sabato 10 febbraio 2024

Seduzione Asiatica

Mi chiamo Natasha. Sono una ragazza che ama divertirsi con persone di entrambi i sessi. Di solito, quando "punto un obiettivo", riesco a centrarlo. Non riuscivo a schiodarmi dalla testa l'idea di portare a letto Sakura, la mia compagna di classe asiatica. Approfittai dell'assenza dei miei genitori per invitarla a casa. Durante la giornata, studiammo un po'. Poi, verso sera, iniziai a tessere la "tela seduttoria". Dapprima stuzzicai l'ospite invogliandola a scoprirci i seni scattando selfie, con la scusa di intrigare i nostri compagni di Scuola. Naturalmente, non avrei mai postato quelle foto! Poi, quando ci mettemmo a letto, aspettai una mezz'ora. Notando che lei non riusciva a prendere sonno, le accarezzai a sorpresa il sedere spiegando di provare sentimenti forti nei suoi confronti. Mentì spudoratamente ma il fine giustifica i mezzi, giusto? La spogliai in un batter baleno leccando prima le sue mutandine con malizia e poi usando le dita sulla sugosa figa. Si sciolse e ricambiò leccandomi la passera mentre stavo a pecorina: che goduria! I reciproci ditalini accesero ancor più l'atmosfera che divenne infuocata nel momento in cui la coinvolsi in una strofinata tra passere al cardiopalma (pratica sconosciuta a Sakura, fino a quel giorno). Non la mollai finché raggiungemmo tutte e due l'intenso orgasmo. Il bis accadde poco dopo con reciproche smanettate. L'appagamento risultò pieno sia per me che per lei. Sakura ci tenne a precisare di esserci stata in base al mio slancio amoroso. Risposi di aver mentito con l'unico scopo di ottenere, insieme a lei, un semplice sfogo fisico senza implicazioni di natura sentimentale. A quel punto, la pupa orientale, evidentemente delusa, mi spinse via con un gesto di stizza affermando di sentirsi sporca e usata. Andò su tutte le furie e, dopo essersi vestita, andò via sbattendo la porta. Inoltre, per tutta la restante durata dell'anno scolastico, non mi rivolse più la parola sedendo ad un banco lontano dalla sottoscritta. Pazienza! Infondo, meritavo tale reazione ma, in fin dei conti, poco importava, ormai mi ero tolta la soddisfazione di finirci magnificamente a letto.

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