giovedì 29 luglio 2021

Anche i brutti godono

Mi chiamo Emma, sono una bionda matura tettona piuttosto troia. Sono una porca e, solitamente, scopo con i compagni di classe di mio figlio Elio, quelli più carini naturalmente. Gianluigi è l'amico più caro di Elio ma purtroppo è piuttosto brutto e viene sistematicamente rifiutato dalle ragazze. Il ragazzo mi ha sempre guardata con occhi interessati. Un giorno passò a casa pensando di trovare Elio ma mio figlio era uscito e così rimanemmo un pò da soli a parlare. In questo frangente mi venne in mente di fargli vivere almeno un piccolo momento di gloria. Onestamente non mi sentì scoparlo però gli permisi di toccarmi un pò le gambe e il culo e scoprì le tettone. Inoltre lo limonai perbene mandandolo in estasi. Sapevo che questo gli sarebbe bastato per tirare fuori l'uccello e farsi una bella sega. Sò che avrebbe desiderato un bocchino ma proprio non me la sentivo. Se proprio voleva doveva toccarsi da solo e così fece. Si segò con la mano sinistra ammirando le tettone e pretese solo che gli succhiassi le dita della mano destra immaginando che lo stessi spompinando. Il ragazzo era piuttosto precoce tanto è vero che la smanettata durò davvero poco. Il porcellino godette e mi schizzò il seme in bocca. Far svuotare i coglioni ad un ragazzo che non mi piace particolarmente mi fece sentire strana. Con i belli è fin troppo facile fare sesso. Gianluigi ebbe il suo momento di gloria. Chissà che non ne possa avere uno più esaltante in futuro se per caso decidessi di scoparmelo...       


mercoledì 28 luglio 2021

Da un incesto all'altro

Mi chiamo Francesca. Sono una donna matura sposata che non ha molti tabù nè freni inibitori. Ho spesso messo le corna a mio marito Egisto con uomini giovani ma, per una volta, fu lui a sorprendermi. Clelia, la nostra unica figlia, avrebbe dovuto sposarsi ma, in realtà, la puttanella era invaghita del padre. Un giorno li sorpresi in camera da letto quando avevano appena finito di scopare. La bocca di lei era ancora sporca di seme. Si presentò davanti ai miei occhi uno scenario fin troppo perverso, anche per una troia del mio calibro. La ragazza non amava più il fidanzato, non si sposò più. Dettagli, quel che contava era che mio marito si era trombato la figlia: incesto puro! A loro non detti soddisfazione, al momento. Però facevo fatica a reggere quel colpo. E così, per consolarmi, pensai bene di incontrare uno dei miei giovani amanti, Riccardo. Già figa e impreziosita da tacchi e autoreggenti, ci misi un attimo a coinvolgerlo. Mi leccò la fica, gli succhiai il cazzo e scopammo. Ma durante l'intimità gli chiesi se gli fosse piaciuto farsi la madre. Il ragazzo ammise di essersela già segata tempo addietro. Aveva solo bisogno di un'amica che lo spingesse a realizzare quella fantasia zozza. E quella amica ero io naturalmente. Ma perchè stavo facendo tutto questo? Bhè, primo perchè sono una porca, e va bene, ma anche per un altro motivo. Avevo bisogno che una porcata come l'incesto apparisse più normale ai miei occhi, che risultasse qualcosa di presente non soltanto nella mia famiglia. Dovevo acquisire la percezione che, tra le mura domestiche, sarebbe sempre potuto accadere. La mia convinzione forte trascinò in modo impetuoso Riccardo a compiere quell'atto impuro. Fiorella, la madre carina e cicciottella, abitava da sola dopo la separazione con il marito. Riccardo non andava mai a trovarla. Adesso, però, aveva un valido motivo. Io lo accompagnai: i miei occhi dovevano osservare come la castigava. Fiorella si sorprese della visita del figlio, forse ancor più della mia presenza. Ad ogni modo, Riccardo, seguendo i miei consigli, non le dette modo di fiatare troppo. Le fu subito addosso con lingua sui capezzoli e dita tra le gambe. La povera Fiorella non vedeva un cazzo da tempo e quello del figlio le sembrò come una borraccia di acqua fresca nel deserto. Quando lui le leccò la patata, lei perse definitivamente i sensi. La donna cominciò a succhiare famelicamente il cazzo del figlio (io me lo ero goduto giusto il giorno precedente). Che bella bocchinara Fiorella! E poi Riccardo se la chiavò un pò in tutte le posizioni. L'ultima fu a pecorina, un autentico sballo. La signora si fece sbattere come una troia e godette come una porca rendendo piacevolissimo anche il mio ditalino da spettatrice. Il figlio le venne in bocca riempendola di sborra calda e copiosa. Riccardo ci godeva a darle della zoccola e lei sembrava gradire particolarmente il fatto di essere trattata da puttana. Riccardo così realizzò la sua fantasia segreta di scopare la madre e a me l'incesto apparve più plausibile. E così si passò di porcata in porcata, da un incesto all'altro. Bhè, è proprio vero che una perversione tira l'altra. A proposito, sto quasi pensando di provarci con quella monella di mia figlia, che ne dite?

padre e figlia

father daughter

martedì 27 luglio 2021

Attivo incestuoso e poi passivo

Mi chiamo Franco. Il matrimonio con Ester andò avanti a gonfie vele fin quando lei, un bel giorno, scoprì che il nostro unico e amato figlio Gianmarco è omosessuale. In realtà ciò non costituiva un problema grave dal momento che ognuno è libero di regolarsi come vuole in base ai propri gusti. Tuttavia Ester temeva fin troppo il giudizio dei suoi genitori, dei tipi decisamente all'antica che non ammettevano in alcun modo l'attrazione erotica tra soggetti dello stesso sesso. E così si mise in testa che io avrei dovuto convincere, in qualche modo, Gianmarco a cambiare sponda, ad interessarsi alle donne. Naturalmente si trattava di un'impresa pressocchè impossibile. Intanto lei pose una condizione 'spietata' nei miei confronti: il divieto assoluto di accesso alla fica. O meglio, tutti gli altri uomini a lei graditi potevano beneficiarne a piacimento tranne, ovviamente, il sottoscritto. Non mi restava che un tentativo di dialogo con mio figlio per riconquistare le grazie di mia moglie. Le cose non andarono esattamente come mi sarei aspettato. In realtà non ebbi il coraggio di aprire un discorso del genere con mio figlio. Nonostante la bellissima consorte mi negasse certi piaceri intimi, non volevo imporre nulla a Gianmarco. Capitò tutto per puro caso. Stavo facendo la sauna e mio figlio mi raggiunse lì. Notai subito il suo sguardo interessato al mio corpo. Il calore del luogo e l'ormai lunga astinenza sessuale coniugale mi fecero avvertire le sensazioni in modo del tutto particolare. Parlammo, anche se non tantissimo. Percepì limpida la sua voglia di intimità. Sentivo che stavo per mettermi in una situazione sbagliata ma mentalmente pensai che Ester difficilmente sarebbe tornata da me. Sapeva bene di essere una bellissima donna, probabilmente era stanca della monotonia matrimoniale e, quella di nostro figlio, rappresentava, in parte, una scusa per giustificare i tradimenti e poter prendere comodamente tanti bei nuovi ed esaltanti cazzi. E così prevalse l'idea oscura, il gusto del proibito, assecondare i desideri di mio figlio. Nella sauna ci lasciammo decisamente andare convinti di essere soli. E per un pò lo fummo. Mai avremmo lontanamente immaginato che, ad un certo punto, Ester sarebbe giunta nei paraggi e ci avrebbe osservati da vicino. Gianmarco allungò, all'improvviso, una mano sul mio cazzo e poi me lo prese in bocca. Avvenne tutto in modo molto naturale. Provai piacere, non pensai minimamente di sottrarmi a quell'approccio. Probabilmente Gianmarco aveva già succhiato il pene di qualche amico, dal momento che mostrava grande dimestichezza con l'arnese. Sbocchinò in modo estenuante al punto che l'uccello divenne durissimo. L'astinenza con Ester mi fece subito pensare ad un bel buco disponibile dove sfogare l'eccitazione. Gianmarco non aspettava altro e si sedette sul mio cazzo in modo che entrasse tutto nel suo culo. Il calore della sauna aumentò la libidine che raggiunse livelli notevoli. Penetrai con gusto il suo culetto. Godemmo entrambi in modo pazzesco. Ma proprio nel bel mezzo della scopata arrivò quella troia di Ester. Restò sorpresa, ma neanche troppo. Quella porca, col suo sesto senso, probabilmente aveva compreso in anticipo che, infondo, del tutto etero non sono. Non sapevo che lei, poco prima, aveva scopato con un operaio focoso e pensato di farlo provare anche a me. Eccitatissimo sborrai in culo a Gianmarco e poi gli succhiai il cazzo portandolo all'orgasmo e bevendone l'intimo succo. Ci baciammo, poi seguì mia moglie. Tornammo a casa dove ci attendeva Raffaele, l'operaio che se l'era fatta. Mi sorrise ed esclamò sfacciatamente: "Ciao caro, che bella troia la tua signora. Vedrai che il mio cazzo piacerà anche a te". Mi spogliò subito. Intanto Ester, arrapata più che mai, si stava già sgrillettando la fica pregustando scene bollenti tra me e quell'uomo. Queste ultime non tardarono ad arrivare. Mi ritrovai a pecorina col suo cazzo durissimo piantato nel culo. Faceva male, dato che ero vergine, però godevo di brutto. Mi scopò in modo estenuante ed a lungo dando la possibilità ad Ester di sditalinarsi perbene. Quando ormai me lo aveva sfondato, sentì la sborra scorrere copiosa nel mio culo ed eiaculai a mia volta. Anche la fica brodosa di Ester arrivò all'amplesso. Dopo quella goduta l'operaio ci saluto e, prima di andar via, esclamò ironico: "Se avete bisogno di qualche riparazione sono a vostra disposizione. Con lo stucco tappo tutti i buchi e con l'arnese i vostri...".

operaio arrapato

domenica 25 luglio 2021

Spinsi la mia amica tra le braccia del padre

Mi chiamo Assunta, sono una moretta piuttosto carina col seno piccolo. Daniela, una bionda tettona, è la mia miglior amica. Andavo a trovarla almeno un paio di volte a settimana e, come può capitare nei discorsi tra donne, parlavamo spesso di bei ragazzi, di cazzi duri etc... Carlo, un pensionato, è il padre di Daniela. Rimase vedovo dopo il decesso della moglie Eleonora, la madre della mia amica. Mi resi subito conto che il sig. Carlo è un gran porco amante delle ragazze giovani. La "conoscenza" tra me e lui cominciò così: di nascosto da Daniela mi passava qualche carta da 20 euro e io lo sbocchinavo. Proprio così: denaro in cambio di sesso, come una zoccoletta. Non mi dispiaceva, non sono una santa e qualcosina di soldi fanno sempre comodo a chiunque. Pian piano subentrarono anche le carte da 50 euro e così gli concessi anche la figa. In realtà lui ci godeva a scopare e, onestamente, anche io. Tuttavia sentivo che lui ambiva a qualcos'altro, come se io non fossi esattamente il suo tipo ma solo una puttanella da battaglia con cui svagarsi. Un giorno si lasciò andare ad una confidenza che aveva anche il sapore di una sorta di richiesta di aiuto. Mi disse: "Cara Assunta, ti ringrazio per le attenzioni che hai per me ma io ho un chiodo fisso. Sò che è sbagliato avere certi pensieri ma... sono eccitato a mille da mia figlia Daniela. Impazzisco per le biondine tettone e per lei in particolar modo. Solo che non oso propoglielo. Ho bisogno del tuo aiuto, dovrai lavorarla ai fianchi, cercare di convincerla che ci possa essere qualcosa di intimo tra padre e figlia". Dopodichè allungò quattro banconote da 50 euro. Ne raccolsi soltanto due, non sono così venale, diamine! Dopotutto l'idea di portare Daniela a certe trasgressioni mi eccitava non poco e, allo stesso tempo, avrei reso felice quel zozzone del padre che però, con la sottoscritta, si era comportato come un prezioso benefattore. Dovevo lavorare un pò Daniela ai fianchi, tutto qui. Cominciai a convincerla partendo, come si suol dire, alla larga. Le spiegai che i ragazzi sono belli ma che, in realtà, i maschi maturi possono offrire ad una fanciulla molte più emozioni ed attenzioni, tessendo poi gli elogi del padre che etichettai come un uomo sexy ed affascinante. Reiterai questi discorsi diverse volte in maniera tale che si convincesse sempre di più. Poi, trascorso un mesetto, le raccontai di avere una relazione col padre senza menzionare la contropartita economica che puntualmente ricevevo. Le confidai che nessun ragazzo mi faceva godere così. Daniela mi guardò in modo strano, non si aspettava di certo una situazione del genere. Sul principio andò, come previsto, in escandescenza, inveì contro di me: "Troia! Ti credevo una vera amica!!! Come hai potuto? Proprio con mio padre dovevi andare a fottere?". Sorridendo risposi: "Che ci posso fare, è troppo affascinante, quasi irresistibile oserei dire...". Dopo un pausa di alcuni secondi aggiunsi: "Bhè, peccato che la donna dei suoi sogni è un'altra...". Curiosa da morire chiese: "Davvero? E chi diavolo è costei?". Risposi ad istinto: "Lui è innamorato di te, gli ricordi tanto la moglie defunta ovvero tua madre...". Daniela, sconvolta, rispose: "Cosaaa? Non posso crederci!!! Gli voglio molto bene, è vero, ma tutto ciò praticamente impossibile da realizzare, sarebbe un dannato incesto!!!". Mantenni la calma e le proposi: "Almeno vieni a vedere come lo faccio con lui, non sei curiosa?". Replicò: "Un pò lo sono ma a te non dà fastidio?" Ribattei sicura: "Ma no figurati, mi fà piacere che sia presente anche tu...". Daniela finalmente sembrò persuadersi di poter essere quantomeno 'spettatrice'. Indossai le mie fide autoreggenti nere e i tacchi e convinsi anche lei a mettere un bel paio di calze e i tacchi per l'occasione spiegandole: "Dai, tuo padre sarà contento di ammirarti in versione così sexy, almeno questo glielo devi poverino...". Daniela rispose: "E va bene dai... forse hai ragione, infondo che mi costa. La perdita di mamma lo ha scioccato più del dovuto mi sà...". Andai dal sig. Carlo, gli comunicai che Daniela sarebbe stata con noi. L'uomo, raggiante, mi piazzò l'uccello dritto nella fica. Daniela non tardò ad entrare nella stanza. Osservando la scena si era eccitata non poco. Non fu difficile esortarla, in nome dell'amore, ad imboccare l'uccello paterno ormai in piena erezione. Carlo andò davvero in estasi ricevendo le insperate attenzioni orali da parte della bella figlia. Anche a me eccitava notevolmente che lei lo sbocchinasse. Dopodichè ripresi a scopare con il padre a candela. A Daniela piaceva vedermi in quel modo con il padre, quasi se ne fece una ragione. Durante la galoppata la porcellina mi leccò anche un pò il seno: fu gradevole. In quella circostanza mi resi conto della natura non del tutto etero della ragazza. Ad ogni modo, continuai a galoppare sul cazzo duro di Carlo e intanto cercavo di spingere Daniela a fare la stessa cosa. Lei era titubante, diceva che io potevo trombare con lui, essendo un'estranea, ma lei no. Però poi non resistette alla tentazione e, finalmente, montò sul genitore e prese anche lei il randello nella fregna. Più scopava e più si scioglieva e ci prendeva incredibilmente gusto. L'uomo, deliziato dai movimenti sensuali della figlia, desiderati da tempo, raggiunse l'estasi profonda ed eiaculò copiosamente schizzando in bocca ad entrambe. Io, da gran golosa accolsi la maggior parte del seme. Mentre la sborra fuoriusciva, rivolgendomi a Daniela, sottolineai quanto avesse fatto bene a rompere i tabù. Dopo quella volta, prendemmo l'abitudine di scopare in tre. Ma, di nascosto, in segno di "riconoscenza", il padre continuava a sganciare qualche banconota in favore della sottoscritta. Dopotutto è merito mio se ha ottenuto, in via definitiva, le amorevoli attenzioni della figlia (oltre le mie che già aveva, naturalmente). Giusto qualche spicciolo, niente di che. Ve l'ho detto, non sono una venale!

brunetta

venerdì 23 luglio 2021

In nome dell'arte

Mi chiamo Vera. In questa torbida storia mi sono sentita più una detective. Tra i miei più cari amici della scuola d'arte, circolava una voce insistente. Si diceva che il professor Aldo Meyer, noto pittore, sfruttasse il suo talento per approfittare sessualmente dei suoi allievi. Al principio pensavo che fossero tutte chiacchiere. Poi ebbi modo di conversare con uno di questi amici, Gianni. Il ragazzo, in preda alla delusione si lasciò sfuggire che aveva avuto rapporti intimi col maestro in cambio di una promessa. In realtà, il pittore gli aveva garantito che sarebbe diventato bravissimo ma Gianni è e rimase una schiappa, assai lontana dal divenire un artista dalla mano felice. Dopo questa confessione, che sembrava più uno sfogo, cominciai a prendere la questione sul serio. Per scoprire la verità, decisi di fingere di essere una studentessa vogliosa di imparare a dipingere e mi recai dal Meyer. In principio si comportò in modo professionale ma bastò qualche moina e che lasciassi cadere il vestito, per intrigarlo sessualmente. Naturalmente mi ero premunita di lasciare acceso un microregistratore nella scarpa. Non sono una santarellina e mi detti subito da fare propinandogli un bel bocchino che lui gradì parecchio. Da gran maiale accarezzò e baciò il mio culo e contemporaneamente, infilò le dita nella figa. Non si aspettava di certo una bella ragazza così disponibile. Piazzò l'uccello nella passera e cominciò a scoparmi. Prima mi prese da dietro, poi montai sopra di lui. In quei frangenti sembrava molto più vulnerabile e disposto a lasciarsi andare. Fu a questo punto che spiegò che i suoi allievi erano principalmente ragazzi. Durante le varie posizioni sessuali, dovetti un pò insistere per fargli vuotare il sacco e confessare quel che combinava coi ragazzi. Parlò prima di soft sex, giusto qualche sega. Ovviamente non gli credetti affatto. Insistetti finchè lui ammise che scopava gli allievi e che ne aveva castigati parecchi. Ragazzi di ogni genere gay, ma anche etero, cedevano l'intimità anale con la speranza di essere seguiti in modo ottimale dal maestro e diventare dei grandi artisti. Tuttavia, la maggior parte dei maschi, non possedeva questo grande talento, per cui raggiungeva come risultato soltanto quello di farsi rompere il culo per la gioia del maestro. Al termine della scopata gli smanettai perbene il cazzo e venni a conoscenza di parecchi dettagli in merito alle sue "conquiste", il tutto condito da una colossale sborrata. Evidentemente, parlare di quelle situazioni gli raddoppiava il piacere. Naturalmente il registratore aveva memorizzato ogni parola di quella sorta di confessione. Quando gli spiegai che lo avrei sputtanato, rimase letteralmente di stucco. Anche le madri e i padri dei ragazzi avrebbero saputo tutto e lui sarebbe andato incontro ad una figura di merda a dir poco intergalattica. Mi posso ritenere soddisfatta, non solo ho vendicato i miei amici ma ho pure scopato. Come si dice: "Chi la fà l'aspetti!".



giovedì 22 luglio 2021

La Nonna del mio ragazzo

Mi chiamo Anna. Sono fidanzata con un bel tipo di nome Marco. Tra i due sono senz'altro io la porcellina della coppia. Quando mi viene in mente una fantasia divento appagata soltanto nel momento in cui riesco a renderla reale. Nella fattispecie, cominciai ad intrigarmi ad una parente del mio ragazzo, precisamente la sua cara nonnina di nome Rosa. Marco mi aveva sempre parlato di quanto fosse legato a lei. All'inizio mi faceva soltanto piacere del bene esistente tra i due. Ma poi cominciai a vedere della libidine in tutto ciò. L'idea che Marco potesse avere rapporti intimi con la sua anziana parente mi mandava letteralmente fuori di testa: un bollente incesto tra nonna e nipote! Dovevo spingerlo a tutti i costi a realizzare la mia perversione e così iniziai a prendere il discorso alla larga. Lo forzavo a parlare spesso riguardo a sua nonna. Mi raccontò anche di quando lei era più giovane e Marco, vergognandosi un pò, finì per ammettere che qualche pensierino erotico sulla donna, accompagnato da seghe, lo aveva fatto eccome. Arrivai a portare questi dialoghi perfino mentre facevamo sesso. Quando godeva si lasciava andare molto di più ed io gli prospettai memorabili scopate con la nonna, una signora di esperienza che, di sicuro, aveva visto e preso parecchi cazzi da più giovane. Di base Marco non ammetteva i rapporti incestuosi ma, pian piano, riuscì a fargli quasi il lavaggio del cervello. Restava titubante ma la mia insistenza cominciò a dare i suoi "frutti del peccato", per così dire. Finalmente si convinse ad andare a trovare la nonna ed io, naturalmente, lo accompagnai molto volentieri. Decisi di far leva sul fatto che Marco è proprio un bel ragazzo, per giunta dotato, e che la donna era in astinenza di cazzo chissà da quanto tempo. Fui diretta e troia al tempo stesso: chiesi a Rosa se le fosse piaciuto scopare col nipote. Marco cercava di zittirmi mentre lei non negò di essere attratta da Marco, solo che si sentiva anziana. In più, sottolineò la natura incestuosa di un eventuale rapporto del genere. La incoraggiai, cercai di convincerla che l'età è solo un numero, in fin dei conti, e che poteva ancora godersi la vita e il sesso, specie con un figo come il prestante nipote. Marco sembrava un pò frastornato, imbambolato. Ne approfittai per fargli tirare fuori l'uccello. Alla vista del palo, Rosetta non si fece troppi scrupoli. Spinta a mille dall'astinenza, imboccò famelicamente il cazzo del nipote mostrando le sue ottime arti spompinatorie. Intanto baciai Marco in bocca e la mia fica cominciò a sbrodolare alla visione della nonna che gli succhiava l'uccello. Ad un tratto subentrai io a proseguire la pratica del lavoretto orale al boyfriend. Ci spostammo sul letto per trovare maggiore comfort. Qui la nonna ciucciò comodamente il pene di Marco ed io, a distanza ravvicinata, osservai la scena con estremo piacere e curiosità. Il mio ragazzo si rese conto che lo stavo conducendo pian piano alla trasgressione che desideravo ma mostrava ancora qualche riserva a riguardo. Io e la nonna, in perfetta sintonia, stuzzicammo Marco in modo che superasse qualche riserva che ancora aveva. La visione delle fiche scoperte e l'idea di poterle castigare entrambe, ispirarono Marco al punto da ritrovare una notevole erezione. A quel punto io e lui leccammo le tette e la figa della nonna in tandem. Rosetta, ancora piuttosto sensibile a certi stimoli, si eccitò parecchio. Poi lui leccò da solo la passera della parente mentre lei slinguazzava con gusto la mia. In una sorta di 69 creativo, lei leccò me mentre io succhiavo il pene di Marco. Poi mi feci scopare a pecorina mentre leccavo la fica di lei. Dopodichè, lei leccò il mio clitoride mentre Marco continuava a scoparmi. Ma, ad un tratto, il cazzo scivolò fuori e la nonnina audace lo accolse dolcemente in bocca. Provai un'estasi profonda, in quella circostanza. Rosa mi leccò un altro pò la fica. Fu il preludio alla scopata, dalla sottoscritta tanto desiderata, tra nonna e nipote. Marco iniziò a trombarla a missionaria mentre stavo a cavalcioni sulla sua bocca per farmela leccare. Poi Rosetta si mise sopra Marco e cavalcò splendidamente l'uccello duro. Nel frattempo io aumentai il suo godimento slinguazzandole con foga e dedizione il buco del culo. Eravamo pronte per il gran finale: ci mettemmo a pecora una sopra l'altra. Io stavo sopra. Marco infilzò parecchio il cazzo nella fica della nonna, poi lo spostò improvvisamente nel mio culo. Il momento era di totale libidine. Io e la nonna venimmo intensamente e Marco raggiunse l'orgasmo spruzzando a fiume sui nostri culi. Dopo quel triangolo bollente, pensai che la trasgressione poteva proseguire tra loro due. Usai come scusa il mio lavoro di segretaria, suggerendo a Marco di andare a trovare spesso la nonna. Rosetta accolse di buon grado la proposta pregustando magnifiche scopate incestuose col giovane e aitante nipote. L'idea che tra loro potesse nascere una relazione sessuale mi mandava la figa in brodo. Desideravo più che mai che mi rendesse cornuta con la nonna. Che volete fare, certe perversioni sono davvero irrinunciabili!

sex

martedì 20 luglio 2021

Irrinunciabili desideri omosex

Sono Giovanna, una ragazza che, in poche ore, ha subito un sostanziale cambiamento di gusti sessuali. Per anni sono stata ancorata alle convinzioni classiche secondo cui, certe pratiche intime, si fanno solo tra sessi opposti. Ma entriamo nello specifico. Conobbi Armando, un bel tenebroso palestrato, e me ne innamorai. Il fidanzamento, con relativa convivenza, sembrava filare liscio come l'olio anche se lui, a letto, si dimostrava fin troppo dolce. Al principio mi faceva piacere ma poi, pian piano, iniziai a notare che la sua natura non era affatto quella del maschio dominante. Spesso si annoiava di scopare e cercava un ripiego proponendomi: "Ti spiace se te la lecco solo un pò?". Acconsentivo, immaginando che, in quel periodo, fosse stressato per il lavoro. Ma la situazione degenerava sempre più. Era così svogliato che arrivai a toccarmi da sola per raggiungere l'orgasmo. Arrivai ad ipotizzare perfino che avesse un'altra donna ma non trovai indizi riguardo a ciò. Ad ogni modo con me risultava privo di entusiasmo. Tuttavia sembrava ritrovare stimoli quando si vedeva con il suo amico del cuore, Daniele. Scherzavano, parlavano di calcio e Armando, in quei momenti, appariva totalmente diverso. Quando mi disse che avrebbe guardato una partita in TV, in compagnia del suo miglior amico, fui contenta anche se mi pregò di rientrare a casa il più tardi possibile. Pensai che volessero commentare insieme il match senza la presenza di una donna nei paraggi. Tuttavia, l'istinto mi suggerì di far loro una visita a sorpresa. Pensavo che magari ad Armando facesse piacere scopare in tre con il suo amico a fianco. Magari aveva bisogno di un'iniezione di fiducia per sentirsi più sicuro e convinto con le donne. E, ad ogni modo, sarebbe stata una bella trombata a tre. Ma le mie supposizioni si rivelarono completamente errate. Quando misi piede in casa, andai subito in salotto ma trovai la TV clamorosamente spenta. Sentì le loro voci provenire dalla camera da letto. Aprì la porta, entrai nella stanza, e la sorpresa la ebbi io: Daniele stava scopando il mio ragazzo. Non avevo mai pensato a due uomini che si dilettano in certi giochi intimi, tantomeno se uno di quelli è il mio ragazzo! La mia presenza non fermò ciò che stava accadendo, continuarono a scopare. Addirittura Armando mi rimproverò quasi per essere venuta quando mi era stato esplicitamente sconsigliato. Non sono una tipa da scenate e, per di più, avevo una gran voglia di godere. Ma con quei due manco a parlarne di scopare in tre. Pensai bene di restare a guardarli e creare uno spunto insolito per il mio ditalino, e così feci. Quando cominciai a toccarmi loro stavano quasi per godere. Armando si schizzò addosso. E poi si prese anche il seme dell'amico. Quel porco di Daniele, non pago, si mise a leccare la sborra calda dal petto di Armando. Mi sembrò una gran porcata tale da favorire il mio ditalino. Infilai anche un dito nel culo e venni alla grande. Poi mi rivestì e corsi via dall'abitazione. Sul momento mi era sembrato piacevole guardarli ed avevo trovato anch'io uno sfogo. Ma, a mente fredda, pensavo che Armando si era fatto sbattere dall'amico e che, probabilmente, la loro intesa andava avanti già da un pò. Sconvolta, pensai bene di recarmi a casa di Maria, la mia migliore amica. Avevo bisogno di confidarmi con qualcuno. Solo che anche lei si comportò in modo diverso dal solito. Ignoravo totalmente che fosse lesbica. Quando le raccontai del mio ragazzo, non si meravigliò quasi per nulla, disse che al giorno d'oggi certe cose sono normali. E aggiunse che le fanno anche le donne. Maria non tenne le mani a posto. Percepivo il suo corpo vibrare di desiderio. Mi baciò una prima volta e non lo trovai spiacevole. Le sue mani si insinuavano audaci tra le mie gambe. Ci baciammo ancora mentre mi accarezzava la figa sopra le mutande. Ormai ero coinvolta: la sua lingua sul collo mi fece cedere definitivamente. Finì per leccarle i capezzoli. Poi lei scostò le mie mutandine per ammirare le fessure intime. Ci ritrovammo nude e Maria mi leccò sotto il seno per poi giungere, lentamente e implacabilmente, alla fessura figale. La sua lingua bollente mi condusse rapidamente all'orgasmo profondo. Da allora il mio rapporto con Armando è molto cambiato. Quando mi dice che deve guardare una partita con il suo amico, non mi pongo problemi: vado a trovare Maria e, spesso e volentieri, trascorro da lei anche la notte. Adesso si che siamo una coppia felice, ognuno a modo suo.                    



lunedì 19 luglio 2021

Stallone automatico per fanciulle vogliose

Cosa accomuna queste donne? Che sono belle? Che sono porche? Senza ombra di dubbio! Ma c'è qualcos'altro... Tutte utilizzano per godere una sorta di stallone automatico, un dispositivo costituito da una sbarra metallica mobile munita di un dildo all'estremità che penetra incessantemente la vagina. Un robot non sente la fatica, la stanchezza che un uomo, ad un certo punto, potrebbe avvertire. Per tale motivo, le donne che ne fanno uso, possono essere scopate anche per ore raggiungendo orgasmi continui. Il cazzo elettronico è un amante instancabile, e non soffre di gelosia: punta la fica e non la molla mai, nemmeno quando quest'ultima raggiunge l'amplesso. Al contrario di ciò che potrebbe accadere con un uomo, in tal caso è la donna, sfinita e appagata, a dove dire basta, a non farcela più. E' evidente che la tecnologia, in continua evoluzione, decisamente a favore delle femmine, pone l'uomo in una condizione quasi di inferiorità. Le lei più audaci e ardite non hanno bisogno del lui di turno, sanno bene che qualcuno, o meglio, qualcosa, è in grado di soddisfarle pienamente, senza esitazioni, sempre e comunque...    


venerdì 2 luglio 2021

Sverginai mio figlio

Sono una donna matura sposata di nome Diana. Nella vita sono stata sempre una gran porca. Tuttavia, negli ultimi tempi, il matrimonio si era completamente arenato. Mio marito Fulvio pensava solo al lavoro ed io restavo spesso da sola a casa con il mio giovane figliolo di nome Luca. Non riesco proprio a stare troppo a lungo senza trombare, lo ammetto. Talvolta scopavo perfino con gli artigiani: idraulico, elettricista, per fare degli esempi. Oppure con qualche rappresentante che bussava alla porta. Non me ne fregava proprio un cazzo delle loro offerte dell'energia etc... ma solo di condurli in camera da letto per una bella fottuta. Ma capitò un periodo in cui nessuno si faceva più vivo. Del resto gli artigiani non potevano accettare sempre e solo pagamenti in natura! E così, presa dai bollori indomabili della fica, cominciai a pensare al proibito, a ciò che una madre mai e poi mai dovrebbe sognarsi di fare: fottere con mio figlio Luca! Lui è sempre stato un ragazzo delicato, sensibile, forse fin troppo. Un giorno decisi che lo avrei aspettato sveglia dopo l'uscita con i suoi improbabili amici. Si ritirò a casa prima di mezzanotte. Andai in camera sua con tanto di calze, tacchi e reggicalze, vestita come una gran puttana insomma. Sapevo che, in genere, lui e i suoi amici, durante i loro giri in auto, andavano a sbirciare le mignotte in strada (su questo particolare, in seguito, avrei scoperto di più). Tutta profumata, mi misi sopra di lui e cominciai a propinargli un lento e godurioso bocchino. Pochi maschi si sarebbero tirati indietro di fronte ad un lavoretto orale così succulento. Ovviamente Luca non fece eccezione e si lasciò sbocchinare perbene l'uccello. Gli mostrai con orgoglio le tettone. Luca si fece rosso apprezzando le "pere". Eccitato mi leccò la fica mentre si menava un pò il cazzo. Poi finimmo a 69:  io stavo sopra di lui. Provò gusto a leccare la patata mentre gli slinguazzavo con cura la punta del cazzo. Poi balzai sopra di lui e cominciammo a scopare a candela: dapprima stavo schiena contro il suo viso, poi ci piazzammo al contrario. Fu qui che mi leccò le tettone mentre galoppavo sull'asta da gran troia. Proseguìmmo poi a missionaria e da dietro di fianco. Durante la prolungata trombata, mio figlio si confidò. Per lui si trattava della prima volta con una donna. Si lasciò sfuggire anche che, lui ed i suoi tre amici, non osservavano soltanto le puttane. Non potendo permettersele economicamente, avevano trovato un modo alternativo di godere smanettandosi gli uccelli a vicenda. Quando Luca giunse al culmine dell'eccitazione, e mi sborrò copiosamente in bocca, gli proposi di invitare a casa nostra i suoi compagni in modo che io mi sarei 'adoperata' per appagare le voglie di tutti e quattro i giovanotti. Chissà se lasceranno condurre le danze a questa signora esperta oppure se preferiranno continuare con i loro torbidi giochetti. L'importante è che, per ora, Luca abbia almeno scoperto il dolce gusto della passera, in tal caso materna.

porno