lunedì 15 aprile 2024

I servizi del parrucchiere e della figlia

Mi chiamo Maria, sono una donna separata con un figlio a carico di nome Mario. Non essendo da sola, trovavo spesso il rifiuto degli uomini ad avviare un rapporto. Tuttavia riuscì a intraprendere una relazione con Jerry, il mio parrucchiere, che sembrava immune a questo tipo di difficoltà. La prima scopata prometteva bene. Da tempo in astinenza, avevo decisamente voglia di cazzo. Dopo il pompino, iniziammo a trombare. Ma l'intimità fu davvero anomala dal momento che, tutto il tempo, Jerry mi chiese dettagli riguardanti mio figlio. In realtà, non avevo mai visto Mario rapportarsi alle ragazze per cui, quando Jerry mi disse che, conoscendolo, avrebbe indagato, mi fece quasi piacere. La sborrata in bocca concluse quella strana fottuta. Jerry disse che avrebbe parlato da solo con mio figlio, che certe confidenze si fanno tra uomini, per cui io non sarei dovuta essere presente. Ma non mi fidai a lasciarli da soli. Jerry sembrava troppo morboso nei confronti del ragazzo e, infatti, non mi sbagliavo. Feci finta di uscire mentre loro rimasero sul divano a guardare la partita. Ritornai dopo un quarto d'ora e i due si stavano già dilettanto con i pompini. Mio figlio sembrava un pò più impacciato, Jerry decisamente più navigato dal momento che, oltre al cazzo, leccava pure il culo. Non mi opposi e lasciai che i due continuassero. L'uomo inculò mio figlio, il cazzo penetrò dentro fino in fondo, nel culo vergine del ragazzo. E intanto i due limonavano. Che spettacolo indecente ma comunque affascinante. La trombata durò a lungo e due parevano incuranti della mia presenza. Si concluse con una copiosa scarica di sborra dell'adulto nel sedere del ragazzo. Poi l'uomo, non contento, succhiò il pisello del giovane in piena fase eiaculatoria assaggiando il frutto. Dopo quella vicenda, che tanto normale non era, Jerry rivelò di avere una figlia e affermò che avrei potuto conoscerla. Lì per lì trovai la proposta inutile ma, per curiosità, volli incontrare lo stesso la ragazza, di nome Anna. Probabilmente l'avevo già vista nel locale del padre anche se non ci avevo mai avuto a che fare. Anna mi disse che dovevo ampliare la mente, che il sesso è fluido. In pratica, tendeva a giustificare il padre. Provocava la stronzetta e finì per coinvolgermi in una lesbicata intrigante. Solo mentre stavo godendo, sotto i colpi implacabili della sua lingua, mi fece capire che non ero certo l'unica donna adocchiata dal padre che poi, di fatto puntava a scopare i figli delle signore, mentre Anna si occupava di "consolare" queste ultime. Insomma, una bella coppia di porcellini, padre e figlia. Mi resi conto che, in quel gioco, ci erano finite pure alcune mie amiche che tenevano la bocca chiusa per la vergogna. La lingua della ragazza mi rovistava nelle carni ed esplosi di piacere. Cercai di ricambiare portandola all'amplesso. Poi, per trovare ulteriore appagamento, ce le strofinammo pure raggiungendo nuovi inebrianti orgasmi. Il lingua a lingua finale ci rese particolarmente complici. Bhè, forse Anna ha ragione, una parrucchiera fa sempre comodo, dopotutto. E, intanto, Jerry si sbatte mio figlio!     















































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