martedì 30 gennaio 2024

La prima volta saffica di Sara

La vita è sicuramente imprevedibile, è fin troppo vera l'affermazione: "Mai dire mai!" e ciò, in seguito, risulterà più chiaro. Credo di essere una ragazza carina, non una strafiga ma almeno carina. Cercavo disperatamente di conoscere maschietti. Su una chat abbordai un tipo che mi parve interessante. Tutto sembrava procedere al meglio. Mi diede un appuntamento ma purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) non si presentò. Ci restai piuttosto male. Andai a trovare una conoscente di nome Marika con l'intento di sfogare la mia delusione per l'accaduto. La ragazza mi offrì la colazione. Intanto io, seduta al tavolo, smanettavo col cellulare inviando messaggi al tipo, nella speranza che mi rispondesse. Ad un tratto, una frase del tizio mi gelò: praticamente gli piaceva un'altra e così scoprì il motivo per cui non si era presentato all'appuntamento. Incassato il "due di picche" ci rimasi ancora più male. Intanto, Marika, vestita sexy e decisamente più carina della sottoscritta, mi provocava maliziosamente. Non potetti fare a meno di notare il suo notevole culetto mentre si piegava ad arte fingendo che le fosse sfuggito un frutto di mano. L'atmosfera si scaldò molto di più nel momento in cui lei si avvicinò a me. Mi accarezzò le spalle, poi le gambe e, infine, tra le gambe. Mi sembrò una situazione surreale: perchè quella fanciulla così avvenente mi stava palpando? E' ovvio! Perchè le piacevano le donne! Finì spalle al muro con lei che, astutamente, mi tolse pian piano gli indumenti arrivando a calarmi perfino le mutandine. Mi mostrai contraria, sostenevo di non volere. Dopotutto non ero mai stata con una donna. Ma Marika se ne fregò altamente delle mie perplessità e mi slinguazzò un pò la fica. A quel punto cominciai a perdere i freni inibitori. Mi toccai la passera mentre lei mi mostrava il suo fisico avvenente. Aveva capito, la furbetta, che, sotto sotto, in maniera latente, il suo corpo mi intrigava perchè avrei voluto essere sexy come lei. Marika non persetempo e mi slinguazzò i capezzoli. A quel punto, persi definitivamente il controllo e aprì la porta alla libidine. Allargai le cosce e Marika ne approfittò per slinguazzare il clitoride, ormai bagnato, in lungo e in largo. Praticamente arrivai all'orgasmo, il primo della giornata. Ebbi poco modo di rifiatare perchè, la proprietaria dell'abitazione, ormai nuda, mi coinvolse in una focosissima strofinata tra passere! Intanto, raggiunsi il secondo orgasmo mentre lei mi succhiava un dito. Era giustamente giunto il tempo di ricambiare. Mentre stavo stesa, si piazzò sopra la sottoscritta con la figa rivolta verso la mia bocca. Si trattava di un invito esplicito a slinguazzare al quale non volli sottrarmi. Che sensazione particolare, niente male, però, lo devo ammettere! Di sicuro un gusto diverso da quei pochi cazzi che, tempo addietro, avevo preso tra le labbra. Mentre mi ci stavo abituando, ricevetti il suo flusso orgasmico. Fui felice di farla urlare di piacere e mi sentì davvero soddisfatta. Avevamo rotto il ghiaccio e sugellammo quell'intesa con una caldo bacio. Spinta dal desiderio le chiesi di restare da lei pure a cena, oltre che a pranzo. Non avrei potuto servire, a quella intrigante lady dai capelli blu, un assist migliore. Dopo pranzo continuammo a giocare gustandoci il "secondo tempo" del match e poi, dopo cena, arrivammo anche ai tempi supplementari e ai rigori, nel suo letto! Bhè, Marika è proprio una tipa focosa e, forte della sua esperienza con le fanciulle, mi fece godere davvero come una porca. Poco importa se presi una fregatura da quel ragazzo: ci pensò lei a riequilibrare, nettamente, l'andamento del destino avverso... A proposito, io sono Sara!       

lesbiche

lunedì 29 gennaio 2024

Abusata dalla testimone prima delle nozze

Mi chiamo Dana. Elvira è, tutt'ora, la mia migliore amica anche se il nostro rapporto, ad un certo punto, cambiò radicalmente. Ma partiamo dal principio. Non avrei mai potuto lontanamente immaginare di piacerle e ciò perché furono innumerevoli le volte in cui uscimmo insieme a quattro, in compagnia di ragazzi, con cui finivamo per avere rapporti intimi dappertutto: case, hotel e perfino in auto. Il più delle volte, lei sentiva i miei "lamenti" di piacere ed io i suoi, il tutto a pochi centimetri di distanza l'una dall'altra. Ma a lei gli uomini non sono mai interessati realmente. Ci stava soltanto per compiacere me, per apparire "normale" ai miei occhi. Quest'andazzo proseguì per parecchio tempo. La svolta, improvvisa, arrivò quando io iniziai una relazione, che credevo seria, con un ragazzo di nome Mauro. Evidentemente, la mia propensione concreta verso il matrimonio, scatenò, dentro di lei, una forma devastante di gelosia incontrollabile alimentata dalla paura concreta di perdermi o di incontrarmi meno frequentemente in un prossimo futuro. Ad ogni modo, Elvira, abilmente, non fece trasparire nulla di tutto ciò, mantenne i sorriso falso sul viso proponendosi, ovviamente, come testimone di nozze. Ero agitata non poco il giorno del matrimonio ma mi sentivo più sicura al pensiero di avere accanto Elvira. Fu proprio lei però a tirarmi un colpo basso, per così dire. Mancavano ormai meno di due ore alla Cerimonia ed io, con il vestito da sposa addosso, trepidavo per la tensione, chiusa in camera con lei. Quella pazza ebbe la brillante idea di stordirmi con un fazzoletto intriso di cloroformio. Persi un po' i sensi, permettendole di legarmi al letto con le corde come una salsiccia. Fece i suoi comodi palpando e leccando il mio seno. Avevo piedi e mani immobilizzati. Con la mano, si fece largo tra le mie cosce. Dapprima, sfruttò lo stesso filo delle mutande per masturbarmi. Poi, lo scostò lateralmente e passò un dito sul clitoride. Quando ripresi meglio i sensi, lei si era già chinata tra le mie gambe per leccare la figa. La lingua saettante sulle zone intime vinse del tutto la mia resistenza. Subì la sua iniziativa e giunsi all'orgasmo. Quella situazione mi faceva schifo, dato che non ammettevo di cimentarmi in certe pratiche con una donna, ancora meno con quella che sarebbe dovuta essere la mia best friend. D'altra parte, però, avevo goduto intensamente. Elvira, dopo avermi forzata a quel modo, pretese di essere ricambiata e pose la sua topa sulla mia faccia. Presa dall'euforia della situazione, leccai la sua bernarda. Lei era talmente carica che ebbe l'amplesso in pochissimi secondi. A quel punto, le chiesi di lasciarmi andare. Disse di si ma voleva prima mostrarmi qualcosa. Tirò fuori un oggetto vibrante stimolando prima i miei capezzoli e, poco dopo, la fessura figale. Inutile dire che arrivai di nuovo all'amplesso mentre osservavo il suo sorriso beffardo stampato in faccia. Cercai di aggiustarmi al meglio, dopo essere stata strapazzata e mi presentai, più sconvolta di prima, all'altare.      

fiche

giovedì 25 gennaio 2024

Promessa sposa a letto con le sarte

Mi chiamo Sara. Voglio raccontarvi l'esperienza più intensa e trasgressiva che mi sia mai capitata nella vita. Conobbi Marco nella sala d'attesa del dentista. Instaurai con lui una relazione. Al principio ero contenta di starci insieme.

figa sexy

L'innamoramento può offuscare dei problemi di fondo ma solo temporaneamente. Marco era preso dal lavoro, prima di andarci passava da me per una sveltina. Di solito, gli leccavo un po' il cazzo, poi mi dava giusto un paio di colpi a pecorina prima di arrivare velocemente all'orgasmo. Mi ripeteva che, dopo il matrimonio, vivendo insieme, la situazione sarebbe migliorata. Intuì che si trattava solo di una pia illusione. Totalmente avverso, per via del carattere testardo, a ricorrere all'aiuto di specialisti, non avrebbe mai risolto l'handicap dell'eiaculazione precoce. Lui, egoisticamente, godeva e in fretta, mentre io non riuscivo nemmeno ad appagare minimamente i sensi. La svolta arrivò in una giornata apparentemente come le altre. Avevo appena fatto colazione quando Marco bussò alla porta per la solita sveltina. Dopo che mi schizzò nella figa, gli dissi che sarei andata dalla sarta per la messa a punto del vestito da sposa. Le nozze erano imminenti. In effetti, giorni prima, mi ero già trattenuta al Bar con la signora Giulia, una carismatica donna matura, per fornirle alcuni dettagli di base sul mio fisico (come peso, altezza etc...) e consentirle di cominciare a lavorare. Quando mi recai al suo domicilio, feci anche la conoscenza dell'assistente, una ragazza di nome Angela. Le due donne, molto gentili e affabili, presero con maggiore precisione le misure del mio corpo e mi fecero provare il fatidico vestito. In realtà, dato il clima di serenità che si venne a creare, sentì proprio il bisogno di confidarmi, di tirar fuori le preoccupazioni che tenevo dentro e loro insistettero affinché io mi sbottonassi. A quel punto, parlai apertamente del "difetto" del mio fidanzato. Madame Giulia e la sua assistente, con savoir-faire, mi portarono a riflettere. Se prima di andare lì avevo dei dubbi sul matrimonio, dopo le incertezze si raddoppiarono. Inoltre, le sarte mi convinsero che si dialoga molto meglio tra donne. Si percepiva un'aria strana. Fuori dalla finestra c'era un bel giardino illuminato dal Sole. Alla fine, le professioniste sistemarono il vestito al meglio. Devo dire che mi stava proprio bene addosso, tuttavia all'interno ero piena di paure. Temevo seriamente di dover far fronte ad una vita di angosce, sposando un uomo che, probabilmente, non mi avrebbe mai resa davvero felice. Senza che sostanzialmente me ne accorgessi, fui spinta dalle ladies in prossimità del letto. Avevo ancora il vestito addosso. Madame Giulia, alle mie spalle, insisteva affinchè riflettessi adeguatamente prima di compiere un passo così importante. Allo stesso tempo, mi riempiva di complimenti. Mi sentì davvero coccolata, non lo nego. In men che non si dica, le due donne, mi tolsero il vestito per cui mi ritrovai praticamente nuda. Giulia, che tenevo alle spalle, affermava quanto fossi speciale mentre Angela, con disinvoltura, allargò le mie cosce e cominciò a leccarmi dolcemente la figa. Solo allora realizzai che quelle due fossero lesbiche ma era troppo tardi ormai! La donna matura mi accarezzava il seno e Angela si dava da fare con la lingua. Mille pensieri frullarono nel mio cervello ma so solo che ebbi un orgasmo pauroso, di un'intensità mai provata nella vita. Mi resi conto che quelle due erano delle seduttrici seriali di femmine. Ammisero loro stesse di essersi portate a letto un sacco di donne (di sicuro le più carine) destinate al matrimonio. Mi prese anche una risata isterica, lo ammetto. Immaginai a cosa avrebbe pensato il mio fidanzato se gli avessi raccontato di essere finita a letto con le sarte. Probabilmente non ci avrebbe nemmeno creduto. Madame Giulia aveva proprio ragione, una volta rotto il ghiaccio, il sesso sarebbe andato avanti da sè in modo fluido, naturale. Mi leccarono un capezzolo a testa. A quel punto persi del tutto il controllo, nonostante fossi appena venuta. Angela stava sopra di me. Cominciai a slinguazzarle la fighetta. Pian piano ci presi sempe più gusto: quella ragazza aveva un sapore delizioso! Intanto, madame G mi leccava un pò la fica. Restai praticamente incollata alla passera di Angela. Sentendola eccitarsi tanto, presi sempre maggiore sicurezza. Allargai bene le sue natiche e slinguazzai come una forsennata. La ragazza perse del tutto i sensi regalandomi un orgasmo da paura che mi riempì la bocca di delizioso liquido figale. Da preda mi trasformai di colpo in predatrice assatanata. Forse mi ero persa per troppo tempo i piaceri alternativi del sesso. Madame G, in deliziose autoreggenti nere e tacchi rossi, decise di leccare la sua amichetta. E' pericoloso mettersi a pecorina perchè ci si ritrova decisamente scoperte e vulnerabili ad "attacchi". Ne approfittai, in modo sfacciato, per spanare con le dita la passerona della Giulia. Poi la ficona matura fu affidata alle cure orali di Angela che la leccò a più non posso. Io intanto assaporai nuovamente la passera dell'assistente. Stavolta la feci letteralmente impazzire e urlare a gran voce il mio nome: che soddisfazione! Con la bocca piena del liquido intimo di Angela, limonai con Madame G. La sarta matura mi baciò mentre la sua assistente le procurava l'orgasmo. Il tasso di libidine arrivò davvero a livelli eccelsi. Su quel lettone facemmo divinamente le troie per tutto il pomeriggio. Che porcate! Le salutai a malincuore e tornai a casa. Verso sera arrivò Marco e mi chiese come era andata dalle sarte. Risposi che il vestito era perfetto e non cercai di nascondere l'accaduto. Gli spiattellai la verità in faccia, ammettendo di essere finita a letto con quelle donne. Spinto da un ridicolo orgoglio, pretese che mi spogliassi  per dimostrare di essere uomo. Ma la sua "performance" fu addirittura peggiore del solito dato che venne nei pantaloni semplicemente tenendomi nuda sulle sue gambe. Non potetti fare altro che lasciarlo definitivamente. Sicura della strada da seguire, con palpitazione incontrollabile, mi recai da Madame G. La trovai sexy come sempre con le sue immancabili autoreggenti e i tacchi. Ci sedemmo su due divani, una di fronte all'altra. Fu sorpresa di vedermi così presto (erano passati solo pochi giorni dal triangolo). Le esternai le mie emozioni e l'intento di voler frequentare loro due. Angela, in quel momento, era uscita per una commissione. Madame G, vogliosa, si sparò un dildo nella figa. Non vedevo l'ora di avvicinarmi e darle una mano con quell'oggetto. Giulia, d'altra parte, sbavava perché le stessi accanto. Prima che tornasse Angela, ebbi tutto il tempo di sfondarle a dovere la passerona col Toy. Poi, non paga, glielo passai con foga pure dentro al culo. Che brivido sottomettere una donna esperta come madame G e farla godere come una maiala. Sfinita, disse che avevo il demonio in corpo 😈. Ci baciammo a lungo con passione. Angela rientrò proprio in quel momento. Non si aspettava di trovarci così, ebbe un attacco acuto di gelosia, sbattette la porta e andò via. Poco male, così madame G me la spupazzai da sola per tutto il giorno. Sono diventata io la sua nuova assistente. E, seguendo il solito copione collaudato, ci portiamo a letto le promesse spose più affascinanti...

sarte

martedì 23 gennaio 2024

Uno sposo non all'altezza

Mi chiamo Enrico. E' proprio vero che l'amore, a volte, è una pura illusione. Conobbi Diana alla fermata del bus. Come si fa a non notare una moretta così sexy? Cercai subito di approcciare e lei si dimostrò cordiale e simpatica. Il fidanzamento che ne seguì fu quasi naturale anche se non immaginavo minimamente che i suoi genitori fossero all'antica, soprattutto il padre, Ariosto. Pretesero che io e Diana non dormissimo insieme prima del matrimonio. Ci limitavamo ai baci, nulla di più. Tutte le situazioni presentano risvolti positivi e negativi, come si suol dire, la medaglia ha sempre due facce. L'astinenza sessuale mi permise di continuare il rapporto con lei nascondendole il problemino che ho tra le gambe. Insomma, in poche parole, ho il cazzo piccolo. Non riuscivo proprio a confidarglielo, essenzialmente per due motivi: primo, perchè non volevo che i lasciasse e secondo per la troppa vergogna. La relazione andò avanti con bacetti, come due quindicenni. Io, di tanto in tanto, mi segavo e lei, di sicuro, si masturbava. Quando arrivò il fatidico giorno del matrimonio, lei non stava più nella pelle e nemmeno io, idiota, che, preso dall'euforia, pensavo che il mio misero pisellino potesse farla godere. In ogni caso, ero troppo innamorato per non sperarci quantomeno. L'ebrezza durò lo spazio di pochi minuti, il tempo di spogliarla, nella camera dell'hotel. Quando tolsi i vestiti e le presentai il mio uccellino, Diana cambiò di colpo espressione. La sua gioia per il lieto evento, si trasformò, nel giro di pochi secondi, in totale rabbia mista a frustrazione. Il suo sguardo glaciale mi fulminò e fioccarono, ovviamente, le offese. Ma si, che coglione che fui, infondo: come speravo di soddisfare una donna focosa del genere senza "l'attrezzo" necessario? La soluzione, decisamente umiliante, la trovò lei e subito! Aveva notato un cameriere di colore prestante, durante il pranzo matrimoniale e mi ordinò di andarlo a cercare. L'uomo si chiamava Thomas e subito accorse in camera nostra. Capita la problematica, si spogliò immediatamente per soddisfare gli "appetiti" impellenti della mia signora. Diana tornò a sorridere, osservando la sbarra paurosa di quell'uomo. La imboccò, senza vergogna, dinanzi a me che, da gran cornuto, mi limitai ad osservarli accennando una sega da sfigato patentato. Lui le leccò dapprima la figa con cura e poi la castigò di brutto. Cos'altro potevo fare, se non praticare l'autoerotismo, mentre quell'uomo dotato si sbatteva Diana di gran carriera. Le fece sentire dentro la passera tutta l'alabarda, la fece letteralmente impazzire, urlare di piacere come mai io sarei potuto riuscire. La sfondò a missionaria e pure a pecorina. La mise perfino sopra di se, a cavalcioni in modo che lei andasse sù e giù come in una infernale giostra della lussuria sfrenata. Quando la prese per i fianchi per darle l'ultima ripassata, mi resi conto che l'orologio segnava addirittura le 5 del mattino. Diana continuava a venire a raffica, sedotta ampiamente da quella mazza poderosa. Affermò di aver raggiunto almeno 5 orgasmi quella notte. Thomas, dopo aver accuratamente schizzato la figa di Diana mi suggerì di osservarla attentamente. Guardai e mi sentì umiliato e cornuto fino all'inverosimile. Thomas, per i suoi impegni lavorativi, non poteva seguirci in Luna di Miele ma vi assicuro che Diana trovò, anche lì, adeguate verghe pronte a soddisfare i suoi desideri. E io? Bhè a me toccò sempre il ruolo di guardone cornuto e segaiolo...            

fica

lunedì 22 gennaio 2024

Figlio cuckold

Mi chiamo Luca. Mio padre è un ricco e vizioso uomo d'affari. Gli piacciono le 20enni, nonostante mia madre Loredana, peraltro giovane, sia davvero una gran figa. In virtù dei soldi, della vita agiata, la mamma ha tollerato le corna per anni ma, ovviamente, a tutto c'è un limite. Loredana ha le sue esigenze, come tutte le donne. Probabilmente, si tratteneva per paura di darmi un dispiacere sapendo che, aldilà di tutto, sono legato a papà. Abitiamo al terzo piano. Un tipo che vive al primo, tale Mauro,  le gironzolava intorno da parecchio con la scusa di aiutarla a salire sopra la spesa. Loredana si sentì gratificata dalle attenzioni di quell'uomo e così, un bel giorno, mi disse che lo avrebbe invitato a casa a prendere il caffè. Capirai, quale caffè! A Mauro bastò baciare le mani di mia madre affinché lei, lusingata, si spogliasse in un attimo! Teneva pure le autoreggenti e i tacchi, la monella. L'uomo se la trombo' subito a candela. Accidenti, aveva davvero un grosso calibro! Poi lei si mise a cavalcioni sopra di lui. Se lo prese tutto il randello e urlava come una maiala. Lo stallone se la sbattette alla grande pure a pecorina. Intanto mi sfotteva un po', diceva che se avesse avuto una madre così, non sarebbe nemmeno uscito di casa. Eccitatissimo le diede gli ultimi colpi a missionaria. Gli piaceva "accendere il fuoco", aumentare la perversione 🔥. Il porco, infatti, suggerì a mia madre che avrebbe potuto scopare incestuosamente con il sottoscritto immaginando che io la desiderassi. Loredana gli rispose di non avere certezze su di me, solo di non avermi mai visto in compagnia di ragazze. Non so se in tono veritiero o provocatorio, affermò che, probabilmente, il non stavo guardando lei ma, piuttosto, il cazzo di lui. Bhe, in realtà osservavo tutto, quella situazione era decisamente arrapante. Loredana, nel frattempo, venne. Poi, prese a sbocchinare di gran gusto il cazzo dello spasimante che le sborrò copiosamente in bocca e sulle tette poco dopo. Da quel giorno, Mauro è ospite fisso della mia dimora. Bhe, visto che adesso c'è più confidenza, posso tirar fuori l'uccello in relax e spararmi una gran sega mentre loro sono intenti a scopare.



Sesso misto

Mi chiamo Rosaria. In questa vicenda, sono la ragazza bionda. Io, Alice e Roberta, siamo le nipoti di una coppia di industriali ricchi sfondati proprietari, tra l'altro, di una sontuosa Villa con piscina ubicata fuori città. Gli zii, durante il periodo estivo, ci consentirono di utilizzarla. Non male, per tre giovani fanciulle, stare all'aria aperta ad abbronzarsi. Un giorno, verso la fine di giugno, capitò un episodio insolito. Due ragazzi, non proprio etero, completamente nudi, credendo che la struttura fosse abbandonata, pensarono bene di ricercare il piacere tra di loro sopra la scalinata in pietra che porta alla lunga balconata. Dall'alto, li sorprendemmo mentre il primo (Manuel) stava succhiando l'uccello dell'altro (Roger). Credevamo che, dato l'imbarazzo, quei due si dileguassero all'istante. Invece, con nostra grande sorpresa, continuarono ad amoreggiare imperterriti, nonostante i nostri sfottò, commenti e perplessità. Evidentemente ci avevano preso gusto e, nemmeno la presenza di ben tre donne, li distolse dai loro calorosi giochetti gay. Guardarli ci accese, in qualche modo, il desiderio. Sulla balconata, le dita corsero veloci sulle fighe. In quell'occasione, Roberta fece pure una sorta di coming out, rivelando la sua passione per le donne. Quella porcellina approfittò della situazione generale di euforia per infilare il dildo nella passera della vogliosa Alice. Intanto i ragazzi, presi dall'eccitazione, si misero addirittura a scopare! Roger impalava Manuel splendidamente a candela. Noi donne continuavamo a punzecchiarli, a chiedere se davvero gradissero un appagamento ad esclusiva base di randello. Come si dice, Se Maometto non va alla montagna, allora è la montagna ad andare da Maometto. La libidine acuta è in grado di sovvertire gli equilibri. Gasate, ci spostammo verso le scale e ci avvicinammo a loro. Io ed Alice cominciammo ad agire di seghe e di bocchini sui cazzi degli "ospiti" mentre Roberta, intrigata, osservava. A me toccò il passivo, diciamo così, mentre alla mia amica Roger. Coinvolsi Manuel al punto da riuscire a farmi scopare beatamente a pecorina: godemmo entrambi. Lui, mentre affondava il pene in vagina da dietro, affermava che sono una gran porca ed è proprio vero! Ad Alice bastò la bocca per far venire Roger, poi lui la portò all'amplesso con le dita. Intanto Roberta, ricevendo mani sulle tette e sul resto del corpo un pò da tutti, arrivò all'orgasmo a sua volta grazie ad un intenso ditalino. I ragazzi tornarono spesso a farci visita, quell'estate, e i "quintetti" divennero una piacevole abitudine.              

groupsex

venerdì 19 gennaio 2024

Il compagno focoso della mia amica

Mi chiamo Ida. Sposai Fausto perchè è una persona gentile e anche per via della sua agiata posizione economica. Chiaramente, la passione focosa, il sesso bollente, sono altre cose. Fausto è timido, riservato, non è uno stallone. Nei nostri primi approcci, gli bastava palparmi un pò il seno affinchè comparisse una macchia di seme nei suoi pantaloni. Gli vogliono bene ma, indubbiamente, con il suo cazzetto moscio, non avrebbe mai potutto soddisfarmi. Di tanto in tanto, lo soddisfavo con qualche sega e, se usavo la lingua, veniva in un attimo. Il suo pisello, piuttosto ridicolo, non induriva mai abbastanza per andare degnamente in fica a compiere il proprio dovere. Ciò nonostante, credendo stupidamente di poter fare a meno di certi appagamenti, lo sposai ugualmente puntando solo sui soldi. Ma, alla distanza, cominciai a scalpitare, a rendermi conto di aver commesso un errore imperdonabile. Fausto poteva essere solo un buon amico, niente di più. Quando, un giorno, ammise apertamente di non essere molto valido nell'intimità, quasi dispiacendosi, colsi la palla al balzo per cornificarlo a dovere traendo il massimo piacere. Avevo già in mente la persona giusta per scopare. Si trattava di Claudio, il giovane compagno sexy e aitante di una cara amica. Lia non mi avrebbe mai detto di no, dal momento che siamo quasi come sorelle per cui acconsentì all'insolita richiesta. Comprese perfettamente cosa significa non sentirsi appagate. Claudio è davvero un gran figo! E così mi recai a casa di Lia. Claudio aprì la porta. Al momento non c'era nessun altro in casa. Dopo un drink, l'uomo prese subito l'iniziativa baciandomi e succhiandomi avidamente il collo. Cominciai a gocciolare nelle zone intime. Tirò fuori un gran palo! Lia me ne aveva spesso parlato bene ma accertarsi delle cose di persona è tutt'altro. Assetata di minchia ovvero in abbondante astinenza sessuale, leccai la cappella e la succhiai con foga. L'asta divenne ancora più dura! Mi spogliai. Quel macho di Claudio, iniziò a leccarmi la figa con passione e ci infilava, spesso e volentieri, pure le dita dentro: andai proprio in estasi! Ma un brivido di imbarazzo mi percorse tutta quando affermò che, in nostri rispettivi partner, volevano essere spettatori. In sottofondo sentì la voce di Lia che incitava e quella, più sobria, di mio marito. Nonostante il disagio del momento, ero troppo eccitata per non giungere al primo bollente orgasmo. Ma Claudio aveva appena cominciato: puntò la figa con la cappella della sua mazza e mi penetrò a missionaria. Poi proseguimmo a candela e lì mi entrò proprio tutto dentro: urlai di piacere e venni nuovamente. Intanto sentivo i commenti di Lia che sottolineava quanto fosse toro il compagno e come mi sfondava perbene da vero uomo, umiliando, nel contempo, Fausto. Lia è davvero bella ma mio marito non sarebbe mai stato in grado di farsela con quel pisellino moscio che si ritrova, poco incline alle erezioni potenti. La chiavata proseguì perentoria a pecorina. Estasiata, raggiunsi per l'ennesima volta l'orgasmo. Intanto, notai che Fausto guardava Claudio con ammirazione mentre Lia, umiliandolo sempre più, gli disse che, solitamente, chi non lo ficca nella figa, per svariati motivi, finisce, prima o poi, clamorosamente per prenderlo. A quel punto, Claudio, sul punto di venire, sfilò il pene dalla figa e lo pose all'altezza del mio viso. Lo smanettai con movimenti rapidi e, dopo pochi istanti, gli schizzi di seme mi arrivarono copiosi in bocca e sulle tette. Dopo una trombata prolungata, il tipo si svuotò del tutto i coglioni. Mio marito affermò di essere venuto nei pantaloni. Chiesi a Lia e Fausto di ripetere l'esperienza. Ci pensarono un pò sù poi acconsentirono. Farmi sbattere da Claudio, con i rispettivi partner spettatori, divenne una piacevole abitudine. Un giorno, però, Lia, per motivi personali, non potette essere presente al solito incontro e così ci ritrovammo in tre. Notai che Claudio e Fausto si guardavano in modo strano. Quando il compagno di Lia, mi disse che potevo restare vestita, capì che, nell'aria, c'era qualcosa di particolare. Andò da Fausto e gli comunicò: "Non senti caldo vestito sempre in giacca e cravatta?" e iniziò a spogliarlo, poi tolse a sua volta i vestiti. In men che non si dica, Fausto si ritrovò a pecorina inchiappettato a dovere dalla notevole sbarra di Claudio. Ci fu un momento di gloria anche per lui, abituato sempre a fare lo spettatore. Capì che quel pomeriggio se la sarebbero vista tra loro e fui relegata io al ruolo di osservatrice. Claudio gli spaccò il sedere dandogli spietatamente del finocchio rotto in culo. La sborrata nell'ano del marito giunse più che copiosa, accompagnata dalle parole di sentenza da parte del "toro" che, rivolgendosi a Fausto, puntualizzò che, per quest'ultimo, un cazzo moscio, non esisteva altra strada sessuale praticabile. Proprio in quel momento, sentì la chiave girare nella serratura. Lia entrò in casa. Osservando la scena affermò, sorridendo: "Io, tempo addietro, lo avevo già previsto!".                               

troia

mercoledì 17 gennaio 2024

Gloryhole chiavata anonima

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martedì 16 gennaio 2024

L'amica del cuore troppo focosa

Mi chiamo Magda. Rosalba è la mia migliore amica. Ci conosciamo da una vita. Insieme abbiamo vissuto tante situazioni: ci siamo entrambe sposate e poi separate, soltanto che lei non ha avuto figli ed io, invece, sono madre di un maschio e una femmina. Per un periodo ci frequentammo meno, proprio in quel frangente lei decise di cambiare casa ed acquistarne una in periferia, in zona più tranquilla rispetto alla città. Entusiasta mi telefonò e disse che le avrebbe fatto piacere una mia visita per ammirare l'abitazione. Non potevo certo dire di no e così, nella tarda mattinata, mi misi in auto e impostai il navigatore per raggiungere la sua nuova residenza. In effetti, quell'appartamento non era affatto male. Dall'ampio terrazzo c'era proprio un bel panorama. Non mi aspettavo che, d'improvviso, lei mi alzasse la gonna. Come scusa affermò che si trattava di un gioco per provocare eventuali vicini. Credevo che dicesse la verità e presi, inizialmente, la situazione in maniera scherzosa. Tuttavia, più si andava avanti e più sentivo tutta la libidine della mia subdola amica. Mi leccò perfino il il filo del reggicalze e le calze. Quando limonandomi, infilò le dita nelle mie mutande, fu tutto chiaro! Disse che potevamo essere più che semplici amiche. Mi limonò davvero duro! Le suggerì che avrei potuto presentarle un uomo ma lei se ne fregò altamente: voleva giocare con me! Mi accarezzò il seno. Nell'eccitazione, leccai i suoi capezzoli. Rosalba, a quel punto, affermò che era meglio spostarsi dentro l'abitazione. E così proseguimmo all'interno della casa tra baci e reciproche leccate di capezzoli, giusto per iniziare. Spalancai le cosce sul letto e lasciai che lei mi leccasse la figa. Provai piacere ma non riuscì a venire dato che sono sempre stata storicamente eccitata dal cazzo. Mi stuzzicò anche con un oggettino, oltre che con la lingua, ma non riuscì ad arrivare, in quel frangente. Così ci demmo il cambio. Da perfetta neofita, solo grazie all'istinto e all'euforia del momento, affondai la lingua nella sua vagina procurandole immenso piacere. La leccai al punto da condurla all'orgasmo. Rosalba, tutt'alro che sazia, mi coinvolse in una strusciata mozzafiato tra fighe. E intanto, la porcella, mi passava pure il piede sulle tettone. Stavolta la stimolazione era davvero troppo intensa per non venire. Giunsi finalmente all'orgasmo e lei ci arrivò per la seconda volta. Stavamo ancora assaporando quell'inebriante momento quando la Rosy mi propose di trascorrere la notte a casa sua. Mi preoccupavo per i figli che attendevano per la cena ma lei mi suggerì prontamente una scusa ossia avrei dovuto dire che si era fatto tardi nel guardare l'abitazione e che avevo preferito restare ospite per non guidare senza adeguata illuminazione stradale. Colsi quell'opportunità perchè volevo proprio vedere tra noi due chi fosse la più porca. Lo scoprì in seguito a mie spese! Ordinammo due pizze, guardammo un pò la tv. Dopo di ciò, ci mettemmo a letto e lì Rosalba tornò alla carica. Riuscì a reggere la sua foga a malapena per un paio d'ore, dopodichè lei prese decisamente il sopravvento, sessualmente parlando. Divenni un giocattolo nelle sue mani. Mi girò e voltò a piacimento rendendomi la sua troia. Arrivai distrutta all'alba con le sue mani che mi sfondavano la figa senza alcuna pietà. Crollai sfinita sul letto con lei che mi disse: "Pensavo fossi più resistente!". Più tardi facemmo colazione insieme, poi la salutai e decisi di sparire per un pò per riprendere fiato. Bhè, ogni tanto vado a trovarla e sò cosa mi aspetta, sò che è pronta a "massacrarmi" ogni volta!              

lesbo

lunedì 15 gennaio 2024

Preda di dottoressa e infermiere saffiche

Sono Claudia, un'impiegata. A dire il vero mi vergogno un pò della situazione che mi è capitata qualche tempo fa. Solo adesso trovo il coraggio di raccontarvela integralmente. Dopo un normale controllo di routine al seno, una mammografia, ricevetti dall'Ospedale una mail in cui si evidenziavano dubbi sul mio stato di salute. La preoccupazione mi assalì. Ne parlai con il mio ragazzo ma lui, da gran superficiale facilone, sminuì la vicenda e mi coinvolse in un rapporto sessuale. Mi leccò la figa ed io cominciai a perdere il controllo. Ricambiai succhiando l'uccello. Poi, gli montai sopra a cavalcioni per un'intensa scopata. Proseguimmo di fianco, a pecorina e a missionaria. Arrivai piacevolmente all'orgasmo. Lui stava sul punto di venire quando glielo presi tra le labbra ricevendo, poco dopo, copiosi e saporiti schizzi di sborra in bocca. Quella goduta mi rilassò e, per un pò, riuscì a non pensare all'esito ambiguo di quell'esame. Ma, tempo dopo, si presentò, nell'ufficio dove lavoro, un'affascinante signora bionda che si classificò come la dottoressa Laura Fresno. La donna era venuta di persona a suggerire di recarmi nella sua Clinica privata per ulteriori accertamenti. La preoccupazione tornò ad impadronirsi della mia persona. Con la paura si ragiona poco, fu per questo che accettai di recarmi nella struttura per far luce sul mio effettivo stato di salute. Lì dentro si respirava un'aria strana, l'atmosfera era un pò surreale. Oltretutto trovai insolito che mi dicessero di indossare le autoreggenti bianche con la scusa della pulizia e della praticità. Mi ritrovai su un lettino, circondata da 4 donne, la dottoressa e tre sue giovani assistenti. Non sapevo che mi stessero ingannando. Laura e le sue infermiere erano tutte lesbiche e assatanate. Mi stavano tutte incollate. Laura mi palpò il seno da dietro e le altre lo scoprirono. Capì che non volevano prendersi cura del paziente nel modo classico ma in maniera decisamente più spinta! Fu una delle ragazze a leccarmi per prima la figa. Fino a quel momento, non mi ero mai sognata di stare con le donne. Un'altra mi piazzò in bocca lo strap-on mentre Laura si premunì di leccarmi le fessure da dietro. Non volevo finire loro preda ma a quel punto c'era poco da fare. L'eccitazione prese il sopravvento, specie quando Laura mi penetrò la fica da dietro con lo strap-on. Un'altra sua complice continuò a missionaria. Erano tutte munite di fallo per cui si divertirono a penetrarmi a turno! Ma il pezzo forte arrivò quando Laura, gasata, decise di rompermi letteralmente il culo a pecorina, munita di quel diabolico sventrapassere che risponde al nome di strap-on. Oddio che male! Ma anche che goduria! Anche le altre ragazze si deliziarono ad affondare nel mio buco più intimo, stavolta a missionaria. Inevitabilmente arrivai all'orgasmo. Sbrodolai tutta davanti a quelle maiale soddisfatte di aver semistuprato una presunta etero. Come si suol dire, mi fecero la festa e non posso affermare che mi sia proprio dispiaciuto, a parte i rossori in culo durati oltre una settimana e leniti a fatica dalla crema lenitiva idratante. La buona notizia è che mi stavano prendendo per il culo (nel vero senso della parola!) ossia in salute stavo bene. Laura produceva esami falsi per scatenare ansia e preoccupazione in pazienti carine, da lei accuratamente selezionate, allo scopo di condurle al sesso. Dovrei denunciarla lo so, però mi ha fatto godere così tanto, lei e le sue assistenti maiale. Bhè, chissà che non decida di andarla a trovare, un giorno o l'altro. Dopotutto, amiche del genere fanno sempre comodo...                  

lesbiche

venerdì 12 gennaio 2024

Sedotta dalla collega di colore

Mi chiamo Alba. Scoprì che il mio ragazzo se la faceva con la cugina, gliene dissi quattro e lui, prontamente, mi mollò. In quel periodo andai letteralmente nel panico, dal momento che, alla delusione sentimentale,  si aggiunse il grosso carico di lavoro in ufficio, praticamente ingestibile. Mi portai le scartoffie a casa nella speranza di affrontare le pratiche con maggiore calma. Ciò nonostante, non riuscivo proprio a trovare il bandolo della matassa. Ad un certo punto, inaspettatamente, bussò alla porta Yara, una collega di colore che si offrì di aiutarmi. Tirai un sospiro di sollievo ma la donna rivelò, dopo pochi minuti, le sue reali intenzioni. Affermò che dovevo rilassarmi e che un bacio poteva servire allo scopo. La assecondai ma, poco dopo, mi propose un massaggio rilassante. Non ci vidi nulla di strano se non la rapidità con cui mi spoglio e quella con cui tolse a sua volta gli indumenti. Con disinvoltura, mi spalancò le cosce, cominciando a leccare la figa. Non pensavo proprio che Yara fosse lesbica! Il piacere indotto dalla lingua, abbassò i freni inibitori. Non contenta, mi sgrilletto' la fica e ci palpammo le tette a vicende (le sue erano grosse). Yara mi coinvolse in una focosa  strofinata di passere da orgasmo. Ormai ero sua! La ragazza si muni' di strap-on e me lo sbattette in bocca. Lo leccai e lo succhiai. Diceva che disponeva pure lei di un cazzo per soddisfarmi. Dopodiché me lo sbattette dentro la passera a pecorina, a candela e poi a missionaria. Continuai a raggiungere orgasmi ma, arrivate a quel punto, era lei che esigeva il piacere. Da dilettante le leccai la figa (la prima in vita mia!). Yara era così eccitata che se ne venne intensamente in pochi minuti urlando soddisfatta. Dopo aver goduto, ci ricomponemmo e cercammo di lavorare, anche se provavo grande imbarazzo. Avevo ancora in bocca il sapore della sua venuta. Dopo quella volta, Yara, per diverso tempo, venne puntualmente a casa ogni giorno ad "aiutarmi" con le pratiche d'ufficio ma ci dedicavamo decisamente di più all'appagamento dei sensi.

nera

mercoledì 10 gennaio 2024

Frocio impotente tra due Veneri

Mi chiamo Carol. Conobbi Giorgio ad una festa. Lui non è certo il prototipo del maschio Alfa. A letto non faceva scintille, non aveva un grosso manico e inoltre palesava una scarsa erezione, oltre alla precoce e poco abbondante eiaculazione. Un mezzo disastro, insomma. I nostri rapporti intimi si riducevano miseramente ad una volta al mese. Preoccupata, mi rivolsi ad una d.ssa di nome Amalia. Si trattava di una donna sexy, ammaliante. Tra di noi nacque una complicità ma mantenevo un pò di riserva per via del rapporto con Giorgio. Quando parlai di lui e del suo scarso rendimento a letto ad Amalia, lei sentenziò subito che l'uomo era chiaramente omosessuale. Non essendone convinta, titubavo. E così, l'intraprendente Amalia, mi propose un incontro a tre nel suo Studio privato per delineare la situazione una volta per tutte. In sostanza, si partiva da una relazione di coppia con difficoltà. Amalia si fece trovare col camice e sotto munita di strap-on. Giorgio sembrava rincoglionito ma manteneva pur sempre una certa signorilità. Quella maiala di Amalia mi piazzò subito il dildo in bocca, costringendo Giorgio ad osservare con attenzione. Ci trovò gusto ad umiliarlo, a dirgli che doveva guardare per imparare come si scopa una signora e ciò nella remota ipotesi che il suo pisello fosse, in qualche modo resuscitato. Mi piaceva quella situazione. Amalia ne approfittò per scoparmi a pecora e Giorgio non sembrava proprio in grado di prendere parte concretamente al gioco. La dottoressa mi castigò a pecorina, a candela e pure a missionaria. E Giorgio continuava a prendersi insulti. Eccitata leccai la figa sbrodolata della dottoressa. Poi lei, intuendo di avere gioco facile sull'uomo, gli piazzò lo strap-on in bocca chiedendogli se preferisse quello, piuttosto delle donne, naturalmente ricamando il tutto con insulti. Ci presi gusto anch'io ad insultarlo, resami conto che non era solo mezzo impotente ma pure un grandissimo finocchio represso! Mentre io e lei ci godemmo un caldo lingua a lingua, spinsi la testa di quel coglione sul dildo in modo che lo imboccasse perbene. Intanto, io e lei provavamo gusto all'idea di fargliene assaggiare uno vero! Amalia riprese a penetrarmi a pecora e lui, inerme, stava sotto di me. Gli avremmo cercato qualcuno che se lo sbattesse e, intanto, io  e lei eravamo libere di goderci la nostra storia saffica tra fighe sexy.          

triangolo

martedì 9 gennaio 2024

La dura legge del manganello

Un saluto dalla vostra amica Marica. Un po' di tempo fa, ci eravamo lasciati con l'inizio del mio "soggiorno" dietro le sbarre e il primo incontro con Lara la bizzarra guardia carceraria dominante. Con il boss avevo ceduto per soldi, per condurre una vita agiata ma, solitamente, non amo sottomettermi. Tuttavia, la vita è imprevedibile e, in certi frangenti, non è sempre possibile scegliere ciò che si vuole. Alle volte è necessario adattarsi per poter andare avanti. Lara non si accontentò certo del nostro primo "appuntamento". La "signora dominante" decise di ammanettarmi nuda, con i soli tacchi ai piedi, alle sbarre della cella, e di farmi "assaggiare" il suo manganello. Eh già, proprio così! In effetti, conoscevo soltanto un uso di questo oggetto, quello per colpire, per sedare le risse, insomma. E invece la stronza, la "marescialla" di ferro del cazzo, me lo ficcò nella vagina senza pietà! Eh si, sembravo infilzata come un dannato spiedino! Ci mancava solo la fiamma che mi arrostisse. La guardia diceva che dovevo diventare obbediente, essendo una cattiva ragazza, una poco di buono. In realtà, prima che venissi arrestata, mi facevo scopare da quel delinquente per poter condurre una vita agiata ma non c'entravo nulla con le attività illecite legate alla prostituazione e agli stupefacenti. Lara mi impalò senza pietà e giuro che provai fastidio ma, al tempo stesso, una sensazione di torbido piacere e di totale impotenza. Lei mi offendeva, mi dava della stronza, della troia, della succhiacazzi. Ed io le risposi che lei era una frustrata, una che non aveva mai beneficiato delle gioie di un vero pisello di carne. La mia risposta ebbe l'effetto di inviperirla ancora di più. Disse che non avevo capito nulla, che lei mi difendeva da situazioni peggiori, tipo gruppi di donne morte di figa che mi avrebbero letteralmente sbranata. E così cominciai ad abbassare la testa, come si suol dire, a comportarmi da schiavetta ubbidiente e vi confesso che provai un fottuto piacere di fondo indescrivibile, mi calai nel ruolo della sottomessa. Lara mi fece succhiare il manganello sporco dei miei umori, perchè diciamocela tutta, in quel tran tran, me ne ero bella che venuta. Spompinai l'oggetto con i miei sapori intimi. Dopo di ciò, Lara mi liberò i polsi dalle manette e disse che per quella volta poteva anche bastare. Ma di giorni così ne avrei vissuti tanti altri...

manganello


La grossa asta del padre per il figlio

Mi chiamo Ivana. Non avrei mai immaginato, neanche lontanamente, che, all'interno della mia famiglia, si potesse prendere una piega così torbida. Ma partiamo dall'inizio. Conobbi Roberto tanti anni fa. All'inizio ci frequentavamo così, senza impegno, come una sorta di scopamici. Ma poi, col tempo, con la frequentazione, subentrò l'innamoramento, almeno da parte mia perchè, dopo i risvolti che sto per narrare, non sono affatto sicura dei suoi sentimenti attuali nei miei confronti. Ad ogni modo, la nostra unione portò alla nascita di Jacopo. I primi anni andò tutto abbastanza bene. Oddio, Roberto è un bell'uomo, dotato: ha una gran mazza! Diciamoci la verità, ogni tanto qualche donna se la scopava. Ma io lo perdonavo sempre, sapevo che si trattava solo di uno svago, di uno sfogo e nulla più. Tuttavia, l'insidia, alle volte, arriva da dove meno te lo aspetti. Jacopo crescendo manifestò un orientamento poco incline verso le ragazze. All'inizio pareva solo una sensazione ma, quando sbirciai nel suo computer, trovai una marea di foto di: cazzi, uomini nudi e sesso tra uomini. Provai più volte a dialogare con lui di questo aspetto ma Jacopo si chiudeva sistematicamente a riccio. Stufa, cercai il sostegno di Roberto e, probabilmente, fu proprio qui che commisi un errore imperdonabile. Speravo che Jacopo potesse aprirsi con il padre, ritenevo che, magari, tra maschi, si potesse discorrere meglio di certi temi un tantino delicati. Così, convinsi mio marito a parlare con il figliolo. I due si chiusero in salotto. Li lasciai tranquilli per una decina di minuti, poi mi misi ad origliare dietro la porta. Cominciai a sentire discorsi strani, di avances che Jacopo indirizzava nei confronti di Roberto. Non ci volevo credere ma, più ascoltavo e più trovavo conferma di certe sensazioni. Poi sentì dei gemiti. Capì che Jacopo stava facendo un pompino a mio marito! Fu decisamente shoccante, soprattutto quando udì chiaramente Roberto arrivare all'orgasmo. Il coniuge tornò da me confermando l'omosessualità del figlio e aggiunse che dovevo rimanere tranquilla, che non vi era nulla di cui preoccuparsi. Gli riferì di aver ascoltato e lui non potette negare l'evidenza ma spiegò che questo serviva a far riavvicinare Jacopo a noi. Non contento, affermò che, dopo alcuni giorni, io e lui gli saremmo andati a parlare insieme. Avevo una confusione in testa incredibile ma la calma prese il posto dell'ira perchè non volevo che Jacopo ricevesse un trauma a causa dei turbamenti della sottoscritta. Purtroppo, o per fortuna, a questo punto non saprei, il secondo incontro fu decisamente molto ma molto peggiore del primo! Roberto rassicurò Jacopo che io avevo compreso e accettato la situazione, anche se, in realtà, non era vero. Accanto a loro, mi sentivo come il terzo incomodo. Mio figlio cercò subito l'approccio con il padre, che non si tirò certo indietro. Dopo i baci, il ragazzo ciucciò la grossa asta paterna. Roberto, dal canto suo, si premunì di leccare il culo del giovane. Dopodichè, piazzò l'uccello nel sedere del giovanotto a missionaria. Vederli scopare fu davvero troppo per me! Fino ai pompini, avrei potuto anche tollerarlo, infondo, ma fottere no! Un senso di schifo, misto a torbido piacere, mi pervase tutta. Roberto era troppo gasato ed eccitato per fermarsi. Si mise dietro al ragazzo, di fianco, sul letto, a pompargli, di gran gusto, l'uccello nel sedere. Proseguì a ritmo forsennato fino a schizzare abbondantemente nel culo del giovane che, urlando di piacere, eiaculò a sua volta. Il ditalino furioso portò anche me all'orgasmo, un godimento intenso, profondo e sporco. Come avevo potuto acconsentire ad una simile porcata tra le mura domestiche? Quella situazione mi eccitava da matti, incluso l'odore intenso di sborra che si propagò nella camera. D'istinto, in preda all'euforia sessuale, reclamai, a gran voce, il cazzo di un nero che mi sfondasse perbene e mio figlio affermò che ne avrei avuto tutto il diritto. In fin dei conti, sull'orientamento di Jacopo non avevo mai avuto grossi dubbi. La conferma arrivava già dalle visioni sul suo computer portatile. Mentre Roberto è il classico insospettabile che si trincera dietro la fama da donnaiolo. Non so se la sua sia una propensione generale ai maschi, ma di sicuro adora trombare il figlio!

padre porco

lunedì 8 gennaio 2024

Esplosione dei sensi tra colleghe maialine

Mi chiamo Vivy. Io e la mia collega, Lory, lavoriamo come segretarie in uno studio medico. Spesso il dottore è fuori per impegni vari e noi due rimaniamo a sbrigare le scartoffie: una noia mortale! Pensavo che a Lory piacessero i ragazzi come a me. E ne fui ancor più convinta quando mi propose una serata hot con i suoi amici. Andai a casa sua verso le 20 e ci mettemmo in tiro per uscire. Solo che, a quel punto, accadde il colpo di scena. Lory, passando la sua mano sulla mia coscia, con disinvoltura, affermò che potevamo anche restare a casa. Sul momento, non riuscì a capire a che scopo rimanere nell'abitazione. Ma lei tolse ogni dubbio pochi istanti dopo, nel momento in cui mi baciò sul divano con tanto di allungo di mano tra le mie cosce! Non mi aspettavo un approccio simile, sinceramente e restai frastornata, inizialmente. Tuttavia, devo ammettere che la situazione mi eccitò non poco. Lory mi spogliò senza esitazioni e cominciò a leccarmi spudoratamente la fica! Che sensazione nuova, incredibile e piacevole. Lasciai che me la "mangiasse" tutta. Mi sentivo di impazzire ed esplosi quando lei, all'improvviso, fece saettare la lingua nel culetto! Che orgasmo torbido e intenso! La collega, naturalmente, pretese di essere ricambiata. Non sapevo bene come muovermi ma lasciai che l'istinto mi guidasse. Stesa sul letto, ricevetti in bocca la sua figa calda da leccare. Feci del mio meglio e ci provai sempre più gusto. A un tratto lei mi spinse anche la testa contro il suo ventre ed io feci fatica a respirare ma non mi fermai. Non era ancora venuta! Gliela accarezzai con le dita, poi gliene infilai uno dentro mentre lei se ne stava a pecorina. La sentì vibrare tutta di piacere. Rincarai la dose, infilandole dentro tre dita e, in quel momento, arrivò beatamente all'orgasmo. Quella sera rompemmo il ghiaccio. Ora, quando siamo in ufficio e lei mi chiede se voglio uscire con dei ragazzi, capisco subito che, in realtà, desidera lesbicare e le rispondo: "Ci vediamo da te alle 20.00".            

calde segretarie

Neosposina show in taxi

Mi chiamo Germano. Conobbi Eveline per caso in un bar e me ne innamorai subito. Ci fidanzammo pochi giorni dopo. Sembrava una fanciulla così a modo, timida, riservata. Per oltre due anni, si dimostrò una ragazza seria, impeccabile, rendendo inesistente la mia innata gelosia. Arrivammo al matrimonio in modo tranquillo, quasi rilassato. Non immaginavo affatto che la sorpresa fosse dietro l'angolo. Dopo il fatidico "Si" in Chiesa, prendemmo un taxi che ci avrebbe portato da una città all'altra per intraprendere poi il viaggio di nozze, ovvero, la Luna di miele. Mi adirai perché il tassista sparò, per il tragitto, una cifra altissima, pari a 500 euro! Eveline non si scompose affatto, anzi, mi suggeri' addirittura di non alimentare polemiche. Scoprì solo dopo che il conducente del veicolo si chiamava Adam. Non intendevo affatto sganciare quella somma, sia ben chiaro. Resomi conto che all'uomo piaceva guardare, decisi di stare al gioco e accontentarlo, scoprendo il seno di Eveline nella speranza di "addolcire" la tariffa della corsa. Non potevo certo intuire, nemmeno lontanamente, che il porco pretendesse di più e soprattutto che Eveline, con disinvoltura, gli palpasse il pacco! Altro che sposina immacolata, quella mignotta tirò fuori, in un colpo solo, tutta la sua troiaggine radicata nell'indole e si mise a spompinare il cazzo, per altro grosso, dello sconosciuto. La zoccola mi segava mentre sbocchinava Adam! Poi fece il contrario, ciucciando me e segando l'altro. Inviperito e arrapato, allo stesso tempo, cominciai a scoparla da dietro mentre Adam si segava e se la rideva di gusto. Alla fine ce la scopammo in due, alternandoci tra la sua bocca e la sua figa. Una porcata decisamente eccitante e piuttosto trasgressiva per un primo giorno di nozze. Godemmo schizzandole in faccia e in bocca. Mi lasciai talmente trascinare dalla situazione, che, spontaneamente, proposi all'uomo di venirci a trovare a casa dopo il viaggio di nozze. Adam, atteggiandosi, rispose che non potevo fare a meno del suo "apporto" e "supporto" per scopare Eveline. Ma Adam poteva attendere, dal momento che la sposina, più che mai disinibita, in Luna di miele, andò in cerca di cazzi coinvolgendo il sottoscritto in bollenti triangoli...       

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giovedì 4 gennaio 2024

L'amica passionale di mia madre

Il mio nome è Viola. Sono una studentessa. Vivo con mia madre, Teresa. Lei è separata da alcuni anni da mio padre, Ernesto. Sono single da un pò, visto che mi sono lasciata col ragazzo qualche mese fa. Mi ritengo una ragazza open-mind e, dopo gli eventi che sto per narrarvi, lo sono diventata ancor di più e, di sicuro, pure mia madre, una tipa storicamente etero convinta per definizione! Ma veniamo ai fatti concreti. Credo che il merito o la colpa (dipende dai punti di vista) di questi cambiamenti sia dovuto ad un'amica di mia madre, Gina. Un pomeriggio, la donna, aveva appuntamento con mia madre a casa nostra ma, quest'ultima, le diede buca a causa di un impegno urgente imprevisto. Dovetti accogliere io Gina e spiegarle che Teresa non era a casa e porgerle le dovute scuse. La signora, un'avvenente mora, profumava come una mignotta e si presentò nell'abitazione con tanto di autoreggenti nere in bella mostra e tacchi. Le offrì il caffè ma mi resi subito conto che non desiderava soltanto quello. Ben presto approcciò con la sottoscritta sul divano leccandomi accuratamente i capezzoli. Manifestò la sua preferenza per le donne, quelle giovani in modo particolare. Non sono mai stata immune al fascino femminile ma, solitamente, non compio il primo passo. Ci pensò lei, però, a rompere il ghiaccio! D'istinto ricambiai e leccai a mia volta il suo splendido seno. Allargai le cosce permettendole di slinguazzarmi la patata sopra il divano. Che brividi. Leccai nuovamente le sue tette prima di slinguazzarle con gusto la morbida e sugosa passera matura! Le femmine esperte hanno sempre una marcia in più e, prima o poi, la tirano fuori. Gina decise di deliziarmi dedicandosi alla leccata del mio buco più riservato, quello del culo! Andai proprio in estasi, lo ammetto! Dopo di ciò, lei si mise sopra di me con le parti intime rivolte verso la mia bocca: suonò come un chiaro invito a slinguazzare a perdifiato le sue parti più intime. In quel vortice di emozioni, gli orgasmi si susseguivano incessantemente. Finimmo a 69 a donarci piacere a vicenda. Io stavo sopra e lei sotto. Leccavamo come cagne in calore impazzite ma fui io a raggiungere per prima l'orgasmo più profondo ed appagante. Dopo le venute, iniziammo a limonare abbracciate. Che brividi! Avrei ricominciato tutto da capo ma il tempo, si sà, è tiranno! Le ore erano volate. Temevo il ritorno di Teresa, per cui non diedi ulteriore "corda" a Gina. Inoltre, credo che fosse inutile sperare in qualcosa di più di una semplice scopata con lei. Intuì chiaramente che di ragazze se ne portava a letto varie e di continuo. La sensuale matura si rivestì e andò via regalandomi un sorriso prolungato. La sua scia di profumo restò a lungo in tutto l'appartamento. Dopo quell'esperienza mi sentì profondamente cambiata. Più tardi ritornò Teresa (pure lei è una donna sexy e quel giorno indossava la minigonna e le autoreggenti). Non mi aspettavo affatto che si confidasse su una situazione che le era capitata nel pomeriggio. In pratica, la giovane segretaria del notaio l'aveva clamorosamente sedotta facendole bere prima degli alcolici. Mi raccontò di aver "subito" un ditalino e un bacio sul divano del notaio che tardava ad arrivare in studio. Spiegò di essere sconvolta ma io ormai ero gasata a mille, un pò per ciò che avevo sperimentato nel pomeriggio e un pò per quei discorsi intriganti. A quel punto fui stimolata a rivelare di aver avuto un rapporto sessuale con Gina. Mia madre restò basita mentre io continuavo a dirle che, oggi giorno, queste situazioni sono normali. Quella sera il discorso finì lì e ce ne andammo a dormire. Tuttavia, adesso, un tarlo nella testa mi perseguita: dopo aver provato certi piaceri della carne, non vedo più Teresa soltanto come mia madre ma come un'appetitosa milf. Riuscirò a tenere a freno i bollenti spiriti, oppure, un giorno o l'altro, presa dall'eccitazione incontrollabile, cercherò di emulare l'approccio della segretaria del notaio? Chi vivrà vedrà!

lesbo

figlia

mercoledì 3 gennaio 2024

Agli ordini della Boss

Sono un ragazzo di nome Luigi. Posso senz'altro affermare che l'incontro con Vanessa mi cambiò decisamente la vita. Andiamo a scoprire perchè. Conoscevo l'affascinante signora Vanessa soltanto di vista dal momento che abitiamo nello stesso edificio (lei al terzo piano ed io al primo). Di conseguenza, quando la incontravo per le scale, mi limitavo a dei semplici "Buongiorno e Buonasera" di cortesia. Ma, un giorno, vidi che si stava affaticando per portare a casa delle borse pesanti e così, da gentleman, decisi di aiutarla. Mi ringraziò e affermò che potevo accomodarmi per prendere un caffè ed io accettai volentieri. Scambiando quattro chiacchiere, mi chiese che lavoro stessi svolgendo in quel momento ed io, imbarazzato, risposi di essere disoccupato. A quel punto lei, classificatasi come manager aziendale, fissò un appuntamento il giorno seguente nel suo Ufficio per propormi un incarico. Euforico, risposi subito di si. La d.ssa è a capo di un reparto di produzione di creme rigeneranti per viso e corpo. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Ma, in realtà, la donna mi propose di andare a smerciare i suddetti prodotti ad un determinato "target" della clientela, gli uomini overo 60 soli o con matrimoni problematici e aggiunse che avrei dovuto usare ogni mezzo per riuscirci, compreso finire a letto con tali soggetti. I dubbi cominciarono ad assalirmi. Cosa Diavolo dovevo fare? Il gigolò, l'assistente sociale? Un pò di tutto? Chissà! Tuttavia, non potevo tirarmi indietro, avevo bisogno assolutamente di guadagnare. Accettai l'incarico tra mille perplessità. Inutile dire che, all'inizio, cercai di vendere normalmente, senza ricorrere ad approcci di altro genere, ma il risultato fu un fiasco totale. Riuscì a piazzare appena 2 tubetti di crema in 10 giorni! E così cominciai a cambiare strategia, cercando di dialogare di più, di diventare amico delle persone. Questi signori si confidavano con me, parlavano della loro vita, dei loro matrimoni e via discorrendo. Ma, sostanzialmente, si trattava di persone sole che cercavano affetto, in quache modo. E io, cosa ci facevo lì, che ero corso sempre dietro alle ragazze? Ah già, dimenticavo, bisogna pur mangiare! Con alcuni uomini riuscì a creare una complicità, puntavo ad alimentare il loro desiderio di rivedermi, senza pensare a piazzare subito la vendita. Piano piano la confidenza aumenta, si sa. Dopo lunghe chiacchierate su sport, politica e altri campi della vita, proponevo una prova gratuita del prodotto in cui mi "prestavo" a spalmargliela accuratamente sul corpo. In tal modo, questi individui erano costretti a spogliarsi. Tra massaggi, carezze e quant'altro, cedevano quasi tutti ed io, a quel punto, li scopavo. Dopo un rapporto sessuale, la soddisfazione del cliente aumentava notevolmente e gli ordini di creme fioccavano. Pian piano, il mio ruolo divenne una sorta di vizio, di torbido desiderio irrinunciabile: più vendevo e più continuavo a sedurre. In poco più di 60 giorni, ottenni rendimenti record! Quando mi presentai in Ufficio, al cospetto di Vanessa, trovai la donna entusiasta, mi fece dei complimenti incredibili. Curiosa più che mai, voleva conoscere i dettagli dei miei "trionfi". Mi imbarazzava parlargliene, ammettere le porcate che avevo combinato con quei signori. Ma persi del tutto il controllo, dal momento che lei, più che mai esaltata, decise di ricompensarmi in natura, oltre che economicamente. Bastò la sua mano sui pantaloni, perchè allentassi del tutto i freni inibitori. Le leccai con gusto i capezzoli. Vanessa mi propinò un focoso bocchino. Dopodichè la trombai a candela sopra una sedia dell'ufficio. La donna era arrapantissima, "decorata" da autoreggenti nere, tacchi, reggiseno rosso. La muovevo per i fianchi mentre l'asta dura scivolava sù e giù nella sua calda figa. Poi, la "ripassai" a missionaria. Non mi sembrava vero di fottere una donna matura così attraente in quel modo. Mi eccitai così tanto che non vedevo l'ora di venire. Le schizzai copiosamente in bocca, innaffiandola fino alle tettone. Vanessa precisò che questo privilegio non era a pannaggio di tutti ma solo dei migliori, per cui dovevo considerarmi fortunato. Inoltre, aggiunse che me l'avrebbe sempre data se avessi mantenuto certi standard di rendimento. Provai a chiederle di modificare il pacchetto clienti ma lei fu contraria. La signora sostiene che possiedo un talento naturale nei confronti degli uomini over 60. In più, seguendo queste disposizioni, a suo parere, posso concentrarmi meglio sul lavoro senza incappare in inutili "distrazioni" portate da parte di eventuali ragazze. Che dire, mi tocca seguire questo destino, se intendo guadagnare bei soldini. Bhè, a quanto pare, anche le donne manager sono gelose!

milf

martedì 2 gennaio 2024

Specialiste della banana

E' noto che la frutta e la verdura facciano bene alla salute. Ma per alcune donne, particolarmente fantasiose e maialine, questi elementi possono rappresentare anche una fonte di piacere sessuale. Nelle foto osserviamo tre diverse situazioni in cui la banana è decisamente protagonista dell'appagamento erotico femminile. Nella prima storiella, la brunetta, da poco single, è decisamente eccitata e ricorre al mitico frutto, rigorosamente acerbo per placare le sue voglie. Mentre si trastulla, pensa bene di ricorrere all'aiuto prezioso dell'amica che gliela infila nella passera a pecorina. Dopodichè la ragazza bruna continua da sola, completando l'opera con l'ausilio di due dita energiche nella sorca. E alla fine mangia il nobile frutto in compagnia dell'amica bionda. Nel secondo episodio, le due bionde sono una vera e propria coppietta. Dopo essere entrate insieme nella vasca da bagno, piena di schiuma, una delle due propone di impreziosire la loro esperienza introducendo nel gioco una banana. Stavolta, però, il frutto è sbucciato. La penetrazione in vagina è più delicata ma non per questo meno eccitante. A turno si dispensano piacere a vicenda fino all'orgasmo stando attente a non rompere la "fonte vitaminica", altrimenti il divertimento finirebbe troppo presto. La terza vicenda è più grezza, diciamo così, più cruda. Si tratta due due scopamiche. Una si avvale di ben due banane, non sbucciate, per penetrare, contemporaneamente, il culo e la fica della partner in calore. Che sballo, l'infilzamento doppio, questa si che è una vera ricarica di vitamine! Mai come in questo caso, l'orgasmo è garantito!       

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