martedì 26 settembre 2023

Studentessa sexy per professore arrapato

Mi chiamo Elisabetta. A Scuola non sono mai stata un'aquila, nè aprivo i libri per studiare. Con questi presupposti, andavo direttamente incontro ad una bocciatura sicura. Roger Palmer, il professore d'Inglese, aveva una notevole influenza sui colleghi. Un suo giudizio positivo, avrebbe cambiato l'esito della stagione scolastica. Roger aveva la fama di "Don Giovanni", seduttore delle studentesse, anche se, apparentemente, non sembrava, dati i suoi modi pacati e gentili. Le sue "vittime" preferite erano ovviamente le studentesse in difficoltà come la sottoscritta. Quando, un giorno, si avvicinò e mi disse: "Elisabetta, forse è il caso che tu mi venga a trovare per delle ripetizioni, la situazione è piuttosto seria e rischi di perdere l'anno", non potetti che accettare quella insolita proposta. A parte che gli studenti non possono ricevere ripetizioni dagli insegnanti titolari ma poi recarsi a casa sua appariva davvero strano. Ad ogni modo, nel primo pomeriggio bussai alla porta dell'abitazione di Palmer che viveva solo. All'inizio sembrò che volesse davvero aiutarmi negli studi, poco dopo, però, uscì fuori la "belva" che albergava in lui. Capì chiaramente che, per un'asina come me, non vi era altro modo di raggiungere la promozione se non cedendo sessualmente. Mi ritrovai in breve col jeans abbassato, le tette scoperte e le sue mani addosso. Provai anche a frenarlo, spiegando di essere fidanzata, ma lui, ovviamente, se ne fregò altamente. Mi carezzava le cosce e tra le cosce, dando baci sul viso. Gli propinai un bel bocchino, poi lui si stese sopra di me e iniziò a trapanarmi con l'uccello nella patata. Allargai le cosce e gli permisi di fare i suoi comodi. Ma non fu una violenza, godevo lasciandomi sbattere come una mignotta. In più avrei salvato anche l'anno scolastico. Roger non si accontentò, mi girò a pecorina e continuò a stantuffare senza pietà: era proprio uno stallone quel prof, nettamente meglio di quel cazzetto moscio del mio fidanzatino mezzo frocio dell'epoca. Poi lo cavalcai: il pisello entrò nella figa praticamente fino alle palle: godetti come una maiala fino a venire. Poi Robert, al culmine del piacere, mi schizzò copiosamente la sborra bollente in bocca. L'assaporai e la ingoiai tutta. Salvai l'anno alla grande. I miei genitori si chiesero a lungo come mai gli insegnanti fossero divenuti d'improvviso così ben disposti nei confronti della sottoscritta. Di certo non potevano mai immaginare, neanche lontanamente, che, per passare per una brava studentessa, avessi concesso la bocca e la figa al professore più autorevole!      




















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