lunedì 13 dicembre 2021

Come una puttana in hotel

Mi chiamo Elena.Sono una ragazza decisamente troia che piace parecchio agli uomini. Mi fidanzai con un giovanotto biondino di nome Dario. Ci conoscevamo solo da pochi mesi. Non avendo la possibilità di trovare la privacy a casa, andavamo negli Hotel 24 ore per fare sesso. Più che altro lo facevamo per trovare qualche ora dii tranquillità lontano da tutto dal momento che lui, a letto, non era certo uno stallone. Qualche volta mi scopava timidamente, molto spesso, invece, si accontentava di una sega o di un pompino. Il resto del tempo parlavamo. Nonostante non fosse un macho, mi faceva piacere la sua compagnia. Tutto però cambiò quando ci recammo all'Hotel Sole in via del Mare. Raramente uso pantaloni, più spesso adoro indossare minigonne cortissime, tacchi e autoreggenti. Proprio quel giorno ero più in tiro che mai. Alla reception un bel ragazzo ci controllò i documenti. Solo dopo avrei appurato che si trattava di Valerio, il proprietario della struttura. Quando iniziai a salire le scale, questo stesso uomo mi guardò in modo insistente culo e gambe e, di sicuro, notò anche le mutandine. Una volta in camera feci notare a Dario questa sbirciata e lui, apparentemente, diede la colpa a me sostenendo, peraltro giustamente, che mi esponevo troppo a sguardi indiscreti per il modo spegiudicato di vestire. Poi Dario uscì dicendo di andare a cercare qualcosa da bere. Passò un pò di tempo. Non vedendolo tornare, mi misi a letto a riposare. Non sapevo che lui era andato dal proprietario a dirgli di entrare nella camera dove stavo io con fini che potete chiaramente immaginare. La porta si aprì all'improvviso e comparve Valerio, l'uomo che mi aveva sbirciata precedentemente sulle scale. Quando mi disse che Dario aveva voluto tutto questo restai pietrificata. Valerio non aveva alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire l'occasione di trombare e, insistendo, finì per coinvolgermi. Dissi di non volere ma fu tutto inutile. Quel tipo ci sapeva fare ed io cedetti. Allargai le gambe e lasciai che mi leccasse la figa. Mi baciò. Ormai ero presa da lui. Una volta nudi sul letto, sbocchinai il suo bel cazzone. Proprio in quel momento sopraggiunse Dario che si spogliò in fretta e cominciò a segarsi. Avevo capito che voleva guardare. Infondo, se stava bene ad entrambi, perchè avrei dovuto rinunciare al sesso con un bel ragazzo? Continuai a sbocchinare e intanto Dario si segava con gusto sempre maggiore osservandoci. Quel porco di Valerio mi fistò con le dita e io venni. Poi scaricò un fiume di sperma sulla mia passera liberando tutto il piacere. Avevamo appena goduto quando Dario, a sorpresa, cominciò a fare apprezzamenti su Valerio pregandolo di restare nella posizione in cui si trovava in modo da segarsi ammirando il suo culo. Dario, guardando il corpo dell'altro, sborrò. E a Valerio, probabilmente bisex, tutto ciò non dette per nulla fastidio. A quel punto, con aria stizzita, diedi al mio ragazzo del cornuto e del frocio. Dario non sembrò turbarsi più di tanto, anzi, propose che saremmo dovuti tornare lì, in quell'albergo, dato che Valerio infondo era simpatico. In dialetto lo offesi dicendo che la prossima volta poteva fargli lui stesso un pompino. Poi rincarai la dose, gli dissi che poteva tornare lì da solo e farselo mettere pure nel culo, tanto ormai i due si conoscevano. Lo affermai sulla rabbia del momento ma a Dario l'idea non dispiaceva per nulla dato che voleva proprio questo, un rapporto omosessuale. E così ammise di voler tornare volentieri all'Hotel per conto suo. Intanto io cominciai a pensare ad Alberto, il padre di Dario.






















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