martedì 14 marzo 2023

Lesbo club

Mi chiamo Erica. Lavoro come shampista presso un parrucchiere. Questo mi da la possibilità di conoscere una sacco di donne. Tra queste c'è Viviana. E' una signora affascinante. Parlavamo del più e del meno mentre le sciacquavo i capelli. Un bel giorno cominciò ad intavolare un discorso sulle amicizie tra donne. Mi intrigava il suo modo di parlare ma non riuscivo a capire dove volesse andare a parare. Alla fine, chiese se mi avesse fatto piacere conoscere alcune sue amiche. D'istinto accettai. In realtà, non si trattava di un normale incontro per chiacchierare e prendere il caffè in compagnia. Ci ritrovammo in quattro in camera da letto e, a quel punto, realizzai che stavamo lì per fare sesso di gruppo tra donne. A dire il vero, in quel periodo, frequentavo un ragazzo ma queste tipe erano delle lesbiche doc riunite in un club e non ammettevano, al suo interno, la presenza di un elemento a cui piacessero i maschi. Oltre a Viviana, c'erano altre due donne, Barbara, detta 'Barbie', una mora in carne con due tettone enormi e poi "Betty calze nere", definita così perchè indossava sempre autoreggenti nere. Insomma, un bel quadretto con due ragazze più giovani, io e Barbie e due mature. Mi arrivarono mani dappertutto per cui mi eccitai subito. In effetti, essendo in quattro, ci dividemmo in coppie interscambiabili. Leccai le tettone e la patata di Barbie mentre Viviana e Betty, le più grandi di età, si stuzzicavano tra loro. Barbie mi leccò la figa con foga mentre Betty leccava Viviana. Poi Betty si spostò su Barbie e io slinguazzai la patata di Viviana ancora intrisa della saliva di Betty. Viviana, la donna che mi aveva condotto lì, si fiondò su di me, mi leccò prima i capezzoli, poi la figa. Me ne venni, naturalmente. Intanto Barbie, la cicciona, stava slinguazzando la patata di Betty. Quest'ultima, stranamente, non riusciva a venire. E così ci pensai io a completare il lavoretto iniziato da Barbie e a portare la troia matura con le calze nere all'orgasmo. Che belle amiche vero? Peccato che mi impongono di non prendere cazzi per continuare a frequentarle.





















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