lunedì 20 marzo 2017

La signora altolocata

Mi chiamo Elvira. Il mio si potrebbe definire un racconto anomalo nella vita di una donna quasi normale. Mio marito, dedito come sempre al gioco e all'alcol, non contribuiva di certo alle entrate familiari ed io, con lo stipendiuccio da impiegata privata pagato in ritardo avevo grosse difficoltà a sbarcare il lunario. Spesso mi aggiravo nei pressi delle abitazioni delle persone ricche del quartiere sognando di poter stare al posto loro. Fu proprio lì che un giorno mi capitò un'esperienza incredibile. Stavo osservando un cancello semichiuso quando notai per terra delle banconote di grosso taglio. Cercando di non invadere la proprietà privata mi chinai ed allungai la mano per tentare di raccoglierle. Ma ecco che, sul più bello, sentì un dolore cane. Era il tacco di una tizia che mi calpestò la mano. La vergogna nella circostanza fu enorme. La giovane signora, di bell'aspetto e dall'aria risoluta, mi spinse con forza dentro casa sua. Cominciò ad ironizzare sul fatto che mi ero comportata da ladruncola, del resto come darle torto? Tirò fuori altri soldi dalle mutande, in quel frangente notai le sue autoreggenti. Mi spinse ad odorare tra le sue cosce: mi premette la testa con decisione e così fui costretta ad avvicinare il viso alle sue mutande e ad annusarle sentendo un odore misto tra fica e danaro che mi sconvolse un pò. La signora (in seguito seppi che si chiamava Tina) si bagnò gli indumenti in modo che si evidenziassero i seni, poi fece lo stesso con me. La monella ripeteva di aver voglia di giocare. Non pensavo affatto che a un tratto mi sollevasse la gonna con decisione e mi masturbasse con un gingillo che mai avevo visto prima. Disse che si chiamava hitachi. Con quella diavoleria persi pian piano i sensi, soprattutto ogni freno inibitorio. Non ero mai stata a cosce aperte davanti ad una donna ma il piacere che provavo era così sconvolgente da rendermi una vera troia consenziente senza limiti. Ad un certo punto volevo solo che continuasse, desideravo che mi facesse godere fino all'orgasmo quella maiala. Solo ad un passo dall'amplesso la stronza rivelò che i soldi a terra erano un trucco per rimorchiare donne, date le sue spiccate tendenze saffiche. Provai un senso di rabbia per esser stata presa in giro ma godevo talmente tanto che il piacere prese il sopravvento e così mi sbrodolai totalmente e mi persi nella lussuria venendo intensamente. Mentre assaporavo ancora il piacere mi disse:"T'è piaciuto puttana? Bhè, adesso che ci conosciamo se vuoi rifarlo bussa semplicemente alla porta, non userò più alcun trucco". Le risposi:"Può giurarci che busserò!". E così, da allora, suono quel campanello almeno un paio di volte a settimana!         















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