lunedì 15 aprile 2024

Punizioni esemplari in caserma

Mi chiamo Giorgio. Sono un militare. Quando i superiori sono delle donne un pò sadiche, si finisce quasi sempre in situazioni torbide. Diciamo che, per il capitano Nadia Mari, ogni scusa era buona per punirci. E' vero che qualche sgarro lo facevamo dentro la caserma. Per esempio, fumavamo le canne. Puntualmente, il tenente Maria Elmi, arrivava per punirci. Addio libera uscita per alcuni giorni e dovevamo pure consegnare i cellulari. Chiusi come topi in gabbia, e senza poter guardare porno su internet, uscivamo fuori di testa. E' così che cominciammo, perversamente, a soddisfarci tra di noi. Baci, pompe scopate, ci permettevano di sfogare, in qualche modo. Io ero quello che prendeva di più il cazzo, sinceramente. Il bello è che, quasi sempre, il capitano veniva ad osservarci, ci provava gusto a vederci scopare come troiette alla ricerca disperata dell'appagamento. Ricordo bene quella volta in cui Nadia si presentò con quell'impermeabile rosso da mignotta e scarpe rosse coi tacchi, pronta ad incitarci. Mi ritrovai un compagno che mi scopava nel culo mentre quell'altro me lo dava in bocca. Sentì, quasi in contemporanea, la sborra che mi riempiva il sedere e un'ondata di seme che mi allagava la faccia finendomi per lo più in bocca, per la gioia del capitano. Venni anch'io intensamente. Quella sadica, perfettamente calatasi nel ruolo della mistress, si tirò pure un focoso ditalino mentre noi stavamo tutti coi coglioni ormai svuotati. Ormai ci ha preso gusto a portarci in queste situazioni. Con la libera uscita andiamo a puttane, ma quando ci viene negata ogni possibilità, non ci resta altro che l'affetto reciproco tra compagni, un affetto decisamente intimo.    


















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