martedì 5 marzo 2024

Le corna costano caro

Mi chiamo Erica. Un matrimonio d'interesse presenta, indubbiamente, i suoi lati positivi ma anche risvolti negativi. Se da un lato potevo contare su una vita agiata, dall'altro, quello umano, non ero per nulla soddisfatta. Ennio, il mio ex marito, era il classico padre padrone. Lui poteva divertirsi in ufficio con le donnine ed io invece dovevo stare a casa a fare la schiavetta fedele e ubbidiente. Naturalmente, essendo una donna attraente, mi guardai intorno e trovai interessante un ragazzo biondino di nome Marco. Lo conobbi per caso, all'uscita dal supermercato. Gentilmente, si offrì di aiutarmi con le borse della spesa. Inutile dire che poi, pian piano, venne a trovarmi a casa. Approfittò dell'assenza di mio marito per trascorrere con la sottoscritta molto tempo. Mi sentì di nuovo una giovincella. La mattina, appena Ennio andava via, arrivava Marco e facevamo colazione insieme. Dopodichè cominciavamo a scopare all'impazzata. Naturalmente rimaneva anche a pranzo e poi, giù di nuovo a fottere fino al tardo pomeriggio. La sera doveva andarsene, ovviamente, prima che mio marito rientrasse. Per molti mesi mi andò bene quella situazione, dopodichè cominciò a subentrare l'ansia. Avevo paura che mio marito mi beccasse e mi sbattesse fuori casa con un calcio in culo. Cercai in tutti i modi di allontanare Marco. Infondo poteva stare con una ragazza, non con una più grande, impegnata e con problemi. Quando gli spiegai, con decisione, che doveva sparire, mi chiese un ultimo pompino. Gli succhiai il cazzo e mi sborrò tutto in bocca. Dopodichè affermai che si trattava dell'ultima volta. Passarono dei giorni. Poi, però, Marco ricomparve all'improvviso, come un fanatsma. Come era entrato in casa? Semplice, aveva fatto una copia delle chiavi. Non voleva sentire ragioni, non accettava l'idea di essere mollato. Prese una bottiglia e cominciò ad ubriacarsi. Disse che non lo amavo. A quel punto mi fece tenerezza e cominciai a succhiarglielo. Lui, per pronta risposta, mi tolse le mutandine e mi elccò avidamente la figa. Stavamo pressochè nella posizione del 69, sopra il divano. La lingua saettava calda ed appagante sul clitoride. Confesso che persi proprio i sensi e mi lasciai andare. Lo sbocchinai sperando che dopo se ne andasse davvero. Ma lui, anzichè lasciarmi continuare, e accontentarsi del rapporto orale, mi afferrò per i fianchi. Incredibilmente, mi ritrovai sopra di lui, a candela, col cazzo nella figa. Mi voleva scopare il porcellino! Non ero convinta ma si sa come vanno queste cose, il piacere finisce per predominare! Mi ritrovai a cavalcioni sopra di lui e presi beatamente il cazzo nella passera. Poi mi scopò a missionaria. Voleva che ammettessi di essere sua ed io gli diedi soddisfazione: affermai di essere la sua donna e mi lasciai trombare fino in fondo, fino all'orgasmo. Marco mi sborrò a fiume in faccia e sui seni: un autentico lago di sperma! Fu l'ultimo momento felice perchè, pochi istanti dopo, arrivò all'improvviso quel guastafeste di mio marito che ironizzò sulla vicenda. Di lì a poco, mi avrebbe tolto tutto. Finì per strada e Marco, uno spiantato, non poteva certo aiutarmi. Dovetti tornare in ginocchio da Ennio supplicandolo di riprendermi almeno come cameriera. Lo fece, ma pretese, in cambio, che diventassi la puttana dei suoi amici vecchi e brutti, quando venivano a trovarlo casa. Da signora altolocata con l'amante giovane a prostituta per anziani è un attimo: che tonfo! Come dire, dalle Stelle alle Stalle!

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