mercoledì 28 marzo 2018

Le pratiche d'ufficio col mio ex

Mi chiamo Paola. Io e Giulio, il mio ex, lavoravamo nello stesso edificio, lui come impiegato, io come segretaria, per due diversi datori di lavoro. Ci incontravamo poco perchè ognuno era impegnato a smaltire i propri compiti. Da un pò di tempo notai un comportamento strano di Giulio. Fuori dal lavoro diceva sempre di essere stanco e ormai non ci incontravamo quasi più. A seguito delle mie insistenti pressioni, per sapere cosa non andasse, rispose:"Domani mattina vieni nel mio ufficio, il capo è fuori questi giorni, devo dirti una cosa importante". Incuriosita mi recai nel suo ufficio ma più che parlare mi mostrò qualcosa. Si trovava in compagnia di Mirko, il collega, e prese a baciarlo proprio davanti a me! Poi iniziò a spiegare che, da un pò di tempo, tra loro c'era in pratica una storia di sesso fatta di pompini e non solo! Probabilmente a raccontarlo soltanto per lui sarebbe stato ancora più difficile, e così mi mostrò praticamente ciò che di sconcio facevano nelle pause lavorative. Lo osservai mentre si faceva sbocchinare da Mirko, ricambiandolo poco dopo. Mai mi sarei aspettata una situazione così oscena: il mio ragazzo frocio! Ma stesso quell'aria di porcate fece prevalere in me la troiaggine in luogo del nervosismo. Accompagnai dapprima con lo sguardo le loro zozzerie rendendomi poi anche partecipe. Mirko se lo fece mettere nel culo e mi leccò la fica mentre Giulio lo inculava. Credevo che fosse Giulio il "macho" tra i due ma mi sbagliavo! A quel frocetto del mio boyfriend piaceva eccome prenderlo indietro e il suo dolce amichetto non tardò certo ad esaudire le sue voglie inculandolo di brutto! Addolcì la loro scopata sbocchinando Giulio. Ma ancora una sorpresina mi attendeva all'orizzonte: Giulio volel che Mirko, mai stato con una donna, andasse in fica ed io lo accontentai. Ma "l'inzuppata" durò ben poco perchè quel porcellino del mio boyfriend, avido di cazzo, si fiondò sull'uccello del collega succhiandolo fino a ricevere la crema in bocca e venendo a sua volta per l'eccitazione. Di fronte ad una scena simile mi smenazzai rapidamente per trovare, a mia volta, l'orgasmo e dunque il sollievo. Naturalmente mollai Giulio subito dopo, ma quella zozzeria di gruppo fu davvero divertente...       


sabato 17 marzo 2018

Impiegati monelli

Il mio nome è Vera. Sono direttrice di un'importante azienda commerciale. Ho un incarico di responsabilità, secondo solo a quello del proprietario. Anche come donna non sono più una ragazzina nè una verginella ormai. Ma nella vita si presentano spesso situazioni nuove, sorprendenti e inattese. Insomma, per farla breve, come potevo immaginare di trovare, nel bel mezzo di una mattinata, due dei miei migliori impiegati, scambiarsi reciproche effusioni? Si, avete capito bene, due uomini! Forse credevano di essere soli in ufficio ma io li sorpresi sul fatto mentre uno era intento a succhiare con gusto l'uccello dell'altro. E pensare che il moretto, Carlo, mi era sempre piaciuto. Non gliel'avevo mai data proprio per evitare casini in ufficio. Vederlo interagire con una persona del suo sesso mi fece passare completamente l'idea di una eventuale relazione di coppia seria. All'inizio mi incazzai non poco con quei due, aevvo una paura fottuta che nel mentre entrasse il proprietario e ci cacciasse tuttie  tre fuori dall'azienda con un bel calcio nel culo. E quei due incoscienti invece di riporre gli arnesi, di vergognarsi, per di più davanti ad una donna, loro superiore per giunta, cosa fecero? Mi invitarono a giocare! E io più incosciente e troia di loro colsi la palla al balzo. Mi fiondai sull'uccello di Gaetano, succhiandolo, mentre il moretto se lo inculava sulla scrivania. Baciai Carlo al sapore di cazzo di Gaetano, mentre l'inculata procedeva inarrestabile. Poi li osservai scopare a candela approfittando di quella visione per sditalinarmi la figa ormai bagnata. Pensai bene di aprire meglio le gambe consentendo a Gaetano di leccarmela perbene mentre si faceva inchiappettare dal moretto. Raggiunsi così un appagante orgasmo. Loro due continuarono a scopare focosamente. Gaetano se ne venne ricevendo la sborrata di Carlo dritta nel culo. Che gran porcata! Per fortuna quel giorno il proprietario non venne in ufficio, meno male, salvi per un pelo!      


Quando la terapia non basta

Mi chiamo Luciana (o Lucy, se preferite). Quello che stò per raccontarvi ha davvero dell'incredibile. Dopo pochi mesi di matrimonio con Federico, cominciarono i primi problemi nell'intimità. Per chiarire meglio il concetto, è come se lui preferisse accontentarsi del sesso orale. Bastava succhiarglielo un pò per farlo eiaculare rapidamente. Le prime volte ci passai sopra, infondo poteva essere anche intrigante per un pò, ma poi, questa strana tendenza di non portare mai il cazzo nella fica (che reclamava invano!) diventò un inconveniente spinoso. Dopo essermi appagata varie volte con dildo e vibratori vari, in sostituzione di una penetrazione naturale, lo convinsi ad andare dallo psicologo. Ma questa idea si rivelò tutt'altro che felice. Passò del tempo e, nell'intimità, succedeva sempre la stessa cosa: eiaculazione orale precoce e mai in fica. Avvolta dai pensieri decisi di indagare rovistando nel suo computer. La prima anomalia fu trovare foto di modelli uomini in una cartella un pò nascosta. Pensai subito che volesse fare lo spavaldo mostrando tali scatti a qualche puttanella conosciuta sul web. Ma, in seguito ad una ricerca più approfondita, trovai un documento scioccante, una sorta di diario molto intimo che cito testualmente: "Con mia moglie Luciana sono giunto ad un punto morto nell'intimità: è molto bella ma non riesco ad eccitarmi realmente". Poi lessi altre frasi con date successive: "Oggi mia moglie mi ha convinto ad andare dallo psicologo ma non sò se risolverò il problema...". Ed infine quella più scottante:"Lo psicologo è davvero un gran figo, con lui mi sono aperto completamente. In preda ad un'eccitazione che non avevo mai provato prima, gli ho succhiato il cazzo e poi ho lasciato che lui violasse la mia intimità più profonda, la verginità anale. Se penso che ho preso il suo caldo e copioso 'miele bianco' in faccia e in bocca, ho ancora i brividi per l'eccitazione". A questo punto, piuttosto sconvolta, ebbi la prova schiacciante che mio marito era gay e che se la faceva con lo psicoterapeuta. All'inizio feci finta di nulla, continuai a farlo godere con la bocca come al solito, come se fossi ignara della situazione. Poi però decisi di punirlo, quantomeno per non aver detto la verità. Mentre stavamo sul letto lo segai solo un pò, poi, con disinvoltura, gli infilai un dito nel culo dopo averlo inumidito in bocca. Notando il suo improvviso stupore misto ad eccitazione gli sussurrai all'orecchio mordendoglielo:"Mmm, qualcosa si muove, non sarai mica diventato frocio?". Diventò rosso dalla vergogna. Continuai a ricamarci sopra, gli dissi:"Mmmm bhè, come darti torto, conosco solo di visat quel dottore, è un bel figo, e avrà sicuramente un bel cazzo e te lo avrà fatto conoscere approfonditamente, sia in bocca che nel culo, vero tesoro?". A quel punto lui balbettò e cercò di smentire, rispose:"No, cara ma che dici, è un bravo professionista, con lui mi sono aperto", risposi:"Ah si? Magari lui ti ha aperto e perbene!". Lo presi per i fianchi, lo misi a pecorina e presi il mio dildo infilandoglielo nel culo con energia e muovendolo dentro e fuori e intanto gli dicevo:"Bhè, se non sei capace di adempiere ai tuoi doveri coniugali, sarò io a prendere il tuo buco, troia!" e lo scopai così, tra la rabbia e una vena di eccitazione. Miagolò come una gatta in calore e il suo amplesso lasciò ampie tracce sulle lenzuola. Non contenta presi lo strap-on e gli detti un'altra ripassata a pecorina, con lui che implorava pietà. Bhè, non sò perchè mi comportai così, tra rabbia, delusione, e una bella dose di eccitazione perversa. Posso dire che, dopo quella follia sessuale, mi sentì davvero soddisfatta. Naturalmente dopo ci separammo, niente di personale, ma la mia fica ha bisogno di un cazzo davvero duro come quello appagante del mio attuale compagno. Tuttavia, la sottomissione dell'ex maritino, è un'esperienza che resterà sempre custodita tra i miei ricordi più porcellini...   

Lui gode subito di bocca...

martedì 6 marzo 2018

Grazie dottoressa!

Mi chiamo Miranda. A un certo punto della vita, con un matrimonio alle spalle, una separazione e numerose avventure da single, cominciai, pian piano, a non avere più grande interesse verso gli uomini. Nessuno degli spasimanti riusciva ormai più a sedurmi, ad "accendermi" realmente a livello sessuale. Fu così che, in piena confusione mentale, decisi di ricorrere ad un aiuto psicologico. Sfogliando sull'elenco trovai un cognome che mi colpì, "Belletti", e così decisi di chiamare. Mi rispose una voce femminile, il che mi tranquillizzò. Con una donna sarebbe stato senz'altro più facile confidarsi. Premetto che, fino a quel momento, non avevo mai considerato le persone del mio stesso sesso eroticamente attraenti. Tuttavia, già dalla prima seduta, mi resi conto che la psicologa, di nome Arcadia, era, oggettivamente, un'affascinante e sensuale mora. Arcadia non era soltanto bella ma anche intelligente e preparata. Seduta dopo seduta cercò di comprendere le mie difficoltà ma, al tempo stesso, si generò una sottile e velata carica erotica tra noi. Lentamente entrammo in buona confidenza dialogativa. Grazie alle sue domande mirate, arrivai a scendere nei minimi dettagli dei rapporti che avevo avuto in passato e, quando lo facevo, lei si leccava puntualmente le labbra. Non sapevo esattamente cosa stessimo facendo ma la situazione mi intrigava particolarmente. Arrivai al punto di gradire oltremodo quelle sedute, pur non avendo risolto, in sostanza, il mio problema di fondo. Mi ero ormai quasi arresa quando inaspettatamente, un pomeriggio, la dottoressa Arcadia decise di risolvere a modo suo la situazione con una terapia del tutto particolare. Ero stesa sul classico lettino del terapeuta. Cominciò a parlarmi di sesso alternativo, ero confusa ma intrigata, le rispondevo a malapena ad occhi chiusi. All'improvviso lei si avvicinò furtivamente e mi accarezzò lentamente una gamba. Provai un brivido di piacere, lo ammetto. Poco dopo mi ritrovai la sua lingua in bocca. Fui colta da mille sensazioni, pensai perfino di sognare ma era tutto vero, stavamo slinguazzando! Non avevo mai baciato una donna in vita mia. Arcadia, con fare audace, si mise addirittura a cavalcioni sù di me! Mi strapazzò un pò i capezzoli e a quel punto cominciai a sentirmi vogliosa e bagnata come non capitava da molto tempo. Mi mostrò il suo bel seno incitandomi a leccarle i capezzoli. Lo feci con cura e provai un desiderio ormai sempre più crescente. Arcadia mi spogliò con disinvoltura, poi tolse i suoi indumenti. In pratica rimanemmo entrambe solo con i tacchi e le mutandine. La dottoressa allargò le mie gambe e cominciò a saettare la sua lingua calda nella figa ormai bagnatissima. Godetti come una matta, poi lei volle fare il cambio. Ero un pò titubante ma lei mi spinse la testa contro la figa e così mi ritrovai il suo frutto caldo e umido in bocca. Leccai da principiante ma mi venne abbastanza bene e naturale. Nella stanza cominciai a sentire un odore forte di sesso e di essenza delle nostre fiche vogliose che mi penetrò nel cervello. Sempre su quel lettino della perdizione, la dottoressa mi fece mettere a pecorina. In quella posizione si diede da fare a leccare la fica minuziosamente e a lungo. Godetti profondamente e venni intensamente nella sua bocca. Ma non finì certo lì! Arcadia, carica e vogliosa, si mise sopra di me in modo che le nostre passere andassero a contatto. A quel punto iniziò a muoversi affinchè le stesse si strofinassero tra loro: una frugata pazzesca che culminò in un mio nuovo formidabile orgasmo. Dai tremori mi accorsi che se ne venne anche lei. In pratica avevo fatto sesso con la psicologa e mi era piaciuto da matti. Ma lei, con molta diplomazia, disse che faceva parte della terapia e sembrò quasi voler far intendere che le sedute erano terminate. Ma io le dissi chiaramente di aver ancora bisogno di aiuto e così la "terapia" proseguì. Se precedentemente ero confusa, dopo sapevo bene cosa volevo: far sesso con lei. Diventò una specie di droga, di ossessione, non potevo più fare a meno di lei. Parlavamo sempre meno e facevamo puntualmente sesso, ogni dannatissima volta. Quasi ci godevo a pagarla come si fà con le puttane, o forse la puttana ero io, o forse lo eravamo entrambe, chi lo sà. Ma questo bel duetto erotico al femminile era destinato a finire miseramente. Avrei dovuto aspettarmi sorprese da una donna così bella ed intrigante. Quando la vidi in dolci atteggiamenti con un uomo (un cliente venuto allo studio prima di me) andai su tutte le furie dalla gelosia. Aspettai che il tizio andasse via, mi avvicinai a lei e la schiaffeggiai due volte dandole esplicitamente della puttana e corsi via sconvolta da quella dimora. Bhè, l'incazzatura poi passa, si sà, ma, per merito di Arcadia, ho riscoperto le emozioni erotiche: grazie dottoressa, mi hai proprio guarita!                 


venerdì 2 marzo 2018

Turbato dal collega d'ufficio

Devo senz'altro a Roland la colpa o il merito (secondo i punti di vista) di un mutamento sostanziale delle mie tendenze sessuali. Ma chi è costui? Roland è un mio collega di lavoro. E' sempre stato molto bravo a chiudere buoni contratti con clienti importanti al punto che mi chiedevo come facesse ad avere tanto successo e un giorno scoprì la scottante verità. Ci trovavamo in ufficio, avevo finito il mio turno di lavoro e stavo andando via quando mi confidò:"Caro Marco, se concludo positivamente con questo cliente è fatta, è milionario! Ho appuntamento qui tra pochi minuti, ho bisogno semplicemente di restare da solo con lui per cercare la massima concentrazione...". Risposi:"Ok, Roland, io vado via, in bocca al lupo". Preso dalla curiosità uscì dalla porta e attesi l'arrivo del cliente, un tizio di nome Xavier. Avendo le chiavi, rientrai poco dopo negli uffici dell'azienda. Arrivai ansioso dietro la porta della stanza di Roland e spiai dal buco della serratura ciò che accadeva. Dopo un breve discorso inerente il lavoro, Roland preparò il caffè. I due lo bevvero. Poi, in modo del tutto inatteso, Roland cominciò a manifestare effusioni un pò troppo intime verso l'altro, che comunque non si tirò affatto indietro... In men che non si dica, il grosso uccello del cliente finì dritto nella bocca di Roland! Non credetti ai miei occhi! Il caro collega ci diede dentro alla grande a succhiare l'uccello di quell'uomo che, dopo alcuni minuti, se ne venne gemendo di piacere. Il cliente schizzò copiosamente in bocca al mio collega monello che accolse languidamente la crema. Sconvolto ed emozionato dalla scena gay hard appena osservata, corsi via dal luogo di lavoro e rientrai a casa tra mille pensieri. Non immaginavo che quella situazione mi avrebbe cambiato la vita. Rosa, la mia signora, notando un'aria strana in me, chiese ignara:"Caro, tutto bene?". Risposi:"Si, certo, un pò di problemi al lavoro, niente di grave". Ma quelle immagini non riuscivo proprio a dimenticarle. Pensavo:"Roland lo ha fatto solo per i quattrini o gli piacciono davvero gli uomini? E come è possibile che l'altro ci sia stato in modo quasi naturale... Sono due maiali!". La scena continuava a passarmi nella mente, mi faceva schifo e mi eccitava al tempo stesso. Come era possibile tutto ciò? Una vita trascorsa da etero, sposato per giunta, e ora questi pensieri mi frullavano tempestosi nel cervello, sconvolgendo totalmente la mente. Non riuscì a tenere dentro il segreto e così, dopo cena, provai a confidare l'accaduto a mia moglie durante l'intimità. Mi aspettavo una scenata ma Rosa fu mia complice, comprese le mie esigenze e addirittura mi aiutò a realizzare un sogno proibito: quello di farlo proprio con il mio amico-collega. Se siete curiosi guardate pure le immagini e la seconda parte del racconto scritta a margine delle foto...

Turbamenti in ufficio...