lunedì 12 settembre 2022

Cede al boss per tenere il lavoro

Mi chiamo Angie. Lavoravo come segretaria in un'azienda pubblicitaria. Enrico, il datore di lavoratore, era un personaggio squallido, sbavava dietro ad ogni ragazza in ufficio. Ma fin qui non mi importava più di tanto. Il problema arrivò quando lui affermò di non poter prolungare il mio contratto di lavoro. Rischiavo di essere mandata a casa con effetto immediato. Restava solo una possibilità, quella di "abbassare la testa" e concedermi ai suoi desideri sessuali. Inizialmente reagì stizzita, affermai che lo avrei denunciato per molestie. Ma, in realtà, si sa come vanno queste cose. Sarebbe stata la mia parola contro quella di un uomo ricco e potente. Altre ragazze disponibili avrebbero preso subito il mio posto. E così, colta dalla disperazione, gli succhiai e leccai il cazzo. Minchia, ce lo aveva pure bello grosso! Lasciai anche che mi leccasse la figa sperando che gli bastasse. Ma Enrico proseguì e mi chiavo' a missionaria sul tavolo del suo ufficio. Mi giro' il cazzo pure nel culo. Difficilmente lo do' ma lui se lo prese senza esitazione, con l'arroganza di chi comanda. Ormai nuda, ballavo a cavalcioni su di lui prendendolo nella figa e poi anche nel culo. Mentirei se affermassi di non aver goduto come una troia. Continuò a spanarmi il culo a missionaria prima di eiaculare copiosamente nel buco sfondato. Credevo di aver blindato il posto di lavoro con quella prestazione da mignotta. Ma Enrico non garanti' la mia presenza in Azienda. Giorni dopo Enrico mi licenziò. Alle mie proteste rispose: "Mi dispiace cara, ti sei impegnata ma ci sono state candidate più zoccole di te alle quali ho dovuto dare la precedenza. Però è stata comunque una splendida chiavata con te. Salutami quel cornuto del tuo ragazzo". A quel punto, stizzita, gli tirai il caffè bollente in faccia, girai i tacchi e andai via.




















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