venerdì 24 febbraio 2023

Lesbicata con la poliziotta

Mi chiamo Melania. Trovandomi a corto di soldi, iniziai a frequentare persone poco raccomandabili che mi convinsero a prendere parte a furti, raggiri e rapine di vario genere. Sfruttando l'avvenenza fisica, seducevo commessi, imprenditori, direttori di banche etc, al solo scopo di sgraffignare danaro. Inoltre, per ottenere una carica adrenalinica, prima di entrare in azione, facevo uso di sostanze stupefacenti. Insomma, un quadretto niente male, non certo degno di una scolaretta illibata. E' noto che, a tirare troppo la corda, prima o poi questa si spezza. La 'gang' di cui facevo parte esagerò, si spinse troppo al limite e, alla fine, la polizia ci beccò in flagrante durante un colpo ai danni di una gioielleria. Finì in cella, in attesa di giudizio. Sapevo che, per gli innumerevoli reati commessi, avrei rischiato di scontare parecchi anni di galera. Dopo due giorni dietro le sbarre, già non ne potevo più. Mi controllava un'avvenente poliziotta bionda. In seguito scoprì che si chiamava Susan. La donna stava a telefono con il comandante che, in quel momento era impegnato per cui le chiese di occuparsi di me. Presa dalla disperazione, mostrai le tettone suggerendole di mostrarle, tramite foto, al capitano in modo da convincerlo a venire lì. In altre parole, volevo vendermi, pur di "aggiustare" la scomoda situazione in cui versavo. Ma il Comandante non poteva assolutamente mollare ciò che stava compiendo in quel frangente e così sarei rimasta da sola con la misteriosa agente bionda. Susan dimostrò subito di essere una porca e mi leccò le tettone senza pudore da dietro alle sbarre. Inoltre infilò pure la mano nei miei pantaloncini azzardando un ditalino. Lei, intanto, si toccava sotto la minigonna. Pensai subito che fosse lesbica. Mi piace il cazzo ma non importava, volevo dargliela pur di allegerire, in qualche modo, la mia posizione. Era chiaro che, se fossi stata disponibile, qualche prova compromettente sarebbe sparita ed io mi sarei potuta salvare da una condanna pesante. Susan, in un primo momento, spiegò di non essere lesbica ma solo amante dei giochi erotici. Ad ogni modo le chiesi di aprire la cella perchè fuori saremmo state più comode. Lo fece senza problemi. Mi accarezzò la figa prima di sbattermi sulla scrivania dove palpò con vigore le mie tettone. Con le donne, fino ad allora, non avevo mai provato nulla tuttavia devo ammettere che mi arrapai notevolmente, in quel contesto particolare. Susan uscì all'improvviso allo scoperto, chiarì di essere una gran lesbicona e mi leccò la fica con ardore. Ho sempre temuto le saffiche perchè, molto spesso, sono, a mio avviso, delle incurabili assatanate. Ma ormai ero lì, a cosce aperte, alla sua mercè e, volente o nolente, dovevo subire e sottostare al trattamento orale che però si rivelò tutt'altro che spiacevole. Arrivai all'orgasmo dal "sapore" delizioso, il primo raggiunto con una donna. Susan non stava più nella pelle, voleva che ricambiassi. Da inesperta le leccai la fica bagnatissima mentre lei mi strapazzava le tettone per l'eccitazione. Anche Susan giunse all'orgasmo e mi sbrodolò copiosamente nella bocca. Assaggiare liquidi vaginali fu per me una sensazione del tutto nuova, in fin dei conti, decisamente gradevole. Sperai, con tutto il cuore, di aver unito l'utile al dilettevole ed essermi tolta dai guai. E invece no! Susan fu categorica, avrei dovuto incontrare il capitano per poter sperare di giungere ad un risultato più incoraggiante [Fine prima parte]

galera




















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