lunedì 10 maggio 2021

Confidenze intime tra madre e figlio

Il mio nome è Rosa. Fino a un annetto fa ero sposata. Nonostante non abbia più 20 anni, credo di essere ancora una donna piacente. Devo convenire che, negli ultimi tempi, sono decisamente cambiata nel modo di essere e nell'approccio con gli altri. La separazione con Gustavo, per ragioni di incompatibilità caratteriale, segnò, di fatto, la fine del matrimonio ma anche la mia trasformazione da bruco a farfalla, per così dire. Libera dal vincolo coniugale, che mi aveva tenuta repressa per anni, ritrovai un'incredibile spensieratezza e, perchè no, troiaggine. Consapevole di essere una tipa intrigante, mi vestivo in modo provocante con tanto di minigonna, autoreggenti e tacchi. Trascorrevo quasi tutte le notti in discoteca. Mi recavo lì insieme ai colleghi e colleghe di lavoro. Loro però ci andavano per svago e relax e, in genere, rientravano a casa entro l'una. Io, invece, rimanevo lì ben oltre quell'orario appositamente, proprio per cercare incontri hot. Di solito sono più gli uomini a corteggiare, nel mio caso glielo facevo solo credere. Si avvicinavano sulla pista da ballo ed io non mi sottraevo affatto quando si strofinavano contro la mia gonna, sia davanti che dietro. Sentivo i loro cazzi indurirsi di brutto e, quando l'atmosfera si surriscaldava troppo, mi dirigevo verso la toilette. A quel punto, uno o più uomini mi seguivano, più che mai convinti di poter scopare. E così io mi chinavo ed iniziavo a propinare bocchini a destra e a manca. Poi lasciavo che mi alzassero la gonna, che mi calassero le mutande, in modo da farmi scopare a pecorina, con le mani poggiate contro il muro, come una troia. Quando erano in due, uno me lo infilava nella fica, o nel culo, e l'altro in bocca, e andavamo avanti così. Altre volte manifestavano il desiderio irrinunciabile di prendermi nei buchi contemporaneamente. E allora uno si stendeva a terra, io gli montavo sopra, e l'altro si metteva dietro di me: la posizione ideale per una doppia penetrazione. Naturalmente arrivava sempre qualcun altro pronto ad osservare la scena che lo ispirava al punto da segarsi oppure, qualche tipo più audace che si avvicinava e sfruttava l'unico buco rimasto libero, la bocca, e riempiva anche quello. Naturalmente, disponevo sempre di vestiti di ricambio dal momento che concludevo le serate quasi sempre inondata di sborra dalla testa ai piedi. E così vi siete fatti un'idea di quanto sia troia o, perlomeno, di quanto lo sia diventata dopo la separazione. Ma non abito da sola, con me c'è un ragazzo di nome Luigi, è mio figlio. Devo ammettere che, dopo la fine del matrimonio, sono stata un pò egoista, ho pensato a godermela, a scopare e divertirmi e ho trascurato mio figlio. Andavo sempre di fretta. Al ritorno da lavoro, facevo la doccia poi mi preparavo per le notti di cui innanzi. Ma un giorno, quando avevo appena indossato i vestiti 'serali', sentì bussare alla porta della mia stanza. Aprì ed era ovviamente Luigi. Mi chiese come mai facessi così tardi la notte, giustamente voleva sapere cosa stesse succedendo. Gli raccontai tutto, spiegando che non ero certo una vecchia di 80 anni decrepita e che, dopo i dissapori col padre, avevo pieno diritto a certi svaghi. Lo sguardo di Luigi fu inequivocabile, dall'espressione del suo viso capì che mi considerava alla stregua di una mignotta. Del resto, come dargli torto! Poi, però, si dimostrò anche dolce e comprensivo. Disse che magari fecevo bene. Inoltre, sentivo che mi nascondeva qualcosa. Finalmente fece uno sforzo e si lasciò andare ad una confidenza che non mi sarei di certo aspettata. In pratica, aveva cominciato a spompinare il suo compagno di studi, Giacomo. L'amico, dal canto suo, non se la sentiva di ricambiare allo stesso modo, cioè usando la bocca, e così faceva venire mio figlio con le seghe. Mi resi conto che Luigi stava pian piano diventando gay. Con le ragazze, infondo, non ci aveva mai saputo fare. Colta da un istinto impulsivo, e da un torbido senso di protezione materna, per un attimo pensai di diventare io la sua donna. Accarezzai il suo sesso sopra il boxer, lo baciai in bocca a stampo. Poi scoprì il seno in modo che lui me lo leccasse un pò. In quei frangenti sentì Luigi davvero molto coinvolto. Mentre lui stava steso sul letto, accennai uno strip calando la minigonna e gli permisi di leccarmi la fica sopra le mutandine. Colta da eccitazione profonda, e con la sua lingua che batteva nella zona intima, allagai le mutandine così tanto che lui mi disse di sentire un odore fortissimo. Raggiunsi un orgasmo torbido e profondo. Lui pose le mani sui miei fianchi e si apprestò a calarmele. Ci riuscì un pò, ad abbassarle, con l'intento evidente di voler scopare ma io bloccai le sue mani in tempo con le mie, precisando: "No, questo no! La mamma è bella, lo sò, ma non puoi fotterla! E' sbagliato sai, e poi diventeresti schiavo di questo rapporto... Lascia che ognuno di noi sia libero di vivere e di frequentare altre persone...". Lessi il dispiacere sul suo volto ma, dopo un sospiro profondo, mi diede ragione. In realtà, con quella scelta, aumentai la sua delusione nei confronti delle donne. Anche l'unica sua donna ideale era venuta meno. Di fatto lo consacrai all'omosessualità, infatti, poche ore dopo, il suo amichetto se lo sarebbe fatto perbene. Io intanto cambiai le mutandine e, con la figa ancora sugosa e bramosa di attenzioni, mi presentai più che mai raggiante in discoteca per far colpo, ancora una volta, sugli uomini presenti nel locale e svuotare, in tutti i modi, i loro bei cazzi duri e vogliosi... CONTINUA

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