venerdì 30 aprile 2021

Le figlie dei maturi

Un saluto dalla vostra Eleonora. Vi ho appena raccontato che mio padre Vittorio ha cominciato ad andare a letto con il suo migliore amico di nome Giacomo. Ritrovatisi entrambi vedovi sono passati gradualmente dalla complicità della passione comune per il calcio in tv a quella erotico sessuale. Vi ho anche spiegato che piazzo sempre videocamere nascoste in casa e, ovviamente, anche in quella del mio genitore. Per questo motivo entrai facilmente in possesso del video che "immortalava" i due uomini durante l'atto sessuale. Non vi ho ancora rivelato i miei gusti sessuali: ebbene non sono etero! Mi piacciono anche le donne e, finora, ho avuto già alcune esperienze in tal senso. Manuela, la figlia di Giacomo, è proprio una bella moretta sexy. Devo ammettere che mi ha sempre intrigata però, conoscendo bene i suoi gusti da etero convinta sciupauomini, non avevo mai provato con lei un approccio diretto. Tuttavia, il possesso di quel materiale video, mi diede l'idea e la spinta per portare avanti un tentativo di seduzione. Vittorio e Giacomo ormai stavano quasi sempre a casa mia per cui pensai di avere campo libero andando a trovare Manuela a casa sua. Non si aspettava quella visita improvvisa. La trovai vestita in modo sexy: indossava un vestito rosso molto seducente, calze nere con tanto di reggicalze e delle belle scarpe con i tacchi, anch'esse di colore nero. Davanti allo specchio si ammirava. Voleva capire se quel look era giusto per il suo appuntamento della sera con un ragazzo. Parlammo del più e del meno. Aspettai qualche minuto prima di rivelare il vero motivo di quella visita a sorpresa. Poi iniziai a spiegarle che suo padre ed il mio, da migliori amici atavici, si erano trasformati in bollenti amanti ed io avevo assistito alla loro intensa "prima volta". Ovviamente Manuela non mi credette affatto, sostenendo con fermezza la natura eterosessuale di Giacomo. Ma io le mostrai le prove video e, a quel punto, lei dovette convenire che avevo ragione ed arrendersi all'evidenza dei fatti. Ricordo ancora l'espressione, un misto tra scandalo e e stupore, che si dipinse perentoria sul suo volto. Non si aspettava certo una svolta di quel tipo. Rimase in uno stato di tensione per diversi minuti chiedendomi cosa provavo e come facessi ad accettare una situazione del genere. Le spiegai che anch'io avevo avuto difficoltà al primo impatto ma che, in seguito, me ne ero fatta una ragione trovando quel flirt addirittura piacevole. Dopodichè fui pronta a sedurre la bella Manuela stimolandola con la seguente scusa: se io e lei avessimo provato ad approcciare intimamente, avremmo potuto compenetrarci meglio nella situazione e magari comprendere le scelte, più o meno discutibili, dei nostri genitori. Ciò sembrò convincere Manuela a cedere. Detto questo, le accarezzai lentamente la gamba cercando contemporaneamente un contatto tra la mia bocca e la sua. Le nostre labbra si sfiorarono e a quel punto spinsi la lingua dentro la sua bocca. Manuela ci stette e ci baciammo con passione. Quella "limonata" la sciolse. Ne approfittai subito per togliere i vestiti. Manuela, incuriosita e accaldata, accarezzò il mio seno e si concentrò con la lingua sui capezzoli che divennero durissimi per l'eccitazione. Manuela a quel punto si spogliò. Indicai alla moretta di stendersi, poi mi piazzai sopra di lei con la figa umida e vogliosa all'altezza della sua bocca per essere leccata. Manuela, neofita del genere, ma mossa dall'eccitazione profonda, leccò con gusto e a lungo la passera portandomi soavemente all'orgasmo. La sua bocca si riempì magicamente del mio liquido intimo, frutto dell'intensa venuta. Provai una sensazione di piacere inebriante ma... non bastava di certo! Volevo assaggiare anch'io la sua fregna. Manuela, ansiosa di essere ricambiata, si stese sul letto e spalancò le gambe. Non aspettavo altro che quel momento per fiondarmi con la lingua sulla sua passera ormai bagnata. Mentre leccavo mi disse che, fino a quel momento, aveva preso solo cazzi. Continuai a leccare ma feci in modo di non condurla subito all'orgasmo. Volevo farmela perbene fino in fondo. E così mi misi sopra di lei ponendo il sesso contro il suo nella nota posizione della forbice, classico modo di scopare tra donne. In quel frangente sentì di avere davvero il controllo della situazione. Stavo sopra di lei, in posizione dominante. Non avrebbe potuto opporsi in nessun caso. In quel momento provai enorme gusto e soddisfazione a raccontarle finalmente tutta la verità. Non avevo affatto mentito sull'intesa sessuale creatasi tra Vittorio e Giacomo. Soltanto che questa vicenda mi era servita per rendere Manuela più disponibile all'intimità. Inoltre le rivelai di essere bisex e che lei non era certo la prima ragazza con cui stavo. Durante queste affermazioni, strofinavo con foga la figa contro la sua provocando piacere per entrambe. La moretta si sentì presa in giro, ovviamente, e mi diede logicamente della troia ma godeva ugualmente. Accelerai sempre più la strofinata finchè lei giunse, tra il godimento e la rabbia per esser stata ingannata, all'orgasmo profondo che visse intensamente urlando come una pazza. Ne fui lieta. Le concessi giusto un minuto per rifiatare. Impaziente di venire a mia volta, continuai a strofinare la sua fica sbrodolata contro la mia. Dapprima feci movimenti dolci e lenti affinchè il suo desiderio si risvegliasse pian piano. Poi, quando mi resi conto che si stava lasciando coinvolgere nuovamente, aumentai il ritmo della strofinata e intanto le accarezzavo le tette. Sentì che la brunetta stava per esplodere un'altra volta. E così esternai le mie emozioni dicendole che con le etero, o presunte etero, godo particolarmente. Manuela se ne venne dandomi della porca. A quel punto la strofinai a ritmo infernale per una trentina di secondi e, finalmente, raggiunsi anch'io il tanto agognato amplesso. Dopo di ciò eravamo entrambe appagate. Manuela ammise che quella lesbicata le era piaciuta parecchio anche se mi diede dell'opportunista. La moretta mi intrigava, ancor di più dopo averla scopata, e non mi andava affatto che la sera uscisse con quel ragazzo. Le spiegai che non avevo tanta voglia di tornare a casa dove probabilmente avrei trovato i nostri padri a letto insieme. Avevo molte ore per convincerla a rinunciare a quell'uscita. Mi disse: "E' stato bello ma questa situazione non era prevista... credo di essere ancora etero! Ascolta, vado a fare una doccia, tu aspettami in cucina. Dopo prendiamo un caffè e ci salutiamo, va bene?". Non avrei mai rinunciato a lei. Aspettai che si avviasse verso il bagno. Quando sentì il rumore dell'acqua che scorreva, mi avvicinai alla toilette senza far rumore. Presi il sapone ed entrai nella doccia. La sua faccia assunse una strana espressione, poi disse: "Cosa diavolo ci fai qui?", risposi: "Bhè, lascia che almeno ti aiuti ad insaponarti..." e le passai il sapone sul collo, sulle tette, sulle gambe, sul sedere, un pò dappertutto. Quando l'acqua calda lavò via il sapone dal suo corpo, le succhiai le tette, poi mi inginocchiai, le sollevai una gamba e cominciai a leccarle la figa. Manuela non oppose resistenza. La leccai di brutto portandola all'ennesimo orgasmo della giornata. Sorrise compiaciuta e disse: "Diamine! Sei proprio un'assatanata! Quale ragazzo potrebbe soddisfarmi così?". E così capì di aver vinto.

lesbiche

L'amore tra vedovi maturi

Mi chiamo Eleonora. Vittorio è mio padre. Lui e mia madre Marina sono stati felicemente sposati per più di 40 anni. Ma nulla dura in eterno, si sà: Marina, un brutto giorno, fu colta all'improvviso da infarto fulminante e decedette. Per Vittorio fu un durissimo colpo dal quale non riusciva proprio a riprendersi. Alle volte, però, la vita toglie qualcosa e ne offre un'altra: la depressione di mio padre fu addolcita dalla presenza del suo caro amico Giacomo. Si erano conosciuti nell'ambiente di lavoro ed erano rimasti in contatto anche dopo il pensionamento. Combinazione volle che anche Giacomo perse la moglie. Soltanto che l'amico di mio padre cercò di darsi da fare con altre donne. Ma, a quanto pare, le sue furono solo avventurette di una notte senza un reale coinvolgimento. Fatto sta che i due coetanei si ritrovarono spesso per guardare le partite di calcio in tv oppure per andare a cena fuori insieme. Questo legame, apparentemente solo amichevole, col tempo cominciò a diventare un tantino morboso, soprattutto da parte del mio genitore. E' vero che la solitudine è una brutta bestia e può portare angoscia e depressione profonda ma è altrettanto vero che non ci si dovrebbe attaccare alla prima occasione che capita, qualsiasi essa sia, pur di uscirne. A dirla tutta, pensavo che Vittorio fosse etero, che gli piacessero soltanto le donne ma, dal modo in cui guardava Giacomo, mi resi conto che stava mostrando un lato e una natura mai venuta fuori quando Marina era in vita. La reale svolta, nel loro rapporto, avvenne a casa nostra durante un caldo pomeriggio primaverile. Vittorio aveva convinto Giacomo a seguirlo in camera da letto. La stanza è adiacente alla mia per cui, poggiando l'orecchio al muro, piuttosto sottile, potevo sentire tutto ciò che si dicevano. Compresi perfettamente che si erano spogliati nudi e così, inizialmente, decisi di spiare dal buco della serratura. Giacomo era steso sul letto, Vittorio lo abbracciava. Poi mio padre gli saltò letteralmente addosso e lo baciò. Trovai conferma a tutte le mie supposizioni, sapevo che, prima o poi, sarebbe andata a finire così. Mio padre, decisamente voglioso, cominciò a propinare con gusto un pompino all'amico del cuore. Giacomo se ne stava steso e si godeva il piacere che gli procurava mio padre con la bocca. Poi le posizioni si invertirono, fu Giacomo a mettersi sopra Vittorio. Lo baciò, per prima cosa, poi gli succhiò sensualmente i capezzoli ed infine gli imboccò il cazzo. Disponendo delle seconde chiavi, aprì lentamente la porta e mi presentai davanti a loro solo con le mutande. Mi colpì la smorfia di piacere che provò mio padre quando Giacomo, con impeto, arrivò a mandar giù nella gola tutto il cazzo del mio genitore al punto da toccare i testicoli con le labbra. Ammetto che, a quel punto, mi scese una bella colata di liquido dalla fica. Mio padre voleva che comprendessi le sue scelte: non avrebbe mai rinunciato a quell'amico di cui era così invaghito. Non trovai così difficile accettarle: un relax a pompini tra uomini ci può anche stare, è comunque più bello di smanettarselo in solitaria. Ma mi resi ben presto conto che i due volevano spingersi ben oltre. Espressi il mio parere contrario ad un eventuale rapporto completo. Addirittura mi proposi in prima persona in modo che Giacomo potesse sfogarsi con me. Calai anche le mutande, mostrando che facevo sul serio. In tal modo avrei evitato che mio padre venisse penetrato. Ma Vittorio era deciso a provare l'esperienza fino in fondo. Mi disse che era una situazione tra uomini, che io non potevo entrarci e che avrei dovuto accettarla. Cercai anche di far leva su Giacomo, dicendogli che avrebbe dovuto parlare con sua figlia Manuela di tale situazione. Ma sembrava che ormai non ci fosse più nulla che li trattenesse: Vittorio voleva prenderlo nel culo e Giacomo desiderava infilarlo. L'amico di mio padre si premunì di leccare l'ano di Vittorio prima di infilzarlo con il suo cazzone duro. Nulla poteva impedire ai due uomini di avere un rapporto intimo completo. Resami conto che la figa non rappresentava certo la loro priorità, tirai su le mutandine e iniziai a mettere la gonna. Stavo per andar via e lasciarli da soli quando sentì gridare mio padre: l'amico gli stava rompendo il culo di santa ragione. Vittorio fece alcune smorfie di sofferenza, evidentemente il cazzone dell'amico lo stava letteralmente spandando. Poi il suo volto divenne disteso e mi resi conto che il piacere dell'inculata stava decisamente prendendo il sopravvento sul dolore. Giacomo si fece mio padre a pecorina. Onestamente mi faceva un pò schifo, specie in principio, ma a mio padre piaceva così tanto che provai a scorgere il bello in quell'atto insano di accoppiamento selvaggio al maschile. Giacomo era un vero e proprio stallone e castigò Vittorio a lungo finchè quest'ultimo, preso dall'amplesso profondo, schizzò sul letto senza nemmeno toccarsi un pò. Dall'altra parte, Giacomo, osservando l'amico godere, aumentò il ritmo dei colpi desideroso di raggiungere a sua volta l'orgasmo. L'amico di mio padre cominciò ad ansimare forte scaricando poco dopo il suo liquido caldo e abbondante nel culo ormai rotto di Vittorio. Il seme scese dal buco di mio padre e gli colò lungo i testicoli. Dopo avere visto quei due accoppiarsi con tale coinvolgimento, cominciai ad essere meno prevenuta e scettica riguardo ai rapporti intimi tra uomini e giunsi alla conclusione che, infondo, possono essere particolarmente piacevoli. Solitamente lascio sempre videocamere nascoste in camera di mio padre per cui filmai quell'incontro. Ciò mi portò ad un'idea: cosa avrebbe pensato Manuela, la figlia di Giacomo, di quel video? E' una ragazza davvero carina. In fin dei conti, se mio padre e Giacomo sono arrivati ad essere "amici molto speciali" anche io e lei potremmo diventarlo, non credete?

amore maturo

martedì 27 aprile 2021

La proposta indecente della suocera arzilla

Il mio nome è Teresa, ho 38 anni. Sono sposata con Simone, un uomo più giovane di me di 10 anni, di professione operaio. Lui, piuttosto preso da me, insistette molto affinchè ci sposassimo ma sua madre Silvana, una signora sotto la settantina, non fu mai d'accordo su questa scelta. In realtà non aveva poi tutti i torti dato che sono una donna monella ed esigente sessualmente e Simone, effettivamente, non riusciva a reggere il confronto. Nel giro di un annetto e mezzo, il matrimonio entrò in crisi profonda. Passata l'euforia, tipica degli inizi di un legame, Simone si rese conto di non poter tenere il mio passo. Quando uscivamo, essendo una donna sexy, ricevevo gli sguardi interessati di molti uomini, specie quelli maturi, che adoro particolarmente e, puntualmente, ricambiavo con invoglianti sorrisi da troia, tipici del mio modo di essere. Simone non riusciva più a gestirmi. Iniziai a fottere occasionalmente al di fuori del matrimonio ogni volta che trovavo la situazione che mi ispirava. Alla fine, ciliegina sulla torta, trovai pure l'amante, un tizio affascinante e dotato, dal capello brizzolato, di nome Leo. Per diversi mesi filò tutto liscio, nel senso che nessuno sapeva di questa tresca. Poi, la prima a scoprirla fu Silvana, mentre suo figlio nutriva soltanto dei sospetti inizialmente. E qui venne il bello! Mi aspettavo che la suocera andasse a raccontare tutto a Simone ma in realtà accadde ben altro. Come spesso accade tra suocera e nuora, i rapporti sono decisamente conflittuali. Non si può certo dire che fossimo diventate mai davvero amiche. Lei aveva capito meglio del figlio che gran troia fossi e quanto fossi sbagliata per Simone ma taceva per non alimentare polemiche ed è per questo che io, infondo, l'ho sempre stimata. Silvana da giovane era stata peggio di me e quindi c'era da aspettarsi una richiesta osè da parte di quella donna: era intenzionata a conoscere Leo a tutti i costi e non certo per offrirgli solo il caffè. Ormai in astinenza da un bel pò di tempo, l'arzilla anziana, si poneva come obiettivo quello di farsi scopare da quello gnocco dotato del mio amante! Inoltre non avrebbe disdegnato di giocare anche con me coinvolgendo entrambi in un triangolo dai caldi sapori bisex. Preoccupata che Donna Silvana spifferasse tutto al figlio, decisi di accettare quella torbida proposta pur non essendo mai stata con una donna e tantomeno di quella età. Per l'occasione avevo messo i tacchi e le calze a rete nere. Silvana, dal canto suo, non mancava di fascino: aveva anche lei i tacchi e indossava un bel paio di calze autoreggenti nere. Al principio Silvana fu solo spettatrice, osservò me e Leo limonare teneramente sul divano. Poi si avvicinò a noi: mentre spompinavo Leo, Silvana scoprì le tette in modo che lui le potesse accarezzare. Credevo che a Leo facesse un pò schifo una signora di una certa età e forse anche lui era prevenuto, all'inizio. Invece gli bastò palparle le tette per cominciare ad accendersi. Silvana, senza esitazioni, si mise a sbocchinare Leo di gran gusto. Il mio amante gradì parecchio quelle attenzioni orali e il cazzo divenne sempre più duro. Silvana tolse le mutandine e allargò le gambe. Leo leccò mia suocera tra le cosce gradendo particolarmente il gusto della fica stagionata. Presa dall'euforia volli assaggiarla anch'io. Mai mi sarei sognata di leccare la patata di Silvana. I freni inibitori erano ormai saltati del tutto. Mia suocera succhiò ancora il cazzo a Leo mentre io gli leccai l'ano. Leo si eccitò parecchio. Ed andò in estasi ancora di più quando io e lei gli "coccolammo" contemporaneamente la cappella picchiettando con le nostre lingue vogliose. Colta da un insano impulso di troiaggine acuta, afferrai il cazzo di Leo e lo piazzai nella bocca della mia "amabile rivale", se così possiamo dire. A Leo piacque tantissimo quel pregevole lavoro orale condotto da una donna particolarmente esperta (ne aveva visti di uccelli in vita sua!). Leo non stava più nella pelle: chiavò con foga Silvana a missionaria, intanto lei mi leccava la figa. Leo sfilò il tarello dalla fregna stagionata e lo infilò nella mia nella posizione della pecorina. Leccai la fica della suocera mentre prendevo il cazzo dell'amante. Poi Leo si mise a scopare lei a pecorina. Io messa sotto, mi alternai a leccare i testicoli di lui e la fica di lei. Silvana, scopata e leccata, raggiunse uno splendido orgasmo profondo ed io mi inebriai dei suoi liquidi maturi. Leo, non sazio di godimento, penetrò me di fianco fino a procurarmi l'orgasmo che giunse sublime e profondo. Intanto Silvana gli leccava con cura i testicoli. In preda all'amplesso irrefrenabile, Leo finalmente esplose schizzando la calda crema densa e copiosa nelle nostre bocche assetate. Pensavo fosse finita lì ma quel porcellone di Leo aveva in serbo per noi un ricco dessert a base di pipì. Gasato a mille iniziò ad urinare all'impazzata: il getto mi sfiorò le labbra andando a concludere magicamente la sua corsa sulle tettone della suocera. Leo fu finalmente pago dopo averci annegato di piscio bollente. Credo che questa fu l'esperienza più eccitante della mia vita e mi permise, in qualche modo, di sanare anni di tensioni con la suocera. E Simone? Bhè, Silvana, donna di parola, non aprì mai bocca con il figlio riguardo ai miei tradimenti ma lui, alla fine, scoprì lo stesso che avevo l'amante. In quel periodo Simone entrò molto in confidenza con un suo collega di lavoro di nome Thomas, un tipo abbastanza figo che conoscevo solo di vista. Due operai, amici comuni miei e di Simone, misero in giro una certa voce. Quale? Che mio marito e Thomas se la intendevano. Non ho mai avuto la certezza riguardo a tale situazione, ma queste stesse persone giurano che Simone scopa regolarmente con Thomas.                                    

suocera nuora e amante nuora

venerdì 23 aprile 2021

Medico corrotto dalla rappresentante farmaceutica

Sono una rappresentante di prodotti farmaceutici, il mio nome è Melissa. In tutti i settori esiste la concorrenza ed il mio, ovviamente, non fa eccezione. Bisogna sempre cercare di stare un passo avanti rispetto agli altri ed è per questo che io ho un'arma segreta che utilizzo sempre, ovvero il sesso. Sono una bella ragazza e questo mi permette di intrigare e influenzare le persone che contano nell'acquisto del medicinale, ossia i dirigenti. Ho sedotto tanti uomini, tra questi ricordo con piacere il dr. Davide Brunetti, un pezzo grosso nell'ambiente. Oltre ad essere un medico, Brunetti ha un incarico dirigenziale di alto livello che gli consente, senza ombra di dubbio, di mettere sempre l'ultima parola per quanto riguarda le decisioni importanti e quindi anche per le modalità e le quantità inerenti l'approvvigionamento dei farmaci di varie strutture cliniche e ospedaliere. Molti rappresentanti gli ronzavano attorno in modo insistente per convincerlo ad effettuare ordini consistenti di prodotti. Ma io sono una bella figa e dunque ho un'arma in più. Contattai il suo ufficio e la sua segretaria mi fissò un appuntamento. Ci voleva un look aggressivo per partire con il piede giusto e così mi presentai con un vestitino rosso scuro che era tutto un programma: più corto di una minigonna e lasciava scoperte le gambe al punto che si potevano scorgere perfino le balze delle autoreggenti. Un look da zoccola in piena regola che aumentava al massimo le chance di convincerlo ad ordinare grosse quantità di farmaci all'azienda presso cui lavoro. Entrai nel suo ufficio. Dopo pochi minuti di conversazione, feci intendere al dottore che gliel'avrei data se avesse richiesto un quantitativo elevato di prodotti. Brunetti faceva il prezioso, diceva di non poter acquistare tutti gli stock da me, che c'erano anche proposte di altre case farmaceutiche. Intanto ci baciammo e le sue dita si spinsero subito sopra le mie mutandine. Me le tolse in un baleno! Poi si mise a leccarmi l'ano con foga. Dopodichè fu pronto a spingere il suo cazzone duro dentro la passera. Mi piegai sulla scrivania ricevendo quell'uccello duro e voglioso nella figa in posizione pecorina. Davide era un osso duro, sembrava non esser disposto a cedere a compromessi. Ma una favolosa succhiata di testicoli, da parte della sottoscritta, cominciò a far vacillare decisamente le sue convinzioni. Ero di nuovo pronta, calda e bagnata per farmi sbattere sulla medesima scrivania, stavolta a missionaria però. Spalancai le gambe e lasciai che il grosso uccello del dirigente facesse il suo dovere. Poi passammo alla poizione a candela, prima seno contro il suo petto e poi al contrario, per intenderci. In questo frangente tornai alla carica: sarei venuta a trovarlo spesso e gliel'avrei data ancora e ancora, qualora lui avesse autorizzato il suddetto ordine di medicinale. A furia di prenderlo, e con le sue mani che mi sditalinavano da dietro, raggiunsi un bell'orgasmo profondo. Il dottore, al culmine del piacere, sfilò il cazzo dalla figa. Mi girai di scatto pronta a usare le mani: poche rapide smanettate e il suo uccello eiaculò a fiume scorrendo in parte dentro la mia bocca ed il resto giù per il collo, fino a colare e inondare le tette. Brunetti a quel punto, pur di rivedermi e riprovare certe sensazioni, cedette alla richiesta dell'ordine. Inzuppata di sborra, sorrisi compiaciuta per il magnifico risultato raggiunto. Che dire: gli uomini mi scopano, è vero, e dunque mi ottengono fisicamente... ma io me li faccio doppiamente, fisicamente e pure mentalmente eheh.                 

figa

martedì 20 aprile 2021

Inculato dal fratello di mia moglie

Mi chiamo Paolo. Con un velo di tristezza vi racconto la mia storia. Sono sposato con Federica da più di tre anni. Mia moglie ha un fratello di nome Corrado. Questa persona mi ha sempre incuriosito. Corrado è davvero un bell'uomo. Dicevo sempre a Federica: "Tuo fratello è un figo, sarà pieno di ragazze" ma lei, non tropo convinta, rispondeva puntualmente: "Mah! Chissà! E' fissato con la palestra ed esce spesso con gli amici". Diciamo che io e Corrado abbiamo alcune passioni in comune: i videogiochi, la palestra, lo sport in generale. Federica è un'infermiera, spesso è costretta ad effettuare turni lunghi e massacranti presso l'ospedale dove svolge servizio. Specie negli ultimi tempi, Federica rientrava a casa sempre più tardi dal lavoro ed io mi arrangiavo a cucinare guardando poi la tv in solitudine. In questo contesto si inserì Corrado che, conoscendo la situazione, propose di venire a stare e a dormire a casa nostra. Mi avrebbe fatto compagnia e ci saremmo allenati insieme. Federica sembrò non avere nulla in contrario in relazione alla richiesta del fratello. Qualche giorno dopo Corrado si presentò a casa di buon mattino, giusto in orario per una ricca colazione all'aperto. Poi, dopo una breve conversazione riguardo al più e al meno e qualche esercizio fisico, ci spostammo all'interno dell'abitazione. Fu qui che Corrado decise di confidarsi e, senza troppi giri di parole, ammise di essere omosessuale. Restai molto sorpreso da questa rivelazione: lo avevo sempre ammirato, considerato un figo, un Don Giovanni, ed ero sicuro che avesse decine di ragazze al seguito. Quella confidenza così intima me lo fece considerare sotto una luce un pò diversa. Inoltre sosteneva che il mio matrimonio con Federica, dopo circa tre anni, fosse giunto quasi al capolinea, cioè ad un punto morto. Faceva caldo. Dopo l'allenamento, eravamo entrambi accaldati e a torso nudo. Potevo sentire l'odore della sua pelle sudata che però sapeva di fresco. Corrado si rese conto di non essermi indifferente e tentò un approccio diretto che si concretizzò in pieno: di slancio mi abbracciò e mi mise la lingua in bocca senza esitazioni. Nei primi istanti restai pietrificato da quel gesto improvviso e audace ma poi mi lasciai progressivamente andare ricambiando il suo bacio voglioso. Limonammo piacevolmente per un pò. Poi lui si calò i pantaloni e le mutande e li tolse anche a me. Restammo nudi. Corrado sorrise e, con decisione, spinse una mano sulla mia schiena in modo che assumessi la ben nota posizione a pecorina. A quel punto mi slinguazzò l'ano con foga e dopo ci mise anche un bel dito dentro. Forse per lui si trattava di un'abitudine, ma per me no. Era la prima volta che vivevo certe esperienze con un uomo. Devo dire che quelle sensazioni erano stupende. Persi del tutto i freni inibitori e capitolai davanti alla visione del suo splendido cazzo duro. Corrado si stese sul letto e mi spinse la testa verso il suo pene: esigeva che lo imboccassi ed io, dopo una piccola esitazione, accolsi la cappella bagnata tra le labbra ed iniziai a succhiarglielo con gusto. Gli feci un bel pompino, il primo in vita mia: fu stupendo sentir crescere il sesso nella mia bocca man mano che la sua eccitazione aumentava sempre più. Salì a cavalcioni su di lui e feci entrare l'asta rigida nel mio sedere. Avvertì un bel pò di fastidio tra le natiche ma Corrado mi mandava sù e giù velocemente tenendomi saldamente per i fianchi: questo movimento godurioso addolcì notevolmente il dolore fino a sovrastarlo quasi del tutto. Ormai mi aveva sverginato a dovere dietro e continuò ad incularmi a pecorina. Nonostante l'enorme piacere che provavo, mi creai dei sensi di colpa nei confronti di Federica. Ma Corrado mi tranquillizzò affermando che sua sorella, ovvero mia moglie, non avrebbe mai scoperto nulla della nostra tresca. A missionaria sentì il suo cazzo fino a dentro e, smanettandomelo un pò, raggiunsi l'orgasmo ed eiaculai abbondantemente. Anche Corrado era  sul punto di venire: aumentò vertiginosamente il ritmo dei colpi fino a sborrare la crema calda nel mio ano. Pian piano Corrado diventò per me una specie di droga. La mattina facevamo gli esercizi e poi mi scopava per tutto il pomeriggio. Continuai a prenderlo nel culo da lui ogni giorno, incurante che Federica potesse sospettare o accorgersi minimamente di qualcosa. Mi sentivo sicuro ma, alcune allusioni della consorte in quei giorni, lasciavano intendere che lei, in effetti, qualcosa sapeva. Ad esempio, mi mostrò una banana e sorridendo chiese ironicamente: "Questa qui ti piacerebbe provarla nel culetto?". Arrossì e risposi: "Ma che dici Federica, sei impazzita?". E lei replicò: "Figurati, era solo un'idea per risvegliare il desiderio nel rapporto di coppia, ormai sepolto... almeno con me". Le risposi: "Ah, certo, che fantasia stravagante!". Tempo dopo venni a sapere che Federica si faceva sbattere al lavoro da un noto primario e dal suo assistente. Come darle torto? Desiderava anche lei un'adeguata dose di cazzo che io non riuscivo più ad offrirle. Poi, un bel giorno, Federica mi scrisse una lettera: "Caro il mio Paolotto, Federica sà ma alle volte fa finta di non vedere per non scatenare un inutile e dannoso polverone per cui stà tranquillo: non chiederò la separazione. Credevi che non l'avrei mai scoperto quel segreto? Ho spiato mentre ti facevi rompere il culo da mio fratello sul letto matrimoniale. Che porco! Sù Corrado avevo qualche vago sospetto ma riguardo a te proprio no. Ti piace tanto farti riempire dietro, non è vero viziosetto? Ma io non potevo certo restare a guardare e tenermi le corna senza ricambiarle quantomeno. Sono ancora giovane, bella e vogliosa di cazzo... e con me i buchi da riempire sono due! Fortunatamente ho chi se ne occupa con grande interesse, piacere e dedizione e li stantuffa regolarmente... molto spesso anche contemporaneamente, lo sai? Non immagini quanti benefici porta questa 'terapia'. Ti dirò che così al lavoro ci vado molto più volentieri. Tesoro mio, come si dice: Chi la fa, l'aspetti!". Meritavo tutto ciò, ero stato infedele per primo. Alla fine Corrado si stancò di me e così restai da solo. Chissà se Federica mi perdonerà mai. Potrebbe almeno presentarmi i suoi amorevoli colleghi di lavoro, così magari un paio di botte da qualcuno le rimedierei, prima o poi...                                

gay

venerdì 16 aprile 2021

Approccio in toilette

Mi chiamo Giacomo. Sono sempre stato un amante della pornografia. Adoro video e foto per adulti e li scarico in continuazione. Inoltre, sono anche un incallito guardone. In qualsiasi situazione mi trovi, per strada o nei locali pubblici, amo sbirciare le femmine, specie quelle vestite in maniera sexy e provocante. Un giorno fui invitato da amici ad una festa che si svolgeva in un ristorante-piano bar. Quella sera vidi belle fighe ma, la maggior parte, erano accompagnate dai rispettivi fidanzati. Dopo la cena alcune coppie si misero a ballare ed io rimasi da solo, come un coglione, a guardare. E allora mi venne in mente di entrare nella toilette delle donne. Mi sarei nascosto dietro una delle porte dei w.c. cercando di arrampicarmi per poter spiare qualche malcapitata intenta a fare i propri bisogni. Ma appena spalancai la porta di accesso ebbi una visione celestiale. Una bionda mozzafiato dall'aria misteriosa, che fino a quel momento non avevo nemmeno notato alla festa, si stava ritoccando il rossetto davanti allo specchio. Naturalmente andai incontro ad un'inevitabile e plateale figura di merda. Che diavolo ci facevo nei bagni delle donne? La scusa di cercare un posto tranquillo per telefonare ad un amico era poco credibile. E ancor meno per una ragazza sveglia come Valeria, così si chiamava. Si incazzò, all'inizio. Poi, posando una mano sul pacco, mostrò il suo lato da donna sexy e maialina, pienamente compatibile con il mio. Mi diede modo di diventare audace: le tirai un pò giù il vestito, quel tanto per scoprire le tette e le accarezzai anche. Per me, storico guardone segaiolo, quella donna sembrava una manna dal Cielo. Era un pò sboccata, mi dette perfino dello stronzo, ma una così bona non si incontra di certo tutti i giorni. Gasato a mille le spostai ancora di più il vestito, stavolta nella parte inferiore, in modo da scoprire culo, gambe e fica. Lei, consapevole troia, alzò la gamba sinistra poggiando un tacco sul bordo del lavandino, consentendomi così di leccarle agevolmente il buco del culo. Lo feci con ardore. Poi si voltò offrendo la fica. Leccai anche quella e con gran gusto. Insistetti a tormentarle il clitoride con la lingua finchè raggiunse un fantastico orgasmo trattenendo a fatica il grido di piacere inteso che provò. Per la bella Valeria, fino a quel momento, ero solo un guardone segaiolo. Ma, quando si soffermò ad osservare il mio grosso randello duro, cominciò ad addolcirsi parecchio. Intanto si inginocchiò e me lo prese divinamente in bocca esprimendo appieno le sue doti di pompinara. Durante quel lavoretto orale coi fiocchi, si tolse il vestito e rimase nuda in tacchi. Il cazzo divenne di marmo e fui pronto per farglielo sentire tutto. L'afferrai per un braccio e la girai con la schiena contro il mio petto infilandole il bastone nella passera. Lo spinsi dentro tutto facendola sussultare di piacere. Valeria chiuse gli occhi e si lasciò scopare tutta. Poi la feci voltare. Si appoggiò sul lavandino, spalancò le cosce, e io la castigai a missionaria. Mi piaceva da morire, lei e la sua calda passera. Pensavo già di rivederla e le proposi un appuntamento. All'inizio mi snobbò. Intanto mi stesi a terra. Lei, con le mani poggiate sul lavandino, mi cavalcò stupendamente a candela e provai inebrianti sensazioni di piacere. Valeria si muoveva sù e giù sempre più velocemente e raggiunse un altro fantastico orgasmo. Intanto io mi sentivo quasi di scoppiare, percepivo l'eiaculazione ormai vicinissima. Valeria si rese conto che stavo per venire e si alzò per condurmi all'amplesso con la sua sensuale mano. Bastò una sega rapida per farmi godere profondamente: le spruzzai addosso il seme caldo e copioso inondandole le tette. Mi sorrise compiaciuta. Riuscì a strapparle un appuntamento per la sera seguente. La scopai anche il giorno dopo, stavolta in auto. Mi piaceva da matti e riuscì a rivederla ancora per diversi mesi dato che gradiva particolarmente farsi sbattere dal mio bel cazzone duro. Nel frattempo mi ripeteva sempre di non andare più a spiare le donne nelle toilette. Che dirvi, a  certi vizi proprio non resisto! Una sera uscì per conto mio e andai a ballare con amici in discoteca. Una volta lì, avvertì l'irrefrenabile desiderio di nascondermi nei bagni delle donne. Sfortuna volle che spiai la ragazza sbagliata mentre faceva la pipì. Non solo si accorse che la stavo sbirciando, arrampicato alla meno peggio sulla porta del w.c. adiacente al suo, ma mi riconobbe pure dal momento che era una cara amica di Valeria di nome Raffaella. Non la conoscevo affatto ma, a quanto pare, Valeria le aveva mostrato, tempo addietro, alcune mie foto dicendole che stava frequentando da un pò un nuovo ragazzo. Fu inutile pregare Raffaella di non raccontare nulla a Valeria riguardo all'accaduto: la solidarietà femminile prevalse nettamente e io dovetti sorbirmi la prevedibile sfuriata di quest'ultima, fatta di parolacce e insulti a non finire. E così sono ritornato ad essere il solito single pervertito e segaiolo... ma devo ammettere che è stato bello trombare con una figa del suo calibro per un pò.

bionda sexy



giovedì 15 aprile 2021

Inviata speciale

Sono una giornalista sexy, il mio nome è Vanessa. I miei articoli vengono regolarmente pubblicati su un quotidiano. Ma scrivo anche su una rivista che, per anni, ha riscosso un gran seguito nei lettori. Poi, però, come spesso accade nella vita, il vento cominciò a girare in senso contrario. Eravamo a corto di fondi: Goldstar, la società che finanzia entrambi, versava in grosse difficoltà economiche. Il direttore, Paul Vernon, era alla ricerca disperata di scoop che intrigassero nuovamente i lettori consentendo così all'azienda di risollevarsi. Le mie colleghe non abbastanza avvenenti nè capaci di fare certe cose, ecco perchè Paul si rivolse a me per una "missione speciale", per così dire. Avrei dovuto scoprire i segreti più piccanti dell'imprenditore Alfred De Paolis. Il noto proprietario dei cantieri navali Dalmas, aveva raggiunto il successo in breve tempo ed il mio capo era convinto che ci era riuscito in modo non limpido. Sò che in questi casi bisogna ricorrere ad ogni mezzo per ottenere risultati ed io spesso ci riesco andando a letto con gli interessati. Nell'intimità, si sà, i freni inibitori calano e le persone si confidano più facilmente. Il destino del giornale e della rivista erano nelle mie mani. Mi preparai di tutto punto indossando minigonna, autoreggenti e tacchi e, volontariamente, evitai di indossare le mutandine. Inoltre misi un microregistratore nella scarpa, che mai avrei tolto, e mi presentai all'appuntamento con il De Paolis. A dir la verità non era nemmeno un bell'uomo, almeno non mi mi piaceva un granchè ma, pur di giungere all'obiettivo, si passa sopra a tante cose. Dopo aver bevuto un caffè nel suo ufficio, notai che fissava le mie gambe con insistenza. Capì subito che normalmente non avrebbe parlato e che avrei dovuto calcare la mano per conoscere i suoi segreti. Sfacciatamente mi sedetti sulla sua scrivania e allargai le gambe ironizzando sul fatto che così avrebbe potuto osservare meglio "il panorama". Non indossando nemmeno le mutandine, gliela misi praticamente in faccia. De Paolis, preso dalla libidine, iniziò a leccarmela con voracità. Pensai che il mio direttore avesse ragione. Non che sia una santa ma De Paolis mi dava senz'altro l'idea di un viscido, di un malato e lì ebbi la certezza che nascondeva qualcosa. Dopo aver leccato, mi scopò a missionaria sulla scrivania e cominciò a lasciarsi andare alle confidenze. Cominciò parlando dei fornitori dai quali aveva ottenuto forti sconti sulla merce. Come? Regalandogli incontri con puttane per mesi e mesi (pare che queste donne fossero molto amiche della sorella del De Paolis e quindi si erano prestate a costi contenuti). Ma l'imprenditore, chiamiamolo così, aveva altri scheletri nell'armadio, e pure belli zozzi! Probabilmente il bocchino che gli propinai facilitò le sue confidenze. Cominciò a spiegare che si era prestato egli stesso nella difficile opera di ottenere, da due importanti banche, finanziamenti a tassi enormemente agevolati. A quanto pare, i rispettivi direttori, ultrasessantenni, gradivano le attenzioni maschili. Quel porco del De Paolis si era reso totalmente disponibile ai due ricchi e viziosi uomini maturi. Con la scusa di guardare una partita di calcio in tv, De Paolis si era fatto volutamente coinvolgere in un torbido "ménage a trois" per soli maschietti. Il buon Alfredo aveva sbocchinato entrambi. Poi i banchieri gli avevano rotto il culo a turno. Mi trovavo a cavalcioni sul suo cazzo nel bel mezzo di una focosa scopata ma ormai avevo ascoltato abbastanza dettagli per poter fornire materiale bollente al capo ufficio. Accelerai il ritmo andando sù e giù più velocemente e De Paolis venne schizzando copiosamente nella figa. Godetti anch'io, sia per il cazzo e sia per il piacere libidinoso di aver scoperto il segreto del suo successo. Alfred non era il grande imprenditore che tutti pensavano di conoscere ma solo un imbroglione pervertito disposto a tutto pur di raggiungere il successo. D'altra parte io non sono da meno: uso la bellezza del mio corpo per ottenere ciò che mi fà comodo. Come si dice: ognuno tira l'acqua al suo mulino. In questo caso è un'acqua davvero sporca. Quando tornai dal capo ricevetti un elogio ma mi disse che avrei dovuto sparire per un pò. Mi sarei goduta una lunga vacanza all'estero per poi ritornare magari bruna e con un'identità diversa. A volte mi sento a metà strada tra una giornalista e un agente segreto. Poco importa, dalla vostra inviata speciale Vanessa è tutto: ho realizzato lo scoop...e pure la scopata!           

giornalista sexy

martedì 13 aprile 2021

La prof con la madre della studentessa

Quando Monica entrò all'improvviso nella stanza e mi colse in flagrante mentre scopavo la figa della figlia Valentina con lo strap-on, gridò come un'ossessa. Inoltre mi lanciò uno sguardo furibondo che avrebbe incenerito all'istante perfino un dinosauro! La sua reazione fu comprensibile dal momento che, fino a quel momento, non aveva neppure la certezza che l'adorata figliola fosse lesbica. Suggerì a Valentina di dileguarsi in fretta in modo da lasciarmi interagire da sola con la madre furiosa. Ci volle un bel pò di tempo per riportare Monica ad uno stato di calma. Le spiegai che la figlia saffica non aveva affatto voglia di studiare e che io ero ricorsa ad un'espediente come il sesso per renderla più propensa ad interessarsi anche ad argomenti per lei meno interessanti come lo studio. La prima parte di questa ammissione era vera, la seconda meno, dato che lesbicarci piaceva prima di tutto a me stessa. Ad ogni modo Monica cominciò a calmarsi e sentì il bisogno di confidarsi. Mi raccontò che il padre della ragazza, impegnato con il lavoro e donnaiolo, era poco presente e che lei aveva dovuto crescere Valentina praticamente da sola. Tra confidenze e coccole, finimmo in camera sua sul letto e lì ci scambiammo teneri baci in bocca. Ormai sentivo di poter far breccia in Monica, peraltro in crisi di astinenza sessuale acuta, dal momento che il marito non la scopava da tempo. Finì per leccarle sensualmente schiena e collo e arrivai anche a palparle vigorosamente le tette. Monica non si era ancora lasciata andare del tutto. Non riusciva ad accettare che mi fossi scopata la figlia. Disse che non ero una professionista. Le risposi che tutto ciò sarebbe servito a farla studiare. Monica sosteneva di non essere lesbica ma di aver solo una gran voglia di fare sesso. Intanto io le misi la lingua in bocca con convinzione sempre maggiore e allungai una mano massaggiandola sopra le mutandine. Ebbi qualche piccola difficoltà a sfilargliele dato che tentò di resistermi. Si faceva qualche problema dal momento che non si era mai rapportata ad una donna dal punto di vista sessuale. Alcuni tabù possono essere difficili da sgretolare. Ma, il più delle volte, basta saper insistere nel modo giusto per farli sciogliere come neve al sole. Con un gesto deciso le strappai finalmente le mutande di dosso lasciando che fosse la mia voglia sessuale a salire prepotentemente in cattedra. Con la lingua sul clitoride, Monica cominciò davvero a lasciarsi andare: spalancò sempre più le gambe ed io mi incollai alla sua bella fica portandola rapidamente sui binari dell'estasi profonda. Monica raggiunse un profondo ed estasiante orgasmo ed io assaporai a fondo i suoi liquidi intimi, caldi e profumati. Monica a quel punto aveva perso i freni inibitori del tutto e non vide l'ora di togliermi le mutandine. Ancora estasiata dall'amplesso precedente, mi accarezzò dolcemente la figa sostenendo che era la prima che tooccava. Poi, d'improvviso, divenne più aggressiva e mi mise due dita dentro. Gradì enormemente il suo gesto e anche quello successivo in cui si mise a leccarmela mentre stavamo messe a 69, per intenderci. Cambiammo posizione e continuò a leccarmela con gusto e dedizione finchè venni. Poi la feci mettere a pecorina stuzzicandola con un dildo vibrante. Glielo passai nella figa mentre le leccavo con foga l'ano. Monica, estasiata, raggiunse di nuovo il piacere. La madre di Valentina, gasata al massimo, afferrò il dildo e lo usò per stimolare il mio clitoride. Il risultato, piuttosto prevedibile, fu che raggiunsi nuovamente l'orgasmo. Trovandomi ormai in totale confidenza con lei, mi lasciai andare fin troppo alle perversioni al punto che le suggerì che avrebbe potuto provare a fare sesso con la figlia. Accolse la mia idea con un'aria di disgusto misto a libidine. Lo sò porcellini cari, morite dalla voglia di sapere se Monica per caso si è fatta la figlia. Bhè, potrebbe darsi, ma non è giunto ancora il momento di raccontarvelo. Cosa posso dirvi di entrambe? Valentina: good! And Monica: Very good! Leggi la storia dal principio

lesbiche

Calde ripetizioni saffiche a domicilio

Sono una professoressa d'inglese over 30, il mio nome è Alessandra. Non faccio alcun mistero di essere da sempre lesbica. Oltre alle normali lezioni, svolte in orari scolastici, impartisco anche ripetizioni a domicilio agli studenti con maggiori difficoltà. Talvolta i ragazzi si prendono una cotta per me. I maschietti non posso corrisponderli, ovviamente, ma le femminucce più carine si. Valentina  frequentava la mia stessa scuola anche se non ero la sua insegnante. Un giorno, dopo i colloqui che generalmente si tengono tra docenti e genitori, notai una sorta di battibecco tra una madre e sua figlia. Si trattava di Monica che rimproverava la figlia Valentina per lo scarso rendimento scolastico. Notando l'aspetto gradevole della donna adulta, nonchè quello della ragazza, decisi di avvicinarmi a loro e dissi: "Salve, mi pare di capire che abbiate bisogno di aiuto...". Monica mi guardò e rispose: "Scusi ma lei chi è?", ribattei: "Mi presento, Sono Alessandra De Rosa, insegno inglese in un'altra sezione, mi sembra che la ragazza necessiti di ripetizioni o sbaglio?". Monica mi guardò con aria sorpresa e rispose: "Bhè, in effetti si, ma saprà bene che non può essere un'insegnante dello stesso circolo didattico a dargliele...". Cominciai a ridere, poi spiegai: "Andiamo, basta tenere la bocca chiusa, nessuno verrà a saperlo e proposi: "Perchè non ci spostiamo fuori, al bar, lontano da occhi indiscreti per definire gli accordi?". Prendemmo tutte e tre il caffè. Valentina mi sorrideva e, dal modo in cui guardava, mi resi subito conto che era lesbica. Intanto Monica chiese quanto costassero le mie ripetizioni. Risposi: "Non si preoccupi, non sono cara, 20 euro a lezione andrà benissimo". Il viso di Monica si distese e accennò un sorriso, poi la donna accettò con queste parole: "Va bene! Affare fatto!". Poi incalzai e spiegai ad entrambe: "Se la ragazza è a corto di preparazione è meglio cominciare subito per colmare le lacune più velocemente: potrei venire a casa vostra già da domani". Monica accettò di buon grado ed esclamò: "Fantastico, a domani allora! Verso le quattro del pomeriggio". Mi presentai a casa loro il giorno seguente alle 16 in punto. Dopo un rapido saluto con la madre, mi chiusi in camera con la figlia. Valentina chiarì subito di essere negata per la scuola, di non aver voglia di studiare. Ma io, avendo intuito perfettamente il suo orientamento, la tranquillizzai subito spostando il discorso sul sesso. Le feci capire che non avremmo solo studiato l'inglese. E così pian piano ci spogliammo e iniziammo a baciarci. Valentina sembrava molto felice della situazione e, con dolcezza, mi leccò i capezzoli, la figa e anche un pò le natiche. Cominciai a scaldarmi e non stetti certo a guardare: ricambiai slinguazzandole accuratamente l'ano. Poi riprendemmo a baciarci e intanto ci accarezzavamo le passere a vicenda. Mentre stavo all'impiedi, Valentina mi leccò la passera finchè raggiunsi un primo inebriante orgasmo. Poi Valentina si sedette sul tavolo, spalancò le gambe, e fui io a leccarle la fica. Poi, presa dall'eccitazione, sempre più crescente, presi lo strap-on dalla borsa e iniziai a castigarla con quello a missionaria. Mentre la penetravo, trovai anche il tempo di succhiarle il piede avvolto dalla calzetta che indossava. Valentina andò in estasi e raggiunse almeno due favolosi orgasmi. La ragazza era sulla via di provarne altri quando sentimmo, d'improvviso, la voce stridente di Monica che, nel frattempo, si era accorta che qualcosa non andava. La donna aprì di colpo la porta usando la seconda copia delle chiavi ed entrò nella stanza trovandoci, come si suol dire, con le mani nella marmellata. Di sicuro in quel frangente le prese un colpo osservando che stavo trombando la giovane figlia. Pregai Valentina di allontanarsi e di lasciarmi discutere da sola con la nervosetta genitrice. PROSEGUE

studentessa

sabato 10 aprile 2021

Il mio ragazzo e un altro per Bob

Sono sempre Diana, la vostra amata segretaria, pronta a raccontarvi l'ultimo bollente capitolo di questa storia zozza. Eravamo rimasti al punto in cui Simone, il mio ragazzo, venne a sapere che il direttore della ditta presso cui lavoro, assumeva uomini soltanto dopo averli castigati a dovere sessualmente. Frastornato dalla notizia, Simone non parlò per giorni riguardo a ciò. Poi riprese il discorso più in là e, da bugiardo, mi disse: "Sai Diana ci ho pensato a lungo riguardo a quella situazione e credo di non essere disposto a cedere a uno squallido compromesso del genere. Il culo non glielo darò mai, anche se lavorare oggi è importante". Fui contenta della sua decisione e non mi aspettavo affatto che stesse spudoratamente mentendo. Di come fossero le classiche 'ultime parole famose' me ne accorsi solo alcuni giorni dopo. Per spiegarvi cosa accadde devo necessariamente parlarvi di Samantha, la mia collega bionda dell'ufficio. La credevo amica ma era solo una strega pronta a godere delle disavventure altrui. In realtà il personale è molto nutrito, non ci sono solo io come segretaria. Lei è la mia collega di reparto. Ma torniamo a Simone. Contrariamente a ciò che affermava, pensò bene di recarsi in azienda quando io non c'ero per "sostenere" un 'provino a luci rosse' con il capo. Naturalmente si trovò davanti Samantha la quale, perfida com'è, non vedeva l'ora di sfruttare un'occasione favorevole come questa per colpirmi. Perchè? Semplice, uno dei peccati capitali: l'invidia! Lei non aveva il ragazzo e io si. Simone sostenne dunque il "colloquio" con il capo a mia insaputa. All'improvviso ricevetti una mail con tanto di allegato. Nel testo del messaggio si leggeva: "Nuovi candidati". Quando cliccai 'play' e feci partire il video riconobbi immediatamente Simone. Sudai freddo nell'osservare il capo che gli leccava il cazzo. Le immagini proseguivano con il capo che leccava il culo di Simone all'impazzata prima di riempirlo a dovere con il suo cazzone duro. Al culmine di una intensa e prolungata scopata, Bob dette a Simone il "Benvenuto" in azienda eaiculandogli copiosamente nel culo. Poi Simone si rivestì, ringraziò per l'assunzione e lasciò la stanza. Il video però presentava ulteriori contenuti pornografici che immortalavano Bob alle prese con un altro dipendente, un bell'uomo di nome Aurelio, pronto a soddisfare tutte le voglie erotiche del proprio perverso datore di lavoro. Bob si mise a leccare il culo di Aurelio e poi lo scopò, proprio come aveva fatto con Simone, con la differenza che, alla fine, Bob pretese un succulento pompino. Aurelio leccò l'asta con dedizione e la imboccò a fondo finchè il capo raggiunse l'orgasmo e venne con un bello schizzo denso. Poi, inflessibile, Bob ordinò al suo dipendente di ripulire con cura lo sperma dalla cappella usando la lingua ed Aurelio ubbidì. Bhè, se non fossi così arrabbiata con Samantha e il mio ragazzo non fosse presente nel video, potrei affermare senz'altro che quelle immagini sono tremendamente arrapanti e che guardandole mi bagnai nelle mutandine. Quando incontrai Simone, lui fece finta di nulla. Io però lo guardai dritto negli occhi e gli dissi a bruciapelo: "Ti è piaciuto il cazzo del capo?". Simone non si aspettava che già sapessi tutto e rispose: "Accidenti! Le notizie corrono in fretta, come l'hai saputo?". Gli risposi: "Si dà il caso che quella troia di Samantha ha girato un bel video in cui ci sei tu, il capo e pure Aurelio e poi me lo ha mandato...". Simone replicò: "Porca miseria! Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi di quella lì...". Ribattei: "Si, ma non cambiare discorso adesso, restiamo al dato di fatto che lo hai preso nel culo di brutto! E, tra l'altro, mi sembra che ti sia pure piaciuto parecchio, stronzetto". Simone arrossì e rispose: "Bhè, però bisogna ammettere che quel Bob ha un suo perchè... è un bell'uomo, forte, ricco, deciso e con un gran cazzo!". L'espressione sul mio volto passò da nervosa a sorridente e gli sussurrai all'orecchio con una vocina da puttana: "Certo... per questo quelli che vengono in azienda se li ingroppa tutti. Vedrai che ti castigherà altre volte, pretende continuità di rendimento dai dipendenti". Simone concluse asserendo: "Bhè, l'importante è che l'obiettivo è stato raggiunto: il lavoro l'ho conquistato...". Sarcastica quanto mai risposi: "...ma il culo te l'ha proprio sfondato!". Leggi la storia dall'inizio. Active Search Results    

bionda matura

giovedì 8 aprile 2021

Una giovane costosa per due mature

Mi chiamo Raffaella. Sono una donna matura. Ho avuto un percorso di vita simile alla mia amica Elvira. Entrambe ci siamo sposate e poi separate. Dopo la separazione sono venute ad entrambe fantasie saffiche, anche se in modo leggermente diverso. Elvira mi disse più di una volta di avere un debole per le ragazze giovani e che avrebbe voluto provare a starci intimamente. Io, d'altro canto ero attratta proprio da lei! Non avevo il coraggio di farle una proposta diretta in tal senso e così aspettai un pò. Poi, un giorno presa dal desiderio, ci provai nel modo più delicato possibile e le dissi: "Bhè, Elvira, infondo potremmo anche provare qualcosa tra di noi" e la baciai all'improvviso. Per un pò ci stette e limonammo ma poi si staccò da me e spiegò: "Magari potremmo anche farlo, ma non da sole... ci vorrebbe una ragazza porcelline per realizzare un bel triangolo, che ne dici?". Le risposi: "L'idea non è male ma, a dire il vero, al momento non mi viene in mente nessuna ragazza da poter coinvolgere...". Intanto le condizioni di salute di mia madre, già molto anziana, peggiorarono di colpo e fui costretta a ricorrere all'aiuto di un'infermiera. Tra le varie che contattai, si presentò una giovane brunetta mozzafiato di nome Marina. Ricordando le preferenze della mia amica, scelsi subito lei. Marina si prese cura di mia madre e non certo gratis! D'altronde si sà che l'assistenza a persone anziane h24 si paga profumatamente. Disgraziatamente mia madre passò a miglior vita alcuni mesi dopo e Marina andò vià. Ero giù per la perdita, passai tutta la trafila del funerale, della inevitabile depressione. Poi, alcuni mesi dopo, cominciai finalmente a riprendermi e pensai di ricontattare Marina. Lo feci d'istinto e lei accettò. Ci vedemmo per prendere un caffè al bar e parlare un pò del più e del meno. Le chiesi di cosa si stesse occupando e lei mi rispose testualmente: "La baby sitter part time e poi talvolta arrotondo con qualche serata. Accetto l'invito a cena di uomini benestanti. Sai bisogna pur campare in qualche modo...". Restai un attimino sorpresa. Resami conto che la dava a pagamento, le spiegai la proposta che avevo in mente e le dissi: "Vedi Marina, ho una cara amica di nome Elvira, una mia coetanea. Lei mi piace da matti ma io al momento non sono tra le sue priorità. E' fissata con le ragazze giovani e vorrebbe provare un'esperienza in tal senso...". Marina, stupita, si mise a ridere di gusto per alcuni secondi, poi rispose: "Ho capito, siete due lesbicone mature ma non riesci a fartela perchè a lei attizzano le ragazze... e così?". Le risposi: "Si, Marina, esatto. Credo che se le portassi una ragazza magari si toglierebbe la tentazione e sarebbe poi più disponibile anche con me...". Marina disse: "Bhè, di solito vado con gli uomini ma se mi paghi bene...". Ribattei: "Ehm, quanto bene?". Marina avanzò la richiesta: "Voglio 1000 euro per stare con entrambe, altrimenti non se ne fa nulla...". Risposi: "Oh cazzo! sei cara eh! E va bene, ci stò! Accompagnami al bancomat...". Mi accompagnò al bancomat, feci il prelievo e le sganciai 10 bigliettoni da 100. Marina sorrise soddisfatta. Precisai: "Ti ho dato ciò che volevi ma tu devi essere mia complice. Non dire che sei stata pagata e, soprattutto, nei momenti giusti cerca di 'spingerla' verso di me". Marina esclamò: "Tranquilla! Messaggio ricevuto! Vedrai che dopo te la farai da sola la tua amichetta...". Contattai subito Elvira e le spiegai di avere una bella ragazza tra le mani per un bollente triangolo. La mia amica non stava nella pelle, mi rispose: "Quando? Dove? Portala subito a casa mia!!!". Il giorno dopo mi presentai con Marina a casa di Elvira. Ci mettemmo la lingerie in camera da letto. Eravamo tutte e tre conciate in modo provocante. Io ed Elvira indossammo le autoreggenti nere mentre Marina, da brava infermierina sexy, mise quelle bianche. Baciai Marina, poi lasciai che lei ed Elvira si baciassero. Ci spogliammo. io ed Elvira baciammo il giovane corpo di Marina. Poi la giovane si mise su di me. Mi baciò e mi leccò il seno. Il mio scopo era quello di far impazzire Elvira che intanto, guardandoci, si accarezzava sopra le mutande. Spalancai le gambe in modo che la giovane brunetta potessa leccarmela. Intanto Elvira, carica a mille, si mise dietro Marina leccandole il buco del culo. Poi fu Elvira ad aprire le gambe e a farsi leccare da Marina. Io intanto leccavo la ragazza. Elvira si mise a pecorina e allargò le gambe, Marina le dilatò le natiche per leccarla perbene in ogni dove. Io intanto ero dietro la ragazza a slinguazzarle le intimità. Poi venne per me il momento più bello e atteso: Spalancai le cosce e ricevetti le attenzioni orali di Elvira, prima nella fica e poi nel culo ed andai davvero in estasi raggiungendo un appagante orgasmo. Intanto leccavo la passera della giovane. Poi io ed Elvira ci scambiammo di posto: io mi misi a leccare la tanto agognata fica della mia amica mentre lei slinguazzava focosamente quella di Marina. La ragazza, parlando a mio favore, puntualizzò che Elvira stava godendo grazie alle mie attenzioni. Gradì il suo intervento. Intanto Marina raggiunse l'orgasmo. Mi incollai alla fica di Elvira che, poco dopo, esplose a fiume nella mia bocca. Felice, assaporai quel nettare desiderato da tempo. Dopo gli orgasmi, Elvira spiegò che le ragazze le facevano perdere ogni sorta di inibizione ma Marina, intervenendo nuovamente in mio aiuto, spiegò di non potere essere sempre presente e che avremmo dovuto provare da sole, tra mature. Non aspettavo altro che questo 'assist' e risposi che si trattava di un'ottima idea. Nei giorni seguenti Elvira mi chiese spesso di Marina ma io le rispondevo che era molto impegnata con il lavoro. Del resto non potevo sganciare sempre 1000 euro, sarei andata a fine sul lastrico! Andai a trovare spesso Elvira cercando di passare sempre più tempo con lei. Aveva ancora in testa la fissa delle giovani e sapeva di non poter trovare facilmente un'altra come Marina. L'astinenza cominciava a farsi sentire in modo pesante e così, mentre guardavamo la tv, iniziai ad approcciarla. Lei mi ripeteva: "Ma dove diavolo è finita Marina?". Le risposi: "E' impegnata, sai come sono queste ragazze di oggi, un pò inaffidabili...ma una vecchia amica c'è sempre!" e le misi le dita nelle mutandine girando lentamente il dito sul clitoride. Lei ansimava nella penobra, io non mi fermai. Quando mi accorsi che era ben eccitata le misi anche la lingua in bocca e continuai a toccarla portandola fino all'orgasmo. Elvira cominciò a diventare più disponibile. La abituai a ricevere ditalini, leccate di capezzoli e pure leccate di fica. Sentivo finalmente di avere totalmente la situazione in mano quando un giorno, mentre le accarezzavo le tette, mi disse: "Ma per Marina non ci sono speranze?". Stizzita a mille le risposi: "Sai che c'è? Marina è una specie di puttana e l'ho fatta venire per te, per la tua fissa delle giovani, mentre io ci sono sempre stata e tu non te ne sei mai accorta cazzo! Mi è costata 1000 euro, va bene?". Elvira restò senza parole. La spinsi sul divano, le strappai le mutande e la scopai strofinando la mia figa contro la sua coinvolgendola in una bollente forbice. Sorridendo esclamai: "Adesso inizia a risarcirmi in natura troia!". Elvira, dopo aver scoperto il costo elevato di Marina, si è definitivamente convinta a farlo da sola con me: un ottimo modo per risparmiare, non credete? :) Active Search Results

triangolo lesbo

Il mio ragazzo in cerca di lavoro

Sono Diana, la vostra segretaria preferita (almeno spero!). Vi ho già raccontato dettagliatamente la situazione che vivo quotidianamente in ufficio con il capo gay, mr. Bob. Avevo sempre nascosto tali torbide vicende a Simone, il mio ragazzo disoccupato. Tuttavia venne un giorno in cui fui costretta a parlargliene. Ero appena tornata dall'ufficio e trovai Simone nudo nella vasca da bagno, pronto a fare sesso. Ma, già dalle prime palpate, il boyfriend riprese un discorso sul lavoro che mi ripeteva spesso. In pratica voleva che facessi leva sul capo affinchè lo assumesse. Ovviamente Simone era all'oscuro di ciò che accadeva in ufficio e delle tendenze sessuali del mio datore di lavoro che, prima di assumere uomini, li castigava puntualmente. Cercai di distogliere Simone in tutti i modi dall'idea di cercare un ingaggio proprio da noi ma lui insisteva in modo ossessivo, mi dette anche della stronza sostenendo che non volevo aiutarlo per chissà quale motivo. Alla fine, stufa di tenere il segreto dentro, gli feci capire la situazione reale. A quel punto lo vidi prima disorientato, poi, con mia enorme sorpresa, cominciò a fare delle ipotesi. Si chiese addirittura se potesse piacere al mio capo! Poi se ne uscì affermando che, in fin dei conti, un sacrificio del genere si poteva anche fare, dati i tempi difficili. Questa conversazione avvenne proprio durante l'intimità. Con un'aria piuttosto pensierosa, mi schizzò copiosamente sulle tettone mentre gli stavo dispensando piacere con una pregevole e prolungata sega spagnola. Per alcune settimane non discutemmo più della questione del lavoro. Durante questo periodo lui apparve piuttosto pensieroso finchè, un bel giorno, mi sottopose di nuovo l'argomento.

proposte indecenti

mercoledì 7 aprile 2021

Convertita al lesbo pissing dalle amiche

Mi chiamo Ramona (la mora in jeans nella prima foto). Conobbi Claudia (anche lei mora) e Michelle (la bionda) ad una festa. Simpatizzammo subito e cominciammo ad uscire regolarmente insieme. Erano molto simpatiche ma mi ci volle poco a capire che non si interessavano granchè agli uomini. Claudia e Michelle se la intendevano tra loro in modo più che evidente, spesso si baciavano perfino davanti a me. Sapevo che avrebbero voluto coinvolgermi in qualche gioco erotico a tre ma io, da etero convinta (o almeno così credevo), decisi di mantenere con loro soltanto un legame di amicizia. Poi, all'improvviso, come spesso capita nella vita, conobbi un ragazzo e mi fidanzai. Ogni tanto mi messaggiavano, mi telefonavano, mi chiedevano: "Come và? Ma che fine hai fatto?". Risposi semplicemente di essermi fidanzata e sparì dalla circolazione per circa sei mesi. Ma Claudia e Michelle sono due tipe insistenti che non mollano. Infondo avevano anche le loro ragioni: non mi ero comportata bene isolandomi col ragazzo e, di fatto, snobbandole. Evidentemente indagarono sul mio conto e scoprirono dove andavo ad acconciare i capelli. Me le ritrovai sedute in negozio, in sala di attesa, ansiose di intraprendere una conversazione dopo tanto tempo. Uscimmo fuori dal locale e ci avviammo verso casa mia per dialogare con calma sfruttando una maggiore privacy. Mi ribadirono che le urtava il fatto che fossi sparita all'improvviso. Intanto buttammo giù qualche drink. Dissero che meritavo una lezione per il mio menefreghismo e così mi spinsero a terra urinandomi poco dopo sui vestiti. Poi iniziarono a leccarmi i capezzoli insieme. Diciamo che tutta quella situazione strana, nonchè la loro foga e determinazione, mi fecero eccitare oltre ogni immaginabile previsione. Mi leccavano, mi palpavano, volevano a tutti i costi condurmi nel vivo dei giochi saffici a carattere urinatorio. Claudia, senza troppi convenevoli, prese un dildo dalla borsa e lo infilò nella mia passera leccando contemporaneamente il clitoride. Intanto Michelle spalancò le gambe in modo che potessi leccarla. Non fu difficile slinguazzarle la fica, dato il momento di elevata eccitazione, ma non mi aspettavo certo che quella biondina porca si concedesse la libertà di urinarmi in bocca all'improvviso! Claudia continuava a stantuffarmi con il dildo nella passera mentre Michelle mi baciava. E così me ne venni alla grande. I miei freni inibitori erano ormai saltati del tutto. Incitata da loro passai all'azione e, ponendomi sopra Claudia le urinai nelle intimità. Michelle intanto la sgrillettava perbene. In quel frangente ebbi la netta sensazione che Claudia stesse per venire e, difatti, poco dopo raggiunse l'orgasmo. Dopodichè quest'ultima, tenendomi vicina a sè, si mise ad urinare addosso a Michelle. Poco dopo afferrai il dildo e lo infilai con decisione nella passera di Michelle mentre la baciavo. La bionda gemette a mille e quel bacio intenso suggellò come una pace tra di noi e un nuovo inizio. Continuai a stantuffarla mentre leccava la fica ià orgasmata di Claudia. Fu poi la stessa Claudia ad 'infilzare' il dildo nella passera di Michelle che, in preda all'eccitazione profonda, se ne venne intensamente. Michelle si mise poi ad urinare in bocca a Claudia che, a sua volta, pisciò senza ritegno nella mia. Cominciai davvero a restare sedotta e affascinata da questa torbida pratica. Claudia mi allagò le tette di pipì, poi, quel che restava, lo scaricò tutto nella mia bocca. Mi dissetai con la pioggia dorata bevendone fino all'ultima goccia e intanto scoprì di essere venuta nuovamente. Quell'incontro mi cambiò radicalmente la vita sessuale. Da etero convinta mi resi conto di essere rimasta letteralmente stregata dal pissing e di provare enorme gusto e piacere nel praticarlo in compagnia delle amiche. Quali amiche? Claudia e Michelle, chi se non loro? Active Search Results

urina


sabato 3 aprile 2021

Aspirante attore

Mi chiamo Diana, sono una segretaria. Bob Waters è il mio datore di lavoro. L'azienda di cui faccio parte si occupa di cinema. Bob seleziona personalmente gli aspiranti attori ed attrici. Soltanto che, con le donne, tiene principalmente conto delle loro capacità in scena mentre con gli uomini utilizza un metro di valutazione completamente diverso, eh già! Questo perchè Bob è attratto dagli uomini ed ha in mente solo di scoparli ogni volta che si presenta l'occasione adatta. E' proprio per questo motivo che, tempo addietro, la bella moglie Yvonne lo lasciò. Quando scoprì che si intratteneva sessualmente con i maschi decise di chiedere immediatamente la separazione. Come darle torto! Ma per me è diverso. Io vengo pagata per stare in ufficio a svolgere il mio lavoro con particolare mansione rivolta alla selezione di nuovi attori. Non mi importa se Bob scopa con le nuove "promesse" del cinema, anzi, vi dirò che lo trovo anche stimolante. Tra le tante persone che vengono qui in cerca di gloria e di prospettive lavorative interessanti, ricordo Stefan, un biondino con la barba. Quando giunse nei nostri uffici lo condussi dal direttore. Bob naturalmente mi pregò subito di lasciarli da soli. Avrei dovuto semplicemente tornare alla mia scrivania e preparare la documentazione per il contratto di Stefan. Lo feci in pochi minuti ma poi, presa dalla curiosità, tornai verso la stanza del capo. Dal mitico buco della serratura vidi tutto! Stefan capì subito che, se voleva imporsi e fare carriera, doveva piegarsi necessariamente alla volontà di Bob. Stefan si chinò a sbocchinare l'uccello del mio capo. Poi Bob volle ricambiare "assaggiando" il pene dell'aspirante attore. Stefan era ormai disposto a tutto pur di lavorare e avere successo nel mondo del cinema e così si lasciò leccare amorevolmente il buco del culo prima che Bob cominciasse a castigarlo con la sua verga dura. Stefan si fece sbattere a pecorina e non sembrò affatto che gli dispiacesse, per come gemeva di piacere. Bob, gasato al massimo affondava il pene nel buco dell'altro con vigore sempre maggiore. Io, intanto, supereccitata da quella scena, mi spogliai lentamente pronta ad una piacevole sgrillettata di passera. Bob girò Stefan e continuò a scoparlo a missionaria. Da bravo feticista gli leccò anche i calzini. La vagina, ormai bagnata, reclamò insistentemente e fui costretta ad offrirle il giusto sollievo con le dita fino a venire. Stefan si segava freneticamente mentre lo prendeva nel culo e a un certo punto sborrò schizzando sulla sua stessa cravatta. Poco dopo anche Bob giunse al culmine dell'eccitazione, raggiunse l'eiaculazione e spruzzò in abbondanza inondando il culo ormai sfondato di Stefan. Cercai di tornare rapidamente alla mia scrivania e di rivestirmi il più in fretta possibile. Stavo ancora sistemando il reggiseno quando sentì la voce stridente del capo che reclamava i documenti del contratto. Feci appena in tempo a portarglieli facendo ovviamente finta di nulla. Nella stanza si sentiva un odore intensissimo di sborra che perfino una persona super raffreddata avrebbe percepito. Con disinvoltura spalancai le finestre affermando: "Bhè, meglio lasciar passare un pò d'aria, ogni tanto ci vuole!". Stefan si apprestò a firmare il contratto mentre Bob, evidentemente ancora non del tutto appagato, gli palpava lentamente i coglioni sotto il tavolo da sopra al pantalone. A quel punto proposi: "Bhè, magari avete ancora bisogno di discutere sui prossimi impegni lavorativi. Intanto posso portare qualcosa da bere? Caffè? Succo di frutta? O magari... un pò di Ginseng...aiuta a mantenere l'erez...ooops, volevo dire la concentrazione". Intuì che avevano capito che mi ero accorta di tutto, pur non avendone la certezza assoluta, e per questo restarono in silenzio. Aggiunsi: "Bhè, pensateci con comodo e fatemi sapere, io sono di là, buon proseguimento!", poi, sorridendo mi allontanai lasciandoli decisamente stupiti. Che dire, aspirante attore? Lo prende in culo a tutte le ore :) CONTINUA  Active Search Results

gay doctor