giovedì 15 aprile 2021

Inviata speciale

Sono una giornalista sexy, il mio nome è Vanessa. I miei articoli vengono regolarmente pubblicati su un quotidiano. Ma scrivo anche su una rivista che, per anni, ha riscosso un gran seguito nei lettori. Poi, però, come spesso accade nella vita, il vento cominciò a girare in senso contrario. Eravamo a corto di fondi: Goldstar, la società che finanzia entrambi, versava in grosse difficoltà economiche. Il direttore, Paul Vernon, era alla ricerca disperata di scoop che intrigassero nuovamente i lettori consentendo così all'azienda di risollevarsi. Le mie colleghe non abbastanza avvenenti nè capaci di fare certe cose, ecco perchè Paul si rivolse a me per una "missione speciale", per così dire. Avrei dovuto scoprire i segreti più piccanti dell'imprenditore Alfred De Paolis. Il noto proprietario dei cantieri navali Dalmas, aveva raggiunto il successo in breve tempo ed il mio capo era convinto che ci era riuscito in modo non limpido. Sò che in questi casi bisogna ricorrere ad ogni mezzo per ottenere risultati ed io spesso ci riesco andando a letto con gli interessati. Nell'intimità, si sà, i freni inibitori calano e le persone si confidano più facilmente. Il destino del giornale e della rivista erano nelle mie mani. Mi preparai di tutto punto indossando minigonna, autoreggenti e tacchi e, volontariamente, evitai di indossare le mutandine. Inoltre misi un microregistratore nella scarpa, che mai avrei tolto, e mi presentai all'appuntamento con il De Paolis. A dir la verità non era nemmeno un bell'uomo, almeno non mi mi piaceva un granchè ma, pur di giungere all'obiettivo, si passa sopra a tante cose. Dopo aver bevuto un caffè nel suo ufficio, notai che fissava le mie gambe con insistenza. Capì subito che normalmente non avrebbe parlato e che avrei dovuto calcare la mano per conoscere i suoi segreti. Sfacciatamente mi sedetti sulla sua scrivania e allargai le gambe ironizzando sul fatto che così avrebbe potuto osservare meglio "il panorama". Non indossando nemmeno le mutandine, gliela misi praticamente in faccia. De Paolis, preso dalla libidine, iniziò a leccarmela con voracità. Pensai che il mio direttore avesse ragione. Non che sia una santa ma De Paolis mi dava senz'altro l'idea di un viscido, di un malato e lì ebbi la certezza che nascondeva qualcosa. Dopo aver leccato, mi scopò a missionaria sulla scrivania e cominciò a lasciarsi andare alle confidenze. Cominciò parlando dei fornitori dai quali aveva ottenuto forti sconti sulla merce. Come? Regalandogli incontri con puttane per mesi e mesi (pare che queste donne fossero molto amiche della sorella del De Paolis e quindi si erano prestate a costi contenuti). Ma l'imprenditore, chiamiamolo così, aveva altri scheletri nell'armadio, e pure belli zozzi! Probabilmente il bocchino che gli propinai facilitò le sue confidenze. Cominciò a spiegare che si era prestato egli stesso nella difficile opera di ottenere, da due importanti banche, finanziamenti a tassi enormemente agevolati. A quanto pare, i rispettivi direttori, ultrasessantenni, gradivano le attenzioni maschili. Quel porco del De Paolis si era reso totalmente disponibile ai due ricchi e viziosi uomini maturi. Con la scusa di guardare una partita di calcio in tv, De Paolis si era fatto volutamente coinvolgere in un torbido "ménage a trois" per soli maschietti. Il buon Alfredo aveva sbocchinato entrambi. Poi i banchieri gli avevano rotto il culo a turno. Mi trovavo a cavalcioni sul suo cazzo nel bel mezzo di una focosa scopata ma ormai avevo ascoltato abbastanza dettagli per poter fornire materiale bollente al capo ufficio. Accelerai il ritmo andando sù e giù più velocemente e De Paolis venne schizzando copiosamente nella figa. Godetti anch'io, sia per il cazzo e sia per il piacere libidinoso di aver scoperto il segreto del suo successo. Alfred non era il grande imprenditore che tutti pensavano di conoscere ma solo un imbroglione pervertito disposto a tutto pur di raggiungere il successo. D'altra parte io non sono da meno: uso la bellezza del mio corpo per ottenere ciò che mi fà comodo. Come si dice: ognuno tira l'acqua al suo mulino. In questo caso è un'acqua davvero sporca. Quando tornai dal capo ricevetti un elogio ma mi disse che avrei dovuto sparire per un pò. Mi sarei goduta una lunga vacanza all'estero per poi ritornare magari bruna e con un'identità diversa. A volte mi sento a metà strada tra una giornalista e un agente segreto. Poco importa, dalla vostra inviata speciale Vanessa è tutto: ho realizzato lo scoop...e pure la scopata!           

giornalista sexy



























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