domenica 8 maggio 2022

Per fortuna che c'è mia sorella

Sono Laura, l'avvocato di quella pazza scatenata di Ivana. Come abbiamo visto, la detenuta riuscì a sedurmi e a condurmi ad un bollente orgasmo saffico. Ma non mi sentivo per nulla all'altezza di compiere ciò che aveva richiesto, ossia corrompere sessualmente Giudice e Pubblico Ministero. Ivana è una donna pericolosa e vendicativa. Avrei rischiato grosso a non accontentarla. Non sapevo come uscire da una situazione del genere. Poi mi venne in mente un'idea. Ho una sorella sexy di nome Simona. Lei è davvero una bella donna e soprattutto piace agli uomini con i quali si comporta sempre da gran troia. Di solito litighiamo spesso, dal momento che abbiamo caratteri diversi. Tuttavia lei, in quel frangente, era l'unica persona che poteva risolvere concretamente il problema. E così ruppi gli indugi, presi il telefono in mano e composi il suo numero chiedendo un incontro da vicino. Le spiegai con calma la situazione e lei fortunatamente accettò di aiutarmi, anche se, in cambio, avrei dovuto offrirle la cena per un anno, due volte a settimana. Poco male, meglio questo che trovarsi sgozzata da Ivana all'improvviso. Organizzai io tutto e lasciai che lei incontrasse quegli uomini a casa sua. Appena mostrai una foto di Simona al Giudice Agostino Tarantola, lui si ingrifò totalmente. Separato dalla moglie, non vedeva l'ora di sbattersi una bella donna del genere. Io però, da puttanella curiosa, mi nascosi e restai dietro la porta a spiare con gusto lo spettacolo. Il Tarantola non venne da solo ma si portò dietro il giovane fratellino arrapato. Simona dovette impegnarsi a soddisfare entrambi. Quei due maiali se la scoparono anche in doppia penetrazione. E si tolsero la soddisfazione di scambiarsi di posto in modo che provassero entrambi sia il culo che la figa di mia sorella. Simona trovò perfino il tempo di sorridermi mentre la farcivano con foga in sandwich. Dopo di ciò lavorò con la bocca il pene del Giudice e, contemporaneamente, quello del ragazzo con la mano. I due, al culmine dell'eccitazione, le schizzarono un fiume di sborra in bocca e sulle tette. I maschi sembrarono decisamente appagati. Quando andarono via, ringraziai mia sorella per l'aiuto provvidenziale. La prima parte del piano era andata in porto. Cercai di indirizzare anche il PM verso Simona ma lui spiegò di non gradire quel tipo di donna così appariscente e disponibile con tutti. Aveva una fissa per la sottoscritta e così mi feci coraggio calandomi nel ruolo della troia, tanto amato dagli uomini. In aula sarebbe stato un avversario poco ostico se gliel'avessi data. Mi portò in albergo e mi castigò come si fa con le puttane. Dopo esserci spogliati, l'uomo scopò la mia figa e, successivamente, anche il buco del culo. Fu proprio il rapporto anale che lo eccitò maggiormente, al punto da portarlo beatamente all'orgasmo in una manciata di secondi. Spruzzò copiosamente sulle mie parti intime la sborra calda. A quel punto la partita era chiusa. In aula, qualche giorno dopo, il processo apparve come una farsa ed Ivana, nonostante il contributo scomodo di un testimone, venne pienamente assolta e tornò in libertà. Leggi dal principio.    

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Al resto ci pensa Laura...



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