martedì 31 gennaio 2017

La dottoressa rubacuori

Il mio nome è Luciana. Sono una brunetta niente male, di solito tranquilla e, a dire il vero, poco fortunata con gli uomini che in genere mi mollano dopo nemmeno un mese di relazione. Del gruppo di amiche di cui faccio parte sono dunque l'unica single, le altre sono tutte impegnate, alcune fidanzate, altre addirittura sposate. E poi c'è l'intrusa, Vanessa la guastafeste, di professione dottoressa. Vi chiederete il perchè di questa definizione, "guastafeste", bhè, il seguito chiarirà subito le idee riguardo a ciò. A dire il vero nessuna delle ragazze del gruppo si può considerare una "femme fatale". Questo spiega perchè la bella e sensuale Vanessa fece agevolmente breccia nei cuori dei maschietti. Si aggiunse al gruppo quale ultimo elemento con l'unico scopo di portarsi a letto tutti i maschietti della comitiva. Ad uno ad uno, incuranti di essere già impegnati, caddero sotto l'impulso seduttivo della bella sconosciuta. E dopo che successe? Direte voi. Dopo le ragazze vennero a piangere da me l'una dopo l'altra manifestando la delusione e la rabbia accumulate per le corna ricevute. Ritenendo me la più forte caratterialmente, l'unica capace di stare senza un uomo, pianificarono la vendetta puntando sulla sottoscritta. Sarei stata io ad affrontare Vanessa, avrei dovuto aggredirla verbalmente e fisicamente, addirittura picchiarla, secondo loro. Diciamo che questa catena di tradimenti seriali faceva rabbia anche a me in fin dei conti, essendo le ragazze della comitiva mie amiche, ma mai avrei immaginato cosa sarebbe accaduto esattamente nel faccia a faccia con Vanessa. La incontrai al suo studio, al termine dell'orario delle visite. Ero incazzata con Vanessa, in qualche modo rappresentavo la paladina delle amiche ferite, tuttavia c'era in lei un'aria di raffinata puttaneria che mi intrigava di brutto, la detestavo e mi incuriosiva allo stesso tempo. Mi presentai lì allo studio scendendo quasi al suo livello seduttorio, del resto non volevo sfigurare. Indossai una bella minigonna nera, le autoreggenti, una camicetta bianca e, dulcis in fundo, i tacchi. Mi sedetti sulla sua scrivania ed accavallai le gambe quasi come in segno di sfida. Le detti velatamente della figlia di puttana ma lei si scompose ben poco. Sosteneva che le mie amiche erano scontate, prevedibili, che quei maschi desideravano una fica sexy e fatale come lei. La voglia di schiaffeggiarla per quella palese arroganza si stemperò notevolmente grazie ai suoi modi sensuali di accarezzarmi sui vestiti. Non avevo mai lontanamente pensato in vita mia all'eventuale abbinamento con una donna ma lei mi stimolò tale fantasia tutto d'un colpo. Una troia di gran classe, dunque, che non perse l'occasione di palparmi le tette da dietro con maestria dopo aver tolto il reggiseno: che strana sensazione fu! Torbida, eccitante, lo devo ammettere. Accarezzava veramente alla grande, quella porcella. A quanto pare ne aveva di esperienza, e anche con le donne. Fu lei stessa ad ammettere che vedendone e toccandone tante tutti i giorni, durante le visite, andava spesso a finire che l'approccio sessuale ci scappava. Questa ammissione mi turbò ancora di più. Pensai a quanto fosse troia Vanessa, una donna capace di passare dal cazzo alla fica e viceversa, come se niente fosse, quasi la invidiavo! Cominciai ad andare in ebollizione, considerata anche la mia lunga astinenza sessuale. Ma ebbi un attimo di forza per manifestare l'idea di andar via. La situazione stava degenerando troppo e così pensai bene di lasciare lo studio e quella donna tentatrice. Ma Vanessa, velatamente, mi convinse a restare, ma probabilmente lo volevo anch'io nel subconscio. Solo pochi secondi per pensare e la sua lingua si fece strada rapidamente nella mia figa calda e bisognosa di attenzioni. Poi fui io a leccare la sua splendida e morbida patata. A quel punto avevo perso del tutto i freni inibitori. Vanessa mi scopò la fica con lo strap-on! Poi violò il mio culetto col dildo ed io, stregata dall'eccitazione, glielo lasciai fare senza batter ciglio. Mi penetrò anche il sedere mentre mi sditalinavo e godevo come una troia, si come una zoccola, adagiata sulla scrivania. Mi sentì mignotta come non lo ero mai stata prima, nemmeno con gli uomini. L'orgasmo arrivò intenso, vibrante, impetuoso e carico di liquidi. La dottoressa mi "visitò" proprio perbene, devo ammetterlo, ma la voglia di ricambiare le "premure" era troppa ed impellente, oltre che irrinunciabile. La feci adagiare a pecorina sul lettino, quella maiala, e poi le piantai il dildo nel culo con tutta la forza che avevo, quasi a volerle sfondare il retto! Piazzandole il gingillo tra le chiappe, muovendolo avanti e indietro a ritmo crescente, immaginai come era stato quando se l'erano inculata gli uomini della comitiva. La disprezzavo e la adoravo allo stesso tempo, continuai a muovere quell'affare dentro il suo corpo mentre si toccava finchè la sentì tremare e venire, godendo come una porca. Bhè, come giustiziera feci veramente pena, invece di difendere le amiche, scopai con la loro acerrima nemica e anche con notevole impeto passionale. Quando ci rivestimmo le prospettai la situazione chiedendo cosa avrei dovuto riferire alle mie cornute amichette. Vanessa sorrise e suggerì come scusa:"Bhè, dì loro che me l'hai fatta pagare, che mi hai dato una bella lezione...", poi aggiunse:"Che importa ormai, quei cazzi sono acqua passata, specie adesso che ho trovato una nuova amica di giochi...". Curiosa le chiesi:"Che vuoi dire?", e lei rispose:"Dico semplicemente che dovresti venire a visita molto più spesso, sai la salute è la prima cosa, soprattutto quella della tua fica...". Come darle torto?            














 

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