mercoledì 27 dicembre 2017

Seduzione fatale via web

Mi chiamo Mike. Con il ruolo importante di capo designer, all'interno di un'azienda di progettazione, non potevo certo lamentarmi. Inoltre non mi mancava il sesso. Le belle e disinibite segretarie d'ufficio erano infatti molto disponibili. Soldi e donne dunque: cosa chiedere di più? Eppure mi mancava qualcosa. Le belle e provocanti colleghe andavano bene per qualche scopata al volo ma nulla più, non certo per una relazione ben definita, coinvolgente ed appagante sotto ogni aspetto. E così, insoddisfatto, iniziai a chattare utilizzando un sito di incontri in cerca di una donna diversa dalle solite. Fu proprio in questo modo, e in questo contesto, che conobbi una persona con nickname "Eva". La chat mi prese tanto, mi assorbì totalmente dal momento che, la persona anonima con cui chattavo, sembrava fatta apposta per me: interessi e hobby comuni, feeling caratteriale, attrazione erotica. Per molto tempo non si parlò mai di incontri, forse per non spezzare quella magia che si era creata. Una sorta di relazione virtuale stava prendendo decisamente piede. Poi, dopo alcuni mesi, "Eva" si sbilanciò. Cominciò a dire che certe belle cose avremmo potuto viverle di persona, da vicino, non stando seduti dietro un computer. Essendo stato stregato dai modi ammalianti di questo "soggetto cibernetico", accettai con entusiasmo l'invito convinto di incontrare una sensuale lei. L'appuntamento mi fu dato di notte, in una villa fuori città un pò inquietante in pieno stile film horror, per intenderci. Provai un pò di paura avvicinandomi al cancello ma mi feci coraggio e bussai al nominativo sul citofono che mi era stato dato. Non rispose nessuno ma il cancello si aprì elettronicamente ed io entrai. Percorsi il viale e bussai finalmente alla porta. Anche qui stessa situazione: la porta si aprì e dietro non c'era nessuno. Incuriosito la richiusi dietro di me ed entrai dentro. L'ambiente era decisamente buio, illuminato a malapena da alcune candele sparse qui e lì. Ad un tratto udì una voce femminile dai toni sensuali sentenziare queste parole:"Benvenuto caro, entra pure nella stanza alla tua destra". L'atmosfera mi spaventava ma la curiosità prevalse. Aprì la porta ed entrai in uno stanzone buio. Non si vedeva praticamente nulla. Fui tentato di uscire da lì ma la porta si chiuse automaticamente senza che potessi farlo. Dopo alcuni minuti sentì delle mani accarezzare il mio corpo. Chiesi:"Eva, sei tu?", e aggiunsi:"Guarda che se è uno scherzo non è affatto divertente!". Ma quelle mani erano forti, decise, mi spogliarono in men che non si dica. Con il jeans praticamente calato sentì una lingua calda leccare la mia intimità anale. Provai piacere, lo ammetto, e affermai:"Eva, sei davvero disinibita come immaginavo". Ma la sensazione di vivere un'avventura erotica con una sconosciuta finì di colpo raggelata dalle parole autoritarie di un uomo:"Eva non esiste, sono un uomo e sono omosessuale attivo, ti conoscevo di vista, mi piaci e morivo dalla voglia di scoparti". Sconvolto e preoccupato iniziai a farfugliare qualcosa, tipo:"Ma che diavolo sta succedendo? La prego accenda la luce, ci dev'essere un equivoco". Ma non ebbi sufficiente modo di agire dal momento che lui, tenendomi saldamente per i fianchi, mi sbattè il suo cazzone durissimo nel culo! Avrei voluto morire, mi sentì davvero male. Avevo sempre scopato donne in vita mia. Mi sentì coinvolto in una situazione surreale. Ma il mio "Stalker" non si fermava, continuava a pompare con decisione nel mio culo raccontando dettagli, spiegò:"Sò tutto di te, conosco ad una ad una le colleghe che ti sei scopato, sei un porco, un puttaniere da strapazzo. Ma nessuna di quelle troiette ti potrà mai amare come me, ricordalo...". Da questa frase intuì che si trattava probabilmente di una persona vicina al mio ambiente di lavoro, magari qualche impiegato di un ufficio presente nello stesso stabile dell'azienda. Ma smisi di ragionare perchè i suoi modi duri e dominanti si mescolarono ad una torbida dolcezza che cominciò a coinvolgermi. Ormai quel tarello nel culo faceva sempre meno male e aveva lasciato decisamente spazio al piacere. Si, lo ammetto, iniziai a godere di brutto a prenderlo nel culo e lui se ne rese prefettamente conto. Stare nelle mani di uno sconosciuto che abusava del mio corpo senza esitazioni mi mandò letteralmente in estasi. Mi girò in tutte le posizioni, mi chiavò a piacimento. Al culmine dell'estenuante e prolungata scopata scaricò tutto il piacere dentro di me: un flusso caldo e copioso di sperma mi inondò totalmente il sedere al punto che lo sentì scorrere fin dentro il corpo. Provai un'estasi profonda mentre lui me lo menava. Schizzai a mia volta a fiume mentre quel gran porco, soddisfatto e compiaciuto, mi leccava libidinosamente un orecchio. Poco dopo aver assaporato l'orgasmo mi ritrovai da solo. La porta si aprì, le luci finalmente si accesero ma lui non c'era più, era sparito nel nulla. Mi rivestì, apprestandomi a uscire dalla villa. Poco prima di lasciare quell'abitazione tetra, sentì la sua voce sentenziare:"Finalmente grazie a me hai conosciuto la tua vera strada, quella dell'amore inebriante. Le sgualdrinelle che frequenti non ti daranno mai tutto ciò, tienilo ben a mente. Ti troverò io, stà tranquillo, ci incontreremo ancora io e te...". Lasciai la villa, entrai in auto e scappai via assorto tra i pensieri in uno stato d'animo combattuto, mezzo eccitato, mezzo impaurito dalla situazione. Di cosa potevo lamentarmi? Volevo una relazione appagante e l'avevo appena trovata. In realtà la immaginavo con una donna, non certo con un uomo, ma in fin dei conti sono dettagli, non vi pare?

Dapprima era la figa...

domenica 24 dicembre 2017

Ammucchiata a sette

Mi chiamo Sabrina. Alcuni anni fa io e la mia migliore amica, Miranda, conoscemmo in discoteca un gruppo di 5 ragazzi. Ci aggregammo a loro formando così una comitiva di sette persone. Di solito ci incontravamo il sabato e andavamo al cinema e poi a mangiare la pizza o il panino, oppure in discoteca. In realtà facevamo solo questo e, in sostanza, nessuno dei ragazzi ci aveva mai provato con me o con Miranda. Tutto dunque molto tranquillo, apparentemente. Ma un sabato primaverile uno dei ragazzi, Manuel, mi contattò telefonicamente e propose:"Perchè oggi, invece di uscire di sera, tu e la tua amica non venite da me di pomeriggio? Così guardiamo un film in DVD e beviamo qualcosa tutti insieme...". Riposi:"Certo, perchè no, e lo comunicai a Miranda". I drink resero tutti un pò più euforici del normale finchè Giorgio, tra il serio e lo scherzo, propose un'ammucchiata. Se fosse andata come la immaginavo ci saremmo ritrovate in due femmine "contro" 5 uomini e sarebbe stata dura tenere a bada i loro bollori. Ma le cose preserò tutt'altra piega. Tutti i maschietti volevano che io e lei ci baciassimo. Si sà che queste complicità tra donne eccitano gli uomini. Non mi fu difficile, spinta dall'alcol e da un pò di eccitazione, baciare in bocca la mia bella amica. Ma non mi accorsi che, nel frattempo, anche due ragazzi, Piero e Sergio, stavano facendo lo stesso! Quando vidi Sergio succhiare senza pudore il cazzo duro di Battista, restai a dir poco sorpresa. Intanto Manuel limonava con Miranda. In quel giorno folle passammo da amici a scopamici e, per di più, i ragazzi se la intendevano tra loro! Il mistero fu svelato quando Piero confessò che, solitamente, dopo le nostre innocenti uscite, ossia dopo aver accompagnato noi donne a casa, i ragazzi si riunivano a casa di Manuel per fare sesso gay di gruppo. Tutto divenne improvvisamente chiaro di colpo: i nostri amichetti stavano in buona parte sull'altra sponda e noi eravamo state ignare di ciò, fino a quel momento. Non essendo due santarelline, io e Miranda ci adattammo piuttosto bene a quella insolita situazione in cui i cazzi duri entravano non solo nella fica ma, spesso e volentieri, anche nel culo accogliente di altri maschi in una girandola di sesso e piacere trasgressivo come non mai. A ritmo di chiavate, omosessuali e non, godemmo tutti appassionatamente. Gli schizzi dei 5 uomini furono così copiosi da inebriare la stanza di un'odore intensissimo di sperma. Godetevi i dettagli di questa storia ammirando le foto sottostanti. Inutile dire che, quando Manuel mi dice:"Oggi vediamo un film da me?" so già come và a finire...                       


venerdì 22 dicembre 2017

Calde pratiche d'ufficio

Il capo è fuori città per partecipare ad una riunione importante e i tre dipendenti, rimasti soli in ufficio, trovano il modo di passare piacevolmente il tempo tra una pratica di lavoro e l'altra. La bella segretaria perversa, monella istigatrice, incita uno dei colleghi, bisessuale, a coinvolgere l'altro (presunto etero). Ne vien fuori un bel gioco trasgressivo di gruppo dove i maschi scopano con la complicità di lei: guardare per credere e godere!!!
 
gay blowjob

lunedì 18 dicembre 2017

La mia migliore amica lesbica

Mi chiamo Laura. Premetto che precedentemente ero una etero convinta. Marinella, la mia cara amichetta, mi ripeteva ogni giorno quanto fossi carina e sexy. Una sorta di corte saffica patinata a cui ero ormai quasi abituata. Complimenti dolci, leggeri, delicati, che non avevano mai pregiudicato la nostra bella amicizia. Ma venne il giorno della svolta in cui Marinella decise di sbilanciarsi, di compiere il grande passo, per così dire. Disse di essersi innamorata, sembrava impaziente di parlarmi, nonostante la presenza in casa di mio zio Oreste. Ci sedemmo in soggiorno accanto al tavolo. Inizialmente pensai che si trattasse di una cotta per un ragazzo, che lei finalmente aveva ripreso la via normale. Ma quando la vidi inoltrarsi sotto il tavolo, palpandomi languidamente le cosce, capìì che voleva me! Dalle gambe passò rapidamente ad afferrare le tettone con decisione, poi mi tolse il pantaloncino jeans, le mutandine e si fiondò con la lingua sulla mia fregna!!! Bhè, non sono di legno ragazzi! Mi fece godere un sacco e venire intensamente la maialina. Persi il controllo, lo ammetto! Con forza strappai i suoi di pantaloncini e le slinguazzai la fregna con ardore, proprio come lei aveva appena fatto con me. Un bacio saffico appassionato prolungato scambiato sotto il tavolo pose fine alla nostra amicizia trasformandola in qualcosa di molto più coinvolgente e trasgressivo. Finimmo a lesbicare spudoratamente coinvolte da un bollente 69. Lei stava sopra ed io sotto. La tenevo saldamente per le natiche slinguazzandole la fica senza tregua. Ad un tratto la mia amica, al culmine dell'eccitazione, non ebbe più la forza di leccare, si alzò un pò, inarcò la schiena lasciando che la portassi all'amplesso. La sua fica, in preda al piacere profondo, iniziò a sbrodolare all'impazzata ed io bevvi con avidità i suo caldi liquidi profumati. Marinella ebbe un orgasmo intensissimo, sentì il suo corpo fremere tra le mie mani per interminabili minuti. In quel momento mi resi conto che la sensazione di piacere inebriante che si prova nel far godere qualcuno è davvero impagabile, uomo o donna che sia. E per questo da allora diventai divinamente bisex.           


Scampagnata saffica

Mi chiamo Alessia, sono una ex studentessa. In quel periodo avevo difficoltà a trovare ragazzi e di conseguenza a scopare. Ecco perchè, a un certo punto, decisi di acquistare un dildo su internet per dar sfogo ai bollori della passera. Naturalmente ne facevo uso quando restavo da sola a casa. Un soluzione non male quella di un cazzo finto, ma pur sempre limitata. Il contatto con un altro corpo mi mancava decisamente. L'occasione hot arrivò in modo del tutto insolito ed inaspettato. Non avevo molte amicizie a parte Giuliana, una ragazza conosciuta al call center. Non si può dire che fossimo esattamente amiche, più qualcosa come conoscenti, dato che di solito prendevamo insieme il caffè al bar scambiando quattro chiacchiere. I discorsi vertevano sempre sul lavoro e sulle difficoltà di trovarne di nuovi. Restai sorpresa quando un venerdì, a fine lavoro, mi propose di uscire insieme il giorno dopo, ovvero il sabato. Ci tenni subito a chiarire di non voler andare in qualche locale ma lei mi tranuillizzò affermando:"Tranquilla, non usciamo di sera, ma di giorno. Una passeggiata con scampagnata ti farebbe piacere?". Risposi di si. Mi venne a prendere in auto nella tarda mattinata. Ci spostammo in delle zone di campagna un pò isolate e degradate. Le chiesi se fosse pratica di quelle strade e lei rispose di si. A un certo punto l'auto ebbe un guasto meccanico e rimanemmo a piedi. Compresi perfettamente che ci eravamo perse e per giunta senza più mezzo di locomozione a disposizione. Ma quel luogo abbandonato mi ispirava. Per scherzare tirai fuori il dildo e Giuliana mi diede della disperata. Mi disse chiaramente che lei scopava con i ragazzi, a differenza di me. Ma Giuliana era piena di sorprese. Disse che infondo non era stato male perdersi, che avremmo potuto divertirici e poi sollevò la maglietta e iniziò a palparmi le tette. A quel punto compresi che voleva farlo tra donne, che probabilmente lei era già esperta di certe situazioni. Non avevo mai pensato al sesso se non tra un ragazzo e una ragazza ma in quel momento mi sentì intrigata e attratta da lei e dal suo modo di fare. Scoprì anch'io la sua maglietta e ci baciammo. Ero un pò a disagio con un corpo femminile ma fu lei a condurre il gioco. Dopo avermi tolto pantaloncino jeans e mutandine iniziò ad accarezzarmi dolcemente la passera. Prima che potessi ragionare di più mi leccò tra le cosce accendendo al massimo la mia eccitazione. Presi il dildo e lo misi nella passera per mostrarle ciò che facevo da sola. Lei sorrise, si spogliò completamente e lo stesos feci io. Ci baciammo ancora e poi lei mi disse che lì, in quelle zone isolate, andavano a scopare le puttane con i clienti. Percepì visibilmente che ciò la eccitava di brutto e onestamente la cosa intrigava anche me. Incrociò le sue gambe con le mie in modo che le passere si toccassero (quel che viene chiamato la forbice). Dettava lei i movimenti e lo fece così bene da procurarmi un orgasmo intensissimo. Ero così ispirata e infoiata che le dissi di mettersi a pecorina. In tal modo le piazzai il dildo nella fregna muovendolo con foga avanti e indietro per il sublime gusto di vederla e sentirla venire. E così anche Giuliana raggiunse il piacere. Soddisfatte dell'esperienza pensammo che sarebbe stato bello rifarla. Ma prese dalla goduria avevamo perso di vista la realtà: come tornare a casa da quella situazione? Bhè, alla fine due ragazze carine trovano sempre il modo di ottenere un passaggio da qualche passante gentile. Il camionista prestante che ci prese a bordo ci riaccompagnò in città ma prima si tolse lo sfizio di castigarci entrambe nel retro del veicolo e naturalmente non si accontentò solo della fica, eh no! Ci sfondò pure il culetto!!! Dalla scampagnata saffica all'inculata sul camion con ritorno a casa sane (quasi) e salve: che giornata movimentata!!!                       


lunedì 11 dicembre 2017

Compagne di cella

Mi chiamo Miriam. Tra le pagine non proprio esaltanti della mia vita ci sono da menzionare quelle in cui agivo da ladruncola. Mi credevo furba, scaltra ma poi, un giorno, durante un tentativo di rapina in banca, la polizia arrestò sia me che i miei complici. E così finì in cella, in attesa del processo. Fu li che conobbi Gisella. Ci piazzarono nella stessa cella. I primi tempi facevamo fatica a socializzare io e lei, si può dire che non parlavamo quasi. Ma poi la noia, la solitudine, quel misto di emozioni che possono attraversare la mente di una persona rinchiusa in quattro mura, fecero si che tra di noi iniziasse un dialogo. A volte parlare è importante, specie quando lo scorrere della giornata è scandito, in maniera monotona, unicamente da: mangiare, bere, dormire, defecare e urinare. Gisella l'aveva combinata grossa: una questione di gelosia. Accecata dalla gelosia e dall'alcol aveva picchiato con rabbia fino allo sfinimento la sua diretta rivale in amore mandandola tragicamente in coma. La sua unica speranza per "addolcire" le accuse contro di lei sarebbe stata l'uscita dal coma di quella donna. Ad ogni modo le giornate in cella possono durare un'eternità, specie se la noia prende drammaticamente il sopravvento. Fu lei ad avvicinarsi a me epr prima, accennando un dialogo ed io le detti corda. Gira e rigira eravamo entrambe in astinenza di sesso. In passato avevo avuto qualche esperienza saffica, Gisella invece no. Quando azzardai l'approccio palpandole le tette da dietro, sopra il reggiseno, sembrò cadere dalle nuvole. Mi disse di non essere preparata a queste cose, non avendo mai considerato i rapporti erotici tra donne. Ciò mi stuzzicò ancor di più: non male una vergine del sesso lesbo. Le misi le tettone in bocca e lei, incuriosita, mi leccò i capezzoli. Approfittai dell'atmosfera di eccitazione per slinguazzarle la passera. Gisella, ormai coinvolta, ricambiò il gesto mostrando abilità naturali di leccatrice tutt'altro che da novizia. E così la lasciai proseguire finendo addirittura avvinghiata con le mani alle sbarre della cella, a cosce aperte a cavalcioni sulla sua bocca mentre lei si sditalinava. Non potevo certo resistere a lungo a quelle deliziose slinguazzate per cui, alla fine, mi sbrodolai raggiungendo un favoloso orgasmo. Anche Gisella stava lì lì per esplodere: la slinguazzai con gusto mentre se ne stava all'impiedi appoggiata con la schiena alle fredde mattonelle della cella. E così Gisella raggiunse l'amplesso che percepì essere dolce, intenso, estasiante! Mentre lo stava ancora assaporando ad occhi chiusi mi misi sopra di lei baciandole il viso. Mi adagiai sù di lei dolcemente e così le mie tette sulle sue al termine di quella lesbicata pazzesca. Ci addormentammo abbracciate sfinite dal godimento e dormimmo divinamente. Dopo quella volta il soggiorno, e soprattutto le notti, rinchiuse in cella, furono decisamente più piacevoli...


mercoledì 6 dicembre 2017

Dai pregiudizi al piacere il confine è breve

Mi chiamo Marika. Io e Gustavo ci conosciamo ormai da molto tempo, lui è il mio miglior amico. Con amico intendo amico vero, non scopamico. Eh già, semplicemente perchè lui è gay. Le donne non lo hanno mai incuriosito più di tanto, me compresa, anche se penso di essere una bella gnocca, modestia a parte. Incontrai il mio attuale ragazzo, Marco, solo anni dopo aver conosciuto Gustavo. Inizialmente Marco era geloso di Gustavo, della nostra complicità, finchè piano piano gli spiegai che il mio caro amico è omosessuale. Ma dopo fu anche peggio. Marco era un etero convinto con pregiudizi nei confronti dei gay. Gustavo, dal canto suo, avvertiva la repulsione da parte del mio boyfriend. Non fu possibile organizzare nemmeno una pizza in tre dato il clima tutt'altro che sereno che aleggiava. Questa situazione di gelo a distanza durò a lungo finchè, un giorno, decisi che sarebbe stato meglio combinare un incontro tra i due. La mia intenzione iniziale era quella di mostrare a Marco che persona carina fosse Gustavo. A volte nella vita accade l'imponderabile. Bastarano solo pochi minuti affinchè tra i due si instaurasse un'atmosfera tutt'altro che bellica. Ce ne stavamo tutti e tre comodamente seduti sul divano a chiacchierare. Dapprima Marco spiegò il suo punto di vista omofobo a Gustavo. Il mio amico gli rispose giustamente che non si può essere prevenuti su qualcosa se prima non si prova. Da una parola all'altra, non sò nemmeno io esattamente come, ci fu una svolta del tutto inattesa. Forse fu la discussione appassionata, non saprei, fatto stà che i due iniziarono a limonare di brutto proprio sotto i miei occhi. Naturalmente pensai che stavo sognando, invece era tutto dannatamente reale! A quel punto compresi perfettamente che la situazione avrebbe preso una certa piega, specie se io fossi stata loro complice, e naturalmente decisi di esserlo. Dopo quei baci i loro cazzi erano palesemente in erezione... Mi bastò smanettarli un pò per rendermene conto, mentre loro continuavano spudoratamente a limonare. In men che non si dica Gustavo si ritrovò a pecorina con il cazzo di Marco piantato nel culo! Sdraiata comodamente sul divano a cosce aperte, ne approfittai per farmela leccare da Gustavo (direte voi ma non era gay? Bhè con un cazzo indietro, è più facile giocare con una donna). La trombata proseguì: Marco sfondò il culo di Gustavo a candela mentre io lo sbocchinavo. A quel maialino del mio ragazzo venne voglia di guardarmi con Gustavo e così quest'ultimo provò l'ebrezza di infilarlo nella fica a candela. Non vi sò dire esattamente quanto gli piacesse, ma di sicuro di più, con il cazzo di Marco nella bocca. Quest'ultimo mi dette una ripassatina nella fica a missionaria mentre Gustavo se lo menava osservando la scena. Il finale fu davvero torbido ed eccitante: Marco, prossimo a godere, sfilò il cazzo dalla vagina e spruzzò tutto il seme in faccia al mio amico mentre io raggiungevo e assaporavo l'orgasmo intensissimo via ditalino! Quasi contemporaneamente anche Gustavo, aumentando il ritmo della sega, eiaculò copiosamente... Fu un pomeriggio fantastico di goduria trasgressiva a tre, una situazione davvero bollente che mai avrei immaginato potesse accadere. Naturalmente dopo quella volta le tensioni finirono del tutto. Ora le cose sono molto diverse. Non solo andiamo a mangiare spesso la pizza tutti e tre, ma dopo ci godiamo pure il dessert, e non parlo certo di dolci...                   


venerdì 1 dicembre 2017

Le voglie saffiche della dottoressa

Il mio nome è Manuela, sono una dottoressa. Sono stata sposata con Vincenzo per molti anni. Ero felice con lui, facevamo delle belle scopate. Poi però un giorno, all'improvviso, si rivelò freddo nei miei riguardi. Da speciale diventai normale, poco appetibile, e tutto ciò a causa di una troietta dell'est più bella e giovane di me con cui scappò via. Che doccia fredda dopo 10 anni di matrimonio! Tuttavia si sà, la vita non è una linea continua e liscia, ma piena di ostacoli, imprevisti e quant'altro. Ad ogni modo, a seguito delle corna, cominciai a prendere le distanze dagli uomini. La ferita era troppo profonda, bruciava tanto. Per un periodo non volli più saperne di maschi e nemmeno di sesso. Ma poi ci fu una svolta inattesa, un cambiamento radicale nella mia vita. Qualcuno a questo punto penserà: "Trovasti l'uomo giusto per caso?". Eh no! Niente di tutto ciò! Fu proprio il lavoro ad ispirarmi d'improvviso una soluzione inattesa, ed al tempo stesso altamente trasgressiva. Da dottoressa sono abituata ad osservare i corpi nudi dei pazienti, sia uomini che donne. Ma gli uomini, come detto, erano per me diventati un capitolo chiuso. E dunque, come si suol dire, se non è zuppa è pan bagnato. Cominciai a guardare le mie pazienti con occhi diversi, non più solo quelli del medico. In particolare, individuai in Simona, una ragazza molto carina, il soggetto adatto per iniziare le mie trasgressioni al femminile. Simona è una paurosa per natura, specie sulle malattie. Combinazione fortuita volle che d'improvviso accusò dei dolorini nella zona del seno e, intimorita, venne da me a visita. La feci spogliare e stendere sul lettino. Palpandola avvertì subito brividi di piacere. Compresi subito che non aveva nulla di serio se non qualche dolore muscolare passeggero. Impiegai un pò per rassicurarla. Poi, vedendola più tranquilla, tolsi il camice davanti a lei. Non portavo nemmeno le mutandine per cui il suo sguardo incrociò direttamente il mio corpo nudo con tanto di tettone e figa con striscetta in bella vista. Naturalmente rimase turbata dal mio gesto. Ma io rincarai la dose chiedendole se non le piacesse ciò che aveva visto. Lei balbettò un pò, poi disse che la imbarazzava un pò trovarsi nuda vicino ad un'altra donna nuda. Convinta di portare avanti il piano seduttorio mi avvicinai a lei. Con disinvoltura salì a cavalcioni sul lettino e la incitai, con dolcezza e fermezza, a leccarmi la figa. Gliela piazzai praticamente in bocca. Simona cedette ed io sollazzai di piacere sentendo la sua lingua calda battere sul mio clitoride voglioso. Poi mi spostai, le allargai bene le cosce e la slinguazzai a mia volta. A quel punto il ghiaccio era stato rotto. La coinvolsi in una forbice, una strofinata mozzafiato tra fiche. Quella frugata portò l'eccitazione di entrambe a mille. Continuammo con un ditalino, ognuna per conto proprio, guardandoci negli occhi. Ero così eccitata che venni intensamente. Lei, invece, non aveva ancora goduto completamente. E così le infilai tre dita nella fica e cominciai a smenazzarla senza pietà per il gusto di vederla raggiungere l'orgasmo. Simona godeva come una matta e mi guardava con la bocca aperta. A un tratto la sua fica cominciò a spruzzare liquido a fiume in preda a uno squirting da paura che inondò il lettino delle visite. Dopo gli amplessi rimisi il camice e Simona si rivestì. Le sorrisi dicendo:"Tranquilla sei sana come un pesce..." e aggiunsi maliziosa:"...però vieni a trovarmi quando vuoi, sai le precauzioni non sono mai troppe, meglio sempre controllare di tanto in tanto...". Simona sorrise e rispose:"Visto che ci siamo conosciute a fondo posso darti del tu?" e io: "certo cara... dimmi pure..." e lei:"Dottoressa Manuela sei proprio una grandissima zoccolona!", le risposi: "Certo!" e la limonai un pò prima che se ne andasse...


mercoledì 29 novembre 2017

Visioni panoramiche da urlo

Bellezze della natura: le montagne imponenti, una distesa verde spettacolare che sfocia sul mare e, per condire il tutto, due ragazze nude dal corpo mozzafiato che indossano soltanto i tacchi. Scommetto che molti di voi vorrebbero stare proprio dietro di loro...

lunedì 27 novembre 2017

Autostop con trasgressione

Mi chiamo Nadia. Io e il mio convivente, Rinaldo, avevamo sempre condotto una vita tranquilla anche sul piano intimo, quello strettamente sessuale: mai cose strane, mai aggiunto altri partner al nostro menage di coppia. Tuttavia, è proprio vero che, ad una forte tentazione, è difficile resistere. Diciamo la verità: ognuno ha le sue debolezze e, prima o poi, queste vengono fuori. Una sera stavamo nel letto, pronti al sesso. Ricordo che Rinaldo era particolarmente preso dall'eccitazione e si lasciò sfuggire alcune parole decisamente trasgressive, spudoratamente disse:"Accidenti! Sono talmente eccitato che inculerei perfino un uomo!". Restai senza parole per alcuni secondi, successivamente risposi ironica:"Addirittura? Perchè, io non ti basto per caso?". Poi aggiunsi:"Chissà, magari un giorno lo farai davvero tesoro, mai dire mai!". Mi scopò con foga e venne intensamente ed anch'io godetti parecchio. Pensai subito che non si era trattato affatto di una frase buttata lì a caso, ma di un desiderio erotico ben preciso e delineato, celato chissà da quanto tempo. Ad ogni modo non parlammo più per mesi di quest'argomento, le scopate proseguirono normalmente, senza eccessive emozioni. L'insolita fantasia trasgressiva, a base omosessuale, sembrò sparire nel dimenticatoio. Sapevo bene però che, presto o tardi, sarebbe riaffiorata di colpo. Ci voleva soltanto la situazione adatta, la scintilla, la persona giusta al momento propizio per innescare la miccia. Quella mattina fatidica, (che mai dimenticherò) ci trovavamo in auto, io e Rinaldo. Ci stavamo recando al suo ufficio. In pratica, lavorativamente, lui è il capo ed io la sua segretaria. Ad un tratto scorgemmo un ragazzo che chiedeva l'autostop. Rinaldo fermò l'auto bruscamente e lo fece salire a bordo. Chiacchierando, il tipo, di nome Gianfranco, sfogò con noi i suoi problemi sostenendo di non avere nè un lavoro nè una donna. Rinaldo, intrigato dalla situazione e dal tipo, colse la palla al balzo e gli propose: "Tranquillo, perchè non vieni nel mio ufficio, eseguiremo un test: se ti dimostrerai idoneo, sarai assunto senz'altro". Naturalmente intuì immediatamente che si trattava di un astuto pretesto, da parte del mio partner, per portare lo sconosciuto in un luogo appartato e coinvolgerlo sessualmente. Quando giungemmo in ufficio la situazione prese pian piano una piega erotica. Quella voglia di farlo con un uomo, covata da tempo da Rinaldo, era pronta ad esplodere. Il mio partner disse chiaramente allo sconosciuto che per ottenere l'assunzione avrebbe dovuto esser disposto a tutto, dopodichè tirò fuori il pisello. Il povero Gianfranco all'inizio credette che si trattava di uno scherzo, qualcosa tipo comandare, il bastone del comando, una sorta di provocazione. Ma il mio uomo faceva sul serio. Gianfranco, dinanzi al cazzo di un altro uomo, e in presenza di una donna, apparve disorientato. Così fui io l'anello di congiunzione tra i due. Sbocchinai il mio lui facendo tenere le palle in mano allo sconosciuto, in modo che avvenisse un primo contatto tra i due. Dopodichè Rinaldo si spogliò e spoglio l'altro con disinvoltura. Poi si sedette sul divano ed io aiutai Gianfranco ad adagiarsi sul cazzo in erezione del mio voglioso partner. E così i due cominciarono a scopare a candela. Il cazzo di Rinaldo violò a fondo il buco vergine (fino a quel momento) dello sconosciuto. Di tanto intanto "addolcivo" la penetrazione sbocchinando Gianfranco. Poi la trombata proseguì, divenendo ancor più intensa, nella posizione del missionario. Gianfranco godeva ma con qualche timore, una situazione assolutamente normale, per chi si affaccia per la prima volta a certe insolite esperienze. Lo rilassai coinvolgendolo con un caldo lingua a lingua mentre Rinaldo si divertiva a sfondargli perbene il culo. Ma il mio uomo è un gran porco e gli piace giocare. Fece mettere me a cavalcioni su Gianfranco dandogli l'illusione di scoparmi. In effetti me lo adagio un pò nella fica ma il mio uomo fu pronto ad estrarlo dalla micia per lavorarselo impunemente di bocca! Un chinotto a sorpresa che trovò spiazzato il povero Gianfranco, che comunque provò piacere. A pecorina presi il cazzo duro del mio lui mentre slinguazzavo la cappella bagnata del nostro "amichetto". Rinaldo arrivò al culmine del godimento e sborrò in bocca a me e a Gianfranco dandoci delle troie. Anche "l'autostoppista" spruzzò copiosamente in preda al piacere profondo. A questo punto vi domanderete? Ma poi Gianfranco è stato assunto? Bhè, Rinaldo non è poi così crudele: gli garantirà uno stipendio fisso finchè il giovanotto si lascerà scopare il culetto... ihihih.


venerdì 24 novembre 2017

Il manager premuroso del mio ragazzo

Mi chiamo Chiara (la bionda). Sono una modella, mi piace il sesso e l'erotismo. Da questo punto di vista credo di essere una persona di mentalità piuttosto aperta. Tuttavia, la storia che stò per narrarvi è decisamente bollente e trasgressiva oltre ogni più fervida immaginazione. Ero fidanzata con Ricky, un giovane calciatore promettente. Caratterialmente non siamo mai andati d'accordo, litigavamo di continuo. Poi, di solito, facevamo pace con una scopata. Quest'andazzo carico di tensione, con un clima di fondo per nulla sereno, si protrasse per parecchio tempo. Alla fine eravamo entrambi nervosi, insoddisfatti e stressati dalla situazione. In realtà negli ultimi tempi non scopavamo quasi più. La sua carriera decollava e il nostro rapporto traballava pericolosamente. Ma in questa situazione non eravamo solo in due, in realtà. Il suo manager, Rodolfo, si poneva con lui in modo morboso, quasi ossessivo. Lo martellava con l'aspetto economico dei contratti, con gli sponsor, con i soldi, in sostanza. In quel periodo Ricky ed io facevamo scintille per cui temevo fortemente che si trovasse un'altra donna, un'amante. Per questo motivo un giorno decisi di seguirlo. Manco a farlo a posta entrò nel palazzo dove stava l'ufficio del suo manager. Entrai anch'io dentro quell'edificio un pò fatiscente. Conoscevo il posto e cercai di perlustrarlo seguendo le voci. Sentì dei dialoghi provenienti dai bagni e così giunsi in prossimità della porta del w.c. e rimasi ad origliare riprendendo ciò che vedevo con lo smartphone. Ricky non c'era molto con la testa, a causa del rapporto tormentato vissuto con la sottoscritta; il manager, dal canto suo cercava di riportarlo alla calma per non perdere i corposi pagamenti offerti dagli sponsor. Alla fine Rodolfo riportò Ricky alla ragione mostrandogli un assegno sostanzioso. Tutto nella norma, fino a quel momento. Poi però accadde l'inimmaginabile: Rodolfo si lasciò andare ad una confidenza che mai mi sarei sognata di ascoltare. Nonostante ben due matrimoni alle spalle ammise spudoratamente di avere interesse per i maschi! Ricky era già fatto un pò di birra e questo lo sciolse. Rodolfo, da gran porco con palesi tendenze omosessuali, sostenne che si sarebbe preso cura di Ricky e non solo come manager! Iniziò a segare il mio ragazzo poi lo sbocchinò con disinvoltura davanti al mio sguardo stupefatto. Rodolfo calò i pantaloni di Ricky, gli infilò perfino un dito nel culo! Ormai il mio ragazzo, metà eccitato, metà perplesso, stava cedendo alla corte insana di quel maialone maturo. E Così i due decisero di spostarsi in un'altra stanza dove c'era un letto per continuare più comodamente quelle porcate. Li seguì e assistetti al loro rapporto completo. Ricky si fece sfondare il culo in tutte le posizioni da quel maialone maturo arrapato. Osservai il cazzo duro di Rodolfo entrare fino in fondo e spaccare letteralmente le chiappe a quel rotto in culo del mio boyfriend. Quella cavalcata torbida durò così a lungo da sembrare infinita. Poi, a un certo punto, nella classica posizione a missionaria, i cazzi dettero sfogo al piacere. Ricky, al culmine della goduria, schizzò bagnandosi il petto mentre riceveva lo sperma copioso del suo manager tra culo e testicoli. Premetti stop e fermai la registrazione: ormai avevo filmato tutto. Qualche giorno dopo, in coppia con la mia amica e collega mora Vanessa, per un servizio fotografico, mi lasciai andare e le raccontai ciò che avevo visto e ripreso col cellulare. Vanessa in principio non ci credette, pensava stessi scherzando, poi capì che dicevo sul serio. A lei sono sempre piaciute le donne e con me ci aveva sempre provato, solo che io l'avevo sempre respinta, da etero convinta un pò stronza. Ma a quel punto la situazione era decisamente cambiata, dopo le corna subite. Vanessa era curiosa di guardare quel video ed io di condividerne con lei la visione. Terminato il servizio fotografico finalmente restammo sole e nude ad osservare quelle porcate precedentemente da me filmate. Alla fine del video ci riscoprimmo entrambe bagnate e la naturale conseguenza fu una lesbicata da paura, ma questa è una storia diversa che per ora non voglio raccontare, ve la lascio soltanto immaginare...                       


giovedì 16 novembre 2017

Seconda chance per la segretaria

Avete mai sentito la frase dai toni speranzosi: "Si chiude una porta, si apre un portone"?, presumo di si. Ebbene, sembra proprio adeguata ad una mia esperienza passata che voglio narrarvi. Ma andiamo con ordine. Il mio nome è Lena. Con il duro impegno e la gavetta ero passata da semplice cameriera a segretaria di un'importante struttura alberghiera. Tutto sembrava filare liscio come l'olio, non avevo più nè debiti nè problemi di liquidità. Ma gli imprevisti nella vita sono sempre dietro l'angolo, si sà. Il mio capo reparto, dr. Renato Lepre, all'improvviso cominciò a fare il cascamorto con la sottoscritta. Avrei anche potuto starci in fin dei conti a quella corte galante e al tempo stesso serrata se non fosse comparsa sulla scena Elena, la sua gelosissima consorte snob. Quel furbacchione di Lepre non aveva menzionato affatto di essere sposato con l'intenzione palese di mirare ad un appagante extra coniugale. Quando Elena fiutò il pericolo intorno a sè, iniziò ad esercitare pressione sul marito remando naturalmente contro di me affinchè fossi cacciata via dal lavoro. Il risultato fu che Lepre contattò Rossi, il direttore generale. Quest'ultimo, non senza imbarazzo, mi diede il benservito e fui licenziata su due piedi. Che gran carognata, pensai. Mesi e mesi di impeccabile condotta lavorativa vanificati di colpo da una stronza gelosa. L'angoscia mi prese di brutto, ritornarono gli incubi del fitto e di tutto il resto delle spese da pagare. Ero disperata, non sapevo dove sbattere la testa: come uscire da quella situazione incresciosa? Intravidi il baratro ma il fato volle darmi una chance. Rincontrai per caso un mio vecchio spasimante di nome Rodrigo, un imprenditore di successo. In passato aveva già provato un paio di volte a portarmi a letto senza però riuscirci. Quando mi vide sconvolta chiese spiegazioni ed io gli raccontai l'accaduto. La preoccupazione non mi abbandonava, continuavo a ripetergli:"E adesso come faccio? Come risolvo? Dannazione!". Lui mi tranquillizzò, mi invitò a casa sua per un drink. Continuai ad esser nervosa, agitata, preoccupata, ma lui a un tratto cominciò a sfiorarmi le labbra con le sue affermando:"Tranquilla, me ne occupo io dolcezza, ci penso io...". Quelle parole mi rianimarono di colpo, mi sentì davvero considerata, sapevo bene che poteva aiutarmi concretamente volendolo. Cercai di oppormi al suo corteggiamento delicato, in principio, ma poi finì per cedere. E così ci baciammo. Abbracciai Rodrigo con entusiasmo, quasi a volerlo ringraziare. Lui, per tutta risposta, mi accarezzò la gamba, mi spogliò piuttosto in fretta. Finì col palparmi da dietro le tette e da lì io cominciai a perdere i sensi. Mi inginocchiai e gli propinai un godurioso bocchino, poi lui mi piazzò sulla scrivania. Allargai le cosce e lasciai che mi leccasse la passera. Slinguazzava alla grande e a quel punto ebbi un primo intenso orgasmo. Poi mi chiavò sulla scrivania a missionaria dandomi baci di tanto in tanto. Il suo bel cazzo duro e voglioso fece sussultare la mia passerona calda e bagnata. Continuò a trapanarmi da dietro, poi lui salì sulla scrivania ed io mi misi sopra di lui a cavalcioni lasciandomi impalare perbene. Durante la fantastica cavalcata disse che mi avrebbe dato un lavoro se avessi risposto sinceramente ad una domanda. Mi chiese se ci sarei stata con Lepre se non fosse intervenuta la moglie. Nemmeno io conoscevo esattamente la risposta a quella domanda impertinente ma mi piacque pensare di sì, inoltre sapevo bene che era proprio ciò che lui voleva sentirsi dire in modo da considerarmi più troia del normale. Mi inginocchiai e gli segai il pisello sostenendo che ci sarei stata con l'ex capo reparto. A quel punto Rodrigo, ampiamente soddisfatto, si lasciò andare ad una calda e copiosa venuta inondandomi la bocca di sperma e sorridendo sentenziò:"Assunta!".   


lunedì 13 novembre 2017

Banana rubbing dick

banana masturbation: strofinio fino all'orgasmo

Farcitura doppia della micia

Ci sono donne che fanno tanto le preziose per concedersi, altre invece sono più disponibili ed altre ancora sono decisamente troppo disponibili! Eccone una che spalanca al massimo le gambe accogliendo non uno ma ben due tarelli duri contemporaneamente nella fica. Mmmm che buongustaia!

lunedì 6 novembre 2017

La calda passera della zia

Mi chiamo Simone. Rosa è la sorella di mia madre, ovvero mia zia. Seppur non più giovinetta, è ancora una donna attraente, per giunta single. Tra di noi c'è sempre stato un bel rapporto di amicizia e di confidenza. Dal momento che abita da sola andavo spesso a trovarla e parlavamo di tante cose. Nella fattispecie, lei chiedeva dettagli delle mie tresche amorose e io delle sue. Sembravamo più due amici che zia e nipote. Insieme guardavamo perfino le partite di calcio. Di tanto in tanto mi confidava qualcosa delle sue avventure: non era mai soddisfatta dei suoi amanti occasionali. In realtà lei mi è sempre piaciuta ma il nostro legame di parentela mi tratteneva dall'effettuare approcci (nonostante la trovassi quasi sempre arrapantissima in tacchi e autoreggenti, il suo modo standard di girare per casa). La svolta ci fu quando mi ritrovai all'improvviso single, stufo di una ragazza immatura conosciuta su internet (che nemmeno me la dava). Naturalmente andai a trovare l'amata zia e subito le raccontai dell'accaduto. Lei sentenziò che ero stato un pazzo, poi fece l'ironica, come suo solito. Tra il serio e lo scherzo disse che ero un uomo e che per me ci voleva una vera donna. Io presi la palla al balzo aggiungendo le parole magiche:"una vera donna come te". Sapevo che lei aveva avuto sempre un debole per me, che mi considerava il suo nipote preferito. Feci leva su questo per stimolare le sue emozioni. Non la presi più come zia, come amica, ma come donna e le feci percepire il mio desiderio. Rosa amava giocare, raccolse al volo la mia richiesta provocatoria di sbottonare il jeans. Tolse anche il boxer lasciandomi col cazzo di fuori! Approfittai del momento di eccitazione reciproca per baciarla e così ci fu un primo approccio soft, delicato. Ma poi lei cominciò a dire di non volere, che stavamo sbagliando. A quel punto, prima di perdere l'occasione, passai all'azione: le allargai le gambe e mi fiondai con la lingua sulla fica. Le succhiai il clitoride e lo leccai. Il piacere intenso che provò le fece abbassare presto gran parte dei suoi freni inibitori. In piena erezione fui pronto a infilarglielo dentro la passera a missionaria. A quel punto era troppo tardi perchè si potesse tirare indietro. Proprio a missionaria iniziai a fotterla di brutto. I freni inibitori della bella Rosa erano ormai completamente saltati: la trombai divinamente a candela mentre lei si massaggiava eccitatissima le tette. La zietta andava sù e giù cavalcando il pistone durissimo. A un tratto si inarcò in avanti mentre la scopavo e fu proprio così che se ne venne. Anch'io stavo quasi per esplodere: tirai fuori il cazzo dalla fica sbrodolata e schizzai copiosamente sulle sue belle tette omaggiandola con caldi getti di sperma: una fantastica sborrata! Quella fu la mitica prima volta con la zia, poi ne seguirono altre altrettanto piacevoli. Bhè, ormai la cara zietta apre le gambe ad ogni visita ed io le dò volentieri una bella ripassata...


giovedì 2 novembre 2017

Mio figlio se la intende con il vicino

Mi chiamo Martina. Ormai non sono più una giovinetta ma resto una discreta gnocca (almeno lo spero!). Sono separata da alcuni anni, da quando mio marito Attilio scappò via con una troia ventenne dell'est europeo. Ho cresciuto praticamente da sola Angelo, il mio unico figlio. La mattina sono impegnata in ufficio dal momento che lavoro come segretaria. Solitamente rientro a casa nel primo pomeriggio. Tutto filava liscio finchè abitavamo nella vecchia casa. Ma poi il proprietario aumentò il fitto e ci dovemmo trasferire di corsa da un'altra parte. Fu proprio a questo punto che la situazione prese una piega a dir poco insolita. Io e mio figlio facemmo conoscenza con Vittorio, il nostro vicino. Questo tipo ha l'aspetto di un vero e proprio barbaro, barbuto e muscoloso. Ogni volta che lo incontravo faceva apprezzamenti, talvolta pesanti, sù di me del genere:"Heilà, bella topolona, te la darei io una ripassata". Altre volte commenti più leggeri, o tentava l'approccio soft, per la serie:"Allora, quand'è che posso portarti fuori a cena bellezza?". In ogni caso rispondevo sempre di essere stanca e rinviavo i suoi martellanti inviti. Raccontando ciò a mio figlio restai sorpresa dalle sue reazioni. Mi sarei aspettata commenti di gelosia da parte sua nei miei confronti del tipo:"No mamma no, non accettare!", cose del genere. Invece sorridendo se ne usciva con:"Il maschione di corteggia eh?" oppure:"Ti farebbe proprio bene un macho così". Vittorio non era decisamente il mio tipo ma le osservazioni di Angelo mi diedero da pensare. Mi sorpresi ancor più quando Angelo un giorno sentenziò:"Mamma, ma cosa aspetti? Chissà che bell'asta dura ha sotto quel tipo, ti farebbe ringiovanire, come minimo...". A quel punto restai davvero turbata. Pensai:"Non è che a mio figlio per caso piacciono gli uomini? Angelo un gay latente? Un criptogay, o come diavolo si dice...". Il dubbio si instillò nel cervello. I giorni passarono finchè un pomeriggio, di rientro dal lavoro, ebbi la prova lampante delle mie supposizioni, un'autentica doccia gelata. Aprì la porta di casa, mi diressi in camera da letto e assistetti ad una scena a dir poco inquietante: Angelo e Vittorio erano nudi intenti a baciarsi e masturbarsi reciprocamente. Provai un senso di schifo profondo inizialmente ma la curiosità di vedere fin dove si sarebbero spinti era troppa e così non li interruppi ma nascosta li osservai. Naturalmente il vicino porco inculò senza pudore e senza pietà mio figlio a pecorina. Lo scopò perbene quasi per un'ora, lo sverginò e gli schizzò copiosamente nel culo. Mentre gustava l'orgasmo segò e bacio Angelo in modo da farlo eiaculare a sua volta. Dopo aver fatto sesso i due si salutarono ed io corsi a bussare al campanello dell'abitazione del vicino con l'idea precisa di dargliela affinchè lui lasciasse in pace mio figlio. Lo provocai in tutti i modi ma non ci fu nulla da fare, ormai quel maialone aveva solo Angelo nella testa e così, sconfitta e delusa, umiliata come madre e perfino come donna, mi ritirai tristemente a casa. Sul principio ci stetti male ma adesso mi sono quasi abituata a vederli come una coppietta di amanti. Quando rientro dal lavoro li spio ma non sono più arrabbiata, anzi, ora mentre osservo i loro giochetti la fica diventa sempre più bagnata e sento il bisogno impellente di toccarmi. Ah! Sono proprio una madre snaturata! 


Attenzioni intime tra cugine

Mi chiamo Lory. Io ed Ada siamo cugine (le nostre mamme sono sorelle). In comune abbiamo solo un aspetto credo: di essere entrambe bionde. Eh si, perchè Ada è una donna affermata nel lavoro. Ha avuto successo come manager d'azienda ed è ricca. Oltre a questo si sbatte tutti gli uomini che vuole, quando vuole. E io? Bhè io sono la sfigata tra le due. Sono disoccupata, mi và di merda con i ragazzi e quando trovo un fidanzato puntualmente mi fà le corna! Però calma, forse ciò che ho descritto era la situazione fino a qualche mese fa, cioè prima che con Ada accadesse l'impensabile. Una mattina andai a trovarla nel suo ufficio esternandole lamentele riguardo alla mia vita. Lei si mostrò gentile, comprensiva, ma io la invidiavo talmente tanto che per un attimo pensai addirittura di picchiarla. Ma lei mi riportò alla ragione, sostenne giustamente che non serviva a nulla esser nervosi. Tra una parola e l'altra si sedette sulla scrivania scoprendo di più le sensuali gambe e mi chiese un parere a riguardo. Le accarezzai apprezzandole. La situazione cominciò ad intrigarmi anche se, in un primo momento, pensai che lei fosse solo vanitosa e volesse dei complimenti. Ma poi cominciò a fare certi giri di parole ed io a quel punto intuì che volesse provare qualche sorta di gioco sessuale. Non ero particolarmente convinta dal momento che siamo entrambe donne. I dubbi si sciolsero nel momento in cui lei si tolse le mutandine sul divano e spalancò le gambe con il chiaro intento di essere leccata! Non avevo mai pensato seriamente alle donne da quel punto di vista ma quella troia della mia cuginetta a gambe aperte mi accese non poco il desiderio considerando che stavo pure in astinenza. Avrei voluto un bel cazzo duro in quel momento ma feci uno sforzo di fantasia e mi fiondai con la lingua sulla passera umida di Ada. Era la prima volta che assaggiavo una fregna. Titubante all'inizio, ci provai gusto in seguito e, presa dall'arrapamento, le infilai due dita dentro la fica facendola sussultare come non mai. Ero eccitata davvero tanto. La sua lingua sui miei capezzoli fu davvero stimolante. Poi anch'io aprì le gambe e lasciai che lei mi deliziasse. La sua leccata esperta mi lasciò intendere che non era solo pratica di cazzi ma che sicuramente aveva assaggiato diverse fregne. Mi eccitai sempre più finchè finimmo amorevolmente a 69 sulla scrivania, io sopra lei sotto. Lecca tu che lecca io e raggiungemmo degli orgasmi stupendi. Ma io, non contenta, mi rifiondai sulla sua bernarda per farla venire ancora. E così la sensuale Ada raggiunse ancora una volta l'amplesso e mi inebriò la bocca del suo caldo e squisito liquido intimo. A quel punto la depressione mi passò totalmente e lei, in vena di proposte, chiese:"Vuoi diventare la mia segretaria? Così lo facciamo tutti i giorni...". Naturalmente accettai e mia madre, ignara del tutto, fu contenta che avessi trovato lavoro grazie alla cara cuginetta. Quando stiamo da sole in ufficio è davvero uno sballo, lesbichiamo quasi tutti i giorni ed io sono felice. Poi lei incontra uomini (sia per motivi di lavoro che di svago) e scopa naturalmente. Ma io non sono gelosa, mi accontento di essere la sua adorabile segretaria d'ufficio sempre disponibile.


lunedì 30 ottobre 2017

Coming out!

L'omosessualità non è certamente un fenomeno che riguarda soltanto le persone comuni. Con frequenza quasi quotidiana apprendiamo che certi personaggi del mondo dello spettacolo, come cantanti e attori (alcuni di questi sexy symbol per giunta) sono in realtà gay o bisessuali. Molto spesso si hanno solo dei sospetti ma poi, ad un tratto, fanno puntualmente coming out. Un esempio recentissimo? Kevin Spacey. Ma che vuol dire coming out? Semplice, ammettono pubblicamente le proprie tendenze sessuali scatenando le reazioni dei fan. Questo accade anche alle donne naturalmente, un esempio? La bionda e bella Amber Heard, ex di Johnny Depp (è lesbica o bisex? Non si capisce bene). Uomini o donne cambia poco alla fine (sono sempre attrazioni erotiche tra sessi uguali) ma probabilmente, nella cultura e nella convinzione popolare, due donne che lo fanno vengono considerate più sensuali rispetto a due uomini. Forse molti non immaginano nemmeno come sia effettivamente e come si possa praticare il sesso tra maschietti. Vi piace? Vi fà schifo? Avete dei dubbi? Ebbene, guardate i nostri tre amici delle foto, loro non si pongono tante domande, piuttosto sembrano divertirsi parecchio a giocare tra loro in perfetta armonia osservati a distanza dalla bella e curiosa bionda che si rilassa fumando una sigaretta...



lunedì 16 ottobre 2017

Dalla massaggiatrice alla mazza

Mi chiamo Nadia, faccio la massaggiatrice in un centro. Capirete bene che, con il mio lavoro, ne vedo di tutti i colori. Sono una bella ragazza e faccio gola agli uomini che naturalmente, molto spesso, non vengono soltanto per il semplice massaggio ma aspirano ad altro. Quello che non tutti hanno compreso è che non sono una escort di professione o una puttana per cui, al limite, scelgo io le persone con cui voglio stare. Quel cliente, Robert, era proprio uno stronzo. Appena iniziai il massaggio cominciò a fare richieste oscene quasi pretendendo sesso in cambio di soldi. Gli avrei fatto anche una sega sottomano per calmarlo ma lui non si accontentò, disse che voleva scoparmi la passera. Bhè, quando incontro certi tipi così stronzi mi vien voglia di ricorrere al collega gay Adam per punirli a suon di cazzo. Certi clienti stimolano la mia parte sadica, lo ammetto. Robert insisteva ed io mi spogliai fingendo di starci, poi trovai una scusa per allontanarmi. Poco dopo lo lasciai in compagnia di Adam gustandomi la scena dietro le quinte. Vi lascio solo lontanamente immaginare la faccia che fece Robert quando si ritrovò davanti Adam invece di me. Il mio collega ha una notevole dimestichezza con gli uomini nonchè autorità. Segò Robert ancora incredulo, poi lo sbocchinò. Dopodichè pretese di essere ricambiato. Robert succhiò la fava dura di Adam senza protestare troppo. Ma il bello doveva ancora venire! Adam fece mettere il cliente a pecorina e gli leccò il buco anale, lo ammorbidì per poi infilzarlo con il suo cazzo duro! Glielo mise proprio tutto dentro il randello, per un massaggio davvero profondo. Così Robert fu iniziato a nuovi piaceri del sesso, per lui ancora ignoti fino a quel momento. Il cliente, inizialmente scettico, si lasciò trapanare come una puttanella fino a venire. Il suo cazzo eiaculò all'impazzata e lo stesso fece quello di Adam. Il mio collega schizzò sotto le palle di Robert e, col cazzo ancora intriso di sborra, gli riempì nuovamente il buco ormai ampiamente sverginato. Un'altra stantuffata e un'altra goduta, stavolta tutta dentro al culo di Robert. I due finalmente si appagarono. Avrei voluto soprattutto punire quel cliente pretenzioso e arrogante ed umiliarlo ma da come godette non credo di essere riuscita granchè nell'intento....    


lunedì 9 ottobre 2017

Ormoni impazziti, approcci inauditi

Guardate la prima foto per farvi un'idea di quanto sia gnocca la sottoscritta. Mi chiamo Monica, sono segretaria d'ufficio. Questa storia riguarda me e i miei cari colleghi di lavoro, Ugo e Nicola. Da quando ci assunsero nello stesso reparto entrambi mi guardavano con occhi dolci. Sono abituata a certe sensazioni, gli uomini mi osservano dappertutto e di continuo. Ma quei due sembravano più gentlemen di altri, più delicati, per così dire. Soprattutto Nicola cominciò ad essere un pò più insistente con messaggi e chiamate ai quali io puntualmente non rispondevo. Vedendo quanto fossero entrambi presi da me mi dispiaceva quasi di sceglierne uno tagliando fuori l'altro. Inoltre questa situazione in cui pendevano dalle mie labbra mi dava quasi un senso di eccitazione. Ma si sà, gli uomini hanno certe esigenze, e spesso sanno controllarsi meno delle donne. Tuttavia non credevo che si lasciassero andare al punto in cui effettivamente arrivarono. Li sentì confabulare e li spiai dietro la porta. Restai a dire poco stupita quando vidi Ugo propinare un succulento pompino a Nicola. Li lasciai fare per alcuni minuti, poi mi presentai davanti a loro. Nicola cercò di mascherare l'imbarazzo dicendo in un primo momento che si trattava di uno scherzo, o roba simile. Ma era talmente eccitato che poco dopo ammise la verità. A quanto pare Ugo aveva sempre avuto queste fantasie nascoste ed aveva trovato in Nicola l'occasione giusta. Che cosa accadde? Bhè che non si fermarono al pompino eh no! Li osservai tutti nudi scopare a pecorina, davanti ai miei occhi. Poi a missionaria, proprio sopra la scrivania! Non avrei mai immaginato che fossero arrivati a quel punto. Ammettiamo pure le tendenze gay latenti di Ugo, ma Nicola? Alla fine gli piaceva pure a lui! Scoparono con foga sempre crescente. Salirono entrambi sulla scrivania per una trombata a pecorina da urlo. Scettica sugli approcci omosessuali iniziai a provare un sottile, intenso piacere al punto che la fica mi si bagnò completamente. In quel frangente mi venne il desiderio malizioso di umilarli, mi spogliai restando in perizoma, tacchi e autoreggenti per il gusto sadico di fargli vedere le mie grazie (come una gustosa tavoletta di cioccolato da non poter assaggiare), quelle essenze femminili negate che li avevano torbidamente condotti a giocare tra loro. Percepirono la provocazione, mi dettero della puttana, della troia, ma le vere troie erano loro, incapaci ormai di rinunciare a quella cavalcata interminabile. Ugo era vergine e Nicola il buchetto glielo aveva proprio sfondato! Come mi aspettavo Nicola arrivò vicino all'orgasmo, sfilò il cazzo dall'ano del collega e gli schizzò copiosi fiotti di sborra in bocca! mmm! che porcata! Avrei voluto sditalinarmi come una pazza e sfogare anch'io ma mi controllai: non volevo mostrar loro che mi piaceva ciò che avevano appena fatto (poco male, mi sarei toccata dopo con calma a casa ripensandoci). Preoccupati mi chiesero di fare silenzio sulla vicenda ed io mi comportai da amica mantenendo il segreto. Se lo scoprisse il direttore allora si che li trombererebbe per davvero licenziandoli in tronco; onestamente non sono stronza fino a questo punto... Finchè tutto resta segreto, quando rimaniamo soli soletti in ufficio, io sono sempre la loro amica guardona...


sabato 7 ottobre 2017

La calda fica della mia migliore amica

Mi chiamo Daniele. Mi occupo di investimenti finanziari. Conobbi Marika sul posto di lavoro. Inizialmente eravamo solo semplici colleghi ma poi tra noi nacque una bella amicizia. Ci trovavamo bene a dialogare e così cominciammo a frequentarci al di fuori del contesto lavorativo. Lei, un pò più grande di me di età, è una gran bella donna (amante di minigonna, tacchi e autoreggenti) ed io ne sono stato sempre attratto. Tuttavia, timoroso di provarci subito, feci prendere alla situazione la piega della normale amicizia. Lei mi parlava degli uomini che le stavano dietro ed io dei miei approcci con le ragazze. In realtà le femmine che conoscevo mi appagavano poco, più o meno lo spazio di una notte, ma il pensiero era sempre rivolto a lei, l'amica del cuore, la donna intoccabile. E questa situazione andò avanti per parecchio tempo finchè un giorno, in ufficio, mi posi con lei in modo diverso. Avevamo appena concluso alcune telefonate con dei clienti quando mi lasciai andare ad uno sfogo. Le dissi che la mia vita andava di merda e che lei era l'unica che contava davvero. Le confessai di non voler essere più semplicemente suo amico. Restò sorpresa naturalmente e fece qualche resistenza lieve, anche perchè frequentava un tipo in quel periodo, ma poi cedette soavemente al vigore del mio bel cazzo duro che entrò nella sua fica morbida come un coltello nel burro. Incurante che il capo potesse rientrare all'improvviso e sorprenderci, la chiavai in ufficio a pecorina e a missionaria. Poi le detti una ripassata finale a candela e sborrai beatamente nella sua morbida e accogliente fregna. Per fortuna Marika prende sempre la pillola, onde evitare incintamenti. Da quella volta in poi il lavoro diventò molto meno stressante e decisamente più gradevole. Eh già, con lei in ufficio nelle pause c'è sempre da divertirsi...


venerdì 6 ottobre 2017

Turbolenze prematrimoniali

Mi chiamo Elena. Ero fidanzata con Gabriele ormai da cinque anni e tutto sembrava filare liscio come l'olio. All'orizzonte si profilava il matrimonio che poi avvenne, ma un episodio davvero torbido ne fece da anticipazione. Cominciai a diventare dubbiosa nei confronti di Gabriele quando lui conobbe un ragazzo di nome Carlo, un tipo che conoscevo solo di vista. All'inizio sembrava una bella amicizia la loro, insieme condividevano la passione per lo sport. Probabilmente non mi sarei mai accorta di nulla se non fosse stato per un puro caso. Quel pomeriggio sapevo che erano andati insieme a vedere una partita di calcio. Tuttavia, siccome dovetti sbrigare una commissione dalle parti di casa di Gabriele, pensai di andare a dare un'occhiata. Restai sorpresa quando li trovai entrambi nell'abitazione. Al principio credetti ad una banale scusa del mio amato: si giustificò dicendo che non avevano trovato i biglietti. Già questo mi parve strano dato che di solito se li procuravano con molto anticipo. Ad ogni modo feci la conoscenza di Carlo, un bel figo, tutto sommato. Non essendo una santarellina e conoscendo gli uomini (almeno così credevo!) pensai di trasformare quell'incontro casuale in un bel giochetto erotico. Gli feci togliere la maglietta ed apprezzai i loro corpi muscolosi (quello di Gabriele già lo conoscevo naturalmente). Qualche gocciolina cominciò ad inumidire la fica pregustando una bella scopata a tre. Armeggiai e smanettai i loro cazzi per un pò quando all'improvviso arrivò la doccia gelata. Gabriele era gay e i due si piacevano! Che Gabriele fosse gay ci poteva stare, ma come mai al mio ragazzo erano venute certe fantasie? E pensare che avevo sempre temuto il confronto con altre donne. Altro che partita! Quei due stavano da Gabriele per fottere tra loro! A poche settimane dal matrimonio i pensieri si affollarono nel mio cervello. Fui tentata di fare una scenata, ma sarebbe servito a poco. Infondo lo amavo e pensai che avremmo potuto condividere anche questa porcata. Gabriele fremeva dalla voglia di ciucciare il cazzo dell'amico ed io fui la sua complice. Solo un bocchino? Penserete voi. Eh no! Quello fu solo l'inizio! Si ritrovarono ben presto su quel divano rosso a fottere a candela. Il cazzo di Gabriele entrò tutto dentro al culetto del bell'amichetto. Ed io? Una semplice spettatrice? Non proprio! Mi dedicai a segare e soprattutto a succhiare il cazzo "libero" del ragazzo gay. Si fecero proprio una bella chiavata quei due e, alla fine, fu inevitabile un bagno della calda crema di Gabriele, in preda ad intenso orgasmo, nella bocca di Carlo. L'episodio bollente rimase segreto. Finalmente arrivò il giorno del matrimonio. Come se nulla fosse accaduto io e il buon Gaby convolammo a nozze. Mia madre, ignara del tutto, mi disse:"Hai trovato proprio un ragazzo serio, senza grilli per la testa, uno che non corre dietro ad altre donne". Sorridendo le risposi:"Già mamma, ad altre donne sicuramente no...".  


venerdì 29 settembre 2017

Vendetta alla crema bianca

Mi chiamo Giulio. Veronica, la mia lei, è davvero bella. Ma io fui così ingordo da non accontentarmi. Un giorno, preso dall'eccitazione, scopai Vanessa, la sua migliore amica. Pregai quest'ultima di fare silenzio sull'accaduto e così fu per un periodo. Poi lei non ce la fece più e confessò il tradimento a Veronica. La mia ragazza andò su tutte le furie, poi si calmò, ma intanto architetteva già il modo in cui punirmi. Passarono mesi e ormai quell'episodio sembrava essere un lontano ricordo. Veronica mi propose una scopata a tre con un suo amico. Allettato dall'idea accettai subito. Ma in realtà Marco, il suo amico, è gay, solo che io non lo sapevo. Quando fummo nudi lei prese a segare Marco con l'intenzione precisa di farlo eiaculare in abbondanza sulla mia faccia e nella mia bocca nonchè sul petto. Non potetti certo sottrarmi alla furia della bionda ferita e mi presi una bella quantità di sperma in bocca. Dovetti darle soddisfazione, leccare anche la punta del cazzo di lui, altrimenti si sarebbe incazzata il doppio. Alla fine tutte e due mi leccarono il petto sborrato condendo il tutto con ironici sorrisi. Al momento fu davvero umiliante ma in seguito, ripensandoci, credo che infondo mi sia piaciuto. Se lo rivelo a Veronica magari và a finire che il cazzo dell'amico me lo fà prendere pure nel culo!


giovedì 28 settembre 2017

Goduta solitaria

Bella rossa, porca e provocante trova il modo di soddisfarsi anche senza uomini. Una volta nuda, con i soli tacchi rossi, si lascia sollazzare dai piaceri offerti dal suo grosso cazzo finto e suggerisce così alle donne sole il modo di calmare le incontenibili voglie della fica che reclama...


lunedì 25 settembre 2017

I miei colleghi col vizietto

Mi chiamo Cristina (per gli amici Alessia). Sono una bella bionda procace che non passa inosservata. Al lavoro quasi tutti i colleghi mi dicono volgarità, un esempio? "Bionda chi te la sfonda?" e cose del genere. E già, ma non sono proprio tutti così. Mi ero sempre chiesta perchè Mario e Luigi non me ne dicessero di porcate. Troppo gentlemen? Forse! La verità la scoprì per caso quel giorno che quei due erano spariti dalla circolazione. Scesi al piano di sotto per cercarli, credevo semplicemente che non avessero voglia di lavorare. Incamminandomi lentamente lungo i corridoi, mi si parò all'improvviso, davanti agli occhi, una scena incredibile: Mario stava succhiando il cazzo di Luigi! Osservai a distanza turbata. Poco dopo si invertirono: Luigi si mise a spompinare Mario, e con gran gusto e impeto! A quel punto mi avvicinai. Li tranquillizzai, spiegai che non avrei raccontato a nessuno il loro segreto e, parecchio intrigata dalla situazione, decisi di fare la spettatrice. Avevo proprio voglia di sditalinarmi perbene. Con uno spunto del genere davanti agli occhi, osservando Mario che inculava Luigi, sarebbe stato ancora più facile ed eccitante. Cominciarono a fottere a candela sulle scale con me accanto. Poi cambiarono posizione scopando a poca distanza dalla sottoscritta. Superbagnata aumentai il ritmo del ditalino e venni in men che non si dica. Mario intanto schizzò nel culo di Luigi. Mi avvicinai a loro e Luigi sborrò proprio sulle mie tettone! A quel punto Mario ci mise la bocca sorbendosi i restanti fiotti di sperma. Bhè, dopo quella volta sò bene cosa mi aspetta quando vado a cercarli al piano di sotto!  


Inganno fatale

Mi chiamo Raffaele. Rosy, la mia ragazza, a volte è davvero una gran porca. Spesso mi aveva chiesto con insistenza di stare intimamente con Manolo, il suo miglior amico gay per cui stravedeva. Diceva che Manolo mi desiderava e io ci dovevo stare. Mi rifiutai sempre essendo contrario agli approcci omosessuali e così destai le sue ire. Mi disse che ero arretrato, antico. Passò del tempo e pensai che questa situazione fosse passata nel dimenticatoio, ma mi sbagliavo. Un giorno Rosy disse che in una coppia ci vuole fantasia per non cadere nella monotonia e mi bendò. Non mi dispiacque affatto anche perchè poco dopo avvertì sensazioni di piacere e compresi che mi stava spompinando. Dopo un pò le percezioni divennero altrettanto piacevoli ma ancora più intense. Pensai che fosse sempre la sua bocca e non immaginai neppure lontanamente si trattasse di quella di Manolo! Poco dopo sentì un corpo su di me adagiarsi. Il mio pene entrò dentro un buco. Pensai di inculare Rosy ma in realtà stavo scopando l'ano di Manolo! Rosy mi tolse di colpo la benda ed ebbi la doccia gelata. Lei disse:"Hai visto? Ce l'abbiamo fatta!". Mi sentì morire dalla vergogna ma Rosy seppe come infuocare l'atmosfera sbocchinando sensualmente l'amico e rendendo la situazione molto libidinosa. Finì per farmelo a pecorina mentre lei gli succhiava il cazzo e lui le leccava la figa (fecero un 69 mentre scopavo lui!). A quel punto ero troppo eccitato, sapevo che Rosy voleva che andassi fino in fondo e così lo trombai a pecorina ed ebbi un orgasmo favoloso schizzandogli nel buco del culo ricchi fiotti di sperma. Rosy compiaciuta mi accarezzò una natica, poi ironica commentò:"Vedi com'è bello quando le cose accadono spontaneamente?".     


La mia giovane audace amica

Mi chiamo Emma, una piacevole tettona under 40enne. Eh si, penso di essere una bella figa ma ciò non bastò a salvare il mio matrimonio che non si concluse certo nel migliore dei modi. Mio marito si sbatteva le ragazzine 18enni e fui costretta alla separazione. Le ragazzine fecero naufragare il matrimonio, ma chi si poteva aspettare che proprio una di queste mi avrebbe in qualche modo riportata alla vita, ad uscire dall'inevitabile depressione. Fu proprio un paio di mesi dopo la separazione che conobbi la sensuale Valentina, poco più che ventenne. Ci conoscemmo per caso, in un bar, e diventammo amiche. Nonostante fosse più giovane di me sapeva ascoltare molto bene e dispensare consigli. Andavamo a cena, al cinema, diventammo inseparabili. Solo ora mi rendo conto del fatto che lei ogni volta si doveva sorbire i miei sfoghi. Le riempivo la testa parlando di mio marito e di tutte le ansie connesse alla separazione. Ma non avrei mai lontanamente immaginato che fosse lesbica e che le piacessi io! E no, non potevo supporlo dal momento che mi consigliò perfino di scopare con altri uomini per dimenticare mio marito. A dirla tutta un paio di cazzi li presi ma senza peraltro uscire dalla depressione. A quel punto decisi di non cercare più uomini e mi limitai ad uscire con lei, la mia amica del cuore, o almeno così credevo. Fu proprio un giorno a casa mia che accadde tutto. Dopo ormai mesi e mesi di confidenza me ne stavo sul letto mentre lei mi massaggiava i piedi. Mi rilassai davvero tanto ma ad un tratto lei, inaspettatamente mi mise la lingua in bocca! Caddi dalle nuvole! Come potevo farmi baciare dalla mia migliore amica? Lei insisteva, nons i fermò, mi leccò anche i capezzoli rivelando senza mezzi termini di essere una lesbica incallita. Mi trovai in ballo e ballai. Ciucciai i suoi di capezzoli, seppur non molto convinta; poi lei mi tolse le mutande e iniziò a slinguazzare la fregna senza esitazioni. Mi faceva schifo l'idea di farmi leccare la bernarda da una donna ma lei era davvero brava con la lingua e così il piacere superò di gran lunga lo schifo al punto che venni: un orgasmo torbido, intenso. Ma lei non mi dette tregua. Mi coinvolse in una "forbice" da paura. Mi strapazzò la figa con la sua e così venni di nuovo. Ma lei non aveva goduto del tutto così mi piazzò la figa in bocca ed io dovetti slinguazzarla perbene. Finalmente anche lei si lasciò andare ad un orgasmo pauroso regalandomi i suoi liquidi profumati. In quel momento mi resi conto che, grazie a Valentina, probabilmente non avrei più visto un cazzo in vita mia, ero diventata di colpo lesbica.      


sabato 16 settembre 2017

Il mio caro amico dell'altra sponda

Mi chiamo Serena, sono una bionda sexy che non passa inosservata. Ho scopato con parecchi uomini nella mia vita ma Ugo era il mio miglior amico. L'avrei data anche a lui ma per anni non me lo chiese mai. Pensavo lo facesse per rispettare l'amicizia ma poi, un giorno, scoprì il vero motivo. Passeggiavamo per strada e ci fermammo in un bar a bere qualcosa. Lui mi fece notare un uomo che mi guardava e propose:"Ci conosciamo da tanto, ma tu una scopata in tre te la faresti?". Risposi:"Chi io, te e quello?" e lui disse:"Si". Gli chiesi:"In tre ti eccita di più vero?" e lui rispose di si. Solo dopo mi rivelò che quel tipo in realtà guardava lui e non me. Andammo a casa mia. L'altro, di nome Mario, si mise a leccarmi i piedi. Notai subito qualcosa di strano in lui, non sembrava molto virile. Ad ogni modo tutti e due si misero a palpeggiarmi e baciare gambe e tette dividendosi i capezzoli da leccare. Fu dolce, bello, eccitante, ma a un tratto sembrarono quasi tirarsi indietro ammettendo di non voler scopare. Mi sembrò davvero strano e così decisi di invogliarli iniziando a spompinare Mario. Pensai che così si arebbero sciolti ma ebbi un'autentica doccia gelata a bruciapelo. Ugo, il mio amico di una vita si fiondò sul cazzo dell'altro e lo sbocchinò senza ritegno davanti ai miei occhi. E pensare che credevo fosse uno sciupafemmine! Non sono una santa, è vero, ma osservare il mio miglior amico succhiare il cazzo ad un uomo mi lasciò sconcertata per alcuni interminabili secondi. Poi mi ripresi, non volevo fare la guastafeste, supportata dall'indole da troia incitai il mio amico del cuore a leccare e succhiare quel cazzo che tanto desiderava prende in bocca. Poi fu Mario, anche lui frocio conclamato (questo lo avevo intuito mentre mi leccava i piedi) a leccare e succhiare con gusto il pisello di Ugo. Mi chiedevo come fosse successa una cosa del genere: due uomini con un bel pezzo di bionda che si sbocchinavano a vicenda invece di farsela, davvero surreale. Mentre pensavo ciò Ugo venne e fece una bella sborrata sulla maglietta di Mario che schizzò a sua volta smanettandosi. L'odore di due qualità di sperma si impregnò nella stanza. Le schizzate erano venute principalmente facendolo tra uomini, con una partecipazione marginale da parte mia. Solo a quel punto, dopo gli orgasmi, Ugo mi rivelò che nel bar Mario flirtava lui e non me. Mi sentì un pò usata ma tutto sommato contenta di aver fatto parte di quel zozzo gioco per me insolito.     


Hotel obsession

Mi chiamo Mirco. Quello che vi racconterò ha dell'incredibile, qualcosa che mai mi sarei aspettato di provare nella vita, ma andiamo con ordine. Sono un imprenditore sposato con una donna di nome Susanna e ho due figli piccoli. Gli impegni di lavoro mi costringevano spesso a cambiare città e a soggiornare negli alberghi. Fu proprio in uno di questi che la mia vita ebbe una svolta. Si chiamava Hotel Paradiso. La prima impressione fu accattivante dal momento che notai subito delle avvenenti cameriere in circolazione. Il direttore era gentile e mi sussurrò all'orecchio:"Immagino che per la notte il signore desideri compagnia". Essendo sposato titubai un pò ma poi pensai di meritarmi un pò di relax e così risposi di si. Stavo quasi per prendere sonno quando sentì la porta aprirsi. In meno che non si dica, nell'oscurità, il mio corpo fu avvolto dalle carezze e dai baci. Tentai un dialogo ma la persona non rispondeva. Provai ad accendere la luce ma mi fu impedito. I baci e le carezze proseguirono, mi massaggiava egregiamente il petto e i coglioni. Mi segò dolcemente ed eccitatissimo sborrai nel silenzio della notte. La curiosità di sapere con chi fossi crebbe a dismisura finchè ebbi una parziale risposta. I suoi modi si fecero più decisi, mi ritrovai a pecorina e sentì qualcosa appoggiarsi al mio buco del culo. Realizzai che si trattava di un cazzo nel momento in cui mi penetrò. Cercai di reagire, protestai ma l'estraneo mi teneva saldamente per i fianchi. Finalmente iniziò a parlare, con tono rassicurante disse:"Stai tranquillo ti piacerà, piace a tanti, soprattutto a voi imprenditori di successo che avete avuto tutto dalla vita, soldi, belle donne, e che volete cogliere nuove inebrianti sensazioni...". Risposi stizzito:"Dannazione! Non sono frocio! Volevo una donna!". Ma fu tutto inutile perchè lui continuò a chiavarmi, a violare il buco del culo ripetutamente. Intanto mi segava da dietro. Restai sorpreso vedendo che rizzai di nuovo. Come era possibile tutto ciò? Pensai di trovarmi in un sogno ma non era così. La sua sborra calda inondò il mio culo, poi finalmente accese la luce. Mi ritrovai davanti un bell'uomo con il quale avevo appena fatto sesso. Mi baciò sulla bocca, si rivestì e andò via. Non chiusi occhio pensando a ciò che era successo. Il mattino dopo andai dal direttore e lui chiese:"Il servizio è stato di suo gradimento?" ed io risposi:"Me lo aspettavo diverso...". Lui sorrise e sentenziò:"Ci piace offrire servizi fuori dall'ordinario". Dopo la riunione di lavoro rientrai in albergo. Si fece di nuovo sera. Mi aspettavo un'altra visita e così fu. Stavolta fui pronto ad accendere la luce e tho! Una donna! Restai sorpreso, lei disse:"Il direttore ha pensato che volesse qualcosa di più ordinario". La ragazza era carina ma, dopo la notte precedente, mi sentì quasi a disagio. Le spiegai:"Vede signorina, la notte scorsa pensavo fosse una donna e invece...", lei mi tolse le parole di bocca e aggiunse:"...lo sò, l'hai fatto con un uomo". Lei mi guardò a lungo negli occhi, poi iniziò a segarmi ma ebbi grosse difficoltà di erezione. Lei sospirò e disse:"Che ne dici se vado via? Magari desideri altra compagnia". Risposi:"No, ti prego resta, sono solo un pò confuso...". Ma lei rispose:"Dicono tutti così..." e andò via. Dopo una mezzora arrivò di nuovo l'ospite notturno. Mi affrettai ad accendere la luce, gli dissi:"Stavolta vorrei che restasse accesa", mi rispose: "Va bene". Non avevo mai notato troppo i corpi maschili nella vita ma fui piacevolmente intrigato dal suo. Ci baciammo a lungo, poi lui mi prese in varie posizioni. Quell'uomo tirò fuori la mia parte femminile nascosta. Eravamo due uomini che lo fanno ma in realtà io ero la donna e mi piaceva esserlo. Mi scopò tutta la notte. Presi la sua sborra ovunque, in bocca, in culo, sul cazzo. La trasferta di lavoro finì e tornai a casa. Ero sconvolto da ciò che era successo. Non riuscì a tenere tutto dentro e così mi confidai con Susanna, le raccontai tutto. Lei all'inizio provò a giustificarmi, disse:"Magari quel direttore era un pò stronzo e ti ha coinvolto..." ma io non me la sentì di darle ragione, le spiegai:"No Susy, l'ho fatto due volte con un uomo e mi è piaciuto. Avrei potuto andarmene, invece sono rimasto lì a farmi sbattere capisci?". Provammo a fare l'amore ma non mi si alzava proprio, continuavo a pensare al tizio dell'hotel. Susanna a quel punto si arrese all'evidenza dei fatti:"Mi sà che hai ragione, ti piacciono gli uomini, è palese. Comunque ho anch'io qualcosa da dirti: visto che non ci sei mai mi sono fatta l'amante". Risposi:"Porca troia! Pure questa!". E aggiunsi:"Questo matrimonio è nella merda, io probabilmente sono frocio, tu ti scopi un altro....come minimo dobbiamo separarci. E i bambini, come si fà, subirebbero un trauma...". Susy a quel punto propose:"Bhè forse una soluzione c'è, se ti piace il mio amante potremmo stare in tre, che ne dici?". Restai sorpreso da una tale intuizione di lei ma risposi con piacere:"Perchè no...". Mauro era il classico etero convinto, e ci credo, con una figa come Susy per le mani. Ma tutto può cambiare. Nell'incontro a tre lei fu una brava cupida a spingerci dolcemente l'uno nella bocca dell'altro. Da quel bacio inziale, con annessa slinguazzata, i tabù si sciolsero come neve al sole. Piazzai l'uccello dritto in bocca a Mauro mentre leccavo la fica umida di mia moglie. Lui era pronto a farsi mia moglie a candela ma io piombai con la lingua sul suo cazzo destando, per l'ennesima volta, lo stupore nella mia consorte. Fui io ad impalarmi a candela sul suo cazzo mentre Susy, complice, mi leccava. Come resistere a stimoli tanto piacevoli avanti e dietro? Sborrai in bocca a mia moglie, poco dopo ricevetti gli schizzi di seme in faccia da Mauro a sugellare la gran porcata a tre. Dopo quell'esperienza anche Mauro passò all'altra sponda diventando così il mio amante. Susy comprese bene la situazione, ci lasciò giocare da soli e si andò a cercare qualcuno che se la scopasse. Del resto una così bella prima o poi trova sempre chi le riempie i buchi, no?