martedì 3 marzo 2020

L'amica di mia madre

Mi chiamo Alessia. Sono passati ormai alcuni anni ma ricordo sempre con piacere quel periodo della mia vita in cui conobbi la signora Marta. All'epoca ero una ventenne. Santa non lo sono mai stata ma non avrei assolutamente pensato di scoprire orizzonti sessuali per me inimmaginabili. In quegli anni mia madre conosceva una signora di nome Marta. Io e lei simpatizzammo fin da subito. Essendo vicine di casa andavo spesso a trovarla per chiacchierare. Marta aveva almeno il doppio dei miei anni e con lei mi confidavo. Le parlavo delle mie esperienze con i ragazzi, la consideravo una zia. In particolare le narravo della mia storia con un tipo che mi faceva soffrire in quanto donnaiolo. Le dicevo molte cose di me ma di lei, del suo passato sapevo poco. Certo, qualche domanda me la ponevo: come mai una donna cosi affascinante stava praticamente da sola? Con me era sempre molto comprensiva, molto dolce. Seppur con la differenza di età sembravamo due amiche. Ma un giorno questa amicizia prese bruscamente una piega del tutto diversa. Per la prima volta mi raccontò di essere separata e iniziò uno strano discorso sulla sessualità. Spiegò di non aver frequentato altri uomini dopo il marito. Allora io subito pensai che andasse avanti a dildo, vibratori e robe simili per donne. Fu a quel punto che mi fece capire chiaramente di aver avuto amiche con le quali era andata oltre. Personalmente avevo sempre e solo pensato al cazzo come fonte di piacere. Ma il suo sguardo era molto convincente, carico di desiderio. Anche io avevo voglia e decisi di stare al suo gioco. Fu cosi che ci baciammo in modo passionale. Sentì salire un fuoco dentro di me. Una voglia così forte da superare di gran lunga l'imbarazzo di un approccio saffico. Mi sedetti a cavalcioni sopra di lei che non vedeva l'ora di palparmi tutta. Mi bagnai di brutto, avrei fatto qualsiasi cosa in quel momento. Marta ci tenne a mostrarmi il suo bel corpo ed io non potei esimermi dal fare apprezzamenti. Poi, mi fece stendere nuda sul divano (avevo solo i tacchi) a gambe aperte e cominciò a saettare con innegabile maestria la sua lingua esperta sul mio clitoride bagnato. Bastò davvero poco per farmi esplodere in un bollentissimo orgasmo di cui lei assaporò il nettare. Fu quello l'inizio delle nostre amorevoli lesbicate destinate a proseguire a lungo. Andavo da lei sistematicamente a farmi leccare la figa ed avevo anche imparato a ricambiare adeguatamente le sue attenzioni. Le nostre lesbicate si potrassero a lungo e sarebbero ancora continuate inesorabili se, a un certo punto, mia madre non se ne fosse accorta. Bigotta com'è ruppe i rapporti con Marta e mi impedì di averci ancora a che fare. Ma il ricordo di quelle memorabili lesbicate mi rimarrà scolpito nella memoria per sempre.