venerdì 23 dicembre 2016

L'esperienza saffica di Carmen

Mi chiamo Carmen. Sono sposata anche se mi piace tanto il sesso e sogno di continuo trasgressioni. L'occasione di realizzarne una si concretizzò in merito a una questione lavorativa. Eh si, mio marito era stato declassato e guadagnava di meno e cosi io dovetti abbandonare un pò gli allori della casalinga e muovere il culo a cercare qualcosa. Da alcune amiche seppi che era disponibile un posto di segretaria in una importante ditta di spedizioni. Le stesse amiche però, tempo dopo, mi riferirono che prendere quel posto era impossibile dato che l'esaminatrice, la dottoressa Rosaria, amante della fica, esigeva sesso lesbo ai colloqui. Sono una bella gnocca che non passa inosservata e in vita mia ho preso un bel pò di cazzi, tuttavia non ero mai stata con una donna. Qualche volta però lo avevo immaginato. I soldi servivano, inoltre questa storia della dottoressa lesbica mi incuriosiva, decisi così di osare. Come vestirmi? Bhè, come per sedurre un uomo, con tanto di tacchi e autoreggenti, reggiseno e mutande ricamate. Rosaria mi accolse nel suo ufficio, ci sedemmo. Iniziò a leggere il curriculum ed ebbe subito da ridire ritenendolo poco dettagliato. Mi chiese se me la cavavo col pc e dissi di si. Conoscendo il soggetto, secondo quanto raccontato dalle amiche, decisi di mostrare subito il culo come valida carta di presentazione. Rosaria ne fu molto lieta e sgranò gli occhi. Poi mise in mezzo tutto un discorso ipocrita sulla selezione del personale su base sessuale dichiarando di non essere attratta dalle donne. Avrei dovuto lasciarla fare per una questione di lavoro, non perchè fosse una lesbicona incallita. Diceva una cosa ma io ne percepivo un'altra. Il modo in cui mi accarezzò le tette non sembrò certo di una disinteressata alle grazie femminili. Assecondai il gioco, ben presto la sua lingua bollente si dava da fare senza esitazioni tra le mie cosce. Me ne stavo a gambe aperte sulla sedia a farmi slinguazzare la fregna da quella porca. Devo ammettere che leccava alla grande, mi eccitai non poco. Poi però la stuzzicai sulla questione del lesbo e lei finalmente si sbottonò ammettendo l'interesse palese per le donne. Spiegò che ciò non doveva giungere all'orecchio del direttore interessato a donne seducenti solo verso clienti uomini facoltosi e danarosi per la buona resa della ditta. Cambiammo posizione: appoggiata alla scrivania mi lasciai leccare da lei inginocchiata. Quella porca mi fece impazzire, nessun uomo me l'aveva mai leccata cosi a lungo. Venni più volte e, ad ogni orgasmo, lei non mi dava tregua. Dopo cinque o sei venute mi sentì davvero sfinita e appagata. Il lavoro era ormai mio, sigillato dai baci lingua a lingua. Fu in quel momento che mi ricordò quanto fossi stata troia a cedere subito dal momento che molte altre si erano rifiutate. Le spiegai che, tra quelle che si erano negate, figuravano di sicuro le mie amiche. Eh si, non sono tutte così "open mind" o, per meglio dire, come me: una gran puttana!         













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