giovedì 20 giugno 2024

Il figlio stallone

Mi chiamo Marcus. Con mia madre Angela ho un rapporto di amore-odio, anche se dovrei avercela più con mio padre Arnold. Fu lui a combinare casini perdendo svariati milioni a poker. Per poter ripagare i creditori, mia madre dovette sostanzialmente prostituirsi, divenendo la mignotta di turno, pronta a prendere svariati cazzi anche contemporaneamente. Da un lato la capisco, dall'altro ce l'ho con lei perché avrebbe comunque potuto rifiutarsi di fare la sgualdrina. Angela cominciò per necessità ma poi cadde preda del vizio. Desiderava prendere i cazzi di quei signori che la umiliavano e soprattutto che coprirono mio padre di vergogna. Col tempo, lavorando sodo, riuscì a metter su un ranch in Arizona e portai lei con me. Mi dedicavo ai cavalli e lei stava lì. Mi passava davanti in modo provocante ed io cominciai a fare pensieri erotici proibiti su di lei. Non che non mi piacesse già da prima ma a quel punto stavamo da soli in tranquillità, con pochi altri lavoratori part time. Io e lei abbiamo sempre scherzato. Non si scandalizzava quando le davo della figa. Ma quel giorno fatidico, il cazzo mi scoppiava letteralmente nelle mutande. Cercai il contatto con lei. Indurì tantissimo strofinandolo sul suo culo da sopra al vestito. Poi le palpai spudoratamente le natiche. Era eccitata ma cercava di fermarmi. Glielo piazzai in mano senza esitazioni. Turbata, affermò che si sarebbe limitata a una sega, giusto per calmarmi, ma io glielo sbattetti nella fregna senza pietà. Volevo farla godere, essere il suo stallone. La chiavavo con gioia ma la odiavo un po', nel contempo, per quanto si era concessa agli uomini in passato. Avrei fatto pace con lei solo se mi avesse dato il culo ogni volta che lo desideravo. Glielo ficcai con forza nel sedere. Il percorso era già ben avviato, sembrava comodo quasi come una figa. La scopai nel retto con foga fino a giungere al copiosissimo orgasmo. Le schizzai a fiume in faccia e in bocca come si fa con le zoccole. Bevve tutto il seme la troia. Poi mi disse che la situazione le pareva strana. Risposi che si sarebbe abituata in fretta. La stuzzico tutti i giorni e, dopo il lavoro, la castigo perbene. Mi dice sempre che sono un porco ma intanto il randello lo becca puntuale senza lamentarsi. Gode come una matta nella figa e soprattutto nel culo. Non sarà giovanissima, non avrà grosse tette ma è carina e mi fa regolarmente svuotare i coglioni. Bhe, da quando me la trombo la amo molto più di prima!

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