sabato 15 maggio 2021

Fotocopie a luci rosse

Sono la vicedirettrice di un'importante azienda di marketing, il mio nome è Lara. La situazione che mi capitò di vivere in prima persona, nell'ambito lavorativo, ha dell'incredibile. Per questa ragione ve la racconto volentieri. Partiamo dal principio. Ho un ufficio tutto mio al primo piano e poi ci sono le 'room' dove lavorano i dipendenti. Ronnie, il capo, si trova invece all'ultimo piano dell'edificio, il quarto. Sono l'unica donna in servizio, il resto del personale è composto da uomini. Ero convinta che due dei nostri dipendenti, vale a dire Tom e Gerard, fossero stati assunti dal direttore per comprovate capacità professionali e non per altre motivazioni che vi saranno più chiare in seguito. Cominciò tutto una mattina quando, all'improvviso, Alfred, il capo reparto, iniziò ad urlare come un ossesso richiedendo a gran voce un mio intervento. Cosa era successo? Bhè, Alfred aveva beccato i suddetti Tom e Gerard intenti a scopare con foga nei pressi della fotocopiatrice. Quando giunsi nella stanza 'incriminata', constatai di persona che Alfred diceva la verità. Tom stava inculando il collega a candela e, nel contempo, glielo faceva pure in mano. Li ripresi in modo brusco spiegando che in Ufficio certi atteggiamenti non si possono assolutamente tenere. Non avevo mai visto da vicino due uomini accoppiarsi; solo raramente li avevo osservati in film porno del genere gay sui quali non mi ero soffermata più di tanto. Spiegai ai due dipendenti che, di lì a poco, avrei dovuto inevitabilmente fare rapporto al direttore generale. Conoscevano perfettamente i rischi ai quali si và incontro in tali casi: il più grave, ovviamente, è il licenziamento in tronco. Ad ogni modo, nè la mia presenza, nè tantomeno la paura di perdere il lavoro, costituirono un valido freno inibitorio per quei tipi che sembravano stregati da una bruciante passione omoerotica. Guardandoli scopare con convinzione e voglia sempre crescenti, ne restai affascinata e intrigata al punto da iniziare a gocciolare con insistenza tra le gambe fino a bagnare vistosamente le mutandine. Inoltre, l'odore intenso di maschi in calore, che si diffuse e impregnò tutta la stanza, mi procurò ulteriori sensazioni libidinose. Mi resi perfettamente conto che, lo scetticismo che avevo sempre mostrato riguardo ai rapporti omosessuali, cominciava decisamente a vacillare. Più che mai curiosa e vogliosa di osservare la trombata al maschile fino alla conclusione, suggerì loro di proseguire. Del resto, le conseguenze ci sarebbero state comunque per cui tanto valeva la pena che almeno godessero perbene fino in fondo. Accolsero il mio 'benestare' con entusiasmo e continuarono la galoppata. Tom, gasato a mille, affondò tutto il pene nel buco intimo, ormai spanato, dell'altro maschio facendolo godere a pecorina fino all'orgasmo. Poco dopo fu Tom a eiaculare in abbondanza sulle natiche del collega. Pregai i due uomini di ripulirsi e ricomporsi. Poi corsi in fretta nel mio ufficio e chiusi la porta a chiave. Tolsi tutti i vestiti e, adagiata sulla sedia, a cosce aperte, fui pronta a spararmi un ditalino furibondo pensando a ciò che avevo appena visto. Raggiunsi l'amplesso in pochi minuti. Appagata e libera dalle tensioni, indossai nuovamente i vestiti e telefonai al capo per sapere quando avrei potuto fargli visita allo scopo di spiegare il comportamento poco professionale tenuto dai due dipendenti. FINE PRIMA PARTE           

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