martedì 27 dicembre 2022

Io, Carmela e le altre

Mi chiamo Flora. Forse, per molte donne, nella vita, l'importante è collezionare uomini. Col tempo ho capito che c'è qualcosa di meglio, ossia, avere delle splendide amiche sempre disponibili con cui condividere interessi ed emozioni. Il nostro amabile quintetto nacque per caso dal parrucchiere. Io, Carmela e Cinzia siamo tre clienti mature del negozio. Socializzammo mentre le altre due, le shampiste, ci lavavano i capelli. Una parola tira l'altra, si sà, e così noi clienti, e le due commesse, finimmo a sorseggiare cocktail al bar. Si instaurò una bellissima chimica tra tutte noi. Carmela, la più intraprendente del gruppo, ci invitò a casa sua. La biondona disponeva di una notevole collezione di film porno e propose di guardarli insieme. Fu così eccitante osservare video di porcate in compagnia che l'esperienza finì per divenire una piacevole, nonchè irrinunciabile, abitudine. La visione collettiva di filmati porno, con cadenza settimanale, diventò la norma. Ma, un bel giorno, Carmela pensò che fosse giunto il momento di compiere il fatidico "salto di qualità". La biondona disponeva di una nutrita collezione di cazzi, oltre che di filmetti hard. Guardando i film ci bagnavamo tutte ma nessuna, fino a quel momento, aveva preso iniziative. Carmela ebbe il coraggio di rompere il ghiaccio e fare in modo che tra di noi nascessero dei bollenti contatti fisici di stampo saffico che esulano da quello che si può definire una pura illibata amicizia. In altre parole, abbandonando ogni senso del pudore, noi cinque ci lasciammo andare ai piaceri inebrianti dell'orgia, tutta al femminile. Siete curiosi? Allora guardate cosa accadde quel pomeriggio a casa di Carmela. Naturalmente, fu solo la prima delle tante analoghe esperienze che ne seguirono e che si ripetono tutt'oggi. A proposito, la più giovane del gruppo si chiama Claudia. Buona visione!      


giovedì 22 dicembre 2022

Lo zio spione ha un gran bastone

Mi chiamo Claudia. Sono una bella ragazza con due gran tettone. Faccio gola a molti coetanei e anche agli uomini più grandi. Davide, il mio ragazzo, a letto non è proprio capace di eccitarmi per cui, molto spesso, mi masturbo da sola e, naturalmente, sogno di cornificarlo con qualche persona interessante. In realtà cerco di restare sulle mie ma nella vita, alle volte, capitano delle opportunità incredibili che è preferibile cogliere al volo. Veniamo alle mie perversioni: adoro masturbarmi nei cessi. Lo faccio regolarmente in quelli dei supermercati, degli autogrill, dei cinema, dei bar, etc... Ovviamente, però, cerco di trovare il migliore comfort nonchè adeguata privacy. Nella casa dove abito è prettamente impossibile dato che il traffico al bagno sembra quello autostradale. E' puntualmente occupato, a turno, da: mia madre Silvia, mia sorella minore Laura, mio fratello Arnaldo, papà Giacomo, ed ecco che starsene lì dentro in pace, in relax è impossibile. Ma fortunatamente ho uno zio di nome Oreste, un tipo che abita da solo fuori città. Si tratta del fratello di mia madre. Giusto o sbagliato, sono una ragazza che non ama ascoltare i consigli. Silvia mi parlava male di Oreste affermando che correva dietro alle ragazze della mia età, o giù di lì. Istintivamente cercai di difenderlo, risposi a mia madre che era una bugiarda, che non poteva essere sicura di certe affermazioni. Dopodichè presi il pulman per andarlo a trovare. Oreste mi accolse con un sorriso, fu gentilissimo. Pranzammo insieme dialogando del più e del meno. Poi io sentì il bisogno di lavarmi e andai nel bagno. Rimasi stupefatta da quella toilette magnifica. Mi sentì così a mio agio che, tolti i vestiti, iniziai a far scorrere l'acqua calda della doccetta sul mio corpo nudo. L'atmosfera era proprio quella giusta per un'intensa masturbazione da paura. Ma si, pensai che lì nessuno mi avrebbe disturbata. Finalmente un bagno tutto per me, supposi. Ero convinta che Oreste stesse lavorando. Invece, quel maialino, dotato di una seconda copia delle chiavi del bagno, pensò bene di entrare di nascosto, senza far rumore per spiarmi. E non solo! Il porcellone mi riprese in video con suo cellulare. Non mi sarei accorta di nulla se lui, incauto, non avesse urtato leggermente la porta uscendo. Dubbiosa tornai in salotto e lo trovai mentre si segava davanti al video che aveva registrato pochi minuti prima. Mi incazzai di brutto spiegando che io lo avevo pure difeso con mia madre (alias sua sorella, ovviamente). Ma lui seppe rassicurarmi e mostrò, con orgoglio, il gran tarello che teneva tra le gambe. Estasiata da quel cazzo favoloso, aprì d'istinto le gambe e, freni inibitori e considerazioni di ordine morale, andarono del tutto a farsi benedire. Il cazzo duro scivolò magistralmente nella passera ultralubrificata. L'audace parente mi scopò in primis a missionaria. Poi seguì una pecorina, un'infilzata a candela, per ritornare focosamente a pecora sul divano. Ebbi astento il tempo di girarmi che lo zio, in preda ad irrefrenabile orgasmo, schizzò copiosamente sulla figa inondandola di calda crema. Naturalmente, alla mamma non bisogna dire nulla di questi piacevoli risvolti incestuosi. Conto di tornare spesso a trovare lo zio. Adoro da morire il bagno che ha a casa e, ancor di più, il suo favoloso cazzo.      



mercoledì 21 dicembre 2022

Una complice tra padre e figlio

Mi chiamo Martina. Non spicco per bellezza ma per troiaggine di sicuro! Presi una cotta per Riccardo, un conoscente di mia cugina Valeria, ma non sapevo come approcciare. Indagando, scoprì che Sergio, il padre del ragazzo, era maestro di chitarra. E così finsi di voler prendere lezioni a casa dell'uomo maturo per poter conoscere il giovanotto che mi interessava. In realtà sottovalutai il legame, a dir poco morboso, esistente tra padre e figlio. Compresi piuttosto presto che Sergio non amava particolarmente le ragazze, nè per sè, nè per il figlio. Lo teneva spesso e volentieri nascosto nell'abitazione in modo che approcciasse il meno possibile con le femmine. Provai a spiegare a Sergio di avere un interesse per Riccardo ma lui, dopo aver dipinto il figlio "strano", tentò di mandarmi via specificando di non impartire lezioni di musica e di chitarra alle ragazze. A quel punto passai alle maniere forti, le uniche in cui sono davvero brava. Spompinai l'uomo e gli permisi di scoparmi a pecorina, a candela e a cavalcioni. Non mi piaceva particolarmente quello stronzo pelato ma in tal modo lo avrei addolcito a dovere. Durante la scopata si lasciò sfuggire parole fin troppo dolci e premurose nei confronti dei suoi allievi per cui mi fu chiaro cosa combinasse con alcuni di questi. Ad ogni buon conto, gli svuotai il cazzo a cavalcioni con estenuanti movimenti rotatori del bacino e lui eiaculò in piccola parte nella vagina. Il resto lo schizzò, senza ritegno, tutto sulla mia lingua. Rilassato dall'orgasmo, e sfinito dalle insistenze della sottoscritta, mi consentì di procedere verso la camera da letto del figlio. Con estrema sorpresa, lo trovai intento a masturbarsi con l'aiuto del cuscino, delle federe, e quant'altro connesso al letto. Mi eccitai ad osservarlo e, da un lato, avrei voluto che andasse avanti fino in fondo. Invece, lo interruppi comparendo davanti a lui all'improvviso. Si prese un dannato spavento. Non sapeva chi fossi, da dove saltavo fuori. Lo sbocchinai perbene, poi lasciai che mi trombasse a pecorina e, dulcis in fundo, a missionaria. Proprio mentre veniva nella passera, comparve il padre porco nella stanza. Aveva di nuovo il cazzo dritto e non vi fu dubbio che ciò fosse determinato dalla visione del sedere del figlio che aveva praticamente in faccia. Finalmente detti una spiegazione a quella parola "strano" pronunciata precedentemente dal genitore di Riccardo. Collegai che il padre spiava il figlio e si toccava e ciò probabilmente accadeva puntualmente già da tempo. L'uomo nutriva una sorta di gelosia morbosa nei confronti del ragazzo ma, fino a quel momento, se l'era tenuta in parte dentro. Da autentica istigatrice al peccato, esortai il padre ad approfittare dell'occasione libidinosa per accoppiarsi spudoratamente col figlio. D'altro canto, anche Riccardo, in modo torbido e latente, non disprezzava una piega del genere. Lanciai una provocazione che non rimase soltanto tale. Poco dopo il padre, tolti i vestiti alla velocità della luce, si fiondò sul ragazzo per fotterlo, proprio come faceva con i suoi amati studentelli. Mi rivestì, osservai la cavalcata alcuni interminabili minuti, poi decisi di lasciar loro un pò di privacy ed andai via mentre Riccardo, impalato focosamente dal padre, urlava di torbido, trasgressivo, incestuoso piacere gay.           


martedì 13 dicembre 2022

Mignotta per coppia gay

Mi chiamo Simona. Col mestiere di zoccola che svolgo, vedo situazioni di tutti i colori quasi ogni giorno. Di solito uomini sono gli uomini benestanti di una certa età che cercano incontri di sesso per cui mi parve insolita una richiesta del genere avanzata da un giovane gay. Quando mi presentai a casa sua, con tanto di completino nero, di maschi me ne trovai avanti due. Sostanzialmente, quei tipi stavano insieme. Aaron e il suo compagno, Daniele, desideravano vivere un'esperienza sessuale alternativa "accanto" ad una donna. Quando c'è una forte complicità tra due persone, secondo me la terza, nella fattispecie io, deve 'entrare nel gioco' in punta di piedi ed io feci proprio così. Aaron adorava leccare il cazzo del partner, prima di fotterlo di brutto. Io fui un'amica attenta, premurosa, delicata, date le circostanze particolari. Aaron sfondò il compagno a pecorina e a candela senza pietà. Poi, trovò anche il tempo di inzuppare l'uccello duro nella mia vagina, ormai sugosa al punto giusto. Un altro paio di botte in culo a Daniele furono sufficienti affinchè il passivo venisse intensamente schizzandomi dolcemente in bocca. Aaron godette a sua volta, sfilò il cazzo dall'ano, scaricando un mare di seme tra le labbra vogliose di quella troia di Daniele, che gustò a fondo lo sperma bollente del partner. Devo dire che quell'esperienza non mi dispiacque affatto. I maschietti si sfogarono principalmente tra loro riducendo il mio "impegno" al minimo e, come se non fosse bastato, sganciarono pure un sacco di soldi. Un lavoretto comodo e rilassante, non c'è che dire: magari i clienti fossero tutti così!         


Il figlio della mia amica ha un bel cazzo

Mi chiamo Tiziana. Sono una bionda matura vogliosa di cazzi giovani. Le esperienze vissute con coetanei, o uomini più grandi, mi hanno sempre lasciata delusa e insoddisfatta. Per questo motivo, iniziai a guardare con interesse i ragazzi. La mia migliore amica sia chiama Paola ed ha un figlio carino di nome Mauro. Le voglio bene ma, quando si tratta di occasioni propizie per fare sesso, non guardo in faccia a nessuno. Posai gli occhi sul ragazzo e non vedevo l'ora di farmelo. Tuttavia, avevo bisogno di una ventata di sorte favorevole per approcciarlo. Fortuna volle che Mauro venne direttamente a domicilio. La madre aveva dimenticato una giacca proprio a casa mia: che botta di culo! Fu l'occasione adatta per sedurlo. Gli feci capire che mi andava di fare sesso e lui, seppur inizialmente titubante, finì per starci. Lo spogliai. Gli segai il cazzo mentre mi palpava le tette da sopra al vestito. Si eccitò e mi leccò con gusto la fica. Poi mi sfilò le mutande e il resto deli indumenti e apprezzò la visione estasiante delle tettone nude che strinse con vigore tra le mani. L'atmosfera si surriscaldò parecchio. Gli saltai addosso dettando i tempi di una deliziosa e intensa scopata a candela. Poi mi girai al contrario, dando vita ad una focosa cavalcata. Ero io che imponevo i ritm. Da esperta sgualdrina, gli fottevo cazzo e cervello in un colpo solo mentre lui teneva saldamente le mani sulle mie natiche. Ormai all'apice del piacere, Mauro venne sborrando copiosamente su tutto il mio corpo, dalla bocca alle tette, schizzando le ultime gocce di sperma sulla pancia. Spero proprio che venga a trovarmi spesso quel biondino porcellino.

porca matura


venerdì 9 dicembre 2022

Boss troiona d'alto calibro

Il mio nome è Ester. Sono una segretaria aziendale. Il capo è una donna, madame Patrizia. Sono sempre stata dedita al lavoro e mi sono impegnata duramente per la prosperità della società. Credevo che l'amministratrice unica della ditta avesse bisogno esclusivamente del mio contributo professionale e restai, erroneamente, convinta di ciò fino ad un fatidico giorno. L'azienda attraversava un momento florido e Patrizia era decisamente su di giri. Le entrate fioccavano come popcorn che saltano impazziti dalla padella. Patrizia, a sorpresa, mi invitò a casa sua. Affermò che dovevamo festeggiare i successi lavorativi e che, in gran parte, erano merito della sottoscritta. Mi senti davvero gratificata, tuttavia, quella riconoscenza così marcata, non sembrava affatto sincera. E, difatti, non lo era! Patrizia cominciò a tirar fuori avances nei miei confronti, dapprima più velate, poi mirate e inequivocabili. Mostrando un'indole dominante, raccontò di aver sottomesso di brutto uomini del nostro ambiente di lavoro ma di voler trovare il vero appagamento, quello profondo, con una donna, nella fattispecie me! Da poco single, non avevo mai interagito con donne prima di quel giorno. Non pensavo che le mie mansioni dovessero andare oltre a quelle inerenti alle pratiche d'ufficio. Ma è difficile dire di no ad una donna forte, dal carattere deciso, come Donna Patrizia. E così ci baciammo, tanto per iniziare. Poi lei finì per leccarmi i capezzoli, la figa. Ero da un lato frastornata, dall'altro lato eccitata. Quando si mise a slinguazzarmi con foga il buco del culo, fistando nel contempo la fica, sbrodolai a Fiume raggiungendo un orgasmo torbido e profondo che mai avevo provato nella vita con tale intensità prima di allora. Ricambiai con la stessa moneta. La sua fica, al contrario della mia, piuttosto pelosa, era accuratamente depilata. Mi soffermai a leccare la spacca, che trovai gradevole al gusto. Poi, usai la lingua nel suo culo sgrillettandole a lungo la vagina. Messa a pecorina, venne come una gran sgualdrina. Assaporò l'intenso orgasmo leccandosi con gusto le labbra. Un lingua a lingua post amplessi completò quel trasgressivo pomeriggio di fuoco. Adesso so che, le mansioni di una segreteria, possono andare bene oltre gli incarichi lavorativi. 

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venerdì 2 dicembre 2022

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mercoledì 30 novembre 2022

Il figlio castiga il partner della madre

Mi chiamo Gisella, sono una segretaria. Per varie ragioni, i matrimoni non durano sempre fino in fondo, questo è noto. Dopo la separazione con Fulvio, non volevo restare da sola e così cercai subito compagnia. La trovai in Ciro, un affascinante giovane palestrato. Credevo di aver ritrovato la pace perduta ma ricevetti subito le critiche pungenti da parte di mio figlio Alessandro. Secondo lui era troppo presto per cercare un nuovo compagno. In effetti non avevo aspettato tanto ma il desiderio impellente e irrinunciabile di prendere un bel cazzo duro nella patata vogliosa, mi offuscava totalmente il cervello dal formulare ogni sorta di ragionamento. Dunque sembrava che avessi mio figlio contro invece, all'improvviso, Alessandro cambiò completamente registro comportamentale. Cominciò ad affermare che Ciro poteva rappresentare la persona ideale per me, per effettuare un percorso di vita insieme. Questa variazione repentina di idee mi parve un tantino strana. Alessandro è un tipo particolare, non ama parlare troppo con la sottoscritta. Sta di fatto che non l'ho mai visto in compagnia di ragazze. In altre parole, ho sempre avuto il sospetto che non gli piacessero le donne, ma tenevo per me questa ipotesi, peraltro non confermata. Ad ogni modo, Alessandro ha un caro amico di nome Walter. So bene che che con lui si confida. E così provai a sapere da Walter cosa stesse tramando mio figlio ma l'amico, per solidarietà, non aprì bocca asserendo solo che era tutto apposto, che Alessandro stava bene e non aveva nulla di anomalo. Non del tutto convinta, lasciai perdere. Passarono alcuni giorni. Una mattina andai a lavoro ma conclusi in anticipo rispetto al solito orario e così tornai nella mia abitazione prima del previsto. Mi fiondai dritta in bagno a fare pipì. Intanto sentì delle voci provenire dal salotto. Pensai che si trattasse di Alessandro che parlava con un amico e invece no! Mio figlio stava in compagnia di Ciro che, evidentemente, era passato a casa credendo di trovarmi. I due non stavano semplicemente dialogando, bolliva qualcosa di molto più grosso in pentola. Rimasi dietro la porta a spiare, curiosa di cosa accadesse e li vidi baciarsi e spogliarsi lentamente. Naturalmente, non mi aspettavo una situazione del genere che, sul momento, reputai fuori da ogni logica. Alessandro finì per succhiare il cazzo di Ciro proseguendo poi con una suadente leccata di cappella. Non credevo ai miei occhi, anche se bollivo dalla curiosità di vedere fin dove i due volessero spingersi. Realizzai, in quel frangente, che mio figlio era gay e che Ciro, apparentemente etero, nascondeva in modo insospettabile un evidente lato omosessuale. I due si scambiarono e Ciro ricambiò il servizietto orale succhiando, a sua volta, il pene di mio figlio che lo incitava dandogli pure della troia. Da lì mi resi conto che Alessandro era dominante rispetto a Ciro. Mio figlio aveva le idee chiare: leccò il buco del culo dell'altro anche con lo scopo di "lubrificare" l'ano per "imminenti inserimenti". E infatti, poco dopo, Alessandro infilò il cazzo duro nel culo di Ciro fottendolo con foga a pecorina. Pensai che una porcata simile potesse costituire lo spunto adatto per una masturbazione coi fiocchi e così iniziai a sditalinarmi osservando quei maialetti scopare. Non solo pecorina ma anche un'altra bollente posizione: Alessandro continuò a scopare Ciro a missionaria sopra il divano. Intanto io infilai due dita nella sorca ma non mi bastava! Ricorsi all'aiuto del fidato dildo sparandomelo tutto nella fregna ormai sugosa e prossima all'orgasmo. Intanto loro due se ne vennero: Alessandro schizzò copiosamente sulla pancia del maschio maturo che, a sua volta, eiaculò in abbondanza dopo essere stato a lungo penetrato. Entrai nel salotto dopo i loro amplessi. Non si aspettavano che li avessi spiati. Ciro tentò goffamente di giustificarsi ma gli dissi chiaramente che tra noi la storia era da considerarsi finita: non potevo accettare un partner falso, che non dice la verità. Discorso diverso invece per Alessandro: aveva cercato di nascondere la propria omosessualità, è vero, ma è pur sempre mio figlio e, in genere, una madre perdona il "sangue del suo sangue". Gli spiegai che non mi sarei opposta ad una sua eventuale frequentazione con Ciro. Quanto a me, bhè, tornai single, pronta e desiderosa di prendere nuovi entusiasmanti cazzi sia davanti che dietro... Oh si!


venerdì 25 novembre 2022

Meglio farsi calare le mutande che lo stipendio!

Rossana è il mio nome, faccio la segretaria. Ettore, il Capo, ama scopare le segretarie. Si era fissato con Diana, la mia collega che però è sposata con un uomo dannatamente geloso per cui solo poche volte gliel'aveva data. Quando Ettore cominciò a parlare di riduzione degli stipendi, includendo la sottoscritta, non ebbi dubbi a concedermi sessualmente. Cominciai uno strip scoprendo, pian piano, l'accattivante lingerie che tenevo sotto. Poi afferrai il suo cazzo, prima di succhiarglielo. Ettore, supereccitato, mi infilò il suo cazzone duro nella patata in varie posizioni. Mi prese sulla scrivania dell'ufficio a pecorina, ma pure di fianco e a missionaria. Un accurato giro di lingua sulla cappella lo portò beatamente all'eiaculazione. La sborra sgorgò copiosa dal pene ed io la accolsi in bocca tutta e la assaporai con gusto compiaciuta che, in tal modo, avrei salvaguardato lo stipendio.  


giovedì 24 novembre 2022

Le prestazioni extra della cameriera

Mi chiamo Nadia. Sono una ragazza piacente single e maialina vissuta in Italia con origini russe. Adoro prendere cazzi a volontà da amici e conoscenti. Ma sono anche molto legata ai soldi che, se guadagnati, mi permettono di vivere in modo agiato con la possibilità di comprare tutto ciò che desidero. Per questo motivo cerco di lavorare più che posso. In quel periodo mi recavo a casa di signore per effettuare le pulizie domestiche. Servendo tre datrici di lavoro, riuscivo a mettere su qualche soldino. Ma, alle volte, la vita offre delle ghiotte possibilità di introitare ancora di più. Luisa, una di queste dame, aveva un marcato interesse per le donne. Fece intendere chiaramente che sarebbe stata particolarmente generosa se io, oltre ad occuparmi delle faccende casalinghe, avessi aggiunto delle "prestazioni extra". Al principio fraintesi la proposta. Pensai semplicemente che Luisa desiderasse che restassi più ore rispetto agli orari concordati. In un certo senso era così, ma non per questioni legate alla sistemazione dell'appartamento. Gli straordinari avrei dovuti farli con lei! Come ho spiegato in precedenza, mi piace il cazzo ma, di fronte alla possibilità di mettere più soldi in tasca, divento una gran troia e sono tranquillamente in grado di lesbicare. Luisa, notando la disponibilità della sottoscritta, non perse tempo a infilarmi la lingua in bocca. Accolsi il bacio, naturalmente. Le lasciai prendere l'iniziativa. Mi spogliò concentrandosi, da porcella, con la lingua sui miei capezzoli. Cominciai ad eccitarmi di brutto. La troia mi sfilò anche le mutandine, per poi passare a slinguazzarmi la figa, a missionaria, e il buco del culo a pecorina. Non sono certo di legno e quelle calde attenzioni mi portarono piacevolmente all'orgasmo per la gioia di Luisa. Poi passai io a condurre il gioco. Aveva delle gran tette, le leccai i capezzoli intarsiati col piercing. Gemeva la troiona, non desiderava altro! LE allargai le gambe, attesi un pò per aumentare in lei la libidine in modo che arrivasse ai massimi livelli. Dopo di ciò, le tolsi le mutande e le slinguazzai la passera in lungo e in largo. Quella donna era piena di piercing, perfino alla fica! Dopo un prolungato lavoretto orale alla vagina, che la fece impazzire, passai la lingua sul suo ano mentre se ne stava a pecorina sgrillettandosi la patata per l'eccitazione profonda. Bastò poco affinchè raggiungesse un orgasmo profondissimo. Appagate ci abbracciammo ma le ricordai subito di segnare le prime "ore di straordinario effettuate". Bhè, sapete com'è, il lavoro è lavoro e va pagato!               


lunedì 21 novembre 2022

Assunzione a luci rosse

Il mio nome è Amanda. Dopo la separazione da mio marito Gaspare, versavo in condizioni di difficoltà economiche. Lui sparì all'estero senza lasciare traccia nè versare gli alimenti. I risparmi sul conto stavano per esaurirsi e dovevo assolutamente trovare un modo per introitare rapidamente. Risposi ad un ambiguo annuncio di lavoro. Fissarono il colloquio dopo una settimana. Mi trovai di fronte ad una elegante signora bruna. La donna, di nome Claudia, chiarì subito che le assunzioni della società riguardavano il settore dell'intrattenimento per adulti. I primi istanti fui tentata di alzarmi e andar via ma l'istinto di sopravvivenza, in primis, e la curiosità prevalsero. La donna fece cenno di andare dietro una struttura in modo che potessi spogliarmi e vestirmi da camerierina sexy. Provavo imbarazzo, non lo nego, ma pensai di non correre rischi di alcun tipo al cospetto di una donna che, superficialmente, valutai professionale. Realizzai che la situazione stava prendendo una piega molto diversa da come avrei lontanamente immaginato nel momento in cui Claudia mi baciò in bocca con disinvoltura e sensualità. Da direttrice seria e posata, con un improvviso sdoppiamento radicale di personalità, si trasformò, in pochi istanti, in una ninfomane arrapata con indole dominante. Non ero mai stata intimamente con una donna, prima di quel giorno. Claudia, invece, mostrava palesemente le proprie inclinazioni saffiche. Nonostante lei non fosse tra i soci proprietari del business, la sua figura contava molto, a livello decisionale. Le assunzioni necessitavano della sua approvazione. Se non ci fossi stata, avrei perso quell'opportunità di guadagnare. E così, mio malgrado, quasi rassegnata, appoggiai le mani sul tavolo. Lei mi aveva già abbassato le mutandine e potevo sentire quelle mani estranee sul mio culo. La monella alternava schiaffi a carezze. Mi allargò con calma le natiche e, con la lingua vogliosa, puntò dritta al buco del culo! Ormai troppo abituata agli uomini, provai una sensazione strana ad essere leccata da una donna, per giunta proprio nel varco più proibito, l'ano! Ero più che altro sorpresa e incredula e, in parte, eccitata. Ciò non fu sufficiente affinchè raggiungessi l'orgasmo anche se, alla fine, mi bagnai un bel pò. Claudia ci provava gusto a sottomettermi. Mi infilò la mano in bocca più di una volta incitandomi a succhiarla. Poi proseguì con gli schiaffetti sul culo. Naturalmente la troiona non vedeva l'ora di ricevere attenzioni. Si sentì in diritto, in quanto datrice di lavoro e manager, di pretendere che la leccassi. Appoggiò le mani sulla sedia assumendo la posizione della pecorina. Ormai in preda alla libidine, le calai le mutandine e slinguazzai il suo clitoride. Gradì quel sapore di fregna, per me totalmente nuovo. Feci scorrere la lingua in alto in modo che incrociasse il suo ano. La mora non si aspettava che fossi già così sfacciata e apprezzò l'iniziativa sussultando di piacere. Si girò davanti, allargò le gambe, pronta a farsi slinguazzare perbene la patata. Non mi lasciai pregare più di tanto e assaporai la sua passera in lungo e in largo fino a condurla ad un bollente ed intensissimo orgasmo durante il quale urlò come una matta. Una volta ricomposte, ci sedemmo nuovamente. Claudia, con estrema cortesia, mi passò il contratto triennale di lavoro da firmare con opzione di rinnovo per altri due anni. Crederete che sono strana ma, proprio in quel momento, per la gioia, ebbi un profondo orgasmo proprio davanti a lei che sorrise e osservò: "Vedo che sei particolarmente euforica, se hai bisogno di una mano..." alludendo ad un ditalino. Le risposi: "No grazie, per oggi va bene così". Mi alzai, le strinsi la mano, salutai e lasciai quell'ufficio soddisfatta.                      


sabato 19 novembre 2022

Lei complice del marito bisex

Mi chiamo Vanessa. Egidio, mio marito, non è un bell'uomo ma il suo modo di fare mi ha sempre intrigata. E' la classica persona che ha qualcosa di torbido da nascondere. E infatti qualcosa c'era! Lo scoprì dopo un annetto di matrimonio. Cominciò a portare maschi a casa. Inizialmente pensai erroneamente che si trattasse semplicemente di amici di lavoro o di persone conosciute nelle sale scommesse, che lui ama particolarmente frequentare. Ma, un bel giorno, Egidio finalmente si confidò e ammise di sentire un irrefrenabile impulso sessuale verso le persone del proprio sesso e di non riuscire a rinunciare a questo genere di desideri erotici. Sostanzialmente, Egidio è un bisex passivo, se vogliamo essere precisi. Di solito, gli uomini che rimorchiava non erano così attraenti ma gli bastavano per soddisfarsi. Io non entravo nei loro giochini intimi, al massimo restavo a guardare. Tuttavia, quando Egidio portò a casa Raul, un gran figo villoso e muscoloso, fui naturalmente stimolata a "partecipare al banchetto". Cominciò tutto nella vasca da bagno che condividemmo in tre. Io ed Egidio insaponammo insieme quello gnocco di Raul, poi lui fece lo stesso con mio marito. La schiuma schizzò dappertutto in quel simpatico approccio. Io bevvi anche un drink, nel frattempo. Dopo di ciò ci spostammo sul letto. Raul mi scopò a missionaria mentre succhiava il pene di Egidio. Poi mi ripassò anche a pecorina. Intanto io spompinavo Egidio. Quest'ultimo mi ingroppò da dietro ed io, nel frattempo, giocai con lingua e labbra sulla cappella dell'aitante Raul. Fu solo il preludio dell'imminente scopata tra loro. Mio marito si fece impalare a candela dal nostro ospite mentre io gli succhiavo il cazzo. Ad un certo punto, decisi perfino di saltare in groppa a mio marito dando vita a una sorta di "filotto": Raul impalava Egidio che, a sua volta, scopava me in figa. Poi Raul afferrò Egidio per i piedi e gli spalancò le gambe per poterlo castigare con foga a missionaria. Mi limitai ad "accompagnarli" succhiando il cazzo di mio marito. Poi il bel Raul si stese sul letto a pancia sopra. Egidio fu pronto a succhiargli con dedizione il grosso pene duro. Faceva fatica a prenderlo in bocca. Il mio perverso coniuge adora praticare lavoretti di bocca agli uomini, ci va proprio matto ed io mi diverto un mondo ad incitarlo quando lo fa. A quel punto i due uomini erano davvero caldi e desiderosi di venire. Li feci stendere con le gambe incrociate tra loro in modo che i peni si trovassero vicini, dopodichè li segai contemporaneamente fino al raggiungimento dell'orgasmo. Schizzarono entrambi copiosamente. Gli feci succhiare le mie dita intrise di sborra dando loro delle troie. E così si concluse quel torbido pomeriggio di sesso a tre. Speriamo che mio marito, d'ora in avanti, porti a casa sempre uomini sexy come Raul, in modo che io non mi limiti soltanto ad osservare ma possa piuttosto entrare piacevolmente in gioco...               


mercoledì 16 novembre 2022

Il mio ex raccomandato inculato dal prof

Il mio nome è Rosa. Lavoravo da poco come segretaria nell'amministrazione di un Istituto Tecnico Industriale. Fu lì che conobbi, per puro caso, uno studentello del secondo anno. Di solito non considero i ragazzi più piccoli d'età rispetto a me, ma Larry, figlio di italoamericani, catturò la mia attenzione. Era carino, divertente, volle per forza offrirmi un caffè al bar della Scuola. Inizialmente, non detti peso al suo modo soft di corteggiare ma, pian piano, cominciò a piacermi. Non guidava ancora per cui andai a prenderlo io con l'auto sotto casa. Facemmo un giro, gustammo un gelato sul lungomare parlando del più e del meno. Quando lo riaccompagnai a casa, mi dette un bacio in bocca e, da lì, ci mettemmo insieme. Nonostante la differenza di età, di cinque anni, uscire insieme era gradevole. Arrivò anche il momento del primo rapporto intimo tra noi, che avvenne a casa mia. Sembrava un pò spaesato, il ragazzo, fui io a cavalcarlo e a condurre il gioco muovendomi sapientemente su e giù, fino al raggiungimento dei reciproci orgasmi. Tuttavia, la "favola di Biancaneve e il principino" si sarebbe conclusa presto. Tutto iniziò da un dato di fatto: il rendimento scolastico pessimo di Larry. Avrebbe di sicuro perso l'anno ma una situazione torbida gli permise di salvarsi in extremis. Vi racconto come. Conoscevo di vista Sergio Ferraresi, il suo severo professore di Elettronica. Si vociferava che quell'uomo andasse a letto con alcuni dei suoi allievi, quelli che palesavano difficoltà a raggiungere la sufficienza nella sua materia, ovviamente. Ma, infondo, per quel che ne sapevo, si trattava soltanto di dicerie, nulla di comprovato. I sospetti cominciarono ad arrivare quando Larry, rivolgendosi alla sottoscritta, affermò: "Il prof. di Elettronica vuole parlarmi, ci incontreremo a casa mia...". Questa storia mi puzzava ma, senza pensare subito a male, credetti, ingenuamente, che l'uomo volesse suggerire a Larry un modo per recuperare le insufficienze. E, in effetti, era proprio così, ma non certo attraverso un modo pulito. In realtà, le storie sul prof, che giravano a Scuola, risultavano assolutamente veritiere. Sergio, conclamato omosessuale, palesava un debole per i suoi studenti maschi. Il perverso docente propose un aiuto scolastico concreto a Larry in cambio di sesso (ossia, gli avrebbe alzato i voti convincendo anche i colleghi a comportarsi nella medesima maniera). I genitori del biondino sono fuori tutto il giorno per lavoro per cui il ragazzo, solitamente, è solo in casa, tanto è vero che io mi recavo spesso da lui. Tenevo perfino una copia delle chiavi dell'abitazione. Un bel giorno entrai in casa e lo trovai a cavalcioni del professore, che se lo stava impalando beatamente: non credetti ai miei occhi! Di sicuro c'erano stati dei preliminari piuttosto intensi, ai quali, ovviamente, non ebbi modo di assistere essendo giunta lì in ritardo. Continuai a gustare la birra che avevo preso dal frigo qualche minuto prima, seguendo le vicende di quei maialini. Il prof sbattette perbene Larry sul divano. Il biondino, eccitatissimo, si segò e venne gemendo come una troietta. Poco dopo, accolse in bocca il frutto caldo del professore. Ferraresi è un uomo intrigante, lo ammetto. Mi spogliai nella speranza  che gradisse almeno un minimo le donne ma, nonostante ampie provocazioni, l'uomo ribadì di essere interessato soltanto ai giovani allievi in difficoltà scolastiche, il suo 'target' preferito. Non mi restò altro da fare che rivestirmi, salutare e andar via, lasciando quei due liberi di divertirsi ancora insieme. E' proprio il caso di dirlo: Larry si guadagnò la promozione a suon di colpi di bastone!               



martedì 15 novembre 2022

Quando la rivalità sfocia in complicità

Mi chiamo Valentina. Al principio credetti che la storia tra me e Roberto fosse seria. Ma, pian piano, cominciai ad avere dei dubbi a riguardo. Mi turbava soprattutto il rapporto che lui aveva con Carla, la sua miglior amica. Lei è molto carina, probabilmente anche più di me ed è inevitabile che un uomo desideri arrivare a certi piaceri intimi con una ragazza del genere. Eh si, diciamolo pure, ero gelosa e con giuste motivazioni! Io e Carla partimmo di sicuro col piede sbagliato, litigavamo sempre. Consideravo la sua presenza invadente, ovviamente. Roberto cercava di gettare acqua sul fuoco, di mettere fine alle ostilità, insomma tentava di fare da paciere. Un giorno, stanca delle solite discussioni, decisi di prendere la situazione in maniera differente. Del resto, come si suol dire, solo gli stupidi non cambiano mai idea. Ci stavamo preparando per andare ad una festa tutti e tre. In realtà a quel party non ci recammo mai e capirete ben presto il perchè. Decisi di mostrarmi meno polemica nei confronti di Carla e feci un gesto carino mettendole il rossetto sulle labbra. Lei apprezzò. Roberto trovò insolito che non stessimo litigando come al solito. Poi, all'improvviso, accadde la svolta: Carla, con estrema disinvoltura, mi piazzò la lingua in bocca. In realtà cercò la mia lingua con la sua e ci ritrovammo intimamente a contatto. Affermò di essere una tipa curiosa e di voler conoscere il mio sapore. Colta di sorpresa, non corrisposi al massimo, però non serrai nemmeno le labbra o feci qualcosa per evitarlo. Diciamo che ci stetti a metà. Roberto si preoccupò un pò, sapeva che a Carla piace provocare. Ma io lo rassicurai, gli assicurai che era tutto a posto. Da quel momento in poi, tra me e Carla, si creò come una complicità. Infondo, entrambe eravamo curiose di sapere quale di noi fosse la preferita di Roberto. Dalla sua risposta poco convinta, compresi che gli interessava solo il sesso e non un rapporto serio ed esclusivo con una delle due. E così pensai bene che la situazione fosse più adatta a chi vuol solo spassarsela. Carla cominciò a leccargli il cazzo. Poi mi avvicinai anch'io e così, quel fortunato di Roberto, ricevette attenzioni orali doppie. Cavalcai a candela sul suo uccello duro mentre lui leccava la fica a Carla. Intanto io e lei trovammo un feeling dialogando. Ad entrambe faceva piacere triangolare, dopotutto. Quando lei mi leccò i capezzoli, capì che il bacio precedente non significava soltanto una provocazione. A Carla piacciono anche le donne, è bisex! In vita mia non ero mai stata ispirata dalle persone del mio sesso, per quanto riguarda l'intimità. Ma in quel momento la libidine mi saltò a mille. Avevo una voglia incontenibile, nonostante fossi stata appena scopata. Roberto, intanto, non vedeva l'ora di sbattersi Carla a dovere. La prese a pecorina, infilandole il randello duro nella patata. Chissà da quanto sognava di sfondarla e pure lei, secondo me, attendeva da tempo quel momento, un frangente in cui l'amicizia va letteralmente a farsi benedire in cambio di qualcosa di ben più eccitante come una scopata. E infatti lui se la trombava mentre lei mi leccava la figa con dedizione. Contrariamente al mio solito modo di pensare, dove nessun'altra persona deve entrare negli equilibri di una coppia, stavo dividendo Roberto con lei e mi sentivo davvero una gran troia. Mi piaceva! Oh cazzo se mi piaceva! Roberto, resosi conto di avere "campo libero" al 100%, continuò a scopare Carla a missionaria con foga sempre crescente. Le strizzai i capezzoli e le accarezzai la testa mentre lui la penetrava senza alcuna pietà. Carla godette di brutto e se ne venne, raggiunse uno splendido orgasmo. Fui felice per lei con un fondo di incazzatura verso di lui. Ad ogni modo, Roberto non vedeva l'ora di esplodere. Stesi sul letto, io e lui ci baciammo. Intanto lei si mise a leccargli il cazzo. Ci volle davvero poco affinchè cominciasse a schizzare lo sperma caldo dalla cappella. Carla indirizzò il getto sulle mie natiche che si inondarono di sborra. Poi, raccolse un rivolo dalla punta del pene con il dito e, soddisfatta, se lo passò in bocca. Poi mi guardò con aria compiaciuta. Feci notare a Roberto di essere stato molto fortunato a ricevere le attenzioni contemporanee da parte di due belle donne, che ciò non capita tutti i giorni e che, alla fine, la cosiddetta "Dea bendata" non "bacia" sempre le stesse persone. Lui ammise di aver avuto un gran colpo di culo. Non sò se mi piacerebbe ripetere quest'esperienza a tre. Di sicuro, quel donnaiolo di Roberto, ha proprio un gran bel cazzo!                


venerdì 11 novembre 2022

Eccitazione profonda di coppia

Probabilmente, a freddo, certe cose si farebbero difficilmente. Tuttavia, quando le persone sono particolarmente eccitate accade che i freni inibitori si allentino notevolmente fino a saltare del tutto. E' in quel momento che viene fuori il vero istinto animale che alberga dentro ognuno di noi. Ciò non rappresenta affatto una prerogativa esclusiva degli uomini, come qualcuno potrebbe erroneamente supporre, ma vale pienamente anche per le donne. In quei frangenti, l'imperativo categorico di chi è imperversato dalla libidine sessuale è soltanto uno: godere subito e tanto, a qualsiasi costo! Mi chiamo Mirko. La mia compagna, Giorgia, è davvero molto carina ma, per tirarle fuori il "meglio" ovvero il "peggio", dipende dai punti di vista, è necessario portarla, gradualmente, ai massimi livelli di eccitazione. Quando è in sè, difficilmente concede il buco del culo per la penetrazione e non si lascia mai andare completamente. Probabilmente sono un porco sadico, lo sò, ma ci godo a farla sballare, a farla uscire fuori di testa. Come? Adesso vi racconto. La mia strategia è molto semplice. Quando desidero che diventi torbida, nonchè disposta a tutto, comincio a negarle il sesso con delle scuse per almeno una settimana. Le dico che sono stanco dopo il lavoro, che ho mal di testa, che non ho dormito bene, etc... Sono solo alcune delle giustificazioni che tirano fuori le stesse donne quando non vogliono starci con gli uomini. Ma veniamo al mio caso. Erano dieci giorni ormai che la rifiutavo. Giorgia si sentiva di esplodere, glielo leggevo in faccia! Mi implorò quasi di avere un rapporto, quando rientrai a casa dal lavoro. Ma io, furbescamente, le risposi: "Sono stanco, non sò, forse dopo...". Poi presi una sua scarpa e gliela lanciai tra le mani suggerendole: "Tieni! Inizia a giocare con questa, chissà, magari ti diverti e fai eccitare anche me". Mi rispose a malapena: "Pervertito! Con queste ci cammino!". Insistetti: "Magari se ne può fare anche un uso diverso...". Per qualche secondo temetti che me la tirasse in testa contrariata. Invece, con piacevole sorpresa, iniziò a leccarla perbene in ogni punto, perfino lungo il tacco, come una perfetta pompinara. Poi si accarezzò il seno e mi mostrò con orgoglio il sedere e l'ano. Scoprì le tettone, poi prese un cazzo finto e cominciò a succhiarlo e leccarlo come una matta. A quel punto lo sentì davvero di marmo, il pene nei pantaloni. Mi avvicinai a lei, la presi per i fianchi a pecorina e le sbattetti il cazzo durissimo nella figa ormai fradicia. Inzuppai il biscotto nella passera per un pò mentre lei urlava di piacere ininterrottamente. Poi sfilai il cazzo bagnato di liquidi vaginali e lo piazziai dritto nel suo culo con forza inserendolo del tutto fino a farle sentire le palle che sbattevano sulle splendide natiche lisce. Balbettò un tiepido e poco convinto: "No dai! Nel culo nooo! Porcooo!". Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Finalmente la presi nel culo come si deve, senza alcuna pietà e per un tempo piuttosto prolungato, proprio come avevo sempre desiderato e lei, ovviamente, ci stette. Le strinsi forte le tette mentre inondavo di sborra calda il suo culo in preda ad un inebriante orgasmo. Sentì anche lei raggiungere l'amplesso e tremare tra le mie mani. E' proprio vero che, l'astinenza prolungata, ti fa fare dopo una grandissima scopata!                




Non solo basket

Salve, mi chiamo Alessandro, per gli amici "riccioletto". Io e altri due ragazzi, Luca e Giacomo, eravamo soliti giocare a pallacanestro in un campetto piuttosto isolato. Si trattava di una zona dove non c'era quasi mai nessuno nei paraggi. Improvvisamente, io e gli altri, notammo la presenza di una signora matura che si aggirava attorno al recinto di ferro. Questa donna (in seguito scoprimmo che si chiamava Maria) osservava attentamente i nostri allenamenti. Di solito restava sempre in piedi ma, un bel giorno, entrò nella struttura e si sedette su una panchina. Dopo un pò si alzò e venne verso di noi a parlarci. Disse che eravamo bravi ma che avevamo bisogno di stimoli. Pensammo che la signora fosse competente di basket o, quantomeno, la moglie di un coach. Nulla di tutto ciò! Maria aveva solo una gran voglia di fottere. Lei intuì che stavamo senza ragazze ovvero in astinenza atavica di fica e si propose, audacemente, per consolarci. In quel posto sperduto, difficilmente saremmo stati visti compiere atti osceni da qualcuno. E così ci spostammo dal centro del campo per accostarci alla recinzione. Mi sembrava assurdo un approccio sessuale con una donna che poteva avere l'età di mia madre. Ma l'astinenza gioca brutti scherzi e così, in mancanza di una giovane fica, fummo disponibili con l'intraprendente signora che si inginocchiò subito afferrando con delicatezza il mio cazzo e quello di Luca. Poi leccò la punta del mio randello. Intanto Giacomo, eccitato dalla situazione, si toccava. La porcellona usava sapientemente mani e bocca. Succhiò l'uccello di Luca, poi arrivò anche a quello di Giacomo. Luca, arrapato a mille, la mise a pecorina e cominciò a scoparle la figa mentre lei, la puttanazza, segava e succhiava il mio cazzo e quello di Luca alternandosi. Non vedevo l'ora di fotterla! Finalmente la impalai entrando nella sua fica morbida e già abbondantemente spanata chissà da quanti cazzi. Intanto lei leccava il pene di Luca. Giacomo se lo menava osservando la scena. Poi anche quest'ultimo la trombò, a missionaria stavolta. I nostri cazzi bollivano frenetici: le schizzammo il seme su tutto il corpo bagnandole viso, cosce, tette. Che magnifica svuotata collettiva di coglioni, non c'è che dire! Ci augurammo che Maria venisse spesso a trovarci al campetto per replicare la piacevole gang bang. Fortunatamente, la donna si rifece viva tante e tante volte assicurandoci alti livelli di godimento.          



mercoledì 9 novembre 2022

La proprietaria della palestra triangola coi clienti bisex

Mi chiamo Elena. Sono la proprietaria di una palestra che gestisco personalmente. In effetti, non mi limito solo al ruolo amministrativo, sono anche una valida istruttrice. Quando si è a contatto con tanti iscritti, si finisce per trovarsi davanti a svariate tipologie di persone. Naturalmente, molto spesso, i clienti, non vengono soltanto per allenarsi ma hanno in mente pure il sesso. Le avances nei miei confronti, prevalentemente da parte degli uomini, si verificano praticamente ogni giorno dato che, come si nota, sono una biondona sexy che non passa certamente inosservata. Ma esistono anche curiose eccezioni come nel caso di Roger e di Alfredo, singolari clienti. I due preferivano pagare una tariffa maggiorata pur di poter restare in palestra negli orari morti. Quel maschione peloso di Roger si stava allenando sulla panca con il sollevamento pesi e Alfredo (il più grande d'età dei due) gli stava letteralmente appiccicato. Li beccai mentre quest'ultimo teneva una mano sul pantaloncino di Roger, proprio all'altezza del pacco. Poi, il maturo, si mise addirittura a cavalcioni dell'altro. Si giustificò affermando che, questo approccio, permetteva all'amico di sopportare meglio lo sforzo dell'esercizio. Mi sembrò una minchiata colossale ma, dubbiosa, mi allontanai lasciandoli da soli. Più tardi, però, li sorpresi nudi nella vasca da bagno della struttura riempita con acqua e sapone. Evidentemente si erano recati lì dopo quella sorta di discutibile allenamento. Roger, in ginocchio, stava spompinando con gusto Alfredo. Quando mi videro comparire all'improvviso, si vergognarono un pò e spiegarono, balbettando per l'imbarazzo, di avere una relazione omosessuale clandestina tra loro. In pratica, non potevano incontrarsi a casa di nessuno dei due essendo entrambi sposati. Ovviamente, non volevano rifondere i soldi per un albergo ad ore, oltre a quelli già sganciati per la palestra. Sul momento li sgridai puntualizzando che non era possibile comportarsi in quel modo dentro il mio locale. Però vederli lì tutti nudì mi accese il desiderio di entrare nel loro "gioco". Li incitai a proseguire sfruttando, stavolta, la comodità del letto. Alfredo sbocchinò con foga l'uccello di Roger. Poi quest'ultimo mi scopò a pecorina mentre ciucciavo l'uccello dell'altro. Intanto, loro due si baciarono in bocca. Roger continuò a scoparmi e nel frattempo spompinava Alfredo. Poi passammo al trenino: Alfredo inculò da dietro Roger che scopava a sua volta me. Erano due porci versatili. Poi Roger, steso, inchiappettò, senza pieta, il maturo a candela e, intanto, io gli succhiavo il cazzo. Quando divenne bello duro, saltai sopra anch'io e si ripetette il trenino, questa volta a candela. Roger riprese a scopare Alfredo a missionaria mentre io ciucciavo l'uccello di quest'ultimo. Il maturo, preso "tra due fuochi", godette intensamente ma venne solo in seguito quando, a missionaria, schizzò tra le natiche dell'amico villoso. Roger, stimolato analmente a quel modo, era ormai sul punto di venire. Ci pensai io a dargli il "colpo di grazia" agitando l'asta con la mano. Puntai il cazzo proprio in corrispondenza del viso di Alfredo che, in tal modo, ricevette l'abbondante eiaculazione dell'amico dritta in faccia (per l'eccitazione di questa porcata, la fica sbrodolò di brutto senza che mi toccassi nemmeno!). Lo sperma copioso colò, in gran parte, sul petto di Alfredo inondandolo perbene. Dopo di ciò non mi restò che togliere le lenzuola intrise di sperma e ficcarle direttamente in lavatrice. Questo lavoro, come dicevo, mi permette di conoscere tante persone, spesso e volentieri donnaioli convinti, ma, altre volte, dei gran rotti in culo come quei due!                    



martedì 8 novembre 2022

Ossessionato dal lavoro

Mi chiamo Eveline. Conobbi Frank ad una festa. Nacque una simpatia reciproca e così, qualche giorno dopo, ci rincontrammo per sorbire un caffè al bar. Da lì, uscimmo a cena alcune volte, dopodichè ci fidanzammo. Passò qualche mese e il nostro rapporto divenne più impegnativo al punto che passammo al livello successivo, la convivenza. Stavo bene nella sua casa lussuosa, lo riconosco. Tuttavia, Frank, sempre più ossessionato dal lavoro, mi trascurava nettamente. Scopavamo un paio di volte al mese, quando lui si liberava dai molteplici impegni, alcuni dei quali fuori città. E così pensai bene di prospettargli un "out-out", come si suol dire. Gli scrissi un bigliettino romantico e lo lasciai sul tavolo del soggiorno. Aspettai che rientrasse dal lavoro. Sul foglio c'era scritto che lo attendevo in bagno e infatti ero proprio lì in raffinata lingerie e tacchi. Ma lui potè osservare soltanto la mia sagoma, dal momento che stavo nascosta dentro la doccia a vetri opachi. La vasca da bagno era pronta, riempita con acqua calda, sapone e sali minerali benefici. Lo invitai ad entrare lì e a chiudere gli occhi. Si stese. Trovò confortevole la temperatura dell'acqua. Gli suggerì di toccarsi per rendere l'esperienza più confortevole, tenendo sempre gli occhi chiusi. Notai la sua erezione. Quando gli permisi di aprire gli occhi, mi vide in autoreggenti nere e reggiseno e mutandine rossi. Per stimolarlo ulteriormente, e fargli capire di essere sua complice fino in fondo, mi mostrai disposta ad ascoltare le sue vicende lavorative. Ammise chiaramente che, ripensare di aver chiuso dei contratti con successo, gli rendeva il pene duro. Non mi stupì affatto tutto ciò. Passai all'azione, tolsi gli indumenti intimi, entrai in vasca, mi chinai e lo sbocchinai perbene. Poi lui mi leccò la figa, prima di infilarci il cazzo dentro afferrandomi da dietro. Disse che a me non piace lavorare e che, forse, gli opposti si attraggono. Gli risposi che io faccio altri tipi di lavoretti e misi il suo cazzo tra le mie tettone per una favolosa sega spagnola. Continuammo a scopare piacevolmente ma, durante l'atto, mi resi conto che lui non avrebbe mai sacrificato gli impegni d'ufficio, anche parzialmente, per me. E così, delusa, elaborai la vendetta che gli spiattellai in faccia senza troppi complimenti. In pratica, avrei compensato le sue assenze e mancanze scopando con altri uomini. L'idea era di invitare gli spasimanti proprio nella casa in cui convivevamo e cornificarlo proprio lì. Probabilmente mi avrebbe trovata intrisa dell'odore e dello sperma di altri maschi. Frank mi dette della bagascia, della troia ma, probabilmente, questa situazione, in parte, lo eccitava pure. Fatto sta che godette e schizzò copiosamente sulle tettone a conclusione di un ricco pompino. Deve abituarsi all'idea di condividermi con altri uomini, l'esclusiva la dò solo a chi mi riserva tutte le attenzioni che esigo... eheh!


lunedì 7 novembre 2022

Eva moments

 Eva: serious, funny and sensual expressions...


domenica 6 novembre 2022

Il cazzo duro per tre separate bisex

Mi chiamo Carla. Io e le mie più care amiche, Marika e Valentina, abbiamo qualcosa in comune: veniamo tutte da una separazione. Fu proprio questo ad avvicinarci ulteriormente. Le delusioni matrimoniali condivise ci portarono a considerare la possibilità di creare un'intimità tra donne. Sono una donna versatile, capace di mettermi in gioco. Marika è una tipa tendenzialmente porca, per cui è capace di intraprendere nuove esperienze. Quanto a Valentina, ha un lato poetico e le donne non le sono mai dispiaciute. Senza quasi rendercene conto, cominciammo a spogliarsi e a cercare il contatto con reciproci carezze soft. Io e Marika finimmo per leccare i capezzoli di Valentina sul divano. In più, Marika le sgrillettava anche la figa con le dita. Valentina ebbe un orgasmo intenso. Sconvolta dal piacere esclamò addirittura di amare me e Marika. Ci accingemmo a continuare quell'esperienza a tre ma fummo inaspettatamente interrotte dalla presenza del mio giovane vicino, Franz. Si tratta di un ragazzo che, di solito, mi spiava dalla finestra di fronte mentre stavo in bagno. Ho l'abitudine sbagliata di nascondere una copia delle chiavi di casa nella pianta che si trova fuori la porta, sul pianerottolo. Probabilmente lui Franz lo aveva notato. Il furbetto si era deciso ad entrare nell'abitazione nel momento migliore per lui, ossia quando c'erano tre donne in casa. Aveva le idee chiare il monello: voleva fottere le mie amiche. D'altra parte, le stronzette non vedevano l'ora di prendere il cazzo. La gelosia mi prese, lo ammetto, ma non volevo rovinare l'atmosfera perversa che si stava profilando all'orizzonte e così assecondai la situazione. Franz impalò per prima Marika, a candela, mentre io la baciavo. Poi, più che mai arrapato, si dedicò a Valentina. La scopo' con foga, sempre a candela, mentre Marika le leccava le tette. Valentina, eccitatissima, andava su e giù sempre più velocemente mentre lui accompagnava il movimento tenendola saldamente per i fianchi. Franz godette intensamente schizzandole nella figa. Lei urlò raggiungendo di nuovo l'orgasmo. Le misi la lingua in bocca mentre lo assaporava. Marika, per la passione della trombata, temette che Franz avesse ingravidato Valentina. Il vicino, appagato solo temporaneamente, ci tenne a puntualizzare che, nei giorni seguenti, sarebbe tornato per castigare a dovere anche la sottoscritta e 'calare' così il tris. Credo proprio che lascerò la copia delle chiavi nella pianta. Sapete com'è, non vedo l'ora di essere sfondata!  



giovedì 3 novembre 2022

I segreti della diva

Mi chiamo Caterina. Sono una truccatrice professionista. Partiamo da una premessa: spesso le persone sono intrigate dai personaggi famosi, i cosiddetti VIP. Nasce inevitabilmente il desiderio, più o meno velato, di voler essere come loro o quantomeno di somigliarvi e avere la stessa condizione economica agiata per poter condurre una vita lussuosa e, perchè no, lussuriosa. All'interno della mia comitiva, un ragazzo, durante una cena al pub, ammise, senza provare alcuna vergogna, di essere disposto ad andare a letto con il suo cantante preferito precisando che, eventualmente, ciò sarebbe stato meglio di scopare con una donna. Quasi tutti gli altri maschi presenti sembrarono condividere questa folle idea. Considerando che erano tutti fatti di birra e canne, non diedi molto peso a tali esternazioni, sul momento. Io e le altre ragazze, piuttosto, demmo dei froci ai nostri amici e la vicenda si concluse tra risate generali. Non avrei mai potuto immaginare che, quelle fantasie snobbate, avrebbero avuto un risuono quasi profetico sulla sottoscritta. Il destino è il peggior nemico (o amico) dell'uomo. Non credetti alle mie orecchie quando mi dissero che mi sarei dovuta occupare di una star internazionale del cinema del calibro di Emma Bunt. Sono sempre stata una fan di quella donna. Conoscevo molti dei film e delle soap opera in cui aveva ricoperto un ruolo. Dopo il primo incontro, Emma, evidentemente soddisfatta, richiese espressamente alla produzione che fossi io a continuare a truccarla. Frequentando una persona si entra progressivamente in confidenza. Finimmo col darci del tu e le distanze tra noi si accorciarono decisamente. Mi firmò perfino l'autografo su una sua foto. Ciò avrebbe fatto morire d'invidia le mie amiche. Era una giornata calda quando accadde l'impensabile. Fu lei a suggerirmi di togliere la camicetta per stare più comoda e fresca. La svolta arrivò quando la star mi afferrò per un braccio tirandomi a sé. Mi sedetti sulle sue gambe con lei che mi palpava il culo. Le nostre labbra si toccarono. Pensai di essere dentro un sogno: come potevo io, storicamente etero e fidanzata, starci con una donna, così, di punto in bianco? Ma quando la persona è una come Emma, tutto può accadere. Ricordai di quando avevo criticato gli amici al pub. Intanto Io stavo per fare esattamente la stessa cosa. Finimmo nude in men che non si dica. Emma ammise di aver avuto flirt anche con persone del medesimo sesso anche se, pubblicamente, non esistevano conferme nè dichiarazioni ufficiali riguardo a questo. Finimmo nude sul letto. Lei stava sopra di me, mi sgrillettava delicatamente la figa oltre ad alternare la lingua tra capezzoli e la mia bocca. Ero eccitatissima. Poi si concentrò solo sulla passera leccandola e succhiandola con foga: a quel punto venni intensamente. Limonammo ancora, dopodichè cominciai a succhiarle i capezzoli. Poi passai alla figa. La girai a pecorina e, infoiata più che mai, le slinguazzai perbene pure il buco del culo frugandole il clitoride con le dita. Emma urlò di piacere e raggiunse l'orgasmo. Spostai la lingua sulla figa raccogliendo la sua abbondante venuta. Dopo aver creato una tale intimità, sentì che io e lei, insieme, potevamo fare grandi cose, oltre naturalmente a scopare. Ho sempre avuto la passione di scrivere e così le proposi di realizzare una sua biografia 'uncensored', un libro che avrebbe raccontato l'artista senza filtri. Emma non si aspettava un'idea del genere e trovò interessante questa iniziativa. Cominciai a prendere appunti ogni volta che la truccavo e dopo aver fatto sesso. Emma mi permetteva di scrivere liberamente, dando ogni tanto un occhio a ciò che annotavo. In realtà fui piuttosto veloce a realizzare il libro ed ero pronta a renderlo disponibile per la pubblicazione. Avremmo diviso equamente gli introiti derivanti dalle vendite. Lei pose soltanto una condizione, e cioè di attendere. Desiderava che il libro uscisse alla fine della sua carriera dal momento che, il contenuto, l'avrebbe esposta ad una vera e propria tempesta mediatica. Accettai quella condizione solo formalmente ma poi pubblicai il testo in anticipo rispetto alla sua richiesta. Lo scandalo imperversò. Nella biografia si parlava anche della bollente relazione con un'avvenente truccatrice ma, ovviamente, non rispondeva al nome di Caterina (eheh!). Emma andò su tutte le furie, asserì minacciosa: "Come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere senza il mio permesso?". Probabilmente la sua carriera, seppur in fase finale, ne risentì. Ma si potette ampiamente consolare con i cospicui ricavi delle vendite. E anch'io guadagnai un bel gruzzolo. Del resto, devo pur pensare a una buona 'assicurazione' per la vecchiaia, non vi pare?           



mercoledì 2 novembre 2022

Le voglie saffiche di Valery

Mi chiamo Valery. Sono una donna matura. Fin dai tempi del liceo, andavo pazza per le compagne di classe. Ebbi numerose esperienze saffiche in quel periodo, tutte molto appaganti. Poi, crescendo, stetti anche con alcuni uomini fino a trovare quello che mi condusse al matrimonio. Non posso dire che gli anni da sposata furono brutti ma mi mancava indubbiamente qualcosa: la figa! Col tempo persi gradualmente interesse per il mio ex marito e la rottura divenne inevitabile. A quel punto, però, dal parrucchiere, conobbi una signora bionda di nome  Sandra. Diventammo subito amiche. Lei era single, dopo aver avuto qualche storia. La invitavo spesso a casa mia a guardare Film e serie TV. Ci mettevamo comode, sul divano in sottana. Le offrivo sempre qualche bicchierino di liquore e questo faceva sballare un pò entrambe. Finivamo spesso, tra il serio e lo scherzo, a parlare di uomini, di sesso e di tante altre cose. Fu proprio in uno di questi pomeriggi tra amiche che la libidine mi spinse a cercare qualcosa in più da lei. Dopo la solita bevuta, le mostrai il dildo che avevo acquistato qualche giorno prima su internet. La baciai sulle labbra, poi le leccai i capezzoli. Fu facile accedere al suo seno, essendo vestite in quel modo. Baciai il suo ombelico, poi le sfilai l'unico indumento che ancora le restava addosso: le mutandine. Sandra non si aspettava una situazione del genere ma, a quanto pare, l'astinenza sessuale prolungata, la spinse a cedere. Mi leccò un pò i capezzoli, poi ci pensai io a slinguazzarle perbene la fica. Non mi sembrava vero poter assaggiare di nuovo la patata dopo tanti anni. Le infilai dentro pure il dildo. Godeva la mia amica, e anche parecchio! Le suggerì di metterci a 69. Io stavo stesa sotto, appoggiata su un cuscino, e lei sopra. Le leccai accuratamente la passera. Lei godeva ma, essendo nuova del genere lesbo, si sentiva un pò spaesata, per cui non ricambiò con la lingua limitandosi a farsi leccare. Un'altra dose di dildo, che le sparai a pecorina nella figa, la fece sussultare di piacere e venire. Finalmente Sandra si decise a prendere un pò l'iniziativa e infilò il dildo, ancora bagnato dei suoi umori, nella mia vagina. In tal modo raggiunsi anch'io uno splendido orgasmo. Pian piano Sandra imparerà a giocar bene tra donne e così avremo di meglio da fare, durante il pomeriggio, invece di guardare quella stupida TV.      


venerdì 28 ottobre 2022

Un matrimonio tutto da scoprire

Mi chiamo Jasmine. Dopo aver flirtato con vari ragazzi di bell'aspetto, al solo scopo di raggiungere il puro piacere sessuale, decisi di sistemarmi e così individuai un tipo maturo benestante di nome Aldo. Non si può certo definire un bell'uomo ma va benissimo per poter condurre una vita agiata senza problemi economici di alcun genere. Dopo una breve relazione, durante la quale notai che lui era piuttosto impacciato e introverso, arrivò il giorno delle nozze. Alla cerimonia, e poi al pranzo, era presente la mia migliore amica, Michela, una ragazza piuttosto disinibita che, per l'occasione, aveva sfoggiato un vestito rosso con calze autoreggenti nere in bella mostra. Dopo esserci intrattenuti con gli invitati, io e Aldo tornammo a casa. Michela ci raggiunse per conto suo. Lei adora spettegolare in generale e, in particolare, sulle persone presenti a feste, matrimoni, etc... Io e lei stavamo chiacchierando in relax sul divano. Il discorso scivolò rapidamente sul mio rapporto con Aldo. Lei approvò la mia scelta del matrimonio precisando che avrei potuto vivere agiatamente e, nel contempo, scopare con attraenti ragazzi. Spiegai a Michela che Aldo con me, in realtà, non ci aveva mai provato fino a quel momento. Probabilmente sapeva di non essere considerato attraente e temeva, oltri ogni cosa, un rifiuto. Di conseguenza, si accontentava di tenermi vicina a sè. Michela si intrigò di questa situazione e trasmise anche a me la curiosità. Aldo si presentò davanti a noi e lei cominciò a stuzzicarlo provocandolo e umiliandolo in tutti i modi. Alla fine venne fuori che era un segaiolo amante delle ragazze in tacchi e autoreggenti. Queste preferenze rispecchiavano proprio il look di Michela di quel giorno. Avevo già intuito in passato che Aldo accusasse un pò di difficoltà, prima a raggiungere l'erezione e poi a mantenerla. Michela volle vederci chiaro. Gli tirò giù il pantalone di colpo notando l'uccello di Aldo, che tanto male non era, un tantino moscio. Risultava insolito che non fosse già duro con due belle ragazze come noi davanti. E così io e Michela iniziammo a smanettarlo alternandoci tra sega e massaggio dei testicoli. Fu così che il porcellino cominciò a indurire e a provare piacere di quelle attenzioni. Confessò pure di venire sul monitor, mentre visionava materiale pornografico. Io e lei notammo che aveva difficoltà a mantenere l'erezione ma non mollammo la presa e, alla fine, riuscimmo a farlo godere e schizzare in modo piuttosto copioso. A pagarne le spese fu il tappeto che rimase tragicamente intriso di sborra. Partivo dalla priorità dei soldi, nel matrimonio, è vero, ma, trascinata dalle iniziative di Michela, potrei anche trovare piacevole sperimentare giochi sessuali di vario genere con mio marito Aldo.


giovedì 27 ottobre 2022

Adulterio matrimoniale precoce

Mi chiamo Leonardo. Lavorando nello staff di un Hotel, ho a che fare ogni giorno con diversi tipi di persone. I clienti sono soggetti d'ogni genere e ci si può aspettare di tutto da loro. Ricordo ancora, come fosse ieri, una coppia di novelli sposi. Lui, di nome Gerardo, era un pò mieloso, sembrava un damerino tutto alliccato. Lei, invece, si chiamava Yuma, una bella fanciulla di colore. Come parte del mio lavoro, li accompagnai in camera aiutandoli a portare le valige. Si trovavano nella struttura per trascorrere la Luna di Miele. Il conto era stato pagato in anticipo. Gerardo accarezzava l'anello della ragazza facendo considerazioni sulle unioni che durano per tutta la vita. Lei, d'altro canto, giurò fedeltà. Ma compresi subito che non era questo il caso delle relazioni serie. Afferrai l'ottima mancia, dopodichè salutai la coppia spiegando di chiamare per ogni eventuale esigenza ed andai via. L'istinto mi suggeriva di provarci con quella donna, dal momento che non mi sembrava una tipa affatto fedele. Tornai a bussare alla loro porta poco più di un'ora dopo. Aprì lei. Le mostrai direttamente il mio pregevole cazzo. Sapete com'è, fa sempre un certo effetto sulle donne! Lei si sorprese ma io capì che non desiderava altro. Si inginocchiò e cominciò a leccare il cazzo. Il marito se ne accorse ma si girò dall'altro lato per non osservare le "gesta" della moglie. Si vergognava da morire e, ovviamente, le diede della puttana. Ma Yuma aveva altro a cui pensare! Si stese sul letto pronunciando allusioni ironiche riguardo al servizio in camera. Mi resi conto che non le bastava una pompa e che desiderava scopare. Accarezzai le sue chiappe divine osservando gli spettacolari buchi. Il marito, intanto, si era dileguato per la vergogna di esser stato cornificato il primo giorno di matrimonio. Il lettone era tutto per noi! Mi sdraiai comodamente. Lei, ancora in lingerie da sposa, si mise sopra. Strofinai la cappella sul clitoride e, abilmente, la indirizzai direttamente nel buco del suo culo. Yuma non se l'aspettava che volessi prenderla addirittura dietro ma ciò la eccitò di brutto. Provai a penetrarla un pò ma aveva il buco un pò stretto. Fu un buon motivo e, al tempo stesso, una scusa affinchè mi sbocchinasse un altro pò. Quella lingua favolosa fece drizzare l'uccello al massimo oltre a idratare la cappella con abbondante saliva. A quel punto, il cazzo scivolò meglio dentro e potetti impalarla perbene a candela. Me la ripassai alla grande sul lettone per un bel pò, dopodichè eiaculai copiosamente nel suo ano. La stanza, come innanzi menzionato, era stata già pagata dal povero sposo, per cui la convinsi a soggiornare per i restanti 29 giorni del mese. La prospettiva di prendere un bel cazzo, ancora per diversi giorni, la allettò non poco. Andai io a farle visita tutti i giorni ed esigevo che indossasse sempre il vestito da sposa con relativa lingerie bianca. Mi eccitava da matti fotterla in quel modo pensando a quel cornuto del marito. A furia di montarla dietro, il buco del culo della donna si allargò diventando comodo quanto una figa. Peccato che il mese terminò troppo in fretta, avrei voluto sbattermela ancora per un pezzo...                     


L'amico troppo intimo del mio ragazzo

Mi chiamo Teresa. Nella vita le sorprese non finiscono mai. Stavo con un tipo di nome Max. La relazione procedeva a gonfie vele. Ma, un bel giorno, lui disse che dovevamo parlare. Era presente anche Mike, il suo miglior amico. Lavoravano insieme in una ditta edile. Avevo la sensazione netta che quei due volessero dirmi qualcosa ma non riuscivo a capire cosa. Dapprima pensai che Max avesse un'altra donna ma non era così. Lo baciai per stemperare la tensione, poi chiesi a Mike di lasciarci soli per preservare l'intimità di coppia ma, a quel punto, ci fu la svolta. Max voleva che Mike restasse. Realizzai che desideravano sesso a tre. Non me l'aspettavo ma ci poteva stare. Infondo Mike ha anche un gran bel fisico. Con la mente volai già alla doppia penetrazione. Ma il triangolo non si profilo' come lo avevo immaginato. Leccai il pene di Max lungo l'asta. Mi meravigliò l'atteggiamento dell'uomo di colore che osservava il pompino da distanza ravvicinatissima. La sua bocca arrivava quasi a sfiorare l'uccello. Poco dopo fu tutto chiaro quando Mike pose la lingua sulla cappella bagnata di Max mentre la mia saettava più in basso, sulle palle. Era evidente che quei due se la intendessero. Chiesi da quanto. Max rispose che si rilassavano nelle pause del lavoro, presumibilmente tra seghe e pompini ormai già da diversi mesi. Max mi leccò la fica mentre l'altro si segava osservando. Poi Max mi penetrò e, nel contempo, ciucciava il biscotto nero. Mike mi leccò la figa mentre Max se lo inculava perbene. Continuò a farselo mentre io leccavo il pisello di Mike. Max proseguì a trapanare Mike che, in preda all'eccitazione profonda, schizzò sul mio sedere. Max, desideroso di arrivare a sua volta all'orgasmo, intensificò il ritmo della scopata stantuffando l'amico sempre più rapidamente. Nel frattempo Mike mi slinguazzo' la passera ormai fradicia. Max venne intensamente nel sedere del collega di lavoro. Con la cappella ancora intrisa di sborra, Max coinvolse l'amico in un bacio mozzafiato, un lingua a lingua bollente che andò avanti quasi 20 minuti. Mi resi conto che quei due erano coinvolti molto più di quanto potessi lontanamente immaginare. Decisi di farmi da parte e lasciai che vivessero la loro storia d'amore. Sono perfino disponibile come testimone nel caso in cui desiderassero convolare a nozze. Dopotutto, ai matrimoni si conosce sempre un sacco di gente e la mia figa è pronta ad assere esplorata a fondo da qualche maschio arrapato.