martedì 27 aprile 2021

La proposta indecente della suocera arzilla

Il mio nome è Teresa, ho 38 anni. Sono sposata con Simone, un uomo più giovane di me di 10 anni, di professione operaio. Lui, piuttosto preso da me, insistette molto affinchè ci sposassimo ma sua madre Silvana, una signora sotto la settantina, non fu mai d'accordo su questa scelta. In realtà non aveva poi tutti i torti dato che sono una donna monella ed esigente sessualmente e Simone, effettivamente, non riusciva a reggere il confronto. Nel giro di un annetto e mezzo, il matrimonio entrò in crisi profonda. Passata l'euforia, tipica degli inizi di un legame, Simone si rese conto di non poter tenere il mio passo. Quando uscivamo, essendo una donna sexy, ricevevo gli sguardi interessati di molti uomini, specie quelli maturi, che adoro particolarmente e, puntualmente, ricambiavo con invoglianti sorrisi da troia, tipici del mio modo di essere. Simone non riusciva più a gestirmi. Iniziai a fottere occasionalmente al di fuori del matrimonio ogni volta che trovavo la situazione che mi ispirava. Alla fine, ciliegina sulla torta, trovai pure l'amante, un tizio affascinante e dotato, dal capello brizzolato, di nome Leo. Per diversi mesi filò tutto liscio, nel senso che nessuno sapeva di questa tresca. Poi, la prima a scoprirla fu Silvana, mentre suo figlio nutriva soltanto dei sospetti inizialmente. E qui venne il bello! Mi aspettavo che la suocera andasse a raccontare tutto a Simone ma in realtà accadde ben altro. Come spesso accade tra suocera e nuora, i rapporti sono decisamente conflittuali. Non si può certo dire che fossimo diventate mai davvero amiche. Lei aveva capito meglio del figlio che gran troia fossi e quanto fossi sbagliata per Simone ma taceva per non alimentare polemiche ed è per questo che io, infondo, l'ho sempre stimata. Silvana da giovane era stata peggio di me e quindi c'era da aspettarsi una richiesta osè da parte di quella donna: era intenzionata a conoscere Leo a tutti i costi e non certo per offrirgli solo il caffè. Ormai in astinenza da un bel pò di tempo, l'arzilla anziana, si poneva come obiettivo quello di farsi scopare da quello gnocco dotato del mio amante! Inoltre non avrebbe disdegnato di giocare anche con me coinvolgendo entrambi in un triangolo dai caldi sapori bisex. Preoccupata che Donna Silvana spifferasse tutto al figlio, decisi di accettare quella torbida proposta pur non essendo mai stata con una donna e tantomeno di quella età. Per l'occasione avevo messo i tacchi e le calze a rete nere. Silvana, dal canto suo, non mancava di fascino: aveva anche lei i tacchi e indossava un bel paio di calze autoreggenti nere. Al principio Silvana fu solo spettatrice, osservò me e Leo limonare teneramente sul divano. Poi si avvicinò a noi: mentre spompinavo Leo, Silvana scoprì le tette in modo che lui le potesse accarezzare. Credevo che a Leo facesse un pò schifo una signora di una certa età e forse anche lui era prevenuto, all'inizio. Invece gli bastò palparle le tette per cominciare ad accendersi. Silvana, senza esitazioni, si mise a sbocchinare Leo di gran gusto. Il mio amante gradì parecchio quelle attenzioni orali e il cazzo divenne sempre più duro. Silvana tolse le mutandine e allargò le gambe. Leo leccò mia suocera tra le cosce gradendo particolarmente il gusto della fica stagionata. Presa dall'euforia volli assaggiarla anch'io. Mai mi sarei sognata di leccare la patata di Silvana. I freni inibitori erano ormai saltati del tutto. Mia suocera succhiò ancora il cazzo a Leo mentre io gli leccai l'ano. Leo si eccitò parecchio. Ed andò in estasi ancora di più quando io e lei gli "coccolammo" contemporaneamente la cappella picchiettando con le nostre lingue vogliose. Colta da un insano impulso di troiaggine acuta, afferrai il cazzo di Leo e lo piazzai nella bocca della mia "amabile rivale", se così possiamo dire. A Leo piacque tantissimo quel pregevole lavoro orale condotto da una donna particolarmente esperta (ne aveva visti di uccelli in vita sua!). Leo non stava più nella pelle: chiavò con foga Silvana a missionaria, intanto lei mi leccava la figa. Leo sfilò il tarello dalla fregna stagionata e lo infilò nella mia nella posizione della pecorina. Leccai la fica della suocera mentre prendevo il cazzo dell'amante. Poi Leo si mise a scopare lei a pecorina. Io messa sotto, mi alternai a leccare i testicoli di lui e la fica di lei. Silvana, scopata e leccata, raggiunse uno splendido orgasmo profondo ed io mi inebriai dei suoi liquidi maturi. Leo, non sazio di godimento, penetrò me di fianco fino a procurarmi l'orgasmo che giunse sublime e profondo. Intanto Silvana gli leccava con cura i testicoli. In preda all'amplesso irrefrenabile, Leo finalmente esplose schizzando la calda crema densa e copiosa nelle nostre bocche assetate. Pensavo fosse finita lì ma quel porcellone di Leo aveva in serbo per noi un ricco dessert a base di pipì. Gasato a mille iniziò ad urinare all'impazzata: il getto mi sfiorò le labbra andando a concludere magicamente la sua corsa sulle tettone della suocera. Leo fu finalmente pago dopo averci annegato di piscio bollente. Credo che questa fu l'esperienza più eccitante della mia vita e mi permise, in qualche modo, di sanare anni di tensioni con la suocera. E Simone? Bhè, Silvana, donna di parola, non aprì mai bocca con il figlio riguardo ai miei tradimenti ma lui, alla fine, scoprì lo stesso che avevo l'amante. In quel periodo Simone entrò molto in confidenza con un suo collega di lavoro di nome Thomas, un tipo abbastanza figo che conoscevo solo di vista. Due operai, amici comuni miei e di Simone, misero in giro una certa voce. Quale? Che mio marito e Thomas se la intendevano. Non ho mai avuto la certezza riguardo a tale situazione, ma queste stesse persone giurano che Simone scopa regolarmente con Thomas.                                    

suocera nuora e amante nuora




















Intanto, all'interno del cantiere edile, Simone, il giovane marito di Teresa, dopo aver scoperto i tradimenti della moglie con l'amante Leo, si lascia "consolare" da Thomas, l'aitante collega di lavoro...











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