venerdì 10 novembre 2023

Disposta a tutto per tenere il lavoro

Nella vita, alle volte, ci si trova a dover compiere scelte difficili. In tali casi, accettare compromessi può rapprentare la soluzione. Ho sempre cercato di svolgere il lavoro di segreteria in maniera seria ed attenta, ossia nel migliore dei modi ma l'imprevisto, spesso, è proprio dietro l'angolo. Con il precedente dirigente, Mike Harris, mi limitavo a sbrigare le pratiche d'Ufficio assegnate senza mai andare incontro a problemi o venire importunata in alcun modo. Ma Mike era stanco e decise di ritirarsi. Subentrò così, a guidare l'Azienda, il sig. Freddie Wynx, un uomo decisamente particolare. Si presentò in Ufficio con due aitanti sgualdrine al seguito, da piazzare negli uffici, con l'idea di "svecchiare" il personale. A primo impatto, pensai di trovarmi di fronte ad un donnaiolo superficiale e arrogante. Sottovoce, credendo che fosse più lontano, gli detti del tenutario di bordelli, o qualcosa del genere. In realtà lui sentì le mie parole e spiegò che dovevo adattarmi alle sue idee a al suo modo di condurre la società, altrimenti potevo anche alzare i tacchi e tornare a casa. A quel punto mi dissi: "Giuliana, fai attenzione a non perdere il lavoro!". Senza troppi convenevoli, illustrò subito il suo "modus operandi", ossia la maniera con cui stipulare i contratti e gestire i clienti. Per tale motivo, era indispensabile disporre di donne fighe e sexy capaci di indirizzare le trattative nel giusto verso. Mi chiese di mostrare "la mercanzia". In ufficio, non mi ero mai spogliata ma, in quel momento, non avevo grandi alternative. Tolsi il vestito, scoprì il sedere, il grosso seno. Restai essenzialmente con i tacchi e le mutande ma lui volle che togliessi anche queste ultime. Ammirò e apprezzò il mio corpo nudo asserendo che, grazie alla sottoscritta, avrebbe concluso proficui affari. Faceva un pò freddo, a dire il vero, per cui chiesi di potermi rivestire. Lui acconsentì, spiegando che aveva visto già tutto. Inoltre, chiese un caffè: io ubbidì immediatamente. Il giorno seguente, gli portai il pasto all'ora di pranzo. Dopo una mezzora tornai e vidi che non aveva toccato cibo. A quel punto venne fuori il suo lato umano. Mi sentì onorata di ricevere le sue confidenze. Spiegò di essersi separato da poco da una donna gelosa, incapace di sopportare le sue innumerevoli "divagazioni" con le altre, precisando inoltre di essere ancora legato a lei affettivamente. Con mia grande sorpresa, notai che armeggiava un pacchetto. Mi rivelò di aver acquistato un giocattolo erotico su internet: si trattava una vagina artificiale per sfoghi solitari. Freddie disse che gli sarebbe servita per relax ma che non comprendeva il funzionamento dell'oggetto. Raccolsi ciò come una sfida tra la tecnologia, seppur sofisticata e le persone in carne ed ossa. E così iniziai a spogliarmi ma lui volle lo stesso capire come funzionava l'oggetto. Quasi divertita, aprì la confezione e tirai fuori la "concorrente" della mia micia. Poi, con disinvoltura, feci in modo che il suo cazzo entrasse nell'apertura dell'oggetto. La vagina fake vibrava, conferendo a Frieddie un innegabile piacere. Per un pò assecondai la sua fantasia. Un tantino mi intrigava vedergli provare piacere grazie a quell'oggetto, lo ammetto. Ma se non avessi pensato a qualcos'altro, avrei rischiato che venisse in quel modo, grazie ad un giocattolo. E così, d'impulso, lo baciai in bocca con una certa passione. Probabilmente gli bruciava ancora parecchio la separazione con la moglie ma apprezzò l'iniziativa e ricambiò il bacio. L'atmosfera si surriscaldò di colpo: infilò il cazzo nella vagina, stavolta di carne, leccandomi i capezzoli con impellente desiderio. Sulle ali dell'eccitazione, mi leccò la passera con estrema foga ed io godetti della slinguazzata. Volevo dimostrargli che, quando sono in vena, sono brava a letto. E dunque gli succhiai le palle con bramosia. Gli piacque tantissimo: ne approfittò per segarsi con gusto mentre io addentavo quei testicoli con ardore. Non volevo che godesse così semplicemente, con una sorta di "fai da te" assistito e così gli presi il cazzo in mano e lo segai lentamente mentre ci baciavamo. Di contro, lui mi suggerì di aprire le gambe e iniziò a "infilzare" con foga la figa con più dita insieme. Naturalmente, provai un piacere decisamente intenso. Un altro pò di quelle fistate e sarei venuta ma lui sentì il bisogno irrinunciabile di piazzare il cazzo, peraltro bello grosso, nella fica da dietro, a pecorina. Accompagnai la scopata infilandomi le dita nel culo per innalzare il livello del piacere e, in quel modo, raggiunsi un profondo ed appagante orgasmo come non capitava da tempo. Lui stava letteralmente per esplodere! Sfilò il pene dalla sorca bagnata e lo puntò dritto contro il mio viso. Si masturbò per alcuni secondi, prima di schizzare copiosamente sulla faccia della qui presente. La sborra bollente "dipinse" il mio volto, ne assaporai una parte e il resto colò lentamente sulle tettone. All'inizio mi ero creata un pò di problemi nei confronti del Capo e del suo modo di fare ma poi constatai, nella pratica, quanto è bello scopare pure in ufficio! In realtà, Freddie non è certo l'unico uomo a cui la do nell'ambiente lavorativo. Ricordiamoci che le pratiche d'ufficio non vanno affatto trascurate e che il cliente, giusto o sbagliato che sia, ha sempre ragione. Inoltre, è quasi sempre assetato di passera!

scopate ufficio
































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