mercoledì 4 luglio 2018

Dolce rivalità scolastica

Mi chiamo Fortuna, sono un'insegnante di matematica. Essendo l'unica donna del corpo docente, e dotata anche di un certo fascino, scopavo puntualmente con i colleghi. Si può dire che avevo il mio harem di cazzi a disposizione. Ma tutto cambiò quando l'anziano collega di inglese (l'unico con cui non scopavo) andò in pensione, sostituito da Costanza, un'audace e sexy brunetta. Costanza, bella e tettona, fece strage dei colleghi appena arrivata. In un mesetto scopò con tutti quanti. Ormai io ero passata di moda, pensavano tutti a lei. L'invidia, la gelosia e la rabbia iniziarono a crescere forti in me. Finchè decisi di affrontarla. Eravamo sole in classe, dopo le lezioni. Partì all'attacco, nervosa, le diedi praticamente della puttana. Ma più le stavo a contatto, più mi piaceva il suo odore. Tra donne ci dovrebbe essere rivalità, non del tenero. Ammetto tuttavia che da ragazza qualche esperienza saffica l'avevo avuta. Le accarezzai la figa, sentì il suo corpo vibrare. Si creò una situazione morbosa di torbido piacere. Tra insulti e apprezzamenti, quasi la costrinsi a leccarmi la figa, spingendole la testa verso il mio sesso. Quel gesto aveva quasi il sapore di una rivalsa ma mi piaceva la sua lingua calda tra le cosce. Finimmo lingua a lingua, la complicità cresceva sempre più. La coinvolsi in una scopata tra donne a fiche strofinate. In quel frangente mi confidò che per lei era la prima volta con una persona del suo sesso. Me ne venni, accarezzata dalla sua passera. Poi mi dedicai al suo piacere: le infilai la lingua nel culo, rovistandole poi la figa mentre stava appoggiata alla scrivania. Urlò poco dopo avvolta da un orgasmo pazzesco, regalandomi il sugo figale in bocca. A faral godere così mi sentì davvero una regina. Da quel giorno cambiò tutto: io e lei divenimmo tenere e calde amanti. I colleghi, assetati di fica, incapaci di ottenerla, stavano sempre a cazzo duro, sbavandoci dietro e sbavando le loro canne umide sulle nostre gonne. A volte ci piaceva farli segare desiderandoci mentre io e lei ci baciavamo. Eh si, siamo proprio due puttanelle fatte l'una per l'altra, che dire: Fortuna che c'è Costanza.