martedì 4 maggio 2021

Forti emozioni per il pensionato maturo

Mi chiamo Monica, sono una bionda matura che ha passato da poco la cinquantina ma mi ritengo ancora piuttosto affascinante. Sono sincera, ed è probabile che mi odierete fin da adesso o, più probabilmente, alla fine del racconto. Ad ogni modo, andiamo avanti. Ho sempre odiato lavorare e, per questo motivo, spesso ho circuito uomini benestanti per condurre una vita agiata. In realtà una volta sono stata anche sposata con un uomo di nome Ferdinando. Dalla nostra unione nacque Clara. Si può dire che il mio ex marito è l'unico con cui non sia stata per interessi economici. Tuttavia, non essendo lui benestante, 'integravo', spesso e volentieri, le modeste entrate familiari organizzando incontri extracoiniugali con facoltosi e generosi uomini d'affari. Quando Ferdinando scoprì di esser stato tradito più volte, chiese inevitabilmente il divorzio. Clara venne affidata a lui ma è sempre stata molto legata a me. Ci siamo viste spesso anche dopo la fine del matrimonio. Le ho insegnato un pò di cose sul sesso e, a dirla tutta, lesbichiamo di frequente. Ormai è cresciuta ed è diventata una ragazza molto carina. Gli spasimanti non le mancano di certo ma io ho sempre avuto in mente per lei, oltre che per me, un futuro roseo e prosperoso esente da problemi di natura finanziaria. Sono una lussuriosa, lo ammetto, e non è l'unico vizio che ho, amo anche il gioco. Di solito chi gioca ad alto livello ha i soldi per poterlo fare. Per tale motivo frequento i luoghi adatti dove uomini, muniti di contanti, sono pronti a spenderli. Fu proprio in un casinò, davanti al tavolo della roulette, che conobbi Attilio. Era un ingegnere dell'enel vedovo con un'ottima pensione, un buon partito insomma. Nonostante i suoi 65 anni, aveva ancora un discreto fascino. Con uno sguardo gli feci capire che ero interessata e così lui, gentilmente, mi offrì un drink al bar del casinò. Scambiammo quattro chiacchiere e gli diedi il mio numero di telefono. Mi contattò praticamente subito, già il giorno seguente ed uscimmo insieme a cena. Non persi tempo, gli feci subito capire il tipo di donna disinibita che sono. Quando mi stava per accompagnare a casa, gli dissi di fermare l'auto in un posto isolato. Scesi dal veicolo, raggiunsi il lato del guidatore, aprì lo sportello, e mi misi a cavalcioni su di lui nel cuore della notte. Per l'occasione indossavo la minigonna senza mutandine. Abbassai la zip dei suoi pantaloni. Tirai fuori il cazzo ancora morbido, lo smanettai un pò mentre gli infilavo la lingua in bocca. Il suo pene si fece bello duro. A quel punto lo infilai nella figa e cominciai ad andare su e giu mentre lui mi teneva dolcemente per i fianchi. Aumentai il ritmo vertiginosamente finchè il cazzo esplose e la sborra calda e copiosa inondò la mia passera. Come inizio non c'è male, vero? Dopo quella volta seguirono altri incontri, altri rapporti sessuali, ovviamente. Lo abituai ad una 'terapia' di pompini e scopate quotidiane. Cominciai a rilassarmi, Attilio mi avrebbe fatto condurre una vita agiata. Ma gli imprevisti nella vita sono all'ordine del giorno. Ad un certo punto notai che il suo desiderio nei miei confronti iniziava a calare. Si sà che, sempre la stessa zuppa, per quanto saporita, alla fine può stufare. Provai a parlargli per capire cosa desiderasse veramente e trovare così nuovi stimoli. Sembrava voler tenere tutto dentro ma, alla fine, sotto mie insistenze, si lasciò andare a una confidenza sincera e mi disse: "Sai Monica, sei davvero una bella donna, sexy, intelligente, sono proprio fortunato ad averti conosciuta. Però io ho una fantasia, non sò se avrò mai il coraggio di metterla in pratica, o comunque la fortuna che capiti". Curiosa gli chiesi:"Ehm di che si tratta Attilio? Potresti cortesemente entrare nei dettagli?". Attilio fece un sospiro profondo, poi ammise:"Magari ti sembrerò scontato ma... mi intriga l'idea di farlo con una ragazza giovane, una ventenne...". Restai alcuni secondi in silenzio poi, seccata, mossa da un istintivo impulso di gelosia tipico di noi femmine, risposi: "Cosa? Vuoi una ragazza? Con una figa come me vicino?  Il signorino adesso vuole la ragazza! Ma tu guarda! Non ti si alza più il pisello con una donna più grande?". Attilio rispose:"Ecco! Lo sapevo che la prendevi male... Ma la mia è solo una fantasia, niente di più...". Magari era vero ma sentivo che stavo perdendo il controllo della situazione. Essendo benestante avrebbe potuto trovare qualche giovane troietta disponibile. Dovevo correre ai ripari! Ne valeva del mio futuro. Devo ammettere che, per qualche giorno, mi sentì offesa dalla sua esternazione. Ma poi tornai a ragionare e pensai che, involontariamente, l'ingegnere aveva offerto un assist incredibile per rigirare la vicenda a mio favore. Dovevo solo trovare il modo di rendere possibile tutto ciò. Ed ecco che si accese la fatidica lampadina. Ma certo! Che stupida! Come avevo fatto a non pensarci subito! La soluzione era davanti agli occhi, a portata di mano: mia figlia Clara, giovane e bella! Clara è sangue del mio sangue, non potrei mai essere gelosa di lei, a differenza di altre ragazze. E poi, con lei di mezzo, il patrimonio del riccone sarebbe restato magicamente in famiglia, eheh. Cominciai a parlarne con Clara. Le chiesi se le fosse piaciuto un incontro con Attilio, il mio compagno over 60. Rispose in modo netto e diretto:"Oh mamma lo sai! Basta che ha un bel cazzo, non ho problemi!". Approfittai del compleanno imminente di Attilio. Per indorare bene la pillola, chiesi a Clara di preparargli una torta. Finalmente arrivò il giorno in cui Attilio compiva gli anni. Venne a casa mia e, ad attenderlo, c'era ovviamente anche mia figlia Clara. L'ingegnere rimase un pò stupito dalla gradevole presenza della ragazza che conosceva vagamente, solo per sentita nominare dalla sottoscritta. Attlio è, per natura, un uomo piuttosto discreto. Si notava che mia figlia gli piaceva, ma non avrebbe mai fatto la prima mossa, anche per non sbagliare nei miei confronti, specie dopo quella discussione di qualche tempo prima. Dopo aver conversato amichevolmente in tre, Clara passò all'azione: sbottonò i pantaloni dell'uomo e gli calò le mutande. Attilio non se l'aspettava proprio, sembrava confuso. Lo tranquillizzai con un bacio mentre Clara, senza esitazioni, imboccò magnificamente il suo cazzo che divenne rapidamente duro. Addolcito dal pompino succulento della giovane, Attilio sembrò davvero andare in estasi. Clara proseguì usando le mani. Il pene durissimo testimoniava l'eccitazione profonda che stava provando l'uomo. Questo gli conferì la spinta erotica per leccarmi con gusto la fica, pratica che aveva abbandonato da qualche mese. Poi fui io a sbocchinare lui. Attilio si meravigliò piacevolmente della complicità saffico-incestuosa tra me e Clara. A cosce aperte ciucciavo l'uccello del pensionato mentre Clara mi leccava amorevolmente la figa. Cavalcai un pò Attilio mentre mi sbaciucchiavo con la ragazza. Io e lei già eravamo d'accordo ma, volutamente, chiesi a Clara, davanti a lui, se avesse gradito scopare con Attilio, ciò per intrigarlo maggiormente. Mi tolsi e lasciai il posto a Claretta che iniziò a cavalcarlo: giusto qualche minuto per 'stimolargli' l'appetito. Come segno di ringraziamento per avergli portato una figa giovane, da lui tanto desiderata, mi chiavò a missionaria con rinnovato entusiasmo. Teneva in mano le mie caviglie e spingeva con foga il cazzo dentro la passera. Intanto Clara mi leccava le tette. Caduti ormai tutti i freni inibitori, era giunto il momento adatto affinchè Attilio approfondisse la conoscenza con Clara. Quella gran troietta di mia figlia riprese a cavalcarlo chiamandolo perfino papà e all'uomo fece enormemente piacere. Io 'accompagnavo' la loro scopata leccando, in alternanza, culo e tette di Clara. Fu lei ad imporre i tempi della trombata portandola a ritmi infernali. In quel frangente mi resi conto che ad Attilio eccitava da matti essere sottomesso. Quando Clara sentì che lui stava venendo, si tolse da sopra. Io e lei non avemmo modo di leccarglielo ancora: appena avvicinammo le nostre teste, il cazzo cominciò ad esplodere e lo sperma caldo, denso e abbondante schizzò dritto nelle nostre bocche vogliose pronte ad assaporarlo tutto. Era prevedibile che, due troie come noi, gli svuotassero perbene i coglioni. Fu solo l'inizio perchè io e lui non stemmo mai più da soli in intimità. Clara era presente ad ogni incontro. Io e lei ci rendemmo perfettamente conto che all'uomo piaceva, più di ogni altra pratica, essere dominato. Il gioco divenne sempre più proibito e trasgressivo. Prendemmo l'abitudine di legargli i polsi al letto e di bendarlo. Poi Clara si metteva sopra di lui e lo cavalcava senza tregua. Mentre scopavano, arrivai perfino ad infilargli uno dei miei dildo nel culo mandandolo in estasi profonda. Poi magari ci scambiamo, io cavalco e lei gli fa il culo. Lo abbiamo reso davvero la nostra troia. Con questo andazzo è difficile che trovi la forza, la voglia ed il tempo di cercare altre giovani compagnie femminili. Arturo rischia solo una cosa, di godere troppo. Non mi meraviglierei se, un giorno o l'altro, ci restasse secco! Ma spero proprio di no, infondo non sono così cattiva eheh.                                                     

mamma e figlia













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