lunedì 6 febbraio 2017

La donna del socio paga in natura

Mi chiamo Erica. Questa storia risale ad una decina di anni fa, precisamente nel periodo in cui intrecciai una relazione con un uomo sposato di nome Walter. Quest'ultimo prometteva mari e monti ed io gli credetti dal momento che era socio, al 60%, di un'importante catena di distribuzione alimentare. In realtà l'altro 40% lo deteneva un tipo un pò scorbutico di nome Alessandro. Il primo anno le cose andarono più che bene e loro due intascarono gli ottimi utili. Tuttavia, col passare del tempo, i ricavi dell'azienda cominciarono ad essere intaccati. Il vizio inarrestabile per il gioco, da parte di Walter, portò lentamente il bilancio in rosso! Eh si, Walter non ne poteva proprio fare a meno di scommettere su tutti i giochi online possibili: dallo sport, ai casinò, puntava, e spesso perdeva, centinaia di euro al giorno. Era talmente preso dalle scommesse che non scopavamo nemmeno più. E poi un bel giorno accadde il patatrac. Colmo di debiti fin sopra i capelli, Walter si dette improvvisamente alla fuga scegliendo come meta di destinazione qualche posto sperduto del mondo, lasciando me e la sua famiglia, e non solo! Eh già perchè in tal modo, volendo usare una metafora, "inculò" alla grande (economicamente) pure il suo socio. Sapevo fin troppo bene che Alessandro si sarebbe incazzato a morte e che prima o poi avrebbe voluto spiegazioni da me. Non passarono che poche ore dalla "scomparsa" di Walter, che Alessandro mi contattò al cellulare aggredendomi in malo modo, del tipo:"Pronto Erica! Dove cazzo stà quello stronzo con cui scopi?". Era normale che fosse nervoso, dopotutto gli aveva lasciato una situazione a dir poco negativa da gestire. Alessandro aggiunse:"...va bene dai, vediamoci in ufficio tra un'ora.". Non è che sia così brava nel gestire un'azienda, giusto ogni tanto seguivo un pò quello che faceva quello smidollato di Walter, ma niente di più. Inoltre, anche se avessi voluto dare una mano sul serio, in quella situazione deficitaria sarebbe stato praticamente impossibile rimediare ed evitare il baratro. Ad ogni modo, anche per far sbollire un pò la rabbia di Alessandro, cercai da fargli da segretaria per un giorno, aiutandolo a controllare i documenti nella speranza di trovare un appiglio, un margine, seppur poco probabile di salvezza aziendale. Dopo varie revisioni dei documenti la situazione complessiva apparve peggio di quanto preventivato. Alessandro tornò ad incazzarsi, addirittura il doppio di prima ed io non sapevo proprio cosa fare per calmarlo. A un certo punto cominciò a sclerare, a sbottare verso di me, minacciò:"Lo sai di chi è la colpa di tutto questo casino eh? E' tua! Con una figa così ha perso la testa!". Io restai sorpresa e dispiaciuta al tempo stesso, poi risposi:"Mia? Ma cosa dici! Se quel pazzo se ne stava tutto il giorno a giocare, lo sai una cosa? Non scopavamo nemmeno più! E da mesi!". Alessandro tacque per un pò, poi spiegò:"Qui non è una questione da poco lo capisci? Quell'idiota ha gettato in fumo milioni cazzo!". A quel punto io risposi:"Certo, ma io che posso farci?". Allora lui si impose in modo autoritario:"Sai che c'è? Anche tu hai fatto la bella vita, finchè è durata, e ora ci finisci con me nella merda, non annegherò da solo cazzo! Però... visto che lui ha preso qualcosa di mio, io prendo qualcosa di suo... Tu eri la sua donna giusto? E allora mi prendo te!". Inizialmente travisai le sue parole pensandole e pesandole in modo assai più ottimistico di quanto non fossero in realtà e così, cadendo dalle nuvole, risposi: "Davvero? Vuoi prendermi come fidanzata e assumermi come segretaria da qualche altra parte, per caso?". Ma lui fugò subito ogni dubbio:"No! Ma quale fidanzata e segretaria dei miei coglioni! Tu i milioni non ce li hai, però sei davvero una bella donna, non ti viene in mente nulla?". Sapevo bene che avrebbe potuto picchiarmi e così pensai di dargli quello che piace alla maggior parte degli uomini, il sesso. Cominciai a spogliarmi, a mostrare le mie grazie decorate dalla provocante lingerie. Gli dissi che avrei pagato con il corpo. Lui rimase teso ma stavolta manifestò più eccitazione che incazzatura. Partì in quarta infilandomi il pollice nella vagina e la lingua nel culo. Poi, dopo che mi fui girata, proseguì ad affondare le dita in vagina, accompagnando il tutto con una leccata deliziosa di clitoride. Per me, in astinenza sessuale da parecchio a causa dei vizi ludici di Walter, quel momento rappresentò un vero e proprio risveglio dei sensi. Eccitata mi fiondai sul pene e leccai la cappella. A differenza di quello normale di Walter, Alessandro ce l'aveva enorme! Ci presi gusto, leccai e spompinai con passione la mazza dura. Come una vera puttana mi feci sfondare perbene la passera stando a candela su di lui. Il cazzo scivolava dentro a meraviglia inebriandomi di piacere. Ma Alessandro voleva di più e così puntò il suo cannone dritto verso il mio secondo canale. Sempre a candela stavo, ma stavolta prendendolo dentro al culo! Quel cazzone enorme mi faceva godere e male allo stesso tempo ma ovviamente il piacere superava di gran lunga il dolore. Continuò a sfondarmi il culo mentre stavo a cavalcioni su di lui. La chiavata, stavolta nella fregna, proseguì intensa a pecorina. A missionaria Alessandro raggiunse un orgasmo favoloso e mi strinse forte il seno quando venne. Proprio quando sentì scorrere il suo liquido caldo e abbondante nella fregna, godetti a mia volta. Seppur avvenuta in circostanze molto particolari, quella con Alessandro resta, a tutt'oggi, una delle più belle scopate della mia vita...                  












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