diversi, a cadenza pressocchè mensile. Tra questi figura il "Gold Star", dove lavora una massaggiatrice di nome Erica. Di solito andavo sempre di fretta, prendevo le ordinazioni del materiale e scappavo via. Un bel giorno, Erica mi propose un massaggio gratuito. Insistette un pò per convincermi ma, alla fine, accettai volentieri, se non altro per ricavare un momento di pausa dagli impegni. Sotto lo sguardo di Erica, mi spogliai, dopodichè presi posto sul lettino a pancia sotto. Erica, al principio, sembrò molto professionale: massaggiò il collo e poi i piedi sottolinenando l'importanza di farli rilassare. Mi sentivo proprio bene, lo ammetto. Ad un certo punto, però, sentì le mani forti e decise di Erica sopra le mie natiche. Non si trattava di un semplice massaggio ma piuttosto di una palpat in piena regola. Protestai un pò ma lei rispose che facevo storie inutili. Poi mi coinvolse in un lingua a lingua. Sono fidanzata con un ragazzo e credevo di essere etero, ma gli atteggiamenti di quella tipa mi sciolsero davvero tanto. Corrisposi il bacio. Lei, entusiasta, prese ancor più coraggio e convinzione e a quello aggiunse pure un ditalino leggero. Dopo di ciò affermò di volersi spogliare per sentirsi libera e stare pure lei nuda davanti a me. Scoprì il seno e mi istigò a palparlo. Lo feci e intanto ci baciammo di nuovo. Ci stavo prendendo gusto, ormai eravamo nude e avvinghiate in baci mozzafiato. Mi sentivo visibilmente eccitata e vogliosa del contatto fisico, della vicinanza dei corpi. In quel frangente, Erica prese l'iniziativa e mi leccò sapientemente la figa. Spalancai le cosce consentendole di portare avanti un delizioso lavoretto di lingua. Non potevo resistere a lungo alle "attenzioni" intime di una lesbica navigata e infatti arrivai intensamente all'orgasmo. Poi lei mi mise alla prova, voleva vedere se fossi stata capace di ricambiare. Stando sopra la sottoscritta, mi mise praticamente la figa all'altezza della bocca. La curiosità e il desiderio mi spinsero a leccare la sua vagina mentre lei mi sditalinava. Non ero esperta ma ci misi passione, così tanta da farla venire splendidamente. Intanto, le sue dita magiche mi portarono al secondo meraviglioso amplesso. Dopo gli orgasmi, lei si stese sopra di me e riprendemmo a baciarci. Disse di non vedere l'ora che tornassi nel Centro. Le risposi che, come al solito, sarebbe accaduto il mese successivo. Adesso, quando mi reco al "Gold Star" mi trattengo con Erica per reciproche leccate e massaggi approfonditi. Alle volte, il lavoro di rappresentante è davvero stimolante, non trovate?              

bionda e mora

giovedì 30 novembre 2023

Trattamento speciale al Centro Massaggi

Mi chiamo Jolanda. Lavoravo come massaggiatrice al Centro Polystar. Il titolare, Paul Jacobsen, non riusciva a tenere il budget in positivo per cui cominciò a chiedere alle dipendenti, ossia alle ragazze, di fornire ai clienti prestazioni "extra" che vanno ben aldilà dei semplici massaggi. E' chiaro che una strategia aziendale che punta sul sesso può ingolosire la persona che si avvale della struttura. In tal modo, un cliente viene indotto a sborsare più quattrini ma con la certezza di ricevere pompini e di scopare con belle donne. Ma, alla fine, c'è sempre qualche moglie cornuta con intenti vendicativi pronta a rovinare tutto. Fu così che partirono i controlli delle autorità e Paul, dopo aver pagato una cospicua multa, fu costretto a chiudere i battenti per un bel pò di tempo. Alla riapertura, provò a comportarsi bene, in un primo momento, a rigare dritto, utilizzando le ragazze esclusivamente per massaggi normali. Ma purtroppo il budget non decollava e così, il sig. Jacobsen decise di tornare alla vecchia e redditizia via... Ansioso di recuperare le perdite e di raggiungere alti profitti, istruì le ragazze a comportarsi da maiale con i clienti, inclusa la sottoscritta. Ed ecco che, un bel giorno, si presentò un bel ragazzo di nome Vincent, un giovane imprenditore di successo nel settore delle transazioni di auto di lusso. Jacobsen si raccomandò affinchè fornissi il miglior servizio possibile al bel tipo. Considerando che mi capitava spesso gente brutta, viscida e anziana, non fu difficile comportarsi da troia con un bell'uomo come Vincent. Dopo che lui si spogliò, cominciai con un massaggio normale che interessava il collo, i polpacci, ma poi lo tramutai rapidamente in "terapia per adulti" segando, leccando e succhiando il suo splendido cazzo. Lentamente, finì per spogliarmi anch'io e, ad un certo punto, ci ritrovammo magicamente a 69, io sopra e lui sotto, a scambiarci piacevolissime attenzioni orali. Dopodichè, Vincent mi scopò in svariate posizioni. Il randello duro e voglioso si fece meravigliosamente strada nella mia passera bagnata. Ma Vincent desiderava molto di più, voleva che diventassi la sua compagna e perciò mi propose di andar via dal Centro, assumendo l'incarico, ben remunerato, di segretaria della ditta delle auto. Come rifiutare un'opportunità del genere? Chiaramente accettai! Gli dissi di si proprio mentre mi sborrava beatamente in bocca. Assaporai il seme e pensai alla svolta che avrei avuto nella vita. Jacobsen, erroneamente, si aspettava che Vincent avrebbe portato al Centro anche i suoi amici e conoscenti danarosi ma il ragazzo, troppo preso da me, nonchè geloso della sottoscritta, scombinò pesantemente i suoi piani. Paul mi diede della zoccola ingrata ma io me ne fregai altamente e mollai il Centro. Sarò pur troia ma una volta tanto, nella vita, voglio fare la signora! 

fica

mercoledì 29 novembre 2023

La maestra di ballo

Mi chiamo Alessia. Diventare ballerina era il mio sogno e, fortunatamente, l'ho realizzato ma non senza affrontare difficoltà e compromessi di vario genere. Un passaggio fondamentale è sicuramente avvenuto grazie alla "spinta" da parte della nota maestra italo-americana Anna Kunes. In quel periodo Anna era la migliore della piazza ed io frequentavo la sua Scuola. Oggettivamente, alcune allieve erano più brave della sottoscritta, inutile negarlo. Ma Anna, inguaribile lesbicona, privilegiava anche le candidate tecnicamente meno dotate, a patto che si mostrassero particolarmente disponibili a soddisfare le sue torbide voglie erotiche. Quando mi piazzò una mano sul sedere, col pretesto di insegnarmi a ballare, capì subito che, per diventare qualcuno, nel mondo della danza, avrei dovuto cedere a livello sessuale. Anna non perse tempo, mi baciò in bocca, poi pretese che mi spogliassi con la scusa di visionare il corpo ai fini artistici ed io la accontentai. Mi accarezzò le tette, poi pose le sue davanti al mio viso ed io, a quel punto, gliele leccai. Rimasta nuda, solo con i tacchi, appoggiata alla sbarra di allenamento, divaricai le cosce consentendole di leccarmi la figa. Si muoveva bene con la lingua, continuò a lungo fino a condurmi soavemente all'amplesso. Dopodichè, a sorpresa, tirò fuori lo strap-on. Con tono deciso ordinò di leccare il cazzo finto ed io ubbidì. Poi me lo piazzò nella fica a missionaria tirandomi i capelli e proseguì a scoparmi a candela. Dopo di ciò mi disse: "Ora prova tu!". Compresi che desiderava godere pure lei, giustamente, e così indossai lo strap-on e la castigai a pecorina. Non credevo che ciò potesse intrigarmi così tanto. Quando cominciai ad "infilzarla", ci provai gusto e lo feci con forza, tirandole, nel contempo, i capelli. Dopo averla "sbattuta" per un pò, la troiona godette arrivando splendidamente all'orgasmo. Quando si sbrodolò affermò che l'allieva aveva superato la maestra ed io, in quel momento, provai una grande soddisfazione.       



martedì 28 novembre 2023

Lesbicata bollente con la separata

Mi chiamo Sabrina. Facendo parte di una comitiva composta da quattro maschi ed una ragazza, sarei dovuta essere al centro delle loro attenzioni. E invece no! I discorsi di Marco, Paolo, Aldo e Jacopo vertevano spesso sulle donne mature over 40, ritenute le partner sessuali ideali. Eh già, perchè, secondo loro, ad una certa età, le femmine diventano ancora più disinibite, ovvero maggiormente zoccole. Nonostante indossassi spesso minigonne, non riuscivo in alcun modo a spostare le loro fantasie erotiche dalle signore mature alla sottoscritta. Riflettendoci, cominciai ad alimentare una certa curiosità rispetto a quel target, ossia: cosa hanno di tanto speciale le "mature ladies"?. Ma veniamo al dunque. Una vicina di casa, la signora Marina, si era separata da poco dal marito e attirò la mia attenzione. Si vedeva lontano un miglio che stava in astinenza sessuale. Da un semplice rapporto distaccato fatto di buongiorno e buonasera, provai ad entrare con lei in maggiore confidenza. Mi resi disponibile al dialogo finchè, finalmente, ottenni un'occasione per chiacchierare con lei a casa sua a tu per tu. L'approccio inziale tra noi accadde per un fraintendimento, ossia, Marina era tremendamente vogliosa di attenzioni intime e mi bollò subito come lesbica. In realtà, i miei stimoli provenivano dalla curiosità innescata dai discorsi dei ragazzi della comitiva. Ad ogni modo, finimmo per limonare di brutto ed io poi le leccai le splendide tette, la pancia e pure la figa! Marina gradì notevolmente la mia lingua, fremeva di piacere, il che aumentò il mio desiderio erotico. Le leccai le natiche mentre con le mani frugavo la sua passera e così se ne venne intensamente. Fu una sensazione stupenda condurla all'orgasmo. Le leccai perfino la schiena mentre assaporava ancora il gusto dell'amplesso. Ci baciammo nuovamente, poi fu lei a leccarmi la pancia e, successivamente, la figa, ormai bagnata dal desiderio dell'attesa. Ma le sensazioni più inebrianti le provai di sicuro quando lei mi leccò sapientemente il buco del culo. Eh si, oltre a slinguazzare, ficcò proprio la lingua dentro l'ano con decisione. Fu così che arrivai anch'io all'orgasmo che si rivelò particolarmente intenso. Mi strinse le tette da dietro leccandomi un braccio mentre ancora godevo. Limonammo duro per l'ennesima volta. In quel frangente, le chiesi se potevo raccontare l'esperienza vissuta con lei ai miei amici della comitiva. Rispose di si ma pretese che non facessi assolutamente il suo nome. Giorni dopo, durante un'uscita con quei quattro, spiegai di aver avuto un'esperienza lesbo con una donna mora over 40. Improvvisamente i ragazzi drizzarono le orecchie e mi chiesero di raccontargliela. Non mi andava di spiattellare tutto in un luogo pubblico come una pizzeria, non sarebbe stato il posto adatto nè per me, nè per loro. E così, li invitai a casa mia quando i miei non c'erano. Ci sedemmo ad un tavolo ed inziai il racconto descrivendo, in primo luogo, le caratteristiche fisiche di Marina senza mai pronunciare il suo nome. I quattro mi chiesero all'unisono: "Ti spiace se ci mettiamo in libertà?" e tirarono fuori i cazzi mentre io parlavo. Continuai la storia fino alla fine mentre loro, imperterriti, si segarono. Per scuoterli ulteriormente, affermai, mentendo, di poter intercedere con Marina in modo da presentargliela. A quel punto la reazione fu immediata nel senso che cominciarono, uno dopo l'altro, a sborrare liberamente senza alcuna vergogna riempendo il tavolo di seme. Da quel giorno, i ragazzi mi tengono molto più in considerazione, rispetto a prima. Io continuo a frequentare Marina e a narrare agli amici dei nostri incontri saffici. Loro sono sempre più eccitati e coinvolti dalle mie storie. Adesso sono quasi cotti a puntino. Un giorno o l'altro prenderò l'iniziativa e li soddisferò ad uno ad uno con la bocca quei porcellini mentre sognano invano di conoscere la donna matura che mai gli presenterò...               

lesbo