giovedì 19 maggio 2022

Dominati dalla sconosciuta parte uno

Mi chiamo Silvana. Nonostante la mia avvenenza fisica possa ingannare, sono una ragazza decisamente poco femminile, o meglio, mi comporto, spesso e volentieri da maschiaccio. Sono una testa calda, lo ammetto, spesso mi ritrovo nei casini. Rubacchio in giro nei negozi, ogni tanto sniffo e, alle volte, picchio qualcuno. Non ho un target definito ma, in genere, non sopporto le commesse troppo snob e gli uomini che ci provano in modo eccessivamente audace. Di conseguenza, in tali casi, tiro pugni e calci senza pensarci su più di tanto. Sono finita dentro varie volte proprio per tutte queste ragioni. L'ultima per lesioni aggravate ad una stronza che aveva parcheggiato male l'auto. In galera stempero la tensione sditalinando qualche compagna che coinvolgo anche in reciproche leccate di fica. Però, in realtà, non sono lesbica. Mi piacciono gli uomini ma adoro dominarli sottometterli, renderli le mie troie. Quella sera ero appena uscita di prigione e avevo voglia di divertirmi. Lasciai perdere i soliti bulli in discoteca per evitare di finire subito dietro le sbarre. Al bar del locale notai due tipi abbastanza riservati, uno un pò più giovane dell'altro. Mi avvicinai e loro mi offrirono da bere. Non ci provarono in modo sfacciato per cui restai intrigata e chiesi di andare a fare un giro in auto insieme a loro. Dopo di ciò accompagnammo a casa quello più giovane, Pierre, e restai in compagnia dell'altro, di nome Phil. Viveva solo per cui andammo a casa sua. Bevemmo un drink. Poi prese piede la mia vena perversa da dominatrice. Lo spogliai, lo legai e lo bendai spiegando che si trattava di un eccitante gioco erotico. Era nelle mie mani, potevo fargli ciò che volevo. Tranquilli, non sono un'assassina ma a letto gli uomini diventano le mie troie. Gli succhiai le palle, poi morsi la cappella. Phil non si aspettava una dominatrice ma non poteva più sottrarsi ormai. Con tanto di reggicalze rosso, calze nere e scarpe coi tacchi, anch'esse nere, lo cavalcai con decisione. Ero io che mi facevo lui e non il contrario. Mi eccitava renderlo l'oggetto del mio piacere e dominare il suo. Per aumentare il godimento, presi anche un giocattolo erotico che frugava il clitoride mentre prendevo il cazzo nella figa. Arrivai all'orgasmo. Poi incominciai a smanettare il suo pene. Lo feci venire con le mani mentre gli raccontavo che mi sarei fatta anche il suo amico. Phil si preoccupò. Temeva che ci sarei andata giù troppo pesante con lui. Intuì che tra quei maschietti c'era del tenero, qualcosa di latente che l'uno non riusciva a confessare all'altro e viceversa. Ad ogni modo il cazzo continuò a schizzare liberamente inondando la mia mano. Gli svuotai completamente i coglioni dopodichè andai via e mi diressi verso l'abitazione di Pierre.             

dominatrice


















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