sabato 30 settembre 2023

In trasferta con la collega intraprendente

Mi chiamo Sara (quella a destra nella prima foto, per intenderci). Lavoro per conto di una grossa Azienda che si occupa di pubblicità. Può accadere che il Capo, periodicamente, mi invii in trasferta per presenziare eventi nel settore dell'advertising di una certa rilevanza. Di solito, in queste circostanze, faccio coppia fissa con Miranda, una ragazza tranquilla che conosco da tempo. Combinazione volle che, alla fine dell'estate, Miranda si ammalò proprio in concomitanza della settimana dedicata all'ADV, uno dei maggiori eventi, a livello nazionale, riguardanti la pubblicità. Il direttore decise così di affiancarmi una nuova segretaria, giunta da poco in ditta, di nome Jessica. La conoscevo appena e, inizialmente, mi seccò un pò andare in trasferta con una semisconosciuta. Ma gli ordini del sig. Smith non si discutono e dovetti accettare l'incarico mio malgrado senza immaginare minimamente a quali situazioni sarei andata incontro. Il viaggio per raggiungere la destinazione fu abbastanza lungo e stressante. Quando arrivammo in Hotel, non vedevo l'ora di stendermi un pò sul letto. In realtà, non riposai affatto! Stavamo in camera da pochi minuti quando, all'improvviso, sentì la mano di Jessica accarezzarmi il culo sotto la lunga gonna che portavo. Mi sembrò davvero pazzesco che lei potesse avere un atteggiamento del genere. Inoltre, dato il caldo, in quel giorno, non tenevo nemmeno le mutandine. Questo favorì la ragazza che mi accarezzò le natiche concedendosi la licenza di baciarle pure. Disse che quello era il posto ideale per un relax, per trasgredire, per vivere momenti di piacere alternativo lontano dallo stress lavorativo. Con disinvoltura, mi leccò il buco del culo. Non ero convinta ma non sono certo di legno, i suoi modi finirono per scaldarmi, per coinvolgermi. Spiegò di non essere lesbica e di avere il ragazzo. In realtà, anch'io stavo con un uomo. Jessica mi parve la porca giusta con cui provare nuove sensazioni. Ispirata, le leccai i capezzoli. Il ghiaccio ormai si era rotto! Ci baciammo, mentre mi sgrillettava la fica da dietro. Ci sdraiammo. Le leccai nuovamente i capezzoli. Poi, ingolosita dalla situazione, mi fiondai sulla passera quasi come a volerla mangiare. Per me si trattava del primo rapporto lesbo. In seguito scoprì che lei, invece, era una veterana del genere. Seppur inesperta, leccai la fregna come una matta e lei, ad un certo punto, arrivò all'orgasmo. Poi mi tolse le scarpe con calma e maliziosa puttaneria prima di fiondarsi sulla mia vagina. Apprezzò la passera "boscosa" e la leccò con dedizione ed esperienza procurandomi un amplesso inebriante. Mi propose il bis ed io accettai. Alla fine, andammo avanti per tutta la notte e gli orgasmi non si contarono. La mattina seguente, la prima dell'Evento, eravamo sfinite. Per recarci lì senza riscuotere dubbi nei presenti, dovemmo utilizzare entrambe le lenti da sole per nascondere le evidenti occhiaie. Questa vicenda andò avanti allo stesso modo per tutta la settimana. Quando salimmo sul treno di ritorno, russammo per tutta la durata del viaggio. Al momento della relazione da sottoporre al Capo, avevamo in mano solo una pagina bianca. Non seguimmo una beneamata minchia dell'evento perchè, ogni volta che gli imprenditori designati inanellavano discorsi, dormivamo puntualmente sulle sedie. Per fortuna ho un amico che lavora in una azienda concorrente della nostra al quale chiesi la cortesia di sintetizzare quello di cui si era parlato all'Evento, su uno stile di copia copiella. E così riuscimmo a portare al Capo un report valido. Bhè, le trasferte di lavoro rimangono tali soltanto con Miranda mentre con Jessica sono ideali per fottere!


Verde Speranza

Sabato in verde speranza, speranza per voi di continuare a guardare la mia passera: a volte basta un click perchè i sogni si realizzino...








venerdì 29 settembre 2023

Strip e ditalini in lingerie bianca

Quando la voglia prende è difficile controllarsi. Osservami mentre provoco in raffinata lingerie bianca, stile "sposa monella", mostrando le tettone, il sedere e la fica per concludere con un ditalino a fica bagnata dove infilo dentro anche un bel dito... 


giovedì 28 settembre 2023

Suore senza vocazione

Non c'è peggior errore di seguire una strada che non è consona alla propria indole. Mi chiamo Jelena. Pensavo che diventare una suora di clausura fosse la mia vocazione ma mi sbagliavo. Ci provai con tutta me stessa, soprattutto per rendere felici i miei genitori, ma il richiamo dei piaceri della carne era troppo forte per poter resistere. Nel Monastero regnava una quiete solo apparente. Come possono tante belle ragazze giovani rinunciare ai migliori anni della propria vita? Chissà! Da molti mesi, ormai, bollivo dentro, desideravo fortemente ricevere attenzioni intime. Manifestai a suor Maria, la madre Superiora, il tormento del mio animo. Anche lei viveva un'esistenza turbolenta, sentiva dentro il fuoco, ma cercò ugualmente di ricondurmi alla ragione, in modo da evitare il peccato. Ma io fui sfacciata le chiesi di venire in camera mia quella notte stessa. Per paura non lo fece ma andai io da lei! Bastò un gioco complice di sguardi per capire che volevamo la stessa cosa: il sesso! Fui io a deliziare lei per prima, cominciando a baciare le sue mutandine, poi, finalmente, la stuzzicai con la lingua nella vagina. Maria godette dopo pochi minuti e provò un orgasmo decisamente intenso. Fu pronta a ricambiare leccando prima i capezzoli, poi le mie mutandine, con calma. Ebbe solo un attimo di esitazione ma io sottolineai di voler andare avanti fino in fondo. A quel punto Maria mi slinguazzò dolcemente e a lungo la fichetta. Gioivo e godevo come una matta. Prese dal siparietto, ci rendemmo astento conto che fosse giunta l'alba. La visita del Supervisore Ecclesiastico, un brutto burocrate al servizio dei potenti della Chiesa, fece gelare il sangue nelle vene alla povera Maria. Ovviamente, quel bastardo, avrebbe riferito negativamente sulla situazione nel Monastero a chi di dovere. Me ne fregai altamente e dissi che poteva andare a farsi fottere, mentre pensavo piuttosto ad assaporare un sublime orgasmo desiderato a lungo. A quel finocchio non si rizzò nemmeno l'uccello nel vedere due ragazze così carine interagire. Il Monastero fu chiuso per insubordinazione e gravi atti libidinosi. Poco importa, ora io e Maria siamo donne libere di amare chi vogliamo, quando vogliamo e come vogliamo.


Eva Spanish Job

Oggi vi delizierò con una sega spagnola a tette incremate: godetevi lo spettacolo porcellini!


mercoledì 27 settembre 2023

Focose compagne di cella

Determinati ambienti, come le carceri, costringono le persone a vivere in cattività. In tali circostanze, è più facile che i soggetti detenuti assumano dei comportamenti che magari non terrebbero al di fuori. Ciò vale per gli uomini e, naturalmente, anche per le donne. Mi chiamo Mina. Finì in carcere perchè il mio ex compagno spacciava stupefacenti. Quando lo beccarono, purtroppo ero presente anch'io, e così mi portarono dentro senza troppi indugi. Avrei dovuto scontare un certo periodo di detenzione e la cosa mi spaventava. Fui condotta in una cella dove c'era già un'altra ragazza, una biondina di nome Heather. Era tardi per cui, dopo le classiche raccomandazioni della poliziotta, ci mettemmo subito a letto. L'agitazione mi permeava tutta, essendo la prima notte in prigione. Ad un tratto mi alzai e notai che Heather, con gli occhi chiusi, si stava masturbando. Arrivai troppo vicino a lei per cui la ragazza, sentendosi evidentemente minacciata, mi afferrò la gola. La tranquillizzai subito precisando di non avere cattive intenzioni. Da una possibile lite, passammo in un secondo ad un approccio sessuale, o meglio, fu lei ad abbassarmi le mutande con palpata di culo incorporata. Disse che il cazzo potevamo scordarcelo chissà per quanto tempo e che avremmo dovuto lavorare di fantasia, ovvero intendercela tra donne! Non ci impiegò molto a convincermi, dal momento che leccava divinamente la patata. Mi sciolsi praticamente subito pur non avendo la minima esperienza in rapporti del genere. Ricambiai, ovviamente, poi ci baciammo in bocca con passione mentre lei mi sditalinava. Tutte quelle sensazioni furono per me del tutto nuove ma tremendamente piacevoli. Continuò a leccarmi la fica anche se non raggiunsi subito l'amplesso. All'orgasmo ci arrivò prima lei, mentre la slinguazzavo perbene sopra il lettino. Ammirai le sue fessure, fui quasi tentata di ripassarle pure il culo ma per le varianti avremmo avuto tanto tempo a disposizione. Anche lei contemplò i miei fori intimi, dopodichè, all'improvviso, mi tormentò con un dito nella passera senza tregua finchè esplosi di sublime piacere. La povera Heather dovrà scontare una pena ben più lunga della mia dato che è accusata di omicidio ma, in quegli anni in cui fummo compagne di cella, io sentì molto meno il peso della galera, alleggerito da meravigliose notti di sesso: proverbiali leccate reciproche di fica, culo e tette senza freni. E credo che quei momenti idilliaci resteranno per sempre anche nella sua memoria. Per ora non mi resta che andare a trovarla e infonderle coraggio: prima o poi uscirà pure lei!                 



Il porcone maturo ama l'amante giovane di lei

Mi chiamo Lia. Sono una donna matura. Quando instaurai una relazione con Mario, un tipo benestante, poco attraente, pensai essenzialmente al suo cospicuo conto bancario. Non immaginavo che, dopo pochi mesi, mi confidasse di provare attrazione per i maschi, soprattutto quelli giovani. La sorpresa iniziale si trasformò in abitudine, in routine: con Mario non scopai più e decisi di guardarmi intorno. Scorsi un giovane affascinante di nome Matteo e fu con lui che iniziai una nuova storia. Tecnicamente abitavo a casa di Mario ma, nella pratica, scopavo col giovanotto. Ad un certo punto, il riccone, sbirciando sul mio cellulare, si accorse che incontravo un altro. Al principio non disse nulla, poi manifestò il desiderio di conoscere Matteo. Nonostante io e Mario non avessimo più una vita sessuale, temetti comunque che potesse litigare con il ragazzo per motivi di affetto, magari di possesso, non so. Ma ero totalmente fuori strada! Mario voleva conoscere Matteo esclusivamente per interessi sessuali! Avvisai Matteo che non si tirò indietro a questa conoscenza. Lo invitai a casa e così ci ritrovammo tutti e tre in cucina a prendere il caffè. Ma, poco dopo, Mario suggerì di recarci in camera da letto e, una volta lì, partì subito alla carica leccando il pisello del ragazzo. Se proprio ci teneva tanto allora che lo facesse bene: col culo premetti la testa del maschio maturo affinchè inboccasse perbene la fava del giovane. Notai che, tutto ciò, a Matteo non dispiaceva affatto. Saltai sul cazzo del ragazzo che mi impalò a candela. Mario, intanto, massaggiava i testicoli del giovanotto avallando pretese come passare tempo con Matteo. In tal modo non avrebbe posto alcun ostacolo alla nostra "relazione clandestina". Mario riprese a spompinare Matteo. Quest'ultimo mi scopò un pò a pecorina. Dopo di ciò, a pecorina si mise Mario, voglioso di prendere l'uccello! Matteo era in tiro e apprezzò le chiappe tondeggianti di Mario per cui decise di affondare il colpo, ovvero di incularselo. Ma la scopata anale durò solo pochi secondi perchè Matteo, troppo eccitato, finì per godere schizzando abbondantemente di sborra le natiche del maturo. Bhè, dopo un incontro del genere, credo proprio che Mario desideri ripetere l'esperienza. Ben venga! Spero solo che, pian piano, non mi soffi l'amante!


martedì 26 settembre 2023

Ipodotato irrecuperabile

Mi chiamo Antonio. Con le donne ho sempre avuto difficoltà a causa del mio pene di ridotte dimensioni. Inoltre, quando riesco ad eccitarmi, vengo poco e anche piuttosto in fretta. Da giovane, quando portavo fidanzate negli Hotel, vivevo puntuali figure di merda dal momento che non riuscivo a soddisfarle e, di solito, venivo ampiamente umiliato (frocio e cazzo moscio sono solo alcune degli insulti che dovevo sorbirmi). Con il matrimonio credevo di aver risolto il problema , dal momento che Emma, mia moglie, sembrava non badare a questi inconvenienti. Ma purtroppo fingeva solo di star bene, le mancava uno stallone e così, alla fine, cominciò a prendere regolarmente il cazzo da uomini ben più dotati del sottoscritto. Sostanzialmente mi dedicavo alla visione di materiale pornografico ma non ne potevo più di stare solo e così presi un appuntamento con la dottoressa Lara. Credevo che almeno lei mi potesse venire incontro in qualche modo. Quando vide il mio misero uccello rimase colpita in senso negativo. Le chiesi di aiutarmi e lei si spogliò mostrandosi in lingerie nel tentativo estremo di sbloccare qualche impeto animale nel sottoscritto. Ammirai il suo gran culo ma bastarono pochi colpi di mano affinchè eiaculassi come un ragazzino inesperto. Insistendo, chiesi a Lara se ci fosse un modo per avvicinarmi alle donne ma lei fu categorica, disse che non avrei mai potuto soddisfarle perbene. Dopo di ciò prospettò l'unica reale possibilità che mi restava per un contatto intimo ravvicinato: prenderlo nel culo! Al momento pensai che parlò in questo modo perchè assillata dalle mie innumerevoli domande. Oltre il danno la beffa: dovetti pagare la parcella di ben 200 euro senza ottenere una reale soluzione. Sinceramente, col passare del tempo, comincio seriamente a credere che lei non abbia tutti i torti: uno sfigato come me cosa altro potrebbe fare se non prenderlo reiteratamente nel sedere?      



Studentessa sexy per professore arrapato

Mi chiamo Elisabetta. A Scuola non sono mai stata un'aquila, nè aprivo i libri per studiare. Con questi presupposti, andavo direttamente incontro ad una bocciatura sicura. Roger Palmer, il professore d'Inglese, aveva una notevole influenza sui colleghi. Un suo giudizio positivo, avrebbe cambiato l'esito della stagione scolastica. Roger aveva la fama di "Don Giovanni", seduttore delle studentesse, anche se, apparentemente, non sembrava, dati i suoi modi pacati e gentili. Le sue "vittime" preferite erano ovviamente le studentesse in difficoltà come la sottoscritta. Quando, un giorno, si avvicinò e mi disse: "Elisabetta, forse è il caso che tu mi venga a trovare per delle ripetizioni, la situazione è piuttosto seria e rischi di perdere l'anno", non potetti che accettare quella insolita proposta. A parte che gli studenti non possono ricevere ripetizioni dagli insegnanti titolari ma poi recarsi a casa sua appariva davvero strano. Ad ogni modo, nel primo pomeriggio bussai alla porta dell'abitazione di Palmer che viveva solo. All'inizio sembrò che volesse davvero aiutarmi negli studi, poco dopo, però, uscì fuori la "belva" che albergava in lui. Capì chiaramente che, per un'asina come me, non vi era altro modo di raggiungere la promozione se non cedendo sessualmente. Mi ritrovai in breve col jeans abbassato, le tette scoperte e le sue mani addosso. Provai anche a frenarlo, spiegando di essere fidanzata, ma lui, ovviamente, se ne fregò altamente. Mi carezzava le cosce e tra le cosce, dando baci sul viso. Gli propinai un bel bocchino, poi lui si stese sopra di me e iniziò a trapanarmi con l'uccello nella patata. Allargai le cosce e gli permisi di fare i suoi comodi. Ma non fu una violenza, godevo lasciandomi sbattere come una mignotta. In più avrei salvato anche l'anno scolastico. Roger non si accontentò, mi girò a pecorina e continuò a stantuffare senza pietà: era proprio uno stallone quel prof, nettamente meglio di quel cazzetto moscio del mio fidanzatino mezzo frocio dell'epoca. Poi lo cavalcai: il pisello entrò nella figa praticamente fino alle palle: godetti come una maiala fino a venire. Poi Robert, al culmine del piacere, mi schizzò copiosamente la sborra bollente in bocca. L'assaporai e la ingoiai tutta. Salvai l'anno alla grande. I miei genitori si chiesero a lungo come mai gli insegnanti fossero divenuti d'improvviso così ben disposti nei confronti della sottoscritta. Di certo non potevano mai immaginare, neanche lontanamente, che, per passare per una brava studentessa, avessi concesso la bocca e la figa al professore più autorevole!      


lunedì 25 settembre 2023

In bianco con Eva

 Una ventata di allegria con la vostra Eva vestita di bianco...


Il Capo si diletta con le segretarie

Mi chiamo Vanessa. Io e la mia collega, Anna, siamo due segretarie d'azienda che lavorano nell'ufficio del dr. Ugo De Santis. In realtà, il Capo preferisce i piaceri della vita rispetto a sgobbare. Per questo motivo, almeno un paio di volte a settimana, si avvale dei "servigi" che vanno oltre le normali competenze di noi segretarie. Detto in termini più crudi: ci scopa entrambe! Al Capo piace leccare la fica, farsi fare succulenti pompini e, dulcis in fundo, trombare! Questi amorevoli siparietti, sono puntualmente interrotti dalle telefonate dei clienti imbufaliti che sbraitano per fissare un appuntamento. Ma a Ugo tutto ciò non interessa, specie quando è assorto in pratiche ben più gradevoli di quelle a carattere lavorativo. Come si concludono i "break" in ufficio? Bhè, con abbondanti sborrate nelle bocche di noi ragazze, mi sembra ovvio! Dopotutto, siamo una squadra, no?      


sabato 23 settembre 2023

Una sorella favolosa

Mi chiamo Jerry. Questo episodio si riferisce ad alcuni anni fa. Adesso sono cresciuto ma allora ero un ragazzino un pò impacciato che guardava siti porno su internet dalla mattina alla sera. Katia, mia sorella, è una donna sexy. Già allora si poteva notare quanto fosse sexy. Non vi nascondo che, spesso, la spiavo nuda mentre stava nel bagno: che celestiale visione! Potevo farlo indisturbato perchè i miei, proprietari di un negozio di alimentari, stavano fuori casa per diverse ore. Ma, a furia di spiare, ci si può far scoprire! Andò proprio così quella mattina, quando Katia si spogliò per fare la doccia. Si accorse della mia presenza ma io rimasi in silenzio sfruttando il riparo del muro. Dopo poco, però, Katia mi beccò. Temevo che mi schiaffeggiasse, come miimo. In realtà, si incazzò, però si mise sopra di me e cominciò a fare un discorso. Si rese conto che non avevo mai approcciato intimamente con una ragazza, conosceva le mie abitudini conclamate di pipparolo del web, per intenderci. Non so se fu presa da una nota di bontà, di pietà, o semplicemente è zoccola come la gran parte delle donne. Fatto sta che mi leccò divinamente il cazzo. Non potevo crederci! Che colpo di fortuna! Non solo! Dopo di ciò, si mise sopra di me a candela. Ormai avevo il pisello di marmo e scivolò meravigliosamente nella sua accogliente fichetta. Katia apprezzò la mia "dotazione". Gasato, la presi a pecorina e poi a missionaria. Che sballo! La scopai con foga al punto che venne. E poi godetti io, spruzzandole in faccia a fiume. Fantastico! Non avemmo nemmeno il tempo di rilassarci perchè, all'improvviso, la porta di casa si aprì. Sentì le voci dei miei genitori. Katia, ancora sporca di sborra, si fiondò sotto la doccia e mi suggerì di rivestirmi in fretta. Per fortuna i miei non si accorsero di nulla. Attualmente ho una fidanzata e lei, di qualche anno più grande di me, è sposata. Ma quella scopata adolescenziale incestuosa rimane memorabile.        


Una sorpresa per l'amica

Mi chiamo Mayla. Runa è la mia migliore amica. Non sapeva della mia passione per le donne. Di solito mi ammorbava con i suoi problemi inerenti il fidanzato di turno. Fu proprio quel pomeriggio, quando uno dei tanti le diede buca, che venne a trovarmi e che tutto ebbe inizio. Ce ne stavamo sul divano con lei che si sfogava. Ad un tratto io cominciai a spogliarmi dicendo di avere caldo. Da lì, approcciai con lei, le misi le mani addosso. Lei ipotizzò che fosse uno scherzo, glielo lasciai credere. Le spiegai che era meglio spogliarsi per far colpo con i ragazzi su internet. A quel punto ebbi un'occasione d'oro per leccarle la figa e non me la lasciai certamente sfuggire. A quel punto, Runa non poteva più equivocare sul mio orientamento, decisamente indirizzato verso le donne. "Ammorbidita" e sedotta a colpi di lingua, la coinvolsi in una pregevole strofinata di passere. Poi, tirai fuori il pezzo forte: lo strap-on! Glielo feci succhiare prima di "spararglielo" a pecorina nella figa e poi a candela. Trapanata a quel modo, Runa se ne venne beatamente. Poi, finalmente, come speravo, si dedicò al mio piacere: leccate di capezzoli con ditalino e dita in sorca. E così raggiunsi l'orgasmo anch'io, tirando un placido sospiro di sollievo. Ci baciammo in bocca con passione a sugellare quel pomeriggio da incorniciare.     



venerdì 22 settembre 2023

Ammucchiata con le colleghe dell'ufficio

Siamo tre colleghe d'ufficio, io mi chiamo Mary (la bionda senza lenti), poi c'è Sara (la bionda con le lenti) ed infine Mara, la mora. Cosa ci accomuna oltre al lavoro? Direi due cose: il fatto che siamo tutte separate e la voglia di sesso. Ultimamente, non ne potevamo proprio più di sgobbare solo tra le cartoffie. Ci voleva un sano momento di relax. Fu così che comprammo due bottiglie di whisky con l'intento di sballarci. L'idea era quella di divertirsi tra donne (non più giovanissime). Cominciai a buttare giù una mezza bottiglia per sciogliermi, dato che non avevo esperienze saffiche. A quanto pare, le mie amiche un pochino si. Poi, però, Sara pensò bene di coinvolgere un nostro giovane collega maschio, Walter. Lui non si aspettava che lo andassimo a stuzzicare e ci tenne a precisare di preferire le ragazze. Ma tre maialone in calore come noi, e in forte astinenza, sanno come intrigare un maschio. Cominciammo io e la mora ad usare la lingua sulla cappella. Poi subentrò Sara, di gran carriera, ad afferrare in bocca l'uccello come un saporito wurstel. Palpate di qua, palpate di là, il gioco proseguì con Walter che leccava la fica di Sara e io e Mara il suo cazzo. Fui io per prima a prendere l'uccello a candela. Poi toccò a Mara farsi sbattere sul divanetto. Intanto, sull'altro, Sara mi masturbava con un toy vibrante. Ricambiai con quest'ultima passandole il giocattolo sulla passera. All'improvviso arrivò Mara che, appena trombata da Walter, si mise a leccarmi la figa. Ero già piuttosto eccitata e bastarono pochi colpi della sua lingua per arrivare all'orgasmo, il primo raggiunto con una donna. Non mi sentì di usare la lingua su di lei, essendo alle prime armi con le femmine, e così utilizzai il gingillo per farla godere. Intanto Sara, sbattuta a dovere dal buon Walter, venne a sua volta. Non ci restò che bere la sborra che il giovane ci schizzò in bocca, in preda ad un focoso amplesso. Fu proprio una bella esperienza di gruppo, non c'è che dire. Prima o poi, imparerò a leccare anche la fica alle mie splendide amiche.       


Oltre l'aspetto fisico

Mi chiamo Michela. Sono carina esteticamente e i ragazzi non mi mancano. Ad essere onesta, a Scuola, ho trombato con parecchi coetanei e anche con alcuni professori. Ma la mia mente è perversa e ho un debole per le signore mature, quelle non proprio avvenenti, quelle meno desiderate dagli uomini. Lara, la mia vicina, è una tipa del genere: non tanto bella e un pò in carne. Decisa a raggiungere lo scopo, la frequentai con costanza. Andavo a trovarla spesso con la speranza di creare una complicità, con l'intento che si aprisse nei miei confronti. Compresi subito la sua astinenza sessuale e ne approfittai per sedurla. Arrapata com'era, le sarebbe andata bene anche una donna. Le parve insolito che la corteggiassi ma, alla fine, ci stette. Ci spogliammo e ci baciammo. Le leccai i capezzoli. Aveva belle tettone la signora! Poi Lara allargò le gambe ed io assaggiai la sua passerona calda e morbida, trascurata da troppo tempo e bisognosa di attenzioni. Leccai e succhiai a più non posso, facendola sussultare di piacere. La signora, estasiata, mi venne splendidamente in bocca! Poi fu lei a prendersi cura di me tra baci, leccate di capezzoli e di fica. Ma ciò che mi portò beatamente all'orgasmo fu sicuramente la lingua che fece saettare con passione nel mio culo. Non so se Lara si è pentita di quel magnifico pomeriggio di sesso al femminile ma, ad istinto, credo che proprio che non le dispiacerà ricevere altre visite, in futuro. Dopotutto, certi feeling vanno oltre l'aspetto fisico.            



giovedì 21 settembre 2023

La lunga notte a casa dell'amica

Mi chiamo Elisa. La mia migliore amica si chiama Ellen. A dire il vero, non mi ero mai accorta che Ellen provasse qualcosa per me. In più, conviveva con un uomo, Roger, per cui non immaginavo minimamente uno scenario di complicità erotica tra donne. Ad ogni modo, lo scoprì quando una volta, lei insistette affinchè restassi a dormire a casa sua. Non mi sentivo del tutto a mio agio, dal momento che c'era pure il ragazzo. In ogni caso, io andai a dormire nella camera degli ospiti mentre loro due in un'altra, matrimoniale. Non mi aspettavo che, nel cuore della notte, mi piombasse addosso Ellen. Dormivo nuda per cui sentì la sua mano accarezzarmi il culo. Disse di fare silenzio, che il ragazzo poteva accorgersene. Dopodichè mi mise la lingua in bocca. Mi parve tutto assurdo ma non riuscì a dirle di no. E così lesbicammo: mi leccò la figa ma anche io la leccai a lei. Mi coinvolse in una splendida strusciata tra passere per cui ce ne stavamo venendo entrambe. Assaporavamo il piacere, quando Roger comparve all'improvviso nella stanza a cazzo dritto! Evidentemente, ci stava spiando già da qualche minuto e il suo cazzo era diventato di marmo! A quel punto, pretese che io ed Ellen calmassimo i suoi bollori. La mia amica provò a vedersela da sola con lui ma Roger si fissò che dovevo essere io a soddisfarlo. Non mi piaceva tanto quell'uomo, dissi di no più volte e, apparentemente, sembrò che capisse. Quando si vestì, fingendo di dover andare al lavoro, tirai un sospiro di sollievo ma lui mi afferrò a sorpresa per i capelli e mi impose di succhiargli il cazzo. Ellen non era per nulla gelosa, ci godeva a vedermi alle prese con Roger. Mi lamentavo ma adoro essere sedotta o presa in modo energico e così succhiai la fava, prima che lui mi scopasse perbene a pecorina, a candela e stando sopra di lui. Disse che ero venuta a casa sua a mangiare, bere e dormire, oltre ad aver interagito con Ellen, per cui dovevo ricambiare. Provai a dirgli che ero stata sedotta, che la vicenda non era partita da me, ma lui se ne fregò altamente e proseguì a stantuffarmi finchè non arrivai all'orgasmo. Roger mi schizzò copiosamente in bocca. Lo sperma abbondante colò fino alle tette. Intanto Ellen si masturbava in totale relax. Rivolgendomi a lei, dissi che non mi aveva aiutata ad evitare che il ragazzo mi scopasse ma lei capì benissimo che, sotto quelle lamentele, mi era piaciuto da matti essere sbattuta. Quella notte ci stetti con entrambi, non lo nego. Sono proprio una cattiva ragazza, questa è la verità!        


mercoledì 20 settembre 2023

Padre omofobo reversibile

Mi chiamo Silvia. Ho sempre avuto dubbi che mio figlio Alfredo fosse gay. Non si accostava mai alle ragazze ma piuttosto preferiva la compagnia maschile. In particolare, un tipo moretto, di nome Marco, veniva a trovarlo tutti i santi giorni. Un pomeriggio, ebbi la conferma di ciò che pensavo. La porta della camera di Alfredo era socchiusa e così potetti spiarli. Gli atteggiamenti erano inequivocabili, prima baci, poi mio figlio succhiò il cazzo all'amico. Si lasciò accarezzare il culo, prima di farsi trombare a pecorina e all'impiedi. Alfredo ricevette la sborra in bocca abbondante e venne a sua volta. Non avevo mai osservato scene del genere prima di allora ma devo ammettere che mi ritrovai con la fica bagnata. Quel rapporto mi sembrò naturale ma restava il problema di spiegare la situazione a mio marito Ennio e fare in modo che l'accettasse. Era un omofobo convinto. In condizioni normali, avrebbe buttato, come minimo, Alfredo fuori di casa. Non mi restava che affrontarlo nel contesto dove sono più forte, quello intimo, in cui lui prende dalle mie labbra. Gliene parlai a letto. All'inizio creò mille ostacoli tra cui la figuraccia eventuale che avrebbe fatto con i suoi amici, ammettendo l'omosessualità del figlio. Intanto ci scaldammo tra pompini, ditalini, leccate di fica, baci e, naturalmente, scopate. Fu lì che, piano piano, si sciolse, cominciò ad allentare la presa, a voler sapere quel che il figlio aveva combinato nello specifico. Ed io fui pronta a fornirgli tutti i dettagli. Gli dissi che avremmo potuto spiarli e interagire insieme mentre gli propinavo un pompino. Stimolai la sua voglia di trasgressione, la curiosità. Succhiai avidamente il suo cazzo e lo segai. Il pene cominciò a eiaculare all'impazzata, la fuoriuscita di sborra sembrava non avere una fine. La crema intrise completamente l'uccello e la mia mano. Mentre godeva, rincarai la dose, gli prospettai uno scenario inquietante in cui io avrei potuto aprire la porta e spingerlo, tutto nudo, nella stanza con i ragazzi. Quest'idea perversa aveva un fondamento: se Ennio non avesse vissuto l'esperienza del figlio, non avrebbe mai potuto capirlo e accettarlo davvero fino in fondo e ci sarebbero stati sempre litigi e discussioni, a scapito della pace familiare. L'unica soluzione era trasformare un padre omofobo in uno un po' frocio. Bhe, credo che siate curiosi di sapere cosa accadde. Come concordato, io ed Ennio spiammo i ragazzi. Ad un certo punto, spalancai la porta e spinsi dentro mio marito nudo. La libidine prevalse. Vi lascio immaginare cosa accadde in quella stanza. Posso solo dirvi che, tra le altre cose, quei tre diedero vita a un bel trenino: Marco inculò mio marito che, a sua volta, trombava Alfredo. Ed ecco che, finalmente, il padre comprese appieno le esigenze del figlio. Di fronte a quelle maialate, la figa cominciò a grondare. D'istinto, mi fiondai dentro anche io, pronta a far eiaculare quei cazzi a suon di seghe e pompini. Adorai ricevere una tripla dose di sborra in bocca. Adesso sì che l'equilibrio familiare è completamente ripristinato, non trovate?



Infermiera in prova

Mi chiamo Martina. Ero infermiera in prova. La possibilità di restare o meno a lavorare in quel contesto dipendeva dalla valutazione della dottoressa Sara. Lei è una donna lesbica e ci aveva già provato diverse volte con la sottoscritta. L'avevo sempre respinta dal momento che, di solito, mi piacciono i maschi. Inoltre, in quel periodo, ero pure fidanzata con un ragazzo. Ma il tempo stringeva e Sara mi avrebbe di sicuro buttata fuori dall'ospedale. Così, un giorno, decisi di soddisfare i suoi desideri e, devo riconoscere, che fu stupendo. Ci chiudemmo in una stanza da sole e lì io aprì il camice e le mostrai i miei indumenti intimi. Sara sorrise e pretese che togliessi anche quelli. Poi uso' un giocattolo vibrante sulla mia figa e dopo l'accarezzo' con le dita. In seguito, si mise a pecorina sul lettino delle visite per farsi fistare a dovere con le dita. La deliziai sia coi guanti che senza. Poi infilò lei le dita dentro di me, prima che ci dispensassimo piacere a vicenda grazie ai Toy vibranti. La conclusione, con intenso orgasmo reciproco, avvenne con una memorabile strofinata di passere. Naturalmente fui confermata come infermiera.


Chiavata nella sala d'attesa del dentista

A nessuno piace recarsi dal dentista perché, oltre al dolore fisico, si aggiungono i danni immancabili al portafoglio. Ma credo che molti ci andrebbero volentieri se trovassero lì una come me. Il mio nome è Maria. Mi faceva male il dente e presi un appuntamento. La persona che entrò prima di me restò dentro un'eternità. In sala d'attesa rimanemmo soltanto io e un affascinante signore più grande di me di nome Hector. Non credevo che ci provasse, non in quel contesto, tuttavia, per ciò che accadde in seguito, posso ritenermi davvero fortunata e soddisfatta. Si avvicinò e mi palpò spiegando che avremmo potuto trascorrere quei momenti in modo assai piacevole. Non ebbi tanto tempo per pensare perché mi lecco' la figa in men che non si dica. D'impulso gli succhiai il cazzo. Era molto meglio di quello del mio ragazzo! Finì a cavalcioni su di lui sopra il divanetto, prima col volto rivolto verso l'uomo e poi al contrario. Fu proprio a questo punto che il porco mi piazzò l'uccello nel culo. Gemetti di brutto. Il mio ragazzo non si era mai sognato di prendere iniziative così inebrianti. Sgrillettai la figa, ormai fradicia, mentre lo prendevo dietro. Dopo di ciò, mi mise sul divanetto a pecorina e, in quella mitica posizione, me lo sbattette nella fica. Andai proprio in estasi a farmi montare così da uno sconosciuto, perfino più grande di me. Ma il porco volle ripassarmi di nuovo nel sedere ed io accolsi ancora una volta il suo uccello duro tra le chiappe. Faceva un pochino male, a dire il vero, ma la goduria era nettamente superiore. Lo infilò nella figa a missionaria sborrandomi dentro. Io venni a mia volta. Intanto, la porta si aprì di colpo e il dentista di colore ci sorprese nella sala d'attesa a fottere come due maialini. Non sapendo come giustificare la situazione, dissi ironicamente che Hector mi aveva anticipato l'anestesia, eh già, una tutta particolare, a base di cazzo!!!  


La dottoressa porcella

Mi chiamo Marika. Sono una dottoressa ma non posso ritenermi una professionista seria. Approfitto del mio lavoro per fare sesso con alcuni pazienti. Ricordo bene quando si presentò una giovane coppia in Ospedale. Lei si lamentava perché lui non la soddisfaceva a letto. Era una tipa un po' assillante, ansiosa. Decisi di farla uscire fuori per visitare il fidanzato da sola. Chiesi subito al giovane se gli piacessero realmente le donne per fugare ogni dubbio. Mi rispose di sì. A quel punto, afferrai il suo cazzo in mano che indurì in pochi istanti. Glielo succhiai un po', poi aprì le cosce e lasciai che lui mi accarezzasse sopra le mutande. Poi le tolsi in modo che Marco potesse leccarmela mentre infilava dentro le dita. Mi eccitai di brutto e la figa divenne sempre più bagnata. Lui infilò il cazzo nella figa a missionaria ed io sollazzai doppiamente di piacere al pensiero che quella acidina cornuta della ragazza stava lì fuori, ignara, ad aspettare come una cogliona mentre io mi fottevo il fidanzato. Intanto lui mi palpo' pure le tette. Poi mi offrì il bastone a candela e a pecorina. Venni intensamente, alla grande! Dopo di ciò, glielo smanettai per qualche istante, prima che mi sborrasse copiosamente in bocca. Gli prescrissi solo qualche vitamina per fare scena davanti alla fidanzata e spiegai che dovevo visitarlo periodicamente. In tal modo, lo scopai altre volte per tutta la durata della "cura". Lui, forse gasato dal rapporto con la sottoscritta, trovò la vena di trombare anche lei. Dopo un annetto, spiegai che la cura era da considerarsi terminata. Lei mi ringraziò ed affermò: "Le sono grata dottoressa, sono rinata e non sa quanto mi piace il sapore della sua sborra quando mi viene in bocca". Purtroppo, risposi d'istinto: "Si, è davvero deliziosa!". Lei, di colpo, si sbiancò in volto e lui cominciò a fuggire per tutto l'Ospedale. Proprio non le capisco queste giovani coppiette!


martedì 19 settembre 2023

Purché sia matura

Mi chiamo Giovanni. Ho un'ossessione per le donne mature. Non vi nascondo che, tra queste, adoro anche mia madre Amalia. Ma, fino a un certo punto, restò solo una fantasia perversa. In realtà, in questa vicenda, fu determinante il rapporto con Enrica, la mia datrice di lavoro. Un giorno si presentò a casa per chiedermi aiuto su una pratica ma io ne approfittai per sedurla e scoparla in camera mia. Dopo i preliminari, a base di pompino e leccata di fica, la trombai alla grande facendola godere a pecorina. Le schizzai a fiume in bocca dandole della troia. Un autentico mare di sborra annaffiò il suo viso. Non sapevo che, nel frattempo, mia madre, gelosissima per natura ci aveva spiati. Quando la datrice andò via, corsi da mia madre e lei ebbe da ridire sul mio comportamento. La calmai spiegando che avevo scopato Enrica solo per la certezza di tenere il lavoro. Ma lei andò fuori di testa, si mise in competizione con le altre donne, si sentiva trascurata. A quel punto la baciai in bocca dopo una leccata di capezzoli. Le slinguazzai il culo a pecorina e poi la fica. Estasiato, le infilai l'uccello nella patata a pecorina. Ma ero talmente eccitato dalla situazione, da lei e dalle arrapanti calze che indossava, che eiaculai rapidamente nella vagina. Amalia disse che una venuta veloce, una tantum, non rappresentava un problema e godette a sua volta toccandosi. Quello fu l'inizio di un lungo rapporto incestuoso. Ma continuai a scopare Enrica, solo in ufficio, per evitare che mia madre alimentasse gelosie. Con due fiche disponibili, una a lavoro e l'altra a casa, me la spassavo alla grande. E questa meravigliosa giostra prosegue tutt'ora.


lunedì 18 settembre 2023

Coming out con la prostituta di quartiere

Mi chiamo Irene. Di recente il ragazzo mi aveva lasciata. Dopo una fase di crisi, cominciai ad avere strani pensieri per la testa. Nel quartiere era nota una donna di nome Luciana, una prostituta che riceveva su appuntamento e dalla quale si recavano diversi uomini, pure quelli sposati. Questa signora, che conoscevo solo di vista, mi incuriosiva notevolmente. D'impulso mi recai da lei senza appuntamento indossando delle provocanti cazle autoreggenti a rete. Per fortuna la trovai libera da impegni. Luciana si sorprese a ricevere in casa una donna, dal momento che i suoi clienti erano tutti uomini. Bevemmo un drink, scambiammo quattro chiacchiere. Poi mi disse che la sua tariffa era alta, nel caso in cui avessi voluto divertirmi. Stavo per andar via quando lei disse di restare. In cambio avrei dovuto offrirle solo una cena. Mi condusse sul letto e lì ebbi un rapporto sessuale con lei. La baciai, la leccai nel culo, ma ero inesperta, riuscì solo a farla bagnare ma non a venire. Poi lei mi baciò e leccò con passione, disse che ero lesbica e che quell'incontro rappresentava una sorta di coming out. Leccò la figa con intensità e passione. La lingua nel culo fu il colpo di grazia affinchè raggiungessi un profondo orgasmo. Fu un'esperienza meravigliosa. Luciana non sembra propensa ad una relazione, per giunta con una donna, ma spero tanto che, conoscendomi meglio, possa cambiare idea. 


Puttanelle cibernetiche

Mi chiamo Monica. Tempo fa scopavo con un tipo di nome Adam. Dopo un po' instaurammo una relazione. Durante una trombata rivelò di avere una figlia di nome Alessandra e di essere preoccupato per lei. A detta del padre, la ragazza, maniaca dei selfie, trascorreva diverse ore su internet in modalità oscure al genitore. Rassicurai Adam spiegando che avrei raddrizzato la giovane. Un giorno, camminando nel corridoio della casa di Adam, sentì Alessandra interagire virtualmente con un uomo in preda all'orgasmo. Entrai in camera della ragazza e la trovai a cosce aperte che si scattava un selfie. Mi mostrò foto di eiaculazioni di sconosciuti sul cellulare. Capì ben presto che offriva sesso in cam in cambio di soldi, per dirlo con eleganza, o, in modo più esplicito, faceva la puttana sul web. Mi convinse a provare insieme a lei, con la prospettiva dei facili guadagni. Ero scettica ma curiosa. Sul video comparvero due ragazzi che cercavano compagnia, due suoi nuovi "amici". Eccitati, cominciarono a toccarsi tra loro. Alessandra disse che io e lei potevamo interagire mentre quei tipi facevano altrettanto, una sorta di gioco erotico a distanza guardandosi a vicenda. La situazione mi intrigo' ma io e lei ci muovevamo a ritmo più lento rispetto ai maschi che, troppo eccitati, persero del tutto il controllo succhiandosi l'uccello a turno con foga e finendo perfino a 69. I monelli sborrarono prima che io cominciassi a leccare la fica di lei. Ormai svuotati, nel corpo e nella mente, non avevano più interesse a proseguire il collegamento per cui Alessandra li salutò. Senza la presenza di occhi indiscreti, seppur virtuali, mi sentì più tranquilla, rilassata e pronta a giocare con quella monella. E così cominciai a leccarle la fichetta e pure il culo. Invece di allontanarla dalle porcate del web, come avrebbe desiderato il padre e come promesso dalla sottoscritta, mi lasciai trascinare in un mondo torbido pieno di vizi. Poi fu lei a leccarmi la figa e pure i piedi. Aveva un bel piercing alla lingua, la troietta. Anche io adorai i suoi piedini adornati dalle calze. Ben scaldate, ci strofinammo le passere a vicenda. Le leccate a turno proseguirono, lei si soffermava sulla fica, io più volentieri sul culo. Ci ritrovammo di nuovo a strusciare le sorche e stavolta sbrodolammo l'una nell'altra in preda ad intensi orgasmi. Al padre raccontai che Alessandra non faceva nulla di male su internet. Intanto io e lei ci facevamo pagare da maschi arrapati per eseguire succulenti Lesbo show. Ma quelli più intensi li viviamo privatamente, con la webcam spenta.



sabato 16 settembre 2023

Complicità tra mamme prosegue

Un saluto da Sonia. Come abbiamo visto, ebbi un rapporto intimo con Elvira ed ero seriamente intenzionata a rivederla. Ma lei si faceva qualche problema con il marito e così, per alcuni giorni, non la sentì. Poi, all'improvviso, mentre stavo in Ufficio, squillò il telefono. Parlò in modo frettoloso ma l'importante è che desiderava rivedermi. Quando ci incontrammo ci fu subito un bacio e cominciammo a fare sesso ma volevo sapere che cosa fosse accaduto. Mi disse di aver beccato il marito che si faceva spompinare da una avvenente ragazzina, tale Marta. Praticamente, dopo il lavoro di bocca, il maturo scopò la ragazza a pecorina davanti alla moglie. Quell'episodio segnò un punto di svolta. Elvira, incazzata per le corna live subite, ammise di aver conosciuto a sua volta una persona, cioè la sottoscritta. L'uomo non ebbe alcuna manifestazione di gelosia, piuttosto suggerì che ognuno avrebbe potuto vivere in pace la propria relazione evitando così inutili litigi e patemi d'animo (intanto Marta si accorse che ad Elvira piacciono le donne e la spinse a confidarsi). Elvira mi leccò la fica alternando le slinguazzate alle dita e intanto mi raccontava del pompino di Marta e di come si lasciava scopare dal marito. Suggerì ad Elvira di entrare maggiormente in confidenza con Marta. L'idea era quella di triangolare con la ragazza. Elvira accolse con entusiasmo il piano perverso e se ne venne. Poi mi dedicai io al suo piacere. Intanto continuavamo i discorsi zozzi. Il pensiero di togliere la ragazza al marito la eccitava da morire. In due avremmo potuto dominare la ragazza e convertirla ai piaceri del lesbo. Continuando così raggiungemmo almeno due orgasmi ciascuna e l'idea di sedurre quella ragazza non ci abbandonò per nulla. Insieme saremmo riuscite di sicuro nell'intento, prima o poi!      


Complicità bollente tra mamme

Mi chiamo Sonia. Da tempo anelavo ad una vita diversa, con maggiori soddisfazioni in ambito sessuale. Ero stanca della routine con un marito poco presente e lo stress di dover badare full time ai figli. Fu proprio un giorno d'autunno, dopo aver accompagnato i bimbi a Scuola, come ogni mattina, che il Destino mi regalò un'opportunità unica. Entrai dal parrucchiere per dare una sistemata ai capelli ma c'era folla e così mi sedetti ad aspettare sul divano. Proprio vicino a me, si accomodò una signora affascinante. La donna mi osservò a lungo con interesse, poi attaccò il discorso. Si presentò dicendo di chiamarsi Elvira. Parlando ci rendemmo conto di avere molto in comune: entrambe sposate, entrambe annoiate, entrambe dal parrucchiere dopo aver portato i figli a Scuola. Non mi aspettavo che Elvira ci provasse. Lo fece con una certa classe. Propose di andare a casa sua a bere un drink dal momento che il negozio di hair style era super affollato. Piuttosto emozionata, accettai intuendo quel che sarebbe accaduto di lì a poco. Raggiungemmo in fretta la sua abitazione. Ci sparammo subito un whisky, poi, dopo aver bevuto, ci baciammo in bocca con passione. Con una mano le toccai le cosce mentre lei pose la sua sopra le mie mutande. Elvira mi spogliò e mi lecco' il seno mentre mi sgrillettava la figa. Non mi sembrò vero trovarmi in una situazione del genere che mi riportò letteralmente alla vita. Si spogliò anche lei. Le strinsi il seno. Dalle sue parole ebbi la conferma che avevamo vite molto simili, di donne trascurate dai coniugi. Abbassai le mutandine di Elvira. La donna si stese sul divano verde allargando le cosce. A quel punto le leccai la fica con ardore. Elvira, ad occhi chiusi, andò in estasi. Affondai dentro di lei a lungo con le dita, poi usai nuovamente la lingua nella patata. Elvira, sempre con gli occhi chiusi, godette raggiungendo un profondo orgasmo. Dopo di ciò, la donna ricambiò con la stessa moneta: lingua e dita. Impiegai un bel pò a venire e godetti a lungo delle sue attenzioni. Ispirata più che mai, pensai bene di ripassarla nuovamente con le dita nella fica, mentre stava a pecorina. Elvira apprezzò il gesto e raggiunse di nuovo l'orgasmo. Controllai l'orologio, si era fatto tardi! dovevamo rivestirci in fretta per andare a prendere i rispettivi figli a Scuola. Però che emozioni stupende, non vedevo l'ora di riprovarle! 



venerdì 15 settembre 2023

Scolarette vogliose

Mi chiamo Melania. Oggi sono una donna felicemente sposata ma è sempre piuttosto vivo il ricordo dei tempi della Scuola e soprattutto del periodo in cui Milena era la mia migliore amica. Diciamo che studiavamo insieme, per cui ci vedevamo per parecchie ore al giorno. La nostra sembrava un'amicizia normale, come tante. Ma un giorno, a casa sua, ci fu una svolta inaspettata. I genitori di lei non erano quasi mai presenti e quella volta sarebbero rientrati tardi. Ci trovavamo sul divano quando lei, con disinvoltura, mi strinse il seno da sopra alla maglietta, poi anche da sotto! Disse che voleva controllare se fosse sodo ma ovviamente si trattava di una banale scusa per palpare. Sul momento non compresi le sue intenzioni ma insistette affinchè togliessi la maglietta e mi palpò nuovamente le tette. In men che non si dica, mi leccò la figa. Sentivo di piacerle da morire e le sue tette none rano affatto male, tanto che che trovai lo spunto per toccarmi un pò ammirandole quando lei le scoprì con orgoglio. Ormai nude, finimmo a 69. Poi le infilai le dita nella vagina energicamente facendola sussultare di piacere. Se ne venne e poi cominciò a leccarmi e a ripagarmi con la stessa moneta, ovvero le dita. Le piaceva tormentarmi a lungo: non mollò la presa se non dopo che raggiunsi un profondo orgasmo. E quando accadde, mi mise pure la lingua in bocca con passione. Non so se sono mai stata innamorata di Milena, lei di sicuro si. In ogni caso, questa sorta di rapporto saffico proseguì per tutta la durata della Scuola e continuò anche oltre. Poi, a un certo punto, cambiai città e ci perdemmo completamente di vista. Confesso che, a volte, ho un pò di nostalgia di lei e di quei tempi passati.  


Rimorchio ambiguo

Mi chiamo Valentina. Quando due ragazzi, uno di costituzione più robusta, Josh e l'altro magro, Willy, rimorchiarono me e la mia amica Miriam, credemmo che volessero scoparci di brutto. Finimmo subito a casa loro ma, dopo aver bevuto un drink, io e lei ci rendemmo conto che quei due tipi si eccitavano principalmente tra loro. Sedute sul divano ammirammo Willy che succhiava il cazzo di Josh. Spontaneamente chiesi perchè ci avessero rimorichiate e Willy rispose che giocare in gruppo è più divertente. Josh succhiò il cazzo di Willy mentre Miriam mi leccava la figa. Non era proprio ciò che mi aspettavo da quell'uscita, lo ammetto. Willy, l'attivo, inculò Josh a pecora che, oltre a prenderlo, leccava la figa di Miriam. La mia amica sembrò perfino entusiasta. Ormai eravamo lì e avremmo giocato, in un modo o nell'altro. Willy inculò Josh sopra il divano mentre Miriam succhiava il cazzo del passivo. Io intanto leccavo la fica di lei. Poi i due porcelli si misero a scopare a candela. Josh lo prese nel culo da Willy mentre Miriam gli leccava il cazzo. La mia amica si superò: approfittò per saltare sopra l'uccello di Josh mentre Willy lo inculava, dando vita ad una sorta di trenino. Per Miriam, quando è infuocata, tutto fa brodo, pure il cazzo di un finocchio! Io intanto le leccavo i capezzoli. I maialini si sborrarono in bocca a vicenda rendendoci testimoni delle loro copiose venute. Alla fine ci divertimmo lo stesso ma, la prossima volta, sarà meglio lasciarsi corteggiare da ragazzi che vanno matti per la patata.   


Focose assunzioni anali

Mi chiamo Caterina. Sono segretaria in un'importante azienda di import-export. Il mio capo si chiama Peter Stone ed è un gay attivo incallito. In realtà mi chiede di ricercare giovani candidati succulenti per appagare la sua sete insaziabile di maschi. I colloqui di assunzione sono un'autentica farsa: gli aspiranti, pur di ottenere il lavoro, cedono al ricatto sessuale. Peter è così coinvolgente e convincente che finisce per soddisfare realmente i "malcapitati". I suoi non sono stupri ma autentiche seduzioni. Non importa di che orientamento originario siano i ragazzi, dall'ufficio del Capo escono sfondati e froci. Ed io sono una persona di fiducia, la segretaria che si rende complice e che alimenta queste porcate. Le prime volte mi sembrò davvero assurdo ma l'abitudine è una seconda natura. Adesso quasi ci godo a vedere quei tipi sfondati, rotti in culo in tutto e per tutto, sottomessi alla volontà del maschio dominante. Spesso mi riscopro bagnata nelle mutandine, lo ammetto. E poi non posso che assecondare tale situazione dal momento che, grazie a Peter, porto a casa un cospicuo stipendio, ogni mese. Forse vi sembrerò una porca arrivista senza scrupoli ma, se Peter lo chiedesse, gli darei "in pasto" pure il mio fidanzato, che ovviamente è all'oscuro delle torbide vicende dell'ufficio. Quello che vedete nelle foto è l'ultima "vittima" del Boss, Kim, un ragazzo che si è piegato subito alla volontà di chi comanda. Prima di effettuare il colloquio aveva precisato di essere fidanzato con una ragazza. Figuriamoci! Le sue deboli pulsioni eterosessuali sono state spazzate via in un attimo dalla foga di Peter. Kim ha succhiato il pene del padrone, si è fatto leccare e poi sfondare il culo a fondo. A parte le palle, il cazzo è entrato dentro completamente. Dopo una chiavata interminabile, la sborra ha riempito il sedere del giovane che, a sua volta, ha schizzato all'impazzata bagnando il corpo del suo aitante seduttore. Dopo una trombata del genere, sarebbe più giusto chiamare il ragazzo Kimberly, piuttosto che Kim, dato che si è lasciato sbattere come una puttanella in calore. In quell'occasione dovetti dar sfogo a tutta la libidine accumulata rilassandomi con un ditalino mentre il Capo era ancora intento a ripulire con cura, usando la bocca, la venuta del giovanotto.



giovedì 14 settembre 2023

Gli insegnamenti saffici della prof

A volte determinati orientamenti si raggiungono anche in base alle persone che si incontrano nella vita. Mi chiamo Katy, non sono mai stata un'aquila nello studio e non sarei mai riuscita a diplomarmi senza l'aiuto della prof. Carla. Io e la mia compagna, Marika, eravamo due schiappe a Scuola. Ricordo come fosse ieri quel pomeriggio di tanti anni fa in cui Carla ci offrì una chance per salvare l'anno da una bocciatura pressocchè sicura. Avrei dovuto fare sesso con Marika per dare la possibilità a Carla di guardarci e masturbarsi. All'inizio noi ragazze eravamo scettiche ma la donna matura ci seppe convincere anche grazie a discorsi di genere ecologista. Insomma, a Carla piacevano le donne e, secondo lei, ciò risultava a favore dell'ambiente secondo il seguente concetto: meno gente meno difficoltà, ossia, meno nascite meno problemi. Dunque, come agevolare la situazione in termini pratici? Non fecondare ed appagare il desiderio con persone dello stesso sesso. Durante le spiegazioni della prof, che si masturbava in autoreggenti, leccai la fica di Marika e ricorsi all'uso di un fallo per soddisfarla. Poi fu lei, la moretta dalla carnagione più scura della mia, a mandarmi in estasi. Esplosi di piacere mentre mi baciava sulla pancia tenendomi due dita nella vagina. Anche la prof raggiunse l'orgasmo, mentre le accarezzavamo le tettone. Dopo quel pomeriggio cambiai decisamente sponda. Non so Marika che fine abbia fatto ma dubito che sia rimasta etero. E la prof? Lei purtroppo è passata a miglior vita ma, di sicuro, non la dimenticherò mai.        



Sottomessa dalla cameriera sexy

Mi chiamo Anna. Precedentemente credevo di condurre una vita quasi normale. Ero fidanzata con Christian e convivevamo in un appartamento di sua proprietà. Ad essere sincera vivevo un periodo di incertezza interiore e litigavo spesso con lui. Conclusione: scopavamo sempre meno e discutevamo sempre più. Ad ingarbugliare ancor più la situazione fu la comparsa di una terza persona, Teresa, la cameriera fin troppo sexy che lui volle assumere. Non sono una novità le acredini tra donne. Spesso la rimproveravo di non pulire bene e la vedevo come una nemica. Fatto sta che, dopo un pò di tempo, Christian se la scopò. Tornai in anticipo dal lavoro e li sorpresi a fottere in salotto sopra il divano. Lei, in autoreggenti si lasciava sbattere a piacimento. Le diedi inevitabilmente della puttana ma ebbi un brivido quando lui le schizzò a fiumi in bocca e lei, ricamandoci sopra, spiegò che in quel modo si svuotano perbene i coglioni agli uomini. Corsi via inviperita. Per alcuni giorni mi sentì nervosa e frustrata, avrei voluto ucciderla da un lato. Sull'impulso emotivo, tornai a casa quando lui non c'era con l'intento quasi di strozzarla ma più la guardavo e più mi piaceva. Ci baciammo. In quel momento venne fuori l'attrazione che ho per le donne, a lungo repressa per paura. Le leccai la figa con ardore. Lei ne approfittò per umiliarmi ma non mi dispiaceva, avrei fatto di tutto per quella donna. Strofinammo le fighe, poi fu lei a leccarmi tette e passera con foga. Intanto mi sottometteva psicologicamente. Lei, oltre a svolgere le mansioni di cameriera, avrebbe continuato a scopare con lui ed io, cornuta, mi sarei fatta da parte. Teresa mi disse che dovevo tornare in quella casa solo quando lui non c'era. Divenni l'amante sottomessa di quella donna. Teresa godeva ad umiliarmi: pisciare sul mio viso, farmi leccare le sue scarpe, sculacciarmi, furono solo alcune delle situazioni alle quali accettai di sottostare godendo come una maiala...sbrodolando come una porca. Non so cosa potrebbe accadere se lui ci trovasse insieme: probabilmente sfonderebbe entrambe!     


L'amica monella di mia cugina

Sono Mary. Andai a trovare mia cugina Emily ma lei non era in casa. Così bussai alla vicina, tale Lorella, sua amica. Mi invitò da lei a bere un drink alcolico. Rimase impressionata dai miei orecchini ma, probailmente, si trattava principalmente di una tecnica per approcciare. Fatto sta che, complice l'alcol, ci baciammo e da lì cominciò una lesbicata sopraffina. Lei mi leccò la figa, mi penetrò con le dita. Ricambiai le attenzioni, poi finimmo magicamente a 69 prima di "rilassarci" definitivamente con una splendida strusciata tra passere arroventate. Lo riconosco, mia cugina ha proprio delle amiche porcelline!  



mercoledì 13 settembre 2023

Autostop perverso

Mi chiamo Rita. Io e il mio ragazzo, Enrico, ci ritrovammo sperduti in una zona poco frequentata a causa di una rottura meccanica dell'auto. Non ci restò che ricorrere all'autostop. Finalmente una vettura si fermò in nostro soccorso e si offrì di darci un passaggio ma non a titolo di pura cortesia. Capì subito di dover spompinare lo strano uomo col cappello bizzarro. Fin qui, nulla di strano. Ma il tizio, che chiamerò per semplicità il "pagliaccio", mostrò subito notevole interesse per Enrico. Il mio ragazzo non ha mai nascosto una certa curiosità per i maschi ma le sue erano solo fantasie, fino a quel momento. Il pagliaccio pretese una pompa da lui e poi volle chiavarmi a candela sul sedile dell'auto. Intanto Enrico massaggiava e succhiava i testicoli dello sconosciuto. Poi il pagliaccio, intento a segarsi, ordinò di leccare il pene al mio ragazzo. Fin qui ancora tutto bene. Non mi aspettavo certo che l'uomo volesse chiudere in bellezza inculando Enrico prima a pecorina e poi a missionaria. Mostrai delle perplessità inizialmente, ma ad Enrico piaceva parecchio farsi sbattere e così non mi restò che essere spettatrice di quell'inculata. Lo sconosciuto venne schizzando a fiume e inondando Enrico di sborra tra le chiappe. Poi l'uomo ci accompagnò a casa. Da quel giorno il mio ragazzo è davvero molto confuso. Mi ha pregato di non raccontare in giro di questa disavventura ma di sicuro, quel giorno, gli piacque troppo prendere il cazzo.