venerdì 16 novembre 2018

La cura definitiva

Bentrovati dal vostro amico Enrico. Come descritto in precedenza ebbi il mio splendido ma effimero momento di gloria nel triangolo con moglie e cameriera. Alla fine però mi ritrovai da solo dal momento che la mia "amabile consorte" decise di buttarmi fuori casa dato che ormai se la intendeva con la domestica già da un bel pò di mesi. Andai ad alloggiare in fitto in un'altra città e qui cominciai a meditare su me stesso, sul matrimonio finito, su tutto ciò che era accaduto. Come avevo già deciso in precedenza, mi rivolsi ad uno psicoterapeuta e ci andai a visita per alcuni anni senza risolvere granchè. Ad un certo punto, di mia iniziativa, pensai di effettuare un controllo medico. Infondo da sempre avevo forti dubbi sul mio reale desiderio sessuale, sull'erezione, su tante cose. Fu così che conobbi un giovane dottore moro piuttosto avvenente di nome Giacomo. Ci sedemmo e gli raccontai la mia storia senza omettere alcun dettaglio. Giacomo sospirò, disse che avrebbe dovuto visitarmi per risolvere i miei dubbi. Mi fece spogliare. Con le parti intime scoperte dinanzi a lui provai un notevole imbarazzo. Giacomo sembrava sicuro di sè, mi fece girare. Col guanto affondò il pollice nel mio buco anale chiedendo se mi desse fastidio o se provassi piacere. Risposi di si alla seconda. Di lì a poco, Giacomo iniziò a leccarmi l'ano dolcemente procurandomi innegabili brividi di piacere. Per caso il mio piede sinistro, avvolto dal calzino, urtò contro il suo pacco che sentì incredibilmente duro. Mi resi conto che quella situazione lo eccitava di brutto. Giacomo mi disse chiaramente che, secondo il suo parere, le donne non facevano al caso mio e con decisione, mi piazzò il suo cazzo duro sulle labbra sostenendo che dovevo provare un nuovo "articolo". Un misto di eccitazione, imbarazzo, frenesia, mi travolse. Fui tentato di prendere in bocca quel cazzo e, alla fine, lo presi tra le labbra. Mi sembrava una situazione quasi surreale: inginocchiato a praticare un pompino al dottore. Mai mi sarei sognato di fare questo nella vita ma intanto stava succedendo e mi piaceva anche. Poi fu lui a segarmi e a spompinarmi, voleva conoscere il sapore del mio cazzo. Mi meravigliai che un ragazzo così carino fosse attratto dai maschi ma lui mi spiegò che era ormai stufo delle ragazze, che non lo emozionavano granchè. Arrivammo al momento più caldo e cioè quando Il doc intraprendente me lo mise perentoriamente nel culo alla pecorina. Lo infilò dentro proprio tutto stantuffando il mio buco vergine alla grande. Sentivo un pò di dolore ad essere scopato, ad esser sincero, ma il piacere prese decisamente il sopravvento su tutto. Continuò a castigarmi a missionaria con ardore fino a scaricare il suo seme caldissimo, denso e abbondante tra le mie chiappe ormai ampiamente sfondate. Provai un brivido di assoluto piacere e anche il mio cazzo cominciò a ejaculare all'impazzata. Dopo gli amplessi ci rivestimmo. Lo ringraziai per le belle sensazioni che mi aveva fatto provare e lui rispose con un sorriso e mi baciò dolcemente in bocca. Ci salutammo. Tornai a casa e ripensai all'accaduto. Mi sentì dannatamente sporco ma incredibilmente felice. Lasciai passare alcuni giorni e lo ricontattai dicendogli:"Dottore, vorrei effettuare una seconda visita più accurata". Della visita non mi importava ormai più nulla, volevo semplicemente far sesso con lui. Mi rispose:"Venga pure allo studio e approfondiremo". Mi sentivo ringiovanito di 10 anni. Prima di recarmi da lui tolsi anche la barba e mi profumai a dovere. Una volta al suo studio finimmo subito a 69 come due amanti in calore, io stavo sopra e lui sotto. Fu davvero fantastico succhiarci i cazzi a vicenda. Al culmine di una splendida ed estenuante sbocchinata reciproca gli schizzai in bocca tutta la mia roba calda mentre lui mi fece assaporare appieno la sua. Un bacio carico di sborra sublimò quel fantastico duetto. Ormai mia moglie è un lontano ricordo e Giacomo la mia gioia. Penso proprio che lo ricontatterò molto spesso. FINE DELLA QUARTA PARTE e FINE DELLA STORIA.           

Approccio hot tra paziente e dottore...

lunedì 12 novembre 2018

Lui, lei e la cameriera

Caterina mi fece proprio un bel lavoretto, non c'è che dire. Avevo appena goduto quando sentì il rumore della porta di casa che si apriva. Mia moglie Carla era appena tornata dallo shopping. Non feci in tempo a nasconderle l'accaduto. Stavo col cazzo di fuori e Caterina mezza nuda con la mia sborra che le colava dalla bocca. Carla mi guardò con aria incazzata e sentenziò:"Bravo! Adesso te la fai con la cameriera! Cos'è con lei ti si drizza e con me no?". A quel punto le risposi per le rime:"Magari qualcun'altro già se la faceva da prima con la cameriera...". Carla capì che sapevo non parlò più per alcuni secondi. Poi, rivolgendosi alla Cat, disse:"Caterina per oggi và a casa, io e mio marito dobbiamo parlare". Carla, un pò perplessa, esclamò:...E così ti piace la cameriera". Risposi:"Perchè a te no?". Carla rispose:"Bhè, per forza, senza un vero uomo, qualcosa dovevo pur fare no?". Approfittai del mio momento personale di euforia per proporre:"Bhè, ma adesso sono rinato. Infondo dobbiamo un pò entrambi a lei questo ritrovato entusiasmo. Che ne diresti se lo facessimo in tre?". Carla mi guardò con gli occhi sgranati, poi rispose:"Questa poi! Ma sei proprio un maiale! Hai una bella moglie e non ti eccita, poi ti gasi con la cameriera e ora, udite udite, vuoi fartele tutte e due!". Cercai di stemperare i toni:"Ma vedi cara, alle volte i rapporti hanno bisogno di novità, di una ventata di aria fresca per rigenerarsi, capisci?". Carla mi guardò perplessa:"Certo che hai una bella faccia tosta! E naturalmente dovrei dirlo io a Caterina, immagino". Risposi:"Bhè, visto che siete così intime...". Carla sospirò, poi propose:"E va bene, proviamo così, ma con calma. Lasciamo passare qualche giorno, non vorrei che Caterina si considerasse usata". Passò più di qualche giorno, quasi un mese. Pensavo che ormai mia moglie avesse cambiato idea finchè, una sera, al ritorno dal lavoro, trovai entrambe le fanciulle in atteggiamento inequivocabile, disponibili a giocare, e lì pensai giustamente di aver vinto al lotto. Eh già, perchè questa è una delle fantasie sognate da molti uomini, quella di stare con due donne contemporaneamente. Mia moglie mi mise subito la lingua in bocca e, poco dopo, Caterina fece lo stesso. Poi Caterina ingoiò letteralmente il pene mentre mi baciavo con Carla. Sembrava davvero di stare in paradiso, chiunque avrebbe perso i sensi, ed io non feci certo eccezione. Quelle maiale lavoravano il pisello in tandem a meraviglia regalandomi briose sensazioni di assoluto piacere. Chiavai Caterina con foga, poi fu la volta di igroppare quella porcella di mia moglie mentre l'audace cameriera mi slinguazzava amorevolmente le palle. A furia di colpi di cazzo reiterati nella patata, la bella consorte raggiunse l'orgasmo. Ripresi a fottere Caterina a pecorina mentre mia moglie mi baciava il petto. Ormai incapace di resistere, preso dal godimento sfrenato, schizzai tutto ciò che avevo in corpo nella fregna accogliente della domestica che se ne venne a sua volta raggiungendo l'amplesso da gran troia. Tutto fantastico, direte voi, e invece no! Al momento fu indubbiamente una goduria pazzesca ma la sorpresa amara era dietro l'angolo. Non avevo ancora finito di assaporare del tutto quel divino amplesso quando mia moglie, gelida, sentenziò:"Bene, in realtà volevo farti un regalo ma d'addio! Spero ti sia piaciuto. Questo triangolo non cambia la sostanza delle cose e cioè che da solo con me non ti ecciti granchè e che ormai io e Caterina abbiamo una relazione amorosa saffica stabile da mesi. Inoltre sei poco presente a causa del lavoro, lei invece è una partner ideale, servizievole, sempre disponibile...". Bhè, dal momento che la padrona di casa è lei dovetti fare le valige e andarmene alla svelta. Di lì a breve sarebbe arrivata la richiesta di separazione. Che dire, mi sentì come Pirro, una vittoria bella ma quasi inutile. Pagai quel triangolo a caro prezzo. Sentendomi ferito e sconfitto entrai davvero in depressione e decisi così di contattare uno psicoterapeuta per uscire da quello stato di angoscia e sconforto in cui versavo. FINE TERZA PARTE. 


giovedì 8 novembre 2018

Beccate a lesbicare lo fanno eccitare

Seguito della signora con cameriera. La storia prosegue dal punto di vista di Enrico, il marito di Carla. Salve a tutti, mi chiamo Enrico. Pur avendo una bella moglie non riuscivo a soddisfarla negli ultimi tempi. Preso dallo stress lavorativo, e dalla routine di coppia, non la desideravo più come una volta. Avrei dovuto aspettarmi le corna, dato che lei è davvero sexy, ma non pensavo proprio di riceverle in modo così originale. A casa ci stavo poco ma un giorno rientrai prima da lavoro e ciò che vidi fu davvero sensazionale. Aprì la porta di casa e avvertì un insolito silenzio. Mi incamminai per il corridoio fino a raggiungere la cucina. Già si udivano dei lamenti di piacere da dietro alla porta. La aprì lentamente e sgranai gli occhi quando vidi la nostra cameriera di fiducia, Caterina, avvinghiata a mia moglie! Erano praticamente entrambe nude, a parte i tacchi. Carla stava sopra e Caterina sotto, nella posizione del 69. Caterina leccava la figa di mia moglie con foga e Carla gemeva di piacere. Una miriade di sensazioni attraversarono il mio cervello. E le domande che mi posi furono tante. Da quanto andava avanti questa storia? Mia moglie era lesbica? Fui tentato di intervenire, di far sentire la mia presenza affinchè smettessero. Ma poi la curiosità prevalse su tutto. In silenzio continuai a guardarle finchè Carla arrivò all'orgasmo gemendo come non lo ricordavo più da tempo. Mi ritrovai eccitato, col cazzo dritto. Mentre Carla slinguazzava la figa della cameriera, per farla godere a sua volta, misi una mano nelle mutande e cominciai a menarmelo di brutto. Pian piano anche Caterina se ne venne. Si stavano sbaciucchiando come due tenere amanti dopo aver fatto l'amore, quando il mio cazzo cominciò a schizzare copiosamente all'impazzata. Feci fatica a contenere la voce, sospirando solo intensamente pago dell'amplesso. Mi allontanai silenziosamente e uscì di casa perdendo una mezzoretta per strada in modo che loro due si ricomponessero. Poi ritornai a casa, entrai in cucina e le trovai vestite e sorridenti. Carla mi disse:"Ciao caro, giusto in tempo per la cena". Risposi con voce tremante:"Già...". Durante la cena mia moglie fece finta di interessarsi alla mia giornata lavorativa. In realtà il suo viso sprizzava di gioia dopo aver combinato quel poco con Caterina. La cameriera invece aveva un'atteggiamento più sobrio, mi guardava in modo strano accennando un sorriso quasi a volersi scusare dell'accaduto credendo che io non sapessi nulla. Lasciai passare alcuni giorni, intanto la scena che avevo visto, degna di un porno lesbo d'elite (del resto sono entrambe belle donne) continuava a riproporsi nel mio cervello. Nei giorni seguenti feci attenzione a tornare a casa il più tardi possibile per non trovarle durante i loro giochetti. Mi erano piaciute ma non volevo rivederle così ancora. Un pò mi bruciavano le corna di mia moglie, seppur realizzate con una donna. Ma con Carla non avevo il coraggio di parlare e così aspettai il momento opportuno per farlo con Caterina. Quel giorno mia moglie era uscita a comprarsi dei vestiti e a casa c'eravamo solo io e Caterina che stava pulendo. La pregai di interrompere i servizi domestici, la feci sedere vicino a me sul divano e le parlai. Le dissi:"Caterina, io non me la sento troppo di parlare con mia moglie per cui vorrei farlo con te". Caterina fu gentile, rispose:"Certo signor Enrico, non si preoccupi, mi dica...". Proseguì:"Ecco, vedi, io e Carla ultimamente non facciamo granchè a letto. Lei è una bella donna ma io proprio non ci riesco. Non sò se sia per via dello stress, della routine di coppia...". Caterina rispose:"Sono cose che possono succedere, non si preoccupi, magari poi le cose andranno meglio...". Continuai:"Vedi Caterina, il fatto è che io credevo di non provare più l'eccitazione ma... la verità è che... quando ho visto voi due, perchè sò quello che fate, mi si è indurito il pisello di brutto...". Caterina arrossì tremendamente, poi disse:"Oh cavolo! Ma allora ci ha scoperte!". La cameriera tentò di giustificarsi:"Comunque sig. Enrico per la verità è stata sua moglie a cominciare e, se proprio vuole saperla tutta, mi ha dato l'out-out: o ci stavo o mi licenziava! Che potevo fare?". Restai preplesso, poi risposi:"Ah cavolo! Chi se l'aspettava da Carla, ma comunque infondo me lo merito. Se una donna del genere non la scopi regolarmente, và a finire che i pericoli sono dietro l'angolo". Poi guardai fisso in viso Caterina e le dissi:"Comunque mi fa piacere che ti prendi cura di lei, sembra che tu la faccia felice. Ma ora che ne diresti di dare un pizzico di felicità anche a me, al tuo amato padrone... o non ti piacciono più gli uomini?". Caterina rimase un pò imbarazzata ma io la misi di fronte al fatto compiuto e tirai fuori il cazzo, poi le spiegai:"Sai, sono curioso se è piu dolce la bocca di mia moglie, che non sento ormai da tempo sulla cappella, o la tua...". Caterina capì dove volevo arrivare, mi sorrise con uno sguardo da troia, poi si chinò e me lo cominciò a leccare divinamente. Poco dopo me lo prese splendidamente in bocca. Mi sentivo di nuovo vivo ed eccitatissimo. Caterina mi propinò un favoloso e prolungato bocchino. Godetti notevolmente e le scaricai in bocca un torrente di sperma. FINE SECODNA PARTE.              

Enrico vede le donne di casa all'opera e in lui si riaccende il desiderio che da tempo mancava...




martedì 6 novembre 2018

Cameriera e signora in duetto lesbo

Il mio nome è Caterina. Lavoro da alcuni anni come cameriera presso l'abitazione di una giovane coppia facoltosa. Lui, il signor Enrico, non c'è quasi mai, dato che è molto occupato con il lavoro. La moglie, la signora Carla, è una bella donna molto affascinante un pò snob, con la puzza sotto il naso. In realtà mi sono sempre trovata bene in quella casa, inoltre la paga è ottima. Inizialmente non avevo grande confidenza con la sig.ra Carla dato che lei impiegava la maggior parte del tempo a giocare a carte con le sue altolocate e, oserei dire, antipatiche, amiche oppure facendo shopping. Quando c'erano le amiche io servivo da bere a tutte, altrimenti restavo da sola a casa. Fu proprio restando da sola che un giorno resi più sexy la mia immagine di cameriera indossando calze e reggicalze. Lo feci, autoriprendendomi col cellulare, per poi mostrarlo al mio ragazzo che, come la maggior parte degli uomini, ama certi completini. Combinazione volle che, un giorno, miss Carla rientrò nettamente in anticipo dallo shopping esclamando il classico:"Dannazione! Proprio oggi doveva star chiusa la boutique!" e mi trovò conciata da camerierina sexy. Restò sorpresa. Le spiegai:"Signora mi scusi, è un outfit per il mio ragazzo". Lei sorrise e disse:"Stai bene così, Caterina, se vuoi puoi restarci. Una nota di sensualità in casa non è sgradita, e poi il tuo ragazzo sarà felice di ammirarti in varie pose". Maliziosamente aggiunse:"Se vuoi, posso scattarti anch'io qualche foto". Quella frase mi imbarazzò moltissimo e dissi subito di no ma lei, con sottile dolcezza insistette in un modo tale che mi fu difficile dire di no. I giorni seguenti, vestita in quel modo, sopra il letto, mi fece fare delle pose sexy, alcune decisamente sconce, tipo a pecorina etc... Le mostrai al mio ragazzo che ovviamente ne fu entusiasta. Naturalmente spiegai di averle realizzate da sola con l'aiuto dell'autoscatto. In seguito ringraziai Carla raccontandole dei commenti positivi ricevuti dal mio boyfriend. Il tempo passò e la confidenza tra me e lei aumentò sempre più. Carla arrivò a confidarsi sostenendo che a volte si stufava delle amiche. Ad un certo punto ridusse sia le partite a carte, sia le uscite per shopping. Avevo la chiara e netta sensazione che volesse restare più tempo in mia compagnia. Poi, una mattina, all'improvviso, accadde tutto. Stavo pulendo con l'aspirapolvere ed ero vestita nel solito modo che ho descritto prima. Lei mi si avvicinò, indossava un vestitino bianco. Si lamentò del rumore ed io mi infastidì convinta che avesse intenzione di scatenare una polemica, ma mi sbagliavo. Mi sorprese da dietro appoggiando le sue mani sul mio seno da sopra al vestito e disse che non dovevo più pulire ma che piuttosto avremmo fatto un gioco insieme. Francamente caddi dalle nuvole. Ma lei cominciò a chiarire la situazione piazzandomi spudoratamente la lingua in bocca. Non me l'aspettavo proprio quel bacio così passionale ed improvviso. Notai la sua eccitazione ancor di più quando mi leccò i capezzoli. Cominciai a capire di più quando mi parlò del suo rapporto di coppia in crisi. In pratica lui, preso dallo stress lavorativo e dalla routine, non si eccitava più e dunque, da tempo, non scopavano più. Ma ciò non chiariva tutto dal momento che lei, così bella, avrebbe potuto trovare vari altri uomini per soddisfarsi. E invece no! Alla fine disse che secondo lei, bene o male, gli uomini sono tutti stronzi e che aveva pensato a me per il sesso, che io, in qualche modo, l'avevo ispirata. In sostanza si trattava di una proposta indecente alla quale stavo per tirarmi indietro ma lei, furba, aveva il suo asso nella manica. Velatamente, anzi nemmeno tanto, mi ricattò sul lavoro. Potevo dire di no, è vero, ma lo avrei inevitabilmente perso. E allora che fare? Scegliere l'opzione più facile, cedere, starci. Mi ritrovai a leccarle la figa. Non solo per me, ma anche per lei era la prima volta con una donna. Poi fu lei a farmi divaricare le cosce e a slinguazzarmi il clitoride. Quel torbido gioco si stava facendo molto interessante ed eccitante. Ci baciammo. Lei voleva proseguire ma voleva allo stesso tempo capire se io ci fossi stata solo per il lavoro o meno. In realtà mi aveva eccitata ed ammisi palesemente che non ci stavo solo per il lavoro accendendo così la gioia nel suo sguardo. Ci leccammo a turno le tette. Poi mi fece stendere sul letto, si mise sopra di me con la fica all'altezza della bocca in modo tale che io potessi leccargliela. La signora pretendeva un lavoro accurato ed io, nell'eccitazione, mi dedicai totalmente alla sua calda e sugosa vagina. Poi, messa a pecora, ricevetti le sue calde e focose slinguazzate che mi fecero letteralmente trasalire di piacere. Poi mi afferrò per il tacco sinistro in modo che il mio corpo indietreggiasse quel tanto affinchè andassimo magicamente nella posizione mitica del 69. Le leccai la fica mentre lei leccava la mia aiutandosi anche magistralmente con le dita. Ad un certo punto, in preda all'imminente orgasmo, inarcai la schiena all'indietro e lasciai che lei mi slinguazzasse perbene all'impazzata dandomi il "colpo di grazia". Mi sbrodolai di piacere allagandole la bocca di liquido figale che lei bevve fino all'ultima goccia. Intanto la sgrillettai freneticamente con le dita della mano sinistra fino a sentirla venire a sua volta. Sospirò in modo profondo mentre le mie dita si inzuppavano del suo liquido caldo e copioso. Fu questa la nostra prima meravigliosa lesbicata. Ero appagata ma un pò sconvolta di ciò che avevo fatto con lei. Non dissi nulla al mio ragazzo e, a casa di Carla, io e lei non parlammo per diversi giorni della cosa. Finchè il desiderio tornò a impossessarsi prepotentemente di lei che coinvolse nuovamente me con la complicità del solito lettone. Pian piano quelle leccate di fica cominciarono a diventare una droga irrinunciabile. Tuttavia avevo decisamente paura che il marito di Carla prima o poi ci scoprisse. Ma il seguito di questa storia ve lo racconterò un'altra volta. FINE PRIMA PARTE.