lunedì 20 dicembre 2021

Cappelle calde per tutta la famiglia

Mi chiamo Sergio. Sapevo che sposare una donna sexy come Olimpia avrebbe dato luogo a delle instabilità nel rapporto di coppia. All'inizio tutto procedeva in modo tranquillo ma, pian piano, la situazione cambiò radicalmente. Olimpia cominciò a tornare a casa molto dopo la fine del suo orario di lavoro giustificandosi ogni volta con scuse poco plausibili. Facevo finta di nulla ma un giorno, baciandola, sentì nella sua bocca un forte sapore di cazzo. Poi, durante la notte, mentre nell'intimità le leccavo la figa, assaporai la sborra che aveva preso dentro da qualcuno. A quel punto ebbi una sorta di reazione e le dissi: "con chi scopi tutti i giorni?". Lei mi guardò e rispose: "Ogni volta con uno nuovo". E aggiunse: "Dovevi aspettartelo che una così non prendesse solo il tuo". Ci rimasi male. Poi, stizzito le dissi: "Già che ci sei portateli a casa invece di andare a casa loro, in albergo o chissà dove...". Lei replicò: "Guarda che ti prendo in parola". Mai pensavo che l'avrebbe fatto e invece cominciò a portarsi gli amanti a casa. Che umiliazione! Spiavo mentre lei scopava. All'inizio guardare mi turbava. Poi cominciai a provare un torbido piacere. Mi masturbavo mentre se la scopavano e facevo delle belle sborrate. Poi glielo dicevo e lei mi dava del cornuto. Olimpia non si fermò, ci provò sempre più gusto, spesso se ne portava due, tre, pure quattro a casa per scopare per cui la vidi mentre se la sbattevano in doppia penetrazione. Alla fine anche mia figlia Clara si accorse della situazione. Voleva emulare la madre e ci riuscì in peggio. Colleghi e amici di mia moglie si scopavano anche la ragazza e la penetrazione gliela fecero addirittura tripla! Che gran cornuto che sono! Uomini senza scrupoli fottevano a piacimento le donne di casa che mi davano del cornuto e dello sfigato. Ed io mi segavo guardandole in azione. Ma ad un tratto mi prese un po' la solitudine. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. E così mi confidai con un collega di lavoro, Fulvio. Ma mentre gli raccontavo la situazione ebbi un'erezione e lui se ne accorse. Intanto gli dissi: "Beato te che non sei sposato e che non hai certi disordini in famiglia". A sorpresa lui rispose: "Non sono sposato perché, a dirla tutta, mi piace il cazzo! E vedo che il tuo si è indurito...". Arrossì. Lui mi sbottonò il pantalone e, calate giù le mutande, ammirò il pene in erezione. Io gli spiegai: "Guarda che non sono gay!". Ma era troppo tardi perché lui cominciò a leccare la cappella e poi a spompinare mentre stavamo in ufficio. Non avevo mai pensato a una cosa del genere ma, per la prima volta dopo anni, sentì che forse qualcuno mi voleva davvero bene e così, un po' scettico, lo lasciai fare. Fulvio mi fece un bel pompino ed io gli sborrai copiosamente in bocca. Quando tornai a casa, rivolgendomi a mia moglie e mia figlia, esclamai:"Guardate che mi sono fatto anch'io l'amante!". Olimpia, ironica, rispose:"E chi è una vecchia di 80 anni?". Ammisi:"No, il mio collega!". Le due scoppiarono a ridere esclamando all'unisono divertite:"Cornuto e pure frocio!". Quando loro facevano le troie invitavo volentieri Fulvio a casa così mentre le guardavo lui mi spompinava e io mi godevo lo spettacolo. Non male per un cornuto, vero? Ma arrivai a di più. Olimpia, vedendomi sborrare, ebbe la brillante idea di coinvolgere i suoi colleghi che, volendo, avrebbero potuto stantuffare anche me (Fulvio, un frocetto soft capace solo di succhiare, non era certo all'altezza di un compito del genere). Cercai di mostrarmi calmo ma, al pensiero di una delizia del genere, non stavo più nella pelle. Nei giorni seguenti, Olimpia cominciò a chiedere ai suoi "amichetti" se se la sentissero di inculare il sottoscritto. Ognuno dette una risposta: chi diceva no, chi diceva forse, chi diceva si all'idea di umiliarmi ulteriormente. Olimpia insistette, voleva una risposta chiara che non arrivò. Ma ormai aveva gettato l'amo e, una fantasia, quando comincia ad insinuarsi nel cervello, può finire per diventare una irrinunciabile ossessione. Arrivò il momento fatidico in cui approcciai con i suoi colleghi. Molti erano incerti. Poi, però, uno di loro, voglioso di umiliarmi, si decise ad incularmi per la gioia di quella troia di mia moglie e, nondimeno, del sottoscritto. Il maschio godette copiosamente nel mio culo. Quel momento rappresentò una svolta perchè gli altri, incuriositi, finirono pian piano per porre, a turno, il randello nel mio culo. E così a casa si fece la folla. Servivano uomini per scopare Olimpia, altri per castigare mia figlia e altri ancora per ingroppare me, il gran cornuto rotto in culo. Che dire? Siamo proprio un'allegra famigliola, non trovate?  












Qualche giorno dopo...




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