mercoledì 21 dicembre 2022

Una complice tra padre e figlio

Mi chiamo Martina. Non spicco per bellezza ma per troiaggine di sicuro! Presi una cotta per Riccardo, un conoscente di mia cugina Valeria, ma non sapevo come approcciare. Indagando, scoprì che Sergio, il padre del ragazzo, era maestro di chitarra. E così finsi di voler prendere lezioni a casa dell'uomo maturo per poter conoscere il giovanotto che mi interessava. In realtà sottovalutai il legame, a dir poco morboso, esistente tra padre e figlio. Compresi piuttosto presto che Sergio non amava particolarmente le ragazze, nè per sè, nè per il figlio. Lo teneva spesso e volentieri nascosto nell'abitazione in modo che approcciasse il meno possibile con le femmine. Provai a spiegare a Sergio di avere un interesse per Riccardo ma lui, dopo aver dipinto il figlio "strano", tentò di mandarmi via specificando di non impartire lezioni di musica e di chitarra alle ragazze. A quel punto passai alle maniere forti, le uniche in cui sono davvero brava. Spompinai l'uomo e gli permisi di scoparmi a pecorina, a candela e a cavalcioni. Non mi piaceva particolarmente quello stronzo pelato ma in tal modo lo avrei addolcito a dovere. Durante la scopata si lasciò sfuggire parole fin troppo dolci e premurose nei confronti dei suoi allievi per cui mi fu chiaro cosa combinasse con alcuni di questi. Ad ogni buon conto, gli svuotai il cazzo a cavalcioni con estenuanti movimenti rotatori del bacino e lui eiaculò in piccola parte nella vagina. Il resto lo schizzò, senza ritegno, tutto sulla mia lingua. Rilassato dall'orgasmo, e sfinito dalle insistenze della sottoscritta, mi consentì di procedere verso la camera da letto del figlio. Con estrema sorpresa, lo trovai intento a masturbarsi con l'aiuto del cuscino, delle federe, e quant'altro connesso al letto. Mi eccitai ad osservarlo e, da un lato, avrei voluto che andasse avanti fino in fondo. Invece, lo interruppi comparendo davanti a lui all'improvviso. Si prese un dannato spavento. Non sapeva chi fossi, da dove saltavo fuori. Lo sbocchinai perbene, poi lasciai che mi trombasse a pecorina e, dulcis in fundo, a missionaria. Proprio mentre veniva nella passera, comparve il padre porco nella stanza. Aveva di nuovo il cazzo dritto e non vi fu dubbio che ciò fosse determinato dalla visione del sedere del figlio che aveva praticamente in faccia. Finalmente detti una spiegazione a quella parola "strano" pronunciata precedentemente dal genitore di Riccardo. Collegai che il padre spiava il figlio e si toccava e ciò probabilmente accadeva puntualmente già da tempo. L'uomo nutriva una sorta di gelosia morbosa nei confronti del ragazzo ma, fino a quel momento, se l'era tenuta in parte dentro. Da autentica istigatrice al peccato, esortai il padre ad approfittare dell'occasione libidinosa per accoppiarsi spudoratamente col figlio. D'altro canto, anche Riccardo, in modo torbido e latente, non disprezzava una piega del genere. Lanciai una provocazione che non rimase soltanto tale. Poco dopo il padre, tolti i vestiti alla velocità della luce, si fiondò sul ragazzo per fotterlo, proprio come faceva con i suoi amati studentelli. Mi rivestì, osservai la cavalcata alcuni interminabili minuti, poi decisi di lasciar loro un pò di privacy ed andai via mentre Riccardo, impalato focosamente dal padre, urlava di torbido, trasgressivo, incestuoso piacere gay.           



































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