lunedì 20 novembre 2023

L'arduo soggiorno nel carcere femminile

Mi chiamo Marica. Frequentavo un delinquente pieno di soldi, Mr. Miller, un trafficante di sostanze stupefacenti e organizzatore di giri di mignotte che, in cambio di scopate, mi permetteva, come sua fidanzata, di condurre una vita agiata piena di cene costose, vestiti firmati, e lunghi viaggi con annessi regali inclusi. La sfortuna volle che la Polizia fece irruzione nella Villa del sig. Miller proprio quando io ero presente. E così finì tristemente in cella ancora con la pelliccia addosso. Temevo quell'ambiente, dopotutto non c'ero mai stata, nemmeno per un giorno. Fu lì che conobbi Lara, una guardia carceraria fuori dall'ordinario con smanie da comandante. Compresi chiaramente di trovarmi esattamente tra due fuochi. Avrei dovuto per forza sottostare ai desideri torbidi della "sbirra" per evitare di diventare preda di un gruppo di detenute teppistelle assatanate senza scrupoli. In altre parole, si tratta del solito discorso di finire dalla padella alla brace. Tra l'altro, nemmeno avevo mai avuto esperienze con le donne ma mi resi conto che fosse giunto il momento di uscire fuori dalla zona di comfort. Lara usò pochi convenevoli: si presentò direttamente davanti alla cella munita di strap-on, ordinando di cominciare a succhiare il fallo di color nero. Bhè, sui pompini sono ferrata e così leccai e succhiai l'oggetto. Dopodichè, la donna, indicò la posizione della pecorina, che dovetti inevitabilmente assumere. Sul lettino di quella fredda cella, tutta nuda, solo con i sandali col tacco neri ai piedi, mi sfondò la passera con lo strap-on senza mostrare alcuna pietà. Inizialmente la situazione mi diede il voltastomaco: mi feci schifo da sola, io e quella donna che si approfittava di me affermando che mi avrebbe protetta dagli abusi delle altre. Intanto lei faceva i suoi porci comodi! Ma questo stato di malessere, di repressa ribellione, durò lo spazio di un minuto. Il godimento cominciò a prendere il sopravvento su ogni cosa e sentì le sue parole che rimarcavano il piacere di prendermi energicamente, con una certa forza, diciamo. Quando passammo a missionaria, mi afferrò perfino i capelli. Sentì di essere totalmente dominata e usata con la fica ampiamente bagnata al punto da raggiungere un profondo e torbidissimo orgasmo, mai provato così intenso nella vita. Lei, soddisfatta, si accese una sigaretta incitandomi a succhiare il fallo, ormai sporco dei miei stessi liquidi intimi. Affermò con fierezza che, tutto sommato, ero stata brava e, dinanzi alla richiesta di fumare a mia volta, fortunatamente acconsentì. Quella sigaretta premio rappresentò solo un piccolo contentino per poi farmi annegare di nuovo, e a breve, in un mare di merda. Dopo lo strap-on, la "signora" aveva intenzione di punirmi severamente usando direttamente il manganello! 

abusata in carcere

















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